martedì 30 gennaio 2024

Tu lavora, paga e produci.

Per potersi definire davvero ribelli, dobbiamo ridisegnare la prospettiva da cui osserviamo noi stessi e la casualità apparente degli eventi che ci accadono.
Se ci limitiamo solo a considerare la quotidianità e i suoi compiti ordinari a cui adempiamo, perdiamo il significato profondo della nostra vita.
Tre quarti della gente vive la sua vita impegnata a risolvere i rebus personali che gli si paventato davanti. La loro attenzione è focalizzata lì, e ciò non è un caso.
Impegnare una persona tutto il giorno, farlo lavorare, preoccuparla, ma sostanzialmente farla assorbire da pensieri di insicurezza prosciugherà la sua energia, e questo è funzionale a chi ha scritto le regole di questa società.
Una mente occupata, impaurita e sempre di corsa, troverà riposo e soddisfazione nei modelli che il sistema stesso gli metterà a disposizione: svago, cibo, sonno, il resto sarà tutto delegato.
Tu lavora, paga e produci. Così abbiamo disimparato a provvedere a noi stessi.
La casa te la costruiamo noi.
Il cibo te lo facciamo trovare pronto nei centri commerciali.
Il tavolo, la sedia o il divano, te lo costruiamo noi.
Noi costruiamo l'auto che guidi, garantiamo la scuola i in cui studi, emanismo leghi e regole per tuo bene.
Sempre noi decidiamo di cisa ti ammalerai, e con cosa ti curerai.
Tu? Devi solo obbedire e fidarti.
Loro sanno cos'è meglio per te.
Ti vogliono bene, non hai visto come si sono preoccupati per la tua salute?
ù
A Ruben