Questo scritto è una ferma contestazione nei confronti di tutti coloro che hanno confuso il lavoro (Dovere civico e morale, non coercitivo, svolto dall'uomo nell'interesse proprio e della comunità) con uno strumento di tortura atto a soggiogare l'intera umanità. E' un forte disappunto nei riguardi di chi crede oramai (prescindendo da chi ne detiene la proprietà) che quello monetario sia l'unico sistema possibile, ed è una dura critica all'indirizzo di chi, pur condividendo il mio pensiero, inizia a mostrare segni di indulgenza verso quelli che considero unicamente infami ricatti!
Ma nonostante la dovizia di epiteti che ne caratterizza il contenuto, malgrado il veemente eloquio ed i suoi toni chiocci, spero che questa mia filippica venga interamente intesa come nient'altro che una provocazione.
Mi auguro davvero che questo articolo non arrechi particolare offesa a nessuno e che sia opportunamente stimato per il suo effettivo scopo, ossia un pretesto per riflettere sulla nostra straordinaria capacità di autodistruzione, sulla nostra incredibile predisposizione nel farci turlupinare, sulla nostra insita tendenza nell'accettare l'assurdo come ovvietà.
ETIMOLOGIA E SIGNIFICATO DEL TERMINE LAVORO
Lavoro: Dal latino labor, laboris: fatica, duro sforzo, impiego di energia.
Sinonimizzazione del termine lavoro:
Lavoro/Fatica/Sforzo/Travaglio/Dolore/Male/Sofferenza/Affanno/Difficoltà/Afflizione/
Umiliazione/Mortificazione/Tormento/Pena/Schiavitù/Tortura ...
Sono noti i detti della letteratura classica "durar fatica" e "operar faticando". Ancora oggi in alcuni dialetti si utilizzano i termini "faticare", "andare a faticare", per intendere "lavorare" e "andare a lavorare". Altro termine di parlate italiane per "lavoro" è travaglio, dal Latino tardo tripaliare, Tripalium (strumento di tortura composto da tre pali su cui veniva posto e torturato lo schiavo). In siciliano "lavorare" si dice "travagghiari," inpiemontese "travajè, in spagnolo "trabajar", in portoghese "trabalho", in francese "travail".
(Fonti: Enciclopedia Treccani, Zingarelli, Dizionario della lingua Latina Le Monnier, Wikipedia.)
CONSTATAZIONE
Ergo! Appurato e preso atto di quale sia la reale accezione della parola "lavoro", non posso che considerare assolutamente sincero, onesto, veritiero e coerente, ciò che recita la prima parte del famigerato art. 1 della Costituzione Italiana. Infatti, quando in Esso vi leggiamo che l'Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro, altro non apprendiamo che, quelle fondamenta ove sopra si erige la Nazione Italiana sono gettate letteralmente sulla nostra Sofferenza.
Dunque, che lo si ammetta o meno, nel suddetto articolo vi è racchiusa un incontrovertibile verità, sottoscritta, accettata e condivisa da tutto il popolo italiano.
Con il termine "lavoro" altro non si intende che il nostro Travaglio, il nostro Dolore, e non quella fonte di guadagno a cui, erroneamente, siamo abituati ad associarlo. Difatti questo lemma cela astutamente quale fu, ed ancora è, l'effettivo prezzo da noi pagato per ottenere l'odierna Repubblica Italiana: la nostra Schiavitù.
L'Italia!
Paese il quale con troppa ingenuità consideriamo Patria, "terra dei nostri padri". Ma se è vero che ogni parola ha un senso ed un valore, e che è importante e doveroso conoscerne il significato, allora non si possono considerare padri coloro che si nutrirono della Pena dei loro figli pur di sfamare la propria cupidigia! Mentre invece è legittimo ed opportuno definire Mortificazione e Tortura il lavoro, essendo questi alcuni dei suoi veri significati! E questa purtroppo non è un'opinione, ma un'amara constatazione.