giovedì 16 febbraio 2017

RIVOLTA FISCALE






















Savona. “Rifiutarsi di pagare le tasse è uno dei metodi più rapidi per sconfiggere un governo“. Lo diceva Mahatma Gandhi a inizio novecento. Un secolo dopo, a lanciare lo stesso appello agli italiani è un savonese: si tratta di Luigi Tenderini, 42enne commerciante di Ceriale. E’ lui la mente dietro all’iniziativa di “rivolta fiscale” che prenderà il via domani in tutta Italia: un progetto a cui lavora da mesi in grado, secondo lui, di “rovesciare il sistema”.

Il concetto è quello della “resistenza fiscale”, teorizzata per primo da Henry David Thoreau nel libro “Disobbedienza civile” e messa a frutto nel modo più eclatante proprio da Gandhi. L’idea di una rivoluzione fatta non con le armi ma col denaro, in realtà, è decisamente più antica: il primo caso riconosciuto di resistenza fiscale avvenne addirittura nel I secolo a.C., quando alcuni zeloti residenti in Giudea si rifiutarono di pagare le tasse imposte dall’Impero Romano.

Il sistema, dunque, non è campato in aria, ma più volte nella storia ha dimostrato di poter essere efficace. Perchè abbia un impatto significativo, però, necessita di un’adesione massiccia: e tutta qui si gioca la partita di Tenderini, personaggio noto nella nostra provincia per numerose proteste messe in atto negli ultimi anni (su tutte quella del 9 dicembre 2013 a Savona, in contemporanea con quella cosiddetta “dei Forconi”) ed appoggiato, in questa battaglia, dall’ex parlamentare europeo Alfonso Luigi Marra (qui sotto nel video la sua denuncia contro il signoraggio bancario, un altro dei temi “caldi” dell’iniziativa).

Per la sua “rivolta fiscale” Tenderini ha fatto le cose in grande: ha creato un movimento nazionale, chiamato “Catena Umana Attorno Al Parlamento Italiano” (che in questo momento sui social conta più di 200.000 “follower”) e sostiene di essere riuscito a mobilitare molte città in tutto lo Stivale. Roma, Torino, la Sardegna: in tanti, afferma, hanno risposto al suo appello. “Domani – annuncia – scenderemo in piazza davanti alle Prefetture, per proclamare l’inizio dello sciopero fiscale. Nessuno dovrà pagare più nulla allo Stato. In una settimana si fermerà tutto“.

Sono 103 le città italiane, secondo quanto sostiene Tenderini, nelle quali un comitato di persone ha aderito ed è pronto a scendere in piazza domani pomeriggio alle 15. Tra queste tutti e quattro i capoluoghi liguri. Ma questo, prosegue, è solo l’inizio: “Dopo una settimana convergeremo sulla Capitale e la porremo in stato d’assedio, arrestando tutti coloro che sono ritenuti colpevoli della situazione odierna, ovvero dal 1993 in poi. Una volta arrestati tutti i colpevoli verranno processati e tolti loro tutti i beni e distribuiti al popolo, attraverso il Tribunale del Popolo, presieduto da quei giudici che hanno dimostrato di non essere asserviti al potere affiancati dai rappresentanti del popolo”.

Tenderini ha anche annunciato quali saranno i provvedimenti successivi: “Ricostruiremo dalle macerie. Chiuderemo subito i confini, espelleremo tutti gli irregolari e cacceremo gli oltre 11.000 militari americani presenti sul suolo italiano. Stracceremo tutti i trattati internazionali, usciremo dalla Nato e dall’Euro e nazionalizzando la Banca d’Italia torneremo subito a stampare la nostra moneta sovrana. Una volta assicurato che nessuno dei colpevoli potrà tornare a fare politica allora verranno indette elezioni libere e democratiche e, come nei paesi più sviluppati, avremo due grandi formazioni politiche che alternandosi potranno governare il Paese con il vincolo di mandato, nel rispetto della Costituzione scritta dai nostri padri. E lo faranno gratuitamente, senza stipendio“.
“Non c’è altra strada percorribile e duratura se non questa – conclude Tenderini – perchè il sistema non si può cambiare dall’interno, ma necessita del popolo libero e compatto, senza intermediari politici”. L’ambizioso obiettivo di Tenderini dunque è quello prima di “paralizzare” l’Italia dal punto di vista fiscale per poi alla fine condurre il popolo a rovesciare le istituzioni. Difficile oggi dire se ce la farà: le prime risposte arriveranno domani, in base all’adesione più o meno massiccia all’iniziativa. “Ma non è importante quanti saremo domani – chiarisce – Le difficoltà sono enormi, per questo potrebbero volerci settimane per raggiungere numeri importanti. Quello di domani sarà solo l’inizio: dovremo lavorare 5 giorni per incontrare più persone possibili e poi invitarle a Roma. Esattamente come stanno facendo in Romania”.

al link video di presentazione protesta

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