venerdì 14 agosto 2015

FACEBOOK; AMICI FINTI, AUGURI FINTI, OPINIONI FINTE


Facebook sotto accusa, come l’ipocrisia la fa da padrona

Credo di essere l’unica studentessa della mia scuola con un computer e un ADSL ad essere senza Facebook. Se mi sento una reietta o una sfigata? No anzi, me ne vanto. E lo dico al mondo. Mi ricordo l’anno scorso la grande novità di questo sito che ti mette in comunicazione con l’intero pianeta, con mille possibilità di conoscere meglio altre persone e siti che altrimenti sarebbero rimasti sconosciuti.

Prima domanda a tutti voi lettori: un amico lontano è vostro amico solo se lo aggiungete su Facebook?Facebook è l’unico modo per gestire un’amicizia a distanza con qualcuno? La posta elettronica e Skype non esistono più? Certo Facebook può essere una facilitazione per mantenerci in contatto con l’amico tedesco che abbiamo conosciuto l’estate scorsa in vacanza studio, ma sicuramente non è l’unico modo.

Già solo la frase che ci presenta il sito sulla pagina iniziale ha un impatto psicologico fortissimo: ci vuole appunto indurre a credere che iscrivendoci potremmo diventare amici del mondo intero. Se per la maggior parte degli adolescenti oggi la concezione di amicizia si limita a: “Ti ho aggiunto su face book, visito spesso il tuo profilo e commento i tuoi link/foto” bèla mia concezione di amicizia è invece fatta di momenti passati insieme, sia a ridere che a piangere, di aiuto vicendevole nei momenti di difficoltà e soprattutto si può portare avanti senza dover per forza visitare una pagina web con i dati personali di una persona.

Le cosiddette amicizie che ogni adolescente ha su Facebook vanno in media dalle 200 alle 600 circa… sono tutti vostri amici sul serio? Sono tutte persone con cui uscite, vi confidate e che sostenete nei momenti difficili? O sono persone che aggiungete solo per fare numero o perché sono della vostra scuola? Magari la ragazza a cui avete appena inviato la richiesta d’amicizia è la stessa che ogni mattina deridete per le scarpe che secondo voi fanno schifo. Non è ipocrisia questa? Non è falsità allo stato puro avere come amico (anche solo se su internet) persone che nella vita reale neanche guardiamo in faccia o peggio ancora ci stanno antipatiche?

Non è forse una generazione di bugiardi quella che si comporta in questo modo? E che valori potrà trasmettere a quelle future? Che le foto non si fanno per ricordare i momenti belli ma solo per metterle su Facebook e sperare che tutti quelli che le vedano ci invidino perché ci stavamo divertendo? O meglio, facevamo finta di divertirci, 

perché è questo che Facebook richiede: la finzione. Amici finti, opinioni finte, sorrisi finti, auguri finti e via dicendo.

Ma la cosa più penosa di tutta questa rete di finzione è che non coinvolge soltanto gli eterni indecisi problematici adolescenti, ma anche quarantacinquenni che spinti dall’amico con la sindrome di Peter Pan o dal desiderio di capire meglio i figli si lasciano trascinare e accorrono all’impazzata a cercare tutte le persone di cui si possono ricordare e magari la prima amicizia arriva dall’ex compagna delle superiori con cui non si parlava mai. Che bello!Dopo quasi trent’anni di indifferenza siamo amici! Wow!

Allora giustifichiamo i falsi e i bamboccioni a loro volta figli di genitori come loro…ma gli altri? Tutte le altre persone apparentemente “normali” che appena effettuano una connessione al sito diventano re e regine del finto interesse verso gli altri e dell’idolatria verso sé stessi? Bè…aspettiamo un altro po’ e al sabato sera si uscirà stando a casa davanti al proprio computer…così potrete uscire con tutti i vostri 500 amici insieme no?

P.S. Voglio sottolineare e ribadire che questo articolo non intende assolutamente screditare Facebook, mettendo in dubbio le sue funzioni e la sua utilità se utilizzato per lo scopo per cui è stato creato, ovvero tenere in contatto le persone. Al contrario è una personalissima opinione riguardante SOLO E SOLTANTO quelle persone che, facendone un uso assiduo e scorretto, si sono rivelate per quello che sono in realtà: incoerenti ed immature.

Giorgia Grisendi (Liceo Scientifico Silvio d’Arzo di Montecchio Emilia -RE)

http://altrarealta.blogspot.it/