sabato 4 agosto 2018

Maurizio Martina, sempre più ridicolo e imbarazzante


Il segretario precario del PD (Partito Defunto) Maurizio Martina, sempre più ridicolo e imbarazzante, mente sapendo di mentire:“Il razzismo, la xenofobia, sono ormai una emergenza nazionale”. Ma tutte le statistiche dicono l’esatto contrario: in realtà è la sinistra che sta fomentando l’odio, continuando a snobbare il popolo italiano e parlando di accoglienza di clandestini parassiti mentre aumenta la povertà in Italia e le periferie scoppiano.

Non usa mezzi termini il segretario Pd, Maurizio Martina, che lancia l’allarme da piazza San Silvestro a Roma, durante il presidio antirazzista convocato oggi dai dem. Contro il razzismo c’è da fare “un lavoro che non può attendere – aggiunge Martina -. Il nostro Paese ha bisogno di riconoscere il problema, di affrontarlo e di superarlo”.


Per il segretario dem “serve una discussione fuori dagli steccati di partito, per vedere qual è il rischio che corriamo come comunità, mentre di fronte agli ultimi casi, all’accelerazione violenta, che fa di tanti episodi in poco tempo una questione nazionale, quella che dovremmo avere il coraggio di chiamare per quello che è: un problema di xenofobia e razzismo che sta attraversando l’Italia”.

“Siamo qui – ha aggiunto – perché in questo paese si sta sottovalutando il rischio razzista. Chiamiamo le cose con il loro nome, ed è scandaloso che autorevoli esponenti del governo, ma anche altre personalità come Grillo, abbiano minimizzato, addirittura dando la colpa ai media”.


“Non ci rassegniamo a un paese che sceglie il declino civile, vogliamo organizzare il riscatto civile, la ripartenza”, dice ancora il segretario, che vuole “costruire l’alternativa a questa deriva”. “Noi Pd – avverte – siamo un pezzo della risposta, non tutta la risposta, dobbiamo coinvolgere i cittadini in queste battaglia che li riguarda”.

“Ci sono un sacco di italiani – aggiunge parlando di legittima difesa – che non vogliono vivere in un paese intollerante e chiuso, un paese Far West, dove magari hai la pistola in tasca e vinci perché sei forte e spari dove vuoi, perché la legittima difesa ti consente un errore clamoroso di questo tipo”.

“Questa destra non è il futuro, questa destra – attacca il dem – è il passato. Noi invece vogliamo un paese che rifiuta il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza”.

“Tra noi e gli altri è confronto di valori, di principi: solidarietà e eguaglianza che sono quelli della Costituzione”. Serve “un patto di cittadinanza – conclude il segretario dem – nei diritti e nei doveri, così le razze non hanno frontiere, così conta solo la persona”.

Con fonte Adnkronos



redazione riscatto nazionale.orghttp://altrarealta.blogspot.it/http://altrarealta.blogspot.it/

Matteo Salvini. Non solo «nessun razzismo», ma «pare che uno dei 'lanciatorì sia il figlio di un consigliere comunale del PD!!!» Lo scrive su Fb in merito alla vicenda di Daisy il ministro dell'Interno, Matteo Salvini.  «Pazzesco! - si legge nel post del ministro - L'informazione 'ufficialè ha occupato pagine di giornali e ore di telegiornali per denunciare l'emergenza Razzimo, alimentata da quel cattivone di Salvini. E invece... Grazie alle indagini dei carabinieri, a cui vanno i miei complimenti, sono stati presi i cretini lanciatori di uova di Moncalieri, che erano mossi non da razzismo ma da semplice stupidità».

«P.s. - aggiunge Salvini - Vi aggiungo un dettaglio che ancora non troverete in giro: pare che uno dei »lanciatori« sia il figlio di un consigliere comunale del Pd!!! Avete capito bene!!! Scommettiamo che i tig faranno fatica a dare la notizia? Per fortuna c'è la rete, e per fortuna gli italiani non sono scemi».

Il papà di uno dei fermati. «Anche i figli dei consiglieri comunali del Pd fanno delle cavolate. Da padre mi chiedo dove ho sbagliato...». È amareggiato il papà di uno dei tre giovani denunciati per l'aggressione a Daisy Osakue. «Quando senti di certi episodi, non pensi mai che tuo figlio sia coinvolto - aggiunge interpellato dall'ANSA - Mi dispiace per quello che è accaduto. Ora lui e i suoi amici, che vorrebbero chiedere scusa a Daisy, se ne assumeranno le responsabilità...».

L'avvocato dei fermati. «I miei assistiti sono ragazzi normali. Né loro, né i genitori hanno mai avuto problemi con la giustizia. Hanno realizzato le conseguenze del loro gesto leggendo i giornali e guardando la tv al mare, dove sono andati dopo l'episodio»