venerdì 31 luglio 2015

Ecco i dati dei suicidi per crisi economica nel primo semestre 2015

L'ISTAT NON DIVULGA, NOI SI! Ecco i dati dei suicidi per crisi economica nel primo semestre 2015

Angeli della Finanza, i dati dei suicidi “tenuti nascosti” | Panetta “Occorre informazione corretta”. Il presidente dell'Associazione rivela numeri allarmanti sulle morti a causa della crisi

Città di Castello, 27/07/2015 - 16:20 (informazione.it - comunicati stampa - economia) “E’ doveroso informare i cittadini, ed è doveroso farlo in modo corretto“. Con queste parole il presidente dell’Associazione Angeli della Finanza, Domenico Panetta, annuncia dati allarmanti riguardanti i suicidi “tenuti nascosti” nel primo semestre del 2015.

I dati, sottolinea Panetta, “non sono presi a caso ma giungono da fonti autorevoli come LinkLabCampus, guidata da Nicola Ferrigni. Non so se è una scelta politica o meno ma noi Angeli della Finanza siamo abituati a combattere in prima linea il fenomeno bancario (causa delle maggior parte dei suicidi per crisi) e crediamo sia doveroso informare i cittadini in modo corretto”.

L’aggiornamento semestrale che emerge dal rapporto è alquanto preoccupante: quasi il doppio dei suicidi rispetto a 3 anni fa, escalation delle tragedie soprattutto nel Mezzogiorno e nel Nord-Est, aumento dei casi tra gli imprenditori, abbassamento dell’età media, crescita dei tentati suicidi di quasi il 50% rispetto al 2014.

Salgono così complessivamente a 560 i suicidi (e 320 i tentati suicidi) registrati in Italia per motivazioni economiche dall’inizio del 2012 a giugno del 2015.

Dopo l’aumento esponenziale del numero di suicidi tra i disoccupati registrato lo scorso anno, il fenomeno (111 gli uomini che si sono tolti la vita, 10 le donne) sembra essere tornato ad interessare con maggiore forza gli imprenditori, che tornano a essere le prime vittime della crisi economica con 53 suicidi (nel semestre 2014 erano 46).

Quarantatré i casi tra i disoccupati e (cifra triplicata rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso) 19 tra i dipendenti, mentre 3 sono i pensionati. Altro dato significativo arriva dall’età, che nel semestre nero considerato si abbassa di circa una decade, con il segmento 35-44enni che rappresenta il 28,9% dei casi (era al 21,7%), mentre i 45-54enni scendono al 26,4%, oltre 10 punti in meno rispetto allo stesso periodo 2014.

“La situazione è allarmante ma come al solito nessuno ne parla – conclude Panetta – Noi grazie al Prof. Nicola Ferrigni, che costantemente monitorizza l’andamento, siamo sempre in grado di dar voce e divulgare ciò che chi di dovere non fa. Forse per ragioni politiche”.