domenica 4 dicembre 2016

NO ALLA STRATEGIA RENZI

Il piano era di creare euforia e consenso legati alle riforme di Renzi per trasformare l’Italia in un paese governabile marionettando un solo uomo, cioè il segretario del partito di maggioranza relativa; per costituzionalizzare la subordinazione di Roma a Berlino e Parigi; e per completare il trasferimento-svendita a grandi banche straniere del controllo delle banche italiane, soprattutto di Banca d’Italia, dei loro assets positivi, e di altre aziende strategiche.

L’euforia e il consenso dovevano venire da una costellazione favorevole di fattori esterni all’Italia, dei cui effetti positivi su economia e occupazione si sarebbe però gloriato Renzi: bassi tassi, bassi prezzi del petrolio, basso corso dell’Euro, BCE che compera tutta la nuova emissione italiana di debito pubblico.

Ma, nonostante questo straordinario insieme di fattori propizi, l’economia italiana non si è riavviata – segno questo che è il sistema Italia è alla frutta. Il deficit e il debito pubblici sono peggiorati, come pure la produttività e la competitività rispetto agli altri paesi OCSE; e aumenta l’emigrazione di capitali e cervelli. A parte gli effetti provvisori e già scemati della costosa decontribuzione, il jobs act ha ridotto i diritti del lavoro e non ha aumentato strutturalmente gli impieghi. Le promesse di superare l’austerity merkeliana ed europea si sono dissolte o sono rinviate sine die di fronte al nein di chi comanda in Europa.

Inevitabilmente, malgrado le mancette degli 80 euro, l‘euforia si è sgonfiata e consensi per Renzi sono fortemente scesi dal 40% iniziale dovuto al marketing e all’effetto novità. I sondaggi danno stabilmente il “No” tra il 55 e il 53,5%. Salvo un loro errore clamoroso, il piano è fallito, anche perché Renzi e la Boschi si sono legati personalmente a questa riforma. Una riforma scellerata (nel senso latino del termine), che mira ad abolire lo stato di diritto, la rappresentanza democratica, la possibilità di opposizione e alternanza interna al sistema giuridico, e insieme, come dicevo, a costituzionalizzare, col nuovo art. 117, l’obbedienza dell’Italia a Berlino e Parigi via UE, dietro la simulata polemica con la Commissione europea e il governo Merkel. La dimostrazione delle mie affermazioni sulla riforma costituzionale si trova sul mio blog www.marcodellaluna.info nei miei articoli ART. 117: ITALIA SOTTOMESSA A BERLINO http://marcodellaluna.info/sito/2016/11/11/art-117-italia-sottomessa-a-berlino/ e LA PSEUDO- COSTITUZIONE RENZIANA http://marcodellaluna.info/sito/2016/06/04/3124/

Al governo e ai potentati che esso serve non resta che puntare su brogli massicci per vincere il referendum e insieme prepararsi a guidare gli sviluppi, in caso che perdano, mediante i soliti strumenti delle premi e dei ricatti finanziari e giudiziari. Per contrastare tale azione, sarà utilissimo far sapere all’opinione pubblica che, come ampiamente documentato dal dr Alessandro Govoni, la principale occupazione dei governanti italiani, perlomeno da Andreatta in poi, è stata quella di trasferire, senza che l’opinione pubblica capisse che cosa facevano, il risparmio, le risorse finanziarie, le migliori aziende, le imprese strategiche, tra cui soprattutto la Banca d’Italia, a multinazionali finanziarie straniere, in cambio di carriera assicurata in patria, in Europa, o nelle grandi banche saccheggiatrici che essi hanno servito, secondo il noto schema delle “porte girevoli”. Questo è il regime predica tanto su corruzione ed evasione, e presenta il supergarante Cantone. Il governo Monti, solo per citarne uno, ha raccolto 57 miliardi di tasse in più dagli italiani, affondando il settore immobiliare ed esasperando così la recessione, per dare aiuti alle decotte banche greche e non solo, con cui pagassero alle banche franco-tedesche i loro illeciti profitti ottenuti con prestiti predatori precedentemente concessi. Fu un enorme aiuto di stato a banche private, imposto dall’”Europa”; però ora l’”Europa” non consente al governo italiano di aiutare le proprie banche in crisi: devono essere spolpate da JP Morgan e soci, il cui uomo di fiducia, Morelli, è già stato messo da Renzi a capo di MPS.

Questi governi sopravvivono solo perché e finché la BCE continua ad assicurare artificialmente l’acquisto dei loro titoli pubblici, quindi perché e finché fanno ciò che chiede loro da BCE. La BCE li tiene in vita in questo modo per evitare che collassino mentre procede il programma di espianto e trasferimento all’estero delle risorse italiane: capitali, cervelli, aziende, mercati…

27.11.16 Marco Della Luna