venerdì 30 novembre 2018

PATTO ONU RENDEREBBE IMPOSSIBILE ESPELLERE I CLANDESTINI

Dobbiamo ricordare che, al di là di tutte le chiacchiere che si sono fatte sulla fuga dalla guerra, sull’occidente che ha portato distruzione nei Paesi in via di sviluppo, in Italia non ci sono siriani e iracheni, c’è invece una tremenda linea di immigrazione che proviene dall’Africa del Sahel, principalmente dalla Nigeria, ma anche da Paesi come la Costa d’Avorio che hanno un tasso di crescita dell’8% all’anno, del Ghana, del Gambia e del Senegal dove non c’è nessuna guerra. Queste migrazioni hanno ragioni che definire economiche è eufemistico, perché è un flusso che va più che altro alla ricerca dei benefici di un welfare state, piuttosto dotato in Italia e in altri Paesi europei, che è stato pagato dai lavoratori, dai proletari, dagli anziani dei nostri mondi e che queste persone ritengono di poter venire ad utilizzare, forse determinando, nella visione di qualche immigrazionista globalista, l’idea di una redistribuzione di reddito planetaria, in cui dopo aver globalizzato le monete si devono globalizzare anche gli esseri umani. Questa posizione assunta come ideologia è un’idea dissennata che forse potrà piacere a qualche documento dell’Onu, ispirato dal mondo dei Soros, dei Rothschild, della finanza internazionale migrazionista e globalista che già negli anni 90 parlava di 180 milioni di africani in Europa entro il 2050. Se l’unico parametro possibile per valutare il benessere di un popolo è quello del prodotto interno lordo, la loro idea è fare venire centinaia di milioni di disperati in una società discretamente evoluta e sviluppata per produrre un finto reddito, per il semplice fatto che non hanno un televisore e se lo devono comprare, non hanno un’automobile e se la devono comprare, quindi questo si tradurrebbe in pil, ma in questi calcoli puramente liberal monetaristici si tradurrebbe in pil anche il business della droga e della prostituzione di cui la mafia nigeriana è principe. Se questa linea passa, per la nostra civiltà, per la nostra cultura, per il nostro popolo è finita.

https://voxnews.info/2018/11/19/patto-onu-renderebbe-impossibile-espellere-i-clandestini/
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mercoledì 28 novembre 2018

Piano globalista per sterminare l’umanità


Piano globalista per sterminare l’umanità: “i mangiatori inutili” devono essere eliminati!

Ben oltre le distrazioni dei battibecchi politici, ciò che si va delineando è un piano per sterminare il 90% dell’attuale popolazione umana al fine di “salvare” il pianeta, e proteggere solo quello che i globalisti considerano il futuro della sopravvivenza umana su scala cosmica.

Questo piano è ora in corso, grazie a due sviluppi molto importanti:

1) L’ascesa di sistemi robotici in grado di sostituire il lavoro umano, eliminando la necessità di “lavoratori umani” poveri, la cui unica ragione di esistenza – dal punto di vista dei globalisti – consisteva nello sfruttarli come lavoro a basso costo e serbatoio di voti manipolati.

Molte persone non sono ancora consapevoli che i robot stanno sostituendo il lavoro umano. Sono, infatti, già stati introdotti robot pesanti, che possono sostituire il lavoro umano nelle costruzione e altri lavori simili. Una volta che i robot sostituiranno gran parte degli operai, i globalisti non avranno più bisogno di esseri umani, ondate migratorie o popolazioni del Terzo Mondo.

2) Sempre più risorse governative vengono drenate, perché i globalisti ritengono debbano essere spese per la colonizzazione spaziale, l’armamento spaziale, la tecnologia di viaggio FTL (speed-than-light) e altri sistemi tecnologici esotici che possano difendere la civiltà umana da eventuali minacce cosmiche.


Parte della giustificazione elitaria di tutto ciò, si basa sul fatto che i globalisti credono che la Terra sia un pianeta vulnerabile per molteplici ragioni, inclusi eventi meteorologici spaziali (asteroidi, brillamenti solari, ecc.) ed esaurimento umano delle risorse naturali. L’eliminazione del 90% della popolazione umana, secondo loro, è necessaria per impedire che le risorse del pianeta vengano consumate da “mangiatori inutili”, invece che essere reindirizzate in progetti di ricerca esotici, che sostengano la sopravvivenza della specie umana e proteggano contro eventi cosmici che, proprio ora, potrebbero spazzare via l’umanità in un istante.


Nello specifico, i globalisti credono che l’elite della Terra debba:
Colonizzare altri pianeti per diversificare le probabilità di sopravvivenza della razza umana. In definitiva, questa colonizzazione deve andare oltre il nostro sistema solare e costruire mondi umani vicino ad altre stelle.
Costruire sistemi di viaggio più veloci della luce, per colonizzare i pianeti in orbita attorno ad altre stelle all’interno della nostra galassia.
Costruire sistemi di difesa planetaria esotici, che proteggono la Terra da eventuali attacchi di altre civiltà che abitano il cosmo.
Realizzare progressi nell’Intelligenza Artificiale, nell’informatica quantistica e nella scienza dei materiali che consentono, ad esempio, la costruzione di “ascensori spaziali”: una svolta necessaria per il sollevamento di materiali in orbita, per sostenere la costruzione di colonie umane su Marte e altrove.

La situazione attuale che vede i governi della Terra spendere la maggior parte delle loro ricchezze per dei “mangiatori inutili”, che hanno garantita così la possibilità di continuare a vivere e riprodursi, non è uno scenario sostenibile, credono i globalisti. Così, vedono la riduzione del 90% della popolazione umana come un male necessario per salvare il mondo e salvare l’umanità su scala cosmica.

In sostanza, tutti i loro attuali interventi in difesa dei flussi migratori sono semplicemente un modo per rovesciare le nazioni sovrane, eliminare i confini e stabilire un controllo globale delle Nazioni Unite, da cui lo spopolamento globale può essere diretto senza resistenza da parte di stati nazionali indipendenti.

Tra l’altro, è in arrivo un conflitto tra questo governo globale diretto dall’ONU e la Cina comunista, che sta per affrontare il suo stesso collasso economico e ambientale. Anche la Brexit sta svolgendo un ruolo in questo contesto, questa volta positivo, gettando un enorme ritardo nel piano del globalismo.
In che modo i globalisti pianificano di sterminare il 90% della razza umana




Il piano di sterminio si basa sul rilascio “accidentale/intenzionale” di un ceppo virale ingegnerizzato per armi biologiche. Tali armi biologiche offrono numerosi vantaggi:

1) Non sono tracciabili e sono facilmente rilasciati tra la popolazione con completo anonimato.

2) Si auto-replicano. Una volta che la popolazione iniziale è stata infettata, non è necessario produrne di più, perché la fisiologia cellulare esegue automaticamente la replica.

3) Sfruttano la naturale struttura sociale delle società umane. Le persone diffonderanno automaticamente il virus, stando in compagnia di altre persone. Pochissime persone sono completamente isolate nella società moderna.

4) Consentono ai governi globalisti di dichiarare “emergenze pandemiche” e imporre vaccinazioni di massa che, naturalmente, saranno arricchite con armi biologiche aggiuntive, per accelerare la pandemia. Quando più persone verranno infettate dai vaccini, i governi imporranno la vaccinazione di massa come un’iniziativa di salute pubblica “di emergenza”.


Coloro che si conformeranno saranno infettati. Non dimentichiamo mai che le vaccinazioni contro la poliomielite di massa degli anni ’60 e ’70, erano legate al cancro. Questo è stato ammesso dal CDC per decenni, fino a pochi anni fa, quando poi il suo sito web è stato ripulito di tutta questa storia. Oggi, i vaccini approvati dall’ONU e somministrati alle donne in Kenya, ad esempio, sono stati testati in modo esaustivo nei laboratori scientifici e studiati per produrre infertilità e ridurre la popolazione locale.

5) Tendono a colpire in modo più aggressivo le popolazioni a basso reddito e le popolazioni del Terzo Mondo, raggiungendo uno degli obiettivi chiave, che è quello di spazzare via i “mangiatori inutili”, pur mantenendo il 10% “superiore” della popolazione umana, in termini di ricchezza, istruzione, livello sociale ecc., in modo da garantire il progresso della scienza e l’innovazione, che i globalisti ritengono necessaria per riproteggere la Terra. In effetti, i globalisti stanno portando avanti l’utopia eugenetica su scala globale.

L’altro vantaggio delle armi biologiche, dal punto di vista dei globalisti, è che non distruggono l’ecosistema,come fanno le armi nucleari. Poiché parte dell’obiettivo qui, è lo sterminio degli esseri umani senza danneggiare l’ecosistema, le armi biologiche diventano la scelta più ovvia e possono persino essere ottimizzate per colpire specifiche razze come sudamericani, africani o europei.
La soppressione globale del sistema immunitario è in corso per preparare l’umanità all’assalto delle armi biologiche

Perché le armi biologiche riescano nel loro obiettivo di sterminare il 90% della razza umana, gli umani devono avere il loro sistema immunitario compromesso, prima dell’esposizione alle armi biologiche.

L’immunosoppressione è facilmente ottenibile attraverso più vettori descritti di seguito. Ecco alcuni dei modi in cui questo viene fatto in questo momento:

1) La contaminazione di massa dei terreni e approvvigionamento di cibo.

2) Medicina tossica e vaccini tossici. Quasi tutti i farmaci di prescrizione ora consumati dagli occidentali sono biologicamente tossici. La maggior parte causa la soppressione immunitaria in un modo o nell’altro, e molti portano a carenze nutrizionali che indeboliscono ulteriormente il sistema immunitario umano. I vaccini antinfluenzali hanno dimostrato scientificamente di indebolire la risposta immunitaria negli anni successivi, il che significa che chiunque prende i vaccini antinfluenzali è più vulnerabile alle armi biologiche. Questa non è una coincidenza.

3) Fornitura di cibo tossico a base di sostanze chimiche neurodegenerative e sostanze chimiche immunosoppressive. L’alimentazione umana è intenzionalmente legata a sostanze chimiche tossiche che ostacolano la funzione cerebrale, la funzione immunitaria e la fertilità. Questi prodotti chimici, noti come pesticidi ed erbicidi, sono intenzionalmente progettati per interferire con le funzioni neurologiche o fisiologiche chiave, altrimenti non ucciderebbero altri organismi viventi come gli insetti. Il fatto che siano designati come pesticidi è la prova che uccidono gli organismi viventi.

4) Attacchi propagandistici sulla nutrizione: l’intero complesso dei media fasulli continua a denigrare l’importanza dei nutrienti che potenziano il sistema immunitario, come, add esempio, la vitamina D, lo zinco e il selenio, sapendo che i consumatori creduloni possono essere convinti a evitare la cura del proprio corpo.

5) Chemtrails o scie chimiche. Questo è un argomento molto controverso. Non tutte le scie nel cielo sono una scia chimica, ma è un fatto ormai conclamato che gli scienziati del “riscaldamento globale” siano ben avviati nel processo di alterazione dell’atmosfera, usando quelli che chiamano esperimenti di “geoingegneria”. L’argomento stesso delle scie chimiche era deriso come una teoria del complotto, ma ora è apertamente esplorato dagli scienziati, in nome dell’inversione dei cambiamenti climatici. Secondo alcuni analisti, le sostanze “modificate” nell’atmosfera servono anche a sopprimere la funzione immunitaria umana.

6) Il crollo programmato della bolla del debito globale, è stato pianificato proprio dalle banche centrali del mondo. Uno dei risultati desiderabili e auspicabili, è quello di far precipitare molte nazioni del mondo, comprese quelle ricche occidentali, in miseria finanziaria. Una società povera stimola le malattie infettive e dissuade dall’accesso alle cure mediche. Il collasso finanziario è solo una piccola parte di un quadro molto più ampio.

Purtroppo lo sforzo per indebolire il sistema immunitario umano, è a buon punto. Guardiamoci allora dal fare ciò che i media “anti-umani” ci ripetono in continuazione e da rituali sciocchi come il vaccino antinfluenzale. Ricordiamoci che il più grande atto di resistenza che possiamo fare contro l’eugenetica, consiste nell’avere una vita sana e nel nutrirci il più possibile con cibi naturali, nel curarsi con erbe e rimedi naturali, rifiutando i farmaci tossici.

martedì 27 novembre 2018

Che cosa rimpiange più di tutto, nella vita?

Gli anziani di tutto il mondo (70-90 anni), rispondendo alla domanda: "Che cosa rimpiange più di tutto, nella vita?", rimpiangono, in ordine:

1. - di aver passato la maggior parte della vita al lavoro che non hanno amato.

2.- di aver dedicato poco tempo alle loro famiglie.


3.- di aver trattato male il corpo, con la cattiva alimentazione e poco sport.

4.- di aver avuto paura di cambiare la vita in meglio, non osando ad abbandonare la "comfort zone".

5.- di non aver visto il mondo.

Nessuno si dispiace di non aver avuto le auto di prestigio, pochi iPhone o altri status simbol belli e comodi. Nessuno rimpiange di non aver frequentato i night club, a nessuno mancano le chiacchiere vuote.

Tutti confermano la stessa cosa: NON HO AVUTO ABBASTANZA CORAGGIO DI VIVERE CME AVREI VOLUTO.


advanced Mind
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domenica 25 novembre 2018

Un Gilet Giallo per Macron, fragile yesman dei Rothschild



La Francia, intesa come popolo, non s’è lasciata spaventare dalle leggi speciali introdotte grazie all’opaca stagione del terrorismo domestico targato Isis. Complice la legge elettorale a doppio turno, una minoranza del paese è caduta nell’equivoco Macron, l’uomo-Rothschild sponsorizzato dal supermassone neo-conservatore Jacques Attali, ma il Palazzo – lo stesso che minaccia l’Italia, anche sbarcando migranti oltre frontiera – ora è costretto a fare i conti con la marea di una protesta di massa tipicamente transalpina, quella dei Gilet Gialli, con numeri da capogiro: 300.000 manifestanti sguinzagliati in duemila città fino a bloccare strade e autostrade, per protesta contro i ricari della benzina. La polizia, riassume il “Post” ammette che è molto difficile rispondere alle mobilitazioni: sono diffuse a macchia di leopardo, spesso sono improvvise e non autorizzate, e in più «sono composte da persone che non sono abituate a protestare». Popolo in piazza, inscenando qualcosa che ricorda le prove generali di una possibile insurrezione. Chi sono e cosa chiedono, i cittadini francesi che indossano come una bandiera i giubbottini retro-riflettenti della sicurezza stradale?
Il movimento dei Gilet Gialli non ha un’organizzazione formale o un leader riconosciuto, scrive sempre il “Post”: i comunicati parlano genericamente di una protesta «del popolo francese». Le principali informazioni sono state diffuse attraverso Facebook. È un movimento che non fa riferimento ad alcun partito o sindacato. Sulla pagina Facebook si dice che i Gilet Gialli sono «persone come me e te», ovvero «un pensionato, un artigiano, uno studente, un disoccupato, un uomo d’affari», Soprattutto, «una persona che è preoccupata di non arrivare alla fine del mese». Il movimento protesta contro la diminuzione del potere d’acquisto. Nel mirino, le auto: oltre all’aumento della benzina e del gasolio, il governo si è infatti mosso per abbassare i limiti di velocità, aumentare gli autovelox e introdurre incentivi per le auto elettriche o ibride. Dopo un anno in cui il prezzo del gasolio è salito del 23% e quello della benzina del 15, il governo ha deciso di imporre dal gennaio 2019 ulteriori tasse che faranno aumentare il prezzo dei carburanti.
Cambiare aiuto? I manifestanti protestano: i rincari andrebbero a pesare su chi già ha una situazione economica difficile. Comprare una vettura nuova, elettrica o ibrida, costa troppo. A fianco dei manifestanti il presidente del partito conservatore Les Répubblicains, Laurent Wauquiez, che ha invitato Macron a «correggere i suoi errori». Come annota “Scenari Economici”, il gilet giallo è comparso addirittura in Parlamento: a indossarlo, il 21 novembre, è stato un moderato, Jean Lassalle, che proviene dal movimento MoDem di François Bayrou, ma all’ultima elezione è passato nella Udf, Union Pour la Democratie Française (altro partito centrista). «Quindi non un populista estremista, anzi un moderato che ha già ricoperto anche cariche esecutive nel proprio dipartimento dei Pirenei». Per “Scenari Economici” si tratta di «un’espressione della Francia rurale che si sente tradita dal governo dei ricchi di Macron». Inutile aggiungere che, dopo aver indossato il gilet, Lassalle è stato espulso per aver violato il “dress code” dell’aula parlamentare.
Dai moderati alla sinistra: Jean-Luc Mélenchon, leader de La France Insoumise, ha partecipato alla manifestazione di Parigi e ha parlato di «un grande momento di autorganizzazione popolare», riferisce il “Post”. Dal canto suo, il segretario del Partito Socialista, Olivier Faure, ha avvertito il governo che «senza dialogo» c’è il rischio di non andare avanti. «Negli ultimi giorni il governo ha mantenuto una posizione ambivalente, dicendo di comprendere le ragioni della mobilitazione, ma restando fermo sulle misure da adottare», aggiunge sempre il “Post”. Emmanuel Macron, il cui indice di popolarità è oggi molto basso, non ha parlato delle proteste, mentre il primo ministro Edouard Philippe ha riconosciuto la nascita di un movimento «senza precedenti» perché organizzato in modo indipendente dai sindacati. Ha detto di «sentire» la rabbia dei francesi, «la sofferenza, la mancanza di prospettive, l’idea che le autorità per molto tempo non hanno risposto alle preoccupazioni», ma ha confermato gli impegni presi da Macron: «Siamo all’ascolto dei francesi, abbiamo sentito la loro esasperazione. Ma la rotta non cambia se si alza il vento».
I Gilet Gialli hanno ricevuto anche il sostegno del sovranista Rassemblement National (l’ex Front National): «La mobilitazione è stata un grande successo», ha detto Marine Le Pen, spiegando che il governo deve prendere delle decisioni politiche velocemente per far tornare la pace: «Per ora, però, non ho sentito niente». Il segretario della Cfdt, Lawrence Berger, uno dei più importanti sindacati del paese, ha invitato Emmanuel Macron a «riunire molto rapidamente» le varie organizzazioni «per costruire un patto sociale», ma il primo ministro ha per ora respinto questa ipotesi. Quello che gli analisti avevano annunciato negli ultimi anni sta semplicemente accadendo: sia pure con dosi eccezionali di flessibilità rispetto al rigore Ue (e mantenendo l’inaudito parassitismo coloniale su 14 paesi africani, a cui Parigi sottrae ogni anno 500 miliardi di euro, accentuando in tal modo l’esodo dei migranti) la politica oligarchica di cui Macron è il rappresentante sta mettendo la Francia di fronte all’impossibilità di mantenere inalterato il proprio welfare, restando prigioniera della camicia di forza dell’Ue e dell’Eurozona. Diktat emanati da poteri non democratici, a cui la Francia dei Gilet Gialli si sta ribellando.
fonte http://www.libreidee.org/2018/11/un-gilet-giallo-per-macron-fragile-yesman-dei-rothschild/




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mercoledì 21 novembre 2018

QUALCUNO SI RIBELLA!

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QUALCUNO SI RIBELLA!

INTANTO CHE MOLTA GENTE STA CON LE MANI IN MANO, QUALCUNO BRILLA PER LA SUA IRRIVERENZA E LA SUA RIBELLIONE ALLA SCHIAVITU', GLI EROI RIVOLUZIONARI DEL VENTESIMO SECOLO, MASSIMA DIFFUSIONE !

martedì 20 novembre 2018

Tutti quelli che dicono «la Fornero non si tocca» hanno privilegi



“La cosa che mi stupisce in questo dibattito sulle pensioni è che tutti coloro che dicono che non si può toccare la Fornero, tutti costoro godono più o meno di privilegi previdenziali.”

Così Mario Giordano in un video editoriale sulla pagina Facebook de “La Verità”.

“A cominciare dal Presidente dell’Inps Tito Boeri che incasserà molto probabilmente una doppia ricca superpensione grazie ad un codicillo tra l’altro ispirato da lui medesimo” ha spiegato Giordano.

“A cominciare dall’ex mister mani di forbici Cottarelli che dice che la Fornero è sacra, lui che è in pensione da quando aveva 59 anni, prende oltre 18.000 euro dal fondo monetario nazionale e in più ci costa oltre 6500 euro ogni volta che compare per mezz’oretta alla tv su Rai1, ma questo è a parte” ha aggiunto.


“I dirigenti di Banca Italia dicono ‘attenzione ai costi’, loro che hanno goduto di privilegi pazzeschi, tanto per dirne uno Rainer Masera è andato in pensione a 44 anni e oggi prende 18.000 euro al mese. I giornalisti, i politici, i Parlamentari che ancora, come abbiamo raccontato, godono in parte dei contributi figurativi” ha detto il giornalista.

“Tutti coloro che dicono ‘la Fornero non si tocca’ hanno un privilegio – ha sottolineato – e dicono a chi sta in fabbrica o sta nei cantieri ‘tu con 38 anni di contributi vuoi andare in pensione, ma sei matto? chi ti credi di essere? ti credi di essere un Cottarelli? ti credi di essere un Boeri? No, tu devi lavorare ancora in fabbrica 39, 40 o 42 anni’.”

“Scusate ma quando ce vo ce vo e io non so dire altro se non che avete la faccia come il culo” ha concluso Giordano.
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La Terra è piena

di Paul Gilding – La Terra è piena. È piena di noi, è piena della nostra roba, piena dei nostri rifiuti, piena delle nostre esigenze. Certo siamo una specie brillante e creativa, ma abbiamo creato un po’ troppa roba, così tanta che la nostra economia è ora più grande del pianeta che la ospita.

Non è un’affermazione filosofica. Ci sono numerose analisi scientifiche che lo dimostrano, ma arrivano tutte alla stessa conclusione, che stiamo andando troppo oltre.

Eminenti scienziati del Global Footprint Network calcolano che ci vorrebbe una Terra e mezzo per sostenere questa economia. In altre parole avremmo bisogno del 50% di Terra in più. In termini finanziari, sarebbe come spendere sempre 50% in più di quello che guadagniamo. Ma non si possono prendere in prestito risorse naturali.

Il significato è che la nostra economia non è sostenibile o meglio è il nostro approccio ad essere non sostenibile. Penserete però che non è possibile arrestare la crescita economica. Ma è quello a cui stiamo andando incontro.

Per non fermare la crescita economica, andremo incontro al blocco della crescita economica. Ironico, vero? Si fermerà a causa dell’esaurimento delle risorse di scambio, delle materie prime, dei beni di prima necessità (come aria respirabile).

Anche se ha portato molti benefici, la crescita è basata su una folle idea, cioè la possibilità di una crescita infinita su un pianeta finito.

Ora di solito si pensa che la tecnologia salverà tutto e tutti.

È tutto vero. Se il nostro problema fosse quello di far calare l’economia umana dal 150% al 100% della capacità della Terra, ce la potremmo fare. Il problema è che il piano invece è crescere ancora di più. Ogni Paese cerca di aumentare, raddoppiare, quadruplicare la propria economia, e non in un futuro lontano. Da subito.

Quello che succede quando si spinge un sistema oltre i suoi limiti e si continua ad accelerare sempre più, è che il sistema smette di funzionare. Ed è quello che accadrà a noi. Molti di voi penseranno che possiamo ancora fermare tutto ciò. Riflettete un po’ su questa idea. Abbiamo avuto 50 anni di preavviso. La scienza ci ha dimostrato l’urgenza di cambiare. Eppure la realtà è che non abbiamo fatto quasi niente.

Non stiamo nemmeno rallentando. Ad esempio per il clima, nel 2011 abbiamo registrato le più alte emissioni di sempre. La storia del cibo, dell’acqua, del suolo, è più o meno la stessa.

Quando inizia il crollo?

Dal mio punto di vista è già iniziato. Vediamo la crescita vertiginosa dei debiti, vediamo crescere le disuguaglianze, vediamo l’influenza del denaro sulla politica, lo scarseggiare delle risorse e il costo di cibo e petrolio. Ma vediamo, erroneamente, ogni problema come un singolo problema da risolvere. Di fatto, è il sistema di crescita economica alimentata dal debito, da una democrazia inefficace, che si sta mangiando da sé.

Ora proviamo a fare un esempio.

Immaginate la nostra economia quando la “bolla della CO2” scoppierà, quando i mercati finanziari capiranno che, per non peggiorare ancor di più il clima, non si potrà più investire in petrolio e carbone. Immaginate Cina, India e Pakistan ricorrere alle armi, quando il cambiamento climatico genererà conflitti per il cibo e l’acqua. Immaginate il Medio Oriente senza le entrate del petrolio, con governi fatiscenti. Immaginate la nostra industria alimentare perfettamente sincronizzata e il nostro sfruttatissimo sistema agricolo che va in tilt e gli scaffali dei supermercati vuoti.

Immaginate cosa dire ai vostri figli quando vi chiederanno, “Allora, mamma e papà, come si stava nel 2012 quando avete avuto il decennio più caldo per il terzo decennio consecutivo, quando tutti gli organismi scientifici del mondo dicevano che c’era un grosso problema, quando gli oceani si acidificavano, quando il prezzo di petrolio e del cibo impazzivano, quando c’erano sommosse per le strade di Londra e si occupava Wall Street? Quando era evidente che il sistema stava crollando, mamma e papà, cosa avete fatto, cosa pensavate?”

Come vi sentite? Cosa provate? Forse rifiuto. Forse rabbia. Forse paura.

Ci siamo evoluti per reagire al pericolo con la paura, che provoca una forte reazione che ci aiuta ad affrontare una minaccia. Ma stavolta non c’è una tigre davanti alla grotta. Ecco perché dobbiamo reagire adesso, perché se aspettiamo che la crisi prenda il sopravvento potremmo spaventarci e nasconderci.

Le persone che hanno fiducia nella capacità umana di risolvere i problemi, nella tecnologia illimitata, nella forza positiva dei mercati, hanno ragione.

Certamente non ci sono barriere di tipo tecnico o economico. Scienziati come James Hansen ci dicono che potremmo eliminare le emissioni di CO2 dall’economia in pochi decenni.

Possiamo certamente fare tanto in poco tempo, ma dobbiamo renderci conto che non stiamo andando nella direzione giusta e che quando questo sarà visibile a tutti, saremo in una posizione complicata.

Possiamo scegliere la vita anziché la paura. Possiamo fare tanto, ma ci vorranno tutti gli imprenditori, gli artisti, gli scienziati, i comunicatori, le madri, i padri, i bambini, tutti noi. Potrebbe essere il nostro momento di gloria.



Traduzione di Anna Cristiana Minoli
Revisione di Daniele Buratti

http://www.beppegrillo.it/la-terra-e-piena/?fbclid=IwAR3a6kIb1NBhbAUg0T4VxYnkV-YSFozoDEr2IPtvjSpiDdYgThjr7AvIxo8
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sabato 17 novembre 2018

LA REALTA' SUPERA LA FANTASIA



Malta. Mons. Sultana arriva a bordo di una Porsche trainata da 50 bambini, Il satrapo cattolico, docente al pedoseminario di Gozo, si incazza pure per i commenti indignati

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venerdì 16 novembre 2018

LA FAVOLA DI CRISTO

Invece di un Gesù storico, vediamo documenti storici privi di conferme dei vangeli, un ambiente teologico darwiniano brulicante di Gesù rivali, Cristi, vangeli e sette concorrenti lungo la frangia religiosa dell'Impero; indizi che il cristianesimo nasce come versione ebraica dei culti misterici, e che tutte le confuse, contraddittorie informazioni “biografiche” di Gesù derivano da una deliberata allegoria. Un'unica figura fondativa non è solo inutile per spiegare tutto questo, è ingiustificata.

Bonifacio VIII fu colui che inventò il giubileo e le indulgenze a pagamento. Dante lo mise nell'Inferno. Ma ingiustamente. In effetti aveva detto una verità storica su Gesù dicendo che non era figlio di Dio e che i Vangeli raccontavano solo favole, al di là dei contenuti morali della predicazione (peraltro contraddittori).Bonifacio VIII aveva capito che Gesù non poteva essere nato da una vergine, poiché gli stessi Vangeli parlano dei "fratelli" di Gesù (tra cui Giacomo il Giusto, da non confondere con Giacomo l'apostolo, e Simone) e delle sorelle (di cui però non vengono fatti i nomi). Nel 2002 è stata scoperta la tomba di Giacomo con l'iscrizione "figlio di Giuseppe e fratello di Gesù". E' incredibile che tutta la dottrina cattolica sia fondata sulla favola di Maria vergine. Che credibilità possono avere le varie apparizioni della madonna? Si può ricavare una verità da una favola?


PAPA BONIFACIO VIII (1235-1303)

Io do importanza alla vita di un altro quanto ne posso dare a un fagiolo. Gli uomini hanno un'anima del tutto uguale a quella delle bestie. Il vangelo insegna più menzogne che verità: il parto di una vergine è assurdo; l'incarnazione del figlio di Dio è ridicola; il dogma della transustanziazione è una pazzia. Le quantità di denaro che la favola di Cristo ha apportato ai preti è incalcolabile. Le religioni sono state inventate dagli ambiziosi per ingannare gli uomini. Gli ecclesiastici non possono comunicare con il popolo perchè la loro fede e la loro credenza non è la stessa. L'abbandonarsi ai piaceri sessuali con una bambina o con un ragazzo è un atto da considerarsi privo di peccato come stropicciarsi le due mani insieme. Il nostro solo scopo è quello di vendere nelle chiese tutto ciò che gli idioti vogliono. Queste parole pronunciate da papa Bonifacio VIII sono state riportate dallo studioso e storico Jean Villani nella sua opera "Cronaca" scritta durante il Giubileo a Roma nel 1300.

PAPA LEONE X (1513-1521)

Dichiarò al Cardinal Bembo: "Tutti sappiamo bene quanto la favola di Cristo abbia recato profitto a noi e ai nostri più stretti seguaci".

PAPA PAOLO III (1534-1549)

Dichiarazione a Mendoza, ambasciatore di Spagna al Vaticano: "Cristo non è altri che il sole adorato dalla setta mitraica e Giove Ammone rappresentato nel paganesimo sotto forma di montone e agnello. La sua incarnazione e resurrezione sono riprese da Mitra, così come l'adorazione dei re Magi. Mitra e Gesù sono la stessa persona, non esiste nessun documento storico valido per sostenere l'esistenza di Cristo e la mia convinzione è che non è mai esistito.

Le sacre scritture, lontane dall’essere un’opera di ispirazione letteraria o poetica, sono un vero trattato di insegnamento di guerriglia e di incitamento alla rivolta armata. Furono scritte unicamente per raggiungere degli scopi politici ben precisi, scopi che appariranno evidenti quando ci troveremo davanti a quel “partito giudaico” che porterà gli ebrei, in un crescendo di esaltazione “nazionalistica”, a concepire un programma di imperialismo universale.Che lo scopo della Bibbia sia quello di riunire un popolo, un popolo frustrato, facendo leva su quei sentimenti di odio e di vendetta, che erano andati accumulandosi in esso durante i secoli, pervia di quell’emarginazione a cui era stato costretto dall’inizio dei tempi, appare evidente da come gli ebrei si sono costruiti il loro dio, quel dio che ci viene mostrato, sin dalle primissime pagine, come capace soltanto di punire, maledire e ordinare stragi.


La vita di Mithra quale salvatore (
sotèr
), una volta disceso sulla terra, è del tutto simile a quellariportata dalle altre religioni riguardo ai loro dei, anche se nel suo
Vangelo
, a differenza degli altriculti dei misteri, si dà una spiegazione riguardo alla sua venuta sulla terra che lo vuole nato da unavergine che lo aveva concepito per opera dello stesso dio Aura Mazda. Cresciuto in virtú e saggez-za, dette inizio alla sua attività redentrice, predicando la morale mazdeista. Una morale che, indiriz-zandosi soprattutto agli umili e agli oppressi, veniva riassunta in una predica, detta delle
Beatitudi-ni
,
nella quale Mithra prometteva una ricompensa di felicità eterna dopo la morte a coloro che, conrassegnazione, avessero sopportato l’oppressione e le ingiustizie su questa terra. Nel
Vangelo
di Mi-thra venivano raccontati gli attacchi che egli aveva ricevuto da parte dei suoi nemici, i seguaci delprincipe delle tenebre Arimane e dei suoi demoni, gli «angeli del male». La sua «passionex è deltutto simile a quella degli altri salvatori appartenenti agli altri culti dei misteri. Ucciso dopo esserestato torturato, fu appeso a un palo e fatto resuscitare il terzo giorno dalla morte dopo essere discesoagli inferi. Nel
Vangelo
avestico viene riportata anche l’ultima cena che Mithra consumò con i suoiapostoli: dopo aver trasformato il pane e il vino nel corpo e sangue proprio e aver detto loro che, selo avessero mangiato e bevuto, avrebbero ricevuto la vita eterna, promise che alla fine del mondosarebbe ridisceso sulla terra su un carro tirato da cavalli per giudicare, dall’alto di una nube, i vivi ei morti che sarebbero usciti dalle tombe, ritornando in possesso dei loro corpi («resurrezione dellacarne»). Compiuta cosí la sua missione sulla terra e lasciato ai suoi discepoli il compito di propaga-re la sua dottrina, Mithra veniva fatto risalire in cielo, dove si riuniva con il padre Aura Mazda, inattesa del giudizio universale.Questo giudizio universale, operato su tutti i vivi e i morti, è l’ultimo atto della commedia a cuiabbiamo assistito. Dopo di che, con la fine del mondo, con l’annientamento della materia, ritornando tutto allo stato precedente la creazione, il sipario si richiude sulla stessa scena su cui si era aperto, cioè su Aura Mazda che, in qualità di pensiero, si ritrova a pensare, non si sa bene a che cosa, immerso in un’eternità fatta di nulla.A noi non rimane che battere le mani all’ideatore e al regista di questa commedia, anche se non possiamo nascondere una certa perplessità, che viene dall’interrogativo: “ma perché tutto ciò?”. Soprattutto se pensiamo che il risultato comporta la condanna di gran parte dell’umanità a un’eternità di dolore.Nella religione avestica, come la resurrezione di Mithra veniva festeggiata alla metà di marzo, a simboleggiare la rinascita della natura dopo la morte dell’inverno, cosí si celebrava la sua nascita ilventicinque di dicembre per esprimere, attraverso l’allungarsi del giorno, la vittoria della luce sulle tenebre. Nel rito che si svolgeva in occasione della natività venivano offerti al bambino Mithra, nato da una vergine, l’incenso quale simbolo di spiritualità, l’oro quale riconoscimento della sua regalità, la mirra come espressione del concetto di eternità.Tutto ciò che si riferisce alla religione mazdeista, anche se le sue concezioni-base provengono da antiche leggende babilonesi, si attribuisce al suo fondatore, Zarathustra. Tra le tante cose che si narrano di lui, come che fosse un principe di stirpe reale, c’era quella che faceva corrispondere la sua nascita (VII sec. av. n. e.) a un evento cosmico apportatore di luce, che si verifica ogni sette secoli con l’entrata di Giove e Saturno nella costellazione dei pesci. Fu in seguito a questa coincidenza che alcuni veggenti profetizzarono che al successivo verificarsi dello stesso avvenimento astrale sarebbe nato un “giusto” simile a Zarathustra, che avrebbe dato inizio a un’era di benessere, che si sarebbe conclusa con il trionfo definitivo del bene sul male.(Lo scadere di questi sette secoli coinciderà con l’era messianica.)Diffusasi subito in Iran, in Persia e in Siria, in seguito alla conversione del re Vishtaspa che l’impose ai suoi sudditi, la religione mazdeista si propagò in tutto il Vicino oriente, e in Grecia, dove fu incoraggiata da Alessandro il Macedone prima, e dai sovrani ellenistici che seguirono poi, e infine a Roma, dove fu infine dichiarata religione di Stato. I motivi per cui il mazdeismo si impose sulle altre religioni furono essenzialmente due:
1.
coinvolgendo tutta l’umanità in un concetto di salvezza universale, favoriva il sincretismo  tanto auspicato dagli imperialismi.
2.
Rivolgendosi in particolare a coloro che subivano ingiustizie sociali, con la promessa di una ricompensa che avrebbero ricevuto dopo la morte, se avessero sopportato le sofferenze con umiltà e rassegnazione, tendeva a rendere quieta quella massa di insoddisfatti che ha rappresentato sempre uno dei maggiori nemici della stabilità degli imperialismi.




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giovedì 15 novembre 2018

I Catari, il più grande movimento vegan occidentale

A dire di alcuni cronisti ed esponenti della prima Chiesa cristiana le antiche comunità osservavano l’astinenza dalla carne. Egisippo dice che molti esseni, che erano rigorosamente vegetariani, divennero cristiani, col nome di Ebioniti o Nazirei e che transitarono nel cristianesimo influenzandone la condotta. Eusebio di Cesarea dice che tutti gli apostoli erano vegetariani, S. Clemente Romano asserisce che Pietro mangiava solo pane, olive e un po’ di verdura, S. Girolamo afferma che nei primi secoli i veri cristiani si astenevano dalla carne e che coloro che mangiavano la carne facevano parte della chiesa corrotta, e Tertulliano diceva che nei primi secoli i cristiani non toccarono mai la carne.

Ma la corrente vegetariana che si era sviluppata all’interno del cristianesimo primitivo trovò l’opposizione della Chiesa che considera eretici i suoi seguaci fino alla loro persecuzione e l’annientamento di intere loro comunità, come nel caso dei Càtari (Albigesi o Patarini).

A mano a mano che i ricchi entrarono nella gestione della religione la Chiesa si distaccò dallo spirito originale e venne a generasi una demarcazione tra lo spiritualismo primitivo cristiano, caratterizzato da austerità di costumi dei primi cristiani, e la Chiesa ufficiale che divenne potente, guerrafondaia, corrotta, spietata verso chiunque interferiva con le sue regole. Le regole dell’astinenza della carne furono bandite per favorire l’apertura della nuova religione non solo ai ricchi e all’imperatore Costantino ma alla popolazione pagana. Iniziarono le persecuzioni verso i vegetariani considerati eretici e nel 385 con lo sterminio del vescovo Priscilliano ed i suoi seguaci si decretò la fine alla corrente vegetariana all’interno della Chiesa cattolica.

Quando intorno al X secolo in Europa vi fu un generale risveglio spirituale nel desiderio di tornare alla semplicità di vita e alle regole delle prime comunità cristiane, si sviluppò il movimento vegan più grosso della storia, il Catarismo dal termine greco che significa “puro”. Questo movimento si sviluppò nel sud della Francia, in Italia, in Germania, in Bosnia, Serbia, Bulgaria, nell’impero Bizantino. I Catari si rifacevano al messaggio di Cristo; erano asceti, pacifisti, digiunatori, rifiutavano il matrimonio e la procreazione, non possedevano ricchezze, professavano la dottrina dualista e predicavano un’assoluta purezza di vita; condannavano tutto ciò che è carnale e terreno, compreso il matrimonio, la proprietà privata, l’uso delle armi; erano poveri, semplici, casti, vestivano un abito nero ed andavano scalzi. Rispolverarono antichi testi gnostici, scrissero vangeli in lingua volgare e pare che fu proprio la lettura di questi testi a portare S. Francesco verso la sua dottrina ecologica. Per i Càtari essere vegan era la condizione per diventare “perfetti” e faceva parte del giuramento che doveva prestare l’adepto”…Bisogna che facciate a Dio la promessa che non commetterete mai omicidio, che mai volontariamente mangerete formaggio, latte, uova, né carne di qualunque animale…”.

I Càtari si dividevano in due categorie, i “perfetti” che erano vegan, cioè i capi di questa setta religiosa, e i “semplici” che ancora non lo erano; La loro diffusione e la conversione delle masse al catarismo fu vastissima al punto da suscitare l’avversione della Chiesa che li perseguitò in tutta Europa fino a sterminarli con roghi e impiccagioni. Il modo di identificare un càtaro da parte degli inquisitori era ordinargli di uccidere un animale: coloro che si rifiutavano salivano sul patibolo.

Così nel 1209 per ordine di Innocenzo III (il papa che strappava i denti ad uno ad uno agli ebrei che non pagavano le tasse, il papa che quando i francesi avevano minato il suo regno d’Inghilterra disse: “Spada, spada esci dal tuo fodero e semina sterminio”, il papa che prometteva il paradiso a chi avesse ucciso un albigese, cioè un càtaro) ordì una vera crociata contro i Càtari, affidata ai domenicani e condotta dal cavaliere Simon de Montfort che fu autorizzato a sterminare più gente che poteva senza fare prigionieri. E quando i crociati chiesero al legato papale prima dell’invasione della città di Bézieres come avrebbero distinto i càtari rispose “Uccideteli tutti, li riconoscerà Dio”. Ci furono 20.000 vittime e la città fu distrutta. A Minerve 140 Catari furono spinti sulle fiamme di un’enorme catasta di legna; alcuni perfetti si gettarono senza essere spinti e senza un urlo di dolore. A Lovaur altri 400 perfetti furono bruciati su un’enorme pila. Il papa, informato di ogni tappa della crociata in una lettera a Monfort scrisse: “Sia lode e grazie a Dio per ciò che ha operato nella sua clemenza contro i suoi nemici pestilenziali” .

I pochi superstiti si rifugiarono nelle grotte o nei boschi da dove partivano per predicare e convertire la popolazione della Catalogna fino a circa il 1244 quando gli ultimi 220 catari rappresentanti del Catarismo rifugiatisi nel castello di Montsegar vicino Tolosa, furono arsi al rogo decretando la fine del movimento càtaro in Europa. Anche S. Luigi Gonzaga diede il suo contributo organizzando nel 1229 un’inquisizione per eliminare il catarismo dalla Francia. Dopo 20 anni di guerra per estirpare i Catari i morti furono più di un milione.

Da allora, e per secoli, la Chiesa vedrà in tutti coloro che per scelta etica rinunciassero a mangiare la carne, un focolaio di eresia da ostacolare con ogni mezzo. La Chiesa con tali estremi tentativi di opporsi alla diffusione del veganismo e del vegetarismo confermava la sua antica posizione sancita in 4 differenti Concili in cui proibiva al clero l’astinenza dalla carne pena la destituzione dei pubblici ministeri. Nel Concilio di Ancyranum del 314 viene ribadita la ferma decisione di allontanare i religiosi che rifiutavano di mangiare la carne; nel Concilio Gangrense del 324 la Chiesa ritorna sullo stesso argomento per neutralizzare le molte tendenze in rispetto della vita degli animali; nel Concilio di Braga del 577 viene dichiarato da papa Giovanni XII che se qualcuno giudica immonde le carni che Dio ha dato all’uomo per nutrirsi e non perché desidera mortificarsi, si astiene dal mangiare queste carni, su di lui anatema; nel Concilio di Aquisgrana dell’816 viene stabilito che chi non osserva le regole della vita pratica deve essere allontanato dall’ordine religioso; i membri del clero che aborriscono le carni, perfino gli ortaggi che si cuociono insieme ad esse, devono essere allontanati dall’ordine.

E mentre in Europa va spegnendosi l’ascetismo spirituale cristiano il veganismo resta circoscritto nei monasteri che da vegan diventano vegetariani, poi con la conquista musulmana dei territori mediterranei l’ascetismo cristiano viene ereditato dalla religione islamica che trova nel Sufismo la corrente più rappresentativa.
Oggi il veganismo a buona ragione può essere considerato come la versione moderna del Catarismo con i suoi aspetti più o meno etici, sociali, religiosi o spirituali.

Franco Libero Manco –


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mercoledì 14 novembre 2018

INSEGNATE AL BAMBINO A LOTTARE

"Dico sul serio. Non ascoltate degli idioti. Insegnategli a picchiare e a battagliare. Lo devono saper fare tutti, come saper nuotare. Prima di tutto, questa capacità un giorno potrebbe salvargli la vita. E poi, è utile. Nuotare è utile, e anche saper lottare è utile, perché una rissa (lotta) è la realizzazione dell'istinto dell'aggressività. Lo abbiamo tutti. Konrad Lorenz ha detto: "In una società civile non c'è posto per l'aggressione, i problemi vanno risolti con la testa, e non con la forza."
Ci dicevano, da piccoli: lascia stare, non picchiare, picchiare non va bene, sii più intelligente. Ed è giusto, mica siamo le scimmie, da noi dominano gli individue intelligenti e non forti.
Ma come fare con l'aggressività? Ignorarla?
Ho un rottweiler, tenero e affettuoso. Ma al mio comando può fare a pezzi chiunque minacci me o mia moglie. E ora immaginate una persona alla quale hanno regalato un cucciolo di rottweiler, ma lui non se ne occupa, non lo educa, lo ignora ... come andrà a finire? Il cane sarà ingovernabile e forse, potrà ferire anche il padrone.


L'istinto dell'aggressività è la nostra bestia interiore, se non riconosciamo il fatto della sua esistenza sarà lui a comandare.
"Non picchiare, piccolo, picchiare fa male, la violenza è un male, risolvi i problemi in un altro modo."

Ignora il rottweiler. E lui ti farà a pezzi.

In tutte le culture è esistito il rito dell'iniziazione: saltare sopra il toro, cacciare un leone, andare in montagna e trovare il suo animale totemico. Avrai paura, o il dolore. Ma diventerai un uomo.
E se aboliamo questo rito, lasciando l'uomo infantile, elastico, empatico, timido? La "bestia" non scomparirà, ma troverà un altro modo per esprimersi.
Un'aggressione passiva, accumulata, reindirizzata: umiliare, insultare, picchiare, chiedere scusa e iniziare daccapo. Il 95% delle donne uccise sono state uccise dai mariti o conviventi.
La violenza non è un male ma uno strumento: è un martello che la natura ci ha dato. Qualcuno ha imparato a usarlo, e qualcuno l'ha messo in soffitto, non stupitevi se un giorno vi cascherà sulla testa.
Il problema è nell'ignorare la bestia.
Il bambino prima o dopo si scontrerà con il mondo reale, dove abitano dei "mostri".
Lasciate che vinca la sua prima gara: del pugilato, della lotta libera, della ginnastica, non importa.
Lasciate che perda, per provare ancora e ancora. Che faccia il suo rito di iniziazione.
Essere un uomo non è una vergogna,
E non ascoltare degli idioti."

traduzione di Olga Samarina

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martedì 13 novembre 2018

ANTIPATOGENO

problemi di salute? Pensate di curarvi con il solito l'antibiotico?
Lo sapete che esiste un "martello neuroacustico" capace di distruggere i batteri e virus che si annidano nel vostro organismo e i fanno stare male?….


Questo programma è stato creato in base alle ultimissime ricerche che riguardano l'azione delle frequenze, svolte nella clinica del dr. Anthony Holand. Il Dr. Anthony Holand per molti anni aveva condotto delle ricerche cercando di trovare una frequenza che possa uccidere le cellule cancerose.

Avete sentito dei casi quando i cantanti d'opera spaccavano i bicchieri di vetro con la sola forza della loro voce? Alla base di questo fenomeno fisico c'è la risonanza: la frequenza della voce coincide con la frequenza del vetro, e il vetro si rompe.

E se proviamo a fare lo stesso con i germi patogeni? Anche i germi patogeni hanno delle frequenze di risonanza a cui reagiscono. Per anni il dr. Holand provò migliaia di frequenze, ma tutto era invano finché non fece coincidere due suoni, per caso: la frequenza portante e la sua undicesima armonica. Ogni frequenza possiede delle armoniche, pari e dispari. L'undicesima armonica è dispari e si ottiene moltiplicando la frequenza portante per 11 (per es. se la frequenza portante è 200 Hz, la sua undicesima armonica sarà 2200 Hz).

Le prove dell'azione comune delle due frequenze si mostrarono stupefacenti: questa copia era capace di uccidere non solo i germi “normali” come la candida, ma persino le cellule tumorali.

Questo sembra fantascienza, ma esistono già delle ricerche documentate: la combinazione della frequenza portante e della sua 11° armonica deprime gli organismi patogeni.
Abbiamo deciso di creare un programma basato sulle ricerche del dr. Holand, adoperando la frequenza portante 48 Hz + la sua undicesima armonica, 528 Hz. La loro sovrapposizione agisce in maniera letale sulle cellule patogene.


Recensioni:
Ivan B.

Mi sento di dire che é un programma stupefacente, ne ho constatato l'efficacia co una bronchite che era da antibiotico. Ho voluto ritardarne l'assunzione di qualche ora per vedere se riuscivo a evitarla, dopo circa un ora dall'ascolto della meditazione ho sentito un miglioramento nella respirazione e nello stato generale. Dopo due giorni meditandoci due volte al giorno i sintomi sono spariti quasi completamente e mi sento di nuovo in forma. Che dire...strabigliante.
Grazie Lenny.





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lunedì 12 novembre 2018

POSTUMANI OVVERO NON PIU' UMANI






Smartphones, social e tutto il resto. La fine dell’umanità così come è sempre stata.3 novembre 2018 Andrea Bizzocchi
Ho sempre avuto una istintiva repulsione, o come minimo diffidenza, nei confronti della tecnologia. Ovviamente la tecnologia presenta, come qualunque altra cosa al mondo, una commistione di caratteri sia negativi che positivi. Ma presenta anche delle caratteristiche ben precise: ad esempio la tecnologia non è tanto l’oggetto tecnologico che ha prodotto, quanto un certo tipo di mentalità e una certa “visione della vita” che quell’oggetto sono arrivati a concepire. Per dire: i popoli della natura non si sono mai sviluppati da un punto di vista tecnico-tecnologico non perché non avessero sufficienti capacità intellettive, ma semplicemente perché l’idea di progresso/sviluppo era del tutto alieno ad una mentalità che viveva “nel tempo” (e non del tempo) e nel “Tutto” (generalizzando, l’unione simbiotica con la Natura e il cosmo, la capacità di immedesimarsi in un animale, in una foglia che cade, in un fiume che scorre, eccetera). Più semplicemente questi popoli “freddi” (come li chiamava Levy Strauss) non hanno mai avuto smanie di “progresso” di alcun genere (tanto meno tecnologico) perché stavano bene così come stavano. A differenza nostra, che ci “agitiamo” a progredire e svilupparci proprio perché non stiamo bene.


Ma veniamo a noi. Ho scritto queste poche righe qualche mese fa seduto su una panca del terminal GreyHound di Port Autorithy (Newark) dopo aver passato quasi due giorni per aeroporti (Bologna, Parigi, Atlanta, Orlando, New York).Ovunque ho visto solo persone a testa bassa smanettare sul loro smartphone; e nessuno, dico nessuno, ridere/scherzare/giocare/parlare con il proprio compagno, con il proprio figlio, con l’amico o con lo sconosciuto vicino di sedia (che una volta era cosa assolutamente normale). Eppure ancora solo dieci anni addietro le cose stavano diversamente, e quando ho cominciato a viaggiare da solo per il mondo (una trentina d’anni fa, che non sono pochi ma non sono nemmeno un’altra era geologica) il viaggio era la quintessenza del conoscere persone e dell’intessere relazioni. Anzi, direi che si viaggiava soprattutto per questo. Ma oramai è così ovunque e la sostanza del discorso è che questi aggeggi che si sono impossessati delle nostre vite (unitamente a tutto il resto è ovvio), sono un formidabile strumento di distruzione del tessuto sociale e di rapporti.


E una società che piuttosto che delle molteplici e drammatiche realtà che sta vivendo a diversi livelli si preoccupa del numero dei like della pizza che sta mangiando e condivide in tempo reale su qualche social, è una società che ha poche speranze di combinare qualcosa di buono. Ed è anche una società in cui cooperazione, mutuo aiuto, condivisione, senso di solidarietà, eccetera, scompaiono progressivamente. Perché i valori (si fa per dire) diventano altri.


Che fare? Non credo ci siano soluzioni perché le operazioni di ingegneria sociale (cioè di trasformazione della società dirette dall’alto) sono molteplici e portate avanti in maniera scientifica e impercettibile (vedi tra le altre cose la distruzione della famiglia tradizionale, promozione di genderismo e gravidanze via uteri in affitto, ecc).
Siamo tutti in riprogrammazione e non ce ne rendiamo conto. Siamo, antropologicamente parlando, in una fase di transizione che ci scaricherà direttamente nel postumano. Eppure pochi paiono capirlo. Antropologicamente parlando, non siamo già più esseri umani, che ci piaccia o meno ammetterlo. Qui non si tratta di “salvare l’uomo”, ma di vivere con dignità e semmai di non essere complici di coloro che “l’uomo” lo stanno distruggendo.


Mi sento solo di dire: rendiamoci conto di dove, come umanità, stiamo andando, e mettiamo giù questi strumenti, non usiamoli o quantomeno il meno possibile.La realtà, la vita, l’amore e il cuore, che sono ciò di cui abbiamo bisogno per vivere bene, stanno da un’altra parte. Torniamo alla nostra umanità, che sarà pure molto imperfetta ma che nel suo farci ridere e piangere, gioire e soffrire, amare e a volte anche “odiare”, è pur sempre reale e soprattutto ci fa sentire ed essere “vivi” e non morti come quegli oggetti tecnologici con cui ci relazioniamo costantemente (anche qui si fa per dire. Non ci si può relazionare con qualcosa di morto).
Perché come “a stare con lo zoppo si impara a zoppicare”, a relazionarsi con ciò che è morto ci si spegne e poi si muore. Anche se si è “vivi”.
https://www.andreabizzocchi.it/smartphones-social-e-tutto-il-resto-la-fine-dellumanita-cosi-come-e-sempre-stata/

sabato 10 novembre 2018

La vera storia di un criminale chiamato Cristoforo Colombo...

QUELLO CHE A SCUOLA NON TI INSEGNANO…

Il Regno del Terrore di Colombo, come documentato da noti storici, fu così sanguinoso, il suo lascito così indicibilmente crudele..

Perché tutt’oggi continuiamo ad onorare questo criminale? Perché a scuola e nei libri di storia viene presentato come un eroe?

STERMINI VOLUTAMENTE DIMENTICATI

Ma se ci pensate, l’intero concetto della scoperta dell’America è, beh, arrogante. Dopo tutto, i nativi americani scoprirono il Nord America circa 14.000 anni prima che Colombo fu nato!

Sorprendentemente, la prova del DNA suggerisce ora che i coraggiosi avventurieri Polinesiani navigarono con delle piroghe attraverso il Pacifico e si stabilirono in America del Sud molto prima dei Vichinghi. In secondo luogo, Colombo non era un’eroe. Quando mise piede sulla sabbia della spiaggia alle Bahamas il 12 Ottobre 1492, Cristoforo Colombo scoprì che le isole erano abitate da gente amichevole e pacifica che si chiamavano Lucayans, Taino e Arawak.

Scrivendo il suo diario, Colombo disse che erano un popolo affascinante, intelligente e gentile. Egli osservò che i gentili Arawak furono eccezionali nella loro ospitalità.

I NATIVI AMERICANI PACIFICI, SENZA PRIGIONI NE PRIGIONIERI !

”Essi si offrivano di condividere con chiunque e quando si chiedeva qualcosa non dicevano mai di no”, diceva. Gli Arawak non possedevano armi; la loro società non aveva ne prigioni, né criminali né prigionieri. Erano così di buon cuore che Colombo annotava nel suo diario che il giorno in cui la Santa Maria naufragò, gli Arawak lavorarono per ore per salvare il suo carico e il suo equipaggio.

I nativi furono così onesti che nessuna cosa sparì. Colombo fu così impressionato del duro lavoro di questi isolani gentili che confiscò immediatamente la loro terra per la Spagna e li ridusse in schiavitù per farli lavorare nelle sue brutali miniere d’oro. In soli due anni, 125.000 (la metà della popolazione), degli originali indigeni dell’isola erano morti.

Se fossi un nativo americano, vorrei segnare il 12 ottobre nel mio calendario come il giorno nero. Incredibilmente, Colombo supervisionò la vendita di ragazze native ridotte in schiavitù sessuale. Le ragazze giovani di 9 e 10 anni erano le più desiderate dagli uomini. Nel 1500 Colombo ne scrisse casualmente sul suo diario.

E disse:”Un centinaio di castellanoes sono così facilmente ottenuti per una donna come per una fattoria ed è assai universale che ci siano molti commercianti che vanno in giro in cerca di ragazze, adesso c’è la richiesta di quelle da nove a dieci anni.” Egli forzò questi pacifici nativi a lavorare nelle sue miniere d’oro fino a quando non morivano di sfinimento.

MASSACRI E VIOLENZE SENZA FINE !
Se un “Indiano” non consegnava l’intera sua quota di polvere d’oro alla scadenza data da Colombo, i soldati avrebbero tagliato le mani dell’uomo e gliele avrebbero annodate saldamente attorno al collo per divulgare il messaggio. La schiavitù era così insopportabile per questi dolci e gentili isolani che ad un certo punto 100 di loro commisero un suicidio di massa.


Nel suo secondo viaggio nel Nuovo Mondo, Colombo portò con sé cannoni e cani da attacco. Se un nativo resisteva alla schiavitù, gli si sarebbe tagliato via il naso o un orecchio. Se gli schiavi cercavano di scappare Colombo li bruciava vivi.

Altre volte mandava cani d’assalto a dar loro la caccia, e i cani strappavano via braccia e gambe dei nativi urlanti mentre essi erano ancora vivi. Se gli spagnoli si trovavano a corto di carne per nutrire i propri cani, venivano uccisi bambini Arawak e usati come cibo per cani.

Uno degli uomini di Colombo, Bartolome De Las Casas, fu così mortificato dalle brutali atrocità di Colombo contro i popoli nativi, che smise di lavorare per Colombo e diventò un sacerdote Cattolico. Egli descrisse come gli Spagnoli sotto il comando di Colombo “tagliavano le gambe dei bambini che correvano da loro, per testare l’affilatezza delle loro armi”.

STERMINI DI MASSA

In un sol giorno De Las Casas fu testimone oculare di come i soldati spagnoli smembrarono, decapitarono o violentarono 3000 persone native.”Tali disumanità e barbarie furono commesse ai miei occhi come nessun’altra età al confronto” scrisse De Las Casas. “I miei occhi hanno visto questi atti così estranei della natura umana che adesso Io tremo mentre scrivo.”

De Las Casas trascorse il resto della sua vita nel tentativo di proteggere il popolo nativo indifeso. Ma dopo un po non vi erano rimasti più nativi da proteggere. Gli esperti concordano sul fatto che prima del 1492 la popolazione dell’isola di Hispaniola probabilmente contava oltre 3 milioni di persone. Dopo 20 anni dall’arrivo degli spagnoli essa si ridusse a solo 60.000.

Nel 1516 lo storico spagnolo Peter Martyr scrisse:”…una nave senza ne bussola, ne carta o guida, ma solo seguendo la striscia degli indiani morti che erano gettati dalle navi, poteva trovare la strada dalle Bahamas a Hispaniola.”

A SCUOLA ERA UN EROE…

In realtà Colombo fu il primo mercante di schiavi delle Americhe. Quando gli schiavi indigeni morivano essi erano rimpiazzati con schiavi neri. Il figlio di Colombo diventò il primo trafficante di schivi africani nel 1505.

Sei sorpreso e non hai mai imparato nulla di tutto ciò a scuola?

Il regno del terrore di Colombo è uno dei capitoli più oscuri della nostra storia…


Articolo di: Ruggero Marino


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giovedì 8 novembre 2018

Diffidate delle "bufale" affisse ai manifesti

Diffidate delle "bufale" 
affisse ai manifesti
Chiedetevi sempre 
quali interessi miliardari 
ci sono in gioco





a) Analizziamo insieme il cattivo gusto apertamente "manifesto", partorito dai 'dottor Mengele' del XXI secolo, quelli della medioevale congrega detta "Ordine dei medici", vetusta corporazione di epoca pre-moderna, sopravvissuta alla globale standardizzazione e omologazione che invece, per sua stessa natura, pone ogni prestazione, professione e competenza sul libero mercato, senza sconti, né privilegi, o protezioni di alcun genere...
Forse che questa non è la prima contraddizione che riscontriamo, se solo ci soffermiamo un attimo di fronte all'obbrobiosooffensivo e volgare manifesto in questione?! Una professione come quella medica che, in nome della tanto sventagliata modernità della scienza, si barrica dietro una vetusta e oggi mafiosa corporazione dalle origini medioevali, decontestualizzata e privata ormai del suo senso originario, quando i borghesi dei liberi italici Comuni dovevano necessariamente proteggere se stessi dai soprusi dei nobili e degli ecclesiastici...;

b) Il team dei grafici o i pubblicitari che hanno pensato di affiancare l'orsetto alla lapide tombale del presunto bimbo innocente, vittima della "paura" dei genitori, che per la loro proterva ignoranza non lo hanno vaccinato causandone la prematura scomparsa, fa da monito a chi disgraziatamente si imbatta nella visione del macabro manifesto - presumibilmente altri genitori con bimbi mentre li vanno a prendere da scuola o ve li accompagnano (li hanno affissi quasi sempre in prossimità delle scuole, se ci fate caso) - giocando sulla parola PAURA. Quella, in effetti, risulta essere la chiave di volta del loro asserto: richiamare e attivare la carica emozionale della paura in chi guarda, creando risonanza col concetto di MORTE, se non vaccini il tuo piccolo (il tenero orsetto ce lo ricorda melanconicamente, come se il piccolo fosse ancora vivo, accanto ai suoi giochi e al suo adorato 'oggetto transizionale', come avrebbe asserito l'illustre pediatra e psicoanalista Donald Winnicott!);

Attenzione ora ai condizionamenti subliminali occulti, di cui l'immagine straripa! 



c) La croce che si vede incisa sulla lapide ci dice di una comunità intera che si identifica in valori condivisi; chi ne rimane fuori ne rischia tutte le fatali conseguenze. La Chiesa avvalla e ammutolisce di fronte all'ineluttabilità della morte dovuta alla disobbedienza civile di una minoranza. Naturalmente i significati subliminali sono tutti rovesciati e  questo fa sì che rimangano irriconoscibili alla mente conscia, ma che funzionino molto bene lavorando nell'inconscio! 

d) La frase: "NON MI HANNO VACCINATO PER PAURA DELL'AUTISMO". Terribile la freddezza con cui questa bambina (il fiocchetto dell'orsacchiotto è di colore rosa) si rivolge non tanto ai genitori che giudica degli assassini e da cui sembra tenere le distanze con rabbiosa rassegnazione, ma a chi si trovasse a passare di lì per caso (in realtà è come un grido urlato a tutti: un manifesto affisso sui muri delle strade, nei tabelloni pubblicitari, in prossimità delle scuole).
La correlazione vaccini-autismo viene così svilita, svuotata di ogni significato, irrisa, poiché di fronte alla certezza della morte tutte le 'tesi' vengono prese solo come congetture, supposizioni senza alcun valore scientifico, tanto da non esser prese in alcuna considerazione. La morte infatti qui sopravviene per una paura, non certo per una causa scientificamente dimostrata! Bisognerebbe dirlo a tutti quei genitori che hanno avuto figli danneggiati da vaccino... Ma qui, naturalmente ogni contraddittorio non è ammesso, nemmeno sotto forma di dubbio o interrogativo!



e) Il medico allineato al sistema diventa quindi l'unico arbitro che può stabilire l'efficacia delle vaccinazioni, contro ogni fantomatico e ipotetico rischio per la salute. Non si fa nemmeno cenno ai medici dissidenti, i quali non rientrano più nella medioevale corporazione professionale, poiché radiati e quindi extra-lege.


Appello ai naviganti

Dopo aver preso atto della grave discriminazione fatta ormai spudoratamente alla luce del sole da una classe medica avida e corrotta, ultimo anello di una catena che prende gli ordini da persuasori occulti d'oltreoceano, attraverso la potente lobby chimico-farmaceutica, perpetrata ai danni della salute del singolo e del benessere delle famiglie che nel corso di decenni sono state colpite da disturbi e danni irreversibili nelle giovani vite dei loro figli, non ci resta che unire le forze, al di là di ogni differenza concettuale sul come operare per adottare una strategia difensiva e alternativa all'obbligo vaccinale, da parte di tutte le associazioni sul territorio nazionale, dei privati cittadini e di tutte quelle famiglie che, pur non riconoscendosi in alcuna delle associazioni a difesa della libertà di scelta, portano avanti la loro battaglia in difesa della medesima libertà.
Invito quindi tutti voi, tutti noi che ci riconosciamo in questa lotta per la civiltà contro la barbarie delle lobbies e contro l'arroganza di una scienza senza coscienza a rispondere con altrettanta sfacciataggine, ma non sconsiderata come la loro, nell'affiggere per i muri di tutte le città italiane manifesti altrettanto portentosi e non vili come i loro... Manifesti su tutti i muri per dire che ci siamo, che siamo tanti,CHE SIAMO UNITI! 

Prego pertanto tutte le associazioni, i liberi cittadini, il dott. Dario Miedico con il movimento SI-AMO, MEDICINA DEMOCRATICA, l'ASSOCIAZIONE VERITAS, POPOLO UNICO, COMILVA CORVELVA, CONDAV e tutti coloro che non ignorano il pericolo che tutti noi come comunità civile e come singoli cittadini corriamo, di organizzare una campagna mediatica senza precedenti, attraverso l'affissione di manifesti ed eventualmente con la presenza sulle strade e sulle piazze italiane di gazebo e banchetti di informazione.

Mettiamo da parte tutte le differenze (le differenze sono un valore aggiunto, non un ostacolo alla conoscenza) e uniamo le forze per un obiettivo comune. Continuando a rimanere divisi, ognuno sulle proprie posizioni a volte piccate, a volte autoreferenziali ed egoiche, non facciamo altro che dare forza 'al nemico', perdendo autorevolezza e disperdendo le forze. 
Creiamo un Comitato che rappresenti tutte le forze in campo e per azioni mirate come questa, soltanto per azioni mirate; troviamo un accordo di minima attraverso cui incidere ed operare uniti. Ognuno di noi, sia come Associazioni, movimenti o come singoli cittadini, può continuare a perseguire le proprie linee di forza, i propri obiettivi peculiari secondo il proprio modo di essere e secondo le proprie finalità specifiche.
Chi legge questo post può dunque lasciare un commento in fondo alla pagina con eventuali riferimenti mail per avviare tutti insieme un'azione congiunta: arginare la deriva dilagante dello strapotere mediatico nelle mani di una scienza senza coscienza che ora siamo costretti a vedere affisso ai muri delle nostre città in manifesti che offendono la ragione, la dignità delle persone e sono uno schiaffo per tutti coloro che hanno subito danni irreversibili alla salute a causa degli sporchi vaccini. 

Conclusioni

Concludo questo post con le parole di un grande profeta dei nostri giorni: Ivan Illich, che già diversi decenni fa ci metteva in guardia, con i suoi scritti, sulla pericolosità della delega, atteggiamento pervasivo in ogni aspetto e pratica della società contemporanea: dalla gestione della salute a quella dei trasporti, all'istruzione, ecc. Ricordo di esser rimasto attratto quando, ancora ventenne, mi imbattei nei suoi saggi: uno in particolare attrasse la mia attenzione; sembrava profetico: quello intitolatoDisoccupazione creativa. Ecco cosa scriveva invece a proposito dello strapotere della classe medica e degli interessi miliardari che soggiacciono ai diktat delle cure e dei farmaci:  

  
      "La corporazione medica è diventata una grande minaccia per la salute".

Lo scriveva nel 1976 in Nemesi medica. L'espropriazione della salute.

Eccolo, di nuovo, nell'Introduzione al testo sopracitato:

Un sistema di tutela della salute a carattere professionale e basato sul medico, una volta cresciuto al di là dei limiti critici, diventa patogeno per tre motivi: produce inevitabilmente un danno clinico che sopravanza i suoi potenziali benefici; non può non favorire, pur se le oscura, le condizioni politiche rendono malsana la società; tende a mistificare e a espropriare il potere dell'individuo di guarire se stesso e di modellare il proprio ambiente. I sistemi sanitari contemporanei hanno superato questi limiti di tollerabilità. Il monopolio medico e paramedico sulla metodologia e sulla tecnologia dell'igiene è un esempio lampante del cattivo uso politico delle conquiste scientifiche, deviate a rafforzare la crescita industriale anziché personale. Questa medicina non è altro che un mezzo per convincere chi è stanco e disgustato della società che in realtà è lui che è ammalato, impotente e bisognoso di riparazione tecnica.

Ripropongo nuovamente la visione del seguente video, soprattutto per chi nutrisse ancora dubbi su quanto il principio di non nocuità venga praticamente non più preso in considerazione dalla pratica massiva delle vaccinazioni, in nome ed esclusivamente di interessi miliardari. Lo dimostrano le testimonianze che avrete modo di ascoltare e di vedere.
Ringrazio tutti coloro i quali sapranno per una volta porre da parte le differenze, quindi vedere non ciò che vi divide, ma ciò che vi unisce.
Grazie. Buona visione!

Dinaweh

https://incantodiluce.blogspot.com/2018/11/bufale-su-bufale.html
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Il prete pedofilo: secondo lui il Signore risolverà la situazione.

Il prete pedofilo colto in flagrante con una bimba afferma: "E’ stata una stupidata, pregando si risolverà tutto"
Don Paolo, arrestato per abusi su una bambina, parla di ciò che è accaduto con distacco, freddamente, sorridendo, pare non riconoscere la gravità dell'accusa: secondo lui il Signore risolverà la situazione.


Il prete 70enne sorpreso assieme ad una bimba di 10 anni con le braghe calate sorride mentre parla con il cronista: nell’audio, realizzato dal Corriere Fiorentino, si colgono chiaramente i sentimenti del parroco di Calenzano, la leggerezza con cui racconta cosa è successo quella sera in cui è stato beccato da un uomo mentre, nella sua auto, molestava una bambina di 11 anni con gravi problemi familiari, assistita dagli assistenti sociali, è disarmante.


Il prelato si era insinuato nella vita della famiglia, della bimba e, dopo aver carpito la sua fiducia, ha deciso di completare il proprio osceno piano. Don Paolo è indagato per pedofilia e ha lasciato la parrocchia di San Ruffignano a Sommaia, attualmente si trova agli arresti domiciliari nella sua casa a Bagni di Lucca. Il vescovo Giuseppe Betori lo ha sospeso impedendogli di celebrare la Santa Messa.

Il prete candidamente osserva di aver commesso un errore e sostiene che deve affidarsi a Gesù e Maria perchè saranno loro ad aggiustare tutto. “È stata una mia stupidità ho avuto uno sgambetto del demonio, bisogna pregare. Pregando si risolvono i problemi”. Il ministro di Dio deve lasciare Calenzanodopo tanti anni: “Adesso è capitata questa cosa un po’ così, all’improvviso” ha sostenuto surrealmente.



L’accusa di pedofilia per lui è un “episodio poco buono“, continua a sostenere che credeva che la bambina avesse almeno 15 anni: era un amico di famiglia, conosceva perfettamente l’età della piccola, e viene da chiedersi se per lui avere rapporti intimi con una ragazzina, comunque, si può definire normale.

Il sacerdote ha ammesso che alcune volte è successo perchè vi era, semplicemente, una simpatia reciproca: “Ho commesso un errore, che vuoi farci… ci penserà nostro Signore, è lui che mette a posto ogni cosa” secondo lui vi è stato uno scambio di affetto, del resto la ragazza era molto più matura dell’età.


Paolo Glaentzer nell’audio parla come se si trovasse perduto in una realtà parallela, l’accusa di pedofilia non lo tocca, continua a ripetere che con altre “ragazze” non è mai accaduto e sostiene che la bambina si sarebbe tirata su la maglietta di sua spontanea volontà: in quel momento ha pensato che il poco affetto dei genitori la portasse a comportarsi in tal modo. Si dice logicamente pentito, come se la parola nella sua bocca avesse valenza.
https://news.fidelityhouse.eu/cronaca/il-prete-pedofilo-colto-in-flagrante-con-una-bimba-afferma-e-stata-una-stupidata-pregando-si-risolvera-tutto-355717.html?utm_source=fb_genera_C&utm_medium=fb_genera_00002&utm_content=355717&utm_campaign=fb_genera_00002_C
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perché i preti diventano pedofili?

Al di là di queste notizie viene da chiedersi: perché i preti diventano pedofili? Molti penseranno che sia uno degli effetti del celibato forzato, ma se dipendesse semplicemente da questo, dovremmo osservare somiglianze statistiche con analoghe situazioni di castità obbligatoria, cosa che non risulta. Del resto, se la condizione di celibato diventasse insostenibile per il prete, perché non ripiegare nella normale eterosessualità adulta, più o meno clandestina?

No, certamente il comportamento pedofilo non può essere spiegato con la semplice repressione sessuale, nemmeno se esasperata e prolungata negli anni.

Sebbene la pedofilia sia un crimine particolarmente odioso perché colpisce le vittime più indifese e disarmate, va tuttavia detto che essa evidenzia uno stato di regressione psichica da parte di chi la mette in atto.

Un pedofilo non è mai completamente adulto, bensì cerca, a livello inconscio, di rievocare simbolicamente la sua stessa infanzia. La mancanza di maturità sessuale da parte dei preti, che l’esperienza del seminario non ha certo potuto permettere, potrebbe aver “fissato” lo stato evolutivo psichico ad uno stadio preadolescenziale.

Questa interpretazione narcisistica del comportamento pedofilo dei preti sarebbe confermata dall’osservazione dell’età media delle vittime, spesso compresa fra gli 8 e i 12 anni. Va anche sottolineato che nella quasi totalità dei casi si tratta di pedofilia omosessuale, ed anche questo elemento ci fa capire come il prete pedofilo abbia pesanti conflitti da risolvere con sé stesso, con la propria sessualità, con la propria storia e soprattutto con la propria identità.

La pedofilia è comunque un fenomeno estremamente complesso, non è semplicemente espressione di tendenze regressive infantili negli adulti (altrimenti i pedofili sarebbero milioni!).

Va considerato un altro fondamentale aspetto: il rapporto sado-masochistico. Anche qualora non vi sia violenza, è innegabile che il pedofilo, per sottomettere la vittima, faccia leva sul suo potere adulto e sulla sua superiorità fisica e psicologica.

E’ anche evidente che lo scopo del pedofilo non è di procurare piacere, ma di ottenerlo, anche usando la propria preda come fosse un giocattolo inerme. C’è dunque una notevole componente ideologicamente autoritaria nella pedofilia. Un autoritarismo che si esprime come un bisogno di possessivismo morboso, invincibile, da cui non ci si può sottrarre.

E’ estremamente significativo che in molti episodi riportati dalle cronache, si nota che i preti pedofili generalmente non prendono particolari precauzioni per nascondere i propri perversi comportamenti. Nel loro delirio di onnipotenza (che è anch’esso di origine infantile) essi preferiscono contare sulla omertà delle proprie vittime piuttosto che sul mettere in atto i comportamenti devianti in contesti protetti, magari lontano dal proprio ambiente.

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A questo punto possiamo avanzare un’ipotesi che forse dà un senso logico a tutto quanto esposto precedentemente, e che potrebbe almeno in parte spiegare il ricorrente nesso fra comportamento pedofilo e condizione di prete.

Riepilogando, abbiamo analizzato le principali componenti della pedofilia e abbiamo riscontrato regressione, autoritarismo, possessivismo morboso. Guarda caso, si tratta dell’essenza più intima della teologia cattolica!

Il cattolicesimo, fra tutte le religioni del mondo, è infatti quella che offre al popolo il maggior numero di simboli infantili: non a caso il personaggio più proposto, più venerato, più rappresentato e rispettato è una mamma. Poi, proprio come si fa con i bambini, vengono continuamente propinate promesse, minacce, premi e punizioni. Raramente, o forse mai, si parla di responsabilità personale o di libere decisioni, quelli sono comportamenti troppo adulti, i cattolici possono solo osservare, seguire, credere, aderire, obbedire, confessare, pentirsi, ecc.

Sempre a proposito di regressione infantile, si osservi che il principale rito cattolico, nonché il comportamento più meritorio e sacro, è un comportamento “orale”, cioè l’eucarestia. Che i buoni cristiani debbano fare la comunione tutte le domeniche ricorda incredibilmente un vecchio luogo comune: “i bambini buoni mangiano tutta la pappa”. Non solo: nella liturgia cattolica si insiste, non a caso, sul fatto che l’ostia debba essere “imboccata” dalle mani del sacerdote, e non presa in mano dall’adepto. Come accade con una mamma che nutre un bambino che non sa ancora tenere in mano il cucchiaino.

Pochi hanno notato che, a suo tempo, ci fu un richiamo di papa Wojtyla proprio su questo argomento, ovvero dell’ostia “imboccata” dal prete, dato che molte chiese si stavano disinvoltamente protestantizzando su questa formalità apparentemente insignificante, distribuendo ostie direttamente nelle mani dei fedeli. Ma alla chiesa certi dettagli non sfuggono, perché ne conoscono l’enorme portata psicologica.

Ed è infatti così che la chiesa vuole che siano i suoi sottoposti: inermi, inconsapevoli, bambini che si abbandonano ciecamente nelle mani di una autorità protettiva e consolatoria. Bambini che non sanno nemmeno usare le proprie mani. Guarda caso, anche i pedofili hanno bisogno di soggetti passivi ed inconsapevoli. Curioso vero?

Sta di fatto che il bambino stuprato, vittima del pedofilo, magari del prete-pedofilo, è quindi una metafora del cattolico perfetto: sottomesso, timoroso, silenzioso, fiducioso che ciò che accade è per il suo bene.

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Il prete pedofilo non cessa dunque di essere prete (“Tu es sacerdos in aeternum”), anzi, forse esprime nella forma più eloquente ed esplicita quella ideologia che la sua mente ha assorbito da anni e anni, finendo per identificarsi con essa. Avete notato? I preti pedofili se scoperti non lasciano mai il sacerdozio, a differenza dei preti che hanno avuto delle “banali” relazioni con donne. Inoltre, difficilmente vengono sospesi dalle celebrazioni religiose, tutt’al più vengono trasferiti “per non dare scandalo”.

Ora sappiamo perché: la pedofilia esprime in realtà ruoli e significati profondamente ed intimamente “cattolici”, sebbene il prete pedofilo abbia il paradossale ruolo di essere contemporaneamente vittima (sia dei suoi problemi personali che di una ideologia oggettivamente nociva per l’equilibrio psichico) e carnefice (perché commette abusi senza preoccuparsi dei danni indelebili che procura agli altri).

La dinamica “prete pedofilo-bambino” è dunque una efficace metafora del rapporto fra la chiesa e i suoi fedeli, fra l’istituzione possessiva e autoritaria, e i suoi seguaci ingenui e “bambini”.



Tra l’altro la chiesa, battezzando bambini inconsapevoli, e indottrinandoli sin dalla scuola materna, a ben vedere mette in atto le stesse tecniche di adescamento usate dai pedofili, che infatti fondano la loro seduzione proprio sulla non conoscenza, sulla non consapevolezza e persino sul senso di timore riverenziale che la vittima avverte “dopo” l’avvenuto “battesimo” (in questo caso il termine va interpretato con un doppio senso).

In entrambi i casi, questi bambini “vittime” (sia di pedofili che di chiese pedofile) sanno provare solo sensi di colpa, e non l’opportuno e sacrosanto diritto alla propria integrità mentale e fisica. Infatti, come tutti gli psicoterapeuti sanno bene per esperienza professionale, ricevere una educazione rigidamente cattolica non lascia minori conseguenze negative nella personalità rispetto agli effetti dei traumi psicologici che derivano dal subire episodi di pedofilia. Anzi forse questi ultimi, essendo tutto sommato più circoscritti, possono essere superati più facilmente.

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Un’altra analogia simbolica fra pedofilia e cattolicesimo la troviamo, nientemeno, nella messa. Che cos’è la messa? La rievocazione del sacrificio di una vittima innocente! Il rito del cosiddetto “agnello” che viene sacrificato sull’altare “per l’espiazione dei nostri peccati”.

Un prete, dunque, che celebra la messa, drammatizza simbolicamente (per la teologia cattolica addirittura materialmente) il “sacrificio di una vittima innocente”. Potremmo paradossalmente dire che anche i pedofili “sacrificano vittime innocenti”. Questo è molto importante perché è il cuore dell’ideologia cattolica. Abituare la propria mente a pensare che sacrificare vittime innocenti sia un rituale sacro, positivo, espiatorio, purificatore e da cui scaturisce il bene, può certamente confondere l’inconscio, “abituandolo” a concezioni sottilmente perverse e sacralizzate.

Il prete pedofilo, stuprando bambini, per quanto spaventoso e deviante possa sembrare, non fa altro che “celebrare una messa”, usando simboli diversi ma evocando significati analoghi, ovvero: la vittima innocente va sacrificata. Il suo sangue non è la prova della violenza umana, al contrario, esso ci “lava” e ci purifica! Del resto, cose simili accadevano anche in molti antichi riti religiosi. Quanti poveri animali sono stati torturati, dissanguati e uccisi affinché i sacerdoti si illudessero, in tal modo, di ripulire sia la propria coscienza che quella altrui!

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Possiamo infine concludere che il pedofilo, sia esso prete o no, è una persona con gravi problemi, che in modo irrazionale, deviante e purtroppo dannoso per gli altri, cerca sé stesso e la sua perduta identità sessuale. Nel caso in cui il pedofilo sia un prete, la situazione è resa ancora più complessa a causa della nefasta influenza psichica di quella teologia che è stata oggetto dei suoi studi, della sua formazione e della sua vita.

L’omertà della chiesa, e le sue solite negazioni dell’evidenza, oltretutto, impediscono a questi preti di essere curati, supportati da specialisti della psicologia, magari portati in psicoterapia. E perché no, studiati di più, affinché si possa tentare di prevenire il continuo ripetersi di questi fenomeni.

Evidentemente la chiesa preferisce tenersi dei preti pedofili, che continueranno a fare vittime innocenti, piuttosto che correre il rischio di confrontarsi con delle menti liberate.


http://www.cristianesimo.it/pedopreti2.htm