Sesso e Amore
Va bene.
Chiudi gli occhi un attimo perché ciò che sto per dirti non è un pensiero, è una ferita che parla.
Vista la giornata iniziata con il post sull’amore .
Ieri sera ero a cena con amici.
Un tavolo lungo, pieno di voci, di bicchieri che si toccavano, di risate che cercavano di coprire la stanchezza dei giorni uguali.
Si parlava di tutto: lavoro, politica, allenamenti, amori finiti e futuri tentativi di non soffrire più.
Poi, come succede spesso, è arrivato il discorso sul sesso e sull’amore.
All’inizio ascoltavo, in silenzio.
Mi piace ascoltare, perché nel modo in cui una persona parla dell’amore, capisci quanto conosce se stessa.
C’era chi rideva, chi semplificava, chi lo definiva un bisogno naturale, un gioco, un atto di piacere da vivere senza troppe domande.
E io, seduto lì, sentivo che qualcosa dentro di me cominciava a vibrare.
Non rabbia, no.
Ma una tristezza antica.
La tristezza di chi vede un valore sacro trasformato in passatempo.
Allora ho cominciato a parlare.
Piano, senza voler convincere nessuno.
Mi sono raccontato.
Ho detto che per me il sesso e l’amore non abitano nella stessa casa.
Che il sesso può essere istinto, reazione, carne.
Ma l’amore quello vero è trascendenza, è spirito, è respiro dell’anima.
E il tavolo, pian piano, si è fatto silenzioso.
Persino chi rideva più forte ha smesso di farlo.
Qualcuno mi guardava come si guarda un uomo d’altri tempi,
qualcuno forse si è riconosciuto in quello che dicevo.
E lì, tra i bicchieri vuoti e le parole sospese,
ho capito che non siamo sbagliati noi:
siamo solo anime antiche nate in un contesto storico che non parla più la nostra lingua.
Viviamo in un mondo che ha spiegato tutto:
la biochimica del piacere, la psicologia del legame, la sociologia della coppia.
Ma più spieghiamo, meno comprendiamo.
Perché l’amore non è una formula.
È un mistero.
È il battito stesso dell’universo che prende forma in due corpi.
È la vita che riconosce se stessa nel riflesso dell’altro.
Fare sesso è biologia, è impulso, è bisogno.
È la scintilla che illumina e subito muore.
Fare l’amore, invece, è spiritualità incarnata.
È la fiamma che non brucia, ma trasforma.
È un atto sacro, un rito invisibile in cui due anime si ricordano di essere nate dallo stesso respiro.
È un abbandono totale,
non al piacere, ma alla verità.
Quando fai l’amore davvero, non sei più due.
Non c’è più “io” e “te”.
C’è un’unica energia che si espande, che si allarga, che vibra tra la pelle e il cielo.
È il cosmo che si ripiega su se stesso per ritrovare l’unità perduta.
È l’universo che si ricorda della sua origine attraverso di noi.
E mentre parlavo, sentivo crescere dentro un silenzio profondo, come quello che precede la rivelazione.
Perché l’amore non nasce dal corpo, ma dall’anima.
E l’anima, quando ama davvero, tocca l’eterno.
Fare l’amore è un atto cosmico.
È un incontro tra stelle.
È un’eco dell’energia primordiale che ha generato tutto.
È il ritorno all’Uno,
a quella forza infinita da cui proveniamo e a cui, inconsapevolmente, tendiamo ogni volta che amiamo.
Quando due anime si uniscono davvero, non stanno facendo l’amore:
stanno ricreando l’universo.
Sono il Big Bang dell’emozione,
il respiro di Dio che torna a vibrare nella materia.
E mentre lo dicevo, mi sono accorto che quegli occhi quelli di chi mi era accanto
non ridevano più.
Erano lucidi, profondi, come se per un attimo
avessero ricordato anche loro di essere qualcosa di più grande,
di più vasto, di più sacro.
Poi la serata è ripresa.
Le risate, le battute, i brindisi.
Io ho aspettato in silenzio il conto,
ho salutato tutti con un abbraccio sincero,
di quelli che restano sulla pelle più di qualsiasi parola,
e mi sono diretto verso casa,
in mezzo alla campagna dove vivo.
L’aria era fresca, piena di profumo di terra e di stelle.
Camminavo piano, e ogni passo mi avvicinava a qualcosa di più vero.
Sopra di me, il cielo sembrava vivo.
Ogni stella una parola, ogni soffio di vento un ricordo.
E ho capito che l’amore quello che io intendo
non è tra due persone.
È tra due anime che si riconoscono nella totalità del creato.
È l’universo che si guarda e si ama attraverso di noi.
L’amore è cosmico,
è ancestrale,
è la vibrazione originaria che tiene insieme tutto ciò che esiste.
Quando ami davvero, senti che tutto ogni respiro, ogni atomo, ogni suono
fa parte dello stesso battito.
E allora non esisti più come individuo.
Diventi parte del Tutto.
Diventi amore che ama se stesso attraverso te.
Quella notte, camminando nella campagna,
ho sentito che l’universo mi respirava dentro.
Che non c’è separazione tra me e il cielo,
tra l’anima e la materia,
tra Dio e la vita.
Tutto è amore.
Tutto è unione.
Tutto è ritorno.
E ho sorriso, senza più bisogno di capire,
perché ho sentito che l’amore vero non si cerca e non si possiede.
Si riconosce.
È ovunque, sempre,
in chi sa ancora vedere con il cuore e non con gli occhi.
E se questo mi rende antico,
se mi separa da questo tempo di carne senza spirito,
va bene così.
Perché tra un corpo che mi dimentica
e un’anima che mi riconosce,
sceglierò sempre ogni volta
l’anima.
Perché l’amore non è di questo mondo.
È il linguaggio segreto con cui l’universo continua, da sempre,
a ricordarci che siamo luce.
-Giuseppe Totaro Osteopata
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