persona fisica vs persona umana.
In questi giorni molti parlano della “famiglia del bosco”.
Vi siete chiesti: perché a loro sì… e nei campi rom no?
Perché due pesi e due misure?
Perché lì non si muove nessuno.
Lì i bambini non li toccano. Mai.
È un dogma istituzionale: intoccabili.
Quando i rom, decidono, possono venire a rubarti nel negozio, in casa, dove gli pare.
Vivono senza pagare luce, acqua, immondizie tutte fornite dallo Stato.
E in più ricevono il sussidio.
Due pesi, due misure.
Tu sei persona fisica da amministrare, loro “categoria umana” che nessuno osa sfiorare.
La risposta è sempre la stessa:
persona fisica vs persona umana.
Perché tu non sei padrone della tua vita.
Non puoi scegliere come vivere, cosa comprare, cosa rifiutare.
Ogni volta che provi a farlo, il sistema ti tira l’orecchio come a un bambino che “vuole decidere da solo”.
Quello che è successo a quella famiglia è grottesco, triste, drammatico.
Qualche imbalsamato in giacca e cravatta, perfettamente allineato e perfettamente spento, ha stabilito che quei bambini dovessero vivere “altrove”.
Che fosse più sano entrare in un supermercato col telefonino acceso e riempire il carrello di cazzate… invece che crescere tra asinelli, silenzio vero e un prato da toccare con le mani.
Il messaggio è semplice e brutale: la tua vita non ti appartiene.
Appartiene alle multinazionali.
Al Ministero dell’Interno.
Alle forze dell’ordine.
Ad AstraZeneca, Pfizer..
A te… assolutamente no.
Perché al sistema (marcio) l’essere umano interessa solo quando si allinea.
Quando devi fare una punturina.
Quando devi comprare un telefonino.
Quando devi essere tracciabile, amministrabile, numerabile.
Ma se hai un tumore e non puoi pagarti le cure?
Se devi aspettare quindici mesi per un’analisi urgente?
In quei casi della tua esistenza non gliene frega un cazzo.
Ma intanto ti vende regolarmente alcol, tabacco e droghe legali chiamate psicofarmaci.
Ricordalo:
per inseguire chi non voleva la punturina hanno mandato elicotteri, motoscafi, blitz più coreografici di un film d’azione.
Ma se stai morendo in lista d’attesa, possono tranquillamente lasciarti lì.
Tanto sei solo un numero.
Un utente.
Uno da schedare per Enel, Acea, INPS, supermercati, anagrafe, banca, operatori telefonici.
Una cosa da gestire, non una persona da rispettare.
E molti applaudono.
Perché le persone libere danno fastidio.
Ricordano agli altri che si può pensare con la propria testa.
E questa idea, a centinaia di migliaia di individui, non entra nemmeno nell’anticamera del cervello.
Torniamo al punto.
Persona fisica vs persona umana.
Non è questione di bosco, roulotte o case abusive.
È questione di status.
Di chi stanno guardando:
la finzione amministrativa che possono gestire…
o l’essere umano che non hanno diritto di toccare.
Finché questa distinzione non la capiamo, vedremo decisioni che sembrano incoerenti, ma seguono una logica ferrea:
intervengono dove hanno giurisdizione.
Dove non ce l’hanno… spariscono.
L’Italia è una corporation travestita da Repubblica.
Alla nascita diventi un uomo di paglia.
La tua vita diventa un codice, un fascicolo, una merce.
I tuoi documenti non sono tuoi.
I tuoi figli, appena registrati, non sono più solo tuoi: diventano proprietà condivisa con lo Stato.
Tu sei il produttore, loro l’inventario.
E sì: viviamo dentro un recinto giuridico.
Ma non solo.
Viviamo anche dentro un recinto territoriale: ci dicono persino dove possiamo e non possiamo andare.
E sull’Antartide stendiamo un velo… perché aprirebbe un altro vaso di Pandora.
Le vie d’uscita ci sono, ma non sono per tutti.
Puoi diventare legale rappresentante, oppure perseguire la sovranità individuale.
È un percorso lungo, tecnico, che richiede consapevolezza alta.
Pochi l’hanno fatto davvero: in Italia ne ho conosciuti due.
Liberi, sì, ma fuori dal sistema bancario.
Niente acquisti online.
Nessun documento.
Altri hanno scelto il percorso del legale rappresentante, e non sono più schiavi: niente debiti inventati, niente “obblighi” imposti.
Chi vuole approfondire può seguire Giancarlo di Tiamat, Alex di Gaia, o i percorsi di Ezio Maria Claudio Luigi Bigliazzi e Barbara Contri.
Finché non capisci chi sei,
finché non riprendi il tuo status,
finché non impari a uscire dalla gabbia in cui ti hanno incastrato…
sarai sempre qualcuno a cui possono togliere TUTTO.
Anche i figli.
Ma quando riconosci te stesso come essere umano, e non come finzione amministrativa…
allora nessuno avrà più il potere di portarti via ciò che è tuo.
Neanche i tuoi figli.
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