martedì 16 novembre 2021

LA FINE DELL’INIZIO E L’INIZIO DELLA FINE

LA FINE DELL’INIZIO E L’INIZIO DELLA FINE
Oramai sono diventati la caricatura di loro stessi. Si sente dai discorsi che fanno, dagli slogan che ripetono ossessivamente.
Attaccano a destra e a manca, ma la strategia è sempre più confusa, manca di logica e coordinazione.
Il fondo del barile è stato raschiato e gli anatemi che lanciano non fanno più la presa che dovrebbero: ansimano, sudano, sbraitano, minacciano, additano, denigrano, colpiscono e si azzuffano. Tentano ancora sorrisi strafottenti, saccenteria di facciata e promesse di Pulcinella, ma non impressionano più quasi nessuno.
Messi all'angolo allora ostentano sicurezza e giocano la carta della paura, il loro classico di sempre, ma si infrange anche questa contro il muro del disgusto, del disprezzo e dell'indifferenza che loro stessi hanno generato.
Sono poveri diavoli con le caviglie scoperte: si vedono bene gli zoccoli sotto ai completi d'ordinanza, alle uniformi da battaglia, ai tagli d'abito da politicanti di mestiere.
Chissà come ci si sente a realizzare tutto in un colpo di essere stati beffati ancora una volta, di essersi schierati dalla parte dell'eterno perdente pensando di farla franca, di aver creduto che per avere la Luna bastasse calarsi e raccogliere con le mani quella riflessa nell'acqua del fondo di un pozzo.
Ma l'errore più grande è stato quello di voler tentare, ingannando e costringendo, di costruire un mondo nuovo senza Dio, privato del sacro e del trascendentale. Un mondo forgiato sul totalitarismo ideologico dove le nuove religioni dello scientismo e dell'ecologismo avrebbero dovuto sostituire quelle antiche, considerate alla stregua di superstizioni, e rendere l'uomo colpevole della sua stessa esistenza. Un mondo senza redenzione, né misericordia, calcolato su statistiche e algoritmi. Un mondo virtuale, asettico e sanitarizzato, dove persone chiuse in casa non comunicano con altre persone chiuse in altre case, non si toccano, non si ritrovano, non interagiscano. Un mondo senza emozioni reali, fatto di sorrisi ed espressioni di pezza, un mondo di facce tutte uguali dove persone con le bocche cucite non vivono, ma in compenso producono e consumano ciò che viene loro indicato, in modo ordinato e sostenibile.
Un mondo nato morto, nonostante i proclami sempre più martellanti, nonostante le suadenti profetesse del main stream, nonostante la schiera di aitanti sacerdoti televisivi, pastori di anime perse. Un mondo demistificato, privo di valori, passato e tradizioni, ma in compenso ricco di numeri, codici, documenti, pass, obblighi, comandi, regole, controlli, restrizioni e punizioni.
Hanno perso. Nonostante mentano spudoratamente per sostenere il contrario, hanno perso miseramente. Stanno mettendo in scena l'atto finale, ma il sipario è già pronto per essere calato. Lo sanno bene questo e perciò accelerano: si avverte chiaramente lo scalpitio scomposto degli zoccoli, ma il loro tempo è già scaduto. Ultime battute, prima che venga giù il teatro e la Luce della fede li incenerisca.
Uno alla volta li vedremo calarsi di tutta fretta dentro al pozzo per prendere la Luna che gli era stata promessa. Ma anche quella è un inganno, come tutto del resto, e scivoleranno sempre più giù inseguendo un'illusione. Giù verso quello che avevano prospettato per noi. Sempre più giù attraversando tutti i gironi fino a trovarsi faccia a faccia con il loro capo. In fondo è da lì che sono venuti ed è li che sono destinati a ritornare e a marcire per l’eternità.

E carniato

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