giovedì 22 settembre 2016

COME ROMPERE L'INCATESIMO SOPORIFERO

La Presenza ha il potere di interrompere il segnale portante della socializzazione che tiene addormentata la macchina biologica. L’autosservarsi ha proprio il potere di infrangere l’incantesimo soporifero, smascherando le noiose e meschine trame di un organismo ridotto in schiavitù, rivelando le sue insopportabili e assurde associazioni mentali che ancora ognuno si ostina a chiamare «il mio pensiero». 


«Prigioniera di una macchina addormentata, l’Anima interpreta gli eventi del mondo come se non avesse alcun potere su di essi. Il mondo sembra allora un mostro gigantesco dotato di volontà propria e capace di danneggiarci contro la nostra volontà. Risvegliando l’apparato psicofisico di cui è ospite, l’Anima si riappropria invece del suo potere, comprende che il mondo non possiede una volontà sua e che è Lei l’unica artefice – in parte consapevole, in parte inconsapevole – della realtà che sta vivendo.»


Salvatore Brizzi, risvegliare la macchina biologica per utilizzarla come strumento magico

Premessa di ogni lavoro su di sé è il riconoscimento, oltre ogni dubbio, che le nostre abituali attività quotidiane sono condotte all’interno di uno stato di sonno verticale. Ovvero si crede di essere svegli perché si è in una posizione verticale e si dà vita al proprio libero arbitrio. Di fatto è proprio questo «sentirsi svegli» che rappresenta un grosso ostacolo al vero lavoro di risveglio. Per lo più, chi pensa di pensare è pensato (ovvero subisce il pensiero), chi crede di cogliere dei sentimenti sta subendo delle emozioni e chi crede di essere presente al proprio corpo sta passivamente soggiacendo alla sua programmazione cinetica.

Abitualmente definiamo «volontà» la capacità di imporre a noi stessi qualche atto e non ci rendiamo conto che lad- dove questo avviene nella fase di sonno, in realtà essa non è altro che l’espressione capricciosa di una catena di pensieri automatici. La vera volontà è invece la capacità animica di osservare a piacimento, in modo neutro e in piena Presenza, come la macchina biologica sta reagendo meccanicamente agli stimoli del mondo esterno.

In quest’ottica, la volontà è libera consapevole attenzione. questa Presenza in sé, quando diventa disciplina, ovvero uno stato dell’essere, libera l’essere umano dalla schiavitù.