mercoledì 29 maggio 2013

AUSTRALIA IL PAESE PIU' FELICE AL MONDO

Si lavora meno e si guadagna di più Australia il Paese più felice al mondo



L'Australia, dodicesima economia del pianeta, si e' confermata per il terzo anno consecutivo la nazione piu' felice al mondo. Il titolo le e' stato assegnato dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), che nel suo ultimo studio ha messo a confronto la situazione di 34 Paesi. Ebbene, la qualita' di vita in Australia, sterminato quasi-continente in cui l'84% della popolazione dice che ogni giorno ha un numero di esperienze positive superiori a quelle negative, e' migliore di quella che si gode in Svezia, Canada, Norvegia, Svizzera, Danimarca, Paesi Bassi, Islanda e Regno Uniti.
Da notare che gli elementi chiave per l'analisi non sono stati la stereotipata immagine del surfista che emerge da acque cristalline o i chilometri di spiagge immacolate. L'organismo internazionale ha invece valutato elementi come il reddito pro-capite, l'occupazione, le abitazioni, la sicurezza, l'istruzione, l'ambiente, la salute, il rapporto tra lavoro e vita familiare, i dati sulla partecipazione alla vita politica e civica, il governo e altri istituzioni. Ed ecco alcuni dati che fanno dell'Australia una sorta di Eldorado che attrae sempre piu' immigrati clandestini e un gran numero di giovani europei in fuga dalla crisi. Con un tasso di disoccupazione pari al 5,5%, l'Australia ha resistito all'impatto della crisi finanziaria internazionale, grazie soprattutto alla sua industria mineraria (che al momento peraltro non gode di un momento favorevole a causa del rafforzamento del dollaro australiano).
E poiche', nota l'organismo, "i soldi non danno la felicita', ma sono uno strumento essenziale per avere elevati standard di vita", e' interessante notare che il reddito medio di una famiglia australiana e' di 28.884 dollari all'anno (in Italia e' di 24.216); il 73% della popolazione australiana tra i 15 e i 64 anni ha un lavoro remunerato (in Italia ' il 57%); e gli australiani lavorano una media di 1.693 ore all'anno (quasi 32 ore a settimana), rispetto alle 1.774 ore di un italiano e alle 1.787 di uno statunitense. Il livello delle polveri sottili e' di 14 microgrammi per metro cubo, decisamente al di sotto della media Ocse di 21 microgrammi e della situazione in Italia (21). Quanto alla sfera pubblica, il 94% della popolazione ritiene di aver qualcuno su cui poter contare in caso di bisogno (in Italia e' l'86%), l'affluenza alle ultime elezioni (un indice nella fiducia nel governo) e' stata del 93% (la media Ocse e' del 72%, nella tornata elettorale dell'ultimo weekend in Italia e' stata del 62%). L'aspettativa di vita in Australia e' di 82 anni, almeno in questo caso inferiore all'Italia, dove e' di 83 anni.

Fonte

Dura protesta dell’amministrazione della citta’-Stato di Amburgo contro le autorita’ italiane


Immigrazione, Viminale: 500 euro a testa ai 13mila profughi per farli uscire dai centri d'accoglienza
Il Ministero conferma l'indiscrezione tedesca: pagheremo gli immigrati per lasciare i Cie. Avranno anche un documento per viaggiare nell'area di Schengen

I tedeschi avevano ragione: l'Italia ha pagato 500 euro ai13mila profughirimasti nei centri d'accoglienza (i Cie, centri di identificazione ed espulsione) creati dopo la guerra in Libia per far fronte all'emergenza sbarchi a Lampedusa e non solo. E' il Viminale stesso, con una circolare, a confermare l'indiscrezione firmata dal quotidiano Die Weltsi tratta in sostanza di una buonuscita per gli immigrati clandestini rimasti: dal 2011 infatti hanno messo piede sul suolo italiano ben 62mila profughi, 28mila dalla Libia e i restanti da Tunisia e dal Mediterraneo orientale in seguito alle varie Primavere arabe. Lo stato d'emergenza è stato dichiarato concluso lo scorso 1 marzo: a partire da quella data, a chi ha lasciato le strutture d'accoglienza è stato concesso un contributo di 500 euro, un titolo di viaggio equipollente al passaporto e il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Il documento permette agli stranieri di spostarsi anche in altri Paesi europei dell'area Schengen, ma solo per tre mesi. E' questo punto che ha scatenato l'allarme del ministro degli Interni del governo Merkel. E ora Berlino proverà a rispedire i profughi in Italia, alla faccia dei motivi umanitari e del fronte comune Ue contro l'immigrazione clandestina.

Fonte Libero

Dura protesta dell’amministrazione della citta’-Stato di Amburgo contro le autorita’ italiane, accusate di incoraggiare anche con denaro i migranti giunti dall’Africa a proseguire per la Germania. Il ministro regionale per gli Affari Sociali, il socialdemocraticoDetlef Scheele, ha avvertito che i migranti che arrivano in Germania dall’Africa “non hanno alcuna possibilita’, diversamente che in Italia, di ottenere un permesso di lavoro, non hanno diritto all’alloggio e nemmeno alle prestazioni sociali”. Il ministro ha sottolineato che “sarebbe irresponsabile incentivare false attese, il ritorno e’ l’unica opzione” e bisogna rispedirli “dove possono lavorare e dove hanno un diritto di soggiorno: cio’ e’ possibile in Italia o nei loro Paesi d’origine”.
Il quotidiano Die Welt pubblica il contenuto di una lettera di due pagine che il Ministero federale dell’Interno ha inviato alle autorita’ dei laender responsabili per l’accoglienza degli stranieri in cui si afferma che l’Italia avrebbe offerto 500 euro a parecchi migranti provenienti dall’Africa, incoraggiandoli a recarsi in Germania, dopo averli muniti di documenti validi tre mesi, che autorizzano a viaggiare nei Paesi dell’area Schengen. Nel documento e’ scritto che “cittadini di Paesi terzi (esterni all’Ue, ndr), secondo quanto da loro dichiarato, hanno ottenuto 500 euro dalle autorita’ italiane per lasciare volontariamente i centri di accoglienza in via di chiusura”. Nella lettera del ministero dell’Interno, citata dal giornale, si aggiunge che “ai profughi il denaro e’ stato messo in mano con l’invito a recarsi in Germania”. Nel frattempo sono arrivati ad Amburgo oltre 300 migranti, che non sarebbero libici, ma lavoratori provenienti da Nigeria, Togo e Ghana, che dopo lo scoppio della guerra civile in Libia, invece di tornare in patria si sono rifugiati in Europa. Molti di loro sono attualmente accampati all’aperto nella citta’ anseatica dietro il monumento a Bismarck.

E questi "fratelli comunitari TETESCHI" si lamentano di 300 profughi quando l'italia nel solo 2011 ne ha accolti ben 62000,
ma che comunita' è quando qualcuno all'interno vuole solo i benefici e i costi li vuole lasciare agli altri

martedì 28 maggio 2013

VITTIME DEL GIOCO D'AZZARDO

Le vittime del gioco d'azzardo le vedi dentro i bar tabacchi, le riconosci dallo sguardo spento. Sono ragazzi che non studiano più né lavorano, trentenni disoccupati, operai in cassa integrazione, vecchie signore. Si giocano gli spiccioli dei lavori saltuari, i pochi soldi della disoccupazione, mezza pensione. Ma soprattutto si giocano la famiglia, gli affetti, il futuro e la speranza. Stroncati dalla crisi, affascinati dalle false promesse pubblicitarie, cercano un riscatto sociale che non troveranno. Non sono la maggioranza dei giocatori, ma i soggetti deboli che risentono della mancanza di regole chiare e stringenti. Lo Stato guadagna poco, i politici amici delle lobby molto e il costo sociale è troppo elevato. Il M5S ha già presentato una proposta di legge per tutelare i minori e le persone più a rischio.

"In Italia ci sono circa 19 milioni di scommettitori, 3 milioni a rischio ludopatia. Maschi, disoccupati e con un basso livello di istruzione. Sfiorano la dipendenza patologica 1 milione. Nonostante una chiara legislazione restrittiva per i minori, 630mila under 18 hanno speso almeno 1 euro giocando d'azzardo."




Italiani stregati dal gioco d'azzardo. In tre anni, dal 2008 al 2011, la percentuale di persone tra i 15 e i 64 anni che ha puntato soldi almeno una volta su uno dei tanti giochi presenti sul mercato (Lotto, Supernenalotto, Gratta e vinci, scommesse sportive, poker online) è passata dal 42 al 47%. Circa 19 milioni di scommettitori, di cui ben 3 milioni a rischio ludopatia. Soprattutto maschi, disoccupati e persone con un basso livello di istruzione. È quanto emerge dagli ultimi dati dello studio Ipsad (Italian population survey on alcohol and other drugs) dell'Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa.



«DROGATI» DI GIOCO - L'indagine, condotta su un campione di 11 mila persone, oltre a scattare una fotografia sul consumo di alcol e droghe, passa ai raggi X l'universo dei giochi d'azzardo. Dall'indagine del Cnr emerge con chiarezza che sebbene i giocatori sociali, vale a dire quelli senza alcun profilo di rischio, siano la maggioranza, quelli classificabili a basso rischio sono già 2 milioni (11%). Coloro che invece, si avviano a sfiorare la dipendenza patologica sono circa 1 milione. «Un dato - spiega Sabrina Molinaro, responsabile della ricerca - che ha fatto scattare più di un campanello di allarme come dimostrato dalle azioni promosse da alcune direzioni sanitarie locali per l'assistenza a queste persone "drogate" dal gioco».

RAGAZZINI - Cresce anche tra gli adolescenti la «febbre del gioco»: sono più di un milione gli studenti che lo scorso anno riferiscono di aver giocato soldi e, nonostante una chiara legislazione restrittiva per i minori, 630mila under 18 hanno speso almeno 1 euro giocando d'azzardo. Secondo l'indagine - che ha coinvolto 45mila studenti delle scuole superiori e 516 istituti scolastici di tutta la Penisola - nell'ultimo anno il 45,3% degli studenti ha puntato somme di denaro. Ad essere decisamente più coinvolti nel vortice del gioco sono i ragazzi (55,1% contro il 35,8% delle ragazze). Per il 60% delle giocatrici si è trattato di un evento occasionale (1-2 volte), anche se il 36% ha giocato dalle 3 alle 19 volte. Un quinto dei ragazzi ha invece dichiarato di aver giocato somme di denaro più di venti volte nel corso dell'anno. E ancora. Circa il 74% ha scommesso in media meno di 10 euro al mese, il 20% da 11 a 50 euro e il 6% oltre 51 euro. A puntare più soldi al gioco sono gli adolescenti maschi, mentre la maggioranza delle ragazze per giocare spende meno di 10 euro. Secondo la ricerca, si stima che siano 100mila gli studenti che già presentano un profilo di rischio moderato e 70mila quelli con una modalità di gioco problematica. Tra i giochi più diffusi: il Gratta e vinci/Lotto istantaneo e il Lotto Superenalotto.

LE DONNE - Tra gli scommettitori ci sono anche tante donne: 7,5 milioni, pari al 38% di chi ha giocato d'azzardo almeno una volta nel 2011. Erano 5,8 milioni nel 2007. Un bel balzo, anche se il salto vero lo fanno le donne over 45: tra le più mature la platea delle giocatrici che hanno puntato almeno una volta è raddoppiata, passando in quattro anni dal 20% al 40%.

SOLITUDINE - L'identikit del giocatore problematico mostra che sono soprattutto i maschi a finire nella «gabbia» del gioco. Il titolo di studio più frequente è la licenza elementare. Il giocatore «tipo» è disoccupato e se lavora ricopre la mansione di operaio; se invece inquadrato come lavoratore autonomo, ha un contratto precario o è un libero professionista. I luoghi più "pericolosi" sono per gli uomini sale gioco, sale bingo, ma anche in parte il circolo ricreativo, il telefonino e internet. Una presunta solitudine accomuna il giocatore maschio alle giocatrici: sono separati, divorziati o vedovi/e. Le giocatrici "tipo" sono in possesso della licenza di scuola media inferiore; se impiegate rivestono un ruolo di dirigente e hanno un contratto a tempo indeterminato; mentre se lavoratrici autonome sono imprenditrici. Tra le donne impiegate nei trasporti e nelle comunicazioni si rilevano i maggiori rischi: 5,1%.

GEOGRAFIA - Nel Centro-Sud si gioca di più. Il primato spetta alla Campania (57%), segue la Calabria (55%) e poi Lazio, Sicilia, Puglia e Abruzzo (tutte si attestano su circa il 53%). Le regioni dove invece si gioca di meno rispetto alla media nazionale (47%) sono quelle del Nord: Emilia Romagna in primis (41%), ma anche Trentino Alto Adige (42%), Liguria e Veneto (44%). Nonostante nelle regioni meridionali il gioco d'azzardo sia più diffuso che nel resto della penisola (è il Molise a registrare la percentuale più alta di gambler, cioè giocatori d'azzardo: 13%), i giocatori con profilo di rischio moderato non sono concentrati solo in queste aree. Dove si gioca di meno, come ad esempio in Friuli Venezia Giulia, la quota di giocatori è assai più sostenuta (8%) in confronto alla media nazionale (5,3%). Il Lotto/Superenalotto insieme al Gratta e vinci/Lotto istantaneo sono tra i giochi più scelti in assoluto, con percentuali che vanno dal 75% al 67% nelle regioni del centro-sud e che in pratica si ritrovano, anche se con valori leggermente inferiori, in quelle settentrionali.

I PROGETTI - «Confermiamo i dati diffusi dal Cnr, anche se con piccole differenze con l’ultima ricerca fatta da questo Dipartimento con i dati aggiornati al 2013, dove abbiamo rilevato che i giocatori tra gli studenti sono stati il 48.2% quindi con lieve aumento rispetto al 2012 come rilevato dal CNR, e tra questi il 6% risulta avere una condizione di gioco patologico, mentre il 10.9% è classificabile come giocatore a rischiogambling, secondo al classifica SOGS-RA - afferma Giovanni Serpelloni, a capo del Dipartimento Politiche Antidroga (DPA) che dipende dalla Presidenza del Consigliod ei Ministri -. Anche i nostri dati aggiornati al 2013 mostrano la serietà del problema e infatti il DPA lo sta affrontando con uno specifico progetto GAP in collaborazione con 14 regioni italiane. Inoltre sarà messo online la settimana prossima il nuovo e specifico sito istituzionale "Gambling" (http://gambling.dronet.org/) dove tutti gli operatori potranno acquisire nuove informazioni tecnico-scientifiche relative alle tecniche di prevenzione, cura e riabilitazione di questa patologia. In questi giorni inoltre, si è svolta presso il DPA una riunione alla presenza dei rappresentanti di Confindustria del settore intrattenimento, del Codacons e dei ricercatori nell’ambito dei sistemi d’intelligenza artificiale (per individuare precocemente comportamenti di gioco patologico, montandoli a bordo delle slot- machine), concordando la stesura di un protocollo di sperimentazione (che dovrà essere eseguita entro pochi mesi) per poter installare tali software in grado di avvisare i giocatori dei rischi in caso di gioco eccessivo».

(Fonte: Adnkronos Salute)


OHOH,GRILLO

Ohoh, Grillo.



Era cosi' prevedibile che mi sarebbe arrivata la richiesta di commentare la batosta dell' M5S che non ho nemmeno letto del tutto le email , sapevo che sarebbero arrivate, e non ho bisogno 
di prove laddove basta la logica. Alcune domande sono prevedibilissime: "e' la fine?" , "cosa succedera' fuori da M5S", e "cosa succedera' dentro M5S".



La prima domanda e' semplice: non arriva mai la fine, sino a quando non vengono meno 

le istanze sociali che hanno spinto le persone a votare M5S, e sino a quando tali istanze sono destinate ad aumentare numericamente.


Dovete dividere il problema in due parti, ovvero da un lato chiedersi chi abbia il problema (disoccupati, imprenditori a pezzi, famiglie sul lastrico) e dall'altro "a chi chiedono 

la soluzione".


E' abbastanza facile pensare che se il problema e' l'economia nazionale a pezzi, tu chieda al governo nazionale di far qualcosa. Se vuoi un cambiamento sistemico, ovviamente ti rivolgi al grande sistema. Difficile pensare che il sindaco di Treviso possa combattere 

la disoccupazione o far qualcosa contro la crisi economica globale.


Sul piano comunale i grillini si occupano specialmente di ecologia e rifiuti, che a volerla 

dire tutta non sono una piorita' cocente di disoccupati, imprenditori in chiusura e famiglie sul lastrico. Si, se come a Parma c'e' un dibattito acceso su un inceneritore allora possono anche prendere come temi, ma a Parma c'e' una forte lobby agroalimentare che teme 
l'inquinamento dei prodotti locali.


Il primo punto, quindi, e' che M5S propone dei temi che sono credibili per un 

governo nazionale, perche' sono temi sistemici (disoccupazione, reddito di cittadinanza, 
PMI, costi della politica) che sono sentiti dall'elettore della politica nazionale 
ma non da quello locale: se esaminate il cosiddetto programma di Grillo, 
o le cosiddette cinque stelle, e' assai difficile far pensare alle persone che un 
sindaco possa farci qualcosa. Sono stelle da elezioni politiche, non da elezioni locali.


Sinche' M5S non aggiunge al programma nazionale delle richieste che e' credibile 

fare ad un sindaco dalla STESSA base che li vota alle politiche, difficilmente potra' 
sfondare alle locali. Parma e la Sicilia erano fenomeni da movimento in crescita, 
cioe' una generica richiesta di novita', ma dopo qualche tempo M5S e' conosciuto, 
e si e' capito che se fossero al governo nazionale forse potrebbero fare alcune cose, 
ma delle loro idee, oltre alla gestione dei rifiuti per il comune c'e' poco.


Sino a quando perdurera' questo vuoto programmatico, difficilmente M5S sfondera' 

ancora nei comuni e negli enti locali.


Ma se a M5S occorre dire che "hanno un problema alle locali", per gli altri partiti c'e' 

da dire "non illudetevi che la cosa funzioni per le politiche". Perche' alle politiche 
i temi di Grillo riprendono vigore.


A questo si aggiunge che la catastrofe economica crescente, che portera' la massa 

di elettori di Grillo ad aumentare. Tra pochi mesi la situazione sara' terribile, 
e molti saranno MOLTO arrabbiati con i partiti tradizionali che hanno fatto l'inciucione.


Fuori da M5S succedera' che PD e PDL crederanno di aver fermato Grillo, e da questo

 momento ignoreranno sempre di piu' i temi da lui proposti. Siccome l'economia, lo
 "strato fisico" sotto la finanza collassa ogni giorno che passa: per dire, avete appena 
perso in blocco l'intero settore siderurgico, condannando a morte il settore meccanico. 
Per quanto tempo aziende meccaniche come Ferrari e Ducati possano stare in un paese 
senza una propria siderurgia e' da vedersi, ma dubito sia molto. Aziende del genere 
non possono permettersi di stare in un luogo ove sara' sempre piu' difficile comprare 
dall'estero (fidi, pagamenti posticipati, etc) . Adesso collassera' l' indotto meccanico, 
poi l'alta tecnologia meccanica, oppure sbarcheranno in loco aziende come Buderus.


Il collasso continuera', con Letta che andra' in Europa a gridare "abbiamo gia' spolpato

 in Nord Italia, dateci un altro Nord da spolpare!" e ovviamente tutti gli risponderanno 
"you are in charge". Peraltro, se il megaprestito di cui si vocifera riguardera' 
solo Spagna e Grecia, ovvero dei sostanziali concorrenti dell' Italia nell' agroalimentare,
 stanno per arrivare brutte notizie anche da quel lato.






Quando si arrivera' alle prossime elezioni la situazione sara' cosi' esasperata che 

probabilmente a Grillo bastera' accusare i vincenti per ottenere nuovo consenso. 
La regola della memoria corta vale anche per M5S.



Inoltre M5S e' un partito molto giovane e in questa fase puo' facilmente mutare a 

differenza dei partiti classici che non hanno altro da riproporre che Berlusconi 
Leader per il PDL e "Faida Continua" dentro il PD, puo' ancora far emergere 
alcune personalita' forti.



Qui andiamo alla terza domanda. Come scrissi in una intervisza qualche tempo fa, 

qui (1):

http://www.democraziainmovimento.it/99-interviste/136-intervista-a-uriel-fanelli




"Si tratta di scelte, che saranno considerate buone solo finchè vincenti sul piano elettorale. 

Per ora vincono, ma è un movimento politico estremamente giovane. In breve, 
è un movimento distante dalla democrazia perchè espelle parte corpo elettorale."





Ovviamente , non appena le scelte del capo non saranno piu' paganti , la leadership 

sara' messa in dubbio. Il fatto di essere gli unici ad avere il potere e' comodo quando 
ci si prende tutto il merito, ma diventa un tantino scomodo quando ci si prende
 tutta la colpa.


Difficilmente Grillo potra' venire estromesso, forse Casaleggio dovra' fare qualche

 grosso passo indietro. Di sicuro la sconfitta pesera' molto sulla leadership.






Come ho detto, tutti i partiti sono per foza di cose distanti dalla democrazia, che non e' fattibile cosi' come la si immagina: alcuni partiti lo sono in una direzione, tipo quella di considerare per definizione (scelta ideologica) alcune scelte migliori di altre - che agli elettori piaccia o meno - , altri fanno venir meno altri principi della democrazia: il problema semmai e' che quando si fa venire meno l'universalita' della base e si caccia fuori qualcuno, inevitabilmente occorre 

temere un effetto di ritorno se poi si perde.



Non credo che Grillo sara' estromesso, penso semplicemente che perdera' un pochino di potere effettivo, e che semmai sara' Casaleggio a pagare le conseguenze. Lo dico perche' quando 

ci sono due poteri, uno politico (Grillo) ed uno religioso (Il Guru), di fronte ad una forte 
 i gruppi reagiscono in due modi:

Il politico contesta il religioso dicendo che non e' abbastanza realistico. In tal caso Grillo estromette Casaleggio e diventa un capo puramente politico, ma dovra' sostituire il fervore religioso col fervore politico.

Il religioso accusa il politico di non aver ascoltato abbastanza la Parola Superiore, e prende il sopravvento sul politico, trasformando il movimento in una setta.

In definitiva, credo si assistera' ad una radicalizzazione. Apparentemente in questi casi 

nessuno dei due leader cade, ed anzi appaiono piu' uniti di prima. IN realta' si assiste
 ad un cambiamento dei temi proposti, ovvero alla radicalizzazione : se il movimento 
diventa una setta basata sul fanatismo religioso i temi cambiano verso le ossessioni del 
Guru (una specie di Adam Kadmon con i megabit) , se invece perdono i religiosi la rete 
diventa forma e tutto si radicalizza verso le idee politiche del capo politico,
 (i soldi sono lo sterco del demonio, l'Italia fuori dalla UE e dentro la via Gluck, e cosi' via).






Quale delle due scelte verra' fatta lo vedremo nei prossimi giorni, ma la cosa certa 

e' che alle prossime elezioni POLITICHE ci sara' piu' consenso per grillo per via della crisi, 
ma M5S non sara' probabilmente un movimento cosi' pacifista, e sara' molto piu' 
radicalizzato.



L'unica eccezione in questi casi e' la comparsa di un capo carismatico capace di 

affossare i due farlocchi precedenti e prendere il controllo del movimento. 
MA vista la selezione di farlocchi che Grillo e Casaleggio hanno fatto, 
di personaggi simili il M5S non ne ha.

Uriel

COME IL FISCO DISTRUGGE LE IMPRESE


PREMESSA

Il caso di seguito descritto rappresenta la pressione fiscale complessiva subita da una piccola società con due soci, che ha realizzato, nell'esercizio 2012, un utile di appena 32000 euro. Una miseria, insomma. Eppure la pretesa del fisco è tale da richiedere alla società e ai soci il pagamento di circa 27 mila euro tra tasse e contributi, ossia quasi l'85% dell'utile realizzato. 


In questi giorni, visto l'approssimarsi delle scadenze fiscali, sono molto impegnato con le dichiarazioni fiscali per il periodo di imposta 2012. Questo periodo, oltre ad essere sempre intenso di lavoro, ispira  numerose riflessioni e  altrettanti spunti  sullo stato di salute delle nostre imprese, sulla pretesa tributaria che patiscono, e sul futuro che ci attende. In una di queste, sono giunto alla conclusione che, in Italia, conviene non lavorare, non imprendere. Starsene beatamente a casa curando i propri interessi, i propri hobby, e magari darsi a qualche buona lettura, ripagherebbe molto di più che fare impresa. Sarebbe molto più utile, almeno nello spirito. Perlomeno, fino a quando non accadrà qualche shock di sistema, tale da riformare strutturalmente i meccanismi fiscali  al limite dell'incredibile, dell'immaginario e della sopraffazione. Mi riferisco alla sopraffazione che il fisco pratica nei confronti dei contribuenti e, nel caso specifico, di chi fa impresa.
Qualche giorno fa, mi è passata di mano una dichiarazione di un piccola società di capitali: una srl, con due soci che svolgono entrambi la propria opera all'interno della società.
La crisi, chiaramente, anche in questo caso,  non ha risparmiato l'impresa: i ricavi si sono contratti significativamente, e anche l'utile è stato spinto al ribasso. Tant'è che  il bilancio al 31/12/2012, presenta un utile prima delle imposte di appena 32000. Una miseria insomma, che non ripaga affatto il sacrificio sopportato dai due imprenditori, che si dedicano alla loro attività quasi 12 ore al giorno, immersi con impegno totale e dedizione in questo lavoro, trascurando i propri interessi, i propri affetti e le proprie passioni. Una storia di imprenditori onesti e laboriosi. Una storia come tante altre, in Italia.
In questo caso, nella determinazione delle imposte da pagare a carico della società in esame,nonostante l'esiguità dell'utile - certamente non sufficiente a  garantire la sussistenza degli imprenditori e delle rispettive famiglie-, la tassazione pretesa dal fisco in capo alla società è di oltre 15.000 euro. 15.593 euro, per l'esattezza. Di cui, 12.024 a titolo Ires, e 3569 per Irap. Quindi, la società subisce un carico tributario di oltre il 48%.

Vi chiederete come sia possibile, immagino. E' possibile perché il legislatore fiscale, sempre in cerca di nuova materia imponibile da colpire, e quindi di nuovo gettito tributario, nel corso degli anni, ha reso indeducibili una serie di costi, sia ai fini Ires che Irap. Solo per enunciarvi qualche esempio, le società, ai fini Ires, nonostante abbiano patito un incremento dei costi finanziari per via dell'inasprimento delle condizioni bancarie, nella determinazione del reddito, non possono portare in deduzione tutti gli interessi passivi che pagano, ma possono farlo solo nei limiti del 30% del ROL (Reddito Operativo Lordo). Essendo il ROL una variabile che dipende, tra l'altro, dai ricavi conseguiti, diminuendo questi ultimi, ne deriva che si contrae anche il ROL, divenendo meno capiente ai fini della deduzione degli interessi passivi, che comunque aumentano. Invece, ai fini Irap, gli interessi passivi sono, in buona sostanza, indeducibili nella sua interezza. Quindi, aumentano gli interessi (costi), diminuiscono i ricavi, il reddito, ma si pagano più imposte.

Altro esempio emblematico riguarda le autovetture. Si pensi ai costi di acquisto, gestione e manutenzione del parco autovetture.  Questi, possono essere dedotti solo per il 40% (deduzione ridotta al 20% dal primo gennaio 2013). Oppure, ancora, all'indeducibilità dei costi del personale ai fini Irap, per i quali, il legislatore riconosce comunque alcune deduzioni. Per queste componenti di costo, enunciate solo  a titolo esemplificativo, il legislatore ha previsto l'indeducibilità ai fini della determinazione del reddito tassabile, ancorché siano costi sostenuti nell'ambito del normale svolgimento dell'attività di impresa, pertinenti e indispensabili  al conseguimento del fine imprenditoriale.
Per via della parziale deducibilità o dell'indeducibilità totale di questi  costi, accade che, paradossalmente, l'erario può fondare la pretesa tributaria su un reddito non prodotto e su un utile realizzato.
Ritornando all'esempio che ci occupa, la tassazione della società e dei due soci non si esaurisce con i 15.593 euro di tasse in capo alla società. Ma anche i soci sono colpiti dal imposizioni tributarie e contributive.

Già, per l'anno 2012, i due soci hanno corrisposto i contributi Inps sul reddito minimale individuato a circa 15000 euro. E quindi altri 3200 euro ciascuno di contributi Inps facendo salire il conto a 21993. Oltre ai contributi pagati sul reddito minimale,  la legge prevede che, ciascun socio che lavora nell'azienda debba versare anche i contributi Inps a percentuale sulla parte di reddito eccedente il minimale. In questo caso, essendo il reddito fiscale di euro 43722 per via della ripresa a tassazione delle componenti di costo pocanzi enunciate, ne consegue che ciascun socio debba corrispondere all'Inps altri 1482 euro ciascuno, ancorché il reddito prodotto non sia stato prelevato in forma di utili distribuiti. E l'imposizione fiscale complessiva, con un utile  di appena 32000, è già arrivata a quasi 25000 euro, ossia il 78% dell'utile prodotto nel 2012.
Ma c'è dell'altro. I due soci, nel corso del 2013, volendo prelevare l'utile netto realizzato nel 2012 , o meglio quel che rimane (16.407=32.000-15.939) anche per far fronte alle proprie spese e al pagamento dei contributi Inps in scadenza nell'anno, saranno sottoposti a un'ulteriore tassazione. Prima di tutto dovranno  registrare la delibera di distribuzione dell'utile, pagando 168 euro. Poi, nel 2014, nella propria dichiarazione dei redditi dovranno riportare l'utile imputato a ciascuno di loro (8.203) che andrà a formare la base imponibile in misura del 49.72% dell'utile prelevato, in quanto, in parte, già tassato in capo alla società. Quindi, ipotizzando che lo scaglione di reddito da applicare sia il più basso (23%), ciascuno di loro, al netto degli oneri deducibili pagati nel corso del 2013, dovrà corrispondere all'erario ulteriori 900 euro tra Irpef e addizionali varie. Quindi, il conto delle imposte pagate sia dalla società che dai soci, per un misero utile di 32000 euro, sale fino ad arrivare a 27000 euro, euro più euro meno. Ossia l'85% dell'utile prodotto dalla società nel 2012. Oltre alle tasse di cui abbiamo dato nota, c'è da dire che l'impresa, durante l'esercizio, subisce altre forme di imposizione. Si pensi, ad esempio, al diritto annuale della camera di commercio, alla tassa sulla vidimazione dei libri sociali, all'eventuale IMU (indeducibile) e ad altre contribuzioni obbligatorie per legge, che, tuttavia, sono già considerate nella determinazione del risultato d'esercizio originario(32.000 euro).
C'è da dire che la pretesa del fisco non si esaurisce con questa pretesa assurda e distruttiva, che oltrepassa di molto ogni limite di sostenibilità e ragionevolezza. Invero, per i 5 anni successivi, il fisco potrà esperire eventuali controlli sulla fedeltà fiscale dell'azienda, e magari accertare ricavi superiori a quelli dichiarati, determinati in ragione agli indicatori previsti dagli studi di settori a cui la società è sottoposta. 

Se pensate che il caso appena descritto costituisca  un caso limite, vi state sbagliando di grosso. Benché il caso proposto offra dei piccoli margini di ottimizzazione del livello di pressione fiscale, esistono casi in cui le aziende, nonostante conseguano delle perdite anche significative, sono esposte ugualmente al pagamento di un carico fiscale eccessivo ed insostenibile. Tanto più in momenti di crisi profonda come quello attuale. Ciò è possibile per effetto della ripresa a tassazione dei costi che il fisco considera indeducibili, nonostante siano indispensabili e strumentali  al raggiungimento degli scopi imprenditoriali.

Al fine di riepilogare il ragionamento proposto, vi propongo questo schema riassuntivo.

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Paolo Cardenà

domenica 26 maggio 2013

DON GALLO E LA LATRINA DEL DEMONIO

Il Vaticano è la latrina del demonio, o forse è persino peggio (per usare un linguaggio che non condivido, ma che loro userebbero). Lo è da oltre 12 secoli. Chiunque ami Cristo dovrebbe girare a kilometri di distanza da qualsiasi cosa sia Vaticano.
Don Gallo. Un’intera vita con un piede (bello grosso) dentro al Vaticano, cioè alla latrina del demonio, e uno fuori. Punto di vista del realista: bè, almeno ha fatto cose buone. Punto di vista mio: no, ha tolto sterco con la sinistra e ha oliato la peggior cloaca sputa sterco della storia dell’umanità con la destra. No good, Don.
Padre Zanotelli prenda nota.
Il vero prete ‘contro’ fa questo: si mette il Vangelo nella sinistra, impugna terra nella destra, e rifonda la chiesa di Cristo da zero, la chiesa dei poveri, dei sofferenti e la chiesa dell’amore. Poi scomunica la sopraccitata latrina, e tutti i suoi appartenenti. Questo fa un prete di Dio, di Gesù.
Sorry Gallo. Ci doveva pensare prima. Ma nulla è tolto al bene che lei ha fatto, per carità.

I FARDELLI DI UN'IMPRESA ARTIGIANA

Cominciamo con l'aspetto fiscale. Un dottore commercialista è fondamentale per la tenuta dei libri contabili e gli affianchiamo uno studio commerciale per le buste paga.

Oggi abbiamo anche il medico del lavoro, con le visite periodiche di legge. Questi mi consiglia saggiamente di farmi seguire da un ingegnere per la sicurezza. Siamo a quattro laureati, per quattro falegnami, rapporto uno a uno.
Qui comincia l'avventura. Mettiamo ordine nella formazione: un ragazzo aveva fatto il corso di pronto soccorso. «Sarebbe meglio che fossero in due, perché se uno è sul cantiere in bottega nessuno è preparato». Giusto, formiamo un secondo ragazzo: corso a pagamento in ore retribuite. Un altro ragazzo aveva fatto il corso antincendio. «Sarebbe meglio che fossero in due, perché se si ammala nessuno è preparato». Giusto, formiamo un secondo ragazzo: corso a pagamento in ore retribuite. Poi abbiamo il rappresentante dei lavoratori, lo prevede la legge, perché se un dipendente ha problemi a parlare con me direttamente, può farlo tramite il rappresentante. Giusto, formiamo un terzo ragazzo: corso a pagamento di 16 ore retribuite. Proprio in questi giorni gli è scaduto il mandato triennale, fortunatamente è stato rieletto, e così ce la caviamo con un corso di aggiornamento di 4 ore. Anch'io ho il mio bravo corso di 32 ore a pagamento (non retribuito) come responsabile della sicurezza in azienda. Con tutte queste norme meglio essere agganciati ad una categoria di settore artigiana. Giusto, iscriviamoci ad una categoria, con una modica spesa annua. Prima di cominciare a lavorare è meglio avere una copertura assicurativa, potremmo creare danni a terzi con il nostro lavoro. Giusto, stipuliamo polizze assicurative a tutela dell'attività, oltre alle Rc auto per camion e auto.
Non tocchiamo il tasto Inail: mi servono a inizio anno circa 10mila euro prima ancora di cominciare a lavorare. Sicuramente con il nostro lavoro produrremo dei rifiuti, termine che crea un brivido lungo la schiena. Una volta, per scaldarsi, si bruciavano i trucioli e il legno di scarto, oggi siamo più evoluti e dobbiamo usare il metano. Per portare i trucioli e i vecchi serramenti alla Tea, abbiamo dovuto iscriverci all'albo regionale dei trasportatori di rifiuti-propri, pagando l'iscrizione e il conferimento del materiale alla Tea. Il nostro ambiente di lavoro è principalmente la città di Mantova, meglio munirsi dei pass per il centro storico: 170 euro. Siamo riusciti a prendere una multa: situazione di pericolo in un asilo, gli operai hanno preferito il tragitto più corto per intervenire d'urgenza. Orgogliosi del servizio prestato, aver tolto i bimbi dalla situazione di potenziale pericolo, si sono dimenticati la procedura per evitare le telecamere. Risultato: 100 euro di multa.
Dispiaciuto della multa, ma orgoglioso dell'inflessibilità dei dirigenti comunali che sono stati irremovibili ma comprensivi, per ovviare a questo inconveniente, ci è stato consigliato di munirci di altri due pass, che probabilmente faremo il prossimo anno, per un totale di 370 euro. Potrei continuare ancora per pagine, elencando i fardelli che gravano su di una piccolissima impresa artigiana, ma mi sta venendo l'angoscia. Ora mi chiedo: come può un giovane pensare di intraprendere la strada di falegname artigiano? E chi lavora in proprio senza dipendenti come può pensare di assumere un operaio innescando una reazione a catena distruttiva? È vero, in Italia mancano alcune figure professionali, ma non è un caso. Se parlo con i miei colleghi l'ultima cosa che sperano è che i loro figli continuino il loro lavoro! Volevo solo fare il falegname, ma forse era meglio rimanere dipendente.

Carlo Negri fonte

sabato 25 maggio 2013

IL CITTADINO IN SALUTE NON è FONTE DI GUADAGNO...

E’ di alcuni anni fa uno spot pubblicitario che faceva di una logica e credibile frase, la propria bandiera :
“Prevenire è meglio che curare!”
E’ una frase in se logica, condivisibile e, alla lunga, molto producente specie se si tratta di salute umana e, di riflesso, planetaria.
Cosa accadrebbe in effetti se l’uomo prevenisse le malattie anzichè curarle?
Probabilmente la gente non si ammalerebbe, o si ammalerebbe molto meno, la spesa sanitaria potrebbe diminuire sensibilmente richiedendo meno tassazione al popolo, il quale potrebbe lavorare di meno, divertirsi di più, prendersi più cura di se, per poi ammalarsi meno. Un magnifico e utopistico circolo virtuoso che, purtroppo, non si è mai verificato se non forse in antichissime civiltà (Maya, antichi Greci ed Egizi).
Al dover ricorrere sempre meno alle cure ed al dover lavorare sempre meno per pagare le spese sanitarie, si aggiungerebbe anche un contenimento dell’inquinamento che si tradurrebbe verosimilmente in un abbassamento dei fattori patogeni di tipo chimico e fisico, un aumento dei fattori salutari, un miglioramento delle condizioni di vita ed una adeguata prevenzione delle malattie. Insomma ad una adeguata prevenzione delle malattie conseguirebbe un adeguata prevenzione delle malattie. Bello vero?
Purtroppo oggi non è assolutamente così, ma non per questioni legate al fato, al caso od alla sfortuna, ma per un preciso volere, un preciso piano economico per il quale il cittadino in salute non è fonte di guadagno.
Non solo non si prevengono le malattie, ma la malattia è considerata da sempre una importante, fondamentale, inesauribile fonte di guadagno.
Il mantenimento degli stati patologici, la creazione di condizioni patogene e laspregiudicata virata verso la cronicizzazione di stati patologici acuti, anzichè verso la cura definitiva, rappresentano gli investimenti della moderna medicina e di tutte le multinazionali farmaceutiche che chiameremo d’ora in poi “industrie mortifere”.
Produrre condizioni patogene o evitare di scongiurarle, è un prezioso investimento per ogni industria farmaceutica. Significa avere per sempre nuovi malati che richiederanno nuove terapie, farmaci a tonnellate, visite dal medico in numero crescente. Questo significa ingrassare il portafogli dell’industria del farmaco e degli strumenti sanitari, significa arricchire le tasche di medici generici, specialisti e sedicenti tali. Un vortice nel quale il popolo affoga, mentre i magnati del farmaco patogeno e i finti scienziati, navigano con il vento in poppa.
Il malato cronico è il massimo obiettivo a cui puntano oggi industrie mortifere e grandi finanzieri. E’ il tipico pozzo senza fondo e se la cronicità assale il povero individuo in giovane età, per questi criminali è il Bingo multimiliardario.
La sola ipertensione, per esempio, classica e dilagante forma di patologia cronica, produce annualmente denaro per le industrie mortifere, in quantità difficilmente calcolabili, ma gigantesche. Finora nessuno dei farmaci prodotti ha determinato la guarigione definitiva anche di un solo caso; al massimo controlla l’andamento della malattia, ma in nessun caso ne determina la guarigione. Non solo, ma con tutta la ricerca scientifica, oggi spinta a suon di donazioni e Telethon, non si è riusciti a produrre un farmaco da prendere una volta ogni tre mesi e a prezzi umani, chissà perchè?
Nei vari congressi di medicina si assiste ad un elogio, talora miracoloso, di certe soluzioni farmaceutiche, che vengono smentite con vergogna e recisamente al congresso successivo, giusto in tempo per aver fatto guadagnare sufficientemente la casa farmaceutica che produceva il miracoloso farmaco. Naturalmente lo sponsor del congresso smentitore è rappresentato dalla casa famaceutica che produce un farmaco concorrente, che assolda clinici e professori per elogiare e magnificare doti talora inesistenti o marginali di un farmaco che spesso non serve a nulla.
Vengono rivisitate a più riprese tecniche chirurgiche vecchie e dichiarate superate, che risorgono a nuova vita solo perchè la tal multinazionale ha prodotto un aggeggio chirurgico dedicato a quella particolare tecnica, non importa se sia curativa, l’importante è che consenta la vendita di centinaia di migliaia di quegli aggeggi.
Si sono abbandonate sostanze naturali usate in chirurgia, che non potevano quindi essere brevettate, in favore di sostanze sintetiche, brevettabili ed esclusive, adducendo motivazioni clinico-chimiche assurde e ridicole. Eggià perchè la seta o il catgut non danno diritto all’esclusiva, il lino lo possono produrre tutti, mentre la tal molecola artificiale la può produrre solo la tal ditta eccetera, eccetera, eccetera.
Il cancro, incubo terribile di ogni abitante di questo pianeta, non rappresenta la massima aspettativa di guadagno da parte delle industrie di morte. Infatti un malato di cancro ha il 98% di possibilità di morire, per quel cancro, entro un anno e mezzo dalla diagnosi e per le industrie di morte è un business di breve durata. I vari professoroni continuano a sostenere che il 50% dei malati di cancro può guarire e questo cosa determina in effetti? Che ogni malato di cancro consuma farmaci fino a due giorni prima della morte che, proprio per quei farmaci, arriva anche prima dello scadere naturale. Non sentirete mai dire, da uno di questi geni della medicina, che il cancro è effettivamente uno sconosciuto e che ogni uomo è libero di decidere della propria vita!
Il diabete, piaga dell’umanità, in una piccola percentuale è in forma congenita, mentre oltre il 60% è in forma acquisita, favorita quasi sempre da una alimentazione stracolma di zuccheri e altre schifezze. Avete mai udito il Ministro della Sanità obbligare le industrie dolciarie ad apporre opportuni avvertimenti sui pericoli dei loro prodotti sulle confezioni dei medesimi?
Non lo fa per ovvie ragioni. Non danneggia l’industria dolciaria che probabilmente ha dato il loro voto politico e permette alle industrie di morte di produrre antidiabetici orali, zuccheri succedanei ed altre amenità per “aiutare il povero diabetico” e il Ministro stesso che magari si sta facendo la villa in un posto incantevole sulla costiera sarda!
Il suo mutismo interessato si estende anche ad alcolici, salumi, prodotti petroliferi ed altre cose salutari.
Non si vedranno mai scritte sul tappo del serbatoio le parole “Bruciare benzina provoca il cancro” e non si vedranno mai scritte le parole “Questa ciminiera danneggia chi vive intorno ad essa” eppure il bruciare petrolio ha determinato la devastazione di un organismo complesso come il pianeta Terra!
Nessuno troverà scritto sui telefonini “Le onde di questo apparecchio causano il linfoma maligno”, come non si troveranno mai le scritte “Chi si reca al lavoro in bicicletta avrà uno sconto fiscale del 30%”.
Insomma è una sanità progettata ed esercitata per gli interessi di chi fonda il proprio profitto sulla malattia ed il disagio.
Prevenire significherebbe dire ai signori della morte farmacologica “Signori, da oggi il cittadino in salute e libero dai farmaci è il nostro obiettivo primario!”

Prevenire significherebbe incentivare vistosamente chi usa sistemi energetici alternativi ed ecologici, disincentivare e tassare accanitamente chi usa petrolio a fini energetici. Significherebbe piantare alberi e incentivare il verde in ogni luogo libero disponibile, significherebbe togliere dalle lobbies del mattone i terreni comunali per destinarli al verde.
Significherebbe disincentivare l’uso delle auto e incentivare appetibilmente l’uso di bici e mezzi ecologici. Significherebbe incentivare l’uso di telefoni pubblici a costi pressochè nulli e disincentivare la telefonia mobile con prezzi e tasse shoccanti. Significherebbe insomma andare contro quello che oggi riteniamo utile e comodo.
E’ una missione impossibile in quanto l’intero tessuto societario, l’intera economia ed il futuro a breve termine della nostra società sono basati su questi sistemi dannosi, devastanti e mortali. Chi dovrebbe indagare sugli eventi e le cause patogene, chi dovrebbe salvaguardare la nostra salute e imporla come bene supremo e desiderabile non avrebbe alcuna convenienza a farlo, mentre ha un diretto tornaconto se si produce malattia, se si effettuano più interventi chirurgici, se si consumano più farmaci e se le cronicità si diffondono a scapito delle guarigioni complete.
L’industria farmaceutica può raggiungere e corrompere chiunque, comunque e dovunque ed è una cosa risaputa, accettata e attesa proprio da chi dovrebbe gridare allo scandalo.
Non solo la prevenzione è andata nel cassonetto dei rifiuti, ma anche umanità e assistenza sono state relegate a pratiche collaterali e sacrificabili, basta entrare nei moderni ospedali per accorgersene.
Innanzitutto l’aziendalizzazione della Sanità ha portato alla riduzione dei malati ad una uguaglianza irraggiungibile ed alla numerificazione di ogni singolo caso. Non esiste più il malato, esiste la sua malattia che in quanto classificata fa si che il tal individuo venga messo insieme a tutti gli individui a cui sia stata formulata la stessa diagnosi della stessa malattia, non importa come il paziente si sia ammalato, quali siano le sue paure, i suoi bisogni personali ed altre amenità soggettive. Ogni paziente si identifica con la sua cartella e il suo Codice a Barre, come la scatola dei pelati dell’Ipermercato vicino a casa.
Ogni malato perde la sua identità in funzione della sua malattia che viene indicizzata e trasformata in un articolo economico al quale corrisponde un valore monetario che risarcirà l’azienda dei soldi spesi per il suo trattamento. Questo ha scatenato il fenomeno per cui ad una patologia principale se ne affiancano altre collaterali e accessorie che innalzino il valore economico del paziente in funzione di ottenere un risarcimento maggiore da parte dello stato. Un pò come fanno le assicurazioni che difendono il proprio assicurato, che se aveva avuto il fanalino rotto della sua automobile, vede aggiungersi anche il fascione e un pneumatico nella lista dei danni subiti, anche se non risultava all’ispezione del carrozziere compiacente.
La cancellazione della personalità del paziente a livello amministrativo, la determina irrimediabilmente anche a livello sanitario assistenziale. Si cerca assolutamente di scrivere tutto, registrare tutto, formulare protocolli, codificare standardizzazioni e applicare pratiche spersonalizzanti. Le aziende sanitarie devono produrre salute al minor costo possibile evitando la fuga dei malati e cercando di risparmiare tempo. Si è arrivati a quantificare il numero di minuti da devolvere alla visita medica per ogni ammalato, numero da rispettare per tutti i pazienti.
Non esiste più il paziente!!!
Esiste la malattia che ha un valore, un trattamento standard, un tempo per essere diagnosticato, un quantitativo di documenti da redigere e controlli a cadenze rigorose.
E’ una sanità per macchine!
Un individuo dovrà fare i suoi tagliandi come lui si preoccupa di farli alla sua autovettura.
Ogni ammalato deve firmare il consenso informato senza essere stato effettivamente informato e questo ricorda la triste pratica degli agenti assicurativi che dopo aver ubriacato il possibile cliente con paroloni ed esempi assurdi, gli fanno firmare moduli alla ceca, offrendo una salvezza impossibile o improbabile. Anche nelle pratiche estreme di salvataggio della vita, è necessario firmare il consenso!
Per morire bisogna firmare il consenso, capite!
Una vergogna ingiustificabile.
La pratica della medicina è oggi strettamente legata alle attività degli avvocati. Il medico oggi non teme di fallire un trattamento o una diagnosi, teme molto di più la querela da parte nemmeno del paziente, quanto dei suoi famelici parenti che quasi sperano che le cose si mettano male per sperare in un ricco risarcimento. Le cartelle quindi si riempiono di fogli scritti, di consulenze ridicole, di referti ripetuti ossessivamente, ecc. ecc.
Il medico non è più libero di fare il suo lavoro, non è libero di poter sbagliare o di curare una malattia con la medicina “tempo”. Se non prescrive farmaci a go go, o non fa fare la TAC al paziente, verrà di certo criticato e se, malauguratamente, la patologia peggiora, sarà fatto oggetto della visita degli avvocati del paziente ingiustamente “trascurato”.
La Medicina paurosa, intimorita e schiavizzata porta il medico a sentirsi in pericolo nel fare la sua parte.
Prevenire efficacemente le malattie aiuterebbe il medico a fare il suo mestiere e il cittadino a prendersi più cura di se. Si toglierebbero poteri ai magnati dell’alimentazione “pret a porter” e distruttiva, poteri ai magnati del petrolio (e non ci sarebbero guerre per rubare il petrolio facendo credere che si tratti di guerre democratiche), ecc. ecc. ecc.
Solo che un futuro migliore e in salute, fa più paura di un presente di malati che non si possono e non si vogliono curare e guarire!
La verità è che oggi curare è meglio che guarire!

Marra alla Zanzara spiega il perché della pedofilia nel bilderberg




Marra alla Zanzara spiega il perché della pedofilia nel bilderberg e nella magistratura massonico\satanica (nonostante Parenzio)

L’avv. Marra, ospite alla Zanzara, si ricollega alle vicende emerse nel corso dell’inchiesta del giudice Paolo Ferraro. Per maggiori info leggi l’articolo a cui fa riferimento l’avvocato Marra nel corso dell’intervista


vedi

ACCORDI E PRESE PER IL CULO


"Hanno trovato un accordo per l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti... Beh dopo vent'anni dal referendum va bene!!!! Ah è solo una proposta, deve prima esprimersi la ragioneria,trovare coperture,regolamentare statuti,regolare donazioni private, trasparenza, regole, regolamenti, commi, articoli. Capito!" Pompilia Cetra (mauriziomio), Pompei
(Il MoVimento 5 Stelle ha rifiutato 42 milioni di euro di finanziamenti semplicemente non richiedendoli, non ci vuole un accordo per farlo, basta la volontà. L'ennesima presa per il culo pre-elettorale del pdmenoelle, ndr).


Blog Grillo

Qui sotto notiziario del M5S di sette giorni in parlamento n 7
al di la' delle belle dei media di regime, 21 maggio 2013


SISTEMA SANITARIO SISTEMA INEFFICENTE

.........Per il cittadino malato c'è la convinzione di essere "guardato a fondo per il proprio bene", ma non si accorge che questo sistema gli chiede ancora più tasse e che lui, da malato, è in realtà come le afidi per le formiche, uno schiavo da sfruttare.
I milioni di prestazioni sanitarie erogate annualmente in italia, danno un falso convincimento che la sanità sia efficiente. Queste prestazioni creano e muovono decine di miliardi di euro all'anno (115 nel 2012), ma si tratta di debito, non di guadagno. Questo debito grava sulla schiena di TUTTI. Tra l'altro il mal di schiena è una vera e propria piaga sociale e forse ora si capisce quale sia la ragione del suo insorgere.
Capite bene che questo sistema non solo non fa prevenzione primaria (evitare le malattie), ma ha tutta l'intenzione di esercitare la sola prevenzione secondaria (scoprire presto una malattia vera o presunta) e fare in modo che, se non si trovano malattie vere, le si debbano creare (osteoporosi, sindrome climaterica, sindrome delle gambe senza riposo, disfunzione erettile, ipercinesia infantile ed altre).
La diagnosi precoce e la terapia preventiva non sono senza conseguenze.
Sottoporre le persone alla minaccia di scoprire essere malate, crea dei malati.
Indurre nelle persone il dubbio/convincimento di essere "nate malate", crea dei malati.
Consumare farmaci solo per evitare di ammalarsi, crea malattia.
Vaccinarsi senza sapere contro chi o cosa, crea malati.
Il peso psichico della parola "malattia", crea la malattia.
Considerare la Natura come spietato killer per persone sfigate, crea non solo la malattia, ma il disamore per il pianeta, il mancato rispetto per la Natura stessa, per il proprio ambiente e per gli altri esseri viventi.
Sapete cosa si può fare per decrescere sanitariamente?
Ecco alcuni consigli.

  1. Primo e non a caso, SPEGNETE LA TV o quanto meno non guardate i TG.
    Cosa generano la TV in generale e i TG in particolare? Principalmente ansia ed apprensione. Poi generano credulità, autoconvincimento, percezione catastrofista della vita, senso di minaccia incombente. Particolarmente pericolose le notizie di qualche caso di malattie virali di "incerta endemicità".
    È curioso notare come venga data la notizia con toni gravi, preoccupati e subito dopo lo speaker dice che il Ministero scongiura il pericolo di contagio su vasta scala.
    Capite la schizofrenica presa per il .... fondello?
  2. Se vi sentite bene, vi state ascoltando a sufficienza ed il vostro corpo vi dice che è tutto a posto. Smettete subito di preoccuparvi della vostra salute. Se vi sentite bene è evidente che state facendo il meglio per voi. Scoprite perché state così bene e quali siano le componenti della vostra buona salute (equilibrio emozionale, alimentazione, abitudini salutari, ecc.), se vi troverete in difficoltà saprete sempre come tornare a star bene. Non temete per voi, semmai temete chi vi dice che potreste ammalarvi.
  3. Se state usando dei farmaci (non salvavita), valutate seriamente un piano per sospenderli, ma fatelo solo se siete sereni. È del tutto insensato sospendere un farmaco verso il quale nutrite una dipendenza psichica. A questo punto sarebbe obbligatorio, da parte mia, dirvi di consultare prima il medico, ma lui è parte del sistema e credo che vi convincerà a continuare nell'uso dei farmaci.
  4. Privilegiate la terapia a casa e rifiutate strenuamente ricoveri immotivati. Creano un debito che poi vi troverete a dover ripagare. Se avete parenti anziani per i quali il medico vi "consiglia" il ricovero in ospedale, non ascoltatelo, a meno che non vogliate liberarvi del vostro parente. Se lo amate davvero, curatelo a casa. Non è facile, ma è umano.
  5. Evitate gli screening di massa per voi e per i vostri cari. Allo stress legato all'esito di tale indagine, si aggiungano i falsi positivi (che talora raggiungono percentuali preoccupanti) e il costo per il SSN, che poi vi si ritorce contro.
  6. Non credete alla bufala delle malattie ereditarie. Oltre che insensata, crea ansia, rassegnazione al divenire dei malati, terrore di fare la stessa fine, attesa isterica dei primi segni. La persona che casca nel vortice dell'ereditarietà, è una persona con mani, piedi e cervello chiusi in una gogna.
  7. Alimentatevi correttamente. State lontani da cibi precotti o che richiedano solo di essere scaldati (magari nel velenoso microonde). Oltre ad essere costosi, sono farciti di additivi chimici, intensificatori di sapidità ed altri artifici che privilegiano il sapore, ma non la nutrizione. Sono cibi praticamente privi di enzimi - quelle sostanze vitali che nella MTC sono chiamate Jing o essenza vitale.
    Perché vengono rimossi gli enzimi?
    Per rallentare il decadimento dell'alimento!
    Se vi nutrite senza enzimi vi state solo saziando, ma in realtà siete solo iponutriti e in condizioni di deficit energetico. Il Nei Jing - un testo antico di Medicina Cinese - afferma che: "Dove c'è deficit, c'è la malattia!"
    Come vi sentite appena svegli? Fiacchi? Ora sapete perché!
  8. Praticate, ove possibile, la filosofia del non-attaccamento. Significa divenire indipendenti da cose/persone/situazioni. Questo evita gli shock biologico-emozionali di perdita, di territorio, di attacco e del boccone, note cause di innesco di SBS che, purtroppo, la medicina convenzionale considera e tratta ferocemente come malattie.
    Lo so che non è facile/semplice distaccarsi da cose e persone, ma ci si può riuscire; quanto meno cercate di liberarvi dalla denaro-dipendenza. Non si tratta di fare con pochi soldi, ma di non sentire il bisogno di averne.
  9. Praticate attività sportive secondo le vostre esigenze, non secondo quelle della moda o della televisione. Quello che conta è stare bene, non far star bene gli occhi altrui.
  10. Agite unicamente secondo il vostro buon senso e fidatevi di quello che dice il vostro cuore e il vostro istinto. La vostra salute dovrebbe stare più a cuore a voi che al Ministero della Salute.
articolo completo su Fronte Libero

venerdì 24 maggio 2013

IL DIRITTO ACQUISITO

Il diritto acquisito è sacro solo per chi ha più diritti degli altri. Altrimenti può tranquillamente decadere. Per gli esodati il diritto acquisito c'era una volta, con tanto di impegni firmati dalle aziende e dallo Stato, e all'improvviso non c'era più. Per gli ex parlamentari che incassano il vitalizio, come Scalfari o Veltroni, il diritto acquisito è inamovibile "il partito me lo ha dato e guai a chi me lo tocca". Chi doveva andare in pensione a 60 anni per diritto acquisito ci andrà a 68 anni, chi ha tre pensioni va alle Maldive a dicembre per diritto acquisito. Chi ha il diritto acquisito alla pensione minima però lo mantiene anche se muore di fame, e questo è democratico. Amato mantiene il diritto acquisito a 32.000 euro di pensione al mese, il minimo per un uomo della sua levatura craxiana. Chi viene licenziato per il fallimento dell'azienda perde quasi sempre il diritto acquisito alla liquidazione, i parlamentari di pdl e pdmenoelle che hanno fallire lo Stato mantengono comunque il diritto acquisito a un assegno di circa 150.000 euro direinserimento nella società a fine mandato. C'è diritto acquisito e diritto acquisito. Chi ha una pensione superiore a 10.000 euro al mese e chi non l'avrà mai. Chi ha la scorta, un diritto acquisito dai politici più amati dagli italiani, e giudici anti mafia a cui viene tolta. Il diritto acquisito è lo Scudo Fiscale del 5% sul rientro di capitali frutto dell'evasione dall'estero e una tassazione del 70% sulle imprese che dichiarano tutto al fisco. I giovani hanno il diritto acquisito al lavoro, ma solo se emigrano all'estero, 500.000 persone in Italia hanno invece il diritto acquisto di vivere di politica con le nostre tasse. I burocrati di Stato hanno il diritto acquisito di essere inamovibili, oltre che a paralizzare lo sviluppo del Paese, gli imprenditori che falliscono hanno il diritto acquisito di suicidarsi. Nessuno li rimprovererà per questo. Chi non riesce più a pagare il mutuo della casa ha il diritto acquisito di essere messo in mezzo a una strada. I politici hanno il diritto acquisito di comprare nella grande Roma immobili a prezzi di realizzo.
Quando sentite discutere di "diritti acquisiti" state tranquilli, non riguardano mai i vostri, ma quelli di chi li ve li toglie e, ferocemente, si tiene i propri. Le iene divorano anche l'ultimo osso.

Fonte Blog Grillo

La guerra alla libertà dei Media

Per indebolire i Media alternativi indipendenti online, 
l'UE si appresta a "regolamentare" i motori di ricerca Internet
La guerra alla libertà dei Media

Nathan Allonby 
Tradotto da  Anna Moffa


Un nuovo rapporto della Commissione europea raccomanda la regolamentazione delle notizie in internet, attraverso la modificazione dei motori di ricerca per controllare l'accesso ai "luoghi della cospirazione", la creazione di agenzie stampa europee governative e la formazione di nuovi"quadri di giornalisti professionisti ... per ... scienza, tecnologia, finanza o  medicina ".

Il rapporto sollecita anche i politici europei e i leader delle istituzioni europee a tenere conferenze stampa regolarmente, ad emergere dalle ombre e a  prendere il centro della scena come veri leader europei. Questo segna l'inizio di una nuova era per l'Unione europea, e per il suo controllo sui media. Se state leggendo questo negli Stati Uniti o in Canada, siate consapevoli del fatto che ciò che succede in Europa potrebbe accadere anche in America del Nord, a causa dell' Area di cooperazione euro-atlantica. Si tratta di un processo di convergenza attraverso il quale l'Europa e il Nord America adotteranno politiche simili su "libertà", giustizia e sicurezza, da attuare entro il 2014, cosa che sembra si possa applicare alle ultime proposte sui media.

USATE LA SPADA ANDATE A VOTARE

Domenica 26 e lunedì 27 andate a votare!
Ovviamente il mio invito è indirizzato a votare per i candidati del Partito Italia Nuova; ma la raccomandazione che mi sento di farvi dal Cuore, riguarda il votare in sé: andate a votare perché è un vostro diritto crederci ancora!

Andare a votare significa possedere ancora un certo grado di stima di sé, quel tanto che basta a definirsi cittadini.
Quando gettate la spugna e rinunciate a votare, di norma vi giustificate con quelle geniali frasi che diceva mia nonna già trent’anni fa, dopo che si era fumata una sigaretta fatta con la paglia delle sedie: “Il mio voto non glielo do perché sono tutti ladri… Non voto perché tanto non cambia mai niente… Non ci sono più le mezze stagioni, non si sa più cosa mettersi…”. E sentire frasi del genere che escono dalla bocca di trentenni del 2013, non può che rattristarmi e farmi riflettere sul fatto che forse solo nella zoologia e non nella psicologia, possiamo ricercare la spiegazione a certi comportamenti.
Ebbene, mentre gettate la spugna e rinunciate a votare, a voi sembra d’aver compiuto un esemplare atto di ribellione; forse credete di stare esprimendo la stessa forza d’animo d’un Che Guevara o d’un Mussolini, quando invece state ancora una volta suggellando la vittoria del Sistema, il quale s’ingrassa della vostra rinuncia e respira come ossigeno l’assenza di speranza che alberga nell’uomo medio.
I grandi Guerrieri del passato in verità sono vivi ancora oggi, perché erano capaci di compiere gesti senza-tempo (timeless). Per costringere uno storiografo a scrivere una riga su di voi, non è sufficiente che clicchiate “Non mi piace” su youtube, come fanno i sudditi frustrati d’oggi, ma è indispensabile che gettiate ogni giorno il vostro Cuore oltre l’ostacolo, come ha sempre fatto chi ha cambiato la storia, ognuno a suo modo, commettendo i propri errori, ma credendoci fino all’ultimo giorno della sua incarnazione terrestre.
Per ogni spada che noi lasciamo cadere al suolo, i nostri figli pagheranno un alto prezzo in termini di libertà e gioia di vivere. Come ho scritto in La Rinascita Italica: “Se mi rendessi conto che la mia è una famiglia di schiavi, non vorrei che a scuola a mio figlio insegnassero il pacifismo!”

Domenica 26 e lunedì 27 usate la spada: andate a votare!

Valerio De Masi a ROMA
Valerio_DE_MASI Roma
Policarpo Perini a BRESSO (MI)
Policarpo Perini Bresso
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Alberto Prandini a BRESCIA
alberto_prandini_brescia
 
 
 
 
 
 
 
 
Permettete al Partito Italia Nuova di crescere e di far sentire la sua voce. La mia è una “chiamata alla Responsabilità”: prendiamo nelle nostre mani la Politica dell’Italia. Qeusti sono i cinque comuni dove il PIN presenterà una lista per le elezioni del 26-27 Maggio:
Roma,
Bresso (MI),
Brescia,
Cercola (NA),
Imola (BO).
Per informazioni sulla partecipazione del PIN alle elezioni questa è la mail di riferimento: elezioni@partitoitalianuova.it

Salvatore Brizzi
DESIDERANTES MELIOREM PATRIAM