venerdì 2 dicembre 2016

IL CONFRONTO CHE NON VEDRETE MAI IN TV, RENZI VS DI MAIO

di MoVimento 5 Stelle

Renzi si è finora sottratto al confronto pubblico con i portavoce del MoVimento 5 Stelle. E' comprensibile, ha paura perchè le sue balle non durerebbero un attimo davanti a un contradditorio informato sulla riforma costituzionale. In questo video (sotto la trascrizione integrale) c'è un confronto virtuale tra Luigi Di Maio e Renzi. Se il premier invece vuole un confronto diretto lo aspettiamo domani da Mentana su La7, ci sarà sempre Luigi ad aspettarlo. Renzi scapperà ancora?

Con il Sì non si elimina la disoccupazione

Renzi (legge la domanda di una ragazza precaria e risponde): Francesca Florio, "Già le dico con molto piacere che voterò NO. Ho 21 anni e non ho un contratto di lavoro stabile. Se non lavoro, chi mi aiuta ad affrontare le spese universitarie?" Cara Francesca, le auguro di cuore di trovare prestissimo un lavoro, ma noi siamo arrivati qui e lei aveva 18 anni, e probabilmente non ricorda come stavano le cose, se lei ha deciso di votare NO in bocca al lupo. Mi piacerebbe che si votasse sì o NO sulla base del quesito.

Di Maio: Il premier Renzi che risponde ad una ragazza che non trova lavoro con le "riforme costituzionali" è un premier che prende in giro i cittadini italiani. Perché queste riforme, se dovesse passare il sì, non risolveranno i problemi della disoccupazione, del problema di arrivare a fine mese per le famiglie, e dei pensionati minimi. Questi problemi si risolvono con leggi ordinarie.

Con il Sì non si eleggeranno più i senatori

Renzi: Quei 100 che vanno al Senato ve li scegliete voi. Contenti voi contenti tutti.

Di Maio: E su questo a smentire Matteo Renzi è la sua stessa riforma costituzionale. Perché nel testo della riforma che lui ha firmato c'è scritto "i Consigli regionali e i consigli delle province autonome di Trento e Bolzano eleggono i senatori tra i propri componenti". Ora loro dicono che faranno una legge elettorale del Senato con la quale concederanno ai cittadini il diritto di voto al Senato: mi devono spiegare come faranno, se nella Costituzione, nella loro riforma costituzionale, c'è scritto che il nuovo Senato se lo eleggeranno tra consiglieri regionali e consiglieri delle province autonome di Trento e Bolzano. Quindi una cosa è certa e c'è scritto nella nuova riforma: noi non potremo più votare il Senato, ma non aboliranno il Senato, aboliranno la scheda elettorale con la quale abbiamo sempre votato.

Con il Sì non si taglia lo stipendio ai parlamentari

Renzi: Beppe Grillo è venuto a Firenze lunedì, ha fatto un assegno da 80 milioni, ha detto "In 6 anni con le indennità degli eletti 5 stelle in tutta Italia, tantissimi, hanno restituito 80 milioni di euro." Bravi. In 5 giorni possono restituire 500 milioni l'anno.

Di Maio: La Ragioneria generale dello Stato ha già smentito Matteo Renzi sui risparmi. Non si risparmierà un miliardo di euro, non si risparmieranno 500 milioni di euro, e il Senato continuerà a costare ancora tantissimo: 450 milioni di euro. Se volevano veramente ridurre i costi della politica approvavano la nostra legge, la legge Lombardi che tagliava lo stipendio a tutti i parlamentari e faceva risparmiare 90 milioni di euro.

Con il Sì ci sarà il caos istituzionale

Renzi: Il tema è "Perché votare sì o votare NO". Io voto sì perché voglio un Paese più semplice, basta, semplice, semplice. Chi vota sì semplifica le regole del gioco.

Di Maio: Lui dice che semplifica le regole del gioco, in realtà complica le regole del gioco. Dice che con questa riforma si supererà il bicameralismo perfetto, non è vero. Il bicameralismo perfetto continuerà ad esistere, ma sarà ancora più complicato, perché ci saranno leggi che dovranno essere discusse solo dalla Camera, alcune dalla Camera e dal Senato, e chi deciderà quali leggi si dovranno discutere alla Camera e al Senato? I due Presidenti. Perché l'articolo 70 dice che i due Presidenti si dovranno mettere d'accordo ogni volta che una legge dovrà essere discussa dai due rami del Parlamento. Facciamo un esempio: se c'è una legge anticorruzione il nuovo Senato potrà dire "noi questa legge la vogliamo discutere e la vogliamo modificare, perché qui dentro ci sono delle materie di nostra competenza". Allora succederà che il nuovo presidente del Senato, che potrebbe essere Vincenzo De Luca, andrà dal Presidente della Camera e comincerà a pretendere di discutere quella legge. Se non trovano un accordo si blocca tutto, non è sicuro neanche che possano andare alla Corte Costituzionale a discutere di quale sia la camera che debba discutere questa legge, facendo piombare il Parlamento nel caos.

Con il Sì non si risolvono i problemi del Paese

Renzi: In questo referendum trattando il futuro dei disoccupati -perché le politiche attive del lavoro riguardano i disoccupati, trattando del futuro della sanità - perché il Titolo V tocca la sanità -, trattando le spese che vengono risparmiate dai costi della politica, trattando attenzione la stabilità anche economica del Paese...

Di Maio: A parte quello che abbiamo già detto e che smentisce Matteo Renzi sulla questione delle politiche del lavoro, questa riforma ci illude che prendendo le competenze delle Regioni in materia lavorativa (che in questo momento sono in mano al Pd, perché la stragrande maggioranza delle regioni sono in mano al PD), prendendo quelle competenze e portandole a Roma risolverà il problema delle politiche attive del lavoro. Allora diamo una notizia a Matteo Renzi: non è che prendendo il lavoro dal Pd regionale e portandolo al Pd di Roma si risolve il problema del lavoro in Italia. Il vero problema è che in questo Paese muoiono 280 imprese al giorno. Le nostre piccole e medie imprese hanno oltre il 50% di tassazione, e allo stesso tempo siamo uno dei Paesi più corrotti d'Europa. Se veramente vuole risolvere il problema della tassazione sulle imprese, faccia una seria legge anticorruzione -se Verdini e Alfano gli danno il permesso, quelli che gli hanno votato questa riforma-, cominci a togliere i soldi dai costi della corruzione per lo Stato e li metta in abbassamento delle tasse alle piccole e medie imprese, vedrà che nasceranno nuovi posti di lavoro. E non ci sarà bisogno di spendere 16 miliardi di euro col Jobs act per drogare il mercato del lavoro e aumentare la precarietà e i licenziamenti. Lo stesso vale per la sanità su cui mente spudoratamente, perché le competenze della sanità resteranno a livello regionale, resteranno nelle mani dei politici regionali che le utilizzano come un bancomat, le sanità regionali, lo abbiamo visto con De Luca. De Luca dopo aver invitato al voto di scambio per il sì in Campania, è stato premiato con un emendamento in una notte qui in Parlamento, come commissario regionale della sanità. Che cosa significa? Che continuerà a nominare i suoi uomini come dirigenti della sanità campana, e come si fa in Campania si fa nel resto delle regioni. Se veramente Matteo Renzi e Beatrice Lorenzin, che parlano sempre di Sanità più efficiente, quando parlano di questa riforma vogliono risolvere i problemi della sanità in Italia, tolgano la possibilità ai politici di nominare i dirigenti della sanità. E questo si fa con la legge ordinaria, non serve una legge costituzionale.

Ora a me piacerebbe discutere di questi temi direttamente con Matteo Renzi e non dovendolo smentire a mezzo video come stiamo facendo in questo momento. Forse è per questo che si rifiuta di confrontarsi con noi in un dibattito televisivo. Manca poco al referendum del 4 dicembre, è ancora in tempo per confrontarsi con noi sui temi della sua riforma. E se non ha paura di essere smentito, se non ha paura di fare una figura barbina, scelga lui il luogo e il giorno e venga a confrontarsi con noi dopo essere scappato per tutta la campagna referendaria.

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