mercoledì 5 aprile 2023

kava-kava anti ANSIA

20 anni fa abbiamo perso una delle più importanti piante ansiolitiche conosciute dall'essere umano: la causa sono gli effetti avversi o la scomodità della sua efficacia simile a quella delle benzodiazepine?
Il kava-kava, o Piper methysticum è una pianta molto preziosa per gli abitanti delle isole del sud del Pacifico: da 3000 anni accompagna le loro cerimonie religiose e i momenti rituali. Questa pianta medicamentosa è stata poi scoperta anche in occidente dove le proprietà ansiolitiche sono state dimostrate ampiamente in studi di laboratorio e clinici (sui pazienti).
Le sue proprietà sono mediate dai kavalattoni; molecole che interagiscono con il GABA (il neurotrasmettitore inibitorio del sistema nervoso centrale, stesso target molecolare delle benzodiazepine) oltre a modulare l'azione delle catecolamine (le molecole attivatorie del sistema nervoso simpatico, quello dell'attacco-fuga per intenderci).
Queste proprietà hanno fatto si che a inizi 2000 un gruppo di ricercatori indipendenti ai quali si fa spesso riferimento (la Cochrane) ha fatto una recensione sulla sua efficacia concludendo che il kava poteva essere utilizzato per la cura dell'ansia lieve e moderata e transitoria.
Due anni dopo, era il 2002, alcuni articoli evidenziano gli effetti avversi epatici della pianta. Siccome alcuni di essi erano anche importanti, il kava venne tolto dal mercato internazionale.
Non così convinti dell'accaduto alcuni ricercatori iniziarono a indagare.
Si scoprì che gli effetti avversi dipendevano da tipologie estrattive (acetone) inopportune e a dosaggi di kavalattoni troppo alti in pazienti che assumevano altre terapie e avevano altre patologie che ne compromettevano la salute del fegato.
Mills e Bone in una valutazione indipendente del 2005 del livello di evidenza dei casi riportati di tossicità epatica riporta che vi sono 0 casi certi di tossicità derivata da assunzione di kava, 3 casi probabili (2 dei quali dovuti all'assunzione di estratti a base di acetone, considerati poco rappresentativi degli estratti tradizionalmente utilizzati e presenti sui mercati), 18 casi possibili,32 casi non verificabili per mancanza o scarsezza di dati, 26 poco probabili, 3 inesatti/non rilevanti.
Ipotizzando che i casi di epatotossicità fossero stati 50 (sovrastimiamo) il calcolo da fare è: quanti eventi avversi per dose si sono manifestati? che differenza rispetto agli psicofarmaci e ai farmaci in generale?
L'incidenza di effetti collaterali per il Kava ammonta a 0,24 per milione di dosi.
L’incidenza di eventi avversi per le benzodiazepine varia da 0,9 (bromazepam) a 2,12 (diazepam).per milione di dosi
La maggior parte dei farmaci hanno un rischio di epatotossicità è di 1 a 10 ogni 100.000
La percentuale di effetti avversi del kava è da quattro a dieci volte inferiore a quella dei più usati psicofarmaci ansiolitici.
Il Prof. Edzard Ernst della Peninsula Medical School, che comprende le Università di Exeter e Plymouth in Inghilterra, in un articolo pubblicato sul British Journal of Pharmachology pubblica una "Riconsiderazione del kava". La Commissione E, l’ESCOP e il prof. Ernst (membro della commissione britannica che ha deciso sulla messa al bando del Piper methysticum) condividono l’opinione che il ritiro del Kava sia ingiustificato alla luce dei dati sopraesposti, e che il rapporto rischio/beneficio della pianta sia buono, e sempre migliore dei farmaci di sintesi di riferimento.
L'ESCOP e la Commissione E tedesca (due organismi internazionali di riferimento per la fitoterapia) seguono le indicazioni e rimettono 10 anni dopo sul mercato l'estratto di questa preziosa radice in differenti nazioni. Dati i possibili effetti collaterali a livello epatico ne indicano un dosaggio non superiore ai 2 grammi di rizoma secco corrispondenti a 120 mg di kavalattoni e consigliano la prescrizione sotto controllo medico.
Ma ancora oggi nella maggior parte d'Europa il kava non è vendibile. Come mai?
Il Kava kava essendo una pianta, bene dell'umanità, non può essere brevettato e quindi il suo prezzo sul mercato è molto contenuto.
Le benzodiazepine, una classe particolare di psicofarmaci, ha rappresentato nel 2017 la prima voce di spesa fra i farmaci di classe C, cioè a carico del cittadino: 348 milioni di euro spesi. OSMED di AIFA
Quanto costerebbe alle multinazionali ( e alle agli altri poteri connessi) sostituire le benzodiazepine con il kava?
Probabilmente tanto quanto costerebbe sostituire gli antidepressivi con l'iperico:
TROPPO
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LA RIMOZIONE DELL'ANSIA  CON PROGRAMMA NEUROACUSTICO

Descrizione



Lo stress, i dispiaceri, l'ansia (ed altri disturbi parossistici, usando il linguaggio scientifico) agiscono sui processi che si svolgono nel nostro cervello.
Una volta incontrate delle situazioni complesse o drammatiche, una persona sviluppa determinati stati psicofisiologici, di cui chiave è l'ansia. L'ansia significa uno sconforto emotivo, l'attesa dei dispiaceri, dei pericoli imminenti. L'ansia ha anche un ruolo adattativo, permettendo di prepararsi alla situazione di pericolo; spesso però il nostro cervello non è in grado di distinguere un pericolo reale da quello immaginario generando degli stati d'ansia. Uno stato d'ansia è lì inclinazione a provare spesso uno stato di allarme mentre la probabilità del reale pericolo è bassa.

Mentre noi proviamo queste emozioni negative, il nostro cervello va in tilt, diventa simile ad un antivirus impazzito, cercando di analizzare una situazione stressante e di trovare una via d'uscita. In questo stato alcune persone vivono dei picchi dell'attività alfa del cervello, altre invece, sono sommerse dalle ondate di veloci ritmi beta. Tutti i ricercatori notano negli EEG delle persone ansiose un forte aumento della potenza dei ritmi beta.

Probabilmente, il collegamento tra il livello d'ansia e la potenza dei ritmi beta spiega la predominanza dei detti ritmi negli EEG dei pazienti depressi, delle persone socio fobiche, o di coloro che subiscono dei disturbi post traumatici. Alcune aree del cervello subiscono l'iperstimolazione, mentre altre aree si reprimono. In questo stato è impossibile trovare una soluzione giusta, prima occorre calmarsi e ripristinare l'autocontrollo.

Per questo è stato sviluppato il programma «La rimozione dell'ansia»; il suo scopo è la normalizzazione e la sincronizzazione dell'attività degli emisferi, la rimozione dell'eccessiva attività beta, l'indicazione di un ritmo che aiuti ad uscire da uno stato di allarme e del nervosismo.
E' possibile risolvere questo problema stimolando separatamente i ritmi degli emisferi destro e sinistro. Nel programma si usano dei metodi neuro acustici che agiscono su un certo emisfero normalizzando la sua attività. Le frequenze riprodotte nella cuffia destra si differiscono da quelle riprodotte nella cuffia sinistra; in questa maniera il programma aiuta a sincronizzare l'attività degli emisferi, e l'ansia sparisce, la coscienza si rasserena.

Lavorando con questo programma è estremamente importante osservare la polarità delle cuffie; indossate la cuffia sinistra sull'orecchio sinistro e la cuffia destra sull'orecchio destro, in caso contrario il programma non funzionerà.

Il programma dura 30 minuti e consiste di 3 segmenti di 10 minuti ciascuno; la frequenza cambia da 8,5 Hz a 15 Hz nel primo segmento e da 15 Hz a 8,5 Hz bel secondo; poi il ciclo si ripete.

In questa maniera il cervello riceve dei ritmi sani, e l'attività beta eccessiva viene rimossa. Ma l'unicità del programma sta nell'insegnare il cervello come affrontare gli stati d'ansia nel futuro, senza il programma. Il nostro cervello è in grado di ricordare la stimolazione cui si sottopone, e di usare questa esperienza nel caso se dovessero sorgere delle situazioni simili. Il programma «La rimozione dell'ansia», se si lavora con regolarità, è capace non solo di sostituire le medicine calmanti ma anche di procurare un costante risultato, impossibile da ottenere per via farmacologica.





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