sabato 10 gennaio 2015

I fatti di Parigi ; c'è qualcosa di strano

I fatti di Parigi non sono per nulla chiari.La Storia dimostra che ogni volta che ci sono degli atti tipici di una strategia della tensione, come quelli parigini, c'è "sempre", ripetiamo "sempre", una complicità di pezzi dello Stato.

Questo da sempre, anche quando proprio non c'erano tecnologie sofisticate... solo per la enorme potenza che uno Stato può "sempre" mettere in campo a livello di controllo della popolazione e del territorio. Figuriamoci cosa accade ora che ci sono satelliti, telecamere e microfoni ovunque attraverso i nostri telefonini e computer. C'è sempre qualche organo dello Stato, o meglio qualche pezzo di quell'organo, che sa quello che sta succedendo o quello che sta per succedere.

Se succede è "sempre" perché qualcuno dall'interno dello Stato lo ha voluto o lo ha lasciato fare. Seguendo non una strategia della "ragion di Stato", ma una cieca obbedienza agli ordini di logge oscure trasnazionali.
Questo naturalmente non riguarda la maggior parte degli uomini delle forze dell'ordine e dei servizi segreti, che svolgono il loro compito istituzionale. Ma specifici gruppi al loro interno che li condizionano, dotati di un enorme potere, normalmente protetti dai capi istituzionali di quelle organizzazioni. E che non rispondono alla struttura governativa, che è comunque tenuta a garantire la loro libertà di azione senza controllarli. In quanto gli uomini messi a capo delle strutture governative sanno che di certi gruppi e situazioni non devono impicciarsi, pena la loro carriera e la loro vita.


Di questi fatti di Parigi non sappiamo nulla, se non le immagini confuse che sono arrivate, le ore ed ore di stupidi commenti di giornalisti che non vedevano e non sapevano nulla, tranne i comunicati ufficiali o ufficiosi fatti filtrare appositamente per condizionare noi. Per la pantomima organizzata per raccogliere la nostra attenzione al massimo e gonfiare la nostra paura ed il nostro odio in modo parossistico.

Di cosa si ha paura? Di quello che non si sa... E già tenere per tre giorni la gente appiccicata al televisore a non sapere niente di cose terrorizzanti che stanno avvenendo... è un bell'esercizio di alimento delle paure.



Ed è chiaro che in questa baraonda di notizie vere e false è strano che un terrorista si dimentichi la carta d’identità nella macchina, è strano che faccia cinque o sei scontri a fuoco sfuggendo ripetutamente, è strano che un commissario coinvolto nell’indagine dalle prime ore si uccida improvvisamente con la sua pistola d’ordinanza, è strano che anche l’altro terrorista uccida una poliziotta e poi riesca ad andare armatissimo in un supermercato ebraico a spargere terrore e morte.

A questo punto, visto che i terroristi sono morti tutti – ma guarda un po’ – non sapremo mai da chi avevano preso ordini, chi li aveva contattati, ecc…

E’ chiaro che c’è qualche “manina” che manipola la macchina del terrorismo fatta per produrre paura e odio.

Ma non è veramente importante se a organizzare questi attentati – come l’11 settembre a New York – siano stati i servizi segreti o gli stessi islamici radicali. E’ uguale, visto che entrambi dipendono dalle stesse centrali anticoscienza, il cui unico scopo è terrorizzarci, renderci più cattivi… per controllarci meglio. Per indurci ad accettare leggi, costrizioni, spese ed interventi militari che non avremmo altrimenti mai accettato.

Ecco, questo è il tema più importante di queste ore: non tanto stabilire chi ha organizzato nel dettaglio questa vicenda. Ma dove conduce questa accelerazione. Una serie di attentati - Ottawa, Sidney, Yemen, Pakistan, Istanbul e poi gli eclatanti fatti parigini – sono chiaramente frutto di una regia di accelerazione ed intensificazione del conflitto Occidente-Islam.

Evidentemente i poteri oscuri che dirigono la danza dell’odio stanno per fare qualcosa di veramente eclatante che ha bisogno del consenso delle masse occidentali, ed avevano bisogno di preparare il terreno.

Con l’11 settembre avviarono la fase militare del conflitto Occidente-Islam, e partirono con la guerra in Afghanistan e poi in Iraq, e l’avvio di una potente destabilizzazione del Medio Oriente.

Ora cosa c’è in gioco?

Altri interventi militari, altre guerre possibili, ed un ulteriore controllo del territorio e della gente con leggi antilibertarie più stringenti.

Ma anche una accelerazione del processo di dispiegamento operativo della superpolizia europea Eurogendfor… E la creazione di qualche ulteriore supercoordinamento mondialista di forze armate, servizi segreti e politiche estere. Che superi le ultime resistenze degli stati nazionali.


Gli scodinzolanti falchi della poltica occidentale, da Netanyahu a quel poveretto di Gasparri hanno esortato immediatamente alla guerra "santa", sostenendo la simpatica dottrina del "10 dei miei, mille dei tuoi" evocante sapori di antico nazismo. Già ieri qualche giornalista del potere, come Gianni Riotta, invocava un salto di qualità nel comando unificato di operazioni di guerra congiunte euro-americane contro l’ISIS, dicendo che le attuali strutture non sono adatte a contrastare il califfato militarmente.Una vera e propria balla, visto che al califfato basterebbe togliere armi e sostegni, garantiti da poteri occidentali e petrolieri arabi, e fare un serio intervento militare per risolvere il problema in poche settimane. Ma basterebbe anche rafforzare il regime di Assad - duro e illiberale, ma illuminato rispetto all'ISIS - e smetterla di tenere in perpetua debolezza e crisi il governo di Baghdad, e il problema si risolverebbe rapidamente.

Noi siamo le vittime delle loro mosse future: stanno condizionando la nostra psiche con questi attentati perché accettiamo ulteriori forzature, guerre, condizionamenti, perdite di sovranità e libertà.

E qualcosa di grosso sta per spuntare… lo vedremo presto, purtroppo.

A noi il compito di trarre forza da questi eventi per le nostre coscienze. Vogliono condizionarci? Non ce lo faremo fare, non ci faremo coinvolgere in spirali d’odio, non accetteremo supinamente le loro future mosse, quali che siano, Continueremo a pensare ed a credere che il destino degli uomini non è quello di combattersi, ma di armonizzarsi, di essere solidali, di aiutarsi nel difficile compito della evoluzione umana. E se i nostri governi ci spingeranno nella direzione opposta, noi manterremo dritta la barra della nostra etica e della nostra responsabilità morale e civile. Almeno là dove ognuno, nella propria vita, può intervenire con pensieri, sentimenti ed azioni.

Qualsiasi cosa faranno lo utilizzeremo per alimentare la nostra coscienza di voglia di bene, di giustizia, di verità, di amore. E terremo a bada il serpente della manipolazione, a cominciare dalla nostra interiorità.

http://coscienzeinrete.net/politica/item/2238-sangue-e-paura-e-odio-cosa-stanno-preparando-cosa-vogliono-farci-ingoiare
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