giovedì 2 ottobre 2014

Schiaffo di Parigi a Bruxelles: basta con l'austerità

Il governo francese rifiuta di adottare nuove misure di austerità. Rientro sotto al 3% deficit/Pil solo nel 2018

Di troppa austerità si può morire. Consapevole di questo rischio la Francia sceglie di dire no all'Europa.

Il governo di Parigi rifiuta di adottare nuove misure di austerità e prevede, nella legge di bilancio per il 2015, un deficit che quest’anno si attesta al 4,4% del Pil, l’anno prossimo si ridurrà al 4,3%, nel 2016 scenderà al 3,8% e solo nel 2017 andrà al 2,8%, cioè sotto il tetto previsto del 3%. In precedenza il governo francese si era impegnato a scendere sotto il 3% fin da quest’anno. "Abbiamo preso la decisione di adattare il passo di riduzione del Pil - spiega il ministro delle Finanze, Michel Sapin - alla situazione economica del paese. La nostra politica economica - aggiunge - non sta cambiando, ma il deficit sarà ridotto più lentamente del previsto a causa delle circostanze economiche".

"Nessun ulteriore sforzo - si legge in un comunicato che accompagna i numeri della legge di bilancio - sarà richiesto alla Francia, perché il governo - assumendosi la responsabilità di bilancio di rimettere sulla giusta strada il paese - respinge l’austerità". Come si può capire, dunque, è una piena assunzione di responsabilità politica, motivata e ben ponderata.

Sapin aveva già preannunciato che i target di deficit per il 2015 erano inattuabili e ribadisce che la Francia l’anno prossimo crescerà solo dell’1 e del’1,9% nel 2017. Inoltre definisce "senza precedenti" lo sforzo del governo di tagliare di 50 miliardi di euro i volumi della spesa pubblica entro il 2017, pur riconoscendo che il totale della spesa pubblica in questo periodo registrerà un rialzo dello 0,2%. Questo significa che il debito pubblico toccherà nel 2016 un picco del 98% del Pil, iniziando una lieve discesa nel 2017.


Merkel: Paesi facciano i compiti

"Non siamo ancora al punto in cui si possa dire che la crisi è alle nostre spalle", afferma la cancelliera tedesca Angela Merkel. "I Paesi devono fare i loro compiti per il loro benessere", ha aggiunto, ricordando che il patto di stabilità e crescita "si chiama così perchè non può esserci crescita sostenibile senza finanze solide".



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