lunedì 30 gennaio 2012

PRIMA SI ESCE DALL'EURO/PA MEGLIO E'


L’economia sta rallentando. Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono in costante diminuzione da cinque mesi. Dopo migliaia di miliardi di dollari che il governo ha pompato nell’economia per farla rivivere, le aziende degli Stati Uniti hanno chiuso il 2011 con il fattore di crescita più basso degli ultimi due anni.
Gli Stati Uniti sono un ottimo soggetto di studio perché quello che succede lì poi viene replicato in Europa e quindi in Italia.
L’anno scorso è stato l’anno peggiore per le vendite di case nuove negli Stati Uniti dal 1963 (!) a causa della rivendita dell’enorme numero di case pignorate (ricordi la “bolla immobiliare”?) che ancora sovrasta il mercato immobiliare. I prezzi delle case sono destinati a calare ancora nel 2012.
Il tasso di disoccupazione (che include sia persone che hanno rinunciato a cercare lavoro sia lavoratori part-time che cercano un lavoro a tempo pieno) è ormai da tempo del 15% negli Stati Uniti. Stiamo parlando di un paese dove esiste la libertà di licenziare e quindi non esiste la difficoltà ad assumere quando c’è effettivamente lavoro, e questo significa che davvero la richiesta di beni e servizi è diminuita.
Le banche sono ancora nel caos. La crisi del debito in Europa è un grosso problema per le banche americane, il buco è di quasi 1 trilione di dollari.
Molti paesi europei si trovano di nuovo in recessione nonostante le varie manovre e anche gli Stati Uniti sono sul punto di ricadere nella recessione.
I media non ne parlano, il naufragio della Concordia sembra capitato a fagiolo per togliere l’attenzione mentre i governi approvano provvedimenti in silenzio per carpire ancora più denaro. Senti parlare di “aumentare il fondo salva stati”. Dove pensi che li prendano quei soldi? Non te lo dico per non offendere la tua intelligenza.
Che cos’è il “fondo salva stati”? Non è altro che il MES, o suoi cloni ribattezzati con altri nomi e sigle.
Ciò che i media non dicono è questo: Gli Stati Uniti tecnicamente sono in bancarotta.

L’euro è nelle stesse condizioni del dollaro USA

Le cose in Europa sono molto, molto peggio di quanto riportato nei media mainstream.
Il 27 ottobre 2011, i leader della eurozona hanno detto che per salvare la Grecia le banche europee avrebbero dovuto fare un taglio del 50% sul valore dei loro prestiti alla Grecia. Questo significa che la Grecia è tecnicamente insolvente. Spagna e Italia non sono in condizioni molto migliori.
Le misure di austerità sono difficili da vendere in Europa. L’estate scorsa la polizia greca ha dovuto utilizzare i gas lacrimogeni per disperdere 20.000 manifestanti che protestavano davanti al Parlamento Greco contro i tagli dei salari e gli aumenti delle tasse.
Il19 ottobre, la protesta organizzata crebbe coinvolgendo 70.000 persone.
In Europa il 2012 sarà un anno di proteste ancora più vigorose grazie alle misure di crescente austerità che verranno introdotte quest’anno.
L’euro sta scendendo progressivamente rispetto al dollaro. Immagino un tempo in cui i paesi europei più ricchi si stancheranno di salvare i paesi più poveri (in realtà sta già accadendo), e ogni paese tornerà alla propria moneta. In definitiva, l’euro fallirà, e con essa le economie dei paesi europei più a rischio: Grecia, Spagna e Italia se permetteranno che i loro governi continuino a spendere più di quanto incassano.

A molti la prospettiva che l’Italia esca dall’eurozona non piace molto perché pensano che  perderebbero tutto. Purtroppo è più probabile che l’euro crolli per altri paesi che usciranno prima dell’Italia e nel frattempo ci avranno già impoverito le varie manovre europee “salva stati”. Quelli che ritorneranno alla loro moneta sovrana, dopo un periodo in cui i cittadini dovranno purgare i peccati dei loro sprovveduti governanti, possono sperare in una ripresa economica e persino prosperità senza precedenti.