giovedì 15 novembre 2012

IL FUOCO DELLA PROTESTA E' SOLTANTO ALL'INIZIO

di Paolo Becchi

Quello che è successo oggi sulle piazze italiane era nell'aria da tempo.

I soliti benpensanti diranno e scriveranno, domani sui giornali, che sono le solite proteste studentesche che ogni anno, più o meno in questo periodo, si ripresentano immancabilmente. Quest'anno però è diverso. I nostri governanti hanno, quest'estate, varato misure che avranno conseguenze enormi per i prossimi venti anni. La più grande è la cancellazione delle prossime, future generazioni. Non troveranno un lavoro, e se lo avranno sarà un precariato a vita. Protestano, e che altro dovrebbero fare? Aziende chiudono. Posti di lavoro scompaiono, si dileguano nel nulla. Intere famiglie sono ridotte a vivere in condizioni di povertà. Protestano, e che altro dovrebbero fare? Il mondo del lavoro si incontra con quello studentesco in una comune opposizione verso un regime che sta portando il nostro Paese alla rovina. Come in Grecia, del resto.


Mentre nel Palazzo si gingillano sul sistema elettorale più idoneo a conservare l'esistente, a legittimare Rigor Mortis, perché Monti ormai significa soltanto morte, con un prossimo Parlamento tanto debole e diviso da doverlo richiamare, o sono presi dalle farse delle primarie, le piazze si riempiono del dissenso popolare. Fa pena vedere per terra un poliziotto picchiare selvaggiamente un giovane inerme. E quando dovesse, quel poliziotto, capire che non è in questo modo che si risolvono i problemi, ma spostando l'attenzione da quel giovane che sta protestando, nei confronti di coloro che invece l'hanno mandato lì a fare quello sporco lavoro, allora sarà cominciata la Rivoluzione. Ma anche se questo ancora non è accaduto, la protesta non si calmerà. Il fuoco della protesta è soltanto iniziato.fonte