martedì 2 aprile 2013

SFIANCARE GLI ITALIANI


La politica nonostante la grande ondata popolare di re-azione allo status quo dimostra ancora i suoi limiti.
Prima di oggi questi erano dettati dallo scontro per il potere e per la gestione dello Stato da parte di politici arroganti e insensibili ai bisogni dei Cittadini. Adesso i limiti sono paradossalmente più gravi e sono l’indicatore di una pericolosa svolta autoritaria che, come tutte le svolte autoritarie, appaiono le uniche possibili.
Il Paese soffre, le famiglie soffrono, l’economia soffre, gli individui a qualunque livello soffrono e la politica cosa fa? Litiga e si divide.
Napolitano che dovrebbe essere il custode e garante di una Costituzione che, ancorché obsoleta dovrebbe essere rispettata fino a che è in vigore, si inventa un commissione di saggi (!?!) al di là di ogni sua prerogativa.
La responsabilità di questa situazione gravissima, che costringe l’Italia in una condizione di sofferenza generale, ce l’hanno tutti i partiti che con i loro egoismi impediscono la formazione di un Governo che prenda immediati provvedimenti per impedire il disastro. Così non avviene, a causa di un disegno preciso il quale prevede che grazie a questa instabilità si possa convincere la popolazione ad accettare condizioni di povertà e una regressione delle ambizioni. Se ci pensate da ogni parte non si fa altro che parlare della povertà come valore, come condizione assoluta per una vita nuova e più onesta. Per tutti sembra che il massimo che si possa ottenere sia una Chiesa povera e una politica povera. E’ davvero questo che ci gratifica e che vogliamo? Pare che questa sia la direzione di chi ha lo scopo che le popolazioni europee comincino ad accontentarsi di guadagnare meno e di abbassare le loro aspettative economiche. Meno pretese per molti e molte più risorse per pochi. Così il famoso ceto medio sparisce e si sa che la conseguenza inevitabile è: pochi ricchi sempre più ricchi e moltissimi poveri sempre più poveri. La povertà non è un valore così come non lo è la ricchezza. L’Umiltà è un valore! Un uomo ha diritto di essere ricco di cose materiali se questo lo fa stare bene , come ha diritto di non esserlo. Ma in entrambi i casi deve avere la possibilità di poter realizzare la propria volontà e lo scopo della propria vita. Povero o ricco l’importante è essere umili perché l’Umiltà esprime l’umana accoglienza universale e il non giudizio. Già San Francesco esortava gli uomini a non confondere i significati delle parole: “siate umili, mai modesti” predicava.
L’uomo può essere ricco e umile, povero e arrogante o vice versa.
Così per cercare di giustificare a livello sociale la condizione di chi oggi si ritrova sempre più povero a causa di questa situazione tragica, si fa demagogia e si classificano i buoni e i cattivi. I ricchi sono cattivi ed evadono i poveri sono buoni e vittime. Ma chi vuole essere povero??!! Nessuno! Abbiamo il diritto di essere ciò che vogliamo e ciò che siamo e questo non è legato a quel che possediamo o non possediamo. Quello che conta è se stiamo facendo ciò che ci rende soddisfatti o meno. Il punto è: sappiamo quali sono i nostri desideri e il nostro autentico scopo nella vita, che non sia solo quello che gli “altri” o la Società ha decretato per noi? Se ci accorgessimo che realizzare i nostri desideri è un diritto sarebbero guai per questo Sistema che si nutre delle nostre divisioni e lo dimostra anche adesso, nonostante le elezioni. Nessuno vuole davvero far ripartire il Paese e nessuno dimostra di voler restituire dignità alla Politica. Più umiliamo e infanghiamo la Politica (e per primi lo hanno fatto i politicanti di questi ultimi 20 anni) più rinunciamo alla nostra libertà e al principio stesso di democrazia su cui è fondata la nostra Società. Il potere va tolto a politici incapaci e non alla Politica. Perché toglierlo alla Politica significa consegnarlo nelle mani di gruppi di potere più o meno occulti che governano i processi con l’unico scopo di guadagnare ricchezze e potere per se stessi, agevolati da chi crea confusione e instabilità nei Paesi presi di mira. Siamo andati a votare e pretendiamo un Governo che faccia subito una riforma fiscale rivoluzionaria che consenta di rimettere in circolazione l’ossigeno che serve alla ripresa economica e all’occupazione.
Invece niente di tutto questo! I media e i politici sembrano tutti in trans, non fanno altro che parlare a vuoto di ipocriti provvedimenti al risparmio sui costi della politica che sono solo specchietti per le allodole sbandierati al fine di distrarre i Cittadini dalle loro vere richieste e aspettative.
Avete notato l’ultima campagna di delegittimazione e indebolimento della reputazione mossa contro l’Italia e le sue aziende migliori? Eni, Finmeccanica, Ilva, e adesso due dei marchi italiani più prestigiosi della moda (Bulgari e D&G) messi sotto assedio da un fisco sempre più affamato e insostenibile. Così si distrugge il Paese e le aziende che cercano di resistere fornendo ancora opportunità di lavoro. Caso strano succede che poi queste aziende italiane, dopo essere state massacrate dal fisco e distrutta la loro credibilità, vengano acquisite da gruppi internazionali per pochi spiccioli oppure che se ne vadano in altri paesi, fuori dalla zona euro dove non esiste recessione economica e dove il sistema fiscale è più equo e la crescita economica e sociale costante.
Nel frattempo qui da noi le banche continuano a dimostrare il loro totale disinteresse nel sostenere il rilancio delle piccole e medie imprese e il sostegno alle famiglie. I soldi dei risparmiatori, così come i soldi della BCE, vengono ancora investiti in spericolate manovre finanziarie e non arrivano neppure per un decimo al tessuto economico, sociale e produttivo italiano. Il denaro non circola più e tutto è monitorato e controllato. Con la scusa dell’evasione i pensionati non possono neppure più ritirare la loro pensione in contanti. Tutto deve passare da algoritmi e numeri elettronici delle banche che in qualsiasi momento, come a Cipro, possono decidere di sequestrare i nostri soldi senza che nessuno abbia la benché minima speranza di poter far valere i propri diritti di libertà. Pochi o tanto che siano questi soldi sono nostri e dobbiamo rivendicare il diritto di poterne disporre senza dover rendere conto a nessuno. Invece le prove generali fatte a Cipro con un’azione che avrebbe meritato una rivolta dei Popoli sul piano globale è stata realizzata comunque. Nonostante l’angoscia che in molti hanno provato, nessuno ha fatto nulla. Immobili e quasi paralizzati abbiamo assistito a quello che tra poco, andando avanti di questo passo, toccherà anche all’Italia e ad altri paesi del sistema Euro. Un sistema monetario che limita la libertà degli Stati e garantisce a speculatori e piccoli gruppi di potere guadagni senza limiti a scapito degli individui. Un sistema di prigionia che gli individui stessi hanno contribuito a costruire cercando di punire i “cattivi” a cui è stata data la colpa della mancanza di risorse dello Stato. Tutte menzogne perché un Paese come l’Italia non è povero e se avesse, come ha sempre avuto, la sua moneta sovrana sarebbe un competitore internazionale di prim’ordine. Ma del resto sappiamo che ciascuno costruisce la prigione in cui si trova e soltanto da solo, sempre se vuole davvero, se ne può liberare. Ma attenzione: nessuno può liberare dall’esterno qualcuno che non vuole o non pensa di dover essere liberato. Questo Sistema é protetto e assicurato con la forza dalla burocrazia europea a scapito dei Cittadini.
A garantire il perdurare dell’assedio con la complicità di tutti i partiti non poteva che essere ancora lui, Mario Monti, che è stato fino ad oggi il riferimento di uno stato di polizia fiscale volto a distruggere il sistema industriale e patrimoniale del Paese e coprire i misfatti dei gruppi bancari internazionali. Monti viene riconfermato nonostante ci siano state le elezioni alla guida del Governo del Paese.
Tutto questo è di una gravità inaudita ed è ancor più grave il comportamento del Parlamento il quale non si può sostituire, come qualcuno sostiene erroneamente e in modo sospetto, ai compiti di Governo così come previsto dal nostro ordinamento. Napolitano avrebbe dovuto dare l’incarico a Grillo e avrebbe dovuto mettere alla prova il suo concetto di democrazia diretta nel Governare il Paese. Era giusto che egli si assumesse questa Responsabilità. Al più avremmo ottenuto due risultati possibili. O una grande soddisfazione dei Cittadini e la dimostrazione che la democrazia diretta è utile e possibile, oppure un totale fallimento che avrebbe indicato che la politica (quella seria) ha bisogno di competenze, vocazione, visione e autentica ispirazione per il Bene degli Individui in tutte le loro espressioni. Ma almeno qualche risultato l’avremmo ottenuto! Invece ancora niente. Si è preferito martoriare il Paese, far sprofondare ancora di più il morale delle persone in attesa di un segnale di Vita.
Mi chiedo perché ancora una volta, nonostante un messaggio forte del Popolo italiano, questo venga umiliato e ancora vengano imbrogliate le carte con strategie che un tempo potevano non essere capite ma che al giorno d’oggi sono chiare a tutti. Chi più o chi meno la sensazione che gli individui hanno è di ansia e preoccupazione, disagio e tristezza. Tutti stati d’animo che alimentano e nutrono coloro i quali godono e sguazzano nel dolore dell’Umanità, la quale ancora una volta è responsabile senza scuse di ciò che gli accade almeno fino a quando non deciderà di spezzare il rito funesto della divisione e ritrovare quell’unità profonda e fondamentale su cui si fonda la sua natura stessa. Al di là di ogni differenza noi siamo l’Umanità e dobbiamo aiutarci, sostenerci, proteggerci l’un l’altro se vogliamo prosperare. Altrimenti non ci resta che una moderna e terribile schiavitù.
Armando Siri

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