venerdì 25 ottobre 2013

La Grecia come la Repubblica di Weimar, rischia un colpo di stato

La Grecia come la Repubblica di Weimar. Istituzioni in decomposizione

Difficoltà maggiori del previsto nel negoziato tra il governo di Atene e la Troika. Samaras non vuole altre misure di austerità. La situazione sociale è esplosiva mentre crescono i consensi alle forze estremiste


Fonti del governo ellenico lasciano trapelare, questa mattina, una “inspiegabile” inflessibilità della Troika (UE, BCE e FMI) verso la Grecia, nel richiedere misure aggiuntive di austerità. I tre funzionari, Matthias Mors (UE), Clauss Masuch (BCE) e Poul Tomsen (FMI), giunti ad Atene per il periodico monitoraggio dei conti e sullo stato delle riforme nel paese, non avrebbero aperto al governo di Antonis Samaras sulla possibilità di concedere alternative a nuove misure di austerità, che il premier e la sua coalizione di conservatori e socialisti vorrebbero in tutti i modi evitare, perché si rischia la rivolta sociale.

Pil Grecia in caduta libera

Le cifre in gioco sono rilevanti per l’economia ellenica allo stremo, dopo sei anni consecutivi di recessione, che si sono mangiati già il 23% del pil. La Troika chiede interventi supplementari per 2 miliardi sul solo 2014, quando il ministro delle Finanze, Yannis Stournaras, ha presentato tagli per soli 500 milioni. E nel triennio 2014-2016, la divergenza tra le parti è per 3,2 miliardi, circa l’1,5% del pil ellenico.

Colpo di stato in Grecia: una parte dell’esercito guarda a Alba Dorata

Difficilissimo approvare in Parlamento tagli a stipendi pubblici e pensioni per la quarta volta dallo scoppio della crisi. Non ci sarebbero i numeri per far passare tale provvedimento, ma soprattutto si scatenerebbe forse la protesta definitiva, che travolgerebbe le istituzioni di Atene, già alle prese con lo spauracchio di un colpo di stato per mano di militari vicini ai neo-nazisti di Alba Dorata.



Cinque parlamentari di questo partito sono stati arrestati per via delle violenze scoppiate in queste settimane, tra cui l’uccisione di un rapper di sinistra. La mossa sembra un tentativo disperato del governo e dell’arco costituzionale di mettere a tacere una delle più grandi minacce alla stabilità delle istituzioni del dopo-Colonnelli. Ma le cose stanno diversamente nel paese reale. Alba Dorata oscilla tra l’11% e il 15% nei sondaggi, mentre la sinistra radicale di Syriza sarebbe primo partito, dopo avere sfiorato la vittoria già alle elezioni politiche del 2012.
Il tracollo dei conservatori di Nuova Democrazia, ma soprattutto dei socialisti del Pasok è a livelli di allarme per l’esecutivo. Se si votasse oggi, il Pasok prenderebbe forse il 5%, contro il 44% del 2009. Molto meglio andrebbe per il partito del premier, ma che rischierebbe di non arrivare primo e di non ottenere più la maggioranza relativa dei seggi. Le elezioni, però, sono lontane. Ufficialmente, si voterà nel 2016. Ma la maggioranza inedita tra conservatori e socialisti scricchiola e basta un nulla per farla cadere. A quel punto, le forze estreme dell’una e dell’altra parte farebbero il pieno di voti e per Bruxelles non ci sarebbero mediazioni. Altro che Troika e negoziati sul debito.

Ristrutturazione debito Grecia atto secondo

Eppure, il debito è al 170% del pil, l’economia passa da un crollo a un altro e la disoccupazione è al 28% (64% tra i giovani). Come tenere in piedi tutto ciò non lo si capisce. E’ probabile che nel 2014 sarà attuato un secondo “haircut”, ossia un nuovo taglio del valore nominale dei titoli del debito pubblico, ma il guaio per Atene è che i due terzi di questi si trovano nelle mani dei governi dell’Eurozona e della Troika, che non hanno intenzione alcuna di rinunciare alla restituzione integrale. Da qui, l’ipotesi di allungare i prestiti da 240 miliardi fino a 50 anni e di ottenere in cambio misure ulteriori di risanamento da parte di Atene. Ma la sensazione è che siamo alla fine del primo tempo di un film drammatico e che il secondo tempo sarà da brividi.Link
 di Giuseppe Timpo

La Grecia rischia un colpo di stato. Ex militari contro il governo in carica