domenica 11 novembre 2012

IL GUERRIERO SECONDO DON JUAN


Giustamente ci dice che la prima cosa a trarre  in inganno, sia  il termine stesso. Infatti "GUERRIERO" richiama alla mente scene di guerra, lotte sanguinose e via dicendo, ma a quanto pare non c'è niente di più sbagliato. Don Juan diceva che:      "Un uomo si avvia alla conoscenza come se andasse alla guerra: perfettamente vigile,con timore, rispetto e assoluta sicurezza". Quindi, “la guerra” di cui si parla è una metafora per descrivere lo stato d'animo di chi si avvicina al “sapere” della quotidiana conoscenza. Un vero guerriero infatti, non ha la minima intenzione di fare del “male” a qualcuno o distruggere qualcosa, anzi! ( se non forse, solo l’ignoranza che crede possibile albergare eventualmente in lui…) Don Juan ci racconta che un guerriero, quando prende una decisione, per banale che sia, dovrebbe essere pronto a perseguirla fino in fondo e se la ritiene ancora valida, a morire per essa. Anche se subirà una sconfitta, sa che avrà perso solo una battaglia e non certo l'intera guerra. Ma la differenza tra l'uomo comune ed il guerriero, sta piuttosto nell'atteggiamento, nel modo di vivere e di intendere “vissuta”  la Vita. Insomma, per usare ancora una volta una frase presa dalle bellissime citazioni  di Juan Matus (che invitano alla riflessione) : "La differenza tra un guerriero e un uomo comune è che l'uomo prende tutto come una benedizione o una sciagura, mentre il guerriero prende tutto come una sfida, e le sfide non sono né buone né cattive: sono semplicemente sfide..." Potremmo anche  riflettere sul fatto che forse…  molto di quello che ci accade, potrebbe  non essere dovuto o imputabile solo a interventi o  interferenze esterne, per merito o colpa di terzi, alla fortuna o sfortuna… Ma forse solo alla nostra capacità di saperci adattare e conformare alla mutevole e soggettiva realtà, nella quale operiamo quotidianamente nel processo di autodeterminazione e consapevolezza personale. Magari senza assumere come assiomi le  pregiudiziali pre-definizioni positive o negative con cui “terzi” solitamente ci indottrinano a discernere le cose, ma ridiscutendone interiormente la validità e personale intima convinzione. (n.d.r.)
Lasciamo ora che gli insegnamenti di Don Juan parlino da soli per tentare di farci comprendere “chi sia” secondo lui, un guerriero.

CITAZIONE: · “Un guerriero sa di essere solo un uomo. Il suo unico rimpianto è che la brevità della vita non gli permette di afferrare tutto ciò che vorrebbe, ma per lui questo è solo un inconveniente, non un problema.”

Forse riesce ad non identificarsi pienamente nella maschera che il suo ruolo e status gli conferiscono nella società. Crediamo  non si prenda troppo sul serio perché sa che la vita è piena e composta di tantissime altre belle cose e pur sapendo che non sarà mai possibile conoscerle tutte pienamente  non se ne dispera,  evitando così di non poter godere di quelle che invece riesce a conoscere. Forse accetta il suo stato di imperfetto. (n.d.r.)

CITAZIONE:  · “Un guerriero non si cura delle proprie paure. Pensa invece al prodigio di vedere il flusso di energia. Il resto non conta.”

Anche in ogni compito assunto, ci sono le paure di non riuscire al completamento dello stesso. Queste potrebbero formare dei pensieri  negativi-inibenti che non aiutano certo al successo dell’azione per il raggiungimento dell’obbiettivo. Forse il mantenere intimamente fisso l’obbiettivo da raggiungere, provoca in lui l’attivazione dei necessari servo-meccanismi per l’attuazione. La motivazione che riesce a vedere in lui è la vera cosa importante e da cui scaturisce il prodigioso  e naturale compimento del compito auto-assegnatosi. (n.d.r.)

CITAZIONE: · “Un guerriero pensa alla morte quando le cose si fanno nebulose. L' idea della morte è la sola in grado di temprare il nostro spirito.”

Ogni situazione, per disastrosa che possa esteriormente apparire alla persona, non è mai paragonabile alla disfatta interiore dell’Essere. In mancanza di questa ultima, ogni cosa riguardante la sua persona, potrebbe apparire allora come futile e ininfluente alla vera felicità dell’Essere. (n.d.r.)

CITAZIONE: · “Un guerriero deve sapere prima di tutto che le sue azioni sono inutili e nonostante ciò deve procedere come se lo ignorasse. Questa è la follia controllata.”

Le azioni esteriori possono influire sull’Essere specialmente quando sono da lui indotte, ma potrebbero anche essere ininfluenti alla sua felicità ed esistenza, specialmente  se dettate dalla persona. Ciononostante non si ferma e non rinuncia, osserva ed accetta il loro incessante manifestarsi come se fosse a volte, esterno a loro e persino finanche a se stesso. Si osserva forse  ironicamente, ma  con estremo interesse per se stesso, nel suo rapportarsi agli altri e giudicato da loro per questo, secondo regole precostituite da terzi. (n.d.r.)

CITAZIONE: · “Un guerriero vive agendo, non pensando di agire, e neppure pensando a quello che penserà quando avrà finito di agire.

Sicuramente non è un indeciso, non reprime il naturale e intimo desiderio di azione. Le sue azioni sono spontanee e  naturali, dettate  di volta in volta dagli intimi bisogni di vedersi come soggetto vivente nella Vita. Forse non si pone oltremodo troppe domande sul perché del suo agire, ma agisce perché sente di desiderarlo, lasciandosi guidare dal suo intimo Essere. (n.d.r.)

CITAZIONE: · “Un guerriero sceglie una strada, qualunque strada, con il cuore, e la segue; e poi si rallegra e ride. Sa, perchè vede che la sua vita finirà anche troppo presto. Vede che non c' è nulla che sia più importante di tutto il resto.”

Le sue scelte forse, non sono determinate da macchiavellici e teoretici ragionamenti, ma credo dal sentimento che l’Essere gli suggerisce e gli permette di avvertire. E’ cosciente e consenziente a questo e ironicamente è in grado di osservarlo in sè. Forse crede che la vita sia troppo breve per negarsi questa piacevole sensazione di enorme ed infinita libertà. Non c’è infatti niente in particolare che sia più importante e per cui valga la pena rinunciare a  godere di tutto il rimanente. (n.d.r.)

CITAZIONE: · “Un guerriero non ha nè onore nè dignità, non ha famiglia nè nome nè patria, ma solo vita da vivere, e per questo il suo legame con gli altri uomini è la sua follia controllata.”

Non assume come dogmi interiori, i valori esterni indottrinatigli da terzi, anche se ciò non toglie possa assumerli se vede di sentirli intimamente nella situazione, ma non permette di esserne condizionato nella conduzione della propria esistenza. Tuttavia ne riconosce, rispetta ed accetta la bontà ed importanza per chi inconsapevolmente dovesse  assumerli ad assiomi. Pur reputandoli forse una follia, la controlla esteriormente nei rapporti societari interpersonali. (n.d.r.)

CITAZIONE: · “Un guerriero, poichè nulla è più importante di tutto il resto, decide le sue azioni, e le compie come se per lui avessero importanza. La follia controllata lo spinge a dire che ciò che fa importa, e ad agire come se così fosse, pur sapendo che così non è. Per questo, dopo aver agito, si ritira in pace, e che le sue azioni siano buone o cattive, più o meno efficaci, non è cosa che lo riguardi.

Agisce al meglio delle proprie capacità in ogni cosa, mettendosi alla prova e forse traendone intima soddisfazione anche solo e soprattutto per questo. Si adatta al sociale in cui esercita la sua esistenza pur rimanendone intimamente distaccato e ben al disopra, gioca con se stesso e con il ruolo e status che vede gli sono assegnati e riconosciuti. Osserva interessato le azioni e reazioni che il suo agire possono provocare nell’ambiente secondo i condizionamenti comportamentali fissativisi. Considera esternamente e prende coscienza del consueto e spesso scontato comportamento umano. (n.d.r.)

CITAZIONE: · “Un guerriero può scegliere di restare completamente impassibile e non agire mai, e di comportarsi come se tale impassibilità sia davvero importante per lui; anche in questo caso sarebbe del tutto fedele a se stesso, perchè anche questa sarebbe la sua follia controllata.”

 Non è detto l’azione sia necessariamente importante per lui, come forse per chiunque altro. Comprende che solo ciò che reputiamo importante, lo potrebbe divenire anche solo per questo. Agendo sugli stessi meccanismi volontari di follia auto-persuasiva, farebbe ancora una volta quello che sente di voler fare  non facendo, ironicamente quindi esperimenta e controlla la propria follia.  (n.d.r.)

CITAZIONE: · “Non c' è alcun vuoto nella vita di un guerriero. Tutto è pieno fino all' orlo. Tutto è pieno fino all' orlo, e tutto è uguale.”

Forse non guarda, vede o sente, quello che potrebbe  mancargli ma quello che ha. E quello che ha è tutto ciò che E’…quindi ne è pieno fino all’orlo. Ma niente è migliore e più importante di tutto il resto… quindi è pieno del tutto uguale, tutto conosciuto. (n.d.r.)

CITAZIONE: · “Un uomo comune è troppo preoccupato di farsi piacere gli altri o di piacere a sua volta. A un guerriero piace qualunque cosa, qualunque cosa o persona che decida di farsi piacere, e questo è tutto.”

Non si cura di farsi piacere gli altri… perché non li giudica, così come non cerca di piacere agli altri perché lui per primo non si giudica. Non tenta di essere quello che gli altri vorrebbero sembrasse, non vuole gli altri si mostrino come credono che lui possa desiderare che siano. Lui vorrebbe che gli altri si mostrassero come intimamente e naturalmente sono, per questo si mostra sempre come sa di essere. A lui piace tutto l’esistente, le cose e persone per quello che sono… e chiunque decida di mostrarvisi non può che piacergli. (n.d.r.)

CITAZIONE: · “Un guerriero si assume la responsabilità delle proprie azioni, anche delle più banali.

 Non esistono azioni banali, come non esistono quelle importanti… esistono solo azioni e tutte sono ugualmente importanti o banali. Ma è la cosciente  responsabilità assunta per ognuna di esse che le rendono realmente ed intimamente vere… e quindi importanti. (n.d.r.)

CITAZIONE: · “Un guerriero sa che sta aspettando e che cosa sta aspettando, e pur aspettando non vuole nulla,così che ogni piccola cosa che ottiene è più di quanto gli serva.”

Potrebbe sembrare una frase folle… ma se proviamo a porre come oggetto la morte, credo possa acquisire un significato oltremodo e sommariamente accettabile per chiunque. Non è detto però che possa essere la sola accezione possibile. Sono infatti spesso le nostre eccessive aspettative che ci provocano problemi di quotidiana infelicità per non poter godere di ogni piccola cosa che invece otteniamo. (n.d.r.)

CITAZIONE: · “Quando un uomo intraprende la via del guerriero diventa gradatamente consapevole di essersi lasciato per sempre alle spalle la vita ordinaria. Ciò significa che la realtà ordinaria non può più proteggerlo e che per sopravvivere dovrà adottare un nuovo modo di vita.

Appare forse lampante che il guerriero sia persona pienamente consapevole della precaria condizione umana, cosa che il pensiero sociale tende a sforzarsi di voler autonomamente nascondere. Ma la vita ordinaria regala dei punti di riferimento che aiutano a vivere in modo congruo con essa. Ma tali punti di riferimento appaiono però insostenibili quando si intraprende l'approfondimento della conoscenza interiore: la loro mancanza potrebbe provocare momenti di sbandamento, smarrimento e confusione, fintanto che non comprendiamo che potremmo avere (quindi dover cercare e trovare) nuovi punti di riferimento assiomatici e consoni alla propria nuova, intima autodeterminazione di se stessi (nd.r.)

CITAZIONE: · “Lo spirito di un guerriero non tende all' indulgenza o alla lamentela, non tende alla vittoria nè alla sconfitta. Tende unicamente alla lotta, e ogni lotta è la sua ultima battaglia sulla terra. Ecco perchè i risultati sono di scarsa importanza per lui.”

Credo ritenga che gli errori di chiunque siano da imputare solo a colui che li  commette (anche se credo non abbia molto senso per lui parlare di “errori”) e di conseguenza la condizione in cui si trova… a che serve quindi l’indulgenza? Forse solo a dare un qualcosa a qualcuno ben facendogli capire che non se lo meriterebbe?  Ognuno ha ciò che si merita, che altro sennò? Tanto meno dovremmo cercare di essere indulgenti con noi, ma accettarci per quello che sappiamo essere. Forse non si lamenta perché sa che la causa della sua condizione è propria… essa lo riflette appieno per come è… quello che è… e non potrebbe essere altrimenti. Il guerriero non tende alla vittoria per il semplice fatto che non tende alla sconfitta di nessuno. Lotta e combatte con se stesso, continuamente e per migliorarsi, rimettendosi proprio per questo sempre in discussione. L’importante è lottare continuamente e nel farlo cerca di essere sempre al meglio, questo è l’unico risultato che forse ricerca, gli altri comunemente intesi, non hanno alcuna importanza per lui. (n.d.r.)

CITAZIONE: · “Un guerriero non ha bisogno di una storia personale. Un giorno scopre che non è più necessaria, e la abbandona.”

Una storia personale forse gli dà autorevolezza agli occhi comuni degli altri, ma non cambia certo la più importante visione che lui ha di se stesso. E per quanto riguarda loro, chi ha sentimento per intendere… può intuire quello che siamo, che è ben più importante della nostra storia. Poco importa se rimane un segreto per gli altri,  al massimo  si può dispiacere per loro.

CITAZIONE: "Il Guerriero crede. Poiché crede nei miracoli, i miracoli cominciano ad accadere." 1]

 1]Paulo Coelho, "Manuale del Guerriero della Luce", Bompiani, 1997. La frase originale recita : "il Guerriero della Luce crede
Queste sono alcune citazioni tratte dai libri di Castaneda. Per comodità non ho riportato sotto ogni citazione il titolo del libro da cui sono prese, ma non c'è una solo citazione che non sia presa da uno dei libri nella bibliografia.
da http://www.ilguerriero.it/artimarziali/ricercainteriore/guerriero1.htm