lunedì 30 aprile 2012

COME MANDARLI A CASA


Tutti%20a%20casa Mandarli tutti a casa – realisticamente possibile?   PARTE 2Nella parte 1 abbiamo ipotizzato sulla base di alcuni ragionamenti empirici, sostenuti indirettamente da alcune risultanze di ricerche sociologiche sul tema, che esista un 50% di elettori che non voterebbero mai un outsider, cioè una forza politica esterna al sistema attuale e intenzionata a cambiarlo radicalmente. Questo vuol dire che esiste un 50% che la voterebbero, con l’intento di mandare a casa la classe politica attuale. Discuteremo alla fine del significato strategico del dato, intanto la voterebbero  se
1) se ci fosse, cioè se esistesse un outsider ragionevolmente credibile;
2) se fossero a conoscenza del fatto che c’è.
ABBIAMO UN OUTSIDER CREDIBILE?
Fino a poco tempo fa, se si obiettava qualcosa a un insider, la risposta era “e allora perchè non votate qualcun altro?”. L’argomento è fasullo: l’offerta politica, in realtà, è solo apparentemente segmentata, perché nessuna delle forze presenti è seriamente altrnativa al sistema. La segmentazione dell’offerta politica è come quella dell’offerta di automobili: in buona parte apparente: uno pensa che prendere una Dacia sia l’alternativa low-cost a prendere, che so, una Renault. E invece la Dacia è della Renault, così come la Skoda è della Volkswagen etc. etc. Al consumatore servirebbe poter scegliere non tra una Skoda e una Dacia, ma tra una macchina normale ed una a emissioni zero ad un prezzo accessibile. Allo stesso modo, in politica all’elettore non interessa tanto poter scegliere tra IdV e PD, o tra Lega e PDL, ma interesserebbe poter scegliere tra dei partiti “insider” (cioè interni al sistema e favorevoli ad una sua conservazione) e dei partiti “outsider” (cioè esterni al sistema e intenzionati a cambiarlo)Questa, oggi, sarebbe la vera alternativa, altro che bipolarismo.
Nella parte1 si ipotizzava che l’outsider dovessere essere una forza di cui si è ragionevolmente certi che voglia davvero cambiare il sistema e che fosse una forza “votabile”, cioè una forza che si ispira a valori civili e non violenti. Esageravo: vent’anni fa la Lega si impose come outsider anche se sembrava possedere solo una delle due caratteristiche, cioè la volontà di cambiare il sistema. Oggi possiamo dire che non era vero: la Lega non possedeva NESSUNA delle due caratteristiche, dato che era una forza “incivile” e non aveva davvero intenzione di cambiare il sistema: gli bastava infilarcisi per partecipare al banchetto. Eppure allora sembrava lo stesso un outsider credibile, tanto che riuscì ad infilarsi in Parlamento prima ed al governo poi, stabilmente, dal che deduciamo che agli elettori basta la credibilità.
Oggi quali sono gli attori che si presentano credibilmente come outsider, a parte B, che lo dice da vent’anni? A destra direi nessuno; i “Forconi”, cioè Forza Nuova più autotrasportatori siciliani, sono stati poco più di una meteora, ed il sito ufficiale è “under construction” da gennaio. A sinistra ci sono due candidati al ruolo: Italia dei valori (IDV) e Sinistra e Libertà (SEL). Nè a destra nè a sinistra (oltre, dicono loro) c’è il Movimento5stelle (M5S). IDV presenta mozioni e fa proposte molto da outsider, ma non si capisce mai se lo fa per davvero o solo perchè sa che, tanto, non le approverà mai nessuno. Loro si battono, si oppongono, raccolgono firme e poi, quando è il momento, si mettono in fila per prendere la loro parte (finanziamenti, seggi, etc). SEL non fa neanche troppi sforzi di dissimulazione: quando vince passa subito alla cassa e stop. Io sto a Milano e il primo atto del sindaco Pisapia è stato nominare una quarantina di amici suoi a dirigenti comunali: è vero che la Moratti ne aveva nominati il doppio, ma il concetto è lo stesso. Sono un po’ meglio degli altri, rubano meno, cioè lo fanno solo alcuni di loro mentre altri fanno anche cose interessanti, ma la loro concezione è da insider. Al 100%.
Oggi un solo attore sembra poter aspirare al ruolo di outsider, ed è il M5S di Grillo. Ho partecipato negli anni scorsi e partecipo tuttora (marginalmente, per mancanza di tempo) alle attività del M5S su Milano ed ho una visione dall’interno dei meccanismi che lo governano. Io credo che il M5S abbia le caratteristiche per essere credibile perchè:
a)      è un’aggregazione di cittadini: non ci sono gerarchie o correnti. Se hai un’idea o una competenza puoi portarla e sostenerla. Se trova consensi, si afferma, se non li trova, resta lì, ma nessuno ti chiede “di chi sei amico?” oppure “di che corrente sei?”;
b)      la media delle persone che partecipano alle discussioni ed alle attività è buona, in certi casi molto buona: certo, capita che alle riunioni parlino persone estemporanee che hanno buona volontà e poco altro, ma spesso incontri persone competenti che mettono a disposizione tempo e cervello per approfondire i vari temi. Attenzione, questo succedeva anche prima che il M5S avesse (parlo per Milano) un esponente in Consiglio Comunale, il che dice anche un’altra cosa: la gente del M5S è in gran parte (almeno per ora) onesta e in buona fede. Vi pare poco?
c)       il ruolo di Grillo: quando lavori per i temi concreti del tuo territorio Grillo è come se non ci fosse. E’come ha detto Favia (che oggi è il grillino più noto d’Italia, a parte Grillo) a Servizio Pubblico: nessuno mi hai mai detto come dovevo votare su una delibera. Fate la stessa domanda a un consigliere regionale di Sel in Puglia, poi ne parliamo. Grillo mette la sua faccia, la sua notorietà e il suo blog a disposizione dei movimenti sul territorio. Punto. Lui garantisce che chi usa il simbolo rispetti i princìpi del Non-statuto e del Programma. Sono documenti di poche pagine, semplici. I princìpi sono chiari: se ci stai dentro hai simbolo, altrimenti non ce l’hai; uno dei princìpi del non-statuto? Autofinanziarsi e restituire i soldi dei contributi pubblici. Se Favia impazzisse domani e si tenesse il milione di euro di rimborsi o i suoi 10k mensili di indennità regionale, dopo due ore sarebbe fuori e non perchè lo dice Grillo: lo caccerebbero gli altri. Guardate se il PD ha cacciato Penati.
d)      l’antipolitica: non esiste. Esiste un’avversione diffusa e potente per i politici precedenti, ma dove si incontrano persone serie nei vecchi partiti, i grillini ci lavorano assieme. A Milano, tanto per dire, Basilio Rizzo (oggi presidente del Consiglio Comunale, indipendente, ma area PD) ha tenuto una serata di “formazione” ai grillini prima delle elezioni. Il problema è che la politica, quella normale, è talmente opaca che i grillini sono spesso in scontro frontale con gli altri. Se tu sei integro ed il tuo interlocutore “politico” è – fatte le debite proporzioni – più simile a Mastella che a De Gasperi, è scontato che tu sia “anti” politico. Se PD e PDL interrompono la seduta in Consiglio per appartarsi e decidere in quattro in una stanza che favori scambiarsi su un certo tema, i grillini presenti lo dicono in diretta su twitter.  Qual è l’antipolitica? Fate voi.
Concludendo: il M5S è un movimento di persone e, come tutti i sistemi sociali complessi, ha larghi margini di miglioramento su vari temi. NFA gli ha fatto le pulci sulla visione in politica economica, ma se si guarda agli atti del governo Monti che dovrebbe essere il massimo della competenza, si trovano buchi ed errori a go-go (tipo dimenticare decine di migliaia di esodati nel provvedimento sulle pensioni o istituire l’IMU senza sapere come si calcola…). Siamo messi talmente male, oggi, che la competenza specifica è l’ultimo dei problemi: uno onesto ma intelligente la competenza se la crea, a un ladro in malafede non serve.
Oggi loro sono sostanzialmente sani e hanno ragionevoli possibilità di fare meglio di quelli che li hanno preceduti, tecnici compresi. L’outider c’è ed è credibile, checchè ne dicano gli insiders. Molto più credibile di loro.
SAPERE CHE C’E’
E adesso veniamo al dunque. C’è un outsider serio che ha le caratteristiche per provarci e c’è una metà di elettori che potrebbero interessarsi a lui, quindi è fatta? Neanche per sogno. Gli insiders controllano i media mainstream attraverso l’instancabile opera dei citrosodini, ovvero di coloro che fanno digerire qualsiasi cosa a quelli che pagano, cioè al 50% di elettori che vota ancora per convinzione.
Di fronte ad un outsider, il compito dei citrosodini è nascondere, negare e, se proprio non puoi fare a meno di parlarne, parlarne male, disinformare, demonizzare.L’83% di elettori che non si informa sulla politica attraverso internet  è nelle loro mani: Il sondaggio che dava il movimento 5 stelle al 7,2% riportava anche altre interessanti informazioni: come tutti i sondaggi, va preso con le molle, ma per ora non abbiamo altri elementi più sicuri su cui ragionare.
Innanzitutto diceva che, oltre al 7,2 che già oggi lo voterebbe, c’è un 20% che sarebbe disposto a considerare l’idea. Considerarla in che termini? Posto che il contenuto ci sarebbe, dipende da come gliene parli: e torniamo a bomba al ruolo dei citrosodini.
Si scopre poi che, tra coloro che non lo voterebbero, c’è un 35% che sostengono che “non porterebbe a un vero rinnovamento”, il che, detto dei grillini, è un po’ come dire che i Motley Crue non erano un gruppoHeavy credibile perché troppo melodici e poco trasgressivi. E’ chiaro che quelli sono i pro-insider irriducibili, quelli in malafede, quelli che in realtà dovrebbero dire “non voterò mai M5S perché se no rischio di dover pagare le tasse”. Irrecuperabili: con questi bisogna solo farci la guerra, metaforicamente parlando.
Più interessante è guardare l’altro 65% di contrari, quelli che ripetono le frasi dei media: caso a) “non voterei il M5S perché dà voce a una protesta non costruttiva”. Chi ci è stato dentro sa che non è vero, ma questo dicono al TG e questo loro ripetono; caso b) “parlano solo per slogan” : gli altri, invece, no? Qui ci sono coorti di persone che scrivono, elaborano, pensano, si incontrano nei quartieri, propongono, discutono. Andatevi a vedere la pagina Facebook del M5S di Milano, tanto per fare un esempio: Calise interviene in consiglio, propone, gli altri prendono iniziative, agiscono, segnalano… trovate qualche slogan? Io trovo convegni, incontri, proposte. Ma il target dei citrosodini sa solo quello che scrivono loro.Se questi sapessero davvero come stanno le cose, potrebbero cambiare partito e decretare la prevalenza dell’outsider.
Come risposero gli spartani agli ateniesi che gli dicevano “se conquisteremo la vostra città la raderemo al suolo” … “SE”.
QUINDI? UNO SCENARIO POCO RASSICURANTE
Quindi la chiave di tutto sono i citrosodini,ahimè. Tu puoi creare un movimento di outsider, renderlo credibile, lavorare bene sul territorio, farti il mazzo facendo la politica vera, ma finchè lo sapranno solo i tuoi vicini di casa o quel 20% di sfigati che vanno su internet, hai poche speranze di farcela. Anche perché se il tuo obiettivo è cambiare il sistema, allora non ti basta il 7% e nemmeno il 27%, devi avere il 51.
Pensiamo cosa succederebbe se (e siamo già molto ottimisti) gli attuali fans del M5S riuscissero a convincere l’altro 20% già ben disposto: con il 27% che fai? Sicuramente vai in Parlamento, e ci vai con un bel gruppo di gente, ma gli insider farebbero quadrato (non prima di avere cercato di comprarti, questo è fuori di dubbio) ed avrebbero ancora il 73%!!!. Lega e Idv oggi fanno opposizione dura al trio e messi insieme hanno ben 80 deputati cioè oltre il 12%: contano qualcosa? Le vicende recenti del trio ABC parlano chiaro: quando c’è in ballo la loro sopravvivenza le differenze spariscono e in pochi giorni i tre trovano accordi su tutto. Fateci caso: l’unico argomento su cui non parlano nemmeno di fare un accordo è sui media, cioè sulle televisioni. Parlano perfino dei loro soldi, Bersani blatera addirittura di dimezzarli, ma di media no. I media non sono un problema prioritario: la priorità – guarda caso – è la riforma elettoraleovvero: come oliare il meccanismo per tenere fuori gli outsider che mostra qualche crepaI media, invece, vanno bene così.
Quindi non ci sono possibili vie di mezzo, la vicenda Lega insegna: se vuoi solo partecipare al banchetto, il 7% può anche bastare, se vuoi cambiare il sistema, questo sistema, devi metterli in minoranza. Non è un caso che Grillo abbia sempre parlato e parli ancora di internet come il luogo in cui avverrà il cambiamento. Purtroppo (e non per caso) la rivoluzione digitale tarda ad affermarsi, da noi, e la gran parte della gente si informa ancora solo attraverso la TV. Finchè la gente non si staccherà dalla Tv e la Tv non cesserà di essere controllata dal potere degli insider, il M5S o qualunque movimento che volesse seriamente cambiare il sistema non ha speranze di sfondare davvero.
Non è consolante, come conclusione, ma temo che sia questa la verità. Potrebbero immaginare di arrivare al 51% un po’ per volta. Prima prendi il 7 ed entri in Parlamento (se non mettono la soglia all’otto), poi costringi i media parlare di te ed arrivi al 20 etc etc. Ma ciò richiederebbe tempo, anni, diverse legislature. E mettere gli insider  in minoranza non sarebbe indolore, temo: il sistema avrebbe tempo di organizzarsi di prendere contromisure, lotterebbe con tutte le proprie forze, lecite e soprattutto illecite, per conservare il potere. Con il 50% di conniventi nel paese, decisi a tutto pur di non mollare, temo che non se ne uscirebbe senza un grosso shock, forse addirittura una guerra civile, perché la crescita è una balla enorme, non ci sarà più crescita, dovremo fare con quello che c’è e qui c’è gente, parecchia gente che andrà ridimensionata economicamente se vogliamo che il paese nel suo complesso sopravviva. Vi pare che lasceranno accadere tutto ciò?
Ci sono un milione di modi di far fallire un movimento come il M5S che nasce dal basso, senza gerarchie, che scala il potere salendo un gradino per volta: complotti, fronde interne, infiltrati, scandali, fino a vere e proprie eliminazioni fisiche; finora i grillini hanno potuto contare sulla sottovalutazione da parte degli altri, ora non più. Se andassero in Parlamento ancora meno. Quando penso a questo tipo di impresa, mi viene in mente una metafora: è come se un assassino partisse da Los Angeles dicendo che andrà a Washington ad ammazzare il Presidente e ci andasse a piedi. Finchè nessuno lo nota lui cammina, al bordo della strada, senza problemi. Ma se qualcuno osservasse che è veramente armato, e poi si scoprisse che ha un piano ed il suo piano è accurato, realistico, e che lui non ha niente da perdere e non ascolta ragioni, credete che lo lascerebbero arrivare a destinazione? Non dico sparargli con un cecchino, basterebbe qualche piccolo incidente stradale, uno scontro apparentemente casuale ad un anonimo incrocio del Kentucky e puff, fine dell’attentatore: potrebbe perfino sembrare che non l’hanno fatto apposta.
La scalata graduale di un movimento di cittadini che nasce dal basso è una stupenda ma fragile maniera di cambiare il sistema. Purtroppo non ne vedo altre, o meglio, le vedo, ma preferisco far finta che non ci siano.
Ho la sensazione che ci porteranno ad un punto in cui non potremo fare ancora finta di non vedere molto a lungo. Non più. Non so come facciano i greci a starsene ancora lì apparentemente buoni ad aspettare delle elezioni dove troveranno ancora gli stessi partiti che li hanno portati alla rovina, mentre diventano poveri in canna e perdono anche la dignità…