sabato 16 gennaio 2016

L’ITALIA NON E’ PIU’ UNO STATO

In fatto di cessioni di sovranità, che conflitti ci sono con la nostra Costituzione? Ad esempio l’articolo 11?
Totale conflitto! Intanto partiamo da una cosa molto banale, cioè gli elementi fondanti di uno Stato, ancora prima del dettato costituzionale.Uno Stato cioè esiste se ha un popolo, il territorio e il potere d’imperio su quel territorio. In altre parole: in casa mia devo poter fare quello che voglio, altrimenti non sono proprio uno Stato. In una Repubblica democratica come l’Italia, la sovranità ai sensi dell’art. 1 appartiene al popolo. Quindi, di fatto, questi svendono i diritti democratici all’interno del nostro territorio, cioè il potere di decidere a casa nostra. L’art. 11, la cui manipolazione interpretativa ha aperto la porta a questo maledetto vincolo esterno, non consente le cessioni di sovranità; la norma parla soltanto di limitazioni e a determinate condizioni, cioè in condizioni di reciprocità tra nazioni e finalizzate all’adesione, all’ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra i popoli. Cioè, nessuno aveva mai detto che potevi prendere una sovranità e cederla, darla a un terzo che da domani mattina comanda a casa tua. Cioè, io non potevo cedere le sovranità monetarie ed economiche! Potevo limitarle, ma solo al fine di evitare di nuovo le tragedie della guerra. Se noi leggiamo anche soltanto i verbali dell’Assemblea costituente, i Padri costituenti hanno specificato cosa intendevano e addirittura si leggevano delle riaffermazioni piene di sovranità e il fatto che le limitazioni erano concepite per le Nazioni Unite, non certo per il progetto federale europeo, per gli Stati Uniti d’Europa che anzi erano progetti che erano stati respinti all’interno della costituente.
Te lo ricordi il Meccanismo di Stabilità Europeo, altrimenti detto MES o fondo salva-stati? Prevedeva alcune clausole “simpatiche”, tra le quali il fatto che non si poteva recedere da questo fondo in cui abbiamo investito diverse decine di miliardi, e che qualora il gestore di questo fondo, che poi erano i Ministri dell’Economia dei vari Stati, con sede in Lussemburgo, avessero deciso nuove ricapitalizzazioni, nessuno avrebbe potuto opporsi, neppure cambiando Governo. Cioè valeva da qui a tutti i governi a venire, all’infinito! Poi c’è anche la segretezza dei documenti. Il trattato è stato firmato da vari paesi e Stati membri dell’Europa Unita, tra cui la Gremania. Questa impostazione è stata però modificata dalla Corte Costituzionale tedesca che ha detto: “No! La trasparenza dei documenti è essenziale, per cui niente segretezza e poi niente ricapitalizzazioni a “babbo morto”, cioè niente ricapitalizzazioni senza passare dal voto del Parlamento. A quel punto abbiamo lo stesso trattato, la stessa limitazione di sovranità, ma lo stesso trattato è diverso tra due Stati membri, perché i tedeschi hanno più privilegi rispetto a noi. Ecco, la mia intuizione fu questa: non sono un giurista, ma dissi: “scusa, se dobbiamo cedere sovranità o limitarla sulla base del fatto che deve esserci parità, e in questo caso la parità non c’è, allora il MES non è costituzionale. Cosa ne pensi?”
Assolutamente! Tra l’altro vedi, qui il problema è che intanto si tratta di una cessione e non una limitazione, ma poi è a titolo definitivo. Cioè: io non posso tornare indietro, secondo loro! E questa è un’ulteriore follia, perché se io anche accettassi l’entrata di una norma internazionale nel mio ordinamento, mettendo anche il caso che sia questa norma legittima, va bene, ma il vincolo a non poterla mai cambiare… cioè per esigenze mie potrei decidere domani mattina di fare qualcosa di diverso e invece mi impegno per sempre a non farlo! Rientro all’interno delle cessioni, perché io perdo il mio ruolo di Stato, cioè l’elemento fondante dello Stato non c’è più! Ma questo non lo dice soltantoMessora o Marco Mori o pochi altri: lo dicono anche un Zagrebelsky, per esempio, che ha ricordato a tutti come le sovranità, ad esempio monetaria ed economica, sono elementi fondanti di uno Stato.
La nostra Costituzione rappresenterebbe per loro un problema insormontabile, perché i principi fondamentali – tra cui anche l’art. 11 – cioè i primi dodici articoli, non sono emendabil! Non possono essere modificati perché rientrano all’interno del dettato dell’immutabilità della forma repubblicana. Quindi in realtà l’Italia non può mai smantellarsi e fare questa azione contraria alla Costituzione: sarebbe di per sé un atto eversivo. Tant’è vero che Piero Calamandrei, grande giurista all’interno dell’Assemblea Costituente, quando commentava per gli altri colleghi l’art. 139, e quindi l’immutabilità della forma repubblicana, ricordava proprio questo: cioè “tenete a mente che non cambiamo più“. Anche una maggioranza schiacciante che avesse voluto modificare un principio fondamentale non l’avrebbe potuto fare e addirittura la minoranza avrebbe potuto reagire. Erano concetti assolutamente banali e ovvi, che oggi sono stati dimenticati. Per non parlare poi del tipo di cessioni che sono state fatte, cioè in materie che con la pace non c’entrano un piffero, oppure sono apertamente contrarie alla pace. Ad esempio: la competitività, perché i trattati europei fondano l’economia dell’Unione sulla forte competitività tra Nazioni. Maci dicono che l’Italia deve essere più competitiva. Però se io devo diventare più competitivo, metterò sotto qualcun’altro, cioè io esco dalla crisi e mando in crisi qualcun altro. Cioè: la competizione è sempre contro qualcuno! E allora, dov’è il fine di pace, se io imposto un sistema economico europeo sulla competitività, anziché su quello che prevederebbe l’art. 2 sulla nostra carta, che sono inderogabili doveri di solidarietà politica, economica e sociale, che pacificamente sono l’opposto della competitività? Abbiamo un problema di ingresso di fondo delle norme europee, in quanto cessioni non consentite di sovranità che apparterrebbe al popolo, e poi anche nel merito abbiamo comunque un modello europeo che è contrario a tutti i nostri principi fondamentali. Ho detto la competitività, poi potremmo parlare del lavoro, potremmo parlare del risparmio che è impedito dalpareggio in bilancio. Potremmo fare una valutazione a 360°, ma siamo di fronte a un ordinamento opposto a quello nazionale e peraltro anche fortemente antidemocratico perché in Europa non c’è un organo di rappresentanza del popolo, in grado di fare le leggi, perché la Commissione europea è l’unico organo che ha iniziativa legislativa, quindi noi possiamo mandare al Parlamento europeo chi vogliamo, che non conterà un ciuffo.


tratto da un 'intervista a Marco Mori di ByoBlu
fonte
http://www.rischiocalcolato.it/2016/01/litalia-non-e-piu-uno-stato-byoblu-intervista-marco-mori.html
http://altrarealta.blogspot.it/