sabato 1 ottobre 2011

IMPARARE A MORIRE PER IMPARARE A VIVERE


Il vitale insegnamento del morire
La morte ci toglie solo quello che non abbiamo imparato ad abbandonare.
Cresciamo con condizionamenti che non soddisfano le nostre anime.
Impariamo a disconnetterci dalla natura, dai sentimenti, dalla spontaneità, e ci
viene insegnato ad avere successo, a vivere confortevolmente e ad essere
intrattenuti e distratti da mille stimoli.
Viviamo così nelle convenzioni superficiali che ci impediscono di conoscere
realmente noi stessi e gli altri, e anche il mistero della vita. Abbiamo molto da
imparare, cose che nessuno ci ha mai insegnato - cose importanti come vivere
i sentimenti, l'amore, il rispetto per se stessi, la compassione, il risvegliarci al
nostro essere, e quella più importante di tutte: il fatto che lasceremo questo
corpo, questo mondo.
La morte è l'accadimento che più ci trasforma ed è l'evento più negato
nelle nostre vite ossessionate dal tempo, di fatto accadrà ad ognuno su questo
pianeta. Nella nostra educazione l'argomento morte non è rappresentato. Le
religioni ci alimentano con i credo che non ci aiutano ad affrontare il fatto della
nostra mortalità.
E non ci insegnano nulla del mistero e della trasformazione che è possibile
col morire, o dei potenti insegnamenti che la morte ci può dare. La morte è
diventata più o meno invisibile, il che rende impossibile a noi imparare
qualcosa di essenziale dalla morte dei nostri cari, specialmente se loro sanno
come morire! In altre culture gli anziani passavano la loro accettazione, la
fiducia e il dono di lasciar andare ai giovani che così imparavano molto da loro.
Ai nostri tempi gli anziani sono spesso consegnati a stati vegetativi dove
sono già morti e ignorati prima di morire, drogati fino a che le loro luci interiori
sono così fioche che difficilmente notano la loro stessa morte. Queste persone
non possono morire con dignità e gratitudine, con quella fiducia e apertura alla
grazia che fiorisce nel morire consapevolmente.
E non c'è neppure la garanzia che moriremo anziani, non possiamo sapere
quando la morte verrà a noi.
Fa molta differenza se moriamo consapevolmente o nel solito modo, il
modo inconscio.
Fa una grande differenza se possiamo essere in uno stato di amore quando
ce ne andiamo, se possiamo essere presenti nel processo del dissolverci nel
mistero dell'universo, la nostra vera casa.
Quando siamo presenti siamo in uno stato di amore. 
abbiamo bisogno di entrambe le ali, amore e consapevolezza, per essere
completi e soddisfatti, nella vita e nella morte.
Ci vuole coraggio per incontrare se stessi, per imparare a essere presenti,
per sentire e accettare ogni cosa che ci capita. Visto che cresciamo con paure e
giudizi su molti aspetti di noi stessi, impariamo a rifiutare o a reprimere molte
esperienze: gioia, sessualità, vulnerabilità, lacrime, risate, rabbia, dolore,
paura, creatività, fiducia, solitudine, estasi, e molte altre!
Tragicamente siamo troppo impegnati per preoccuparci di queste qualità,
mentre la sofferenza della nostra vita innaturale cresce sempre di più, perché
per molti la loro sofferenza non è il risultato della vita innaturale, ma del loro
fallimento a soddisfare le richieste e i ruoli che la società si aspetta da loro.
Questa è l'ipnosi di massa in cui la maggior parte della gente vive: credono
che la loro sofferenza sia dovuta al fatto che non vivono secondo gli standard
proposti dalla società e solo persone intelligenti e altamente evolute vedono
questa prigione collettiva. Non sorprende che non teniamo in considerazione
allo stesso modo la nostra morte.
Non impariamo mai a morire in uno stato risvegliato, in uno stato di amore
e gratitudine, in modo che la nostra morte sia il più grande dono a noi stessi e
ai nostri cari.
Qualcosa di molto più essenziale ci riguarda: imparare a morire è imparare
a vivere veramente! Se siamo aperti, pazienti, e veramente alla ricerca della
verità impariamo a aprirci e a lasciarci andare nella vita in quei momenti in cui
i nostri condizionamenti ci vogliono chiusi.
La morte può darci la chiave per essere presenti alla vita. E questo è
l'essenziale da raggiungere nella vita! E ci sono così tante piccole e grandi
morti che accadono nelle nostre vite che ci invitano a scoprire che il lasciar
andare ci risveglia al presente, a diventare uno con la realtà esistenziale in
tutte le possibili situazioni e sfide!
La nostra società non valuta il dono di essere, semplicemente presenti, ma
sollecita a ottenere e avere sempre di più. La maggior parte della gente è
ossessiva sull'accaparrare quello che vuole, usando il potere, la furia e altri
mezzi per ottenere ciò che pensano dispensi loro la felicità. Quest'istinto è
profondamente radicato in tutti noi, ma non è li che la nostra crescita
personale si deve fermare.
Lo sviluppo della nostra società si é più o meno bloccato, stiamo
distruggendo il pianeta e siamo attivamente o passivamente occupati a
uccidere la vita in questo mondo, solo per ottenere quello che pensiamo di
volere. A livello personale, la maggior parte delle nostre inquietudini
psicologiche ed emozionali, perfino molte malattie, e il nostro stress quotidiano
esistono a causa delle lezioni negative apprese: ottenere il massimo che
possiamo, e trattenerlo con tutte le forze. Possessività sui soldi, sull'amore, sul
sesso, nel potere, nello stile di vita o sulle persone.
Tutta la sofferenza collettiva e la distruzione sul nostro pianeta succede
perché insistiamo nell'ottenere quello che vogliamo, ci accaniamo nell'averlo e
tenercelo stretto. Ovviamente le nostre relazioni intime si portano appresso
molto di questo incubo dell'ipnosi collettiva che riguarda l'attaccarsi e il
possedersi in nome dell'amore.
Questo non è amore, è dipendenza e schiavitù, l'opposto dell'amore.
Preferiamo l'avere all'amare, rifiutando di arrenderci all'amore e alla
meditazione che possono aiutarci nel nostro risveglio.
Questo è il viaggio: da volere a lasciar andare, dal controllare al lasciarsi
essere, dall'avere al dare. Ci rende ricchi interiormente, ma ci vuole coraggio
perché siamo molto spaventati dall'idea di lasciarci andare. Finchè abbiamo
questa paura, non possiamo lasciar morire nulla, e ci proteggiamo
attaccandoci, il che crea più paura.
Lasciar andare qualcosa o qualcuno è come la morte dei nostri credo, della
nostra personalità e del solito modo di vivere in questo mondo insicuro. Non ci
fidiamo che da ogni morte nasca qualcosa di nuovo, restiamo nella paura della
perdita.
Quando possiamo permettere alla morte di accadere siamo in grado di
sperimentare il rinnovarsi e la trasformazione della morte. Altrimenti restiamo
bloccati nella paura della morte e della vita.
Il lasciar morire realmente qualcosa ci apre alla possibilità che la vita ci
porti più nella fiducia, nel "divino", nell'unità con l'esistenza. Quando
permettiamo alla morte di occupare il suo spazio naturale nella vita, ci vengono
offerte molte opportunità di aprirci alla bellezza della vita: l'inatteso, la
profondità, la vulnerabilità, la forza, la compassione e la fiducia che nasce
quando impariamo che siamo tutt'uno con la vita, che non c'é nulla di cui aver
paura!
..............
Siccome tutti dovremo affrontare le aree incomplete della nostra vita prima
o poi, è intelligente come esseri umani avere il coraggio di accettare la nostra
mortalità ed esaminare la nostra vita, i nostri valori, la nostra capacità di dare
e ricevere amore, di contribuire a rendere la vita sulla terra più creativa e
consapevole.
E quando iniziamo a vivere quotidianamente con la consapevolezza che
"questa casa sta bruciando", ci viene la domanda più significativa di ogni
percorso spirituale: «Chi sono io?».
Questa domanda dissolverà tutte le illusioni e le idee di separazione,
scopriremo l'essenza dentro di noi, non come concetto spirituale, ma come
verità viva. La morte può insegnarci a dire addio, non come una fine, ma come
un benvenuto alla vera vita che sempre continua. Nell'attraversare la paura del
lasciarsi andare troveremo la chiave per ricevere le benedizioni di una vita
vissuta nella fiducia, nella unione col tutto, che è già la nostra natura.
Allora avremo trovato il dono più grande che la morte ci insegna sulla vita:
la mancanza di paura. Solo allora può succedere una vera ribellione - la
ribellione del risvegliarci a ciò che siamo, alla libertà nella nostra sconfinata
essenza.

Osho Institute for Living and Dying
*Veetman Masshoefer, Sukhi K. Bir*
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