mercoledì 31 ottobre 2012

LA GENTE NON CAMBIA MA LA GENTE NON ESISTE

LA PENA DEI TALK HOW

Il punto G, quello che ti dà l'orgasmo nei salotti dei talk show. L'atteso quarto d'ora di celebrità di Andy Warhol. A casa gli amici, i parenti applaudono commossi nel condividere l'emozione di un'effimera celebrità, sorridenti, beati della tua giusta e finalmente raggiunta visibilità. Seduto in poltroncine a schiera, accomunato ai falsari della verità, agli imbonitori di partito, ai diffamatori di professione, devastato dagli applausi a comando di claque prezzolate. Soggetto, bersaglio consapevole ben pettinato alla bisogna che porge il lato migliore del proprio profilo alla morbosa attenzione di cameraman che ti inquadrano implacabili se annuisci quando enuncia le sue soluzioni un qualunquemente stronzo. Lì, in una gabbia di un circo, come su un trespolo, muto per ore, povera presenza rituale di cui si vuole solo lo scalpo, macellato come un agnello masochista, rispondi per i quattro minuti che ti sono concessi a domande preconfezionate poste da manichini al servizio dei partiti. Pretoriani dell'informazione il cui unico compito è perpetuare l'esistenza del Sistema attraverso l'ultimo strumento di mesmerismo mediatico rimastogli: la televisione. Lo share del programma aumenta, tutto merito tuo, trattato e esibito come un trofeo, come un alieno, una bestia rara e, contemporaneamente diminuisce il consenso per il Movimento a cui appartieni o dici di appartenere. Chi non conosce nulla del MoVimentoe segue il talk show, dopo il morbido e avvolgente abbraccio televisivo al quale ti sei consegnato volontariamente (con voluttà?) opta per il meno peggio e quello non sei mai tu, ma è sempre un altro, quello che sa vendere le sue menzogne (è il suo mestiere), che ha parlato per un'ora mai interrotto da chi gestisce il talk show, quello che nessuno ha mai contraddetto. Attoniti, gli attivisti, vedono i voti guadagnati con fatica nei banchetti nei fine settimana volare nel vento, fluire in un secchio bucato, e pensano ai mille video caricati sulla Rete, alle dirette streaming tenute in piedi a forza di volontà per mancanza di connessione, conoscono sulla loro pelle la difficoltà di spiegare a persone ormai deluse e incredule che il MoVimento 5 Stelle è altro dai partiti, che non prende rimborsi elettorali, che taglia gli stipendi degli eletti, che non partecipa alle elezioni provinciali per coerenza, che vuole il rispetto dell'esito dei referendum, eccetera, eccetera. A volte non ci resta che piangere.

fonte Beppe Grillo link

SULLA NATURA DELLE COSE


Durante i primi anni di liceo in cui volente o nolente dovetti scontrarmi con lo studio e l'osticità della lingua latina ricordo che l'insegnante di lettere italiane di allora aveva una particolare predilizione per un poeta romano, Lucrezio,  e per la sua opera letteraria più nota ovvero il “De Rerum Natura” (in italiano significa “Sulla natura delle cose”), un poema a sfondo filosofico che richiama alla responsabilità personale e incita il genere umano affinché prenda coscienza della realtà, nella quale gli uomini sin dalla nascita sono vittime di passioni che non riescono a comprendere. Mai come adesso questo componimento letterario scritto oltre duemila anni fa è attuale ed in sintonia con quello che sta accadendo a popolazioni di intere nazioni agonizzanti per precedenti ed infelici scelte di politica macroeconomica. L'austerity imposta senza tante riflessioni, osannata dalla stampa finanziaria di settore sembra infatti l'unica medicina da ingerire per una lenta e faticosa guarigione. Talk show ripetono sino alla nausea austerity e solo austerity come scelta passionale, tuttavia necessaria.

Lucrezio oggi se fosse vivo inciterebbe a guardare al “de rerum natura” ovvero alla natura delle cose per comprendere quello che sta accadendo ed eventualmente poterlo contrastare. Partiamo quindi con un assunto fondamentale tratto dalla teoria dell'instabilità finanziaria di Hyman Minsky, economista statunitense neokeynesiano vissuto anche in Italia sino alla sua morte nel 1966. Egli sosteneva che ogni espansione economica era supportata dal credito ed alimentata dall'euforia sin tanto che ad un certo momento (il cosidetto Momento di Minsky) ci si rende conto che l'espansione economica e il rialzo dei prezzi sono ormai terminati, ed inizia pertanto la corsa alla vendita, che può portare al panico sui mercati, e ad effetti negativi anche sull'economia reale. Questo induce inevitabilmente chi presta denaro a coprirsi dei rischi e a rientrare quanto prima dal  prestito e chi ha contratto debiti a ridurli o restituirli quanto prima. Questi fenomeni congiunti portano a diminuire la domanda aggregata, che a sua volta mette in crisi i fatturati delle aziende, gli investimenti, l'occupazione ed il gettito fiscale.

La storia ci ha insegnato, Minsky & Company ugualmente, che in passato depressioni e recessioni economiche si sono superate ricorrendo all'intervento pubblico. Sostanzialmente in un momento di mercato in cui il governo sottrae moneta dalla circolazione a seguito di un inasprimento del carico fiscale (causa politiche di austerity) e i consumi sono staganti o peggio in declino, è impensabile che si possano creare le premesse per una fase espansiva necessaria ad aumentare i livelli di occupazione. Per questo deve intervenire lo stato attraverso un aumento della spesa pubblica con grandi opere ed infrastrutture. Il debito di un paese anche se molto ingente non deve far paura infatti se il tasso di interesse che grava su questo debito è inferiore alla somma tra il tasso di crescita ed il tasso di inflazione, il bubbone del debito pubblico sarà destinato a sgonfiarsi da solo in pochi anni senza creare lo stato di agonia finanziaria ed economica che conosciamo oggi, purtroppo destinato a perdurare per anni.

Ma se sappiamo che in passato si è fatto con successo così per quale motivo non viene implementata una strategia analoga ? Semplice, perchè le due medicine proposte, aumento della spesa pubblica o politica di austerity, fanno gli interessi di due soggetti tra di loro in contrapposizione. La prima, aumentando la base monetaria, produce di riflesso una modesta ma salutare inflazione che consente al debitore (lo stato) di snellire in pochi anni il peso del debito pregresso e di contro danneggia il creditore (chi detiene il debito). La seconda produce l'effetto esattamente opposto, tutela il detentore del credito e danneggia il debitore. Adesso proprio come menzionava Lucrezio nel De Rerum Natura dovete iniziare a prendere coscienza della realtà circostante e comprendere come l'intera nomenclatura politica europea sia ormai asservita a una potente establishment finanziaria che getterà l'economia europea in una grande depressione pur di non subire perdite in termini reali sulla mole di prestiti precedentemente concessi: “Ergo vivida vis animi pervicit, et extra  processit longe flammantia moenia mundi atque omne immensum peragravit mente animoque, unde refert nobis victor quid possit oriri, quid nequeat, finita potestas denique cuique  quanam sit ratione atque alte terminus haerens”.




50000 EURO IN UNA SEDUTA ;LE FOLLIE DELLA CASTA


Lombardia, consigliere regionale Idv guadagna 50mila euro in una seduta
Follie della Casta. L'Idv Franco Spada subentra al consigliere Gabriele Sola, che aveva deciso di fare un passo indietro "per rinunciare al vitalizio". Il risultato? Sta in Consiglio regionale solo sei ore e si porta a casa 50mila euro. E commenta: "Sono state sei ore intensissime"



Un'unica seduta da sei ore pagata la bellezza di 50mila euro sonanti. Più di 8mila euro all’ora. È successo a Franco Spada, consigliere regionale dell'Idv che è entrato in Consiglio regionale sostituendo il compagno di partito Gabriele Sola che aveva rinunciato al vitalizio.

"Sono state sei ore intensissime". Ma, ai microfoni del programma La Zanzara di Radio24, Spada ci teine pure ad assicurare che non saranno le uniche. E quindi i 50mila euro circa che prenderà fino alle elezioni che si terranno a gennaio "sono né più né meno quelli che prenderanno gli altri consiglieri". Spada, primo della lista dei non eletti dell’Italia dei Valori, ha preso il posto del consigliere Sola che aveva deciso di fare un passo indietro per rinunciare al vitalizio. In molti hanno subito pensato: il dipietrista ha vinto la lotteria. "Andiamoci piano - ribatte Spada - sono stato 6 ore e abbiamo approvato una legge molto importante come quella elettorale". Non solo. Spada ci tiene a far presente che non si limiterà a lavorare soltanto sei ore. Infatti, come ha detto lo stesso presidente Roberto Formigoni, il bilancio di previsione 2013 verrà approvato dal consiglio seppur dimissionario. "Per approvare un bilancio non credo si faranno né una né due né tre riunioni ma molte di più
fonte link

martedì 30 ottobre 2012

LOTTA DI LIBERAZIONE GLOBALE

di Gianni Tirelli

Pensare di contrastare il Sistema Potere con un atto di forza, o peggio ancora, confidando nell’uomo della provvidenza, o in un miracolo divino, è un’ingenuità imperdonabile!
Rispetto alla potenza di fuoco della Bestia Liberista, non siamo che un pugno di mosche, ronzanti e fastidiose che, a tempo debito, il Sistema si appresta a schiacciare. Non ci resta che abbandonarlo a se stesso, recidendo ogni canale di alimentazione che dipenda dai nostri comportamenti e scelte.
Si è resa necessaria la restaurazione di un inedito “Processo di Norimberga” giudicante tutti crimini consumati contro l’umanità e l’ambiente da questa banda di potentati dai tratti mefistofelici.
Ergo, nulla cambierà della nostra condizione, senza un’azione coordinata, pianificata e pragmatica di tutti i cittadini, uniti e compatti in una lotta di liberazione globale, innescata da una palingenesi delle nostre scelte quotidiane.
E’ del tutto ridicolo immaginare che qualcuno o qualcosa, che sia un uomo politico, un asino o un robot, possa contrastare una tale deriva e ribaltare lo stato delle cose a nostro beneficio e interesse. Tutti sono al “soldo” di qualcun altro, in una sorta di catena di Sant’Antonio che dalla base si dirama fino ai vertici del potere! Tutto è corruzione, tutto è collusione, profitto e merce. Tutto è follia!
Il Sistema Potere è oramai refrattario ad ogni protesta sociale, forte della sua potenza di fuoco, e contando sull’incapacità dei cittadini nell’organizzare un qualsiasi movimento di rivolta popolare.
Per liberarci dai grandi gruppi di potere, dalle banche e dalla finanza, e da tutti gli affiliati a ipotetici “nuovi ordini mondiali”, logge, caste, corporazioni e consorterie, non abbiamo nulla da contrapporre se non modificare radicalmente e in forma integrale, i nostri comportamenti abituali e quotidiani. E’ questo il punto!

Li potremmo denunciare pubblicamente per avere commesso i crimini più aberranti, i più perversi e inenarrabili, che niente di questo panorama apocalittico, muterebbe.
Loro se ne fottono della nostra indignazione e rabbia, dello stato sociale, dei diritti negati, dei soprusi e violazioni, della devastazione ambientale e di ogni cosa che riguardi nel merito la condizione di precarietà in cui versa un’umanità senza futuro. Loro vanno dritti per la loro strada, imperturbabili come schiaccia sassi, ritenendo le nostre personalizzazioni, un intralcio al loro piano di sterminio e di omologazione, e le nostre parole, un irritante e noioso cicalio.
La sola via di uscita – e lo ripeterò fino alla nausea – sta nel riconvertire le nostre abitudini in altre e diverse, alternative a quelle fino ad oggi propagandate dal Sistema Potere. Dobbiamo per tanto ridurre i consumi all’essenziale, e disertare tutta quella serie infinita di beni e prodotti inutili, inefficaci e dannosi supportati da sponsor e pubblicità ingannevole.
Solo così potremo frantumare i monopoli e smantellare il Sistema..
Questa è la vera rivoluzione, la sola in grado di produrre risultati realistici in un tempo relativamente breve. Ogni altra cosa, che siano manifestazioni, proteste di piazza, comitati o associazioni, volte a denunciare l’opera di imbarbarimento perpetrata dal sistema politico, finanziario e imprenditoriale, non sortiranno alcun effetto.

Che questi moderni baroni dell’ultra Liberismo, abbiano tutte le intenzioni di sterminarci, è oggi un dato di fatto inconfutabile. Respiriamo veleni, l’acqua che beviamo è un ricettacolo di sostanze chimiche, e ogni alimento è contaminato, pompato e geneticamente modificato. Il nostro sistema nervoso è a pezzi, e le più svariate e subdole patologie tumorali, in crescita esponenziale. Non ci resta che vendere cara la nostra pelle! E a questo punto, che muoia Sansone con tutti i filistei.

lunedì 29 ottobre 2012

MARCO TRAVAGLIO E IL BOOM 5 STELLE

"L'astensionismo e il BOOM di Grillo sono due facce della stessa medaglia. Pensiamo a quanta gente non sarebbe andata a votare in più se non ci fosse stata l'offerta del MoVimento 5 Stelle, visto che ha votato meno della metà degli aventi diritto e visto che il MoVimento 5 Stelle con il suo candidato è vicino al 20% vuol dire che l'astensionismo sarebbe aumentato di un ulteriore 10%, ossia quasi due siciliani su 3 sarebbero rimasti a casa. Primo dato quindi: il M5S non fomenta l'antipolitica, ma anzi salva la politica dall'antipolitica, offrendo una proposta alternativa. Avvicina la gente alla politica anzichè allontanarla. La seconda questione, oltre al fatto che il M5S è il primo partito, riguarda i numeri dei partiti che hanno comandato in Sicilia in questi ultimi anni. Sono in via di estinzione. Vedo un pdl al 12% quando soltanto 11 anni fa maramaldeggiava in Sicilia alle politiche nazionali con il famoso 61 - 0. Vedo chi avrebbe dovuto aproffittare di questo malgoverno, cioè il pd, poco sopra il 12% del pdl. Vedo l'udc, che ha espresso gli ultimi due governatori entrambi forzatamente dimissionari per questioni giudiziarie, languire intorno al 10%. La Sicilia è particolarmente significativa è uno dei due grandi serbatoi di voti, assieme alla Lombardia, con i quali poi si vincono le elezioni politiche nazionali. E' una regione molto particolare, una delle meno favorevoli al M5S. Il fatto che il M5S sia il primo partito in una regione così poco abituata all'uso di internet è ovviamente ancora più significativo. Mi pare di poter dire che se il M5S prende il 18% con il suo candidato e il 15% con la sua lista in una regione come la Sicilia, allora è abbondantemente sopra il 20% nelle regioni del Centro Nord. Su questo non avrei dubbi." 




Marco Travaglio

Come l’inquinamento uccide gli spermatozoi:


Una recente pubblicazione di ricercatori spagnoli su Plos-one ha fornito una chiave di lettura interessante sul meccanismo con cui l’ambiente inquinato riesce a bloccare la produzione di spermatozoi. L’articolo è piuttosto tecnico e facilmente comprensibile solo a chi mastica di genetica, provo perciò a tradurlo in linguaggio più semplice nella speranza che divenga comprensibile.
Premessa 1 : La riproduzione umana avviene per via sessuata, il che appare abbastanza ovvio. Meno ovvio è il fatto che per far avvenire il concepimento non possiamo trasmettere tutto ilpatrimonio genetico ( i 46 cromosomi della cellula germinale) ma servono cellule appositamente fabbricate che ne contengano la metà, ovvero 23, dette gameti. Nel maschio umano l’organo che si accolla tale compito è il testicolo. Tale lavoro è chiamato spermatogenesi. In estrema sintesi, il testicolo prende una cellula germinale da 46 cromosomi e, in circa 70 giorni, la trasforma, a forza di divisioni, differenziazioni e maturazioni, nello spermatozoo che è un fenomeno di cellula dotata della capacità di muoversi da sola nei fluidi biologici. La spermatogenesi inizia alla pubertà e continua, salvo eventi avversi, con alti e bassi per tutta o quasi la vita dell’uomo.
Premessa 2: Tale processo è complesso e finemente regolato dai geni specifici che determinano una moltitudine di espressioni geniche. Queste sono, in pratica, l’effetto delle informazioni su come e cosa va fatto, contenute nel DNA. Le espressioni geniche sono cellulo-specifiche e stadio-specifiche ovvero fanno quello che devono a seconda del tipo di cellula e dello stadio di maturazione in cui essa, in quel momento, si trova. Non si conosce ancora perfettamente il meccanismo di regolazione ma cominciano a evidenziarsi relazioni tra l’espressione genica e la spermatogenesi patologica causate da una sregolata metilazione del DNA. La metilazione, ovvero l’attaccarsi al DNA di un metile ( CH3) in pratica accende o spegne il sistema di espressione. Il gene esplica o non esplica le informazioni a seconda della metilazione. La metilazione del DNA è un processo , quindi, che gioca un ruolo cruciale nel determinare il momento e la grandezza della espressione genica.
Premessa 3: Occorre ora introdurre un'altra informazione importante: Il codice epigenetico.
Codice genetico e codice epigenetico non sono la stessa cosa. Il primo regola in via permanente fenotipo e tratti specifici ovvero l’aspetto esterno. Il secondo provvede a segnali dinamici che possono modificare il fenotipo in funzione dell’impatto ambientale.
La regolazione epigenetica è un meccanismo fondamentale per la sopravvivenza e il destino della cellula. Parecchie malattie conosciute riconoscono nella metilazione del DNA la loro genesi.  In pratica agenti esterni possono indurre serie modificazioni della funzionalità di un organo  accendendo o spegnendo i geni  regolatori.

La notizia: Studiando il profilo di metilazione di DNA estratto da testicoli di soggetti sani e soggetti con alterazione della spermatogenesi   è stato possibile, ai ricercatori, verificare una correlazione significativa tra l’espressione dei geni PIWIL2  e TDRD1 con tale patologia. L’ipermetilazione sembrerebbe agire allo stadio iniziale della spermatogenesi realizzando un arresto maturativo, in pratica un blocco del processo agli stadi iniziali ed impedendo quindi la formazione di spermatozoi. Una azoospermia secretiva, quindi. Verificare se tali geni sono accesi o spenti, una volta confermata la validità dell’assunto della ricerca, potrebbe servire come marker di spermatogenesi normale o povera il che sarebbe decisamente utile, nella pratica clinica, per la distinzione tra azoospermia secretiva o ostruttiva. La ricerca, comunque, aggiunge un altro tassello alla difficile comprensione ed identificazione dei meccanismi killer degli spermatozoi e dà ragione a quanti si sgolano, spesso inascoltati, per difendere l’ambiente in cui viviamo.

Liberamente tratto da:

domenica 28 ottobre 2012

GUARITA DAL CANCRO CON IL METODO DI BELLA



visto su http://alienifranoi.wordpress.com/2012/10/27/guarita-dal-cancro-col-metodo-di-bella-barbara-bartorelli/

BATTAGLIA PER LA TERRA


alimentando l'insofferenza e l'odio verso le entità duali stesse, o nei confronti degli eserciti, della globalizzazione o dei responsabili dell'inquinamento ambientale, si ottiene l'effetto esattamente opposto a quello voluto. Chi agisce in tal modo diviene egli stesso inquinatore del pianeta... e anche della peggior specie: inquinatore mentale ed emotivo. Le forze duali si nutrono infatti proprio di quelle basse emozioni che l'uomo esprime nei suoi maldestri tentativi di ostacolarle. Su troppi siti ho notato un astio serpeggiante nei confronti del Nuovo Ordine Mondiale così come degli alieni. Questi argomenti vengono affrontati con pesantezza invece che con leggerezza. In fondo è tutto un gioco divinamente perfetto. Le migliori armi per vincere sono la Gioia, la Compassione, la Presenza... Se si incrementa la separatività non si fa altro che incrementare il potere dei signori della dualità. È un discorso perfettamente logico. La "battaglia per la Terra" si combatte a livello sottile più che sul piano fisico grossolano.

Come sconfiggere un nemico che si nutre di odio? Con l'amore. Non combattendolo, ma sottraendogli i soldati; divulgando cioè il risveglio delle coscienze e facendo così in modo che nessuno sia più disposto a farsi abbagliare dalle sue promesse. Il vecchio modo di intendere la vita appassirà con un moto naturale derivante dal non riuscire più a trovare terreno fertile nelle coscienze ormai liberate dei nuovi uomini.
Le informazioni riguardo il loro operato vanno diffuse; essi vanno portati allo scoperto, mostrati all'opinione pubblica, ma non odiati, bensì trascesi, resi impotenti dall'avanzare di una nuova visione dell'esistenza all'interno della comunità umana, resi innocui perché superati dalla nuova presa di consapevolezza. Allora moriranno d'inedia, perché non saranno più alimentati in alcun modo da un'umanità consapevoleormai incapace di provare in famiglia, sul lavoro, in auto o davanti alla tv le basse emozioni che costituiscono il loro cibo.
Il disegno diabolico di sottomissione della Terra è come l'Idra dalle nove teste che compare in una delle fatiche di Ercole. L'eroe riesce a sconfiggere il mostro solo quando smette di voler tagliare le sue teste - ne nascevano due ogni volta che ne veniva tagliata una - ma si inginocchia di fronte a lui, lo solleva e lo espone alla luce del Sole.



Ogni genere di interferenza culturale che risvegli le coscienze dal piattume - e dal pattume - quotidiano può essere compiuta. Non ci sono limiti a ciò che si può fare per aiutare il risveglio degli uomini, purchè ogni intervento non sia mai accompagnato da odio e risentimento nei confronti di un presunto nemico; il che trasformerebbe un'azione a favore del Bene in un'azione contro. Rammento che la saggezza popolare ha sempre saputo che "non si sconfigge il diavolo divenendo noi stessi diavoli": nel momento in cui li si odia si entra a far parte delle loro schiere, divenendo inutilizzabili per il servizio all'umanità.
Non ha d'altronde alcun senso logico voler odiare entità che sono solo manifestazioni energetiche agenti secondo una natura duale. Quale colpa avrebbero commesso se non quella di esistere e di voler svolgere il loro compito - la divisione - secondo la loro natura? Sarebbe come accusare la forza di gravità di essere di ostacolo all'uomo. Lo è, ma la colpa è della struttura dell'uomo, non della forza. Per gli uccelli la forza di gravità non è un problema, bensì un mezzo per godere della Bellezza del volo.
Gli esseri diabolici ci sono utili, ci sono indispensabili, perché attraverso la separazione illusoria ci costringono a divenire ogni giorno più consapevoli di noi stessi. L'adorazione del diavolo in quanto portatore di luce (=lucis -ferum) che avveniva all'interno di antiche confraternite, ha origine da questa esatta considerazione. Adorare Lucifero significava adorare il portatore della coscienza. Ciò naturalmente non giustifica le deviazioni sataniche operate al fine di soddisfare desideri personali!

Sia chiaro che se l'uomo è schiavo delle forze duali lo deve al suo addormentamento, non a una loro presunta "cattiveria". Noi creiamo la nostra realtà: questa è una legge che vale SEMPRE.
Non è odiando le forze del Male che si salva il mondo... ma nemmeno restando nella passività. Ogni uomo ha un suo specifico lavoro da svolgere. Invece il lavoro che, più in generale, ognuno di noi deve svolgere, consiste nel cominciare a risvegliarsi alla sua anima con il fine di diventare più utile al risveglio del pianeta. È un lavoro "per", non "contro". Il vero Guerriero, il Portatore della Fiamma, sia esso uomo o donna, non si occupa del male, non spreca le sue energie, egli è un artista che si focalizza su opere e interventi che facciano crescere a dismisura il Bene nel mondo.

D'altronde combattendo il cosiddetto "male", combattendo contro i governatori occulti del pianeta, combattendo contro i rettiliani, stiamo sempre combattendo contro noi stessi. Chi sono i rettiliani, se non una parte di noi? La più primitiva, la più animalesca. La parte più antica del nostro cervello è proprio il cervello rettile. Noi tutti abbiamo un rettile dentro di noi con il quale dobbiamo fare i conti quotidianamente. Se non li avessimo già dentro... "essi" non si sarebbero materializzati fuori.
Assieme al midollo allungato, il cervelletto è la parte più antica del cervello. È una parte del cervello chiamata cervello rettile. È la sede degli istinti primordiali, è tarato per sopravvivere fuggendo o aggredendo, non certo per provare compassione o porgere l'altra guancia. La competitività, la territorialità, il corteggiamento originano qui.
Il secondo "strato" del cervello, detto anche "sistema limbico", nella scala evolutiva corrisponde al cervello dei mammiferi, specie dei primi mammiferi, ed è coinvolto nella vita delle emozioni. Deputato all'elaborazione e all'espressione delle emozioni, compare, da un punto di vista filogenetico, nei mammiferi, mentre nei rettili non è presente.




Il terzo "strato", la corteccia cerebrale, è quello più esterno e anche il più recente, è esclusivo dei primati ed è sede di tutte le funzioni cognitive e razionali. In particolare i lobi pre-frontali rappresentano la zona più evoluta dell'essere umano, che influenza il suo carattere, giocando un ruolo chiave nella gestione degli istinti. E' l'ultima parte del cervello a maturare alla fine dell'adolescenza, è la zona preposta all'autocontrollo, dove si distingue fra chi agisce sotto l'impulso emotivo e chi riesce a fermarsi e ragionare.
Aggiungiamo inoltre qualcosa a cui la scienza arriverà - forse - in futuro: l'attivazione del corpo pituitario (ipofisi) consente l'identificazione con l'anima, mentre l'attivazione della ghiandola pineale consente la fusione della coscienza individuale in quella dell'Uno.

Per concludere, noi tutti siamo rettili, mammiferi, primati e uomini al contempo. Dentro di noi si esprimono in misura più o meno grande, a seconda del nostro grado evolutivo, queste differenti nature. Sta a noi, attraverso il lavoro di risveglio della coscienza, tenere a bada il rettile e far emergere l'uomo.
Chi odia i rettiliani e li vuol combattere dovrebbe applicare su di sé la Legge dello Specchio e chiedersi se non sta forse combattendo contro i suoi stessi istinti di prevaricazione e distruzione. D'altronde è sufficiente osservare con quanta animosità i sostenitori della teoria del 'complotto rettiliano' si scagliano contro questi esseri e i personaggi politici che li sostengono, e con quanta animosità si scagliano anche contro chiunque non sia d'accordo con la loro visione del mondo... per verificare la Legge dello Specchio: stanno combattendo contro loro stessi. Quando avranno finalmente accettato con amore e quindi trasceso questi aspetti di loro stessi, allora non odieranno più né i rettiliani né il Nuovo Ordine Mondiale e saranno in grado di trascendere tutto questo.

TRASCENDERE è la parola chiave, non combattere. Quando VEDO e SENTO che loro sono le parti nascoste di me, ossia le parti 'grige' e 'rettili' che albergano in me, allora comprendo che li sto creando e sostendendo io. Le cose non accadono a me, ma DENTRO di me. Il mondo è nella mia coscienza. Fino a quando giudicherò e lotterò contro un nemico esterno sarò sempre sconfitto... per definizione. Perché considerare il mondo come esterno è già una sconfitta, la prima e l'ultima. Solo uno schiavo lotta per liberarsi. Un Re sa di essere Re e non lotta mai, si limita a regnare sul suo Regno. Questa è la psicologia di fondo che anima chi governa il mondo: loro si sentono padroni. Mentre la stupida psicologia che anima i ribelli è la classica psicologia dello schiavo che cerca la libertà. Ma la ribellione dello schiavo rafforza il padrone, lo legittima, lo fortifica nel suo ruolo. Per questo motivo un certo grado di ribellione è sempre tollerato, in tutte le dittature. Si tratta di un gioco psicologico estremamente sottile.
Puoi essere uno schiavo che si ribella eternamente al suo padrone, oppure puoi essere un padrone tu stesso, un Re, e combattere ad armi pari contro altri Re. La libertà la si ottiene solo quando si capovolge la propria psicologia.

NON DOBBIAMO AVERE PAURA DI LORO, SONO LORO CHE HANNO PAURA DI NOI. Il loro volere controllarci deriva esclusivamente dal terrore che gli esseri umani si sveglino, che riacquistino la propria regalità. Abbiamo un'anima che loro non hanno, abbiamo un potenziale interiore infinito, possiamo identificarci con l'Uno e cominciare a dominare il nostro mondo... e per questo ci temono. Il loro potere sembra maggiore del nostro solo perché loro credono profondamente in se stessi e noi ancora no. Ma possiamo farlo anche adesso, noi possiamo aprire il Cuore, identificarci con l'Uno e diventare inarrivabili per la loro prigione psichica. Loro sono in realtà prigionieri della stessa prigione di cui sono i guardiani... come il signor Smith confessa a Morpheus nella scena dell'interrogatorio, nel film Matrix.

Salvatore Brizzi

fonte http://officinaalkemica.altervista.org/trappola_planetaria/non_odiare.htm

sabato 27 ottobre 2012

PRETI E POLITICI; L'INGANNO

"Dovete essere consapevoli di chi sono i veri criminali." Osho

Osho mette a nudo la schiavitù psicologica e spirituale perpetuata nella società dalle religioni organizzate e dai politici. Un libro da meditare, se si vogliono comprendere le dinamiche fondamentali che governano l'agire del genere umano, e se si aspira a una reale libertà esistenziale.Non si tratta di persone diverse è sempre la stessa gente, con lo stesso desiderio, la stessa bramosia di potere. Solo le loro scelte cambiano.

Il politico ha scelto la dimensione terrena e, attenendosi ad un tacito contratto, non si intromette nel mondo della religione, sperando che la religione non si intrometta nel suo mondo. Questo contratto ha funzionato, e sia il politico che il religioso cercano di dominare l’umanità uno si occupa del mondo esteriore, l’altro del mondo interiore. I loro mondi hanno confini ben precisi, quindi non c’è conflitto.

In realtà nel corso della storia, si sono sempre aiutati a vicenda i preti hanno dato la loro benedizione ai politici e i politici hanno riverito i preti . E a volte hanno creato situazioni assolutamente ridicole e inconcepibili.

Durante la seconda guerra mondiale, l’arcivescovo tedesco dava le sue benedizioni ad Adolf Hitler e, nelle sue preghiere, chiedeva a Dio di far vincere la guerra alla Germania. In Inghilterra l’arcivescovo che rappresentava la stessa religione, pregava perché vincessero gli inglesi e fossero sconfitti i tedeschi.

Un unico Dio e un’unica religione, con la differenza che i prete tedesco aveva stipulato un contratto con i politici tedeschi mentre il prete inglese aveva un accordo con i politici inglesi.

A chi importa Dio?



Esistono milioni di stelle, e intorno a ogni stella ruota un'infinità di pianeti, eppure solo su questo minuscolo pianeta Terra è avvenuto il miracolo: non solo esiste la vita ma anche la consapevolezza. E non solo esiste la consapevolezza, esistono anche individui che hanno raggiunto l'apice supremo della coscienza dell'essere, come Gautama il Budda, Socrate, Pitagora o Chuang Tzu. Se la vita scomparisse da questo minuscolo pianeta, l'universo diventerebbe incredibilmente più povero e occorrerebbero milioni di anni prima di ritornare allo stato in cui la coscienza dell'essere umano si possa illuminare. Non mi sento triste per me. Io sono assolutamente realizzato. La morte non può privarmi di niente. Mi sento triste per la situazione in cui si trova l'umanità intera, perché per gli esseri umani, morire in questo modo, significa venire totalmente privati della possibilità di illuminarsi, di trovare la beatitudine, di scoprire il significato della vita. Gli uomini finora hanno vissuto nell'oscurità, dovranno per forza anche morire nell'oscurità? I politici hanno tutte le intenzioni di distruggere tutto e tutti. Prima che riescano a provocare un suicidio collettivo, almeno tu devi conoscere il Dio che esiste dentro di te. Non rimane più molto tempo e ci aspetta un lavoro enorme. Però, se hai coraggio, puoi raccogliere questa sfida.

L'ESTINZIONE DI UN PENDOLO


Succede a volte che sia impossibile affossare un pendolo, che non si riesca cioè né a ignorarlo né a isolarlo.
Avevo un amico dall’aspetto pacato e gentile ma dotato di una forza fisica non comune. Una sera tardi, mentre rientravamo in tram, ci siamo imbattuti in una compagnia di teppisti dall’aria aggressiva, un vero pendolo distruttivo. Erano in tanti e si caricavano l’uno con l’altro di energia negativa, sentendosi pienamente impunibili e intoccabili. Questo tipo di compagnia cerca di solito qualcuno da molestare per rifornirsi di energia anche da sorgenti esterne. Cosi hanno incominciato ad infastidire il mio amico, rassicurati dal suo aspetto pacifico e bonario. Per un po’ l’hanno preso in giro e l’hanno offeso, ma lui continuava a sedere in silenzio, ignorando le loro provocazioni, cercando cioè di affossare il pendolo-teppisti. Io nel frattempo osservavo senza intervenire , sapendo che il mio amico non aveva nulla da temere, al contrario dei teppisti. Alla fine, non sopportando più la situazione, il mio amico si e’ diretto verso l’uscita ma uno dei bulli più sfrontati gli ha sbarrato la strada. Messo alle strette, il mio amico ha agguantato il teppista per la collottola e gli ha vibrato un colpo che gli ha letteralmente spappolato la faccia.
I compagni del malcapitato sono rimasti impietriti dallo stupore e dell’orrore. Quando il mio amico si e’ girato per afferrarne un altro, questi, con voce tremante, l’ha pregato di lasciarlo andare. L’energia del pendolo-compagnia si e’ immediatamente dissolta e i suoi membri, urtandosi e indietreggiando, si sono precipitati fuori dal tram.

Certo, coloro che si possono difendere non hanno problemi. Ma gli altri, cosa possono fare in questi casi? Se veramente non c'è’ via di scampo, si può estinguere il pendolo escogitando qualcosa di straordinario e inatteso, una mossa che nessuno si aspetta.
Mi hanno raccontato questa storia: una banda di bulletti di strada aveva circondato un ragazzo con l’intenzione di menarlo. Il ragazzo si e’ avvicinato al capo e, sgranando due occhi da folle, gli ha dichiarato: “Vuoi che ti spacchi il naso o la mascella?”. Un tale sviluppo non si inscriveva nello scenario abituale, perciò il capobanda per un attimo ha indugiato. Allora il ragazzo, preso da un’euforia da folle, gli ha gridato: “Vieni qui che ti stacco un orecchio!”, attaccandoglisi con le cinque dita all’orecchio. Il capobanda ha lanciato un urlo straziante. Lo spettacolo che la banda era solita inscenare veniva rovinato. Il capo, ben lungi dal pensare di picchiare qualcuno, era preoccupato solo di liberarsi l’orecchio dalla presa. Il ragazzo, considerato fuori di senno, fu lasciato in pace e riuscì in questo modo a evitare l’attacco.
Quindi, se vi succede di capitare in una situazione il cui scenario di sviluppo e’ prevedibile, fate una qualsiasi mossa purché essa non si inscriva in questo scenario. Il pendolo si estinguerà. Finché agite secondo lo scenario, accettate il gioco del pendolo e emettete energia alla sua frequenza. Ma se la vostra frequenza incomincia a differenziarsi sostanzialmente da quella del pendolo, entrate in dissonanza con quest’ultimo e lo confondete dal ritmo.


Allo stesso tempo e’ meglio non esagerare se avete a che fare con un pendolo che non ha niente da perdere. Se per esempio vi hanno aggredito per derubarvi, e’ meglio dare subito i soldi. Alcuni tengono apposta in tasca un po’ di dollari in contanti, che’ se l’aggressore e’ un folle o un tossicomane, egli può togliervi la vita senza pensarci, anche se siete esperti di arti marziali. Per questo e’ meglio non intrigarsi con gente del genere, come con i cani rabbiosi. Sarebbe una morte ingiustificata e assurda.
Ad estinguere un pendolo aiuta anche il senso dell’umorismo e l’immaginazione. Provate a mutare la vostra irritazione in gioco. Se per esempio vi infastidisce la folla in strada o in un mezzo pubblico, provate ad immaginare di trovarvi in Antartide, in mezzo a un assembramento di uccelli. Le persone sono pinguini, che si muovono agitati e ondeggiano in modo buffo. E voi chi siete? Anche voi siete dei pinguini. Se riuscite a trasfigurare la situazione in modo analogo, le persone che vi stanno attorno vi susciteranno già più simpatia e curiosità che irritazione.
Certo, e’ difficile controllarsi quando si vorrebbe letteralmente fare a pezzi qualcosa. In questi momenti e’ difficile ricordare che la data situazione e’ il prodotto di un pendolo che cerca di estrarre la vostra energia. Cercate di non cedere alle sue provocazioni. Il pendolo, come un vampiro, utilizza una sorta di anestesia, la vostra abitudine a reagire negativamente a un irritante. Persino ora, dopo aver letto queste righe, potete distrarvi e rispondere con irritazione a una telefonata indesiderata. Ma se vi prefissate lo scopo di ricordare, col tempo svilupperete l'immunità alle provocazioni dei pendoli.
Fate ben attenzione: se vi scontrate con una circostanza fastidiosa e reagite con irritazione, indignazione e altre emozioni negative, la situazione negativa si protrarrà e si evolverà o sorgeranno nuovi problemi. Il pendolo oscilla cosi, grazie a voi che lo fate oscillare. Provate ad agire al contrario: o manifestando una reazione adeguata o non manifestando alcuna reazione. Provate per esempio ad accogliere il problema con un finto entusiasmo o con un’euforia da idiota: si tratta di sistemi per estinguere il pendolo. Vedrete che non seguirà nessuna continuazione.
Come ricorderete, l’abitudine a reagire negativamente di fronte a circostanze fastidiose funge da leva d’innesco del meccanismo di presa della vostra energia mentale da parte del pendolo. Quest’abitudine verrà meno se comincerete a giocare a un gioco originale, basato sulla sostituzione a bella posta di sensazioni: invece della paura provate a manifestare sicurezza, invece di provare sconforto provate a sfoderare entusiasmo, al posto dell’indignazione esibite indifferenza e al posto dell’irritazione mostrate gioia. Provate a reagire almeno di fronte ai piccoli problemi in modo “non adeguato”. Che cosa avete da perdere? Magari potrà sembrare una cosa assurda, però questo stile di gioco non lascerà al pendolo nessuna chance. Questo metodo ci sembra assurdo proprio perché i pendoli ci hanno abituato a giocare solo ai giochi che convengono a loro. Provate ad imporre un vostro gioco, che vi procuri piacere e soddisfazione: scoprirete con stupore quanto questa tecnica sia potente. Il principio qui e’ solo uno: emettendo a una frequenza diversa da quella di risonanza entrate in dissonanza con il pendolo, quest’ultimo si estingue rispetto a voi e finisce per lasciarvi in pace.


Esiste un altro metodo interessante di estinzione, l’estinzione morbida: se qualcuno vi infastidisce, diventa per voi un problema, provate a capire che cosa manca a questa persona, cercate di arguire di che cosa ha bisogno. E ora provate ad immaginare questa stessa persona gia’ in possesso di quello che gli mancava. Si può trattare di salute, sicurezza, stato d’animo tranquillo. A ben pensarci questi sono i tre fattori principali che servono agli uomini per farli sentire soddisfatti. Provate a pensare: di che cosa ha effettivamente bisogno in questo momento la persona che suscita la vostra irritazione?
Supponiamo che il vostro capo si sia arrabbiato con voi. Magari e’ stanco o ha dei problemi in famiglia. Allora gli serve uno stato d’animo tranquillo. Immaginatevelo mentre se ne sta sdraiato in poltrona davanti alla televisione o vicino al caminetto, o con una canna da pesca in riva al fiume o in sauna con un boccale di birra. Sapete quali sono le sue preferenze?
O magari i suoi superiori gli hanno fatto pressione e lui ha paura di prendersi determinate responsabilità? Allora ha bisogno di sicurezza. Provate ad immaginarlo mentre scia con sicurezza in montagna, o mentre guida un’auto sportiva o mentre si muove con disinvoltura a una festa, al centro dell’attenzione di tutti.
O forse gli fa male qualcosa? Immaginatevelo allora allegro e in forma, mentre nuota nel mare o pedala una bicicletta o gioca a calcio. Certo, e’ meglio sapere quali sono i suoi interessi. Tuttavia non occorre andare tanto lontano. Basta immaginare la persona in una situazione in cui e’ soddisfatta.

Cosa succede allora? Una persona e’ apparsa nel vostro orizzonte e costituisce un problema per voi (può anche trattarsi di un rapinatore). Provate a distrarvi dal problema di cui si fa portatore, in questo modo fin dall’inizio non presterete la vostra testa al cappio di presa della frequenza. Immaginate questa persona in atto di ricevere quello di cui ha bisogno (cosa vuole un rapinatore: mangiare, bere, bucarsi?). Visualizzate la persona in un quadro di raggiunta soddisfazione. Se ci siete riusciti, considerate che il problema e’ risolto. Il pendolo infatti non ha incominciato a oscillare per caso. Qualcosa l’ha spostato dal suo equilibrio. Lui, consciamente o inconsciamente cerca quel qualcosa che lo riporti all’equilibrio. E l’energia dei vostri pensieri a una determinata frequenza gli da’ proprio questo, anche se indirettamente. Muterà subito la sua aggressività in disponibilità. Fate fatica a crederci? Sperimentate!
Questa tecnica si basa sul principio dell’estinzione del pendolo. Una persona-pendolo vi si avvicina con un problema e voi lo soddisfate, non in modo evidente ma a livello energetico. Gli avete dato la vostra energia ma in minima parte, perdendo molto meno di quanto avreste potuto perdere. E per di più avete fatto una buona azione, venendo in soccorso a un bisognoso, anche se per poco. La cosa interessante e’ che in seguito egli avrà con voi un rapporto piu’ amichevole. Non capirà perché in vostra compagnia si senta bene. Che rimanga un vostro piccolo segreto.
Potete applicare questa tecnica anche nei casi in cui siete voi ad aver bisogno di qualcosa da qualcuno, che, preso dai suoi problemi non e’ disposto a venirvi incontro. Vi serve la firma del capo? Prima “nutritelo” con una visualizzazione benefica e vedrete che farà tutto quello che chiedete.


E infine: cosa dite, dov'è’ andata a finire secondo voi l’energia di un pendolo frenato? E’ passata a voi. Venendo a capo di un problema voi diventate più forti. La volta prossima ciò per voi non sarà una difficoltà. Non e’ forse cosi? Se invece vi metteste a lottare con il problema, cedereste energia al pendolo che ha creato questo stesso problema.
Le pratiche di affossamento e estinzione del pendolo sono note agli psicologi e agli psicoterapeuti come tecniche professionali. In questo senso non sono delle novità. Ma per le persone che non conoscono i metodi della psicologia applicata sono veramente preziose poiché chiariscono come e perché funzionano i sistemi psicologici di difesa.

FONTE transurfing lo spazio delle varianti 

L AFFOSSAMENTO DI UN PENDOLO


Lottare contro un pendolo e’ inutile. Come si diceva prima, lottare contro un pendolo equivale a rifornirlo di energia. La condizione prima e più importante per il successo e’ rifiutare di lottare contro il pendolo.
In primo luogo i pendoli vi pressano in misura proporzionale ai vostri tentativi di liberarvi dalla loro pressione. Potete ripetere all’infinito “Smettetela, lasciatemi in pace!” e potrà anche sembrarvi di essere riusciti a liberarvi dalla loro influenza. In realtà, così dicendo, non fate che nutrirli della vostra energia e attaccarveli ancora di più.
In secondo luogo voi non avete il diritto di giudicare e di cambiare qualcosa in questo mondo. Bisogna percepire tutte le manifestazioni della realtà come quadri in una mostra, che vi piaccia o no. In una mostra ci possono essere tanti quadri per voi poco interessanti. Ma non vi viene nemmeno in mente di chiedere ai curatori di toglierli.
Una volta che avete riconosciuto al pendolo il suo diritto di esistere, siete in pieno diritto di uscire, di svincolarvi dalla sua influenza. Ma l’importante e’ non lottare contro di lui, non giudicarlo, non arrabbiarsi, non perdere il controllo della situazione, che’ diversamente prendereste parte al suo gioco. Al contrario, dovete accettarlo tranquillamente come un fatto dovuto, un male inevitabile e solo dopo uscirne. Ogni manifestazione di non accettazione e’ un’emissione di energia in direzione del pendolo.
Prima di capire cosa significhi scegliere bisogna imparare a rifiutare. Gli uomini, di solito, non hanno le idee chiare su quello che vogliono. Per contro sanno benissimo che cosa non vogliono. Mirando a evitare cose o fatti indesiderati, molti agiscono in modo tale da ottenere esattamente il contrario. Per rifiutare, bisogna prima accettare. Il verbo “accettare” qui non significa lasciar entrare dentro di sé, permettere un accesso, bensì riconoscere alle altre realtà il diritto di esistere e, fatto questo, lasciarsele alle spalle con indifferenza. Accettare e lasciar andare significa far passare dentro di sé un fatto e dargli l’addio, dimenando la mano in gesto di saluto.
Per contro, accettare e tenere significa prendere dentro di sé e di conseguenza attaccarsi o attaccare, opporsi.
Se siete tormentati da pensieri di situazioni che non vi piacciono, state sicuri che le ritroverete nella vostra vita. Facciamo un esempio: a una persona non piacciono le mele. Le detesta, prova un senso di nausea alla loro vista. Potrebbe semplicemente ignorarle, ma non le garba il fatto che nel mondo in cui vive possa esistere una simile schifezza, le mele. Si irrita ogni volta che le capitano sotto gli occhi e manifesta apertamente il suo disgusto. Questo e’ quanto succede a livello materiale. A livello energetico l’uomo in questione si getta con avidità sulle mele, se ne riempie la bocca, le mastica rumorosamente cantilenando contemporaneamente il suo disgusto, se ne riempie le tasche, si soffoca e di nuovo si lamenta di quanto l’hanno esasperato. Non gli passa per la testa il pensiero che basterebbe eliminare le mele dalla sua vita, giacché non le vuole.
Amare o odiare qualcosa non fa differenza. L’importante e’ che se i vostri pensieri sono fissati sull’oggetto dei vostri sentimenti, l’energia mentale si fissa su una determinata frequenza,


voi finite nella rete del pendolo e vi spostate su una linea della vita dove l’oggetto della vostra fissazione abbonda.
Se non volete qualcosa, basta non pensarci, basta passarci sopra con indifferenza, Sparirà automaticamente dalla vostra vita.
Gettar via qualcosa dalla propria vita significa non evitare ma ignorare. Evitare significa ammettere nella propria vita ma sforzarsi di liberarsene. Ignorare invece vuol dire non reagire in nessun modo e, di conseguenza, non avere.
Immaginate di essere un radioricevitore. Ogni mattina vi svegliate e ascoltate una stazione radio che odiate, il mondo che vi circonda. Ma se non vi piace, sintonizzatevi su un’altra frequenza!
Può sembrare che una cortina di ferro tra voi e il mondo vi aiuti a difendervi dall’influenza di pendoli indesiderati. In realtà si tratta di una pura e semplice illusione. Protetti da una corazza di ferro potete ripetete a voi stessi quanto volete:”Sono un muro cieco. Non vedo, non sento, non so niente e non dirò niente a nessuno. Non permetto accessi”. Tuttavia, per mantenere un siffatto campo di difesa occorre consumare un sacco d’energia. L’uomo desideroso di isolarsi intenzionalmente dal mondo, finisce per trovarsi in uno stato continuo di tensione. Come se non bastasse, l ’energia del campo di difesa e’ sintonizzata alla frequenza del pendolo contro cui e’ finalizzata la difesa. Ed e’ proprio quello che serve al pendolo. Per lui infatti e’ indifferente come avviene l’emissione d’ energia, se volontariamente o in modo contrario alla vostra volontà.
E allora, come ci si può difendere dall’azione di un pendolo? Facendo il vuoto. Se sono vuoto, non offro agganci. Non faccio il gioco del pendolo ma non cerco nemmeno di difendermi. Lo ignoro semplicemente. L’energia del pendolo, senza toccarmi, si diffonde e si disperde nello spazio. Il gioco del pendolo non mi preoccupa, non mi tange. Rispetto a lui io sono vuoto.
Il compito principale del pendolo e’ attrarre sostenitori e ricevere da loro energia. Se ignorate il pendolo, esso vi lascerà in pace e si rivolgerà altrove, poiché agisce solo con coloro che accettano il suo gioco e che emettono energia alla sua frequenza.
Un esempio banale: vi siete attirati l’attenzione di un cane che incomincia ad abbaiarvi contro. Se vi girate verso di lui abbaierà ancora di più, Se lo prendete sul serio e incominciate a rispondergli, vi inseguirà ancora a lungo, il suo scopo e’ infatti quello di trovare qualcuno con cui litigare. Se invece lo ignorate , lui troverà presto un altro soggetto da provocare. Si noti bene che al cane non passa neanche per la mente di offendersi per l’attenzione che gli avete negato. E’ troppo preso dal suo scopo di ricevere attenzione per poter pensare a qualcos’altro.
Se sostituite al cane una persona tendenzialmente conflittuale e intrigante, il modello funzionerà ugualmente.
Se qualcuno vi infastidisce, provate a misurare su di lui il modello del pendolo distruttivo, probabilmente gli andrà a pennello. Se non riuscite a calmare l’importuno, provate semplicemente a non rispondere alle sue provocazioni, ignoratelo. Finché continuate a fornirgli la vostra energia lui non vi lascerà in pace. Potete dargli energia sia direttamente, litigando con lui, sia indirettamente, odiandolo in silenzio. Smettere di fornirgli energia vuol dire non pensare a lui, toglierselo dalla testa. Provate a dire semplicemente a voi stessi: “Ma che se ne vada al diavolo!”. Vedrete che presto lui se ne andrà dalla vostra vita.


Tuttavia accade spesso che sia quasi impossibile ignorare semplicemente il pendolo. Facciamo un esempio: il vostro capo vi chiama a rapporto. Un rifiuto o un tentativo di difesa equivarrebbero a una perdita di energia, dato che in entrambi i casi si tratta di un sistema di lotta contro il pendolo. In questa situazione potete fingere di fare il gioco del pendolo. L’importante e’ che vi rendiate conto di entrare nel gioco a bella posta.
Immaginate che un pezzo d’uomo brandisca contro di voi una mazza con l’intento di colpirvi. Voi non fate resistenza, non vi difendete e non attaccate. Vi fate semplicemente di lato, così l’energumeno con la mazza in mano vola nel vuoto. Il pendolo, non potendo agganciarvi, e’ affondato e scomparso.
Questo principio e’ alla base dell’aikido. Qui succede letteralmente che l’attaccante viene preso per il braccio, accompagnato nei suoi movimenti e quindi rilasciato dalla parte in cui e’ diretta la sua energia. Il segreto sta nel fatto che il difensore non si oppone all’attacco, si accorda con la linea dell’attaccante, lo accompagna un po’ di tempo e quindi lo rilascia. L’energia dell’attaccante si disperde nel vuoto, perché, se il difensore e’ “vuoto”, non offre appigli.
La tecnica di questo morbido approccio consiste nel fatto che voi all’inizio rispondete al primo attacco del pendolo con un consenso e solo in un secondo momento vi mettete diplomaticamente in disparte o convogliate senza insistenza l’energia nella direzione che vi interessa.
Il vostro capo, per esempio, vuole scaricarvi un lavoro e insiste affinché esso venga svolto esattamente come vuole lui. Voi sapete che sarebbe meglio operare diversamente o ritenete addirittura che non spetti a voi fare questo lavoro. Se incominciate ad obiettare, discutere, giustificarvi, il capo, con durezza, esigerà la vostra obbedienza. Lui infatti ha preso una decisione e voi gli andate contro. Provate a fare il contrario. Ascoltatelo con attenzione, concordate con lui, smorzate il vostro impulso alla discussione. E solo dopo incominciate tranquillamente ad esaminare con lui i dettagli della questione. In questo preciso momento avete assorbito l’energia del capo ed avete cominciato ad emettere alla sua frequenza. Il suo impulso, non trovando resistenza, per un po’ di tempo si fermerà. Non ditegli che voi sapete meglio di lui come svolgere il lavoro, non opponete rifiuti e non discutete . Fate semplicemente in modo di consigliarvi con il capo su come potreste eseguire il lavoro nel modo migliore o piu’ veloce o su chi altri potrebbe svolgere il lavoro più efficacemente di voi. In questo modo risulta che voi oscillate insieme al pendolo ma lo fate in piena coscienza, senza prendere parte al gioco, quasi osservando dal di fuori. Il pendolo oscilla, pienamente immerso nel gioco che e’ il suo, dato che e’ lui a prendere le decisioni con cui gli altri concordano o su cui si consultano. E voi vedrete che l’energia, inizialmente indirizzata verso di voi, finirà per disperdersi altrove, in direzione di un’altra decisione o alla ricerca di un altro esecutore. In questo modo, per voi personalmente, il pendolo e’ affossato. segue...

fonte Transurfing lo spazio delle varianti 

venerdì 26 ottobre 2012

AVRETE CIO' CHE NON VOLETE


Come si diceva innanzi, i pendoli possono ricevere energia sia dai loro sostenitori che dai loro avversari. Ma la perdita di energia e’ il minore dei mali. Se il pendolo e’ sufficientemente distruttivo, il danno arrecato investirà il destino intero della persona e la sua felicita’.
Ciascuno di noi si scontra periodicamente con notizie negative o fatti indesiderati. Sono le provocazioni dei pendoli. L’individuo non vuole che questi momenti negativi entrino nella sua vita e di solito reagisce in uno dei due modi: se l’informazione non lo coinvolge da vicino, la ignora e finisce per dimenticarla presto; se invece la notizia e’ per lui provocatoria, suscita spavento o irritazione cioè lo tocca nel vivo, allora si produce l’effetto della presa dell’energia mentale al cappio del pendolo: l’individuo si sintonizza sulla frequenza di risonanza di quest’ultimo. Gli avvenimenti che seguono poi si sviluppano secondo il solito scenario: l’individuo si arrabbia, si indigna, si agita, si spaventa, esprime tutta la sua insoddisfazione e ciò facendo emette energia alla frequenza del pendolo distruttivo. L’energia prodotta non va solo al pendolo. I parametri dell’energia mentale sono tali per cui l’individuo si sposta su quelle linee della vita dove trova in abbondanza proprio quello che voleva evitare.
Se ben vi ricordate, si diceva che, se l’emissione dell’energia mentale di un individuo si fissa su una determinata frequenza, costui si sposta sulla linea della vita corrispondente. Il ruolo distruttivo del pendolo consiste qui nel fissaggio della frequenza con l’aiuto del cappio di presa.
Supponiamo che trascuriate la notizia di una catastrofe o di un cataclisma. Se la cosa non vi riguarda, infatti, perché dovreste amareggiarvi inutilmente? In questo caso, da qualche parte avviene una catastrofe ma voi personalmente vi trovate su una linea della vita dove occupate una posizione di osservatore e non di vittima. La linea dove siete in posizione di vittima e’ rimasta in disparte. Viceversa, se vi lasciate invadere dalla notizia di una catastrofe o di una disgrazia, vi disperate e discutete il fatto con gli amici, non e’ da escludere che presto vi ritroviate spostati su una linea dove figurate in posizione di vittima. Ne deriva che se il desiderio di evitare una determinata circostanza e’ molto forte, esiste una forte probabilità che l’indesiderata circostanza si verifichi. Lottare con tutte le proprie forze contro qualcosa che non volete, equivale a investire energia affinché ciò si produca nella vostra vita.
Affinché lo spostamento su linee indesiderate della vita si realizzi, non occorre necessariamente intraprendere delle azioni. Sono sufficienti i pensieri negativi, ben conditi da equivalenti emozioni. Non volete che faccia brutto tempo e pensate a quanto odiate la pioggia. I vicini vi disturbano e voi litigate continuamente con loro, odiandoli in silenzio. Temete qualcosa e ciò vi crea preoccupazione. Siete stanchi del lavoro che fate e quasi assaporate sentimenti di ostilità verso il vostro lavoro. Ovunque, siete perseguitati da ciò che
fortemente non volete, temete, odiate, disprezzate. D’altra parte ci sono tante altre cose che vorreste evitare ma in questo preciso momento non vi preoccupano. E proprio per questo non succedono.


Tuttavia, non appena vi lasciate penetrare dal negativo, vi imbevete di ostilità e cominciate a cullare questa sensazione, l’evento indesiderato troverà sicuramente il modo di materializzarsi nella vostra vita.
L’unico modo per allontanare dalla propria vita gli eventi indesiderati e’ liberarsi dalla pressione del pendolo che si e’ impadronito della vostra energia mentale, non cedere alle sue provocazioni e non farsi coinvolgere nel suo gioco. Ci si può svincolare dalla presa del pendolo solo in due modi: o affossandolo o estinguendolo. Vediamo da vicino come si deve fare. segue...

fonte  Transurfing lo spazio delle varianti

I PENDOLI DISTRUTTIVI


Fin dall’infanzia ci hanno insegnato a sottometterci alla volontà altrui, a fare il nostro dovere, a servire la patria, la famiglia, il partito politico, l’azienda, lo stato, l’idea...Servire tutti e solo in ultima istanza noi stessi. Ognuno di noi ha un senso più o meno forte del dovere, della responsabilità, dell’obbligo e di colpa. Ognuno di noi in un modo o in un altro “presta servizio” presso una comunità o un gruppo: la famiglia, il club, la scuola, la ditta, il partito politico, lo stato e così via. Tutte queste strutture nascono e si sviluppano allorché un singolo gruppo di individui incomincia a pensare e ad agire in una stessa direzione. A questo gruppo si aggiungono poi nuove persone, la struttura cresce e si allarga, prende forza, obbliga i propri membri ad osservare delle regole prestabilite e a lungo andare può finire per sottomettere larghi strati di società.
A livello di realizzazione materiale la struttura risulta formata da individui accomunati dagli stessi scopi e da beni materiali, che possono essere edifici, costruzioni, arredi, attrezzature, mezzi tecnici eccetera. Ma, a livello energetico, che cosa c'è’ dietro a tutto ciò?
La struttura prende vita quando i pensieri di un gruppo di individui vanno in una stessa direzione e di conseguenza i parametri di energia mentale di ognuno sono identici. L’energia del pensiero dei singoli individui si fonde in un unico flusso. In questo caso, in mezzo a un oceano di energia libera, si crea una struttura energetica d’informazione singola e indipendente – un pendolo energetico. Questa struttura comincia a vivere di vita propria e ad assoggettare alle sue leggi gli individui responsabili della sua creazione.
Perché un pendolo? Perché oscilla con frequenza tanto più forte quanto maggiore e’ il numero degli individui, dei sostenitori, che lo nutrono della loro energia. Ogni pendolo ha la sua frequenza tipica di oscillazione. Un’altalena, ad esempio, può oscillare solo se si esercita una forza di determinata frequenza. Questa frequenza si chiama risonanza. Se il numero di sostenitori del pendolo viene meno, le sue oscillazioni si smorzano. Quando non rimangono più sostenitori, il pendolo si ferma e muore come entità. Ecco una serie di esempi di pendoli estinti: le antiche religioni pagane, gli strumenti di lavoro di pietra, I tipi antichi di armi, le vecchie tendenze della moda, i dischi di vinile...in altre parole, tutto quello che era diffuso un tempo e ora non c'è’ più


Vi chiederete forse con stupore: ma si tratta davvero di pendoli?
Si, qualsivoglia struttura dotata di attributi propri e creata dall’energia mentale di singoli individui e’ un pendolo. Più in generale si può dire che qualsiasi essere vivente in grado di emettere energia in una precisa direzione prima o poi crea un pendolo energetico. Ecco degli esempi di pendolo tratti dal mondo della natura: le colonie di batteri, le popolazioni di esseri viventi, I branchi di pesci, le mandrie di bovini, le distese boschive, le praterie, I formicai – ogni tipo di struttura omogenea e più o meno organizzata di organismi viventi.

Ogni singolo organismo vivente e’ di per sé un pendolo elementare, rappresentando un ‘ unità energetica. Quando un gruppo di simili unità di pendoli incomincia ad oscillare all’unisono prende vita un pendolo di gruppo. Esso si erige sopra I suoi sostenitori come una sovrastruttura, esiste come struttura singola e indipendente e fissa un insieme di regole finalizzate a tenere insieme i membri già esistenti e ad accattivarne di nuovi. Una tale struttura e’ indipendente nel senso che si evolve autonomamente, secondo leggi proprie. I suoi membri non si accorgono di agire secondo le leggi del pendolo e non di propria volontà.
L’apparato burocratico, per fare un esempio, si sviluppa come struttura autonoma, indipendentemente dalla volontà dei singoli funzionari. Un funzionario influente potrà certamente decidere in autonomia, tuttavia le sue decisioni non potranno entrare in conflitto con le leggi del sistema, in caso contrario egli verrebbe espulso. Persino un individuo preso singolarmente, rappresentando di per sé un pendolo, non si rende sempre conto delle motivazioni che lo spingono ad agire in un determinato modo. Basti pensare ai vampiri energetici.
Ogni pendolo per sua natura e’ distruttivo, giacché sottrae energia ai suoi membri e li sottomette al proprio potere. Il carattere distruttivo del pendolo si manifesta nella sua totale indifferenza al destino di ogni singolo membro. L’obiettivo del pendolo e’ solo uno – ricevere l’energia del membro. Quale possa essere in tutto ciò il vantaggio del singolo membro, per il pendolo non ha nessuna importanza. L’individuo che subisce l’influenza del sistema e’ costretto a costruire la sua vita in conformità alle leggi imposte dal sistema, diversamente rischia di finirne stritolato ed espulso. Per questo motivo chi si trova a subire la pressione di un pendolo distruttivo può rovinarsi con estrema facilità l’intera esistenza. Sfuggirne indenni e’ di solito molto difficile.
Se una persona ha fortuna, riesce a trovare il suo posticino nel sistema e ad assestarsi lì, vivendo come un pesce nell’acqua. Dal suo posto egli, come membro, fornisce energia al pendolo e quest’ultimo lo ricambia, garantendogli un ambiente di sopravvivenza. Qualora però egli violasse le leggi della struttura e la sua frequenza di emissione non coincidesse più con quella di risonanza delle oscillazioni del pendolo, quest’ultimo, privato di una fonte d’ energia, finirebbe per ripudiarlo o distruggerlo.
Se invece una persona finisce per sbandare e si allontana dalle sue linee esistenziali favorevoli, la sua vita nella struttura di un pendolo estraneo si trasforma in un supplizio o in una squallida sopravvivenza. In questi casi il pendolo diventa letteralmente distruttivo e il malcapitato perde completamente la sua libertà. Che gli piaccia o meno, egli viene costretto a vivere secondo leggi imposte e relegato al ruolo di rotella in un grande ingranaggio.


C'è’ anche chi, finendo sotto l’ala protettiva di un pendolo, raggiunge risultati eccellenti. Napoleone, Hitler, Stalin e analoghe personalità della storia, sono tutti i beniamini dei pendoli distruttivi. Anche in questi casi però, i pendoli non si preoccupano del benessere dei loro singoli membri, impegnati come sono ad utilizzarli per i propri scopi. Quando fu chiesto a Napoleone se si fosse mai sentito veramente felice egli poté ricordare di tutta la sua vita solo pochi giorni.
Il pendolo utilizza metodi sofisticati per l’adescamento di nuovi seguaci, riuscendo ad attirarli come mosche al miele. Quante volte le persone, facendosi allettare dalle trovate pubblicitarie dei pendoli, si sono allontanate dalla felicità che avevano sotto il naso! Vanno a fare il servizio militare e muoiono; affrontano studi e imparano una professione che non e’ la loro; trovano un lavoro estraneo alla loro personalità, pur tuttavia di prestigio, e affondano in un mare di guai; legano la propria vita a una persona che non e’ quella giusta e poi soffrono .
L'attività del pendolo porta spesso alla distruzione dei destini dei suoi singoli membri, per quanto esso cerchi di mascherare le sue motivazioni sotto sembianze virtuose. Il rischio piu’ grave per un individuo che subisce la pressione di un pendolo distruttivo sta nel fatto che quest’ultimo fa deviare la sua vittima da quelle linee della vita dove egli avrebbe potuto trovare la sua fortuna. Sottolineiamo di seguito i suoi tratti distintivi:
  • -  Il pendolo si nutre dell’energia dei suoi membri sostenitori e grazie ad essa incrementa la propria frequenza d’oscillazione.
  • -  Il pendolo mira ad attirare a sé quanti più seguaci possibile per ricevere quanta più energia possibile.
  • -  Il pendolo contrappone intenzionalmente il proprio gruppo di membri ai differenti altri gruppi (secondo la logica: noi siamo i buoni, gli altri sono diversi, sono i cattivi).
  • -  Il pendolo lancia accusa aggressive contro chi non e’ riuscito a reclutare, e cerca in tutti i modi di attirare i renitenti dalla sua parte, o di neutralizzarli o di rimuoverli.
  • -  Il pendolo seduce con maschere benevoli, si scherma di fini nobili, gioca con i sentimenti degli individui, al fine di giustificare il proprio operato e accattivarsi quanti più sostenitori possibile.
    Il pendolo, per sua natura, e’ un "egregor"(1), anche se questa definizione non e’ del tutto esauriente. Il concetto di “egregor” non riflette pienamente l’intero spettro delle sfumature dell’interazione tra l’individuo e questa entità energetica d’informazione. In realtà i pendoli hanno nella vita degli individui un peso incommensurabilmente più forte di quanto si sia portati a credere.

    L’esempio che segue illustra chiaramente il modo in cui il pendolo assorbe l’energia dei suoi sostenitori. Provate ad immaginare uno stadio gremito di gente. Si sta disputando una partita di calcio, la tensione si tocca con mano, i tifosi smaniano. Un calciatore commette un imperdonabile fallo e porta la sua squadra alla sconfitta. Sul calciatore si riversa immediatamente la furia dei tifosi, pronti a scendere in campo e a squartarlo. Riuscite ad immaginare la massa di energia negativa che si riversa sulla testa di quel povero disgraziato? Questo mostruoso flusso di energia dovrebbe teoricamente stenderlo sul posto. Ma non e’ cosi: il calciatore rimane vivo e vegeto, abbattuto solo dal suo senso di colpa. E allora, dov'è’ andata a finire l’energia negativa della folla furibonda? Se l'è’ risucchiata il pendolo. Se fosse diversamente, l’oggetto dell’odio della folla morirebbe, mentre gli idoli della folla si librerebbero in aria.
    Non esprimo giudizi sull’essenza del pendolo, se si tratti cioè di un'entità animata o semplicemente di una forma energetica. Tanto più che per la tecnica del Transurfing non e’ di alcuna rilevanza. L'importante e’ riconoscere il pendolo e non stare al suo gioco a meno che non ci sia in ballo un interesse personale diretto.
    Il pendolo si riconosce facilmente da un altro tratto distintivo: esso si trova sempre in stato di rivalità con i suoi simili per conquistarsi la simpatia degli individui. Lo scopo del pendolo e’ solo uno: fare il più proseliti possibile per ricavarne quanta più energia possibile. Quanto più aggressivi sono i mezzi usati dal pendolo nella sua lotta di conquista, tanto più esso e’ distruttivo, tanto più esso rappresenta una minaccia per la vita del singolo individuo.
    Si può obiettare, pur tuttavia, che esistono organizzazioni di beneficenza, associazioni per la difesa della natura, degli animali, eccetera. Che cosa possono avere queste strutture di distruttivo, vi chiederete voi. Per vostra informazione personale, distruttivo e’ il fatto che esse comunque si nutrono della vostra energia, restando assolutamente indifferenti al vostro benessere e alla vostra felicità. Sollecitando ad essere magnanimi con gli altri, vi propongono di rimanere indifferenti a voi stessi. Se ciò vi garba e vi sentite veramente felici facendo queste opere di bene, significa che avete trovato la vostra vocazione, il vostro pendolo. Qui però dovete essere molto onesti con voi stessi: non e’ che per caso indossiate una maschera di virtù? Siete veramente disposti ad offrire con sincerità soldi ed energia per il bene degli altri o non giocate piuttosto a far beneficenza per apparire migliori?
    Purtroppo gli uomini assoggettati ai pendoli distruttivi hanno disimparato a scegliere il proprio destino. Un uomo che ha libertà di scelta, infatti, acquista indipendenza. E i pendoli, dunque, non possono arruolarlo nelle loro file, fare di lui un membro. La nostra coscienza e’ a tal punto assuefatta al pensiero che il destino sia una sorte superiore, che spesso ci e’ difficile credere nella possibilità di scegliere semplicemente quel destino che più ci piace. I pendoli hanno tutta la convenienza di tenere i loro membri sotto controllo, perciò inventano ogni sorta di mezzo per manipolare i propri servitori. 
 tratto  da Transurfing lo spazio delle varianti

mercoledì 24 ottobre 2012

LE CAUSE DELLA MALATTIA SECONDO BACH


Claude Bernard diceva: “un buon terreno non lascia spazio alla malattia“; ciò che conta è quindi il terreno e non l’aggressore. Ad ogni passo nella conoscenza, bisogna farne seguire almeno tre nella consapevolezza, la quale rappresenta l’unico aspetto che funziona come prevenzione dell’infelicità, di cui la malattia n
on rappresenta che il nome e la forma.

Le cellule contenute nel nostro corpo sono circa 60 trilioni; di queste, il 20%, sono geneticamente alterate e perciò potenzialmente portatrici di malattie. Le malattie attaccano infatti solo le cellule danneggiate, non quelle sane, ed è per questo che prevenire le malattie vuol dire mantenere le nostre cellule, in quello stato di buona salute, rappresentato da un generale stato di benessere Psicofisico. Con il nostro intervento emozionale, infatti possiamo produrre disequilibri nel nostro corpo, che superano abbondantemente questa percentuale del 20%, dando il via così a patologie di tipo degenerativo.

La disarmonia, chiamata “malattia”, secondo Bach nasce dal rapporto conflittuale tra l’Anima e la personalità. L’Anima è la parte divina, che ci indica il giusto cammino verso Dio e la strada dell’Amore, mentre la personalità costituisce la maschera esteriore dell’uomo. Ogni azione contro l’Amore crea disarmonia, ogni azione contro noi stessi o contro gli altri, colpisce il Tutto e si riflette sull’insieme. Vediamo così che sono possibili due errori fondamentali: la dissociazione tra la nostra Anima e la nostra personalità o il fare un torto agli altri. Ciascuno di essi provoca il conflitto, che conduce poi alla malattia.

La malattia in sé è quindi benefica, perché ha lo scopo di ricondurre la personalità, alla volontà Divina dell’Anima. Essa può tuttavia essere, a volte, prevenuta ed evitata. Se noi potessimo prendere coscienza degli errori commessi e correggerli con metodi psico-spirituali, non vi sarebbe più bisogno della severa lezione della sofferenza. La comprensione e la correzione dei nostri errori, abbrevierebbe la nostra malattia, restituendoci la salute.
Per restare sani, dobbiamo allora cercare di mantenere l’armonia sui quattro livelli fisico-emozionale-mentale-spirituale, ed è interessante notare come tre livelli su quattro, vadano ascritti ai piani sottili dell’uomo.

Un aiuto fondamentale per questa realizzazione, lo possiamo attingere sicuramente dai “Rimedi elaborati dal dr. Bach”.

Tratto da: Curarsi con le essenze floreali – I rimedi del Dr. Bach
Selezione di testi sull’argomento a cura del Dr. Mario Rizzi

fonte link

I MERAVIGLIOSI VIAGGI ASTRALI DI ROBERT MONROE


I meravigliosi viaggi astrali di Robert Monroe

Robert MonroeRobert Monroe ha descritto nei suoi libri centinaia di meravigliosi viaggi astrali, viaggi della coscienza verso e oltre un altro mondo, un mondo immensamente più grande di quello in cui viviamo, un mondo infinito. Ogni singola esperienza di Monroe poteva durare da pochi secondi fino a molte ore, poteva essere il frutto di uno sforzo volontario, oppure un episodio spontaneo. L’esistenza di un mondo non fisico e di altre dimensioni sembra impossibile, tuttvia anche chi è scettico ammetterà, come almeno nell’immaginazione, tutto possa esistere e potrà allora provare ad immaginarsi che cosa sia veramente un luogo, dove ogni angolo è contemporaneamente un piccolo pensiero e un immenso universo, dove il tempo sembra non esistere, perchè ogni istante può essere eterno.

Il mondo astrale e il corpo astrale

Intorno ai quarant’anni, Robert Monroe incominciò a sperimentare stati di coscienza  particolari, che più tardi lo avrebbero portato a cambiare completamente i propri concetti di scienza e di Dio, a vedere sotto un’ottica assolutamente diversa la vita e la natura dell’uomo. Ricercando e studiando ogni traccia di simili fenomeni, nella storia e nella letteratura dell’uomo, egli scoprì come nelle culture di popoli diversi, riferimenti più o meno espliciti ai viaggi astrali e al corpo astrale, fossero sempre stati presenti.
Per arrivare a comprendere queste sue esperienze, Monroe mantenne fin dal principio, fin dai primi episodi, un atteggiamento rigoroso, distaccato e perfino scettico. Cercò l’aiuto di alcuni studiosi dalla mentalità aperta, con i quali poter intraprendere un percorso di studio di tali fenomeni, mettendo a punto metodologie adeguate allo scopo. Tuttavia, per lui fu grande la solitudine di fonte alla comunità scientifica ufficiale, che ovviamente snobbava apertamente questi fenomeni e il tentativo di indagarli. Monroe non cercava pseudo-scienziati, che abbracciassero, a priori, tesi fantasiose o che fossero disposti ad avallare le farneticazioni di un visionario. Egli desiderava ricavare un resoconto scientifico, serio e inoppugnabile, che dimostrasse, senza ombra di dubbio, la veridicità di questi particolari stati di coscienza. Si sottopose quindi, in prima persona, ad indagini ed esami diversi per arrivare a questo risultato.

L’energia vibrazionale e la proiezione astrale

Robert Monroe incominciò a vivere le sue meravigliose esperienze nel mondo astrale: nella fase di rilassamento appena prima di addormentarsi, entrava spontanenamente in un stato che egli definiva “vibrazionale”, durante il quale tutto il suo corpo “fisico”, veniva pervaso da una potente vibrazione energetica, un’onda che risuonava da una parte all’altra del corpo con forza crescente, fino a quando la sua coscienza riusciva a proiettarsi al di fuori del corpo. A questo punto lui, o meglio il suo Io, non si trovava più nel corpo fisico, – che restava tuttavia disteso a dormire, come fosse il corpo di un’altra persona, – ma al di fuori, come sospeso. Volava, fluttuava sospinto ora dalla faticosa volontà del pensiero, ora da inconscie paure o emozioni. Monroe chiamò questo corposottile, il secondo corpo, ovvero il corpo astrale descritto da sempre in molte culture, religioni, filosofie di pensiero. Un corpo invisibile, che come la magia più inimmaginabile, vola e si teletrasporta da un luogo all’altro, in un istante.

Crisi, Italia: record del debito pubblico. E’ al 126% del Pil, secondo solo alla Grecia


Secondo Eurostat nel primo trimestre 2012 aveva già raggiunto il picco di 123,7%, il valore più alto dal '95 quando era al 120,9%.Il rapporto peggiora anche nell’Ue nel suo complesso, dove è passato dall’83,5% del primo trimestre all’84,9% del secondo


Nuovo record per il debito pubblico italiano, che nelsecondo trimestre del 2012 è schizzato al 126,1% del Pil. Secondo i dati forniti da Eurostat, nel primo trimestre aveva già raggiunto il picco di 123,7%, il più alto dal ’95 quando era al 120,9%. L’Italia si conferma seconda solo alla Grecia, il cui debito è ora al 150,3% e appena superiore a quello portoghese (117,5%).

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martedì 23 ottobre 2012

LIBERO ARBITRIO

L’essere umano possiede libero arbitrio oppure no?
Anche se oggi nessuno si pone più la domanda e la risposta affermativa viene data per scontata, in realtà per filosofi e scienziati la questione non è ancora giunta a una soluzione certa.


Ci piace immaginare noi stessi alla stregua di esseri consapevoli, capaci di produrre atti volitivi, in possesso di libero arbitrio... ma non lo siamo affatto. O meglio, ognuno di noi lo è in misura diversa. Il libero arbitrio, ossia la capacità di produrre Volontà e modificare il mondo intorno a sé senza lasciarsi influenzare da esso, è infatti una caratteristica presente in ciascun essere umano in quantità differente. È una proprietà che non esito a definire “magica”. Volontà, Magia e libero arbitrio sono in fondo la medesima cosa. Il mago infatti è qualcuno che possiede una grande forza di volontà, e grazie a questa acquisisce anche un’ottima capacità di modificare la realtà che lo circonda.


Un Federico II Hohenstaufen possedeva una capacità di modificare la realtà intorno a sé decisamente maggiore rispetto a un questuante che chiede l’elemosina all’angolo della strada. Il secondo si affida totalmente a quanto può giungergli dall’esterno e non ha nessun controllo nemmeno su ciò che riuscirà a mangiare quel giorno. All’opposto, un imperatore o un capo di Stato hanno la possibilità di crearsi la vita che vogliono e d’influenzare milioni di persone con il loro volere.
Fra questi due opposti si colloca ognuno di noi con la sua personale capacità “magica” d’influenzare il mondo intorno a sé.


Chiedetevi in che misura state decidendo della vostra vita e in quale percentuale la state invece subendo.


Ho fatto questa premessa perché voglio presentarvi il video d’un mio intervento sul libero arbitrio tenuto a fine Settembre a Roma. L’incontro in realtà era dedicato alla divulgazione delle idee portate avanti da Armando Siri e dal suo partito, ma, probabilmente ispirato dall’eccezionale contesto – eravamo in una sala del Palazzo del Campidoglio – ho deciso sul momento di parlare del libero arbitrio e della Volontà, in quanto li ritengo indispensabili non solo nell’ambiente della politica, ma anche al fine di condurre una vita soddisfacente.


Nell’educazione di oggi si trascura la figura dell’Eroe, del Cavaliere, di colui che supera la prove con la sua forza di volontà per giungere alla vittoria o alla liberazione d’una fanciulla tenuta prigioniera in una torre (=l’anima prigioniera dentro l’apparato psicofisico che viene finalmente liberata). La società odierna glorifica lo sconfitto, colui che “vola basso”, che non si fa notare troppo per i suoi successi o per la sua intelligenza. Ci vergogniamo dei nostri successi e a nostra volta siamo pronti a criticare chi ostenta i suoi, chi osa sollevarsi dalla mediocrità e se ne frega del giudizio degli altri.


L’idea stessa di “successo” è stata degradata. Viene ritenuto “di successo” chi finisce in televisione pur senza qualità e senza aver compiuto sforzi per acquisire nuove capacità. Viene ritenuto “di successo” chi vince al superenalotto, anche qui, senza aver utilizzato particolari qualità o la propria forza di volontà. Lo sforzo necessario per raggiungere un obiettivo viene ritenuto un inutile ostacolo, anziché un aspetto evolutivo indispensabile all’acquisizione di maggiore libero arbitrio. In verità lo sforzo – che consente una trasformazione interiore mentre tentiamo di realizzare il nostro obiettivo – è massimamente evolutivo per la nostra specie e rappresenta la ragione per cui siamo qui sulla Terra.


Al telegiornale di norma s’intervistano gli sconfitti e i perseguitati dalla vita, oppure chi ha ottenuto un successo facile, effimero, mostrando il sedere in qualche reality show, e mai si presta attenzione a quei piccoli imprenditori vincenti, perché pieni di Volontà, di cui l’Italia in realtà è piena. Sono questi che dovrebbero fare da stimolo e da esempio per i giovani.
E il fatto che invece accada il contrario, dovrebbe farci pensare. link