martedì 27 marzo 2018

Obbligo vaccini: una manovra del Big Pharma. Parla il candidato al Nobel

Dietro i vaccini obbligatori Big Pharma e il terrorismo mediatico. L'obbligo è dannoso e pericoloso. Lo spiega Giulio Tarro pruricandidato al Nobel in medicina“Non siamo un Paese scandinavo o anglosassone, manchiamo di conoscenza scientifica e allora qualcuno pensa al nostro posto, il Grande fratello, Big Pharma”, dice ridendo il virologo e professore Giulio Tarro, più volte (anche di recente) candidato al Nobel per la Medicina, allievo di Albert Sabin, presidente della Commissione sulle biotecnologie della virosfera all’Unesco e autore di numerose ricerche presso le università statunitensi tra cui alcune sul rapporto tra virus e tumori. Una vera autorità nel campo. Napoletano, con un esperienza internazionale, dotato di una proverbiale ironia, ci ha parlato delle sue analisi e di come bisognerebbe approcciarsi al tema al di là delle bufale dei media.

“L'obbligo vaccinale di massa non ha alcun senso. E' controproducente. E' chiaro che la vaccinazione è un fatto positivo per la saluta delle popolazioni ma bisognerebbe fare un anamnesi di ogni caso, capire quale è la storia di ogni paziente. Siamo invece al cospetto di campagne di masse e medici che per principio dicono che i vaccini non hanno effetti collaterali. Ma è assurdo. Il vaccino è di per sé un farmaco e può avere effetti collaterali, anche gravi. Se immettiamo milioni di dosi e facciamo vaccinazioni di massa è ovvio che può essere dannoso per i soggetti immunodeficitari. Io sono per un Paese civile dove prevale la persuasione e il dialogo e si analizzi caso per caso”

E qual è la ragione di questa onda che li ha imposti in Italia?

“Hmm... la ragione è Big Pharma”, ride sottovoce, “Probabilmente l'Italia è stata scelta come pacemaker dei vaccini per dare il passo alle altre nazioni. Di recente in Francia ne hanno resi obbligatori 11. Una bella vaccinazione totale di massa...”

Ah...

“Vorremmo una pastiglia che ci protegga da ogni tipo di malattia al mondo, da tutto... e siamo a posto, ma la vita non funziona così. Dal 2000 a Davos si riuniscono non solo per i grandi problemi economici ma anche le grandi case farmaceutiche che cercano di fare vaccini per qualsiasi cosa. Ci sono campagne in giro che favoriscono il terrorismo mediatico. Addirittura qualcuno parla del ritorno del vaiolo (ride)”.

Quindi capiremo gli effetti di questa campagna di vaccinazione di massa fra qualche anno!?

“Ah, bisogna raggiungere l'immunità di gregge. Effettivamente se si riesce a vaccinare il 95% della popolazione poi abbiamo un 5% che vive a sbafo e può permettersi di non correre né rischi né malattie (ride). Dovremmo quindi vaccinare tutti i bambini dell'Africa, del sud est asiatico, del sud America. Oltre al fatto che sarebbe impossibile ci rendiamo conto di cosa significhi? Avremmo ben altri problemi”.

Quindi lei dice che per proteggersi dalle malattie invece che pensare ai vaccini sarebbe più importante investire in alimentazione adeguata, istruzione, migliori condizioni igienico-sanitarie!?

“E certo. Bisogna tornare a Paster che diceva 'L'organismo è tutto e il microbo è niente'. E' l'organismo che deve essere in grado di far fronte alle malattie.”

Ci spieghi come è potuto accadere quanto vediamo oggi.

“Negli anni 80 c'è stato un notevole calo dell'uso dei vaccini, quando si è scoperto che si potevano citare i produttori in giudizio. Ad un certo punto solo tre case farmaceutiche erano rimaste a fare vaccini. Quando nel 1992 è stata fatta la legge, giustissima, per il risarcimento dei danni per le trasfusione e per i danni da vaccino si è previsto di fare un bugiardino per dare delle spiegazioni maggiori a chi fosse obbligato alle vaccinazioni. Ma non è mai stata scritto dal ministero. Oggi con Davos si è rilanciato il sistema.”

E cosa risponde al professor Stefano Burioni che dà del somaro a chi è contro i vaccini?

“Penso che Burioni capisca poco. I vaccini sono farmaci veri e propri ed è quindi ovvio che possano causare reazioni avverse. Se usati in modo generalizzato e di massa ancora peggio. E' ovvio che possono essere utili in alcuni soggetti, inutili in altri e dannosi in altri ancora. Ma non penso ci possa essere un colloquio con persone del genere. Le racconto un aneddoto?”

Dica.

Il 2 marzo scorso l'ordine dei biologi ha organizzato un convegno a Roma ed è nata una gran polemica se era legittimo o meno parlare di vaccini. Mi sono permesso di mandare una lettera dove dicevo che non serviva polemizzare. Bisognava prima discutere e ascoltare. Poi nel caso polemizzare, ma solo dopo aver discusso. Burioni mi ha risposto che non posso parlare perché ho 80 anni (ride). Nell'antichità si è inventata la categoria dei senatori che erano apprezzati se anziani perché avevano maggiore saggezza. E' proprio anche della cultura orientale. Ma qui il mondo è capovolto. Lui cerca solo di imporre l'ipse dixit aristotelico (avendolo detto lui, vale a dire una persona famosa e autorevole, non si può più discuterne, ndr) che è di per sé sbagliato. Io sono per il dialogo. Che vuole che le dica. L'aneddoto spiega già tutto.

E' disponibile da qualche giorno un suo libro “10 cose da sapere sui vaccini”, edito dalla Newton Compton, dove spiega anche come non sia vero che il fatturato delle grandi case farmaceutiche sui vaccini non sia irrilevante come sostengono in tanti.

“Miloud Kaddar, senior adviser e health economist dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha spiegato con documenti come i vaccini siano diventati il motore dell’industria farmaceutica. Lo spiego nel libro. Così qualcuno pensa per noi e noi siamo felici”.

Infatti Miloud Kaddar racconta che se è vero che nel fatturato farmaceutico globale i vaccini occupano un posto limitato (2-3 per cento) stanno godendo un esponenziale sviluppo economico. I vaccini sono diventati per l’industria una miniera d’oro: hanno moltiplicato il fatturato che da 5 miliardi di dollari nel 2000 è passato a quasi 24 miliardi nel 2013. E raggiungeranno i 100 miliardi di dollari entro il 2025 grazie ai 120 nuovi prodotti che sono stati programmati e di cui 60 vengono dichiarati rilevanti per i Paesi in via di sviluppo.

http://altrarealta.blogspot.it/

FONTE http://www.affaritaliani.it/cronache/obbligo-vaccini-uno-manovra-del-big-pharma-parla-il-candidato-al-nobel-532160.html


I Vaccini sono un'Illusione
La vaccinazione compromette il sistema immunitario naturale. Cosa possiamo fare per riconquistare la salute
Voto medio su 16 recensioni: Da non perdere

lunedì 26 marzo 2018

"In Emilia spesi 12 milioni di euro per l'accoglienza dei profughi"

Secondo la Corte dei Conti, nel 2016, gli immigrati alloggiati nelle strutture dell'Emilia-Romagna erano 12.259 e quindi, secondo il consigliere leghista Alan Fabbri ogni mese mediamente "sono stati spesi oltre 12 milioni di euro per sedicenti profughi"

"Più di 55 euro al giorno per ogni richiedente asilo, in pratica 1.600 euro in un mese, come uno stipendio di un lavoratore qualificato.

Tanto è arrivata a costare l'accoglienza dei sedicenti profughi nel nostro territorio, tra i più esosi d'Italia nel business immigrazione". Sono queste le cifre snocciolate da Alan Fabbri, capogruppo della Lega Emilia-Romagna, e di cui si parla nella delibera della Corte dei conti dello scorso 7 marzo relativa alla gestione della 'Prima accoglienza per gli immigrati'.

"Cifre sproporzionate a cui va aggiunta la gestione delle domande d'asilo costate in media 200 euro l'una. Tutto ovviamente pagato con i soldi dei contribuenti. La Corte dei conti, adesso, boccia la gestione Pd dell'invasione: peccato che questi dati non siano usciti prima delle elezioni", sottolinea Fabbri. Negli ultimi tre anni l'Emilia ha speso più di 55 euro al giorno nel 2013, ben 40,71 euro nel 2014 e 33,38 euro nel 2015 per ciascun migrante ospitato. "Cifre esorbitanti - attacca il leghista - che certificano la folle gestione del governo Renzi e Gentiloni, appoggiato in toto dal governatore Stefano Bonaccini, dell'immigrazione forzata in Italia: dai 1000 ai 1500 euro al mese, presi dalle tasche dei cittadini e spesi per mantenere sul nostro territorio clandestini che sostengono, nella grande maggioranza dei casi falsamente, di fuggire dalla guerra, mentre i nostri cittadini sono lasciati soli anche davanti a situazioni difficili che, negli ultimi anni, non sono mancate, come il terremoto, le alluvioni e le crisi economiche". Nel 2016, sempre secondo la Corte dei Conti, gli immigrati alloggiati nelle strutture regionali erano 12.259 e ciò "significa che mensilmente per difetto sono stati spesi oltre 12 milioni di euro per sedicenti profughi di cui solo il 13,5% ha poi ottenuto lo status di rifugiato", spiega Fabbri. Davanti a questi numeri "è la stessa Corte dei Conti a bocciare la gestione Pd dell'invasione: un business poco trasparente, senza adeguati controlli che spesso non ha nemmeno garantito standard dignitosi di vita", aggiunge l'esponente leghista.

"Nella delibera infatti - cita Fabbri - la Corte chiarisce come 'l'assegnazione dei servizi senza procedure di trasparenza e concorrenza non appare ammissibile' che sono mancati il 'monitoraggio degli standard di ricezione e la gestione di possibili resistenze con le comunità localì e rileva 'l'incapacità da parte del ministero di tracciare la presenza e gli spostamenti dei richiedenti asilo' ricordando che dal 2006 al 2014 si sono resi irreperibili ben 17.892 soggetti in Italia". Per non parlare dell domande d'asilo."Ogni domanda gestita è costata in media 203,95 euro solo per le procedure base, a cui vanno aggiunti i costi per gli avvocati assegnati in gratuito patrocinio ai richiedenti asilo che hanno fatto ricorso. Un vero e proprio salasso - conclude Fabbri - per il quale dobbiamo dire grazie al Pd che abbiamo mandato a casa con il voto dello scorso 4 marzo".

Francesco Curridori - Sab, 24/03/2018 

http://www.ilgiornale.it/news/politica/emilia-spesi-12-milioni-euro-laccoglienza-dei-profughi-1508776.html


http://altrarealta.blogspot.it/

sabato 24 marzo 2018

Le religioni e il loro errore basilare



Le parole di Osho: Le religioni e il loro errore basilare

Osho,
Sei contro tutte le religioni? Quali sono i loro errori fondamentali?

Sì, sono contro tutte le cosiddette religioni perché non sono affatto religioni. Io sono per la religione, ma non per le religioni.
La vera religione può essere solo una, proprio come la scienza. Non c'è una fisica musulmana, una indù o una cristiana; sarebbe una cosa insensata. Ma questo è proprio ciò che hanno fatto le religioni: hanno fatto della terra un manicomio.
Se la scienza è una, allora perché non dovrebbe essere una anche la scienza dell'interiorità?
La scienza esplora il mondo oggettivo e la religione esplora quello soggettivo. Il loro lavoro è lo stesso, sono solo la loro direzione e dimensione a essere differenti.
In un'era più illuminata non ci sarebbe nemmeno la religione; ci sarebbero solo due scienze: la scienza oggettiva e quella soggettiva. La scienza oggettiva ha a che fare con le cose, quella soggettiva con gli esseri.
Ecco perché affermo di essere contrario alle religioni ma non alla religione anche se questa religione sta ancora nascendo. Le vecchie religioni faranno tutto ciò che è in loro potere per ucciderla, per distruggerla, perché la nascita di una scienza della consapevolezza sarà la morte di tutte queste cosiddette religioni che hanno sfruttato l'umanità per migliaia di anni.
Che fine faranno le loro chiese, le sinagoghe, i templi? Che accadrà al loro clero, ai papi, agli imam, agli shankaracharya, ai rabbini? Il loro è un grosso affare. Queste persone non permetteranno con tanta facilità la nascita di una vera religione.
Nella storia dell'umanità è arrivato il momento in cui la morsa delle vecchie religioni si sta allentando.
La gente rende un omaggio solo formale alla religione cristiana, ebraica, induista e musulmana, ma di base chiunque abbia un minimo di intelligenza non ha più alcun interesse per quella spazzatura. Magari va alla sinagoga o in chiesa o alla moschea per altre ragioni, ma più che ragioni religiose sono ragioni sociali. È vantaggioso essere visti nella sinagoga; è rispettabile, e non fa male a nessuno. È come associarsi al rotary club o al lions club. Queste religioni sono dei vecchi club circondati da un gergo religioso, ma se vai un po' più in profondità scopri che è un abracadabra privo di sostanza.
Io sono per la religione, ma quella religione non sarà una ripetizione di una di quelle che conosci già, questa religione sarà una ribellione contro tutte le altre. Non porterà avanti il loro lavoro; anzi lo abbandonerà completamente e ne inizierà uno nuovo, la trasformazione reale dell'uomo.
Mi chiedi: Qual è l'errore basilare di tutte queste religioni? Gli errori sono tanti e sono tutti fondamentali, ma voglio parlare prima di tutto del più importante: quello che nessuna di queste religioni ha avuto abbastanza coraggio di accettare il fatto che esistono cose che non sappiamo. Esse hanno preteso di sapere tutto, di essere onniscienti.
Questo perché, se accetti di essere ignorante su un certo soggetto, chi sa, potresti esserlo anche rispetto ad altre cose. Che garanzia c'è? Per essere assolutamente sicuri, hanno finto, senza alcuna eccezione, di essere onniscienti.
La cosa più bella della scienza è che non pretende di essere onnisciente.
La scienza non pretende di essere onnisciente, accetta i suoi limiti umani. Sa qual è il suo sapere e sa anche che c'è molto di più da apprendere. E gli scienziati più geniali sanno una cosa ancora più profonda. Gli scienziati sanno quali sono i limiti del conosciuto; prima o poi arriveranno a conoscere il conoscibile – sono già sulla strada.
Ma solo gli scienziati più grandi come Albert Einstein sono coscienti della terza categoria, l'inconoscibile, che non potrà mai essere conosciuto. A questo riguardo non si può fare nulla, perché il mistero supremo non può essere ridotto a conoscenza.
Siamo parte dell'esistenza, come possiamo allora conoscerne il mistero supremo?
Siamo arrivati molto tardi e non c'era nessuno come testimone. Non c'è modo di separarci completamente dall'esistenza e diventare solo degli osservatori. Viviamo, respiriamo, esistiamo con l'esistenza: non possiamo separarci da essa. Il momento in cui siamo separati, siamo morti. Ma se non siamo separati, se non possiamo essere dei semplici osservatori, senza alcun attaccamento, non possiamo conoscere il mistero supremo; è impossibile e resterà sempre qualcosa che non si potrà conoscere. Questa parte potrà forse essere sentita, ma non conosciuta. Potrà forse essere sperimentata in modi diversi, ma non come conoscenza.
Ti innamori – puoi forse dire che conosci l'amore? È un fenomeno completamente diverso: lo senti. Se cerchi di conoscerlo, potrebbe evaporare nelle tue mani. Non puoi ridurlo a una conoscenza, non puoi farne un oggetto di conoscenza perché non è un fenomeno della mente, ha a che fare col cuore. I battiti del tuo cuore lo conoscono, ma è una conoscenza di tipo completamente diverso. L'intelletto non è in grado di avvicinarsi ai battiti del tuo cuore.
Ma in te c'è più del cuore: c'è l'essere, la tua sorgente di vita. Proprio come conosci tramite la mente, che è la parte più superficiale della tua individualità, puoi conoscere anche tramite il cuore, che è più profondo della mente. La mente non può arrivarci, perché per essa la profondità è troppa ma al di là del cuore, ancor più in profondità, c'è il tuo essere, la tua sorgente di vita. Questa sorgente di vita ha anch'essa il suo modo di apprendere.
Quando la mente sa, la chiamiamo conoscenza.
Quando il cuore sa, lo chiamiamo amore.
E quando l'essere sa, lo chiamiamo meditazione.
I tre parlano lingue diverse, che non sono traducibili l'una nell'altra. Più vai in profondità, più diventa difficile la traduzione, perché al centro dell'essere c'è solo silenzio e come puoi tradurre il silenzio in suono? Nel momento in cui traduci il silenzio in suono lo hai distrutto. Persino la musica non è una traduzione sufficiente; la musica arriva un po' più vicino, ma è sempre suono.
La poesia non arriva così vicino come la musica, perchè le parole, anche se sono belle, rimangono parole, Non hanno vita, sono morte. Come puoi tradurre la vita in qualcosa di morto? Si, forse tra le parole puoi avvere un intuizione qui e là, ma è tra le parole, tra le righe, non nelle parole o nelle righe.
Questo è l'errore basilare di tutte le religioni: hanno ingannato l'umanità atteggiandosi sfacciatamente a chi sa tutto. Ogni giorno sono state smascherate e la loro ignoranza è stata messa in evidenza; per questo si sono opposte a ogni progresso del sapere.
Quando Galileo scoprì che la terra si muove intorno al sole, il papa diventò furioso. Il papa è infallibile, è solo un rappresentante di Gesù ma è infallibile. Che dire su Gesù – è solamente l’unico Figlio di Dio, e che dire su Dio ... Ma nella Bibbia – il libro che discende dal paradiso, scritto da Dio personalmente – il sole gira intorno alla terra.
Galileo aveva creato un problema. Se fosse stato nel giusto, allora dio aveva sbagliato; il figlio unigenito di Dio era errato, e tutti i rappresentanti dell’unico figlio di dio in tutti questi duemila anni – tutte persone infallibili – avevano tutte sbagliato. Un uomo solo, proprio Galileo, ha distrutto tutte quelle pretese. Tutta l’ipocrisia è stata messa in evidenza da lui per cui doveva essere messo a tacere. Era anziano, morente, sul letto di morte, ma forzato, quasi trascinato davanti alla corte nel tribunale del papa, per chiedere perdono e scusarsi.
Il papa pretese: “Devi modificare questa affermazione nel tuo libro, la sacra bibbia non può sbagliare. Tu sei solamente un essere umano, puoi sbagliare, ma Gesù Cristo non può commettere errori. Lo stesso Dio non può sbagliare, centinaia di papi non possono essere nel torto. Ti sei messo contro dio stesso, suo figlio, ed i suoi rappresentanti. Devi semplicemnte cambiare la tua affermazione!”.
Galileo doveva essere un uomo con un immenso senso umoristico – che per me è una delle più grandi qualità di un uomo religioso. Solo gli idioti sono seri, costretti ad essere seri, per essere capace di ridere hai bisogno di un pò d’intelligenza.
Si dice che un inglese ride que volte quando ascolta una barzelletta: la prima volta, per essere gradevole con la persona che racconta la barzelletta, per etichetta, una sorta di manierismo, la seconda volta nel mezzo della notte quando comprende il significato della barzelletta. Il tedesco ride solo una volta, proprio per dimostrare che lo ha compreso, un rabbino non ride mai dice semplicemente, ‘Per prima cosa, stai raccontando tutto in modo sbagliato ...’
Hai bisogno di un po’ d’intelligenza, e Galileo è stato intelligente, è stato uno dei più grandi scienziati del mondo, ma dovrebbe essere considerato anche una delle persone più religiose. Rispose, “Per forza Dio non può sbagliare, e Gesù anche, tutti gli infallibili papi non possono aver sbagliato, ma il povero Galileo può sbagliare sempre. Non esiste neun problema – cambierò la frase nel mio libro. Ma una cosa dovrebbe essere sempre ricordata, che la terra continuerà a ruotare intorno al sole, su questo non posso fare nulla, non segue i miei ordini. Per quanto riguarda il mio libro, cambierò la frase, mettendo una postilla in cui scriverò questo: ‘La terra non segue i miei ordini, e continua a girare intorno al sole.’
La religione si è opposta a ogni passo fatto dalla scienza.
Secondo la Bibbia, la terra è piatta, non rotonda. Quando Colombo iniziò a progettare il suo viaggio, con l'idea che la terra fosse rotonda, la sua era semplice aritmetica: "Se continuo ad andare avanti, un giorno arriverò allo stesso punto da cui ero partito… percorrendo un giro completo". Ma tutti erano contrari.
Il papa fece chiamare Colombo e gli disse: "Non essere sciocco! La Bibbia lo dice chiaramente: la terra è piatta. Presto arriverai all'orlo di questa terra piatta e cadrai giù. E chi sa dove andrai a finire? Il cielo è in alto e tu non puoi cadere verso l'alto, non è così? Quindi cadrai giù nell'inferno. Non partire per questo viaggio e non persuadere altri a farlo".
Colombo volle lo stesso partire e così aprì le porte di un mondo nuovo. Dobbiamo molto a Colombo, non sappiamo nemmeno quanto. Il mondo che conosciamo è venuto alla luce grazie a lui. Se avesse dato ascolto al papa, a quel papa infallibile, che stava solo dicendo sciocchezze… Ma le sue sciocchezze erano sante e molto religiose…
Tutte le religioni al mondo sono costrette ad affermare di sapere tutto ciò che è possibile sapere e conoscerlo esattamente per ciò che è – non possono fare altrimenti.
I giaina dicono che il tirthankara – il loro profeta, il loro messia – è onnisciente. Sa tutto – passato, presente e futuro – quindi tutto ciò che dice è verità assoluta. Buddha prendeva in giro Mahavira, il messia giaina. I due erano contemporanei, venticinque secoli fa. Mahavira stava diventando vecchio, ma Buddha era ancora giovane e capace di ridere e scherzare. Era ancora giovane e vivo; non ancora ben affermato.
Quando una religione si è affermata, hai di fronte degli interessi costituiti. Mahavira aveva una religione affermata già da migliaia di anni, forse la più antica religione del mondo. Gli indù dicono, giustamente, di possedere il libro più antico del mondo, il Rig Veda. È stato ora scientificamente provato che il Rig Veda è la scrittura più antica mai sopravvissuta. Eppure nel Rig Veda viene menzionato il primo messia del giainismo, che è prova sufficiente del fatto che il messia del gianismo era precedente al Rig Veda. Il suo nome era Rishabhadeva.
Egli viene menzionato con un rispetto che è impossibile avere per un contemporaneo. È una debolezza umana, ma è vero che è molto difficile avere rispetto per un contemporaneo, una persona viva, uno come te. È facile rispettare qualcuno che è morto già da tanto tempo. Il modo in cui il Rig Veda ricorda Rishabhadeva è così rispettoso che doveva essere morto da almeno mille anni, non meno di tanto, quindi il giainismo era una religione affermata già da molto tempo.
Con Buddha, il buddismo era appena all'inizio. Egli si poteva permettere di scherzare e di ridere, e così scherzava su Mahavira e sulla sua onnipotenza, onniscienza e onnipresenza dicendo: "Ho visto Mahavira che mendicava davanti a una casa", perché Mahavira viveva nudo e mendicava. Buddha affermava: "L'ho visto fermarsi davanti a una casa vuota. In casa non c'era nessuno, eppure quest'uomo, dicono i giaina, conosce non solo il presente, ma anche il passato e il futuro".
Buddha continuava: "Ho visto Mahavira camminare proprio davanti a me, e pestare la coda a un cane. Era mattina presto, non era ancora chiaro. Solo quando il cane è saltato su abbaiando, Mahavira si è accorto che gli aveva pestato la coda. Quest'uomo è onnisciente, eppure non sa che un cane è sdraiato a dormire proprio sul suo cammino, e che lui sta per pestargli la coda".
Ma la stessa cosa è successa a Buddha quando si è affermato.
Trecento anni più tardi, quando i suoi detti e le sue affermazioni vennero raccolti per la prima volta, i discepoli misero bene in chiaro che "tutto ciò che è scritto qui è assolutamente vero, e rimarrà vero per sempre".
Eppure tra quelle affermazioni ci sono tante cose stupide che possono essere state valide venticinque secoli fa, ma che ora non hanno più senso, perché tante cose sono accadute nel corso di questi secoli. Buddha non aveva alcuna idea di Marx o di Freud… ciò che ha affermato o scritto è necessariamente basato solo sulla conoscenza disponibile a quel tempo.
“Un uomo è povero perché nelle sue vite passate ha commesso qualche brutta azione”. Quindi, dopo le affermazioni di Marx non si può dire. “Un uomo è ricco perché ha agito bene nelle vite passate”. Dopo Marx non puoi dirlo, e non penso che Buddha avesse avuto idea della venuta di Karl Marx sulla terra, sebbene i suoi discepoli abbiano affermato che qualsiasi cosa detta da Buddha sarebbe rimasta vera per sempre – un modo diverso dal dire che Buddha è onniscente.
Per i poveri è stata una buona consolazione, agendo in modo buono e positivo nelle vite future sarebbero diventati ricchi. Ma anche una gioia per i ricchi, ‘Siamo ricchi perché abbiamo agito bene nelle vite passate’. E sanno benissimo che tipo di buon lavoro stanno facendo adesso ... e che le loro ricchezze aumentano ogni giorno, i poveri diventano più poveri ed i ricchi più ricchi.
In India non si è mai pensato alla rivoluzione; non ci si è posti neppure il problema che potesse accadere, e l'India ha vissuto in una povertà mai vista in altri paesi. L'India ha vissuto in schiavitù più a lungo di qualsiasi altro paese al mondo. Ma la schiavitù, la povertà, la sofferenza – tutto dev'essere accettato perché è la conseguenza delle tue azioni. Non puoi ribellarti. Contro chi ti puoi ribellare? L'unica possibilità è quella di bilanciare le tue cattive azioni con delle buone azioni. L'idea stessa di rivoluzione non si è mai presentata alla mente indiana. Se la schiavitù arriva, devi accettarla.
Gli indù conoscono tutte le risposte. Dicono: "Senza la volontà di Dio non può accadere nulla. Quindi se sei uno schiavo…" E per duemila anni l'India è rimasta in uno stato di schiavitù; è un miracolo che un paese così vasto sia rimasto in schiavitù per duemila anni. I popoli che hanno invaso l'India erano piccole tribù di barbari; non erano nulla a confronto dell'India. Avrebbero potuto essere schiacciati dalla folla, non c'era neppure bisogno di prendere in mano la spada.
E invece chiunque – unni, mongoli, turchi, musulmani, britannici – chiunque fosse stato ambizioso e voleva invadere l'India, veniva sempre ben accolto. L'India era pronta – anzi si sentiva in obbligo, visto che eri venuto da così lontano, prendendoti tanto disturbo! E il semplice motivo è che gli indù conoscono la risposta: è la volontà di Dio; nulla accade contro la volontà di Dio, quindi questa schiavitù è volontà di Dio.
Voglio che vi ricordiate che l'errore basilare commesso da tutte le religioni è quello di non essere state abbastanza coraggiose da accettare il fatto che ci sono dei limiti al loro sapere.
Non sono mai state capaci di dire in qualche momento: "Non sappiamo".
Sono state così arroganti da continuare a dire che sanno, creando nuove pretese di conoscenza. È in questo che la vera religione sarà diversa, a un livello fondamentale.
È vero, ogni tanto ci sono stati individui singoli che hanno avuto la qualità della vera religione, per esempio Bodhidharma uno degli esseri umani più splendidi vissuti, che si recò in Cina mille e quattrocento anni fa. Lì rimase per nove anni raccogliendo seguito intorno a lui. Non era però un uomo che apparteneva alla stupidità delle cosiddette religioni. Era un monaco buddista, e la Cina era già stata convertita al buddismo. Migliaia di monaci buddisti avevano già raggiunto la Cina prima di Bodhidharma, e quando appresero della sua venuta, se ne rallegrarono, perché Bodhidharma era quasi alla pari con Buddha e la notizia del suo arrivo li aveva raggiunti molto prima della sua venuta. Persino il re della Cina, il grande imperatore Wu, andò a riceverlo al confine tra la Cina e l'India.
Wu era colui che aveva portato tutta la Cina al buddismo, che aveva provocato la conversione dal Confucianesimo al Buddismo. Aveva messo tutte le sue forze e le sue ricchezze nelle mani dei monaci buddisti, ed era un grande imperatore. Incontrando Bodhidharma, gli disse: "Ti stavo aspettando. Sono vecchio, e sono fortunato che tu sia venuto fin qui; ti ho aspettato per anni. Voglio farti qualche domanda".
La prima domanda che fece fu: "Ho dedicato tutte le mie ricchezze, i miei eserciti, la mia burocrazia – tutto ciò che ho – a convertire questo grande paese al buddismo, creando migliaia di templi per Buddha". Aveva creato un tempio in cui c'erano diecimila statue di Buddha; tutta la montagna era stata scolpita. E dato che bisognava scolpire diecimila statue di Buddha, la montagna intera era stata utilizzata – scolpita in statue di Buddha – tanto da diventare un solo tempio. L'imperatore chiese: "Quale sarà il beneficio che ne ricaverò nell'altro mondo?".
Questo è quello che gli dicevano i monaci: "Hai fatto tanto per servire Gautama il Buddha che forse quando arriverai all'altro mondo, lui stesso sarà lì a ricerverti e a darti il benvenuto. Ti sei guadagnato tanta di quella virtù che un'eternità di piaceri sarà tua".
Bodhidharma disse: "Tutto ciò che fai fatto non ha alcun senso. Non hai nemmeno iniziato il tuo viaggio, non hai fatto nemmeno il primo passo. Finirai giù nel settimo inferno, fidati della mia parola.
L'imperatore Wu non riusciva a crederci: "Ho fatto tanto e quest'uomo dice che andrò nel settimo inferno!".
Bodhidharma rise e disse: "Tutto ciò che fai fatto lo hai fatto per avidità e qualsiasi cosa fatta per avidità non può renderti religioso. Hai rinunciato a tante ricchezze, ma non hai rinunciato senza condizioni. Stai mercanteggiando; è un affare. Stai facendo acquisti nell'altro mondo. Stai passando il tuo conto in banca da questo mondo all'altro mondo, lo stai trasferendo. Sei furbo: questo mondo è momentaneo – domani potresti morire – e questi monaci ti hanno detto che l'altro mondo è eterno… Cosa fai allora? Dai via le ricchezze momentanee per ottenerne di eterne? È proprio un buon affare! Chi stai cercando di prendere in giro?".
Quando Bodhidharma parlò così a Wu, davanti a tutti i monaci, ai generali e ai re di grado minore che erano arrivati con Wu e con tutta la sua corte, Wu s'inalberò. Nessuno gli aveva mai parlato prima a questo modo. Disse a Bodhidharma: "È questo il modo in cui parla una persona religiosa?".
Bodhidharma replicò: "Sì, questo proprio è il modo in cui parla una persona religiosa; tutti gli altri modi appartengono a persone che vogliono ingannarti. Questi monaci ti hanno ingannato, ti hanno fatto delle promesse. Tu non sai nulla su ciò che accade dopo la morte; né lo sanno loro, eppure hanno fatto finta di saperlo.
Wu chiese: "Ma chi sei tu per parlare con tanta autorità?".
E sai cosa rispose Bodhidharma? Disse: "Non lo so. Questa è una delle cose che non so. Sono andato dentro di me, sono andato fino al centro del mio essere e ne sono uscito ignorante come prima. Non lo so".
Questo, io lo considero coraggio.
Nessuna religione ha avuto abbastanza coraggio da dire: "Questo è ciò che sappiamo, e quello è ciò che non sappiamo – magari lo sapremo in futuro. E al di là di questo c'è uno spazio che rimarrà per sempre inconoscibile".
Se queste religioni fossero state così umili, il mondo sarebbe stato completamente diverso. L'umanità non sarebbe in un tale caos; non ci sarebbe tanta angoscia. Dovunque tu vada, tutti sono angosciati. Perché parlare dell'inferno? Siamo già all'inferno qui; come puoi soffrire di più all'inferno?
E di questo sono responsabili le cosiddette persone religiose. Continuano a fingere, a giocare lo stesso gioco. Dopo trecento anni in cui la scienza ha continuato a ridurre il loro territorio, a distruggere la loro cosiddetta conoscenza, a portare alla luce fatti nuovi, nuove realtà, il papa è ancora infallibile, così lo shankaracharya! Sono infallibili!
Una religione vera avrà l'umiltà d’accettare il fatto che solo poche cose sono note, molte di più sono ancora ignote, e una parte rimarrà sempre inconoscibile. Ed è proprio quest'ultima parte l'obiettivo di tutta la ricerca religiosa. Non puoi farne un oggetto di conoscenza, ma puoi sperimentarla, puoi provarne il gusto come se potessi mangiarla o berla – è esistenziale.
Lo scienziato rimane separato dall'oggetto del suo studio. È sempre separato dall'oggetto; per questo la conoscenza è possibile, perché chi conosce è separato dal conosciuto. Ma la persona religiosa entra nella sua soggettività, dove ciò che è conosciuto e ciò che conosce sono tutt'uno.
Quando chi conosce e il conosciuto sono tutt'uno, non c'è possibilità di conoscenza. Puoi danzarlo, ma non puoi esprimerlo a parole.
Può apparire nel modo in cui cammini, può mostrarsi nei tuoi occhi, nel modo in cui guardi, ma non può essere messo in parole.
Le parole sono assolutamente impotenti nel campo della religione. E invece tutte queste cosiddette religioni sono colme di parole, tutta spazzatura!
Questo è l'errore basilare, ma ci sono anche altri errori, che vale la pena di ricordare. Ad esempio, ogni religione è egoistica. Anche se insegna ai suoi seguaci la capacità di lasciar cadere l'ego, di essere privi di ego e umili, la religione stessa non è umile, anzi, è molto arrogante.
Gesù dice: "Sii umile, sii mite", ma ci hai mai pensato? Lo stesso Gesù non è umile, non è mite, niente affatto. Quale maggiore arroganza ed egoismo può esserci nel dichiarare di essere il figlio unigenito di Dio? Lui si dichiara figlio unigenito di Dio! Tu non puoi dichiarare di essere un altro figlio di Dio, nemmeno un cugino, perché Dio non ha fratelli. Non puoi avere alcuna parentela con Dio: l'unica possibile è gia occupata, Gesù ne ha sbarrato l'accesso. È il messia, ed è venuto a redimere il mondo. Ma nessuno sembra essere stato redento, e sono passati duemila anni. Lui stesso è morto soffrendo sulla croce, chi potrà redimere? Ma l'idea che: "Io ti salverò, seguimi"…. Questo è stato uno dei fattori più importanti della distruzione dell'umanità, perché tutte le religioni affermano di essere l'unica vera religione, che tutte le altre sono false. Hanno continuato a combattersi, a uccidersi a vicenda, a distruggersi.
L'altro giorno ho visto un dibattito in televisione. Un rabbino, un prete protestante e un monaco cattolico discutevano di me. E sono arrivati alla conclusione… il rabbino ha suggerito: "Ora è arrivato il momento di fare uno sforzo per dialogare con quest'uomo". Non riuscivo a crederci, un rabbino che parlava al prete cattolico e suggeriva la necessità di un dialogo. Perché? Al tempo di Gesù c'erano tanti rabbini, come mai non hanno ritenuto necessario un dialogo con Gesù? O il dialogo per loro era la crocifissione?
E questo idiota cattolico si dice d'accordo. Non dice nemmeno: "Ma come, tu, un rabbino, credi al dialogo? Ma allora cosa accadde con Gesù? Forse che la crocifissione è stata un dialogo?". No, non lo chiede neppure. Né il rabbino si meraviglia delle parole che lui stesso sta pronunciando. Gesù era un ebreo, sarebbe stato perfettamente nel giusto per un rabbino avere un dialogo con un ebreo. Se si era smarrito, se aveva perso la strada, avresti potuto riportarlo sul giusto cammino; o, se magari aveva ragione, allora potevi prendere tu la sua strada. Ma la crocifissione come dialogo? Non era nemmeno un monologo!
Con Gesù il dialogo non era possibile perché lui era il messia, mentre tu chi eri? Un dialogo è possibile solo tra uguali. Lui è il figlio di Dio e tu chi sei? Il genero? Devi essere qualcuno, altrimenti che dialogo ci può essere? Era impossibile; Gesù era così egoista che i rabbini sapevano perfettamente che un dialogo era impossibile. Una volta o due cercarono di avvicinarlo.
Una volta un rabbino chiese a Gesù: "In base a quale autorità stai parlando?".
Lui rispose: "In base alla mia stessa autorità, ricordati che prima di Abramo, io sono". Abramo era l'antenato, il più antico; e Gesù dice: "Prima di Abramo, io sono. Quale altra autorità vuoi?". Quest'uomo sta dicendo: "Beati sono i miti", ma lui non è affatto mite, "Beati sono i poveri, gli umili…", ma qual è il motivo? Perché sono beati? "…perché erediteranno il regno dei cieli".
Strano ragionamento! Qui perdi, mentre lì guadagni mille volte. Ma cosa guadagni? Le stesse cose. Qui sei povero, lì sarai ricco. Qui sei un mendicante, lì sarai un re. Ma qual è la differenza di qualità? L'unica differenza è tra qui e lì, tra due posti diversi. E queste persone cercano di essere miti, umili e poveri, per la semplice ragione che vogliono ereditare il regno di Dio. Quest'uomo sta stimolando e sfruttando la tua avidità. Tutte le religioni l'hanno fatto.
Anche con me un dialogo è impossibile, ma per ragioni diverse.
Prima di tutto, io non conosco me stesso – su questo non è possibile discutere – e quella è la cosa fondamentale da discutere. Che dialogo può esserci? O sei stato dentro di te oppure no.
Se sei stato dentro, allora guardare nei tuoi occhi sarà sufficiente, quello è il dialogo. Se non sei stato dentro, anche allora guardare nei tuoi occhi sarà sufficiente. Il dialogo è finito ancora prima di iniziare.
Con me il dialogo è impossibile perché non sono uno studioso. Non posso citare i libri sacri, finisco sempre per sbagliare la citazione. Ma che cosa interessa? Io non rendo omaggio a nessun libro sacro, non credo che siano sacri. Sono romanzi religiosi, quindi anche se sbaglio la citazione presa da un romanzo religioso, non è un problema. In realtà non li ho mai letti con attenzione, li ho sfogliati, ho guardato qui e là, e anche così ho scoperto tanta di quell'immondizia!
Quindi che dialogo fare con me, su che punti? Occorre almeno un certo accordo, e non c'è accordo possibile perché io affermo che non c'è Dio. Ora che dialogo puoi avere? Dovrai provare l'esistenza di Dio, solo allora il dialogo potrà iniziare. Oppure portare Dio sul banco dei testimoni; allora potremo discutere se è davvero Dio o solo un ipocrita americano.
Non credo che esista un paradiso o un inferno. Che dialogo è possibile? In altre religioni puoi avere dialoghi perché ci sono punti di contatto. Un musulmano, un cristiano, un indù, un ebreo, possono discutere di Dio. C'è un punto certo, e cioè che Dio c'è. Ora la questione è solo riguardo alla sua forma, ai suoi attributi e alle sue qualità, ma c'è accordo sul punto fondamentale. Tutti sono d'accordo sull'inferno e il paradiso. Può essere che qualcuno creda in sette inferni, qualcuno in cinque o in tre. È solo una questione di numeri, non è così importante. Con me che dialogo ci può essere? A partire da che cosa? Non c'è nemmeno un punto d’accordo, perché tutte quelle religioni sono false, non sono religioni autentiche, altrimenti ci sarebbe stata qualche possibilità.
Con Bodhidharma posso avere un dialogo. Egli afferma: "Non so chi sono". Questo è un punto di contatto sufficiente. Ora possiamo prenderci per mano e andare insieme a fare una passeggiata. Non occorre dire altro, è stato già detto tutto.
Ma con questi rabbini, con questi preti cattolici o protestanti, che dialogo è possibile? Sono passati duemila anni e i rabbini non si sono ancora scusati per aver crocifisso Gesù. Crucifiggere non è un argomento. Se mi tagli la testa, non è un argomento. Questo non vuol dire che io ho torto e tu hai ragione. Anzi, se mi tagli la testa, stai provando che non eri in grado di sostenere il tuo punto. È sempre il debole che si arrabbia. È sempre il debole che vuole convertirti sul filo della spada. Sono passati duemila anni e ancora… Mi meraviglia che nemmeno un rabbino si sia scusato. Ma perché dovrebbero? Pensano di essere stati nel giusto allora, e di esserlo anche ora.
Questo mi fa arrivare al secondo punto, che tutte le religioni sono state contro il dubbio. Hanno veramente temuto il dubbio.
Solo un intelletto impotente può temere il dubbio, altrimenti il dubbio è una sfida, un'opportunità di ricerca. Hanno ucciso il dubbio e hanno forzato nella mente di ognuno l'idea che, se dubiti, finirai all'inferno e soffrirai per tutta l'eternità. Non dubitare mai. Credere è accettato, la fede, una fede totale; nemmeno una fede parziale sarà sufficiente, solo una fede totale. Stai chiedendo a degli esseri umani una cosa assolutamente inumana. Come può un uomo credere totalmente? E anche se cerca di farlo, vuol dire che il dubbio è presente, altrimenti contro che cosa starebbe combattendo quando cerca di credere in modo totale?
C'è il dubbio, e il dubbio non viene eliminato dal credere.
Il dubbio è eliminato dal fare esperienza.
Dicono: Credi!
Io dico: Esplora!
Dicono: Non dubitare!
Io dico: Dubita più che puoi, finché arrivi al punto di sapere, sentire, sperimentare.
Allora non occorre reprimere il dubbio, svanirà da solo. Allora non occorre credere. Non credi al sole, non credi alla luna, allora perché credi in Dio? Non hai bisogno di credere nei fatti comuni, perché sono lì, chiari. Ma non sono la verità suprema.
Una rosa è lì alla mattina e alla sera è già scomparsa. Puoi 'crederci', ma non è necessario; lo sai, non sorge nemmeno la questione del dubbio. Questo 'credere' nella rosa è un credere semplice, che non è opposto al dubbio. Per non creare confusione tra un credere semplice e uno complicato, posso dare al primo un nome diverso: fiducia.
Tu hai fiducia nella rosa: essa fiorisce, diffonde la sua fragranza e poi scompare. A sera non la troverai più; i petali saranno caduti e saranno stati portati via dal vento. Ma non è una verità eterna; sai che è un fatto. E sai che ci saranno altre rose, altre fragranze. Non devi credere, lo sai per esperienza, perché anche ieri c'erano delle rose che ora sono scomparse. Oggi sono apparse nuovamente, e domani la natura farà il suo corso.
Perché credere in Dio? Ieri non avevi alcuna esperienza di Dio, e non l'hai neppure oggi, e che certezza c'è riguardo al domani? Da dove prendi la certezza sul domani? Ieri era vuoto, oggi è vuoto, e domani è solo una vuota speranza, uno sperare contro ogni aspettativa. Ma questo è ciò che hanno insegnato le religioni: distruggi il dubbio.
Nel momento in cui elimini il dubbio, hai eliminato una cosa che ha immenso valore per l'uomo, perché è proprio il dubbio che spinge l'uomo a ricercare e a trovare. Hai tagliato le radici della ricerca: adesso non ci sarà alcuna ricerca.
Ecco perché trovi solo raramente una persona che ha la sensazione dell'eterno, che ha scoperto il polso dell'eterno, che ha respirato l'eterno; succede molto raramente. E chi ne è responsabile? Tutti i tuoi rabbini e i tuoi papi, gli shankaracharya e gli imam: loro sono i responsabili, perché hanno tagliato le radici stesse della ricerca.
In Giappone coltivano uno strano albero. Questi alberi, che contano tre o quattrocento anni, sono alti solo una decina di centimetri. E hanno quattrocento anni! Se osservi uno di questi alberi è così antico, ma è alto solo dieci centimetri. E loro la considerano un'arte! Ciò che fanno è continuare a tagliare le radici. Il vaso in cui vive l'albero è privo del fondo, e così ogni tanto possono alzarlo e tagliare le radici. Quando tagli le radici, l'albero non può crescere; invecchia ma senza crescere. Diventa sempre più vecchio, ma in effetti lo hai rovinato.
Ciò che queste persone fanno in Giappone è un fatto significativo: è la stessa cosa che le religioni hanno fatto con l'uomo. Hanno tagliato le tue radici in modo che tu non possa crescere, ma solo invecchiare. La prima radice che tagliano è quella del dubbio; allora la ricerca si arresta.
La seconda radice che tagliano ti porta a contrastare la tua stessa natura, a condannare la tua natura. E naturalmente, quando condanni la tua natura, come puoi aiutarla a fluire, a crescere e a seguire il suo corso, come un fiume? Non ti permettono di essere simile a un fiume e di muoverti a zig zag.
Le religioni ti hanno trasformato in un treno, che corre sulle sue rotaie da una stazione all'altra, che di base non fa che spostarsi da un posto all'altro, senza andare da nessuna parte, ma sempre seguendo i binari. E chiamano questi binari disciplina, controllo, autocontrollo.
Le religioni hanno fatto danni incalcolabili – il vaso dei loro peccati è strapieno e trabocca. Dobbiamo solo gettarle tutte nell'oceano, a dieci chilometri di profondità, in modo che nessuno possa ritrovarle dando nuovamente inizio allo stesso stupido modo di fare.
Quelle poche persone intelligenti che ci sono al mondo dovrebbero liberarsi di tutto ciò che le religioni hanno fatto loro, e senza che se ne rendessero nemmeno conto. Dovrebbero ripulirsi completamente dalla religione ebraica, indù, cristiana, giainista e buddista. Dovrebbero ripulirsi completamente – essere umani è sufficiente.
Accetta te stesso, rispetta te stesso permettendo alla tua natura di seguire il suo corso. Non forzare, non reprimere.
Dubita, perché il dubbio non è un peccato, ma un segno di intelligenza. Dubita e continua la ricerca finché non trovi.
Una cosa la posso dire con certezza: chi cerca, trova. È certo, non è mai accaduto altrimenti.
Nessuno è mai tornato a mani vuote da una ricerca autentica.

Tratto da: Osho, From Ignorance to Innocence

http://altrarealta.blogspot.it/

giovedì 22 marzo 2018

Osho parla dell'AUM


L’apatia è uno degli ostacoli più grandi, ma scompare cantando l’Aum. Esso crea dentro di te lo Shivalinga, l'anello energetico a forma di uovo. E, quando la tua percezione si affina, puoi addirittura vederlo. Se riesci a salmodiare l’Aum per alcuni mesi, ad occhi chiusi, meditando, potrai vedere dentro di te che il tuo corpo è scomparso: esisterà solo una bio-energia, un fenomeno elettrico, la cui forma sarà quella dello Shivalinga.

Quando accade, l’apatia scompare. A quel punto, ti troverai a un livello di energia alta, potrai spostare montagne, sentirai che parlare non basta: si deve fare qualcosa. E il livello di energia è così elevato, che in quel preciso istante puoi fare qualcosa.
Un uomo titubante, indeciso, incerto, si trova in uno stato di sanshaya: dubita. Non è uno stato contrapposto alla fiducia, in quanto la fiducia è sempre rivolta verso qualcuno. Qui si tratta della fiducia in te stesso: non ti fidi di te stesso, questa è la differenza. Quindi, qualunque cosa ti trovi davanti, sei indeciso: non sai se vuoi farla oppure no; se è bene farla oppure no. Se hai una mente indecisa, non potrai entrare sul sentiero, non sul sentiero di Patanjali. Devi essere deciso, determinato! Devi prendere una decisione! È difficile, in quanto una parte di te dice sempre di no, ma in questo caso, come puoi prendere una decisione? Pensaci quanto più puoi, prendi tutto il tempo che vuoi, pensa a tutte le possibilità… e poi decidi! E quando hai deciso, lascia perdere qualsiasi dubbio.Prima di quel momento, usa il tuo dubbio: fai tutto ciò che riesci a fare, pensa a tutte le possibilità, quindi decidi. Certo, non sarà una decisione totale: all’inizio non è possibile che lo sia. Sarà una decisione della maggioranza: la maggioranza della tua mente ha detto di sì. Ma, quando hai deciso, non dubitare più. Nella tua mente nascerà il dubbio, ma tu limitati a dire: “Ora ho deciso! Basta! Non si tratta di una decisione totale, non tutti i dubbi sono stati eliminati, ma ho fatto tutto ciò che potevo… ho valutato e ponderato a fondo, quanto più mi era possibile, e ora ho scelto!” Una volta fatta una scelta, non permettere più al dubbio di rimettere tutto in discussione, non dargli più il tuo sostegno, in quanto esso esiste grazie al tuo appoggio: puoi continuare a dargli energia, e tornare a ripensare sempre alle tue scelte. In questo caso, si crea una sottile titubanza: questa indecisione è uno stato di cose molto sgradevole – sei proprio in un brutto stato. Se non riesci a decidere nulla, cosa farai? Come potrai agire?

Ma come farà l’Aum – il suono, e la meditazione su di esso – ad aiutarti? Ti aiuta, perché quando diventi silente, sei in pace, quieto, diventa facile decidere. In questo caso, non sei più una folla, non sei più un caos: ora in te parlano molte voci, tutte insieme, e tu non sai più quale sia la tua. L’Aum, il cantarlo, e il meditarci sopra, zittiscono tutte quelle voci. Ora riesci a vedere che quella miriade di voci non sono tue: sono tuo padre, tua madre, i tuoi fratelli, gli insegnanti, che parlano con quelle voci che non ti appartengono… le puoi eliminare facilmente, in quanto non sono degne di attenzione alcuna. Quando diventi silente, grazie al canto dell’Aum, ti senti a casa: sei calmo, quieto, in pace, raccolto. In questo raccoglimento, puoi vedere qual è la tua voce reale - quella che sorge da te - la tua voce autentica.
Stai attento. Come può l’Aum aiutarti ad essere attento? Farà cadere la tua ipnosi. In realtà, se ti limiti a salmodiare l’Aum senza essere in meditazione, diventerà a sua volta un’ipnosi: questa è la differenza tra il comune canto di un mantra e il metodo di Patanjali. Canta il mantra, ma rimani cosciente. Se riesci a cantare l’Aum e restare cosciente, queste due cose diventeranno una forza deipnotizzante: distruggeranno ogni ipnosi che esiste intorno a te, che è stata creata in te dalla società, dai manipolatori più diversi, dai politicanti. Avverrà una deipnotizzazione.
Una volta, in America, qualcuno chiese a Vivekananda: “Qual è la differenza tra la comune ipnosi e il vostro salmodiare l’Aum?”

Egli rispose: “Il canto dell’Aum è una deipnosi: è un muovere la ruota all’indietro”.
Il processo sembra essere lo stesso, ma la ruota gira all’indietro. E come è possibile? Se, al tempo stesso, mediti, allora, col tempo, diventi così silente e così consapevole, così attento, che nessuno potrà più ipnotizzarti. A quel punto, sarai oltre la possibilità di presa di preti e politici: i tuoi secondini! Allora, per la prima volta, sarai un individuo, e diventerai attentissimo… ti muoverai con attenzione, farai ogni passo con estrema cautela, perché sarai circondato da milioni di trappole. Come può aiutarti il salmodiare l’Aum e il meditare su di esso?
Aiuta! È un aiuto sicuro, poiché, quando inizi a cantare l’Aum per la prima volta, osservando e meditando, hai la sensazione che quello sia il primo sforzo della tua vita che ti appaghi: ti senti così felice, in quel cantare, ti senti così beato, che sembra essere il primo sforzo compiuto con successo. A quel punto, sorge in te un entusiasmo nuovo: la polvere viene levata… consegui un coraggio nuovo, una nuova familiarità con te stesso. Adesso, pensi di poter fare qualcosa anche tu; anche tu puoi realizzare qualcosa. Non tutto è un fallimento.Come mai ti senti tanto sensuale, sessuale? Perché accumuli energia, energia non utilizzata, e non sai cosa farne. È naturale perciò che si accumuli nel primo centro, quello sessuale. Non conosci gli altri chakra, e neppure sai come fare per elevarla verso l’alto.

L’energia deve elevarsi verso l’alto. Devi diventare un trasformatore: attraverso di te, la natura deve diventare ‘sovrannaturale’; solo in questo caso ci sarà un senso, un significato. Attraverso di te, la materia deve diventare mente; la mente deve diventare ‘supramente’. Per tuo tramite, la natura deve raggiungere il sovrannaturale: ciò che è inferiore deve diventare l’essenza superiore. Solo in questo caso, esiste un significato: si percepisce un senso. In questo caso, la tua vita ha un senso profondo, estremamente profondo. Allora non sei più ‘indegno’: non sei più ‘fango’, sei un dio! Quando hai elevato, attraverso di te, la natura fino al sovrannaturale, diventi un dio. Patanjali è un dio... diventi un Maestro dei Maestri.
Come ti può aiutare l’Aum? Come ti può aiutare la meditazione sull’Aum? Quando inizi a meditare sull’Aum, gli altri centri iniziano a entrare in funzione.
Quando l’energia fluisce, dentro di te diventi un circuito. A questo punto, il centro del sesso non è l’unico centro in funzione. Tutto il tuo corpo diventa un cerchio; dal centro sessuale l’energia sale al secondo, al terzo, al quarto, al quinto, fino al settimo centro; quindi ridiscende al sesto, al quinto, al quarto, al terzo, al secondo, al primo: diventa un cerchio interiore, e si sviluppa negli altri centri. L’energia si eleva verso l’alto, semplicemente perché si è accumulata. Il livello dell’energia si alza, come accade in una diga: il fiume continua a portare acqua, e la diga non ne permette la fuoriuscita. Il livello dell’acqua sale, e gli altri centri, gli altri chakra presenti nel corpo, iniziano ad aprirsi, poiché, quando l’energia scorre, diventano forze dinamiche, dinamo… Entrano in funzione.

Patanjali afferma che ogni illusione svanirà, se canti l’Aum in piena coscienza. Come accade? L’illusione è uno stato onirico, in cui ti perdi. Tu non sei più presente: resta solo il sogno. Se mediti sull’Aum, hai creato il suono dell’Aum, e al tempo stesso sei un testimone: sei presente! La tua presenza non può permettere che accada alcun sogno: ogniqualvolta tu sei presente, i sogni non esistono. Quando è presente il sogno, tu non ci sei: non potete coesistere. Se sei presente tu, il sogno scomparirà. Viceversa, dovrai scomparire tu! Insieme, contemporaneamente, non potete esistere: il sogno e la consapevolezza non si possono mai incontrare. Per questo, restando semplicemente testimone del suono dell'Aum, l’illusione scompare!
Anche l’impotenza è presente, la avverti in continuazione. Hai la sensazione di non poter far nulla, di essere inutile, indegno… forse, fingi di essere qualcuno, ma quella tua stessa finzione dimostra che, in profondità, avverti di non essere nessuno. Forse puoi fingere di essere estremamente potente, ma quella finzione non è altro che un modo per nasconderti.Quando salmodi aumkar, l’Aum, per la prima volta, hai la sensazione di non essere più un’isola. Diventi una parte del suono universale. Per la prima volta, ti senti potente, ma ora questa potenza non necessita più di violenza alcuna, non ha più bisogno di essere aggressiva. Di fatto, un uomo potente non è mai aggressivo: solo le persone impotenti diventano aggressive, per dimostrare qualcosa a se stesse… di essere potenti! Inizi a fare una cosa, poi ti fermi – inizi e interrompi – torni a iniziare e poi ti fermi. Con questa instabilità, non è possibile fare nulla. Devi perseverare, devi continuare a scavare nello stesso punto, senza sosta. Infatti, se interrompi il tuo sforzo, la tua mente è tale che, nel giro di pochi giorni, dovrai iniziare di nuovo, dall’ABC. Arrotola e srotola… per qualche giorno fai qualcosa, poi la lasci… e vieni catapultato al tuo primo giorno… di nuovo parti dall’ABC. In questo modo, puoi fare tantissimo, senza realizzare mai nulla. L’Aum ti darà un assaggio.

Patanjali afferma che con l’Aum, per la prima volta, assaporerai cosa sia cadere nell’universale: quel gusto diventerà la tua felicità, e ogni instabilità scomparirà. Ecco perché afferma che il canto dell’Aum, unito all’esserne testimone, porta alla caduta di tutti gli ostacoli. Angoscia, disperazione, instabilità e irregolarità del respiro sono i sintomi di una mente confusa. Questi sono i sintomi. Angoscia: sempre preda dell’ansia, sempre dissociato, una mente sempre ansiosa, sempre triste, disperata; il corpo scosso da tremori sottili… perché, quando l’energia del corpo non scorre in un circuito, si hanno tremori sottili, un tremolio, paura e respiro irregolare. In questo caso, il respiro non può avere un ritmo: non può essere un canto, non può essere armonioso. Questi sono i sintomi di una mente confusa; in contrapposizione, si hanno i sintomi di una mente centrata: il canto dell’Aum ti centrerà. Il tuo respiro diventerà ritmico. I tremori del corpo scompariranno; non sarai più nervoso… alla tristezza si sostituirà una sensazione di felicità, di gioia, una beatitudine sottile che ti pervaderà il volto, senza ragione alcuna. Sei felice: il semplice essere qui ti rende felice; il semplice respirare, ti rende felice. Non chiedi molto, e anziché angoscia ci sarà beatitudine.
I sintomi di una mente confusa possono essere eliminati, meditando su un unico principio. Quell’unico principio è pranava-Aum,: il suono universale.

(brano tratto da Yoga: La scienza dell’anima ed. ECIG)

https://sites.google.com/site/meditaaum/letture

Il Canto dell'Aum

Ogni volta che ti senti circondato dalla confusione, quando il caos sembra sovrastarti, oppure quando
la tua mente ti sta distraendo troppo, salmodia semplicemente l'Aum.Stabiliscilo come norma: al mattino e alla sera,per almeno venti minuti, siedi in silenzio, in una postura che ti sia confortevole, socchiudi gli occhi e orientali verso il basso. Rallenta il respiro e tieni il corpo immobile. Poi
inizia a salmodiare dentro di te il mantra Aum: non occorre che sia udibile. E, se tieni le labbra chiuse, scenderà ancor più in profondità; perfino la lingua non dovrebbe muoversi.
Ripeti questo mantra senza interruzioni: "Aum, Aum, Aum, Aum, Aum...". Deve avere un ritmo molto accelerato e una tonalità molto alta, ma senza essere udibile all'esterno. 
Devi semplicemente sentire che sta vibrando in tutto il tuo corpo, dai piedi alla testa, dalla testa ai piedi.
Ogni Aum ricade nella tua consapevolezza come una pietra lanciata in uno stagno: si scatenano onde
su onde che si diffondono fino ai lidi più lontani. Quelle onde continueranno a espandersi dentro di
te, toccando l'intero organismo. Grazie a questo esercizio, ci saranno momenti - e si tratta degli attimi più squisiti nell'esistenza di un essere umano - in cui non ripeterai più alcun mantra, e ogni cosa si arresta. All'improvviso sarai consapevole che non stai più salmodiando, e tutto si è arrestato: godi
quell'istante di assoluta immobilità. E se i pensieri riprendono ad affiorare, riprendi a cantare il mantra. La sera, ricorda di farlo almeno un paio d'ore prima di andare a dormire. Altrimenti, se lo facessi poco prima di andare a letto, non riusciresti ad addormentarti.
Infatti, ti rinfrescherà al punto che non proverai alcuna stanchezza e non avrai affatto voglia di andare a letto: avrai la sensazione che sia già mattina, che ti sei riposato benissimo, ragion per cui non avrà alcun senso andare a letto.
Ricorda di ripetere il mantra rapidamente, ma al tempo stesso trova il tuo ritmo. Dopo i primi due o tre giorni scoprirai il ritmo più adatto a te: alcune persone trovano più congeniale ripeterlo molto rapidamente; in pratica ogni Aum si accavalla all'altro. Altre hanno un ritmo molto lento... dipende da te. Persevera, rispettando il ritmo che ti fa sentire meglio. 

Osho: La Verità Che Cura.
http://oshoite.blogspot.it/2014/01/il-canto-dellaum.html
http://divinetools-raja.blogspot.it/ La Via del Ritorno... a Casa

Il suono di Om (Aum) Advanced Mind Institute


«Il suono Om» (Aum) è il suono principale dell'Universo. Non ha il passato, né il futuro. E' sempre stato e sempre ci sarà.
Cantare Om significa toccare l'Eternità. In molte religioni orientali l'Om è il mantra supremo, l'indice del principio divino, supremo. L'Om contiene tre principali azioni che si svolgono nell'Universo: la creazione, la stabilizzazione e la distruzione. Il suono Om simboleggia anche i tre stati dell'uomo: il sogno, il sonno e la realtà. E' pure il simbolo dell'evoluzione spirituale, del movimento dell'anima in alto.
Da questa vibrazione sonora primaria sono nate (rivelate) tutte le cose; e in essa si riavvolgeranno dopo la fine del grande ciclo cosmico dell'Universo.
Questo suono strutturizza e determina lo spazio dentro di noi e al di fuori di noi, collegandolo alle gerarchie universali. La stanza dove vi trovate, al suono dell'Om attraverso uno stereo, entra in risonanza con questo suono. L'Om ci riempie di energia vitale, rafforza il corpo fisico e la coscienza.
La caratteristica principale di questo suono è quella di metterci in risonanza con i ritmi dell'Universo.
L'Om prima risuona nel chakra Ajna e nei polmoni, poi si dirige allo stomaco e alla colonna vertebrale stimolando la circolazione dell'energia nel corpo. Durante la meditazione voi sentirete quella parte del corpo dove l'Om risuona meglio. Non vi meravigliate se nei giorni diversi vi risponderanno gli organi diversi: un giorno lo saranno i reni, un altro giorno lo saranno i polmoni o i bronchi.
Questo suono possiede anche un'altra particolarità: dopo la fine della meditazione risuonerà dentro di voi ancora per un po'.

Le particolarità di questo programma.

Lavorate con il programma mettendo l'audio non alta ma MEDIA; il suono forte non farà funzionare il programma meglio.
Questo programma può essere usato sia come meditazione sia come sfondo per strutturare lo spazio. Il quest'ultimo caso il programma sintonizzerà il vostro ambiente, gradualmente, sui ritmi universali apportandovi l'armonia.
Nel caso dell'ascolto tramite un sistema audio (stereo con casse) mettete l'audio sul MINIMO: il suon Om deve sentirsi appena. Non vi stupite: è a questo livello che si raggiungono dei migliori risultati.
Un'altra particolarità del programma è la possibilità di accompagnarlo con la voce ripetendo il suono Om (questo farà bene anche a voi).
Inspirate e espirate lentamente alcune volte, poi riempite i polmoni d'aria e pronunciate lentamente: aaa...uuuuu....mmmmmm, facendo l'accento sulla “mmmm” finale.
Questo programma è stato armonizzato con la frequenza 136.1 Hz, la frequenza di Om. Qui è usato come la frequenza theta portante.

Come meditare?

Assumete una posizione comoda, chiudete gli occhi, fermate il dialogo interiore e già dopo alcuni minuti entrerete in un piacevole stato di rilassamento. Una persona media ci impiega circa 8 minuti. Prima di meditare è meglio bere un bicchiere d'acqua.
Questo programma può essere ascoltato sia con le cuffie sia tramite uno stereo. Per l'entrare in uno stato meditativo è meglio adoperare le cuffie, invece, per armonizzare l'ambiente, potete riprodurre il programma tramite uno stereo di qualità.

Questo fiile audio è disponibile per l'acquisto sul sito Advanced Mind Institute
di Lenni Rossolovski sul sito è possibile ascoltare 5 minuti in formato demo
http://www.advanced-mind-institute.org/store/obwie-meditacii/om.html?TRKCASWQK8H



© Lenny Rossolovski 2014. Tutti i diritti riservati,
Tutti i diritti riservati dall'autore.
Solo per uso personale.
http://altrarealta.blogspot.it/

martedì 20 marzo 2018

NON ASPETTARE, ALZATI E METTITI IN VIAGGIO

Perché aspetti?
Aspetti che la vita ti faccia un miracolo?
Che le circostanze cambino in tuo favore ?

...aspetti chi? perche? quanto aspetti?
Se non ti alzi e diventi il tuo Dio... non puoi sperare che qualcosa cambi.

Se non cominci, niente si compierà.
Se non bussi, nessuna porta si aprirà.
Se non percorri la tua strada nessuna mappa ti porterà da nessuna parte.

I miracoli accadono solo quando fai il primo passo verso la tua realizzazione... verso un tuo sogno.

Nessuno ti porterà un pacco regalo, nessuno ti renderà felice.. se non tu stesso.
Perciò alzati.. mettiti in viaggio, il viaggio della tua felicità..
Naviga il mare delle tue emozioni.

Vivi ! ...non rimandare niente... non aspettare nessuno.
La tua mano è capace di disegnare i tuoi sogni, di scrivere il tuo destino.



Colette Haddad

La via del Transurfer 

http://altrarealta.blogspot.it/

lunedì 19 marzo 2018

ACCORDO DI CAEN IN PROGRAMMA LA CESSIONE DELLE NOSTRE ACQUE TERITORIALI

Con l'accordo di Caen Gentiloni svende le acque italiane (e il petrolio) alla Francia?

Negli ultimi giorni di vita del governo Gentiloni, ecco che arriva silenzioso un ultimo colpo di coda che bastona il nostro Paese a favore dei vicini francesi

ROMA - Negli ultimi giorni - si spera - di vita del governo Gentiloni, ecco che arriva silenzioso un ultimo colpo di coda che bastona il nostro Paese a favore dei vicini francesi: il governo di fatto il 25 marzo regalerà alla Francia parte delle nostre acque territoriali, e con queste alcuni i ricchissimi giacimenti di petrolio scoperti al largo della Sardegna. Sono in molti a non sapere di cosa stiamo parlando: nel marzo 2015 Italia e Francia firmarono il cosiddetto accordo di Caen, in cui venivano appunto revisionati i nostri confini marittimi. L'accordo, derivante da un negoziato cominciato nel 2006 e terminato sei anni più tardi, secondo il ministero degli Esteri sarebbe stato «necessario al fine di definire i confini marittimi alla luce delle norme della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982, che supera la Convenzione per la delimitazione delle zone di pesca nella baia di Mentone del 18 giugno 1892, convenzione che ha valore consuetudinario, in quanto applicata e mai ratificata, ai fini di colmare un vuoto giuridico». L'Italia avrebbe quindi rinunciato ad alcune porzioni di mare del mar Ligure ed al tratto compreso tra nord Sardegna ed arcipelago toscano.

Cosa prevede l'accordo
Come racocnta l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi sul suo blog, l'accordo era passato piuttosto inosservato fino a quando nel gennaio 2016 il peschereccio italiano Mina era stato fermato dalla gendarmeria marittima francese e scortato fino al porto di Nizza, con l'accusa di praticare la pesca del gambero in acque francesi. Solo dopo il pagamento di una cauzione di 8300 euro era stato rilasciato. Dunque, quelle che sembravano essere acque italiane erano diventate francesi. L'episodio fece deflagrare la questione dei confini e di porzioni di mare cedute alla Francia. Piuttosto indispettito dalla vicenda l'assessore regionale alla pesca della Liguria Stefano Mai aveva dichiarato: «Il sequestro del peschereccio Mina ha posto l’attenzione sull’urgenza di arrivare all’elaborazione di un piano di gestione della pesca al gambero rosso condiviso tra Italia e Francia, sul modello di quanto abbiamo elaborato con successo sul rossetto. Lo strumento più praticabile e che porterebbe a una soluzione definitiva di un annoso problema di pesca nelle acque al confine è la stesura di un piano delle risorse condivise, previsto dal regolamento mediterraneo. La pesca al gambero rosso è un target strategico per la Liguria che vogliamo tutelare arrivando a una soluzione definitiva che faccia uscire i nostri pescatori da un’incertezza normativa che dura ormai da troppi anni. Il trattato sul nuovo confine marino si è rivelato fortemente penalizzante per l’Italia».

La zona della "Fossa del cimitero"
Secondo i giornali della Corsica l'accordo di Caen prevedeva una sorta di scambio territoriale: l'Italia avrebbe ceduto la «Fossa del cimitero» nelle acque di Ospedaletti, in provincia di Imperia, ottenendo in cambio alcune secche tra Corsica, Capraia ed Elba. Proprio la Fossa del cimitero è un tratto di mare molto ricco dal punto di vista della pesca, con una vivace presenza proprio di gamberoni rossi. Mentre in Italia l'accordo non è stato mai ratificato, in Francia sembrava essere di dominio pubblico, tanto che la gendarmeria marittima era subito intervenuta pochi mesi dopo l'accordo fermando il peschereccio Mina. Due mesi dopo il fermo del peschereccio erano però arrivate le scuse: la dogana francese aveva contestato per errore il mancato rispetto del trattato del 21 marzo 2015, visto che non era mai stato ratificato dal Parlamento italiano.


La Farnesina prova a calmare le acque
La Farnesina, pressata da interrogazioni parlamentari e dagli allarmi lanciati sulla cessione di mare da parte dell'Italia, nel febbraio 2016 aveva provato a fare chiarezza: «Considerata la sua natura, l'accordo di Caen è sottoposto a ratifica parlamentare e, pertanto, non è ancora in vigore. Per quanto riguarda, in particolare, i contenuti dell'accordo, il tracciato di delimitazione delle acque territoriali e delle restanti zone marittime riflette i criteri stabiliti dall’UNCLOS, primo fra tutti il principio della linea mediana di equidistanza. Nel corso dei negoziati che hanno portato alla firma dell'accordo, la parte italiana ha ottenuto di mantenere immutata la definizione di linea retta di base per l'arcipelago toscano, già fissata dall’Italia per la delimitazione del mare territoriale nel 1977». Inoltre, per il mare territoriale tra Corsica e Sardegna, la Farmesina rassicurava sul fatto che fosse stato completamente salvaguardato l’accordo del 1986, inclusa la zona di pesca congiunta. Anche per quanto riguarda il confine del mare territoriale tra Italia e Francia nel Mar Ligure, in assenza di un precedente accordo di delimitazione, l’accordo di Caen seguiva duque, a parole, il principio dell’equidistanza come previsto dall’UNCLOS.

Confini incerti
Ad oggi, spigea l'ammiraglio De Giorgi, i confini tra acque italiane e francesi rimangono incerti. Una recente sentenza del tribunale di Imperia ha assolto un pescatore dall'accusa di avere sconfinato in acque francesi. Il tribunale ha infatti dichiarato non valido anche il trattato di Mentone del 1892 che regolava i confini tra riviera ligure e Costa Azzurra, anche in questo caso per la mancata ratifica del Parlamento. "Un precedente che farà giurisprudenza viste le numerose contestazioni rivolte dalla gendarmeria marittima francese ai pescherecci sanremesi». Certo è che il tema della territorializzazione dell’alto mare da parte degli stati rivieraschi è di "fondamentale importanza" per l’Italia sia sotto l’aspetto della sua valorizzazione economica sia della sua protezione dallo sfruttamento eccessivo e indiscriminato. "L’Italia è stata sinora assente nell’area internazionale per quanto riguarda la politica marittima, non solo in ottica Difesa, ambito paradossalmente sempre più esercitocentrico a dispetto degli accadimenti mediterranei, ma in tutte le sue più ampie declinazioni. Il mutilateralismo come sempre rifugio anestetico dalle nostre repsonsabilità si traduce nel piegarsi alla volontà non solo della Francia, ma anche della Grecia e dei paesi della riva opposta dell’Adriatico che si avvantaggiano della nostra pavidità e indifferenza".


Meloni: "Non permetteremo che venga regalata l'Italia"
Nel dibattito interviene ora anche la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che denuncia su Facebook il "folle trattato firmato da Gentiloni nel 2015 quando era ministro degli Esteri e che Fratelli d'Italia aveva contestato anche all'epoca». "Un accordo senza senso - prosegue - che penalizza l'Italia e le cui motivazioni sono incomprensibili. Gentiloni non si azzardi a questa operazione e blocchi prima del 25 marzo, come previsto dal Trattato di Caen, la cessione delle nostre acque territoriali». Fratelli d'Italia "non farà sconti su questa operazione dai contorni torbidi": Meloni chiede l'immediato intervento del Presidente della Repubblica Mattarella e annuncia fin da ora azioni durissime in ogni sede. "Non permetteremo che venga regalata l'Italia".

La replica del Ministero degli Esteri (che ammette errori nelle cartine geografiche)
La notizia di possibili cessioni di acque territoriali alla Francia è "priva di ogni fondamento e l'accordo bilaterale del marzo 2015 non è stato ratificato dall'Italia e non può pertanto produrre effetti giuridici». Così replica in una nota il ministero degli Esteri. Secondo la Farnesina, dato che l'accordo bilaterale del marzo 2015 non è stato ratificato dall'Italia, "i confini marittimi con la Francia sono immutati e nessuno, a Parigi o a Roma, intende modificarli». Quanto alla data del 25 marzo, "essa, come informa l'ambasciata di Francia a Roma, riguarda semplicemente 'una consultazione pubblica nel quadro della concertazione preparatoria di un documento strategico' sul Mediterraneo che si riferisce al diritto ed alle direttive europee esistenti e che non é volta in alcun modo a 'modificare le delimitazioni marittime nel Mediterraneo'. L'ambasciata - prosegue la Farnesina - riconosce che 'le cartine circolate nel quadro della consultazione pubblica contengono degli errori (in particolare le delimitazioni dell'accordo di Caen, non ratificato dall'Italia)' e aggiunge che 'esse saranno corrette al più presto possibile'». Infine, dal ministero degli Esteri italiano sottolineano che "a breve si terranno consultazioni bilaterali previste a scadenze regolari dalla normativa UE al solo fine di migliorare e armonizzare la gestione delle risorse marine tra i Paesi confinanti, nel quadro del diritto esistente".
https://www.diariodelweb.it/italia/articolo/?nid=20180317-495941
http://altrarealta.blogspot.it/

domenica 18 marzo 2018

CHEMIOTERAPIA OSSIA GAS MOSTARDA

Origine storica della chemioterapia

Innanzitutto è necessario occuparsi di guerra chimica, la cui paternità va attribuita al chimico tedesco Fritz Haber. ebreo, nato a Bratislava, da genitori ebrei.
Allo scoppio della Grande Guerra il dott. Haber dirige il prestigioso Kaiser Wilhelm Institute a Berlino e il suo laboratorio chimico ha un ruolo centrale nello sforzo bellico: sviluppa gas irritanti utili per stanare dalle trincee i soldati nemici.
Tra tutti i gas studiati uno solo emerge per caratteristiche utili allo scopo: il cloro.
Questo gas dal colore gialloverde è estremamente tossico ed è caratterizzato da un odore soffocante che penetra violentemente nelle vie respiratorie.

Il 22 aprile 1915 l’esercito tedesco scarica oltre 146 tonnellate di gas di cloro (detto dicloro o diossido di cloro) a Ypres in Belgio: le truppe francesi, britanniche e canadesi prese alla sprovvista cadono come mosche cercando di proteggersi le vie aeree con banali fazzoletti.
Fu una vittoria straordinaria per i tedeschi, ma Fritz Haber pagherà molto caro questo attacco perché, qualche giorno dopo aver usato il gas, sua moglie Clara Immerwahr, chimico pure lei, si suicida con un colpo di pistola direttamente al cuore usando l’arma di servizio del marito che per questi servizi era stato promosso al grado di capitano…

Gli Alleati nel frattempo si sono dotati di maschere antigas per cui il cloro non è più un problema. Fatta la legge e trovato l’inganno. Haber per ovviare il problema maschera mette a punto il fosgene, costituto da una miscela di dicloro e monossido di carbonio. Meno irritante per naso e gola del cloro stesso ma rappresenta la più letale arma chimica preparata a Berlino, poiché attacca violentemente i polmoni riempiendoli di acido cloridrico.
Verso la fine della Guerra quando le vittime dei gas si contano a decine di migliaia Haber lancia il suo ultimo ritrovato: il gas mostarda, detto anche iprite. Il nome deriva dalla località in cui è stato sperimentato: le trincee di Ypres in Belgio.

Gli effetti del gas mostarda sono terribili: provoca vastissime vesciche sulla pelle, brucia la cornea causando cecità permanente e attacca il midollo osseo distruggendolo e inducendo la leucemia.
Proprio da questa leucopenia (diminuzione dei linfociti nel sangue) nasce il concetto medico di chemioterapia.
Ma andiamo per ordine.

La sera del 2 dicembre 1943 il porto di Bari era gremito da quasi una quarantina di navi cariche di preziosi rifornimenti, tra queste la nave americana John Harvey partita dal porto di Baltimora. La Harvey, a differenza delle altre navi, aveva le stive piene di bombe all’iprite. Oltre 100 tonnellate di iprite (gas tossico e vescicante) sotto forma di bombe lunghe 120 centimetri e del diametro di 20. La nave sarebbe stata scaricata il giorno seguente.
Alle 19,30 uno stormo di aerei della tedesca Luftwaffe arrivarò nel porto di Bari bombardando le navi.
La John Harvey colpita prese fuoco e l’iprite mescolata alla nafta delle petroliere affondate formò un velo mortale su tutta la superficie del porto, mentre i suoi deleteri vapori si sparsero ovunque intossicando i polmoni dei sopravvissuti .
Il numero esatto di morti non si saprà mai, ufficialmente si parla di circa 1000 cittadini baresi uccisi.

Nel rapporto che seguì l’incidente vennero evidenziati dei fatti interessanti: le persone colpite da iprite svilupparono una grave aplasia del tessuto linfoide e del midollo osseo. Il colonnello statunitense Steward Alexander nella sua relazione finale notò che dalle autopsie dei morti per iprite si notava una notevole soppressione dei linfomi e dei mielomi.
Questo rinforzò l’ipotesi che solo un anno prima Goodman e collaboratori avevano fatto sull’impiego di derivati dell’iprite.
I dottori Goodman, Gilman e Dougherty somministrarono mostarda azotata (derivata dell’iprite) in sei pazienti affetti da linfoma maligno registrando un miglioramento iniziale delle condizioni cliniche e una riduzione delle lesioni neoplastiche. Poco importava se tale terapia era risultata devastante sotto altri punti di vista: questo era quanto bastava perché venisse pubblicato nel settembre del 1946 uno studio di portata epocale sull’effetto dell’iprite nei linfomi. Tale studio venne pubblicato sulla rivista Science con il titolo: “Azioni biologiche e indicazioni terapeutiche delle beta-cloroetilamine e dei sulfidi”.

Tutto ciò diede inizio - purtroppo per noi – all’utilizzo della chemioterapia che giunge fino ai nostri giorni.
Negli attuali bugiardini dei chemioterapici alla voce Categoria terapeutica viene riportato: “Analoghi della mostarda azotata”.
“Le mostarde azotate - ce lo dice il Ministero della Salute alla voce Emergenze sanitarie - furono prodotte per la prima volta negli anni Venti come potenziali armi chimiche. Si tratta di agenti vescicatori simili alle mostarde solforate. Sono in grado di penetrare le cellule in modo rapido e causare danni al sistema immunitario e al midollo osseo”.

Quindi la chemioterapia è nata grazie ad un incidente di guerra ed è una vera e propria arma chimica!
Lo scrivono nei bugiardini le stesse case farmaceutiche che li producono e lo conferma il Ministero della Salute.
L’utilizzo in guerra di tali armi chimiche è vietato da numerose convenzioni: Dichiarazione dell’Aja del 1899, Convenzione dell’Aja del 1907, Protocollo di Ginevra del 1925 e Convenzione di Parigi del 1993, ma nella guerra al cancro non solo sono legittime ma sono anche le uniche riconosciute.
Oggi ad un qualsiasi malato di cancro viene iniettato un mix di sostanze chimiche vietate in guerra per la loro pericolosità dalla Convenzione di Ginevra.

www.macrolibrarsi.it/libri/__cancro_spa.php

http://altrarealta.blogspot.it/

sabato 17 marzo 2018

Non dite mai: “Mi è indifferente”

Non dite mai: “Mi è indifferente”.
Non dimostrate la vostra indifferenza, non è l’indice dell’indipendenza.
L’indifferenza è la paralisi dell’anima.
Che cosa provate voi, quando vi dicono “Non me ne frega...?"
Provate il freddo e il vuoto, dentro. Diventate più piccoli, protestate. Più delle volte, dentro di voi... perché al vostro interlocutore ciò è “indifferente".
Poche parole, ma come entrano nell’anima...
Restano come una spina nel cuore, a marcire, ricordandoci di se, ogni tanto.
Un uomo non può vivere senza una certezza di essere necessario per qualcuno, di essere amato.
Si chiude in se, deperisce, muore.
Il peggior comportamento che possiamo avere verso la gente non è quello di odiarla, ma di essere indifferenti. In questo c’è l’essenza della disumanità.
Vi prego, non dite mai “mi è indifferente”.


(Ivam Okhlobystin, attore, regista, scrittore)
Olga Samarina‎  LA RUSSIA ESOTERICA E SCIENTIFICAhttp://altrarealta.blogspot.it/

 

giovedì 15 marzo 2018

Terapia della morte ? no, no, se ne salva il 2,3%..

Terapia della morte ?
no, no, se ne salva il 2,3%...(?)

Una grande ricerca scientifica, inserita nel più grande database medico ufficiale al mondo (www.pubmed.gov), è quella a firma di Grame Morgan (professore associato di radiologia al Royal North Shore Hospital di Sidney), Robyn Ward (professore oncologo all’University of New South Wales), Michael Barton (radiologo e membro del Collaboration for Cancer Outcome Research and Evaluation del Liverpool Health Service di Sidney).


Il professore Ward fa anche parte del comitato che stila le raccomandazioni sull’efficacia dei farmaci per il Governo australiano (Therapeutic Goods Authority of the Australian Federal Department of Health and Aging).
Tale ricerca (“The contribution of cytotoxic chemotherapy to 5-year survival in adult malignancies”, Il contributo della chemioterapia citotossica alla sopravvivenza a 5 anni dei tumori in adulti) è stata pubblicata su una delle più prestigiose riviste di oncologia del mondo: la Clinical Oncology nel dicembre 2004.
Il loro meticoloso studio si è basato sulle analisi di tutti gli studi clinici randomizzati (RTC) condotti in Australia e negli Stati Uniti, nel periodo da gennaio 1990 a gennaio 2004. Analisi che ha interessato 225.000 persone malate nei 22 tipi di tumori più diffusi, e “curate” solo con chemioterapia.

Quando i dati erano incerti, gli autori hanno deliberatamente stimato in eccesso i benefici della chemioterapia. Nonostante questo, lo studio ha concluso che la chemioterapia non contribuisce più del 2% alla sopravvivenza!

Australia > sopravvivenza del 2,3%

Stati Uniti > sopravvivenza del 2,1%

«Molti medici continuano a pensare ottimisticamente che la chemioterapia citotossica possa aumentare significativamente la sopravvivenza dal cancro», scrivono nell’introduzione gli autori.
«In realtà - continua il professor Grame Morgan - malgrado l’uso di nuove e costosissime combinazioni di cocktails chimici… non c’è stato alcun beneficio nell’uso di nuovi protocolli».

http://altrarealta.blogspot.it/

martedì 13 marzo 2018

A CHI SERVE LA CRISI?


http://altrarealta.blogspot.it/

A chi serve la crisi? A chi servono i morti di fame? 
ASCOLTATE E SCOPRITELO

domenica 11 marzo 2018

NIENTE E' PER SEMPRE..

Arnold Schwarzenegger ha pubblicato una foto mentre dorme per strada, sotto la sua famosa statua di bronzo, e tristemente ha scritto: "come sono cambiati i tempi"...
Il motivo per cui ha scritto la frase non era solo perché era vecchio, ma perché quando era governatore della California, ha aperto quell'hotel con la sua statua.


L' Amministrazione Dell'hotel ha detto ad Arnold "in qualsiasi momento puoi venire e avrai sempre una stanza per te".
Quando Arnold si è dimesso come governatore e un giorno voleva rimanere in hotel, l'amministrazione ha rifiutato di dargli una stanza sostenendo che avrebbe dovuto pagare, visto che l'hotel era quasi pieno.

Ha preso un sacco a pelo e si è messo sotto la statua spiegando ciò che voleva trasmettere: " quando ero in una posizione importante, mi riempiva sempre di complimenti, e quando ho perso questa posizione, si è dimenticato di me e non ha mantenuto la promessa. Non fidarti della tua posizione o della quantità di denaro che hai, né del tuo potere, né della tua intelligenza, non durerà ".

Cercando di insegnare a tutti che quando sei " importante " davanti agli occhi delle persone, sono tutti i tuoi " amici "; ma una volta passato il momento, non importa più a nessuno.

"non sei sempre chi pensi che sarai sempre, niente dura per sempre".

La gente va e viene; gli interessi di ognuno cambiano dalla notte al mattino; oggi possono abbracciarti e domani tradirti; la sfida allora è imparare a scegliere bene le nostre relazioni, chiudiamo le porte alle amicizie di circostanza e prendiamoci il rempo per mettere nei nostri circoli di fiducia, coloro che ci amano per ciò che siamo, e non per ciò che possono trarre per interesse.
http://altrarealta.blogspot.it/