lunedì 30 aprile 2012

COME MANDARLI A CASA


Tutti%20a%20casa Mandarli tutti a casa – realisticamente possibile?   PARTE 2Nella parte 1 abbiamo ipotizzato sulla base di alcuni ragionamenti empirici, sostenuti indirettamente da alcune risultanze di ricerche sociologiche sul tema, che esista un 50% di elettori che non voterebbero mai un outsider, cioè una forza politica esterna al sistema attuale e intenzionata a cambiarlo radicalmente. Questo vuol dire che esiste un 50% che la voterebbero, con l’intento di mandare a casa la classe politica attuale. Discuteremo alla fine del significato strategico del dato, intanto la voterebbero  se
1) se ci fosse, cioè se esistesse un outsider ragionevolmente credibile;
2) se fossero a conoscenza del fatto che c’è.
ABBIAMO UN OUTSIDER CREDIBILE?
Fino a poco tempo fa, se si obiettava qualcosa a un insider, la risposta era “e allora perchè non votate qualcun altro?”. L’argomento è fasullo: l’offerta politica, in realtà, è solo apparentemente segmentata, perché nessuna delle forze presenti è seriamente altrnativa al sistema. La segmentazione dell’offerta politica è come quella dell’offerta di automobili: in buona parte apparente: uno pensa che prendere una Dacia sia l’alternativa low-cost a prendere, che so, una Renault. E invece la Dacia è della Renault, così come la Skoda è della Volkswagen etc. etc. Al consumatore servirebbe poter scegliere non tra una Skoda e una Dacia, ma tra una macchina normale ed una a emissioni zero ad un prezzo accessibile. Allo stesso modo, in politica all’elettore non interessa tanto poter scegliere tra IdV e PD, o tra Lega e PDL, ma interesserebbe poter scegliere tra dei partiti “insider” (cioè interni al sistema e favorevoli ad una sua conservazione) e dei partiti “outsider” (cioè esterni al sistema e intenzionati a cambiarlo)Questa, oggi, sarebbe la vera alternativa, altro che bipolarismo.
Nella parte1 si ipotizzava che l’outsider dovessere essere una forza di cui si è ragionevolmente certi che voglia davvero cambiare il sistema e che fosse una forza “votabile”, cioè una forza che si ispira a valori civili e non violenti. Esageravo: vent’anni fa la Lega si impose come outsider anche se sembrava possedere solo una delle due caratteristiche, cioè la volontà di cambiare il sistema. Oggi possiamo dire che non era vero: la Lega non possedeva NESSUNA delle due caratteristiche, dato che era una forza “incivile” e non aveva davvero intenzione di cambiare il sistema: gli bastava infilarcisi per partecipare al banchetto. Eppure allora sembrava lo stesso un outsider credibile, tanto che riuscì ad infilarsi in Parlamento prima ed al governo poi, stabilmente, dal che deduciamo che agli elettori basta la credibilità.
Oggi quali sono gli attori che si presentano credibilmente come outsider, a parte B, che lo dice da vent’anni? A destra direi nessuno; i “Forconi”, cioè Forza Nuova più autotrasportatori siciliani, sono stati poco più di una meteora, ed il sito ufficiale è “under construction” da gennaio. A sinistra ci sono due candidati al ruolo: Italia dei valori (IDV) e Sinistra e Libertà (SEL). Nè a destra nè a sinistra (oltre, dicono loro) c’è il Movimento5stelle (M5S). IDV presenta mozioni e fa proposte molto da outsider, ma non si capisce mai se lo fa per davvero o solo perchè sa che, tanto, non le approverà mai nessuno. Loro si battono, si oppongono, raccolgono firme e poi, quando è il momento, si mettono in fila per prendere la loro parte (finanziamenti, seggi, etc). SEL non fa neanche troppi sforzi di dissimulazione: quando vince passa subito alla cassa e stop. Io sto a Milano e il primo atto del sindaco Pisapia è stato nominare una quarantina di amici suoi a dirigenti comunali: è vero che la Moratti ne aveva nominati il doppio, ma il concetto è lo stesso. Sono un po’ meglio degli altri, rubano meno, cioè lo fanno solo alcuni di loro mentre altri fanno anche cose interessanti, ma la loro concezione è da insider. Al 100%.
Oggi un solo attore sembra poter aspirare al ruolo di outsider, ed è il M5S di Grillo. Ho partecipato negli anni scorsi e partecipo tuttora (marginalmente, per mancanza di tempo) alle attività del M5S su Milano ed ho una visione dall’interno dei meccanismi che lo governano. Io credo che il M5S abbia le caratteristiche per essere credibile perchè:
a)      è un’aggregazione di cittadini: non ci sono gerarchie o correnti. Se hai un’idea o una competenza puoi portarla e sostenerla. Se trova consensi, si afferma, se non li trova, resta lì, ma nessuno ti chiede “di chi sei amico?” oppure “di che corrente sei?”;
b)      la media delle persone che partecipano alle discussioni ed alle attività è buona, in certi casi molto buona: certo, capita che alle riunioni parlino persone estemporanee che hanno buona volontà e poco altro, ma spesso incontri persone competenti che mettono a disposizione tempo e cervello per approfondire i vari temi. Attenzione, questo succedeva anche prima che il M5S avesse (parlo per Milano) un esponente in Consiglio Comunale, il che dice anche un’altra cosa: la gente del M5S è in gran parte (almeno per ora) onesta e in buona fede. Vi pare poco?
c)       il ruolo di Grillo: quando lavori per i temi concreti del tuo territorio Grillo è come se non ci fosse. E’come ha detto Favia (che oggi è il grillino più noto d’Italia, a parte Grillo) a Servizio Pubblico: nessuno mi hai mai detto come dovevo votare su una delibera. Fate la stessa domanda a un consigliere regionale di Sel in Puglia, poi ne parliamo. Grillo mette la sua faccia, la sua notorietà e il suo blog a disposizione dei movimenti sul territorio. Punto. Lui garantisce che chi usa il simbolo rispetti i princìpi del Non-statuto e del Programma. Sono documenti di poche pagine, semplici. I princìpi sono chiari: se ci stai dentro hai simbolo, altrimenti non ce l’hai; uno dei princìpi del non-statuto? Autofinanziarsi e restituire i soldi dei contributi pubblici. Se Favia impazzisse domani e si tenesse il milione di euro di rimborsi o i suoi 10k mensili di indennità regionale, dopo due ore sarebbe fuori e non perchè lo dice Grillo: lo caccerebbero gli altri. Guardate se il PD ha cacciato Penati.
d)      l’antipolitica: non esiste. Esiste un’avversione diffusa e potente per i politici precedenti, ma dove si incontrano persone serie nei vecchi partiti, i grillini ci lavorano assieme. A Milano, tanto per dire, Basilio Rizzo (oggi presidente del Consiglio Comunale, indipendente, ma area PD) ha tenuto una serata di “formazione” ai grillini prima delle elezioni. Il problema è che la politica, quella normale, è talmente opaca che i grillini sono spesso in scontro frontale con gli altri. Se tu sei integro ed il tuo interlocutore “politico” è – fatte le debite proporzioni – più simile a Mastella che a De Gasperi, è scontato che tu sia “anti” politico. Se PD e PDL interrompono la seduta in Consiglio per appartarsi e decidere in quattro in una stanza che favori scambiarsi su un certo tema, i grillini presenti lo dicono in diretta su twitter.  Qual è l’antipolitica? Fate voi.
Concludendo: il M5S è un movimento di persone e, come tutti i sistemi sociali complessi, ha larghi margini di miglioramento su vari temi. NFA gli ha fatto le pulci sulla visione in politica economica, ma se si guarda agli atti del governo Monti che dovrebbe essere il massimo della competenza, si trovano buchi ed errori a go-go (tipo dimenticare decine di migliaia di esodati nel provvedimento sulle pensioni o istituire l’IMU senza sapere come si calcola…). Siamo messi talmente male, oggi, che la competenza specifica è l’ultimo dei problemi: uno onesto ma intelligente la competenza se la crea, a un ladro in malafede non serve.
Oggi loro sono sostanzialmente sani e hanno ragionevoli possibilità di fare meglio di quelli che li hanno preceduti, tecnici compresi. L’outider c’è ed è credibile, checchè ne dicano gli insiders. Molto più credibile di loro.
SAPERE CHE C’E’
E adesso veniamo al dunque. C’è un outsider serio che ha le caratteristiche per provarci e c’è una metà di elettori che potrebbero interessarsi a lui, quindi è fatta? Neanche per sogno. Gli insiders controllano i media mainstream attraverso l’instancabile opera dei citrosodini, ovvero di coloro che fanno digerire qualsiasi cosa a quelli che pagano, cioè al 50% di elettori che vota ancora per convinzione.
Di fronte ad un outsider, il compito dei citrosodini è nascondere, negare e, se proprio non puoi fare a meno di parlarne, parlarne male, disinformare, demonizzare.L’83% di elettori che non si informa sulla politica attraverso internet  è nelle loro mani: Il sondaggio che dava il movimento 5 stelle al 7,2% riportava anche altre interessanti informazioni: come tutti i sondaggi, va preso con le molle, ma per ora non abbiamo altri elementi più sicuri su cui ragionare.
Innanzitutto diceva che, oltre al 7,2 che già oggi lo voterebbe, c’è un 20% che sarebbe disposto a considerare l’idea. Considerarla in che termini? Posto che il contenuto ci sarebbe, dipende da come gliene parli: e torniamo a bomba al ruolo dei citrosodini.
Si scopre poi che, tra coloro che non lo voterebbero, c’è un 35% che sostengono che “non porterebbe a un vero rinnovamento”, il che, detto dei grillini, è un po’ come dire che i Motley Crue non erano un gruppoHeavy credibile perché troppo melodici e poco trasgressivi. E’ chiaro che quelli sono i pro-insider irriducibili, quelli in malafede, quelli che in realtà dovrebbero dire “non voterò mai M5S perché se no rischio di dover pagare le tasse”. Irrecuperabili: con questi bisogna solo farci la guerra, metaforicamente parlando.
Più interessante è guardare l’altro 65% di contrari, quelli che ripetono le frasi dei media: caso a) “non voterei il M5S perché dà voce a una protesta non costruttiva”. Chi ci è stato dentro sa che non è vero, ma questo dicono al TG e questo loro ripetono; caso b) “parlano solo per slogan” : gli altri, invece, no? Qui ci sono coorti di persone che scrivono, elaborano, pensano, si incontrano nei quartieri, propongono, discutono. Andatevi a vedere la pagina Facebook del M5S di Milano, tanto per fare un esempio: Calise interviene in consiglio, propone, gli altri prendono iniziative, agiscono, segnalano… trovate qualche slogan? Io trovo convegni, incontri, proposte. Ma il target dei citrosodini sa solo quello che scrivono loro.Se questi sapessero davvero come stanno le cose, potrebbero cambiare partito e decretare la prevalenza dell’outsider.
Come risposero gli spartani agli ateniesi che gli dicevano “se conquisteremo la vostra città la raderemo al suolo” … “SE”.
QUINDI? UNO SCENARIO POCO RASSICURANTE
Quindi la chiave di tutto sono i citrosodini,ahimè. Tu puoi creare un movimento di outsider, renderlo credibile, lavorare bene sul territorio, farti il mazzo facendo la politica vera, ma finchè lo sapranno solo i tuoi vicini di casa o quel 20% di sfigati che vanno su internet, hai poche speranze di farcela. Anche perché se il tuo obiettivo è cambiare il sistema, allora non ti basta il 7% e nemmeno il 27%, devi avere il 51.
Pensiamo cosa succederebbe se (e siamo già molto ottimisti) gli attuali fans del M5S riuscissero a convincere l’altro 20% già ben disposto: con il 27% che fai? Sicuramente vai in Parlamento, e ci vai con un bel gruppo di gente, ma gli insider farebbero quadrato (non prima di avere cercato di comprarti, questo è fuori di dubbio) ed avrebbero ancora il 73%!!!. Lega e Idv oggi fanno opposizione dura al trio e messi insieme hanno ben 80 deputati cioè oltre il 12%: contano qualcosa? Le vicende recenti del trio ABC parlano chiaro: quando c’è in ballo la loro sopravvivenza le differenze spariscono e in pochi giorni i tre trovano accordi su tutto. Fateci caso: l’unico argomento su cui non parlano nemmeno di fare un accordo è sui media, cioè sulle televisioni. Parlano perfino dei loro soldi, Bersani blatera addirittura di dimezzarli, ma di media no. I media non sono un problema prioritario: la priorità – guarda caso – è la riforma elettoraleovvero: come oliare il meccanismo per tenere fuori gli outsider che mostra qualche crepaI media, invece, vanno bene così.
Quindi non ci sono possibili vie di mezzo, la vicenda Lega insegna: se vuoi solo partecipare al banchetto, il 7% può anche bastare, se vuoi cambiare il sistema, questo sistema, devi metterli in minoranza. Non è un caso che Grillo abbia sempre parlato e parli ancora di internet come il luogo in cui avverrà il cambiamento. Purtroppo (e non per caso) la rivoluzione digitale tarda ad affermarsi, da noi, e la gran parte della gente si informa ancora solo attraverso la TV. Finchè la gente non si staccherà dalla Tv e la Tv non cesserà di essere controllata dal potere degli insider, il M5S o qualunque movimento che volesse seriamente cambiare il sistema non ha speranze di sfondare davvero.
Non è consolante, come conclusione, ma temo che sia questa la verità. Potrebbero immaginare di arrivare al 51% un po’ per volta. Prima prendi il 7 ed entri in Parlamento (se non mettono la soglia all’otto), poi costringi i media parlare di te ed arrivi al 20 etc etc. Ma ciò richiederebbe tempo, anni, diverse legislature. E mettere gli insider  in minoranza non sarebbe indolore, temo: il sistema avrebbe tempo di organizzarsi di prendere contromisure, lotterebbe con tutte le proprie forze, lecite e soprattutto illecite, per conservare il potere. Con il 50% di conniventi nel paese, decisi a tutto pur di non mollare, temo che non se ne uscirebbe senza un grosso shock, forse addirittura una guerra civile, perché la crescita è una balla enorme, non ci sarà più crescita, dovremo fare con quello che c’è e qui c’è gente, parecchia gente che andrà ridimensionata economicamente se vogliamo che il paese nel suo complesso sopravviva. Vi pare che lasceranno accadere tutto ciò?
Ci sono un milione di modi di far fallire un movimento come il M5S che nasce dal basso, senza gerarchie, che scala il potere salendo un gradino per volta: complotti, fronde interne, infiltrati, scandali, fino a vere e proprie eliminazioni fisiche; finora i grillini hanno potuto contare sulla sottovalutazione da parte degli altri, ora non più. Se andassero in Parlamento ancora meno. Quando penso a questo tipo di impresa, mi viene in mente una metafora: è come se un assassino partisse da Los Angeles dicendo che andrà a Washington ad ammazzare il Presidente e ci andasse a piedi. Finchè nessuno lo nota lui cammina, al bordo della strada, senza problemi. Ma se qualcuno osservasse che è veramente armato, e poi si scoprisse che ha un piano ed il suo piano è accurato, realistico, e che lui non ha niente da perdere e non ascolta ragioni, credete che lo lascerebbero arrivare a destinazione? Non dico sparargli con un cecchino, basterebbe qualche piccolo incidente stradale, uno scontro apparentemente casuale ad un anonimo incrocio del Kentucky e puff, fine dell’attentatore: potrebbe perfino sembrare che non l’hanno fatto apposta.
La scalata graduale di un movimento di cittadini che nasce dal basso è una stupenda ma fragile maniera di cambiare il sistema. Purtroppo non ne vedo altre, o meglio, le vedo, ma preferisco far finta che non ci siano.
Ho la sensazione che ci porteranno ad un punto in cui non potremo fare ancora finta di non vedere molto a lungo. Non più. Non so come facciano i greci a starsene ancora lì apparentemente buoni ad aspettare delle elezioni dove troveranno ancora gli stessi partiti che li hanno portati alla rovina, mentre diventano poveri in canna e perdono anche la dignità…

MONTI, IMU, DISASTRO IMMOBILIARE


Il Censis stima che l’IMU produca una perdita di valore degli immobili italiani tra il 20 e il 50%, cioè tra 800 e 2.000 miliardi di Euro, stimando 4.000 il patrimonio ante IMU. E’ come se una serie di bombardamenti avesse distrutto un edificio e un terreno su tre.
Quindi Monti,  ha fatto un danno di circa 1.500 miliardi al patrimonio privato e pubblico del paese, per incassarne 47.
Ha fatto un danno di 2/3 del debito pubblico, senza ridurre il debito pubblico, ma aggravandolo e peggiorando il rapporto tra valore dei risparmi e debito pubblico e privato.
Ha colpito in tal modo l’unico punto forte della situazione finanziaria italiana: il buon rapporto tra debito (pubblico e privato) e patrimonio (pubblico e privato). Davvero un genio dell’economia! Non basta la nomina a Senatore a Vita per alti meriti verso la patria. Merita  un premio Nobel.
 Il danno così cagionato da Monti e da chi lo sostiene non sta solo nella perdita di ricchezza nazionale, perché la svalutazione degli immobili ha ben altri effetti:
 1)rende più difficile e meno fruttuosa la via di ridurre il debito pubblico vendendo il patrimonio immobiliare dello Stato;
 2)taglia il valore delle garanzie immobiliari date da imprese e cittadini alle banche, quindi taglia il credito  e l’attività economica;
 3)deprime il mercato immobiliare, già depresso da circa cinque anni;
 4)fa chiudere i cantieri delle costruzioni in corso, per la ragione al punto 2) e al punto 3);
 5)fa chiudere o fallire molte imprese edili, con ricadute negative (insolvenze, cessazione degli ordinativi) sull’indotto e sull’occupazione, quindi anche sugli ammortizzatori sociali;
 6)moltiplica la recessione e la rende irreversibile, perché le recessioni e le riprese dei sistemi economici sono guidate e sostenute dal settore delle costruzioni, come ultimamente vediamo nel caso del Regno Unito.
 Possiamo facilmente immaginare che cosa sarebbe successo, che so, a Sarkozy, se avesse fatto una cosa simile alla Francia. Gli italiani, diversamente dai francesi, sono un popolo-materasso. Monti ha coalizzato intorno a sé le forze del privilegio e delle rendite – partiti, banchieri, monopolisti, grandi burocrati strapagati – per portare avanti un politica senza investimenti e senza rinnovamento e senza crescita, di sola recessione, tassazione, disoccupazione e pagamento di interessi agli stranieri e di sostegno alla speculazione bancaria.
 Ma a chi può giova questa sua politica anti-italiana? Solo a un ceto bancario che vuole il paese ridotto in miseria e alla disperazione per far incetta delle sue ricchezze reali prezzi stracciati e approfittare del bisogno della gente per imporre tagli di diritti e ulteriore sottomissione al capitale di sfruttamento straniero. Solo a un disegno di sottomissione dell’Italia e di altri paesi europei al capitalismo soprattutto tedesco, e di loro riduzione a un ruolo servile di subcontinente europeo, di serbatoio di lavoro a basso costo e bassa qualificazione, a un mercato di sfogo per prodotti di basso prezzo e bassa qualità. La riforma Fornero, in diversi sensi, ne è un assaggio concreto.
E se leggete l’ultimo libro di Nino Galloni, Chi ha tradito l’economia italiana?, avrete la storia, ben documentata, di come gli interessi economici stranieri, sin dagli anni ’60, si sono ingeriti nella politica italiana per bloccare la crescita della nostra economia, il risanamento delle nostre finanze, anzi per sabotarle e porre l’Italia in condizioni di dipendenza.
 Monti può essere in buona fede – non conosco il suo animo, non posso condannarlo– ma di fatto agisce come un Nemico a tutti gli effetti. Se si vuole sopravvivergli, bisogna considerarlo per quello che è e fa, assieme alle forze e ai partiti collaborazionisti, che lo sostengono e lo votano per interesse. Il suo governo sta facendo più danni materiali della precedente occupazione tedesca, quella di cui si festeggiava e ieri la ricorrenza della fine; e, suicidio dopo suicidio, rischia di fare anche altrettante vittime di quella, se lo si lascia andare avanti.
 Alle elezioni amministrative, non votate per i collaborazionisti.
 Mantova, 26.04.12
Marco Della Luna link

domenica 29 aprile 2012

COSA NE PENSA PALERMO DEI PARTITI

TAGLIA SUGLI EVASORI, DENARO A CHI LI DENUNCIA


L’aria che tira si è capita da un pezzo. I blitz degli ispettori del fisco nelle località turistiche e modaiole, il bollino blu per i commercianti “onesti” proposto da Attilio Befera, la blacklist di quelli “disonesti” uscita solo all’ultimo dal decreto fiscale, il tormentone del supercomputer Serpico che ficcherà il naso nei nostri conti correnti per calcolare a tavolino quanto dovremo pagare di tasse. Ma se l’obiettivo è alimentare il conflitto sociale, le norme contenute in una bozza del decreto liberalizzazioni bis che sta circolando in questi giorni rappresentano l’arma finale. L’idea è semplice quanto devastante: trasformare i cittadini in un esercito di cacciatori di taglie attraverso un meccanismo premiale che incoraggi la delazione del presunto evasore fiscale. Può sembrare uno scherzo, ma il documento, stando a quanto riporta il quotidiano Milano Finanza, esiste davvero.
 «Qualora le sanzioni per violazioni delle leggi fiscali e tributarie siano casualmente riconducibili a una denuncia di un soggetto privato», si legge in un articolato di legge allo studio dei tecnici del ministero dell’Economia, al denunciante spetta una percentuale tra il 10 e il 30% della sanzione». La norma puntualizza anche che «la percentuale è determinata in relazione alla quantità e alla qualità delle informazioni contenute nella denuncia». I “trenta denari” non sono invece previsti per «i soggetti che hanno acquisito l’informazione in ragione del proprio ufficio pubblico o che hanno l’obbligo di denunciare l’illecito».
Tradotto in cifre, l’effetto della disposizione al vaglio del dicastero guidato operativamente da Vittorio Grilli e formalmente dallo stesso premier Mario Monti, significa che su una sanzione di 100mila euro il contribuente-poliziotto potrebbe mettere in tasca fino a 30mila euro. Somme rivelanti, che innescherebbero una spirale perversa di spiate e controspiate dagli esiti assai dubbi sotto il profilo della lotta all’evasione, ma assolutamente prevedibili sul terreno della tensione sociale.


ma dove siamo finiti,siamo in mano a un gruppo di pazzi, tutti a denunciare tutti, la guerra tra i poveri,
io non conosco una persona che in una qualche maniera non evade qualcosa, amici pensionati che per arrotondare fanno un lavoro in nero,artigiani che fanno fatica ad arrivare a fine mese,qualcosa fatturano e qualcosa in nero,lavoratori dipendenti che al sabato fanno gli imbianchini in nero,commercianti che non riescono a pagare il mutuo,che non fanno scontrini.questa è la loro lotta alla disoccupazione il lavoro nuovo che nascera' da questa politica sarà il cacciatore di taglie. Tutti a denunciare tutti,tutti contro tutti . il belpaese un bel paese di m...

Ivano Antar Raja

sabato 28 aprile 2012

LA SCHIZOFRENIA DELL'UOMO BIANCO


Tutta l'educazione più formale europea occidentale, inglese, bacchettona va come prima cosa a bloccare il primo chakra, così che il corpo del bambino viene tenuto sotto controllo dai genitori che agiscono attraverso il Super Io del figlio bloccandogli appunto questa zona. Il risultato che in questo modo si raggiunge è che una volta che il bambino è stato inibito non è più un selvaggio e quindi con lui si può ragionare, ed è per questo motivo che, se vogliamo ritornare alla nostra vera natura, dobbiamo ritornare a quella identità selvaggia che giace nascosta ancora in noi.




Il libro "Papalagi" descrive nella maniera più chiara la connessione tra primo e settimo chakra, in questo racconto infatti la sacralità della vita materiale è un vissuto di tutti i giorni.

Papalagi nel linguaggio delle isole Samoa significa uomo bianco, e la storia racconta di un capo indiano che visita l' Europa e vede come vivono gli uomini bianchi agli inizi del secolo, e che al ritorno dal suo viaggio raduna i capi delle tribù e racconta loro tutte le negatività che ha visto durante la sua permanenza nel vecchio continente, descrive l'abbruttimento della civiltà degli uomini bianchi, fa un elenco delle cose orribili di cui è stato testimone, di come l¶uomo non viva più in contatto con il suo corpo, con il sesso, con la bellezza, con la natura; e come quindi non abbia più gioia, non abbia più sacralità, tempo, l'uomo bianco non ha più tempo per niente, non possiede più il valore autentico delle cose, possiede solo quello economico.

Dal primo chakra infatti tutto gli si è spostato nella testa, ed è la testa che vuole governare e capire l'universo, e questa condizione rappresenta una vera alienazione dal corpo.




L'origine della vera schizofrenia è infatti l'abbandono del primo chakra, così che quando ritorniamo in questo centro ritorniamo nel contatto violento con la realtà, violento in senso buono, come può esserlo un bambino, un uragano, come è violenta la natura.

Moltissimi riti di iniziazione avevano a che fare con la Terra, il corpo rinasceva infatti dalla terra, prendeva forza dalla terra, perchè il contatto con Lei per tutte le creature di questo mondo è vitale, tanto che ogni forma di alienazione che purtroppo osserviamo sul nostro pianeta, come l'inquinamento e la distruzione ecologica, corrisponde alle devastazioni che abbiamo innanzitutto sul primo chakra; cioè il mondo fisico è devastato perchè noi abbiamo un primo chakra devastato, ed è per questo motivo che dobbiamo ricominciare a considerare la bellezza del cavallo selvaggio, degli alberi selvaggi che crescono intorno a noi spontaneamente, così come sono.




fonte Dott. Nitamo Federico Montecucco

I SETTE LIVELLI PSICOSOMATICI


 

venerdì 27 aprile 2012

L'ALTRO SIAMO NOI


Vorrei aiutare tutti se possibile,tutti noi essere umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere della felicità del prossimo, perchè L'altro siamo noi, la vita puo' essere magnifica e felice ma noi l'abbiamo dimenticato,l'avidità ha avvelenato i nostri cuori ha precipitato il mondo nell'odio,la macchina dell'abbondanza ci ha dato povertà la scienza ci ha trasformato in cinici l'abilità ci ha resi duri e cattivi, pensiamo troppo e sentiamo poco,troppa testa e poco cuore

A coloro che mi ascoltano io dico: non disperate l'avidità che ci comanda è solo un male passeggero e il potere che hanno tolto al popolo ritornerà al popolo e qualsiasi mezzo usino, la libertà non puo' essere soppressa. Uomini non fatevi ingannare da questa gentaglia, politici,tecnici o professori sono solo parassiti che vi sfruttano ,vi dicono come vivere cosa fare cosa dire cosa pensare vi condizionano vi trattano come pecore da tosare,non vi consegnate a questa gente senza un'anima, voi non siete robot non siete pecore voi siete Uomini,non difendete gli aguzzini e non siate le loro vittime difendete la libertà, RIBELLATEVI finchè siete in tempo non aspettate che sia troppo tardi

voi,il popolo avete l'energia, aveta la creatività,la forza di creare la felicità.Voi, il popolo avete la forza di fare che la vita sia bella e libera...quindi in nome della Libertà usiamo questa forza,uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo,che sia migliore,che dia a tutti gli uomini amore ,felicità ,verità e libertà ...allora combattiamo! per liberare il mondo abbattendo confini e barriere,eliminando l'avidità,la falsità e l'inganno



Ivano Antar Raja


Il discorso all'umanita di Chaplin rivisitato

giovedì 26 aprile 2012

COMBATTERE IL CATTIVO USO DEL POTERE

NON HO PIU' VOGLIA DI GIOCARE




Sai cosa vuol dire essere il personaggio di un videogioco di merda...

Smettiamo di giocare di farci manipolare,prima di tutto riconosciamo che c'è qualcuno che ci guida che ci manovra per il suo interesse economico perchè con questo gioco qualcuno ci fa un sacco di soldi,Quando abbiamo riconosciuto questo, smettiamo di obbedire,non seguire piu' le regole del gioco, diventa imprevedibile senza chiedere di essere cancellato perchè anche questo fa parte del gioco,non rassegnarti ,non rassegnarti mai. RIBELLATI invece scombussola i loro piani,fai che il loro gioco cominci a diventare rischioso anche per loro.


Ivano Antar Raja

DISOBBEDIENZA CIVILE


E’ giunto il tempo del “fare”. Di presentarsi con concorde entusiasmo difronte alla gente, di intraprendere con convinzione atti dimostrativi, che costituiscano un forte richiamo alle coscienze, che svelino una volta per tutte le insidiose macchinazione del potere finanziario e statalista. Di organizzare l’attenzione delle piazze in nome del riscatto e del bene comune.
Se la stella polare deve essere l’esempio di Ghandi, che ci ha indicato la via della non-violenza, occorre però intraprendere una serie di azioni dimostrative e mirate, prima caratterizzate dalla pubblicizzazione delle truffaldine manovre in Italia e in Europa, poi da veri e propri atti di disobbedienza civile a largo raggio. Ma il potere reagirebbe molto duramente e troverebbe facilmente, nell’ignoranza dei molti e nella connivenza della casta giudiziaria e degli altri apparati dello stato, la sponda per zittire e distruggere i pochi. Per questo va studiata una via fatta di progressive azioni, volta a moltiplicare il numero degli aderenti e a intercettare il consenso del popolo. Quando gli aderenti saranno molti il potere non sarà più in grado di reagire con facilità.
Bisognerà arrivare a pesanti disobbedienze, per esempio di ordine fiscale, che avranno successo (senza dare adito al potere di soffocare e distruggere) in diretta proporzione al numero degli aderenti.
Non è più il tempo delle sole parole. Nasca dalle coscienze di tutti l’impegno di intraprendere una fattiva opposizione, un concreto e non episodico contrasto, la dimostrazione che non siamo più pecore belanti. Si gettino i primi germi del comune riscatto. Ora o mai più.


mercoledì 25 aprile 2012

GRILLO FOR PRESIDENT

i PARTIGIANI OGGI CHE FAREBBERO?

Oggi, 25 aprile, si celebra l'anniversario della Liberazione. Nel 1945 tornavamo liberi con le armi in pugno, così pensavano i nostri nonni e i nostri padri che combatterono e persero la vita. Volevano un'Italia libera, unita e democratica. Speravano per i loro figli possibilità inimmaginabili. Mentre morivano, sognavano un futuro migliore. La vita valeva poco e però non aveva prezzo.
Oggi, 25 aprile, se i partigiani potessero levarsi dalle tombe resterebbero sgomenti per lo scempio che si troverebbero davanti. Vedrebbero un'Italia senza sovranità economica, appaltata alla BCE e alle agenzie di rating. Un Paese senza sovranità territoriale, occupato dalle forze americane da 67 anni, con basi e testate nucleari disseminate nella Penisola, da Napoli, a Ghedi Tor
re, ad Aviano e con la costruzione della più estesa area militare europea a Vicenza con il concorso beffardo delle cooperative rosse. Vedrebbero in Parlamento senatori e deputati collusi con la mafia, con la camorra, con la 'ndrangheta. Un Paese senza sovranitàpopolare, con l'elezione a tavolino dei parlamentari da parte di pochi segretari di partito. Un Parlamento immorale, peggio di quello fascista che almeno non si nascondeva dietro alla parola democrazia. Un Paese senza industrie, senza le grandi fabbriche, le stupefacenti idee che trovarono sostanza nel dopoguerra grazie a uomini come Mattei e Olivetti, il primo morto ammazzato, il secondo emarginato dal Potere. Un Paese senza informazione, ormai lurida appendice dei partiti, strumento di propaganda che ha superato persino il ministero delMinCulPop fascista. Un Paese "senza", nel quale chiunque porti un'idea di rinnovamento è un pericolo, un fastidio intollerabile da eliminare per il Sistema, come Falcone, Ambrosoli, Borsellino, Moro e mille altri caduti nella Guerra Civile che è ancora in corso.
Oggi, 25 aprile 2012, il corteo delle salme ha onorato la Resistenza. L'immagine cadente di Fini, Monti, Napolitano e Schifani rappresenta l'Italia. I vecchi occhi dei partigiani guarderebbero smarriti un deserto. Forse si metterebbero a piangere. Forse riprenderebbero in mano la mitraglia,


fonte beppe Grillo

ABBIAMO BISOGNO DI DISINFESTAZIONE


di GILBERTO ONETO
25 aprile, giorno della liberazione. Da chi? Da cosa? Le comunità padane non sono affatto libere e festeggeranno solo quando lo saranno davvero.
Oggi sono oppresse dall’Italia e dall’Europa ma sono due padani doc i personaggi che  meglio (o peggio) di altri riescono a rappresentare la situazione di sudditanza:  il capo del governo e il capo dell’opposizione, il vertice dell’esecutivo che rapina i padani e il capo supremo di chi fa finta di opporsi,  quello che prosciuga le risorse e quello che ruba le speranze.
Mario Monti è lo sceriffo di Nottingham che si inventa ogni giorno nuove tasse e balzelli, è quello che manda gli esattori a togliere il pane alla povera gente. Umberto Bossi dice di fare il Robin Hood ma in realtà tiene bordone ai gabellieri, si circonda di gente che appena può arraffa di suo ma – soprattutto – impedisce a chi voglia opporsi davvero alla rapina di farlo. É il Tecoppa di Gemonio.
Vivono entrambi una situazione di monopolio e di strapotere.
Pur senza alcuna legittimazione popolare, Monti gode di una maggioranza parlamentare bulgara, come non esisteva dai tempi di Mussolini ma – a differenza del Duce – non prende decisioni di nessun genere, riesce solo a inventarsi tasse, tasse, tasse e tasse.
Bossi è diventato di fatto l’unico referente dell’autonomismo e dell’indipendentismo padano, ha fatto fuori tutti i concorrenti e si è inventato una serie di catenacci che impediscono ad altri di prenderne il posto o anche solo di fargli concorrenza.  Non fa opposizione padanista ma impedisce a tutti gli altri di provarci, è un tappo ma anche una garanzia per lo Stato italiano che tutto resti così com’è. Strepita, urla ma non combina un tubo, tiene in frigorifero i voti e il malessere della sua gente. È la vera “guardia bianca” del regime.
Alleati nella conservazione, i due non potrebbero però essere più diversi nella persona. Ingessato come uno stoccafisso uno, sbracato come un pescivendolo  malgascio l’altro. Compassato come un becchino il primo, inutilmente sboccato il secondo.
Fanno venire in mente una vecchia canzone di Gaber, “Barbera e Champagne”, se non fosse che uno è pure astemio (brutto segno per un padano):  così finisce  a “Coca-cola e Champagne”, un indigesto cocktail  marroncino con doppie bollicine che è l’immagine perfetta del patriottico ambaradan in cui i due ci tengono. Uno ci imprigiona e l’altro ci impedisce di scappare, facendo finta di organizzare evasioni. Siamo di fronte a uno sciagurato gioco delle parti che ci priva delle libertà.
Più che di liberazione, abbiamo però forse bisogno di disinfestazione.