lunedì 11 marzo 2013

Grillo: se danno la fiducia, mi ritiro dalla politica


Grillo: se danno la fiducia, mi ritiro dalla politica. Escluso il referendum
FRANCESCA SCHIANCHI
ROMA
Nessun patto sulle presidenze delle Camere, «noi non facciamo accordi di questo tipo, proporremo e voteremo il nostro candidato ma non facciamo accordi per ottenere qualcosa in cambio di qualcos’altro». Meno che mai l’appoggio a un governo Pd: «Al presidente Napolitano chiederemo un governo del Movimento 5 Stelle». Al termine dell’incontro tra neo-eletti a Cinque stelle, ieri a Roma, il capogruppo al Senato Vito Crimi - il solo, con la collega della Camera Roberta Lombardi, titolato a parlare - chiude una volta di più al dialogo coi democratici.  

Dopo due settimane di prove di corteggiamento e rifiuti sdegnati, oggi inizia una settimana decisiva. E il rapporto tra il Movimento di Grillo e Pd appare sempre più difficile. Venerdì 15 è in programma l’atteso debutto di questo nuovo, profondamente rinnovato Parlamento. E la prima incombenza è appunto l’elezione dei presidenti delle rispettive Camere. Oggi il Partito democratico riunisce i suoi eletti in centro a Roma, una riunione alla presenza del segretario Bersani in diretta streaming. «Nell’assemblea di oggi, Bersani spiegherà come ci muoveremo, esprimerà la volontà di discutere le presidenze delle Camere. Procederemo con forme di dialogo assolutamente trasparenti, ci rapporteremo con il M5S alla luce del sole», assicura il vicesegretario Enrico Letta.  

Una trasparenza, parola d’ordine dei grillini, che non si direbbe però sufficiente per arrivare a un dialogo. Di «operazione trasparenza» parla anche Crimi, a inizio giornata, quando spiega a tutti gli internauti dalla sua pagina Facebook di aver ricevuto una telefonata da «un esponente di rilievo del Pd», per anticipargli «che lunedì terranno riunione congiunta dei gruppi da cui proporranno i loro nomi per le presidenze» per poi confrontarsi con gli altri gruppi. Ma per evitare che possa apparire come un post «di apertura», Crimi stesso specifica subito: «Normalissimo passaggio istituzionale, non un tentativo di inciucio e neanche un invio di pontieri». 

In questi giorni, benché non siano stati investiti pontieri ufficiali, ci sono state figure impegnate a cercare contatti col mondo del Movimento. Dal governatore emiliano Vasco Errani, uomo vicinissimo al segretario, a Laura Puppato, oggi senatrice, che non fa mistero «dei contatti aperti, in via informale», forte di una stima certificata dal mondo grillino sei anni fa, quando, sindaco di Montebelluna, venne premiata come primo sindaco a 5 stelle proprio da Grillo. Ieri si è spinta a proporre di realizzare un blog condiviso tra parlamentari «stellati» e democratici, una piattaforma virtuale su cui confrontarsi, e un governo a tempo, da sottoporre a verifica dopo un anno.  

Fuori dai partiti, continuano pressioni perché il Movimento del comico genovese e il Partito democratico riescano a trovare una forma di convivenza. Insiste don Andrea Gallo, il prete di strada di Genova, «ho detto a Beppe: fate una tregua da sei mesi a un anno, dando il tempo al Paese di maturare e di tirare su la testa». Don Gallo è tra i firmatari di un nuovo appello a far sì che «questa speranza di cambiamento non venga travolta da interessi di partito, calcoli di vertice, chiusure settarie, diffidenze, personalismi». Lo hanno sottoscritto da Roberto Saviano a Roberto Benigni a Jovanotti. 

A questi richiami, Beppe Grillo ieri non ha risposto con anatemi sul blog: solo due righe su Twitter, in serata. Ma lapidarie: «Qualora ci fosse un voto di fiducia dei gruppi parlamentari del M5S a chi ha distrutto l’Italia, serenamente, mi ritirerò dalla politica». 

fonte La stampa