giovedì 8 novembre 2012

I CERCHI NEL GRANO CI COMUNICANO QUALCOSA?


Da quando negli anni Settanta fecero la loro prima apparizione nei campi di cereali inglesi, si è parlato a più riprese dei cerchi nel grano, dandone varie, a volte fantasiose, spiegazioni.
C’è chi sostiene che siano opera di intraprendenti falsari, c’è chi li attribuisce ad esseri alieni e chi addirittura ritiene che vengano prodotti da orde di ricci che durante l’accoppiamento si rotolerebbero per terra all’unisono!
Negli ultimi anni, tuttavia, una parte degli studiosi ha spostato l’attenzione dal “chi” realizzi queste figure, al “cosa” esse vogliano comunicarci. Percorrendo questa nuova pista si sono scoperti messaggi sorprendenti e, soprattutto, alcuni ricercatori ritengono che con i cerchi nel grano ci si possa persino curare.
Le caratteristiche
Fino agli anni Novanta si parlava semplicemente di “cerchi nel grano” e l’ipotesi che andava per la maggiore era quella della matrice umana, tanto più che nel 1991 due anziani signori inglesi, Doug Bower e Dave Chorley, confessarono di averne fatti molti con una attrezzatura rudimentale. Dal 1991, invece, si usano i termini “pittogrammi” e “agroglifi”, per sottolineare che si tratta di veri e propri simboli con dimensioni e un livello di perfezione sorprendenti. Per fare un esempio, i primi cerchi apparsi a metà anni Settanta non superavano i 30 metri di diametro, mentre con il pittogramma di Milk Hill del 12 agosto 2001 si sono raggiunti i 300 metri di diametro e il numero record di 410 cerchi perfetti di diverse grandezze.
Oltre alla complessità e alla perfezione delle figure, ci sono anche altre caratteristiche che permettono di distinguere i veri pittogrammi da quelli falsi.
Quelli autentici, innanzitutto, compaiono in una notte, qualunque sia la loro dimensione e complessità; hanno un forte legame geografico con le leylines, cioè luoghi come Stonehenge che si trovano nei punti di snodo delle maggiori linee energetiche della terra; il grano non è mai spezzato, ma è piegato o in alcuni casi intrecciato, e, nonostante ciò, continua a crescere normalmente; le spighe piegate presentano delle mutazioni genetiche con deformazione dei chicchi, ingrossamento dei nodi o esplosione dei pori delle cellule, come se fossero state per qualche minuto in un forno a microonde; all’interno dei pittogrammi si riscontrano quasi sempre delle anomalie elettromagnetiche e radioattive; nei cerchi appena formati si avverte un basso ronzio o un fischio costante, quasi ipnotico; infine, in molti casi, i testimoni sostengono di aver visto volare basse sui cerchi delle sfere luminose..
I messaggi
Esiste un linguaggio universale il cui valore è stato sempre lo stesso fin dall’inizio dei tempi e per tutte le civiltà apparse sulla terra. Tale linguaggio secondo alcuni studiosi sarebbe valido non solo per gli abitanti del nostro pianeta ma verrebbe compreso e interpretato anche da qualsiasi civiltà extraterrestre: si tratta del linguaggio dei Simboli. Queste figure comparvero nei primi graffiti prodotti dall’uomo preistorico e appartengono al bagaglio di Archetipi innati che ha ciascuno di noi.
Del resto anche Carl Gustav Jung aveva teorizzato che il nostro inconscio contenga alla nascita delle informazioni innate, impersonali ed ereditarie che costituiscono l’ inconscio collettivo. Esso non ha niente a che fare con l’inconscio personale, il quale deriva, invece, direttamente dall’esperienza dell’individuo.
Chi crede all’origine aliena della nostra razza umana ipotizza che gli archetipi siano stati introdotti nei nostri geni proprio dai nostri creatori quando arricchirono le stringhe del DNA dell’Homo Erectus per trasformarlo in Sapiens (si veda a proposito l’articolo di aprile 2009 Sono gli Anunnaki i nostri antichi creatori?).


Ma al di là dell’origine di questi archetipi, come si collegano ai cerchi nel grano?
E’ semplice, i pittogrammi rappresenterebbero visivamente questi archetipi. Tra le figure comparse ricorrono infatti i simboli tipici della Geometria Sacra, cioè delle figure che hanno un insieme di rapporti e di formule che sono considerate una proiezione approssimativa del sacro e per questo ci permetterebbero di entrare in contatto con le emanazioni energetiche che vengono dal cosmo. All’interno della Geometria Sacra si colloca ad esempio la sequenza di Fibonacci, un rapporto numerico che è alla base di tutte le creature viventi e non viventi: si ritrova nelle proporzioni del corpo umano come nella struttura del DNA, nel fiore di girasole come nella spirale delle galassie. Tale sequenza, prima che la decodificasse nel XII secolo lo studioso Fibonacci, era già utilizzata nella geometria sacra di tutte le civiltà antiche! Una dei più chiari riferimenti allo schema di Fibonacci è la spirale apparsa a Stonehenge il 7 luglio 1996. 
Altro simbolo ricorrente è quello dei sette chakra. Secondo la tradizione induista lungo la nostra colonna vertebrale sono situati sette vortici di energia che, se attivati, ci connettono all’energia dell’universo e ci permettono di raggiungere un livello superiore di consapevolezza e persino di autoguarirci. Tra i cerchi nel grano che rappresentano i 7 chakra il più esplicito e sorprendente è quello apparso a Persey nel luglio del 2004.
Molti pittogrammi degli ultimi anni ci mostrano dei frattali, cioè dei modelli geometrici il cui aspetto globale è identico alla sua particella più infinitesimale. Con i frattali la matematica sembra supportare la moderna teoria dell’Universo olografico, secondo la quale, – proprio come in un ologramma proiettato col laser in cui ogni piccola parte, se isolata, riproduce esattamente l’immagine intera – , ogni individuo sarebbe una parte del Tutto e allo stesso tempo sarebbe anche il Tutto, o, se vogliamo dirla con altre parole, “è a immagine e somiglianza di Dio”.


In molti cerchi, infine, ricorrono disegni che si ricollegano al 2012. Ci sono ad esempio alcuni pittogrammi che riproducono esattamente il calendario Maya che profetizza la fine della nostra era per il 21 dicembre 2012. Presso Avebury Manor, inoltre, il 15 luglio 2008è comparso un cerchio nel grano che rappresenta il nostro sistema solare più un nuovo pianeta che ha un’orbita particolare: sarà forse Nibiru, “il pianeta degli dei” di cui ci si aspetta il ritorno per il 2012? (Si vedano a proposito gli articoli rispettivamente di gennaio e febbraio 2009: Le profezie Maya: il 21 dicembre 2012 finirà il mondo? e Nel 2012 tornerà Nibiru, il pianeta degli Anunnaki?)
In sintesi, quindi, l’obiettivo dei simboli dei cerchi nel grano è ricordarci inconsciamente chi siamo, quali siano le leggi che regolano la vita e quale cambiamento epocale sia in atto. Per i significati specifici dei simboli contenuti nei pittogrammi rimandiamo al bellissimo libro di Adriano Forgione dal titolo Scienza, Mistica e Alchimia dei cerchi nel grano. Ma ribadiamo che la cosa più importante non è comprenderli in modo razionale, bensì “sentirli”, farli risuonare dentro di noi. Proprio in quanto archetipi, infatti, questi simboli sono in grado di richiamare e risvegliare, in modo più o meno inconscio, una conoscenza che già portiamo dentro.

Curarsi con i cerchi

La studiosa che in Italia ha maggiormente approfondito l’aspetto terapeutico dei cerchi nel grano è Anna Maria Bona, con il suo libro Guarire con i cerchi nel grano.
Impiegando rilevatori di frequenza e altre apparecchiature scientifiche si è infatti notato che il disegno dei simboli legati ai nostri archetipi, realizzato su carta o inciso su pietra, metallo o sul terreno, come nel caso dei cerchi nel grano, fa nascere tutto attorno un campo energetico vibrazionale che ha una specifica “onda di forma”.
Ogni onda di forma con le sue vibrazioni incide sull’osservatore, indipendentemente dal fatto che ne sia consapevole o no. “Esiste una specie di contagio ‘simbolico’ “, spiega il ricercatore Alfredo Di Prinzio “ anche per chi non ci crede, ed è sufficiente che il soggetto osservi un simbolo qualsiasi, che questo entrerà come un seme e con prepotenza si svilupperà, darà i suoi frutti e attecchirà al proprio patrimonio genetico depositandosi nella coscienza dell’individuo, e da lì si attiverà, irradiando le sue caratteristiche per le quali fu programmato”.
Ma non basta solo osservare i simboli per guarire. La terapia più efficace passa attraverso l’irradiazione dell’acqua con le onde di forma dei cerchi. Lo scienziato giapponeseMasaru Emoto
nel suo libro Messaggi dall’acqua ha infatti documentato, con fotografie scattate al microscopo, come l’acqua quando viene congelata in cristalli a -4°C assuma una forma armonicamente simmetrica o, al contrario, caotica e disordinata, in conseguenza dell’energia a cui è stata precedentemente esposta, sia essa sotto forma di suono, parola scritta o di pensiero. Il cristallo ad esempio fotografato dopo la benedizione dell’acqua di un monaco zen assume una conformazione estremamente armonica, mentre il cristallo fotografato dopo che sulla sua bottiglia di acqua è stata stampata l’etichetta “mi dai fastidio, ti ammazzerò” assume una conformazione del tutto irregolare.
Per la terapia con i simboli dei cerchi del grano, tuttavia, non è necessario congelare l’acqua. Anna Maria Bona consiglia di irradiare per una notte una bottiglia d’acqua appoggiandola sul simbolo che fa al caso nostro e di berla il giorno successivo. Ripetendo questa semplice procedura per circa un mese potremmo curare problemi che vanno dall’insonnia a disfunzioni dell’apparato digerente, dall’osteoporosi a problemi dermatologici. Naturalmente questo non significa che si deve sostituire in modo superficiale questa terapia a quella tradizionale, ma ci fa riflettere sulle enormi potenzialità dei cerchi nel grano. I nostri antichi progenitori stanno forse tentando di darci le indicazioni per preservarci da una imminente distruzione?

Tratto da: giovannalombardi
da newapocalypse