giovedì 16 marzo 2017

La televisione sta riportando l’umanità allo stadio primitivo

La televisione sta riportando l’umanità allo stadio primitivo. Poiché la gente sta di nuovo guardando solo figure, esiste un pericolo per il futuro. È già evidente che la gente ha smesso di leggere i grandi della letteratura. Chi si prende la briga di leggere, quando è possibile vedere il film alla TV? Si tratta di un fenomeno pericoloso, perché ci sono cose che non possono essere tradotte in immagini, i grandi capolavori letterari possono essere ridotti in immagini solo parzialmente. Il pericolo è che la gente a poco a poco dimenticherà il linguaggio scritto e la sua bellezza, la sua magia, e continuando a guardare la televisione tornerà allo stadio primitivo. 

Attualmente l’americano medio guarda la televisione per sette ore e mezzo al giorno, ciò causerà la distruzione di qualcosa che era stato conquistato con enormi difficoltà. Ebbene, da un uomo che guarda la televisione per sette ore e mezzo al giorno non ci si può aspettare che legga Shakespeare, Khalidas, o Rabindranath Tagore, Hermann Hesse, o Martin Buber, o Jean Paul Sartre. Più grande è l’opera, e meno è possibile tradurla in immagini. 

Le immagini sono vivaci, eccitanti, semplici, ma non paragonabili al linguaggio scritto. Il futuro deve essere protetto da molte cose. I computer potrebbero distruggere l’intera memoria della gente, perché non ce ne sarà bisogno – potrai tenere in tasca un computer grande come un pacchetto di sigarette, e conterrà tutto ciò che hai bisogno di sapere. Non avrai più bisogno di avere memoria; basterà schiacciare un bottone e il computer ti darà tutte le informazioni che desideri. Il computer potrebbe distruggere l’intera memoria che è stata sviluppata con grandi difficoltà in secoli di storia. La televisione potrebbe cancellare la letteratura e la possibilità stessa che persone come Shelley o Byron nascano di nuovo. Si tratta di grandi invenzioni, ma nessuno ha considerato le implicazioni. Esse ridurranno l’intera umanità a uno stato di ritardo mentale.


- OSHO : Satyam Shivam Sundram, Ch 7
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