Non è infatti ammissibile che una società civile continui a sostenere una concezione della ricchezza che include il senso del possesso, la competitività e la paura di perdere denaro. Proprio affinché tale vecchia visione possa essere finalmente messa da parte, l’esistenza sta mettendo in atto la “crisi perfetta”, un piano che pare studiato a tavolino con lo scopo di portare i cittadini a perdere progressivamente tutto ciò che hanno e diventare sempre più dipendenti dallo Stato. Chi uscirà dalla crisi sarà un uomo nuovo, libero, con una nuova visione del denaro e della vita in generale; gli altri... semplicemente non usciranno dalla crisi.
Il successo economico, in particolare in Italia – e ancor di più negli ambienti della spiritualità – sovente viene visto come un obiettivo indegno, ignobile, se non addirittura moralmente riprovevole. Ciò è dovuto principalmente alla cultura religiosa, che nei secoli ha condotto milioni di persone a credere che spirito e denaro non potessero coabitare nello stesso individuo. Se posso essere d’accordo sul fatto che l’attaccamento al denaro abbia origini “diaboliche”, non sono d’accordo sul fatto che il denaro di per sé rappresenti qualcosa di diabolico, essendo il denaro unicamente l’espressione di un’energia che sta a noi utilizzare in maniera corretta. Con il fuoco potete scaldare o bruciare, lo stesso potete fare con il denaro.
Il denaro al servizio dell'umanità
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