venerdì 31 agosto 2018

RICORDATE il 1997 crisi albanese con governo PDS, Prodi PDC e Napolitano agli Interni

Ripensiamo al 1997 crisi albanese con governo PDS, Prodi PDC e Napolitano agli Interni:
Blocco navale: fatto✔
Respingimenti: fatti✔
Non volere criminali: fatto✔
Non volere migranti economici: fatto✔
Ma ripercorriamo le fasi:
Il 2 Aprile 1997 Prodi spiega in Parlamento: "il carattere dell'operazione è un'attività volta soprattutto a stroncare la malavita organizzata che gestisce gli espatri"
(No non è Salvini)
In quei giorni Repubblica titola: "Blocco navale per fermare gli albanesi"
Vero e proprio BLOCCO NAVALE ma per farlo meglio digerire la chiamarono "Operazione di Convincimento"
Furono schierate:
Fregate Aviere e Sagittario
Corvette Driade e Urania
Nave militare Sibilla
Tutte furono avanzate al limite nautico delle acque territoriali albanesi con l'ordine di non far passare NESSUNO..
E cosa era accaduto qualche giorno prima?
Ebbene.. Il 28 Marzo 1997 nave Sibilla della Marina Militare sperona la fatiscente ex motovedetta militare albanese 'Kater i Rades'
Era un Venerdì Santo: 57 morti 24 dispersi, 81 vittime di cui 31 tutti minorenni sotto i 16 anni
Solo 34 sopravvissuti
(NESSUNA INCRIMINAZIONE AL TRIBUNALE DEI MINISTRI)
Nessuno del governo Prodi si presenta a BRINDISI (centrale delle operazioni)
Prodi PDC
Veltroni VICE
Napolitano INTERNO
Burlando TRASPORTI
Bersani INDUSTRIA
Nemmeno D'Alema segretario del PDS (nonché pugliese) si recò sul posto!
Durante uno dei tanti altri blocchi, la Sagittario incrociò il peschereccio Nikdei Cervo con 150 persone. Col megafono i militari italiani minacciarono di non proseguire pena rimpatrio immediato. Il peschereccio fece dietro-front senza alcun soccorso nonostante fosse in avaria
(NESSUNA OMISSIONE DI SOCCORSO CONTESTATA nonostante Quindi un BLOCCO NAVALE senza SOCCORSO nonostante la Convenzione di Amburgo del 1979 recepita in forma di Legge in Italia nel 1989)
Ma veniamo alla MAGISTRATURA:
Anche la Procura di Brindisi di allora affiancò il governo sulla linea dura con ARRESTO IMMEDIATO per comandanti equipaggi albanesi che tentassero di sconfinare in acque territoriali italiane..
PRENDO STRALCIO DELLE DICHIARAZIONI DI QUEI GIORNI DIRETTAMENTE DALLA VOCE DELLA PROCURA COMPETENTE ILLO TEMPORE --->
Il procuratore Giordano: "Si sale su un peschereccio o su un natante qualsiasi solo pagando il pedaggio.. secondo alcune testimonianze raccolte ci sono personaggi in zone di imbarco che consentono di salire a bordo solo se paghi, lasciando a terra chi non ha i soldi per pagare"
(VI RICORDA QUALCOSA DI RECENTE QUESTA ESTERNAZIONE? NO NON È SALVINI)
Prosegue: "la Procura di Brindisi ha "motivo di ritenere che i componenti gli equipaggi dei mezzi navali, siano conniventi a pieno titolo con questi sfruttatori".
Anche il questore Antonio Ruggiero ebbe a dire "fanno uso di armi o di altri metodi cruenti per intimidire i clandestini e indurli all' omertà" (VI RICORDA QUALCOSA?)
E per finire, vi riporto le parole del vice di Napolitano Giannicola Sinisi:
"Il fenomeno è mutato di nuovo: sulle nostre coste non stanno arrivando più profughi, ma uomini e donne che vengono da zone dove la rivolta non è neppure arrivata. Cercano 1 vita migliore un lavoro più redditizio, sono insomma immigrati" (VI RICORDA QUALCOSA)
E concludo alla Fedro:
Il racconto insegna: fai come dico io, ma non far quello che faccio io

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giovedì 30 agosto 2018

L’inchiesta non sta in piedi. Così si smontano le accuse rivolte al segretario leghista

Nessuno dei tre reati contestati dal pubblico ministero di Agrigento, Luigi Patronaggio, al vicepremier Matteo Salvini per il caso della nave Diciotti ha fondamento giuridico. Sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio: ecco le tre accuse smontate a una a una.

Il sequestro di persona è la contestazione più assurda. Presupposto previsto dall’art. 605 del codice penale è la privazione della libertà personale. In tal caso il ministro non ha assunto alcun atto che mirasse a tale privazione, bensì ha soltanto evitato lo sbarco dei migranti per ragioni di sicurezza nazionale ed ordine pubblico, ragioni che trovano fondamento nel Testo Unico di Pubblica Sicurezza e, nel caso specifico, nell’emergenza immigrazione cui l’Italia è sottoposta ormai da diversi anni. In tal caso, secondo alcune ricostruzioni apparse sui giornali in questi giorni, a Salvini verrebbe contestato il fatto che il cosiddetto “fermo” si sia protratto per oltre 48 ore. Contestazione del tutto priva di fondamento. Il “fermo” è un atto tipico delle forze di pubblica sicurezza, sul quale esercita un controllo ed una decisione a posteriori il magistrato ordinario. Nel caso Diciotti, invece, Salvini non ha posto in essere alcun “fermo” in senso tecnico, il quale tra l’altro non sarebbe neppure di sua competenza. Altra falla che questo capo di imputazione presenta è data dal fatto che Catania potrebbe essere considerato non porto di approdo, ma di transito nel qual caso l’accusa di sequestro di persona cadrebbe completamente per mancanza dell’elemento oggettivo del reato.

Seconda contestazione, del tutto risibile, è l’arresto illegale. Qui c’è poco da dire. Il ministro dell’interno non ha posto in essere alcun atto che determinasse l’arresto dei migranti. L’art. 606 del codice penale punisce infatti il pubblico ufficiale che procede ad un arresto abusando dei poteri inerenti alle sue funzioni. Ma qui non c’è stato proprio nessun arresto. Del resto, i due reati (arresto e sequestro) sono incompatibili, in quanto l’uno esclude l’altro.

Infine l’abuso d’ufficio, un reato quasi impossibile da dimostrare in quanto i ministri – nell’esercizio delle loro funzioni – godono di ampio potere discrezionale proprio perché il loro operato risponde all’obbligo di dover fare l’interesse esclusivo della Nazione, esattamente come recita la formula del giuramento prevista dalla legge per il Presidente del Consiglio e per i ministri. L’autorità giudiziaria, visto anche il principio della separazione tra i poteri dello Stato, non ha alcuna competenza nel determinare se una scelta di un ministro sia o meno conforme all’interesse nazionale.

LE COMPETENZE

Insomma, siamo di fronte ad un conflitto tra norme penali e norme amministrative. Da un lato il codice penale e dall’altro – in primis – il Testo Unico di Pubblica Sicurezza, da un lato l’agire comune e dall’altro l’agire del ministro dell’Interno che ha il compito di garantire l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale. Il problema si risolve facilmente. Il vicepremier Salvini ha agito in qualità di ministro della Repubblica, quindi dovrà rispondere di “reati ministeriali” e non di “reati comuni”. I reati ministeriali sono definiti tali in quanto giudicati dal Tribunale dei Ministri, cioè da quella sezione specializzata della magistratura ordinaria che giudica il Presidente del Consiglio e i ministri per i reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, quindi la decisione non potrà che tenere conto del conflitto tra norme di cui si diceva sopra. Conflitto che determina l’estraneità del ministro Salvini ai reati che gli sono contestati in quanto ha agito sia per la tutela dell’ordine pubblico che per conseguire l’interesse esclusivo della Nazione, questioni – tutte – sulle quali nessun Tribunale ha competenza a giudicare.

COORDINAZIONE

Una cosa è però certa. La magistratura sta cercando di fermare il processo democratico del Paese. C’è, a nostro avviso, una coordinazione tra le dichiarazioni di Fico e il successivo intervento della magistratura. Si voleva far cadere questo governo, spaccando il M5s, per sostituirlo con un governo di “sinistrati” con l’appoggio di una frangia consistente di parlamentari pentastellati, ma non si sono fatti bene i conti e il colpo di mano è fallito. Vedrete, il caso ora verrà archiviato. L’obbiettivo era politico: far saltare il governo. Nel passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica la magistratura intervenne col sostegno popolare. Nel passaggio dalla Seconda alla Terza lo sta facendo contro il volere del popolo. La differenza non è da poco. Il caso verrà archiviato, perché è fallito l’obbiettivo politico che si intendeva perseguire. E invece di indebolire Salvini lo si è ulteriormente rafforzato. I cittadini italiani devono però sapere che il codice penale punisce il reato di “attentato contro i diritti politici del cittadino” (art. 294) e la “violenza o minaccia ad un corpo politico” (art. 338). Se è vero che la legge è uguale per tutti, anche i giudici dovrebbero esserne soggetti.

di Paolo Becchi e Giuseppe Palma su Libero, 29/08/2018
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ITALIA è quella strana nazione ...

L'Italia è quella strana nazione dove ti mettono i codici identificativi sui sacchetti della spazzatura per multarti se butti un pezzo di carta nel sacco della plastica... ma permettono a migliaia di rom di vivere in campi abusivi dove buttano nei fossi la loro spazzatura.
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L'italia è quello strana nazione dove ti multano se regali un panino a un senzatetto senza aver fatto lo scontrino... ma permettono a venditori abusivi di vendere le loro merci taroccate agli angoli delle strade.
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L'Italia è quella strana nazione dove ti multano se dove c'è il limite di 50 kh vai a 51 kh... ma permette a chi ha targa straniera di andare e fare quel cazzo che gli pare.
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L'italia è quello strano nazione dove le femministe hanno lottato per poter mettere la minigonna... .. . ma ora quelle stesse femministe sono pro immigrazione musulmana che le donne le obbliga a uscire col burqa.
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L'italia è quella strana nazione che se un carabiniere arresta un violento in modo violento... viene indagato per violenza.
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L'italia è quella strana nazione che mette il divieto di accendere le stufe a legna per non aumentare l'inquinamento atmosferico... ma permette ai rom di fare falò con i copertoni delle ruote per pulire il rame...
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L'Italia è quello strana nazione dove per comprarti una casa devi farti un mutuo di 30 anni... ma poi permette ad occupanti abusivi di occuparti la casa e cambiare le serrature...
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L'italia è quella strana nazione dove i sindacati organizzano scioperi se la pasta della mensa è scotta... ma fanno finta di nulla quando tolgono l'articolo 18.
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L'italia è quello strana nazione dove i giudici condannano i proprietari di casa a rimborsare i rapinatori se questi vengono morsicati dal cane in giardino...
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L'italia è quello strana nazione dove dopo innumerevoli casi dove maestre d'asilo picchiano i bimbi... non si possono mettere telecamere di controllo perché ledono la privacy.
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L'italia è quella strana nazione dove i giudici diminuiscono la pena a un assassino perché 48 coltellate non è sinonimo di crudeltà...
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L'italia è quella strana nazione che sfratta una nonnina terremotata perché nella sua casetta manca un foglio burocratico... ma permette a zecche dei centri sociali di occupare e vivere in aziende capannoni ed edifici.
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L'Italia è quella strana nazione dove si combatte il terrorismo con i gessetti colorati...
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L'italia è quella strana nazione dove si combattono i femminicidi con le scarpette rosse...
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POTREI ANDARE AVANTI ALL'INFINITO... MA MI SONO ROTTO I COGLIONI... QUINDI SEMPLIFICO...
"L'ITALIA È QUELLA NAZIONE DI MERDA.... DOVE SE SEI ONESTO SERVI SOLO PER PAGARE LE TASSE... MENTRE SE SEI UN DELINQUENTE SEI PROTETTO DALLO STATO DALLE ASSOCIAZIONI DAI BUONISTI DAI SERVIZI SOCIALI DALLA CHIESA DAI CENTRI SOCIALI DAI RICCHI RADICAL CHIC... DA CERTA POLITICA ......”
Dina T.
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MINISTRO TEDESCO: SE L’ITALIA ESCE DALL’EURO LA GERMANIA CROLLA, E L’ITALIA VOLA!

Theo Waigel è stato per dieci anni Ministro delle Finanze di Helmut Kohl. Il 21 giugno scorso ha rilasciato un’intervista a T-Online. Questo è un frammento delle sue dichiarazioni.

Intervistatore: “I sondaggi sull’uscita dalla UE mostrano che se si chiedesse ai francesi e ad altri, vincerebbe chi vuole uscire, con uno scarto minimo. Secondo lei da dove viene questa disaffezione per l’UE?”
Theo Waigel: “Al grado di sviluppo della globalizzazione e dei mercati aperti cui siamo arrivati – che non è più reversibile -, ci sono forze che si oppongono, sostenendo la necessità di ritornare ai confini e alle regolamentazioni nazionali, che prima funzionavano bene, per tornare ad appropriarsi delle proprie capacità decisionali“.

Intervistatore: “E cosa gli si può rispondere?”
Theo Waigel: Gli si può rispondere in modo del tutto chiaro quali svantaggi ne scaturirebbero. Se la Germania oggi uscisse dall’unione monetaria, allora avremmo immediatamente, il giorno dopo, un apprezzamento tra il 20% e il 30% del marco tedesco – che tornerebbe nuovamente in circolazione -. Chiunque si può immaginare che cosa significherebbe per il nostro export, per il nostro mercato del lavoro, o per il nostro bilancio federale“.

L’euro conviene alla Germania, ecco perché ci restiamo dentro. Va da sè che se il marco diventasse sconveniente, la lira diventerebbe conveniente per i mercati, per gli investitori e per i consumatori. Queste cose i commentatori nazionali non ve lo dicono. Queste notizie ai telegiornali non passano. Per chi lavora la stampa italiana? Per chi lavora la politica italiana? Per l’Italia o per Berlino? Se lavorasse per gli italiani, interviste come queste sarebbero in prima pagina su tutti i quotidiani, in luogo dello spettro dell’inflazione, e la gente inizierebbe a trarne le conclusioni.

In Germania, invece, non si fanno problemi a dirlo con chiarezza. Anche perché hanno interessi opposti. Ci fu anche un pezzo dello Spiegel Online,che io riportai puntualmente sul blog, datato 13 giugno 2012 (ben 4 anni fa), che lo disse con altrettanta chiarezza:

« Con un’uscita dall’Euro e un taglio netto dei debiti la crisi interna italiana finirebbe di colpo. La nostra invece inizierebbe proprio allora. Una gran parte del settore bancario europeo si troverebbe a collassare immediatamente. Il debito pubblico tedesco aumenterebbe massicciamente perché si dovrebbe ricapitalizzare il settore bancario e investire ancora centinaia di miliardi per le perdite dovute al sistema dei pagamenti target 2 intraeuropei.


E chi crede che non vi saranno allora dei rifiuti tra i paesi europei, non s’immagina neanche cosa possa accadere durante una crisi economica così profonda.
Un’uscita dall’euro da parte dell’Italia danneggerebbe probabilmente molto più noi che non l’Italia stessa e questo indebolisce indubbiamente la posizione della Germania nelle trattative. Non riesco ad immaginarmi che in Germania a parte alcuni professori di economia statali e in pensione qualcuno possa avere un Interesse a un crollo dell’euro. »

https://www.essere-informati.it/ministro-tedesco-se-litalia-esce/




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Sentirsi italiano è razzismo?

L'interrogazione sembra banale, anche perché sentirsi italiano almeno sino ad oggi non costituisce ancora reato. Ma esaltare pubblicamente e con orgoglio la nostra comunità inizia a diventare una pratica quantomeno sospetta.


Il termine "Patria", ad esempio, è consigliabile soltanto in alcune ricorrenze e può essere utilizzato senza rischi esclusivamente dal personale di vertice delle nostre istituzioni.

La Patria, la terra dei padri (dal latino), rappresenta infatti un concetto di nazione, territorio, popolo, lingua, storia, cultura e tradizione comune che inquieta non poco i promotori della "massa indistinta, globalizzata".

Fuori dalle rituali celebrazioni di Stato, non esistono zone franche dove poter rivendicare la propria italianità senza correre il rischio di passare, se va bene, per nazionalista, altrimenti, per nostalgico e reazionario, od addirittura per razzista!

Oggi sembra quasi che non si possa più appartenere ad un popolo. Per i benpensanti "cannibali" e detrattori di qualsivoglia riconosciuta realtà identitaria, non vi sono dubbi, non c'è bisogno neanche dell'ausilio del "VAR", ... appartenere orgogliosamente ad una comunità è già una prima forma di razzismo!

Sostenere che la storia del mondo sia null'altro che la storia delle sue comunità, vale a poco. I nuovi persecutori della tradizione non conoscono ragioni. Sentenziano! La Patria? Una terra qualunque! Un padre ed una madre? Due persone qualunque!

Il tricolore poi, è concesso di esibirlo senza ingiuria soltanto in occasione di eventi sportivi, ma si raccomanda sempre la parsimonia.

Per una parte del Paese l'italiano ha il privilegio di esistere soltanto dinanzi al fisco, al cospetto di altri che possono "sbattersene" impunemente.

L'italiano quindi, esisterebbe dinanzi alla legge, che soltanto per Lui non ammette ignoranza, ma se osa pretendere che anche altri rispettino le regole, unica garanzia di civiltà, per i soliti benpensanti nostrani è già un volgare razzista.

Per i medesimi benpensanti il senso di appartenenza ed il rispetto delle regole: discriminano, alzano barriere, chiudono le porte all'integrazione, esaltano la razza, e sopratutto rappresentano un insormontabile ostacolo alla costituzione di una "moltitudine indistinta, globalizzata", omogenea, insapore, incolore che vive per consumare e per consumarsi senza lasciare traccia di se.

Per gli artefici del futuro "omologato", senza radici e senza memoria, il semplice dissentire, in quanto diversità di opinioni (libertà), e' già razzismo.

La diversità invece colora il mondo e lo rende meravigliosamente umano.

La scoperta scientifica che nasce dall'esigenza di una comunità diventa patrimonio del pianeta.

Altro che razzismo!

Il vero razzista è colui che non rispetta, o tenta di oscurare la cultura, la tradizione e soprattutto la MEMORIA di un popolo.

Quel popolo che gli ipocriti pongono sempre al vertice di una democrazia, ma al quale poi, non riconoscono neanche un'identità ...

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Prima di essere cattolico, prima di appartenere all'Unione Europea, prima ancora di tutto ... mi sento, con orgoglio, cittadino italiano, rispettoso di ogni nobilissima diversità.

E dichiaro, senza abiura, dinanzi all'inquisizione razziale: "che agli italiani ed all'Italia sono straordinariamente legato da un sentimento che sento addirittura travolgente in terra straniera, dove quando incontro un connazionale lo sento "fratello", figlio della mia ... nostra meravigliosa comunità".

Con l'Italia nel cuore ... Un caro saluto a tutti da Enrico Michetti.
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mercoledì 29 agosto 2018

Katia Ricciarelli legge le parole di Oriana Fallaci.

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I MEGALITI DELLA SHORIA MONTANA (SIBERIA)

"La partita si gioca tutta in Siberia: se dovesse essere confermata la natura artificiale del sito megalitico di Gornaya Shoria verrebbe automaticamente riscritta tutta la storia umana.” Questa frase viene da un sito italiano https://www.nibiru2012.it/gornaya-shoria-sito-riscrivera-l…/
“...Queste eccezionali strutture sono situate sulla cima del “Monte Shoria” a Gornaya Shoria, ad est delle fitte montagne meridionali di Altai, e sonostati trovati e fotografati per la prima volta nel 2013 dal ricercatore indipendente Georgy Sidorov, durante una spedizione organizzata proprio sui freddi luoghi siberiani."


Aggiungo: si tratta di un muro alto 40 m e lungo circa 200 m.
I “mattoni”. I singoli “mattoni” sono lunghi circa 20 m e alti 5-7 m. Il peso di ciascuno è di circa 1000 tonnellate. Immaginate quale potrebbe essere la civiltà che aveva creato simili costruzioni? Si tratterebbe di un principio di lavoro con la materia per noi sconosciuto: fondevano le pietre? le facevano levitare? usavano l’energia spirituale? ... solo domande.

“...Sembrerebbe esclusa l’ipotesi che si tratti di formazioni geologiche naturali, malgrado gli accademici e i geologi stessi si siano affrettati a precisare fin da subito il contrario, rifugiandosi come spesso accade in questi casi nella più sfrenata ortodossia.
Appare evidente invece attraverso le immagini, le riprese e i tanti dati raccolti sul campo dai ricercatori che hanno studiato personalmente il sito che siamo difronte a delle strutture artificiali, poiché i mastodontici blocchi presentano evidenti tagli simmetrici, superfici appiattite e sagomate, tagli operati in maniera orizzontale e verticale con angoli e spigoli a 90°."
***
Potrebbe trattarsi proprio di Iperborea, la mitica civiltà del Secolo d’Oro, dove la gente non moriva (e se moriva soltanto perché considerava concluso il compito in questa vita), sapeva volare, e vedeva il Cosmo come la loro casa.
Io sono certa che i nostri posteri sapranno la verità sulla nostra pianeta e sulla sua storia.

Olga Samarina‎ a LA RUSSIA ESOTERICA E SCIENTIFICA

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martedì 28 agosto 2018

cosa pensa un integralista islamico

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Lo so come andrà a finire.

Lo so come andrà a finire. Lo so perché conosco la storia, conosco la gente, conosco i potentati, conosco gli immigrati. Li conosco come li conoscete voi, per esperienza, precedenti, realismo e uso di mondo. Fino a ieri la scena era la seguente: non ho sentito un italiano che non fosse d’accordo con Salvini, che non giudicasse assurdo incriminare un ministro dell’interno che fa il suo dovere, oltre che il suo mandato elettorale, di salvaguardare i confini della nazione, come è previsto dalla Costituzione, e tutelare gli italiani, respingere gli arrivi clandestini e ribadire che i migranti non sbarcano in Italia ma in Europa. È assurdo che dobbiamo ricordarci dell’Europa quando si tratta di pagare i debiti o di non sfondare i bilanci. E invece dobbiamo scordarci dell’Europa quando arrivano i migranti perché allora, d’un tratto, diventiamo nazione e ce la dobbiamo sbattere noi. La nostra sovranità consiste nell’obbligo di accoglierli, anche se tutti gli altri non li vogliono. Fino a ieri non c’era una persona con cui ho parlato che in un modo o nell’altro non fosse di questa idea.

Viceversa non ho sentito un tg, un programma, un commentatore, un uomo di potere o un giornale che non fosse schierato contro l’Italia, contro gli italiani, contro Salvini e dalla parte dell’Europa che se ne frega dei migranti, dalla parte dei giudici che incriminano i ministri nel nome della legge, dalla parte dei migranti che sbarcano illegalmente. Una partita secca, il popolo compatto da una parte, il potere compatto dall’altra. In compagnia di Salvini quasi nessuno, la Lega c’è ma non si vede, c’è solo lui, c’è la Meloni e poi giù il deserto. I grillini, quando non sono appesi al Fico, e dunque pendono a sinistra, fanno i furbetti come di Maio che pur di galleggiare e di restare dove sta, e giocare a fare il superministro, è pronto a rimangiarsi tutto e a scaricare l’Alleato su cui sono puntati i cannoni mediatico-giudiziari del Palazzo, dai catto-bergogliosi alla sinistra sparsa.

Come volete che finisca una partita così, pensate che gli italiani tramite Salvini possano ottenere qualcosa se tutto l’Establishment è compatto ai piedi dell’Europa e in favore degli sbarchi, senza curarsi delle conseguenze, ma solo calcolando i profitti politici che ne deriveranno a loro? Salvini verrà virtualmente imprigionato, fino a che sarà neutralizzato. Non andrà in galera ma sarà emarginato, chimicamente castrato. Ed è curioso pensare che tutti coloro che hanno battuto la sinistra sono sempre stati – di riffa o di raffa – considerati criminali: Berlusconi, Salvini, la destra, perfino Cossiga quando si oppose all’establishment, Leone quando si oppose al compromesso storico e Craxi quando cercò di far valere il primato della politica e dell’Italia e si oppose al catto-comunismo. Ma è possibile che qualunque avversario della sinistra che abbia vinto in Italia col consenso popolare debba essere per definizione un delinquente, per affari e malaffari, eversione e violazione della Costituzione, per fascismo, razzismo o altre fobie ormai a voi note? Cambiano gli attori ma la partita è sempre tra sinistra e delinquenti, tra potentati e malavita. L’avversario della sinistra è tollerato solo se è perdente, se è remissivo, se non dà fastidio, fa tappezzeria e magari si piega a loro. Eppure non ho mai visto tanta eversione, tanto disprezzo degli italiani, tanta prevaricazione, abuso e mafia travestita da legge e da democrazia, d’Europa e di Modernità quanto quella di chi detiene il vero potere in Italia. Quando vincono gli outsider, il governo è una cosa, il potere è un’altra, non coincidono. Al governo magari ci mettono le guardie del sistema, i Moavero e i Tria. Ma per il resto sono circondati, il potere è una cupola che tiene in scacco chi governa e in spregio il popolo che li sostiene.

Ma so anche per esperienza come finiranno quelle povere vittime appena sbarcate. La diocesi darà loro un tozzo di pane per un po’ ma saranno poi a larga maggioranza, a carico dello Stato italiano, a partire dalla sanità. Qualcuno diventerà spacciatore o verrà ingaggiato dalla criminalità locale, qualcuno commetterà violenze sessuali e abusi come se ne sente ogni giorno essendo tutti maschi, giovani, sfaccendati e con gli ormoni a mille, qualcuno delinquerà e ruberà per conto suo, qualcuno – più onesto o più sprovveduto – andrà a lavorare in campagna e la sinistra potrà dunque speculare anche sul loro sfruttamento come schiavi dei caporali (che notoriamente li ha istituiti Salvini, prima non esistevano, ai tempi di Renzi e Gentiloni e Prodi erano solo un brutto ricordo del passato). Qualcuno di loro odierà il Paese che li ha accolti, sfamati e vestiti e si darà alla violenza eversiva, talvolta inneggiando sul web, talvolta partecipando attivamente alla guerra contro di noi, fino al terrorismo dei fanatici islamici.

E qualcuno, vivaddio, si inserirà nella nostra società e si integrerà. Su 170, forse diciotto, come la nave che li ha portati da noi. Uno su dieci.

Per questo so come andrà a finire. Il consenso a Salvini prima o poi si sgonfierà, quando vedranno che non potrà dare i frutti sperati, che il loro Tribuno sarà isolato, le sue decisioni saranno sistematicamente smantellate dai Palazzi. Allora gli italiani si adatteranno, come sempre hanno fatto, abbozzeranno perché non vogliono mica imbarcarsi in una guerra civile. Si rifugeranno nelle tv e negli smartphone. E quello stanno aspettando gli sciacalli e le iene variamente disseminati nei media, nei tribunali, nei palazzi di potere. D’altra parte, è vero, non si può pensare di governare senza creare una classe dirigente, senza dotarsi di una strategia, ma soltanto a pelle, a orecchio, a botte di tweet, video e like. E così resterà quel divario assoluto tra la gente e il potere, ognuno troverà l’alibi per farsi i fatti suoi. E l’Italia sarà bell’e fottuta.

Marcello Veneziani, Il Tempo 28 agosto 2018

Spero che Marcello si sbagli spero che ci sia la possibilita' per il popolo italiano 
di far valere i propri diritti anche contro i poteri forti spero che il popolo si ribelli e che il governo agisca in maniera decisa e coraggiosa, le televisioni la magistratura i potentati economici , bisogna scalzare tutti dalle loro poltrone 
non basta la maggioranza  di governo per governare, la democrazia non ha piu' senso, perche' questa non é democrazia, serve qualcosa di piu', servone leggi piu' dure punizioni esemplari, non é possibile soccombere a un tentativo di golpe giudiziario seguendo le loro regole, bisogna combattere alla pari delle loro losche manovre, é ora di diventare "cattivi" in caso contrario le previsioni di Marcello
troveranno riscontro nella realta'

IvanoV


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domenica 26 agosto 2018

IL DISCORSO DI SALVINI A PINZOLO

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E' TUTTO COSI' EVIDENTE


























QUESTO E' TENTATO COLPO DI STATO GIUDIZIARIO


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PEZZI DI MERDA

Succede questo: a proclamarsi paladini dell’uomo dalla pelle scura, oggi, sono i killer politici dell’uomo dalla pelle chiara – quelli che gli hanno tolto tutto, in Europa, dopo aver abbondantemente depredato anche l’Africa, trasformandola in una terra desolata da cui scappare. Così i naufraghi salvati in mare da una nave della Guardia Costiera italiana diventano prigionieri, letteralmente  torturati dal vero Uomo Nero, il Ministro della Paura che usurpa la poltrona del Viminale. Ha un problema, l’Uomo Nero, anzi due: non può fare quello che vorrebbe, e che ha promesso agli elettori – tagliare le tasse – e in più deve rispondere di un risarcimento colossale imposto al suo partito dal potere giudiziario. 

Un risarcimento così anomalo, e così enorme, da ridurre praticamente a zero la possibilità di sostenere qualsiasi attività politica, e quindi di continuare a esistere, come partito. Chi ha paura dell’Uomo Nero? La cosiddetta Europa: quella che impedisce che le tasse vengano abbattute, che le pensioni italiane siano dignitosamente rimpinguate, che giunga un reddito provvisorio ai senza-lavoro. Di questo sono ostaggi, i naufraghi della nave Diciotti: di un’ingiustizia infame, compiuta da Bruxelles.
Negli ultimi tre anni, si apprende, l’Italia ha accolto la quasi totalità dei 700.000 migranti sbarcati sulle sue coste. Il resto d’Europa non li vuole. Deve tenerseli, per forza, l’Uomo Nero. Al quale però non si concede – in cambio – di abbassare le imposte, alzare le pensioni, distribuire un reddito di cittadinanza. “Pezzi di merda”, li qualifica senza giri di parole il filosofo televisivo Massimo Cacciari – ma attenzione: l’insulto non è affatto rivolto ai mostri dell’Unione Europea, i fanatici del rigore, gli affamatori della Grecia, i devastatori dell’Italia, i predoni delle autostrade che poi crollano. Su quelli, tuttalpiù, sono piovute fumose analisi, formulate in italiano forbito. 
L’espressione brutalmente gergale è invece indirizzata agli insensibili criminali che osano trattenere un centinaio di africani, giovani adulti, a bordo di un natante della Guardia Costiera ormeggiato in un porto siciliano. Tra i “pezzi di merda” più autorevoli, se non altro per il ruolo istituzionale che riveste, è il vicepremier Di Maio, il primo a esprimere – sotto forma di minaccia aperta, alla buon’ora – la possibilità di sospendere i finanziamenti miliardari che l’Italia è tenuta, dai trattati, a versare alla burocrazia Ue.
Mentre i filosofi incendiano le strade, già lastricate di furore e di violenza, di odio squadristico e mediatico contro l’insolente governo che gli italiani – quei farabutti – hanno osato votare e ora sostanzialmente approvano, maledetti loro, uno dei due consoli che reggono l’esecutivo Conte arriva dunque ad avvertire i cosiddetti partner europei: attenzione, la corda potrebbe spezzarsi. Si comincia ventilando l’indicibile – la renitenza contributiva – e così ci si infila su un sentiero che potrebbe portare addirittura là dove fino a ieri sarebbe stato impensabile trovarsi: cioè di fronte allo spettro dell’uscita dell’Italia dall’Unione Europea, finalmente presentata per quello che è – una cricca di tecnocrati imbroglioni, al soldo della peggiore oligarchia speculativa. 
Questo è un paese in cui il presidente della Repubblica, parlando con l’allora premier incaricato, lo ha cortesemente (ma irritualmente) invitato a passare a salutare il governatore della Banca d’Italia, l’esimio Ignazio Visco, super-banchiere convinto – al pari del tedesco Günther Oettinger, o del connazionale Carlo Cottarelli, di scuola Fmi – che saranno “i mercati”, in futuro, a “insegnare” agli italiani come votare, pena la scure dello spread, nel caso ripetessero l’errore imperdonabile di premiare gli sciamannati 5 Stelle o, peggio, l’Uomo Nero, cioè l’illuso che voleva il professor Paolo Savona al ministero dell’economia e un principe del giornalismo indipendente come Marcello Foa alla presidenza della Rai.
Scherziamo? Siamo impazziti? L’ultima presidente della Rai, Monica Maggioni, è ora presidente della sezione italiana della Commissione Trilaterale, mentre la collega Gruber – quella che ospita frequentemente il noto filosofo, talora affetto da coprolalia – è saldamente ospite dei gagliardi passacarte messi assieme dal conte Étienne Davignon e dall’imperatore David Rockefeller, riuniti per la prima volta nel lontano 1954 all’hotel de Bilderberg a Oosterbeek, in Olanda. Lo stesso Visco, che governa Bankitalia (di proprietà di banche private) è il pupillo di Mario Draghi, che nel 1992 salì a bordo del panfilo Britannia e oggi governa la Bce (di proprietà di banche private). 
Draghi risulta essere un membro autorevolissimo dello stesso club che annovera tra i suoi eletti il presidente emerito Napolitano e il francese Jacques Attali, l’uomo-ombra di Macron: prontissimo, tramite l’obbediente Tajani, ad attivare il network sotterraneo dimostratosi capace di indurre Berlusconi a venir meno alla parola data al  “vomitevole” Salvini, sulla nomina di Foa. Tutto è partito dall’Eliseo, cioè dal vertice politico del paese che, oggi anno, depreda 14 Stati africani portandogli via l’equivalente di 500 miliardi di euro, costringendo i loro giovani a imbarcarsi verso le nostre coste.
Qualcuno spieghi, ai migranti soccorsi dalla Diciotti, che non possono fidarsi dell’uomo bianco che si finge loro amico. “Timeo Danaos et dona ferentes”: i greci mi fanno paura anche quando portano doni, dice Laocoonte, nell’Eneide, di fronte al Cavallo di Troia appena giunto davanti alle mura della città assediata. Se solo i giornalisti avessero fatto il loro dovere, accusa il Premio Pulitzer americano Seymour Hersh, in questi anni avremmo avuto meno guerre, meno stragi, meno vittime, perché quasi tutte le guerre, così come l’opaco terrorismo stragista, sono state organizzate a tavolino, dalla stessa élite bugiarda, agitando false prove per demonizzare leader che riteneva scomodi. 
L’hanno potuto fare, sempre, grazie alla connivente reticenza dei giornali, delle televisioni. Lo stesso si può dire dell’intellighenzia nazionale “embedded”, quella che oggi – tra appelli rabbiosi (e schizzi di sterco) – si permette il lusso di criminalizzare l’Uomo Nero, ignorando deliberatamente i crimini mostruosi dell’oligarchia-fantasma che ha declassato il paese, condannandolo al declino dopo averlo svenduto, pezzo su pezzo, fino a farlo crollare come il ponte di Genova. Un’Italia alla frusta, amputata della sua sovranità e taglieggiata dai finti ragionieri di Bruxelles. Eppure, nel paese a cui la Francia impedisce di eleggere il presidente della televisione di Stato, ci si scaglia selvaggiamente contro il ministro che “sequestra” i migranti su una nave.
Il crollo delle dittature è spesso preceduto da violenze inconsulte. In Romania, Nicolae Ceaucescu ordinò alla Securitate di sparare nel mucchio, al primo accenno di ribellione popolare. E il satrapo Siad Barre, a lungo padrone della Somalia grazie anche al provvido sostegno post-coloniale italiano, non esitò a ordinare alla polizia di mitragliare il pubblico dello stadio che aveva osato contestarlo. Si dirà che siamo in Italia, dove vige la legge semiseria della “bolla di componenda”, sintetizzata dal genio letterario di Camilleri: ogni conflitto si trasforma in una tempesta in un bicchier d’acqua, se alla fine tutti si portano a casa la loro fetta di torta. 
Si dirà che il cosiddetto governo gialloverde, quello dell’Uomo Nero, sta esasperando la crisi dei migranti solo per aprire un fronte alternativo da cui attaccare Bruxelles, cioè il super-potere che gli vieterà di mantenere le promesse fatte agli elettori il 4 marzo, pena il ricatto dell’incursione finanziaria sul costo del debito pubblico di un paese reso vulnerabilissimo, come gli altri dell’Eurozona, dall’assenza di una moneta sovrana con la quale difendersi dal racket dei signori della Borsa. Sia come sia, lo spettacolo cui si è costretti ad assistere rivela qualcosa di estremamente inedito: mentre giornali e intellettuali lanciano ogni giorno scomuniche furenti, anatemi  rabbiosi e palle di letame, gli elettori osservano con attenzione le mosse del loro governo, il primo esecutivo – nella storia ingloriosa dell’Ue – completamente sgradito da Bruxelles
http://www.libreidee.org/2018/08/pezzi-di-merda-fenomenologia-dellodio-nellitalia-di-salvini/
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sabato 25 agosto 2018

Preparatevi. Vi sono tutte le avvisaglie

Preparatevi. Vi sono tutte le avvisaglie. I signori del mondialismo deregolamentante e della glebalizzazione hanno de facto dichiarato guerra al governo italiano. La sua inespiabile colpa? Essere un governo non al servigio dell'élite finanziaria, essere un governo scelto dal popolo. I globalizzatori faranno di tutto per far cadere il governo nazionale-popolare odiato dall'aristocrazia finanziaria. Percorreranno la via o del colpo di Stato giudiziario (modalità Mani Pulite 1992) o del colpo di Stato finanziario (modalità Monti 2011). L'obiettivo? Rovesciare il governo e imporne uno che rispecchi senza esitazioni gli interessi e i desiderata della classe dominante liquido-finanziaria.

Diego Fusaro

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No Way: il video ideato dall’Australia per scoraggiare gli arrivi dei clandestini


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venerdì 24 agosto 2018

gruppi dominanti sconfitti vogliono far fallire governo


Governo,Paolo Savona: gruppi dominanti sconfitti vogliono far fallire governo
Governo, Paolo Savona: piano da 50 miliardi per far ripartire il Paese


"Per uscire dalla crisi sono necessarie politiche complesse, che coinvolgono i comportamenti di tutti i cittadini. Purtroppo manca un dibattito serio sull'argomento. Per ora mi limito a parlare di propiziare una ripresa per il secondo semestre 2018 e l'intero 2019, per rovesciare la tendenza recessiva in atto dell'economia italiana. L'idea e' di avviare investimenti privati e pubblici per 50 miliardi". Cosi' il ministro degli Affari Europei, Paolo Savona, in un'intervista rilasciata al quotidiano L'Unione Sarda. "Sulla base della conoscenza esatta di questa spesa - spiega Savona - i centri ufficiali come Istat, Banca d'Italia, Ministero dell'Economia devono calcolare l'effetto moltiplicativo sul Pil. In questo caso la crescita del Pil sarebbe nell'ordine dei 75/100 miliardi di euro, con un gettito tributario di 37/50 miliardi aggiuntivi, che potrebbero finanziare un soddisfacente avvio dei provvedimenti previsti dal Contratto di governo, rispettando i vincoli europei e quelli derivanti dalla logica economica elementare. Sono contrario a un atteggiamento passivo verso la crisi". Sulle polemiche per le posizioni dell'economista cagliaritano, 81 anni - che domani sera sara' a Porto Cervo, in Costa Smeralda, per presentare il suo libro 'Come un incubo e come un sogno', con Bruno Vespa - scoppiate durante la formazione del governo, puntualizza: "Sono stato e vengo condannato, lo dico tra virgolette, non per le idee che porto ma per le idee che si ritiene che io porti. Sarebbe gia' stato grave se lo fossi stato per le mie idee, e' vergognoso che cio' sia accaduto per le idee che altri mi hanno liberamente attribuito". 

Quindi una denuncia: "Vi e' un tentativo dei gruppi dominanti sconfitti alle elezioni del 4 marzo - dichiara Savona a L'Unione Sarda - di causare una crisi del nostro debito pubblico, per far fallire l'esperimento del Governo in atto. Hanno messo in campo tutti i mezzi e gli opinion leader al loro servizio per propiziare l'evento, senza indicare le alternative simili a quelle che ho indicato io".

http://www.affaritaliani.it/politica/palazzo-potere/governo-paolo-savona-piano-da-50-miliardi-per-far-ripartire-il-paese-556511.html


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SALVINI PARLA AL POPOLO DELLA RETE: BENETTON DICIOTTI E SAVIANO



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Ho un orribile presentimento: nessuno ricostruirà il Ponte Morandi. E Salvini in galera.

Allora, sunteggiamo le iniziative della magistratura.

Il pm di Agrigento sale sulla Diciotti e apre un fascicolo “contro ignoti” per “sequestro di persona”. Ha di mira Salvini, ovviamente.

Pm di Genova: manda la Finanza negli uffici di Autostrade a sequestrare “computer e telefonini” della dirigenza.

Otto giorni dopo il collasso del Ponte Morandi. Dicesi otto giorni.

Tanto tanto tempo per cancellare le email, far sparire i video (già fatto), azzerare i server, insomma far sparire prove? Domando, mi limito a domandare

Commento di uno che passa (io non c’entro, signor giudice):

“In un paese normale la magistratura avrebbe sigillato immediatamente uffici e server di Autostrade per l’Italia, per evitare manomissioni e distruzione di prove”.

“Se durante lavori ristrutturazione di un condominio si stacca cornicione e ci scappa il passante morto giorno dopo sono indagati per omicidio colposo: Amministratore Condominio, Ing. Direttore dei lavori, Responsabile Sicurezza Cantiere, Titolare Impresa. A Genova ad oggi nessuno”: un ex amministratore di condomini. Lo perdoni, signor giudice.

Un altro: “Mi preoccupa molto come sta avendo la magistratura. Passata una settimana non abbiamo ancora un iscritto al registro degli indagati”.

Una settimana, e nemmeno non solo un imputato, nemmeno formulato un capo d’imputazione. Non sanno di cosa accusare chi.

Titolo di giornale del 20 agosto:

Genova, la Procura: «Cerchiamo filmato del crollo. Per ora nessun indagato».

Il filmato del crollo che non c’è più. Hanno sequestrato le macerie, ma ancora non hanno perquisito la sede della concessionaria.

Passano i giorni.

Commento di uno che passa (io ne prendo vigorosamente le distanze, signor procuratore)

“Ovvero : stiamo disperatamente prendendo tempo per trovare un modo per salvare i Benetton”.

Un altro (ma io mi dissocio):

Come mai l’iscrizione nel registro degli indagati è sempre un “atto dovuto” e stavolta dopo una settimana… Nessuno! Devono ancora capire come si chiama la società che gestiva, e gestisce tuttora, quella strada? Stanno cercando l’indirizzo?”.

Un altro che passa: “Ho un orrendo presentimento”:

Da questo commento non mi dissocio. Ho un orrendo presentimento anch’io. Dovuto alla ma esperienza di vecchio giornalista.

Rafforzato dal fatto che i Benetton non solo hanno offerto una cifra ridicola alle vittime del disastro, ma dopo qualche ora, hanno ripreso sicurezza e , stanno cominciando ad accusare il governo di aver fatto cadere il titolo. Non è stato il crollo del ponte a farlo cadere in Borsa, ma gli strilli di Salvini e Di Maio contro la società concessionaria, a cui il governo precedente ha abbandonato un monopolio naturale, lo libertà di fare profitti che emulano soltanto lo spaccio di droga, e l’autocontrollo sugli investimenti: che infatti sono un terzo di quelli pattuiti e necessari.

Insomma: sono loro, i Benetton, che pretendono i danni dallo Stato. Lo fanno con uno stuolo di avvocati potentissimi, fra cui la nota paola Severino: quella che ha fatto la ministra della “giustizia” nel governo Monti, per sottolineare da che parte sta. Nessun sospetto di conflitto d’interesse, tutto legale. Ovvio, questi si sono fatti le leggi a loro vantaggio, dunque tutto ciò che fanno loro è legale per definizione.

Io ho un bruttissimo presentimento: non avrete mai più il vostro ponte, o genovesi. Non lo rifaranno certo i Benetton –perché dovrebbero spenderci un centesimo, ormai? – né potrà farlo il governo, perché dovrà rifondere i miliardi necessari agli “azionisti” di Atlantia, oltre che ai Benetton che sono stati così danneggiai dalle esternazioni di Salvini.

Tenete d’occhio soprattutto la classs action americana, avviata dallo “studio legale Bronstein, Gewirtz & Grossman” (jjj) il quale “sta esaminando potenziali rivendicazioni per conto di acquirenti” dopo che, sulla notizia della possibile revoca della concessione e di una sanzione “il prezzo delle azioni è sceso di 1,66 dollari, o del 13,7%, per chiudere a 10,45 dollari il 16 agosto”.
La Class action non lascerà che le briciole in Italia

Questo studio legale vanta speciale “competenza nella ricerca aggressiva di richieste di contenzioso”. Chi conosce queste capacità aggressive, sa già cosa accadrà: si prenderanno tutti i miliardi gli americani per conto dei loro azionisti, poi Atlantia opportunamente “fallirà” , ossia resterà senza un soldo insomma; ai genovesi e alle vittime non resteranno nemmeno le briciole.

Anche perché era fin dall’inizio chiaro che i Benetton, di soldi loro, non ne hanno messo uno. “Non hanno investito niente, comprarono Autostrade con i soldi di Autostrade”, come ha spiegato il trader Gianni Zibordi.



Come, l’ha spiegato l’articolo qua sopra. Hanno creato una società apposta che ha fatto un debito immane, poi – ottenuta la concessione da Prodi, D’Alema e soci, l’hanno fusa con Autostrade, a cui hanno accollato l’immane debito: “Hanno fatto il debito e lo stanno ripagando coi profitti del pedaggio – queste sono vere rapine, non quelle in banca”, commenta Zibordi. Che non lo senta un PM, perché potrebbe aprire un fascicolo contro di lui per diffamazione:tutto ciò che i Benetton hanno fatto è perfettamente legale. Per forza. Dimostra chiaramente che stavano ancora pagando il debito coi pedaggi; finita la concessione, finiti i pedaggi, eccoli nullatenenti.

Naturalmente, restano miliardari.”Chiunque legga bilanci di Atlantia e Autostrade sa che i profitti netti sono stati più di 12 miliardi dal 2001 e le tasse che pagano sono circa un 24%….”.

Ma andate pure a reclamare i loro possedimenti fra i Mapuche. O in 


Lussemburgo il paradiso fiscale nel centro della UE.Manifesto: sempre dalla parte dell’azionista.

Uno che passa: “E’ la procura di Genova, ragazzi” (mi dissocio) .

Claudio Borghi “il PM che ha disposto il sequestro dei conti della Lega”.

http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2017/09/15/pm-genova-non-contro-lega-ma-pro-camere_8f26623a-9697-4da9-a67b-

2a95ce3dafbb.html …



Francesco Cozzi, il PM che ha aspettato otto giorni prima di far perquisire gli uffici di Autostrade ed elevare un’imputazione, risulta dalla sua biografia ufficiale, è stato “direttore dell’Ufficio rapporti con il Parlamento nel Gabinetto del Ministro della Giustizia prof G.M. Flick”.

Insomma, il pm Cozzi ha avuto un incarico altamente politico e di parte nel governo Prodi Uno (maggio ’96-ottobre ’98), ed ora stava occupandosi di colpire la Lega “dando la caccia” ai suoi miliardi scomparsi, quando è crollato il ponte: proprio in tempo, era stato appena nominato procuratore capo a Genova.

Non c’è qui un conflitto d’interesse? Non ha dato prova, il dottor Cozzi, di militare politicamente per la parte politica avversa all’attuale governo, quella che ha tutto da perdere se un giudice solleva il segreto di Stato sulla concessione di Autostrade, e lo scambio di favori che non può non nascondere?

Non lo chiedete però, perché aprono un fascicolo contro di voi perché avete mancato di rispetto. E sono un sacco di spese, anche nel caso (improbabile) che veniate assolti.

Chiedere lo spostamento dell’istruttoria per legittima suspicione? Non scherzate – e non mancate di rispetto. Per queste cose, la magistratura ha tutto il tempo. Per la mia diretta esperienza (avevo intervistato il tassista Cornelio Rolandi appena tornato da Roma dove aveva riconosciuta Valpreda come il passeggero che aveva portato a Banca dell’Agricoltura il 12 dicembre 1969), fui chiamato a Catanzaro dove l’ennesimo processo era stato spostato “per legittima suspicione”, dopo sentenze di Cassazione: dieci anni dopo. Il tassista Rolandi era morto da anni, anche se aveva lasciato una dichiarazione giurata sul letto di morte in cui confermava che il passeggero era Valpreda. Vista la convocazione con le solite minacce se non mi presentavo, mi feci il viaggio in treno da Milano a Catanzaro. Confermai ciò che avevo scritto nell’articolo, apparso su LA Domenica del Corriere , sotto il Natale 1969. Il presidente della Corte mi intimò di esibire il taccuino degli appunti di allora: di dieci anni prima. Dissi che non l’avevo tenuto, avendo però scritto l’articolo su La Domenica del Corriere. “Bel giornalista è lei!”, mi disse. Io avrei dovuto rispondere: “Bei giudici siete voi, che in dieci anni ancora non avete dato un colpevole alla strage di piazza Fontana”. Ma naturalmente tacqui.

Per il motivo che Pierpaolo Pasolini aveva scritto sul Corriere il 28 settembre 1975,

dopo aver esordito: “Gli italiani vogliono consapevolmente sapere quale sia la realtà dei cosiddetti golpe fascisti.
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere da quali menti e in quale sede sia stato varato il progetto della «strategia della tensione» (prima anticomunista e poi antifascista, indifferentemente).
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere chi ha creato il caso Valpreda.
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere chi sono gli esecutori materiali e i mandanti, connazionali, delle stragi di Milano, di Brescia, di Bologna.

….concludeva:

““Ma, mentre contro gli uomini politici, tutti noi, cari colleghi della «Stampa», abbiamo coraggio di parlare, perché in fondo gli uomini politici sono cinici, disponibili, pazienti, furbi, grandi incassatori, e conoscono un sia pur provinciale e grossolano fair play, a proposito dei Magistrati tutti stiamo zitti, civicamente e seriamente zitti.

Perché?

Ecco l’ultima atrocità da dire: perché abbiamo paura”.

http://videotecapasolini.blogspot.com/2015/11/pasolini-il-mondo-28-agosto-1975-il.html

Un mese più tardi, Pasolini venne ucciso.

Sarà così anche stavolta. Fra dieci anni, forse, la “giustizia” rifarà il processo che Cozzi ha cominciato, mandandolo per legittima suspicione che so, a Potenza, a Roccella Jonica, in un posto del Sud difficile da raggiungere . Nel frattempo, Salvini sarà in galera, i Benetton liberi, e liberi i Delrio, i Letta che stanno nei loro consigli, i Renzi e i Gentiloni, tutti quelli che hanno stipulato loro la concessione senza che spendessero un soldo dei loro, prolungando la concessione per decenni (perché potessero pagare il debito). Sarà libero Mario Draghi che ha comprato per la Banca Centrale azioni di Atlantia…


“Nel conto mettere anche i bond Atlantia ed autostrade comprati dalla #ECB stampando moneta per acquistare debito corporate …il 25% degli acquisti totali è fatto sul primario.. “funding secure””.La BCE che non compra titoli di debito pubblico direttamente dagli Stati, sul primario, (perché sono corrotti), però compra titoli di debito privati direttamente da privati che lucrano indebitamente da un monopolio naturale.


Ci ha investito anche Draghi…l’Europa…
Ma non mettiamo troppa carne al fuoco.

Una cosa posso dirvi per certo: che il ponte non sarà mai ricostruito, le famiglie mai risarcite, e voi genovesi – – metterete ore per andare da ponente a levante. Se ci sarete ancora dei genovesi, chiaro: il porto ovviamente avrà perso il suo traffico, a vantaggio di Marsiglia, e non avrete più decine di migliaia di posti di lavoro (non mi dispiace per via dei camalli, pagatissima lobby rossa, avrà quel che si merita). Vi conviene migrare.

Ovviamente il 60% della popolazione italiana sarà composta da negri – pardon, di immigrati e bambini che fuggono dalle guerre e dalla fame, perché la Diciotti sarà stata rimessa ad emulare Open Arms ed Aquarius. Ogni giorno, i media vi ricorderanno quanto siete razzisti, perché uno avrà lanciato un uovo contro un “rifugiato” o un controllore reagito dopo essere stato picchiato dalle bande di nigeriani….

Ma è colpa vostra , italiani.

Perché non avete ascoltato il consiglio urgente di Danilo Quinto, fuoriuscito dai Radicali perché convertito alla fede, e rimasto grande animal politico:



“Di fronte all’ennesima iniziativa della magistratura contro Salvini, ai processi mediatici che ogni giorno Salvini subisce, a una Guardia Costiera che non obbedisce agli ordini ricevuti, bisogna agire nell’immediatezza, convocando il popolo italiano ad una grande, immensa manifestazione di piazza. Fatelo subito ed azzerate le responsabilità a tutti i livelli nei Ministeri, prima che sia troppo tardi”:

Forse è già tardi.

Come sempre,quando l’oligarchia sinistra perde, a fare il lavoro entra “la giustizia”. Frase che immediatamente mi rimangio, miscusio le procure.

(Avrei solo una domanda. Al dottor Piercamillo. Quello che voleva rivoltare l’Italia come un calzino, l’eroe di Mani Pulite, quello per cui la magistratura è pura e la politica è corrotta, oggi capo dell’ANM il potentissimo sindacato dei giudici. Ma non oso fargliela: perché ho paura, dottor Piercamillo.. Si faccia i complimenti da solo).


Maurizio Blondet

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Questi tra 10 anni voteranno e voi conterete sempre meno

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Un commento ; Buonasera Andrea. Quello che ci spieghi nei video è la realtà dei giorni nostri. Che ne sarà dei nuovi italiani non lo so. Però so che fine faremo noi se non ci coalizziamo e ribelliamo: finiremo schiavizzati fino alla nostra completa estinzione

giovedì 23 agosto 2018

Riprendi il controllo, riprendi a vivere, riprenditi il Tuo Paese ...

Ciao, mi chiamo Italia, sono un piccolo Paese nel Mediterraneo, considerato da molti, uno dei Paesi più belli del pianeta.Per molto tempo sono stato il punto di riferimento della storia, della civiltà, della moda, del design, del lusso, del cibo, della bella vita e chissà quante altre cose di cui, lentamente, mi sono dimenticato.
Posso farvi una domanda? Da Paese a cittadini, in totale confidenza, siate sinceri però, almeno con voi stessi. "Ma non siete stanchi? Non siete stufi?".Quante parole buttate al vento, quante promesse mai mantenute, quanto fiato sprecato e quanta frustrazione.
Io sono vecchio, quello che dovevo dimostrare l'ho dimostrato.
Vi ho fornito i mari più belli, le montagne, le Alpi più invidiate, vi ho dato un terreno fertile, da cui sono nati grandi vini, fonti di acque vendute in tutto il pianeta, verdure e frutta che avete esportato in ogni dove, senza calcolare i paesaggi e gli scorci che pochi altri Paesi nel mondo possono vantare.
Ma non siete stanchi? Non siete stufi?
E come se non bastasse, ho ospitato per svariati millenni, monumenti, artisti, poeti e filosofi che, ancora oggi, vengono citati nei libri di storia in tutte le lingue del pianeta.
Insomma ... credo che come Paese, vi ho dato tanto, forse, anche troppo.
Già ... mi sa che vi ho viziato, perché ultimamente non mi sento molto amato.
Come cazzo avete fatto a portarmi fino a questo punto?
Siamo passati dell'impero romano a Renzi, da Michelangelo a Favij, da Pirandello a Vendola, ma fosse solo questo il problema ... vi siete fatti intortare così bene da un gruppo di vecchietti millantatori che, ormai, non avete neanche più il potere di decidere chi vi rappresenta.
Fanno tutto loro, senza chiedervi nemmeno il permesso.
Siete diventati schiavi dei vostri stessi dipendenti.
Loro rubano e va tutto bene, tu sopravvivi e loro ti puniscono, perché, ormai, se osi cercare una vita dignitosa, se solo credi di meritarti un lavoro, una casa o, addirittura, una macchina nuova, loro ti chiedono di giustificare tutto, altrimenti te la portano via e tu non puoi farci un beato cazzo.
Scusami se uso parole forti, ma è il Tuo Paese che ti parla ed esigo più rispetto per me, ma soprattutto, per Te.
Si, perché, sei Tu il mio vero padrone, non questi cialtroni da quattro lire.
Non dirmi che ti fanno paura? Quattro vecchi, gran parte ignoranti, ti fanno paura?
Ricordati che Io mi chiamo Italia e Tu sei Italiano.
Questa terra l'ha creata Tuo nonno, magari perdendo la vita.
Io sono di Tua proprietà e hai tutto il diritto di riprenderne il possesso.
Te lo chiedo con la mano sul cuore.
Aiutami a splendere di nuovo, non lasciare che questa gentaglia mi riduca ad un piccolo Paese svenduto agli stranieri, maltrattato da chiunque lo venga a visitare, denigrato e schifato da tutti, per colpa di pagliacci che non ci rappresentano.
Riprendi il controllo, riprendi a vivere, riprenditi il Tuo Paese ... il Tuo Paese.

Firmato L'Italia.
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Oggi ho denunciato lo stato francese per crimini contro l'umanità ...





Oggi ho denunciato lo stato francese per crimini contro l'umanità alla corte europea des diritti umano per ottenere l'abolizione del franco CFA..
Konaré. http://altrarealta.blogspot.it/



L'obiettivo, come lui stesso afferma in una lunga intervista sul web (Byoblu), è di spiegare agli europei i metodi di tipo coloniale con i quali la Francia continua a comandare e depredare in Africa ben 14 Stati, un tempo sue colonie, diventate indipendenti negli anni 60, ma soltanto sulla carta.

Il giogo francese su questi Paesi, sostiene Konare, è soprattutto economico e monetario, ed è congegnato in modo tale da garantire a Parigi un ferreo controllo della loro moneta, oltre a un monopolio esclusivo sulle ricche materie di cui abbondano (oro, uranio, petrolio, gas, cacao, caffè), con un risultato duplice: arricchire la Francia e le sue élites imprenditoriali da un lato, con uno smisurato trasferimento di ricchezza (circa 500 miliardi di dollari l'anno, secondo alcune stime); dall'altro lato. impoverire fino alla miseria i popoli indigeni, che sono così costretti a fuggire per fame verso l'Italia e l'Europa, in cerca di fortuna.

A questo sfruttamento sistematico della Francia, dice Konare, è giunto il momento di dire basta: «Manifesteremo davanti a tutte le ambasciate francesi in Europa e non solo, con l'obiettivo ambizioso, oggi quasi utopico, di giungere alla creazione degli Stati uniti d'Africa, dove i 14 Stati, che sono ancora sotto il giogo francese, diventino veramente sovrani, liberi di usare le loro risorse naturali per lo sviluppo delle economie locali, e non per arricchire sempre più la Francia parassitaria di Macron e i governi burattini da lei insediati in Africa».


Il perno attorno al quale ruota l'intero sistema del controllo francese sui 14 Paesi africani è il franco coloniale, detto franco Cfa, moneta che la Francia impose alle sue colonie nel 1945, subito dopo l'accordo di Bretton Woods, che regolò il sistema monetario dopo la Seconda guerra mondiale. In origine l'acronimo Cfa stava per «Colonie francesi d'Africa», ma negli anni Sessanta, a seguito del riconoscimento dell'indipendenza delle colonie francesi deciso da Charles De Gaulle, il suo significato è cambiato: «Comunità finanziaria africana».



Un riconoscimento puramente formale della fine del regime coloniale, in quanto il franco Cfa ha conservato tutti i vincoli ferrei e giugulatori che aveva fin dall'inizio sulle economie locali. Stiamo parlando di 14 Stati dell'area subsahariana e del Centro Africa, con una popolazione di circa 160 milioni di unità, per i quali la moneta ufficiale è il franco Cfa, coniata e stampata in Francia, paese che ne ha stabilito tutte le caratteristiche e ne detiene il monopolio. Ecco il loro elenco: Camerun, Ciad, Gabon, Guinea Equatoriale, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo, Benin, Burkina Faso, Costa d'Avorio, Guinea Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo.

Il primo vincolo del franco Cfa consiste nell'obbligo per i 14 Paesi che ne fanno uso di depositare il 50% delle loro riserve monetarie presso il Tesoro francese. In pratica, quando uno dei 14 Paesi del franco Cfa esporta verso un paese diverso dalla Francia, e incassa dollari o euro, ha l'obbligo di trasferire il 50% di questo incasso presso la Banca di Francia. In origine la quota da trasferire in Francia era pari al 100% dell'incasso, poi è scesa al 65% (riforma del 1973, dopo la fine delle colonie), infine al 50% dal 2005. Così, per esempio, se il Camerun, previo un esplicito permesso francese, esporta vestiti confezionati verso gli Stati Uniti per un valore di 50mila dollari, deve trasferirne 25 mila alla Banca centrale francese. Un sistema al quale non sfugge neppure un soldo, in quanto gli accordi monetari sul franco Cfa prevedono che vi siano rappresentati dello Stato francese, con diritto di veto, sia nei consigli d'amministrazione che in quelli di sorveglianza delle istituzioni finanziarie delle 14 ex colonie.

Grazie a questo trasferimento di ricchezza monetaria, la Francia gestisce a suo piacimento il 50% delle valute estere delle 14 ex colonie, investendoli massicciamente in titoli di Stato emessi dal proprio Tesoro, grazie ai quali ha potuto finanziare per decenni una spesa pubblica generosa, sovente ignara dei vincoli di Maastricht. E Konare, nell'intervista sul web, ricorda che quando Angela Merkel ha chiesto ai vari governi francesi di depositare il 50% delle riserve delle 14 ex colonie presso la Bce, invece che presso la Banca centrale francese, la risposta è sempre stata un secco no.

Tra i numerosi vincoli imposti dagli accordi sul franco Cfa, vi è anche il «primo diritto» per la Francia di comprare qualsiasi risorsa naturale scoperta nelle sue ex colonie. Da qui il controllo di Parigi su materie prime di enorme valore strategico: uranio, oro, petrolio, gas, caffè, cacao. Soltanto dopo un esplicito «non interesse francese», scatta il permesso di cercare un altro compratore. Ma attenzione: i maggiori asset economici di tutte le 14 ex colonie sono in mano a francesi che si sono insediati da tempo in Africa, diventando miliardari a palate (su tutti, Vincent Bolloré e Martin Bouygues). Tanto che Konare trova giusto dire che «gli africani vivono in Paesi di proprietà dei francesi. Mentre agli africani, la Francia di Macron lascia solo le briciole. E spesso neppure quelle: soltanto miseria».

Da questa povertà diffusa, sostiene l'attivista panafricano, hanno origine le ondate migratorie verso l'Europa. «Un viaggio che sono il primo a sconsigliare», dice Konare. «L'Italia non ha lavoro a sufficienza per i suoi giovani, non è pensabile che lo trovi per quelli africani. Per questo ha fatto bene Matteo Salvini a chiudere i porti. I giovani africani devono impegnarsi di più nei loro Paesi per chiedere la fine del colonialismo e delle ruberie francesi, e costruire gli Stati Uniti d'Africa, una federazione di Stati indipendenti e sovrani. Un'utopia che può diventare realtà».

https://www.italiaoggi.it/news/la-francia-controlla-deruba-e-impoverisce-14-stati-africani-2292284#

mercoledì 22 agosto 2018

Inferno negli Usa: migliaia di bambini abusati da 300 preti



C’è una notizia esplosiva che sta rimbalzando su tutti i mediamondiali, ma che da noi rischia di essere messa in secondo piano dal giusto clamore del crollo del ponte di Genova: riguarda i ripetuti e sistematici casi di pedofilia nella Chiesa cattolica statunitense della Pennsylvania, a metà strada tra Washington e New York. Lo scorso 14 agosto, scrive Riccardo Pizziriani su “Luogo Comune”, la Corte Suprema della Pennsylvania ha pubblicato infatti un corposo report di 1.300 pagine che descrive in dettaglio gli abusi sessuali nel clero cattolico locale, accusando oltre 300 sacerdoti. Il gran giurì della Pennsylvania, riunitosi nel 2016, ha intervistato decine di testimoni e esaminato più di 500.000 pagine di documenti provenienti da ogni diocesi dello Stato eccetto Philadelphia e Altoona-Johnstown, già indagate in precedenza. Risultato: orrore, raccapriccio. Una smisurata quantità di abusi, violenze, vessazioni. Questa storica inchiesta, scrive Pizziriani, ha rilevato che più di 1.000 bambini sono stati abusati dai membri di sei diocesi, in Pennsylvania, negli ultimi 70 anni. Dopo 18 mesi di indagini, gli investigatori denunciano «sistematici occultamenti, da parte della Chiesa».
«Oltre mille bambini erano vittime identificabili, dagli archivi della Chiesa», afferma il gran giurì nel suo esplosivo rapporto: «Crediamo che il numero reale di bambini i cui “record” sono stati persi o che avevano paura di farsi avanti sia nell’ordine delle migliaia». Il documento afferma che il clero ha abusato bambini, bambine e anche degli adolescenti. «Tutti questi casi – si legge nel rapporto – sono stati messi da parte dai leaderdella Chiesa, che hanno preferito proteggere soprattutto i colpevoli e la loro istituzione». A causa dei presunti tentativi di copertura da parte degli alti funzionari ecclesiastici, aggiunge Pizziriani, la maggior parte dei casi sono troppo vecchi per essere portati a processo. Nonostante ciò, gli investigatori avvertono: potrebbero esserci ulteriori incriminazioni, mentre l’inchiesta continua. Il report parla di centinaia di preti: alcuni nomi rimangono oscurati, nel timore che la loro identificazione pubblica possa violare i loro diritticostituzionali. Ma il procuratore generale Josh Shapiro ha dichiarato che il suo ufficio sta lavorando per rimuovere questa autocensura che, di fatto, protegge gli autori dei reati.
«I funzionari della Chiesa descrivevano abitualmente e deliberatamente questi abusi come “giocare a cavalluccio”, “fare wrestling”, o come “condotta inappropriata”. Non erano affatto quelle cose: erano abusi sessuali su minori, compreso lo stupro», sottolinea Shapiro. Molte vittime hanno affermato di esser state drogate o comunque manipolate. Alcuni hanno ricordato di essere stati picchiati da membri della famiglia che non credevano alle loro storie. Shapiro afferma infatti che «in Pennsylvania la fede è stata trasformata in arma per tenere le vittime in silenzio». Racconta la rete “Abc News”: «Ai bambini è stato insegnato che questo abuso non era solo normale, ma anche era sacro». Stiamo parlando di bambini violentati da sacerdoti, per decenni: gli abusi «vanno dalla masturbazione allo stupro anale, orale e vaginale». Un ragazzo fu persino costretto a farsi confessare allo stesso prete che lo abusava sessualmente. Un altro sacerdote «ha molestato cinque sorelle per un periodo superiore a 10 anni e, in un accordo con la loro famiglia, la diocesi ha richiesto un accordo di riservatezza». Ancora: un gruppo di preti di Pittsburgh, scrive sempre Pizziriani citando il “Telegraph”, è accusato di aver ordinato a un chierichetto di spogliarsi nudo e di posare crocifisso come Gesù sulla croce, mentre gli facevano foto. Gli scatti «sono poi circolati negli ambienti della Chiesa, dove la pornografia infantile veniva condivisa».
Sempre nel report si legge che un prete «ha stuprato una bambina di sette anni, mentre la piccola era in ospedale per farsi rimuovere le tonsille». Un altro bambino è stato drogato con sostenze presenti in un succo d’arancia, prima di essere violentato. Un altro, di appena nove anni, «è stato costretto a praticare sesso orale, e poi il prete ha usato l’acqua santa per “purificare” la sua bocca». E’ praticamente infinita, la galleria degli orrori che emerge dall’indagine condotta in Pennsylvania: «Un gruppo di pedofili ha frustato i ragazzini, permettendo ad altri uomini di violentarli a pagamento. Un altro prete, che cercava di convicere gli studenti delle scuole medie a praticargli del sesso orale, insegnava loro di come Maria doveva leccare Gesù per pulirlo dopo che era nato». Poi ci sono o sacerdoti che hanno avuto figli: «Usavano croci d’oro per marcare chi di loro era stato maltrattato». Una ragazza «è stata violentata da un certo numero di sacerdoti, che in seguito le hanno detto che questo era il modo in cui Dio mostrava l’amore». Racconta il “Daily Mail” che un prete di Scranton «ha aggredito sessualmente una ragazza minorenne, l’ha messa incinta e poi le ha organizzato l’aborto».
Diverse presunte vittime sono state attirate con alcol o pornografia, aggiunge Pizziriani: in seguito si sono rifugiate nell’abuso di sostanze. Qualcuno è crollato, preferendo suicidarsi. «Una di queste vittime include Joey, un bambino di 7 anni che è stato più volte violentato da padre Edward Graff ad Allentown». Graff, un uomo fisicamente imponente, «ha usato tanta forza per sottomettere il ragazzo che ha danneggiato gravemente la spina dorsale della vittima», secondo il procuratore Shapiro. «I medici hanno dovuto somministrargli pesanti antidolorifici, ma il ragazzo ne è divenato dipendente e alla fine è morto di overdose». Prima di soccombere, la vittima ha scritto alla diocesi di Allentown dicendo che Graff l’aveva più che violentato: «Ha ucciso il mio potenziale e, così facendo, ha ucciso l’uomo che avrei dovuto diventare», ha ammesso il giovane, secondo quanto riportato da “Nbc Philadelphia”. La permanenza di Graff alla diocesi di Allentown è durata 35 anni. E ora, conferma il “Daily Mail”, quel sacerdote è accusato di aver violentato decine di ragazzi.
«Sorprendentemente, la leadership della Chiesa ha tenuto traccia degli abusi e della copertura: questi documenti, dagli “archivi segreti” propri delle diocesi, hanno costituito la spina dorsale di questa indagine», afferma Shapiro. Pagine che affondano in storie di abominio, come quella del reverendo David A. Soderlund, accusato di avere avuto rapporti sessuali con almeno tre giovani ragazzi all’inizio degli anni ‘80. «La diocesi di Allentown, di cui era sacerdote, conosceva le accuse, ma non le riferì alle autorità», scrive Pizziriani: il piccolo era un chierichetto di 7° grado (aveva 12 anni), e padre Soderlund aveva un caravan negli Appalachi Trail Sites, a Shartlesville. «Ce l’ha portato lì quasi ogni settimana, per un periodo di circa 5 anni, a fare sesso», ha riferito alle autorità ecclesiastiche nel 1997 una delle presunte vittime di Soderlund: «Ha detto che non partecipava di sua scelta, ma padre David aveva minacciato di ferirlo o ucciderlo. Ha anche scattato delle foto alla vittima impegnata in atti sessuali e ha minacciato di usarle per metterla in imbarazzo», si legge sempre sul “Daily Mail”.
Il rapporto d’indagine critica apertamente anche l’arcivescovo di Washington Dc, cardinale Donald Wuerl, già a capo della diocesi di Pittsburgh, per il suo ruolo nel nascondere gli abusi. Prima della pubblicazione del rapporto, l’alto prelato si era difeso giurando di aver «agito con diligenza, con preoccupazione per i sopravvissuti e per prevenire futuri atti di abuso». La “Bbc” rivela che, il mese scorso, il cardinale Theodore McCarrick, ex arcivescovo di Washington e leadercattolico di alto profilo, si è dimesso tra le accuse di aver abusato sessualmente di bambini e adulti per decenni. Secondo Shapiro, l’inchiesta ha confermato «un sistematico insabbiamento, da parte di alti funzionari ecclesiastici in Pennsylvania e in Vaticano». Il “New York Post” scrive che, secondo Shapiro, lo schema era «abuso, negazione e insabbiamento». Conferma l’agenzia “Ansa”, citando sempre Shapiro: «I preti hanno violentato ragazzini e ragazzine. E i loro superiori non solo non fecero niente, ma hanno nascosto tutto».
I sacerdoti che avevano molestato i bambini? «Venivano abitualmente trasferiti di parrocchia in parrocchia» e rimanevano tranquillamente attivi per 40 anni. «Il gruppo di investigatori – aggiunge Pizziriani – ha concluso che una successione di vescovi cattolici e altri dirigenti diocesani ha cercato di proteggere la Chiesa da cattiva pubblicità e responsabilità finanziaria. Non hanno denunciato il clero accusato alla polizia, hanno usato accordi di riservatezza per mettere a tacere le vittime e inviato i sacerdoti colpevoli di abusi alle cosiddette “strutture di trattamento”, che “riciclavano” i preti». Così, conferma il “New York Times”, «hanno permesso a centinaia di molestatori riconosciuti di tornare ad operare liberamente». Un parroco è addirittura andato a lavorare a DisneyWorld «utilizzando una accorata lettera di raccomandazione da parte della Chiesa, dopo che costui era stato costretto a lasciare la tonaca dietro le accuse di aver abusato di bambini». Congiura del silenzio, anche oltre la Chiesa: polizia e pubblici ministeri – accusa il “New York Times” – a volte non indagavano sulle accuse, per deferenza verso i religiosi. Oppure ignoravano le denunce, considerandole di competenza di altri uffici. E la strage degli innocenti, nel frattempo, proseguiva.
Preti cattolici e pedofiliaC’è una notizia esplosiva che sta rimbalzando su tutti i media mondiali, ma che da noi rischia di essere messa in secondo piano dal giusto clamore del crollo del ponte di Genova: riguarda i ripetuti e sistematici casi di pedofilia nella Chiesa cattolica statunitense della Pennsylvania, a metà strada tra Washington e New York. Lo scorso 14 agosto, scrive Riccardo Pizziriani su “Luogo Comune”, la Corte Suprema della Pennsylvania ha pubblicato infatti un corposo report di 1.300 pagine che descrive in dettaglio gli abusi sessuali nel clero cattolico locale, accusando oltre 300 sacerdoti. Il gran giurì della Pennsylvania, riunitosi nel 2016, ha intervistato decine di testimoni e esaminato più di 500.000 pagine di documenti provenienti da ogni diocesi dello Stato eccetto Philadelphia e Altoona-Johnstown, già indagate in precedenza. Risultato: orrore, raccapriccio. Una smisurata quantità di abusi, violenze, vessazioni. Questa storica inchiesta, scrive Pizziriani, ha rilevato che più di 1.000 bambini sono stati abusati dai membri di sei diocesi, in Pennsylvania, negli ultimi 70 anni. Dopo 18 mesi di indagini, gli investigatori denunciano «sistematici occultamenti, da parte della Chiesa».
«Oltre mille bambini erano vittime identificabili, dagli archivi della Chiesa», afferma il gran giurì nel suo esplosivo rapporto: «Crediamo che il numero reale di bambini i cui “record” sono stati persi o che avevano paura di farsi avanti sia nell’ordine delle migliaia». Il documento afferma che il clero ha abusato bambini, bambine e anche degli adolescenti. «Tutti questi casi – si legge nel rapporto – sono stati messi da parte dai leader della Chiesa, che hanno preferito proteggere soprattutto i colpevoli e la loro istituzione». A causa dei presunti tentativi di copertura da parte degli alti funzionari ecclesiastici, aggiunge Pizziriani, la maggior parte dei casi sono troppo vecchi per essere portati a processo. Nonostante ciò, gli investigatori avvertono: potrebbero esserci ulteriori incriminazioni, mentre l’inchiesta continua. Il report parla di centinaia di preti: alcuni nomi rimangono oscurati, nel timore che la loro identificazione pubblica possa violare i loro diritticostituzionali. Ma il procuratore generale Josh Shapiro ha dichiarato che il suo ufficio sta lavorando per rimuovere questa autocensura che, di fatto, protegge gli autori dei reati.
«I funzionari della Chiesa descrivevano abitualmente e deliberatamente questi abusi come “giocare a cavalluccio”, “fare wrestling”, o come “condotta inappropriata”. Non erano affatto quelle cose: erano abusi sessuali su minori, compreso lo stupro», sottolinea Shapiro. Molte vittime hanno affermato di esser state drogate o comunque manipolate. Alcuni hanno ricordato di essere stati picchiati da membri della famiglia che non credevano alle loro storie. Shapiro afferma infatti che «in Pennsylvania la fede è stata trasformata in arma per tenere le vittime in silenzio». Racconta la rete “Abc News”: «Ai bambini è stato insegnato che questo abuso non era solo normale, ma anche era sacro». Stiamo parlando di bambini violentati da sacerdoti, per decenni: gli abusi «vanno dalla masturbazione allo stupro anale, orale e vaginale». Un ragazzo fu persino costretto a farsi confessare allo stesso prete che lo abusava sessualmente. Un altro sacerdote «ha molestato cinque sorelle per un periodo superiore a 10 anni e, in un accordo con la loro famiglia, la diocesi ha richiesto un accordo di riservatezza». Ancora: un gruppo di preti di Pittsburgh, scrive sempre Pizziriani citando il “Telegraph”, è accusato di aver ordinato a un chierichetto di spogliarsi nudo e di posare crocifisso come Gesù sulla croce, mentre gli facevano foto. Gli scatti «sono poi circolati negli ambienti della Chiesa, dove la pornografia infantile veniva condivisa».
Sempre nel report si legge che un prete «ha stuprato una bambina di sette anni, mentre la piccola era in ospedale per farsi rimuovere le tonsille». Un altro bambino è stato drogato con sostenze presenti in un succo d’arancia, prima di essere violentato. Un altro, di appena nove anni, «è stato costretto a praticare sesso orale, e poi il prete ha usato l’acqua santa per “purificare” la sua bocca». E’ praticamente infinita, la galleria degli orrori che emerge dall’indagine condotta in Pennsylvania: «Un gruppo di pedofili ha frustato i ragazzini, permettendo ad altri uomini di violentarli a pagamento. Un altro prete, che cercava di convicere gli studenti delle scuole medie a praticargli del sesso orale, insegnava loro di come Maria doveva leccare Gesù per pulirlo dopo che era nato». Poi ci sono o sacerdoti che hanno avuto figli: «Usavano croci d’oro per marcare chi di loro era stato maltrattato». Una ragazza «è stata violentata da un certo numero di sacerdoti, che in seguito le hanno detto che questo era il modo in cui Dio mostrava l’amore». Racconta il “Daily Mail” che un prete di Scranton «ha aggredito sessualmente una ragazza minorenne, l’ha messa incinta e poi le ha organizzato l’aborto».
Diverse presunte vittime sono state attirate con alcol o pornografia, aggiunge Pizziriani: in seguito si sono rifugiate nell’abuso di sostanze. Qualcuno è crollato, preferendo suicidarsi. «Una di queste vittime include Joey, un bambino di 7 anni che è stato più volte violentato da padre Edward Graff ad Allentown». Graff, un uomo fisicamente imponente, «ha usato tanta forza per sottomettere il ragazzo che ha danneggiato gravemente la spina dorsale della vittima», secondo il procuratore Shapiro. «I medici hanno dovuto somministrargli pesanti antidolorifici, ma il ragazzo ne è divenato dipendente e alla fine è morto di overdose». Prima di soccombere, la vittima ha scritto alla diocesi di Allentown dicendo che Graff l’aveva più che violentato: «Ha ucciso il mio potenziale e, così facendo, ha ucciso l’uomo che avrei dovuto diventare», ha ammesso il giovane, secondo quanto riportato da “Nbc Philadelphia”. La permanenza di Graff alla diocesi di Allentown è durata 35 anni. E ora, conferma il “Daily Mail”, quel sacerdote è accusato di aver violentato decine di ragazzi.
«Sorprendentemente, la leadership della Chiesa ha tenuto traccia degli abusi e della copertura: questi documenti, dagli “archivi segreti” propri delle diocesi, hanno costituito la spina dorsale di questa indagine», afferma Shapiro. Pagine che affondano in storie di abominio, come quella del reverendo David A. Soderlund, accusato di avere avuto rapporti sessuali con almeno tre giovani ragazzi all’inizio degli anni ‘80. «La diocesi di Allentown, di cui era sacerdote, conosceva le accuse, ma non le riferì alle autorità», scrive Pizziriani: il piccolo era un chierichetto di 7° grado (aveva 12 anni), e padre Soderlund aveva un caravan negli Appalachi Trail Sites, a Shartlesville. «Ce l’ha portato lì quasi ogni settimana, per un periodo di circa 5 anni, a fare sesso», ha riferito alle autorità ecclesiastiche nel 1997 una delle presunte vittime di Soderlund: «Ha detto che non partecipava di sua scelta, ma padre David aveva minacciato di ferirlo o ucciderlo. Ha anche scattato delle foto alla vittima impegnata in atti sessuali e ha minacciato di usarle per metterla in imbarazzo», si legge sempre sul “Daily Mail”.
Il rapporto d’indagine critica apertamente anche l’arcivescovo di Washington Dc, cardinale Donald Wuerl, già a capo della diocesi di Pittsburgh, per il suo ruolo nel nascondere gli abusi. Prima della pubblicazione del rapporto, l’alto prelato si era difeso giurando di aver «agito con diligenza, con preoccupazione per i sopravvissuti e per prevenire futuri atti di abuso». La “Bbc” rivela che, il mese scorso, il cardinale Theodore McCarrick, ex arcivescovo di Washington e leader cattolico di alto profilo, si è dimesso tra le accuse di aver abusato sessualmente di bambini e adulti per decenni. Secondo Shapiro, l’inchiesta ha confermato «un sistematico insabbiamento, da parte di alti funzionari ecclesiastici in Pennsylvania e in Vaticano». Il “New York Post” scrive che, secondo Shapiro, lo schema era «abuso, negazione e insabbiamento». Conferma l’agenzia “Ansa”, citando sempre Shapiro: «I preti hanno violentato ragazzini e ragazzine. E i loro superiori non solo non fecero niente, ma hanno nascosto tutto».
I sacerdoti che avevano molestato i bambini? «Venivano abitualmente trasferiti di parrocchia in parrocchia» e rimanevano tranquillamente attivi per 40 anni. «Il gruppo di investigatori – aggiunge Pizziriani – ha concluso che una successione di vescovi cattolici e altri dirigenti diocesani ha cercato di proteggere la Chiesa da cattiva pubblicità e responsabilità finanziaria. Non hanno denunciato il clero accusato alla polizia, hanno usato accordi di riservatezza per mettere a tacere le vittime e inviato i sacerdoti colpevoli di abusi alle cosiddette “strutture di trattamento”, che “riciclavano” i preti». Così, conferma il “New York Times”, «hanno permesso a centinaia di molestatori riconosciuti di tornare ad operare liberamente». Un parroco è addirittura andato a lavorare a DisneyWorld «utilizzando una accorata lettera di raccomandazione da parte della Chiesa, dopo che costui era stato costretto a lasciare la tonaca dietro le accuse di aver abusato di bambini». Congiura del silenzio, anche oltre la Chiesa: polizia e pubblici ministeri – accusa il “New York Times” – a volte non indagavano sulle accuse, per deferenza verso i religiosi. Oppure ignoravano le denunce, considerandole di competenza di altri uffici. E la strage degli innocenti, nel frattempo, proseguiva.

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