mercoledì 30 novembre 2011

NON FARE IL POLLO


Chi l'ha detto che non si può fare a meno delle banche centrali? Chi l'ha detto che non si può fare a meno delle tasse sul reddito? Chi l'ha detto che c'è bisogno di uno stato così ingombrante? Cominciamo a pensare l'impensabile, e un nuovo mondo ci si aprirà davanti... non facciamo le galline nel pollaio!

(medicialberto)



I recinti sono nella nostra testa e c'è un mondo migliore la fuori c'è un mondo libero dalle convinzioni limitanti che abbiamo nella testa,non fidarti degli esperti non fidarti dei politici ne dei preti ne dei medici ..perchè sono solo esperti a fare i loro interessi.adesso ci vengono a dire che dobbiamo fare sacrifici per il bene dell'Italia per il bene dei tuoi figli ,,sono le solite balle,stanno solo difendendo i loro interessi a spese nostre..costruiscono recinti per i polli,hanno bisogno di polli per fare soldi,hanno bisogno di polli per vivere..non fare il pollo di allevamento


(Antar Raja)

ITALIA UN PAESE MORENTE

Se avete notato in queste ultime settimane non ho prodotto alcun redazionale su quanto è accaduto in Italia, mi sono limitato ad ascoltare e leggere il dilagante pressapochismo giornalistico di cui si sono caratterizzati i principali media nazionali. Ho rifiutato senza esitazione alcuna anche inviti di partecipazione a talk show televisivi molto popolari che hanno messo in scena la solita caccia “dalli all'untore” con dietro le quinte i tre re magi (Franceschini, Bersani e Finocchiaro) che brindavano per la tanto attesa dipartita di Berlusconi. Per questo motivo abbiamo avuto bisogno di Gandalf il Bianco (Mario Monti) in quanto la politica italiana degli ultimi quindici anni si è solo occupata di appoggiare e sostenere il dictat di Berlusconi oppure nel condannarlo.



Chi guardava invece l'Italia da oltre confine vedeva una dozzina di partiti ognuno diverso ideologicamente dall'altro, ma tutti accomunati dall'esigenza di compiacere a logiche di consenso elettorale. Nessuno di questi partiti sarebbe mai andato davanti alla nazione a dire la verità e cioè che per riformare il paese si sarebbero dovuti eliminare privilegi e benefits a milioni di italiani. Per questo vi invito ad immaginare al paese come ad un condominio che sta andando a fuoco (lotta di classe, perdita di competitività, oneri insostenibili sullo stock di debito, disoccupazione dilagante, mancanza di una politica industriale): che cosa si poteva fare allora in questo caso ? Chiamare l'amministratore del condominio (andare alle elezioni) oppure chiamare i vigili del fuoco (governo tecnico) ?

Il buon senso e lungimiranza dei condomini dovrebbe indurre ad allertare i vigili del fuoco, purtroppo nell'anomalia di quest'epoca i vigili del fuoco sono stati urgentemente invocati dai vicini di casa del condominio (germanesi & company) che temono il propagarsi delle fiamme anche nello loro rispettive abitazioni. L'Italia oggi rischia di portare in default o peggio al crash l'intera Unione Europea e con essa la sua giovane creature, l'euro. Sono numerose ormai le voci che danno la disfatta della moneta unica sempre più prossima: oggettivamente l'euro è ormai un progetto fallimentare, che senso ha una divisa (imposta dall'alto) in comune, con la presenza di oltre una dozzina di tassi di interesse diversi uno dall'altro.


L'Italia si deve rifinanziare ad un tasso di interesse simile a quello in cui vigeva la lira, perciò ministri dell'Ecofin fate presto e predisponete quanto prima questi tanto sospirati eurobond ed evitate a tutta Europa di piombare nella peggiore depressione economica di tutta la storia economica occidentale. Per l'Italia comunque non c'è bisogno di tanta immaginazione per comprendere che cosa ci aspetta, e non parlo della patrimoniale sulla prima casa, della nuova mobilità sul lavoro (leggasi licenziamenti coatti), del ridimensionamento del protezionismo sociale, dell'aumento delle imposte indirette o del monitoraggio esasperato di tutte le transazioni di pagamento (lotta all'evasione).

Per quanto infatti potrà essere saggio e risolutivo il governo Monti, potrà solo mitigare l'inesorabile processo di rallentamento e declino economico che caratterizza il nostro paese manifestandosi attraverso  due fenomeni ben distinti: sul piano economico, lagiapponesizzazione dell'Italia (crescita molto bassa ed invecchiamento della popolazione) mentre sul piano sociale, la sudamericanizzazione del paese (aumento della conflittualità e del disagio sociale, criminalità dilagante e schiacciamento verso il basso dei livelli di reddito personale). Cari genitori, valutate pertanto con profonda attenzione cosa far studiare ai vostri figli e soprattutto a chi e dove rivolgere le loro attenzioni ed interessi. L'Italia ormai è un paese in via di sottosviluppo, non ha più senso spendere energie, risorse, tempo e denaro per un paese morente. Monti o Tremonti il risultato non cambia.

fonte http://www.eugeniobenetazzo.com/

martedì 29 novembre 2011

GLI ITALIANI E LE ITALIANE SONO SESSUALMENTE GRAVEMENTE MALATI

...La tua amica di S. Pietroburgo ti conferma che gli italiani sono i più "assatanati" del mondo e tu sostieni che le italiane "vanno in giro come se fossero tutte top model". Tutte le mie amiche straniere (al contrario di quelle che "la" danno in tv per svoltare) dicono più o meno la stessa cosa: "GLI ITALIANI E LE ITALIANE SONO SESSUALMENTE GRAVEMENTE MALATI".
In quanto alle top model, quelle vere, loro non hanno bisogno di tirarsela. Molti anni fa ho conosciuto Brooke Shields al Caffè Roma di Beverly Hills, mentre beveva da sola un cappuccino al banco... e non se la tirava per niente!
L'ultima cozzetta romana cm. 160 scarsi, minigonna e tacchi alti ---stavo preparando un'inchiesta occulta sull'approccio che pubblicherò su Seduction.Net--- la ho avvicinata in una situazione simile: se la tirava invece in modo incredibile!
Come mai?
Secondo me ci sono varie cause concomitanti che agiscono al livello inconscio.
L' Italia è storicamente un paese povero e contadino, a rischio continuo di carestie.
L' uomo doveva garantire il sostentamento della famiglia con la sua capacità lavorativa e con le sue proprietà terriere mentre la donna doveva garantire soprattutto la sua fedeltà. Per "comunicare" questa fedeltà, nella quale l'uomo doveva investire le sue forze ed i suoi averi, la donna doveva rendere la seduzione difficile ma allo stesso tempo doveva motivare al massimo i possibili partners onde farli insistere nella conquista, mettendoli anche in competizione fra loro per poter scegliere il più "solido ed affidabile".
L'uomo italiano, come anche il greco, per ragioni climatiche, ambientali e culturali è superficiale e visivo. È quindi motivato dall'estetica.
Pensa alla vita di piazza, ai caffè dei paesi, allo "struscio" sul corso principale, al mito della "bella del paese".
Tutte cose che erano impossibili nei paesi nordici (Europa centrale, Scandinavia) perché non ci si poteva permettere di essere superficiali e visivi in quelle condizioni climatiche (gelo e buio) che costringevano di stare chiusi in casa e di lottare per la sopravvivenza quotidiana (uomini e donne insieme) contro la natura nemica.
Questo ti spiega perchè MOLTE SCANDINAVE, PIU' BELLE DELLE FATE, NON SI RENDONO PER NULLA CONTO DI ESSERLO.
Torniamo a noi italiani.
Motivare l'uomo visivo con la massima bellezza possibile, anche senza esserne dotate da madre natura, era quindi il "must" delle donne italiane. E quì la necessità di rendersi belle con artifizi (le italiane sono delle vere maghe, riconosciute da tutte le donne del mondo, nel "truccare" le mancanze genetiche) e di "tirarsela", col triplice effetto di
1) di creare nel maschio l'illusione di essere ancora più belle (uomo visivo) e
2) di essere ambite (investimento buono) e
3) di non essere facilmente conquistabili (probabile fedeltà).
Risultato.
Il maschio vede la bella, che sembra ancora più bella. È visivo e la sceglie subito. Lei fa la difficile. Lui diventa "assatanato". Lei aumenta le difese ed alza il tiro. Lui si trasforma in un toro impazzito.
A queste cause storiche aggiungi anche la vicinanza territoriale del Vaticano e dei relativi Papa che hanno sempre identificato il diavolo con il sesso ma che hanno spesso "fornicato" con le "peccatrici". Il Papa rimaneva Papa, ma la donna che faceva sesso con lui andava all'inferno perché aveva commesso un peccato mortale.
Per di più, da quando esiste la televisione, i Papi "appaiono" nelle nostre case ogni santo giorno ordinandoci, anche senza dirlo sempre esplicitamente, di "non fornicare".
Aggiungi i preti, che nella tv italiana sono onnipresenti e "donano" il loro parere in quasi tutte le inchieste giornalistiche che riguardano il rapporto uomo-donna (non si vede il prete ospite nelle trasmissioni televisive dei paesi sviluppati).
Ne esce una fattispece di vero ATTACCO alla specie umana che in Italia, a causa della vicinanza territoriale dello "stato nemico", provoca i danni più nefasti.
Gli effetti perversi del terrorismo "pretino" sono per contro paradossali:
- l'aumento della domanda di prostituzione ed il conseguente aumento dell'offerta delle "peccatrici"
- l'aumento delle perversioni più squallide, della pedofilia e della omosessualità (sopratutto fra gli stessi preti)
- l'aumento delle violenze carnali e delle molestie sessuali
- il dilagare della pornografia
- il nudo onnipresente, ora anche in prima serata tv e nelle riviste di politica.

Allora, come dico io: "PIU' PRETI, PIU' PUTTANE".
E questo, per obiettività bisogna dirlo, vale anche per altre religioni.
Risultato finale: un POPOLO DI PSICOPATICI i quali hanno bisogno dello PSICHIATRA DEFICIENTE DA TV. Quello che, avendo lo studio vuoto, preferisce sparare inchieste, anche sul sesso delle nonne. Lui riceve instruzioni di tenerli calmi con una risposta cretina ad ogni quesito. In cambio può pubblicizzare i propri prodotti di marketing.
Il prete ha la stessa missione, la somministrazione del "bromuro", ma è più dannoso dello psichiatra deficiente perché ci risulta che da molti venga preso sul serio.
E gli italiani sono sempre più "assatanati".


da seduction.net

lunedì 28 novembre 2011

LA POLITICA COME VIA

Cosa c’entra la politica con la spiritualità?
Le persone hanno un’idea decisamente fantasiosa della spiritualità. Per loro sono spirituali Madre Teresa di Calcutta, Gandhi e Sai Baba... ma non Annibale, Giulio Cesare, Napoleone, Cavour o Federico II di Prussia...
In verità non esiste alcuna distinzione fra spirituale e non-spirituale. Qualcosa è spirituale se ci credi con tutto te stesso, perché il fatto stesso di crederci, di assumerlo come obiettivo e valore, ti spinge alla crescita interiore.

Come scrivo nel libro La Rinascita Italica – La Politica come Via di realizzazione di sé (che non è ancora stato pubblicato):
Il singolo individuo realizza se stesso nel momento in cui si sente davvero Stato, ossia parte di un tutto più grande che proprio sul sentirsi Stato di ogni individuo fonda la sua Forza.
Il cittadino si sente Stato quando abbandona i suoi interessi personali in favore degli interessi della Comunità. Il cittadino si sente Stato quando prende sulle proprie spalle la responsabilità per quanto accade nel suo Paese e smette di delegare il potere a una cerchia di burocrati e di professionisti del mestiere.

Il risultato dello scollamento fra cittadino e Stato è una Politica che invece di favorire l’evoluzione interiore degli individui, diviene asservita agli interessi di economia e finanza. Da tempo le multinazionali e le grandi banche inseriscono senza difficoltà i loro uomini nelle posizioni di potere all’interno degli Stati, e quindi di fatto governano.

Lo Stato è sempre per definizione al servizio di qualcuno, ma se non lo è dei cittadini lo è della Borsa e delle Banche Centrali.
Sotto il tambureggiare delle crisi economiche e delle emergenze finanziarie, si riducono giorno dopo giorno le sovranità popolari e nazionali, si commissariano i Paesi che non si adeguano alle direttive, lasciando in definitiva ai tecnici, agli eurocrati e alle banche centrali il ruolo di guida.
La Politica – intesa come arte del governare e scienza del governare – scompare, lasciando il posto a una somma di processi burocratici il cui fine è permettere a tecnici esperti di finanza di governare. Come se le difficoltà di una nazione nascessero dal vuoto delle sue tasche e non da quello del suo Spirito.


Considerare la Politica come una cosa sporca e anti-spirituale significa abdicare al proprio diritto di modificare la realtà assumendosene la responsabilità. Siamo capaci di sbandierare ai quattro venti la Legge di Attrazione o recitare tutto il giorno ho’oponopono... e poi rifiutarci di andare a votare e considerare la Politica come un’attività riservata a “quelli del mestiere”. Ma “quelli del mestiere” siamo noi, perché la Politica è per definizione il mestiere del cittadino, non degli “esperti del settore”.

La Politica è a tutti gli effetti una Via di crescita interiore che porta il cittadino a sentirsi Stato e a riprendere in mano la propria vita.

La Politica siamo noi. La stanno facendo le banche perché a un certo punto ci siamo rifiutati di farla noi. Pensare che un percorso spirituale possa svilupparsi in maniera avulsa dalla Politica è pura follia. Sto a casa mia a fare meditazione nella speranza di crescere in tal modo spiritualmente, mentre non mi interessa nelle mani di chi si trova la mia nazione in questo momento. Così dietro il motto “Tutto è Uno” nascondo la mia inettitudine. Ma se tu non ti occupi della Politica allora prima o poi sarà lei a occuparsi di te. Interverrà nella tua vita, verrà a bussare alla tua porta mentre reciti il tuo mantra, deciderà quando e dove potrai fare la tua meditazione. La Politica è qui per ricordarti che non sei fatto di nuvole, ma ti sei incarnato con un corpo fisico all’interno di uno Stato, con la missione di farlo funzionare bene... perché è tua responsabilità... perché è il tuo Stato! 



DA Salvatore Brizzi

IL VULCANO RIBOLLE,RIBOLLE..

Partiamo dal principio che l’italiano è un frustrato. Lotta per sopravvivere in ogni istante della sua giornata. Accumula, subisce, inghiotte, tutto in silenzio. Non capisce (o capisce troppo bene) e si adegua per ragioni di forza maggiore a una società matrigna. La scuola dei figli, il mutuo, il posto di lavoro. Gli rimangono pochi traguardi e come un cavallo rintronato trotta dietro alle carote della pensione, del tfr, dell’assistenza sanitaria, di un lavoro qualunque esso sia. Da tempo è un separato in casa della democrazia. Al suo posto decidono i partiti, i mercati, le borse con i quali non ha alcuna relazione. Swap, derivati, hegde fund, spread, bund, cds sono parole di un nuovo vocabolario. Una neolingua incomprensibile che gli fa paura, di alieni della finanza venuti a distruggere il suo mondo. E’ un cane di paglia che può prendere fuoco in qualunque momento. L’italiano sente, con il suo istinto arcaico e animalesco, che è in arrivo una tempesta nella quale perderà quelle poche certezze che lo aiutavano a inghiottire rospi su rospi. Senza pensione, senza casa, senza lavoro. Anche un topo di campo se costretto in un angolo in mancanza di una via di fuga si rivolta e morde.
Il vulcano spento sta per riaccendersi ed è inevitabile. Che tipo di vulcano sarà? Dove si dirigeranno le sue colate di lava? Sul sistema finanziario? Sui partiti? Su qualunque cosa inconteranno? Bisogna porsi queste domande ora, prima che l’esasperazione diventi normalità e coinvolgere i cittadini nelle decisioni, dare degli esempi. Sperare che l’ordine pubblico possa essere mantenuto con le forze dell’ordine è utopico. Il vulcano è continuamente alimentato dalla mancanza di partecipazione degli italiani a ogni decisione che li riguardi. I referendum sono ignorati. Il finanziamento pubblico ai partiti e il nucleare (la prima volta) cassati dalla volontà popolare sono stati reintrodotti, e ora si ricomincia discutere della privatizzazione dell’acqua. Siamo in attesa del responso oracolare di un signore che ha come spalla un banchiere che ci dirà il 5 dicembre che sacrifici fare. E’ come la Lotteria di Capodanno all’incontrario. Cosa c’entriamo noi in tutto questo? Qualcuno ci ha interpellato mentre i governi bruciavano il nostro futuro indebitando la nazione? Qualcuno ci ha spiegato perché a giugno eravamo fuori dalla crisi e adesso siamo in pre default? E perché questi incapaci siedono ancora in Parlamento pagati profumatamente? E perché i vitalizi parlamentari saranno aboliti solo dalla prossima legislatura e non da questa? E perché il cittadino non conta mai nulla? Il vulcano ribolle, ribolle…



la risposta del lettore explosyve 
dal sito http://www.sanguisughe.com/2011/11/e-il-ministro-tecnico-arriva-al-giuramento-con-lelicottero-pagato-dalla-provincia/

mercoledì 23 novembre 2011

L'OPINIONE DI MICLAVEZ

In poche parole possiamo riassumere quanto si è detto:
Molti principi dell’economia sono baggianate.
Il concetto di PIL è una immensa sciocchezza e il fatto che venga preso con grande
serietà è solo una truffa colossale di cui molti politici sono complici, talvolta
inconsapevoli.
Gli economisti, con la loro boria, non possiedono alcuna scienza esatta, non sono in
grado di prevedere il futuro e nemmeno di spiegare gli avvenimenti passati: li
mettono insieme in qualche modo cercando di adattarli alle loro teorie, senza
riuscirci.
Le politiche monetarie quasi sempre totalmente inefficaci e gli organismi
internazionali che dovrebbero stabilizzare le economie sono più che altro associazioni
a delinquere, espressioni del potere finanziario, che si arricchiscono generando
speculazioni. E’ assurdo e criminale che i governi si assoggettino alle loro direttive e
ai loro moniti che, con grande saggezza, puntualmente dispensano.
Anche se da una parte blandiscono e dall’altra terrorizzano che i possibili effetti
negativi di un loro abbandono, non bisogna credere alle loro bugie: senza il potere
della finanza il mondo sarà molto migliore, non peggiore.
La verità è che il mondo intero sta correndo verso il baratro seguendo i loro principi e
i loro consigli e non si potrà uscirne senza un bagno di sangue.
E’ora di sbarazzarsene. Il nostro Paese, prima ancora del mondo, ha tutto da
guadagnare, non solo dall’uscita dall’Euro, ma anche dall’uscita dal FMI. Senza
l’Euro non rischiamo la fine dell’Argentina, come sbandierano i suoi sostenitori.
L’Argentina ha passato i suoi guai proprio perché è stata obbligata dal FMI a legare
la sua valuta al dollaro, una moneta su cui non aveva alcun controllo, ed alla
liberalizzazione della circolazione dei capitali.

Basta crescita infinita e basta gigantismi. Continuiamo a sentirci dire che le
imprese devono crescere, come fatturato e come dimensioni, che dobbiamo avere
aziende enormi per competere sul mercato internazionale. Questo non è vero, piccolo
è bello, lo pensava anche Gandhi, perché consente una distribuzione del benessere a
tutti i cittadini e non è controllabile. Per questo i grandi centri di potere, finanza,
politici e sindacati cercano di farci credere che sia indispensabile ingigantirsi,
incoraggiano le grandi fusioni, nonostante abbiano sempre una ricaduta negativa
sull’occupazione e sul benessere diffuso.
Bisogna tornare ad una moneta di proprietà dei cittadini ed è necessario ridurre il
potere della finanza sull’economia, per questo bisogna eliminare il miracolo della
creazione del denaro dal nulla.
Il sogno di Pinocchio di arricchirsi piantando le monete, arricchisce in realtà solo il
gatto e la volpe. La nuova versione di questa storia si chiama Borsa Valori, dove si fa
credere che esista una finanza democratica che fa arricchire tutti. Ancora Pinocchio ci
porta nel Paese dei Balocchi, dove i gonzi illusi finiscono per ritrovarsi trasformati in
asini a lavorare sotto padrone e sotto la frusta per tutta la vita. Le ricchezze dell’Italia
sono ancora immense e devono essere a disposizione di tutti, non arricchire la
speculazione nazionale ed internazionale.
Se lo stato Italiano emettesse in proprio la moneta, senza cioè indebitarsi con banche
private per il disturbo, ce ne sarebbe a sufficienza da coprire le spese pubbliche
senza tassare i cittadini e per dare a tutti un reddito base.
Potrebbe lavorare chi vuole, facendo i lavori realmente necessari, non quelli inventati
per “creare occupazione”. Si potrebbe a questo punto ridurre le spese di
amministrazione pubblica, in maggioranza causate dagli stipendi di un esercito di
assunzioni clientelari, 5 milioni di dipendenti in gran parte inutili, ed aumentare il
reddito base per tutti.
Quanto al capitale straniero, finché esisterà, non solo non ci abbandonerà, ma si
precipiterà da noi, un Paese dove non si pagano tasse è sempre estremamente
interessante, come dimostrano i vari paradisi fiscali. Anche le nostre esportazioni
migliorerebbero, non essendo la produzione schiacciata dagli immensi costi
parassitari della pubblica amministrazione e dell’indebitamento con la finanza
privata.

Gran parte del lavoro è inutile. Produciamo molto più di quello che ci serve, il che
si traduce in una perdita di risorse per il pianeta ed un aumento mostruoso dei rifiuti
da smaltire. Nonostante questo non riusciamo a dare lavoro a tutti. Il lavoro in realtà
serve solo, per la maggioranza delle persone, ad avere denaro per partecipare ai
consumi, ma poichè i consumi devono aumentare in modo vertiginoso per poter
fornire utile al capitale e un reddito a chi produce, i soldi non sono mai sufficienti e si
vive sempre peggio. Salvo ovviamente una cerchia sempre più ristretta di persone. Lo
Stato può e deve fornire i mezzi ai cittadini per poter acquistare i prodotti, superando
il concetto bismarckiano di società basata sul lavoro. Il lavoro deve essere svolto su
base volontaria e quindi dare benefici a chi lo fa. In questo caso il libero mercato
stabilirà quali sono i lavori realmente necessari e in che misura sono necessari, senza
traumi per nessuno.
Per quel che riguarda la distribuzione del reddito ed alle politiche economiche
bisogna aiutare ed incentivare le piccole imprese eliminando tasse e burocrazia (che è
un’altra forma di tassa) e scoraggiare invece le maxi distribuzioni e i gruppi enormi
di capitali ed industriali, che vengono oggi invece incoraggiati e sbandierati come
necessari all’economia italiana e foraggiati in ogni modo. In questo modo non solo il
reddito sarà meglio distribuito verticalmente, ma anche orizzontalmente, cioè sul
territorio non essendoci la necessità di concentrare grandi masse di lavoratori in pochi
centri.
Le ideologie che si tenta di applicare, comunismo, capitalismo, modello
bismarckiano, risalgono tutte all'800, nonostante le apparenti differenze hanno tutte
gli stessi difetti e accettano gli stessi principi e portano alla fine agli stessi esiti: pochi
privilegiati, molti infelici e devastazioni ambientali. Per non parlare delle deviazioni
sanguinarie che hanno scatenato un secolo d'inferno nel '900. Hanno fallito e lo hanno
dimostrato in tutti i modi possibili, ma c'è ancora chi ci si aggrappa per mancanza di
alternative.
Il capitalismo non è il libero mercato, è solo una dittatura mascherata, è il
monopolio privato, assai peggiore del monopolio pubblico.
I partiti della destra e della sinistra non capiscono più nemmeno in cosa si
differenziano e sono troppo occupati ad accusarsi a vicenda di mentire sulle cifre più
o meno fantastiche della finanza, sul debito pubblico, sul Pil e sulle altre sciocchezze
e ad incolparsi reciprocamente di essere la causa dei disastri dell’Italia.
L’informazione ed anche la stessa politica sono pagate dalla finanza, come
possono metterne in dubbi i principi?
Gli Italiani non ovviamente non sanno più a chi dare retta e vanno a simpatie
personali. Il contrasto è senza senso.
Come uno dei personaggi di “cent’anni di solitudine” di G.G.Marquez, che
dichiarava di non giocare a scacchi perché non capiva il senso di una contesa in cui
entrambi gli avversari erano d’accordo sui principi, così gli italiani non sanno più in
cosa si differenzino i vari partiti.

Tutti parlano dei problemi del Paese e della gente ma nessuno in realtà parla
chiaramente delle soluzioni e se ne parla è sempre in termini di “necessari sacrifici”.
Sempre per un futuro migliore dietro l’angolo. In genere del futuro migliore si parla
in campagna elettorale mentre dei “necessari sacrifici” una volta ottenuto il potere.
Così gli italiani vedono la carota, anche se ci credono sempre di meno, e sopportano
le frustate. Se non hanno ancora raggiunto la carota è colpa degli altri, del partito
avverso che rema contro, anche se in genere parla la stessa lingua. Gli italiani tirano il
carretto cambiando carrettiere e pensano che questo sia inevitabile, sognando magari
un giorno di essere tra quelli che frustano.
Qualcuno, travolto dalla disperazione si lascia andare a scorciatoie illegali, gli altri
vivono aspettando che il Robin Hood di Lottomatica o Sisal o Snai bussi alla porta.
Invece il futuro migliore è possibile, cominciando a costruirlo da oggi,
semplicemente togliendo le risorse alle banche e utilizzandole per le persone.
Bisogna cambiare il sistema economico cosa, tutto sommato, non molto difficile. E’
già successo spesso in passato.
Difficile è cambiare l’ottica delle persone ed è per questo che bisogna cominciare da
subito a contrastare le balle autoprotettive del sistema finanziario


Antonio Miclavez

PRODI: «CON L'EURO HO SALVATO L'ITALIA» BEL PIRLA


Abbiamo scoperto che Romano Prodi ha un altro difetto: ci mette un po' di tempo e di sospiri, ma alla fine sa essere l'uomo sbagliato nel momento sbagliato. Ieri, l'Unione Europea ha vissuto una delle sue giornate più ingloriose (e oggi sarà ancora peggio). Riunita a  Bruxelles, ha ufficialmente sancito che il suo encefalogramma se la passa maluccio: prove di vitalità prossime allo zero, atmosfera rassegnata al fallimento, vuote dichiarazioni, soliti impegni sulla necessità del rilancio politico, pause di riflessione. Di solito, quando si è in un mare di guai e non si hanno idee per tirarsi fuori, ci si comporta così: si prende tempo e si allunga l'agonia. L'Europa è fritta, o quasi. Sempre ieri, con incredibile tempismo, Romano Prodi è apparso alla trasmissione "Punto e a capo" e ha detto: io e Ciampi abbiamo salvato il Paese. Come? Lo hanno fatto entrare in Europa, quella con l'encefalogramma di cui sopra, rosolata a puntino dal voto francese e olandese e dall'ondata di proteste contro la moneta unica. Non ci sarebbe neppure bisogno di commentare: se si impegna, Romano Prodi sa benissimo farsi male con le proprie mani. Solo un vero Professore di fallimento può vantarsi di un naufragio. Dalle parti di Milano direbbero: bel pirla (termine bonario, non si offenda, Professore). E chiuderebbero qui la storia, magari con un sorriso di accompagnamento. A Napoli farebbero una pernacchia (atto sonoro che si esegue emettendo un forte soffio d'aria tra le labbra serrate, spiega il vocabolario). Questione di gusti: scegliete voi. Due o tre cose sul Prodi salvatore però bisogna dirle, se non altro per correttezza (...) storica. Caro Professore, ricorda? Correva l'anno 1992,a Palazzo Chigi c'era Giuliano Amato voluto da  Oscar Luigi Scalfaro. Il dottor Sottile, riserva della Repubblica a tempo pieno, governò 298 giorni. Pochino. Ma tanto bastò per farlo passare alla storia come l'ideatore della "Finanziaria lacrime e sangue", 93 mila e duecento miliardi di lire tra prelievi, balzelli e tagli vari alle spese, roba mai vista prima. E fu solo l'inizio di una lunga serie di Finanziarie che prelevarono tutto il prelevabile per consentire il rispetto dei parametri di Maastricht e per farci avvicinare all'Europa. Chi pagò? Pagammo noi, soprattutto i lavoratori dipendenti e le fasce più deboli. E Romano Prodi ora va in tv e dice che ha fatto tutto lui assieme a Ciampi. Appropriazione indebita di un fallimento che ci è costato carissimo. E la storia dello scippo, Professore? Ha dimenticato anche questa? Un giorno, anzi una notte visto che tutto avvenne dalla sera alla mattina, il solito dottor Sottile decise che avrebbe prelevato il 6 per mille dai nostri conti correnti, sempr e per far quadrare il bilancio. Possiamo assicurare Prodi e i prodiani che i conti correnti erano proprio i nostri, non quelli dello zio d'America. Ancora: la tassa sull'Europa. Questa volta Giuliano Amato è innocente. Fu proprio lei, Professore, a volerla. La chiamò eurotassa,disse che l'avrebbe restituita e quasi giurò che sarebbe stato l'ultimo sacrificio. Più o meno testuale: una volta entrati in Europa tutto cambierà, la moneta unica ci proteggerà , non ci saranno privazioni e via discorrendo. Conosciamo a memoria la cantilena, e sappiamo anche com'è andata a finire: abbiamo pagato l'eurotassa, non abbiamo riottenuto tutti i soldi sborsati e i sacrifici continuano. Come se non bastasse, dopo l'invenzione della tassa per l'Europa è arrivata quella dell'Irap e in nove anni (1989-1998, dati Ocse) il prelievo fiscale in Italia è aumentato del 16,7 per cento. Vuole qualche numero? Spulciamo nell'archivio. La fonte è la Banca d'Italia. Nel 1995 le imposte dirette generavano un flusso di 259mila miliardi. Nel 1998 era già stata raggiunta quota 357mila. Può bastare. Esimio economista, si offende se le diciamo che il biglietto per l'Europa lo abbiamo pagato con i nostri risparmi, in prima persona, tirando la cinghia e che lei non c'entra nulla? E si arrabbia se le facciamo notare che gli italiani erano abbastanza scettici sulla bontà della moneta unica e che se potessero esprimersi oggi lo sarebbero ancora di più?

PRODI: «CON L'EURO HO SALVATO L'ITALIA»
BEL PIRLA di MATTIAS MAINIERO
Nulla da fare. Da questo orecchio il Professore non ci sente. Lui è il salvatore della Patria e rifarebbe tutto ciò che ha fatto. Dobbiamo presumere che accetterebbe lo stesso tasso di cambio dell'epoca, che non lotterebbe per avere anche la banconota da uno e due euro (come ha proposto Giulio Tremonti, quasi inascoltato), che non tenterebbe di allungare al massimo il periodo di doppia circolazione monetaria, che brucerebbe le tappe anche se l'Europa politica (ancora oggi) manca, che accetterebbe senza battere ciglio un Continente ingessato da regole troppo rigide. Dobbiamo presumere che i fallimenti piacciono al professor Romano Prodi, e dunque che dalla parti di Milano e anche di Napoli non sbaglierebbero a comportarsi in quel certo modo. O forse, più realisticamente, dobbiamo concludere che Romano Prodi sull'Europa e  la moneta unica aveva giocato tutte le sue carte di sopravvivenza politica. Era il suo fiore all'occhiello, la sua grande battaglia. Una volta arrivato il fallimento prenderne atto significherebbe sancire anche la propria dèbacle. E Prodi si vanta, travisando la realtà e diventando anche un po' ridicolo. A proposito: l'avete visto l'altro ieri a "Porta a Porta"? In maniche di camicia,di - scuteva amabilmente con un gruppo di studenti. Solite parole: i giovani sono il futuro, lui è per i giovani eccetera eccetera. Carissimo Professore, perchè non indossava la giacca in tv? Pensa di essere più affascinante così, più vicino ai gusti del telespettatore? O forse è giunto alla conclusione che,per colpa dell'euro e dell'Europa, le giacche costano troppo e allora conviene farne a meno? Che cos'è, un nuovo suggerimento agli italiani per restare nel Continente unito, l'ultimo sacrificio? Ci faccia sapere, siamo curiosi di capire fino a che punto continuerà a prenderci in giro.

martedì 22 novembre 2011

I TIRANNI DEL MONDO


RESPONSI DI MERCATO E APPETITI DI COCCODRILLO
  In tempi molto remoti l’esercizio del potere era legittimato dal fatto che il re discendeva da un dio o era lui scelto o unto. Poi gli atti del potere sono stati legittimati dalla volontà popolare, ossia democraticamente. Oggi, gli atti politici sono legittimati o delegittimati dai mercati con le loro reazioni, così come gli atti curativi del medico sono legittimati dalle reazioni dell’organismo del paziente: se la febbre sale, o scende, etc. etc. Ossia, si assume che i mercati funzionino secondo leggi naturali e impersonali, e che quindi, nelle varie circostanze, ci sono mosse che sono giuste, e altre che sono sbagliate; e che se si ottiene una risposta positiva dei mercati, è perché si è fatta la mossa giusta, e viceversa. Al contempo si dice che i mercati sono teatro di terribili speculazioni, che li turbano.
 Noto in tutto ciò una palese contraddizione:
Da un lato, si è accertato che l’andamento dei mercati (finanziari, ossia speculativi e improduttivi), anche e specialmente in fatto di debiti pubblici e monete, non è genuino, ossia non riflette la bontà o non bontà delle economie reali e delle scelte politico-economiche, ma è ampiamente pilotato dalla speculazione, a scopo di profitto (reato di aggiotaggio) nonché di imposizione di linea politica, con l’uso di strumenti tecnologi sofisticati e fuori della portata o della stessa conoscenza dei cittadini. Si vede continuamente che agenzie di rating e speculatori eseguono attacchi selettivi a questo o quel debito pubblico, a questa o quella moneta. Si ricorda il famoso attacco di George Soros prima alla Sterlina, poi alla Lira, e al grave danno con esso arrecato.
Dall’altro lato, ciononostante, si continua a guardare ai responsi dei mercati finanziari come indicatori della bontà o non bontà delle mosse politiche, economiche, fiscali e persino dei premier, come se fossero, appunto, indicatori genuini e non manipolati ad arte. I mercati sono il teatrino delle marionette, manovrate da burattinai dietro le quinte. Mi ricordo di aver visitato, in Egitto, il tempio del dio Sobek, un coccodrillo. C’era appunto un grande coccodrillo di pietra, cavo, e la guida spiegava che i sacerdoti di Sobek, nascosti dentro di esso, davano ai credenti responsi e prescrizioni, soprattutto di portare molte donazioni al “dio”. Mi sembra che oggi stia avvenendo qualcosa di simile, su scala ben maggiore. Sobek infesta le rive del Reno, non solo quelle del Nilo.
 Per uscire dalla suddescritta contraddizione, si deve scegliere una o l’altra di due vie:
O si dice che la grande finanza speculatrice ci domina, è padrona del mondo, e non abbiamo la possibilità di resisterle perché si è impadronita delle istituzioni, e specialmente del governo USA, cioè dobbiamo rassegnarci, sottometterci e obbedire facendo o accettando imposizioni economiche, fiscali e politiche anche contro il nostro interesse e la nostra libertà e dignità.
Oppure si deve dire che ci sono alcune decine di persone, individuabili, che causano disastri e tiranneggiano mezzo mondo, a scopo di lucro e potere, e allora bisogna mandare la polizia ad arrestarle, bisogna proibire e smantellare i loro strumenti tecnologici e finanziari di trading, e non farsi dettare da loro chi debba essere il premier e quanto i parlamentari lo debbano adulare, perché appunto cose come le impennate ingiustificate dei tassi sul debito sovrano, non sono giustificate dai fondamentali, ma causate da atti criminali di aggiotaggio e terrorismo finanziario. Ossia, sono un problema non di economia, ma di delinquenza. Sono fatti di reato. Quindi non ha senso tributare loro obbedienza politica o prelievi fiscali e lacrime e sangue della gente. Bisogna proibire e impedire quelle loro pratiche finanziarie. Questa sarebbe la regolamentazione del mercato. Ciò non toglie, ovviamente, che si debba anche correggere le storture reali dei sistemi economico-finanziari.
E’ come se ci fosse una serie di pandemie, una dopo l’altra, e noi stessimo spendendo un sacco di soldi e facendo un mare di sacrifici per campagne di vaccinazioni e di cure medicinali, e dovessimo cambiare in peggio le nostre abitudini di vita per limitare il diffondersi del contagio, e poi scoprissimo che le pandemie sono causate da agenti delle case farmaceutiche che lucrano sui vaccini e sulle medicine. A quel punto non diremmo più che dobbiamo vaccinarci sempre più massicciamente, che dobbiamo prendere quantità sempre maggiori di farmaci, che dobbiamo evitare i contatti sociali per limitare il contagio, che dobbiamo mettere un professore di farmacologia gradito all’OMS (finanziata dalle case farmaceutiche) a capo del governo. Faremmo cose molto diverse. Amenoché le case farmaceutiche non si fossero già impadronite dei gangli del potere e dell’informazione.
O l’una cosa, o l’altra, insomma, altrimenti ci si contraddice.
Però la psiche ha le sue esigenze e le sue leggi, che sovente impongono le contraddizioni: se devi subire una prepotenza che senti ingiusta e nociva, ma non puoi ribellarti, allora la tua psiche, per diminuire la tua umiliazione e sofferenza morale, te la fa sentire come giusta e utile, ti fa sentire in dovere di sottometterti ringraziando, perché è tutto per il tuo bene.


Polli da Spennare Polli da Spennare
Come e perchè i politici italiani ci hanno completamente rovinato
Marco Della Luna

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domenica 20 novembre 2011

BECHAMP VS PASTEUR


Antoine Béchamp (1816 – 1908) fu uno dei più grandi scienziati del XIX secolo . Medico, chimico, naturalista, biologo, fu professore di chimica medica e farmaceutica presso la Facoltà di Montpellier, professore di biochimica e fisica all’Università di Parigi, poi Preside della libera facoltà di Lille. Dimostrò l’esattezza delle osservazioni di Claude Bernard sull’importanza del terreno specifico di ciascun individuo e fu il primo a comprendere l’origine microbica delle patologie infettive. Nonostante ciò, la sua opera è quasi sconosciuta perché è stata sistematicamente discreditata e falsificata a vantaggio degli interessi personali di Pasteur.

Béchamp riteneva che i microbi fossero un "processus":
provenienti da un’unica fonte [delle particelle "prebatteriche" presenti in tutte le strutture organiche, dette "microzini"], essi possono cambiare dimensioni e forma secondo lo stato di salute dell’organismo nel quale vivono [….]


Le sue tesi sono state poi confermate da molti altri ricercatori e, nel 1980 alcuni batteriologi (Sorin, Sonea, Panisset, Naessens) hanno confermato che il polimorfismo batterico era un fatto scientifico inconfutabile: "se si sconvolge il mondo dei batteri con il nostro intervento, le conseguenze possono arrivare a compromettere la vita sulla terra", essi affermano.

Alcuni studi hanno egualmente dimostrato che i batteri possono trasformarsi in virus in funzione di ciò che gli viene dato come substrato nutritivo (cfr. S. Sonea e M. Panisset in Introduzione alla nuova batteriologia, stampa dell’università di Montréal, 1980).

Béchamp, fondatore dell’enzimologia, ha identificato minuscoli corpuscoli, più piccoli della cellula: i microzimi. Questi ultimi sono all’origine della vita e li si ritrova tanto nell’uomo che nell’animale, nel vegetale o nei microrganismi. Nell’uomo la loro forma varia secondo lo stato complessivo del terreno nel quale essi vivono e del quale si nutrono. La malattia si manifesta quando uno squilibrio turba le normali funzioni dei microzimi. Quando lo stato di salute è alterato (dalla malnutrizione, da un’intossicazione o da stress fisico o psichico), il microzima si trasforma in germe patogeno, cioè in un microbo!

Per Antoine Béchamp lo stesso microbo può assumere più forme adattandosi all’ambiente nel quale vive: è la teoria del polimorfismo, le cui conseguenze, se fosse stata presa in considerazione, avrebbero rivoluzionato il nostro approccio alla salute ed alla malattia.

Per i seguaci di questa teoria è sufficiente rafforzare la salute dell’individuo perché i germi patogeni che esso ospita ritrovino la loro forma originale di microzimi e la loro funzione di pacifici protettori.

Rinforzando il terreno i microbi scompaiono e con essi la malattia.

Riassumendo, per Pasteur il microbo provoca la malattia. Per Béchamp è la malattia che genera il microbo. Queste posizioni contrapposte si fronteggiano ufficialmente da oltre 100 anni. Secondo la tesi su Antoine Béchamp di 250 pagine di Marie Nonclercq, dottore in farmacia:

dalla lotta che l’opponeva a Pasteur, il Prof. Antoine Béchamp uscì sconfitto. Non perché propugnasse false teorie, ma perché Pasteur a quell’epoca disponeva di alcune carte vincenti. […] Pasteur aveva anche un altro vantaggio: sapeva falsificare gli esperimenti e i risultati che gli servivano per sostenere le sue teorie. Le falsificazioni commesse da Pasteur ci sembrano oggi incredibili. Ad un esame approfondito quindi, i fatti si opponevano alle idee sviluppate da Pasteur nel campo della batteriologia. […] Pasteur ha volontariamente ignorato i lavori di Béchamp, uno dei grandi scienziati francesi del XIX secolo la cui opera considerevole nel campo
della chimica di sintesi, della biochimica e delle patologie infettive è quasi totalmente misconosciuta perché è stata sistematicamente falsificata, denigrata per gli interessi personali di un illustre personaggio (Pasteur) che aveva diversamente da Béchamp il genio della pubblicità. E di ciò che si dicono oggi le "relazioni pubbliche". Già dieci anni fa nel lavoro "Medicina ed igiene" di Ginevra il 23 marzo 1983 il Dr. Rentschnick, la cui ortodossia medica non può essere messa in dubbio, scriveva: "non credo si tratti di un’inutile polemica di storia. Non è affatto proibito riesaminare il passato quando si sono verificati chiari abusi di potere da parte di un grande patron. Ci sono già stati casi simili, anche a livello di premio Nobel".


Da suo letto di morte, Pasteur avrebbe affermato che Claude Bernard aveva ragione, il microbo non era niente, ed il terreno era tutto. In effetti, se il microbo fosse stato il solo responsabile, come si poteva spiegare il fatto che le infermiere che curavano i tubercolotici non venivano contagiate, mentre altri soggetti, molto meno esposti al bacillo, si ammalavano molto rapidamente? Ponendosi questa domanda Claude Bernard arrivò a sviluppare la nozione di suscettibilità naturale alla malattia, riconoscendo che doveva esistere una tendenza innata od acquisita a sviluppare certe patologie.

Il 7 giugno 1906 il giornale Le médecin pubblicava una lettera indirizzata dal Prof. Béchamp al suo collega il Dr. Vindevogel:

[…] lo sapete meglio di me, tutta la medicina ufficiale, a partire dal vaiolo, dalla tubercolosi, fino alla più volgare delle enteriti, è preda dei sistemi preconcetti che, per sostenersi, cercano i fatti e al bisogno, se li inventano e li immaginano. Non c’è niente da fare, contro ogni buon senso si vaccinerà e si inoculerà […] per uccidere il microbo e la folla incosciente approverà. Avremo molto da scrivere per provare che ci si inganna e che si viene ingannati, niente da fare: povero spirito umano!continua


Tutti nelle mani di un potere truffaldino operante a livello internazionale

Gli episodi sopra menzionati sono presi quasi a caso, ma sono illuminanti, poiché cose simili accadono in continuazione un po’ dovunque.
Tutto questo per dire semplicemente che girano soldi in grande quantità nel campo della medicina, della farmacologia, delle industrie alimentari collegate (vedi ad esempio alimenti arricchiti e integrati), e che il mondo intero è nelle fauci di questo tipo di gente, di questo tipo di potere truffaldino.
Di quel potere truffaldino che assolda e corrompe attori e attrici e persino ex-presidenti Usa affinché si prestino a ulteriore propaganda contro malattie inventate di sana pianta quali l’Aids, che ormai tutti gli addetti ai lavori hanno capito essere il più grande bluff della storia ai danni dell’intera umanità.

La Medicina di oggi: una tecnica di intervento basata troppo spesso su presupposti sbagliati e su dogmi obsoleti

Come ben sappiamo, la medicina attuale non è una scienza, ma un insieme di tecniche particolari che si basano sul supporto di altre scienze tipo la chimica e la biologia, nonché sul proprio bagaglio di esperienze storiche accumulate in campo terapeutico, anatomico e chirurgico.
La medicina ha tuttavia da sempre l’ambizione smisurata di coprire in modo totale e universale la vita e la morte dell’uomo, guardando al suo interno, agendo dal di fuori e dal di dentro tramite interventi invasivi di ordine farmacologico, radiologico, chemioterapeutico, preventivo-vaccinatorio, chirurgico.
E si è così arrogata nel corso dei secoli il diritto esclusivo di guarire, il diritto esclusivo di suggerire e prescrivere farmaci e cure, il diritto esclusivo di intervenire, il diritto esclusivo di informare e di
educare in campo sanitario, il diritto di dire la sua pure in un campo che le è tradizionalmente ostico quale quello della nutrizione.
Ma, alla resa dei conti, questa Medicina prenditutto, abbraccia tanto e stringe ben poco.
Andando avanti in modo scriteriato, illiberale e dogmatico, ha finito per diventare un insieme di tecniche di intervento sull’uomo finalizzate più agli interessi egoistici di casta medica e di casta farmaceutica, che agli interessi genuini degli uomini che deve curare.
La medicina di oggi è una tecnica basata troppo spesso su presupposti sbagliati e su dogmi obsoleti.

Medicina come scienza del curare (in genere malamente) le malattie.
Medicina abituata da decenni a sbattere la porta in faccia alla salute.

Essa potrebbe essere in questo contesto chiamata Scienza della Malattia, nel senso che il suo interesse primario rimane la malattia più che la salute.
O meglio Scienza delle Malattie, visto che nei suoi testi operativi è riuscita a catalogare qualche migliaio di diverse malattie basate su diversi sintomi e manifestazioni esterne.
Migliaia di sintomi diversi significano migliaia di denominazioni diverse e, soprattutto, migliaia di cure specifiche e di farmaci specifici per tali sintomi.
Un lavoro enorme ed elefantiaco, un volume impressionante di nozioni, di prescrizioni, di cure.



Peccato che tutto questo gigantesco mucchio, questa proliferazione perversa di patologie, questo pozzo senza fondo di patìe e di cure, sia il prodotto di una serie di errori fondamentali di impostazione e di filosofia terapeutica, e non corrisponda affatto alla realtà della situazione.
Un meccanismo medico internazionale tutto sommato barocco e grottesco, costoso e complicato, ridondante e gonfiato all’inverosimile.

Medicina Torre di Babele

Una specie di Torre di Babele.
Un labirinto inestricabile di ricette e prescrizioni per farmaci il più delle volte rischiosi, pericolosi e sbagliati, di tabelle medie minimo-nutrizionali il più delle volte artefatte, addomesticate, inattendibili, di pazienti scettici e disaffezionati, spinti o costretti verso cure in cui intimamente non credono, di medici disorientati e stressati che non sanno da che parte andare e finiscono spesso, vittima delle loro stesse incongruenze, come preda di caffè e sigarette, esempi assai poco edificanti e formativi in un ambito sanitario.
Errori fondamentali e gravi che, in mancanza di autocritica interna, non sono mai stati corretti o almeno attenuati, continuando a produrre effetti e conseguenze aberranti.

Un mondo privo di una assistenza medica autentica e orfano di una vera educazione sanitaria

Tutti questi errori di percorso, aggravati dal loro perdurare, hanno oggettivamente trasformato la medicina odierna in un insieme di regole sbagliate e assurde, in una istituzione sanitaria difettosa e
campanilistica, assolutamente incapace di svolgere i suoi compiti istituzionali in modo razionale, trasparente, costruttivo, utile e universale.
Una medicina dunque gretta e provinciale che pretende però di essere nel contempo depositaria di tutto il sapere del mondo in fatto di salute, di malattia, di nutrizione, di educazione sanitaria.
La sua presunzione è aggravata dal fatto di sapersi mantenere in sella, e di saper tenere saldamente in mano lo scettro del potere politico terapeutico.
Alla resa dei conti, il mondo si ritrova orfano della assistenza guaritrice efficace e scientifica di cui ha bisogno, ma soprattutto orfano di una sana educazione sanitaria e nutrizionale indipendente e all’altezza della situazione.
E i nuovi medici continuano intanto a laurearsi prestando un giuramento beffardo e indegno a Ippocrate, sapendo già che non rispetteranno una singola parola e una singola virgola del loro grande maestro.
Quel giuramento, per essere onesto e coerente, dovrebbe semmai essere fatto non più ai grossi medici della tradizione classica, del calibro di Ippocrate e Galeno ma piuttosto ai medico-sacerdoti del Medioevo e a quell’insigne chimico che risponde al nome di Luigi Pasteur.