Il Monaco Guerriero non si piega mai al bisogno, accetta di lavorare solo se la sua mansione lo appassiona, altrimenti vivere o morire non fa più alcuna differenza. Lavora perché vuole realizzare un sogno, non per sopravvivere. Quando il sogno è più grande della paura di morire di fame, allora il Guerriero si butta nella vita, rischia... e se il suo ardore è autentico la vita lo premia... sempre.
Il mondo è una tua completa creazione, e se tu cambi lui è costretto a seguirti.
Ma se si butta titubando, la vita lo schiaccia, perché non ama i tiepidi. Se sta scappando da qualcosa o da qualcuno, la vita lo ricaccia indietro, perché non ama i codardi. Se ancora è schiavo della psicologia del “posto fisso” – ciò a cui anelano i servi –, se prima di buttarsi nell’avventura si preoccupa di avere una scorta sufficiente di denaro sul conto in banca, se fa in modo di poter tornare indietro “nel caso non andasse bene”... verrà stritolato dallo stesso mondo di cui ha paura. Come può vincere il Guerriero che prepara già la ritirata? I soldati tedeschi durante la seconda guerra mondiale una volta superate le linee nemiche facevano saltare i ponti su cui erano passati, i ponti che dovevano assicurare la loro ritirata: o vittoria o morte!
S Brizzi
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