giovedì 15 marzo 2018

Terapia della morte ? no, no, se ne salva il 2,3%..

Terapia della morte ?
no, no, se ne salva il 2,3%...(?)

Una grande ricerca scientifica, inserita nel più grande database medico ufficiale al mondo (www.pubmed.gov), è quella a firma di Grame Morgan (professore associato di radiologia al Royal North Shore Hospital di Sidney), Robyn Ward (professore oncologo all’University of New South Wales), Michael Barton (radiologo e membro del Collaboration for Cancer Outcome Research and Evaluation del Liverpool Health Service di Sidney).


Il professore Ward fa anche parte del comitato che stila le raccomandazioni sull’efficacia dei farmaci per il Governo australiano (Therapeutic Goods Authority of the Australian Federal Department of Health and Aging).
Tale ricerca (“The contribution of cytotoxic chemotherapy to 5-year survival in adult malignancies”, Il contributo della chemioterapia citotossica alla sopravvivenza a 5 anni dei tumori in adulti) è stata pubblicata su una delle più prestigiose riviste di oncologia del mondo: la Clinical Oncology nel dicembre 2004.
Il loro meticoloso studio si è basato sulle analisi di tutti gli studi clinici randomizzati (RTC) condotti in Australia e negli Stati Uniti, nel periodo da gennaio 1990 a gennaio 2004. Analisi che ha interessato 225.000 persone malate nei 22 tipi di tumori più diffusi, e “curate” solo con chemioterapia.

Quando i dati erano incerti, gli autori hanno deliberatamente stimato in eccesso i benefici della chemioterapia. Nonostante questo, lo studio ha concluso che la chemioterapia non contribuisce più del 2% alla sopravvivenza!

Australia > sopravvivenza del 2,3%

Stati Uniti > sopravvivenza del 2,1%

«Molti medici continuano a pensare ottimisticamente che la chemioterapia citotossica possa aumentare significativamente la sopravvivenza dal cancro», scrivono nell’introduzione gli autori.
«In realtà - continua il professor Grame Morgan - malgrado l’uso di nuove e costosissime combinazioni di cocktails chimici… non c’è stato alcun beneficio nell’uso di nuovi protocolli».

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