I PARTITI DEI MORTI VIVENTI
Lo specchio della trasformazione in atto non è Beppe Grillo, ma Leoluca Orlando, il nuovo-vecchio sindaco di Palermo. A leggere bene la sua vittoria c’è da rimanere stupiti. Orlando ha preso il 70% del 40% che ha votato. Niente male per un’elezione democratica.
La crisi dei partiti che stiamo vivendo è il risvolto di una crisi sociale che ha individuato nella vecchia politica il capro espiatorio. L’astensionismo è una forma di sacrificio imposto: per usare le parole del politologo francese Maffesoli, è “la potenza popolare che si riappropria dei suoi diritti e ricorda che è essa stessa ad emanare qualsiasi forma di delega”. Il sacrificio dell’insieme simbolico del potere serve a rimettere in moto l’energia sociale e la politica viene condannata a morte per poter essere rigenerata.
Le classi dirigenti dei partiti usciti a pezzi o sconfitti dovrebbero analizzare più questo fenomeno, che non limitarsi alle valutazioni numeriche su chi ha perso o chi ha vinto.
Quando Beppe Grillo definisce Bersani un “morto vivente”, cosa non carina nei confronti di un leader che è convinto di aver vinto “senza se e senza ma”, in realtà non sbaglia del tutto. La morte dei partiti tradizionali lascia viva la necessità di una rappresentazione della realtà complessiva, a cui nessun governo dei tecnici può dare risposta. I partiti ora sono morti viventi e lo saranno fin quando non saranno in grado di rivitalizzarsi nel corpo sociale, appropriandosi di una visione del futuro e di una capacità di intercettare bisogni di una società che sta cambiando troppo velocemente per loro.
Le classi dirigenti dei partiti usciti a pezzi o sconfitti dovrebbero analizzare più questo fenomeno, che non limitarsi alle valutazioni numeriche su chi ha perso o chi ha vinto.
Quando Beppe Grillo definisce Bersani un “morto vivente”, cosa non carina nei confronti di un leader che è convinto di aver vinto “senza se e senza ma”, in realtà non sbaglia del tutto. La morte dei partiti tradizionali lascia viva la necessità di una rappresentazione della realtà complessiva, a cui nessun governo dei tecnici può dare risposta. I partiti ora sono morti viventi e lo saranno fin quando non saranno in grado di rivitalizzarsi nel corpo sociale, appropriandosi di una visione del futuro e di una capacità di intercettare bisogni di una società che sta cambiando troppo velocemente per loro.
Giampaolo Rossi
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