martedì 30 giugno 2015

SE MUORE L’EURO MUORE SOLO LA TROIKA

Ormai la questione “Grecia” è esplosa e i media sono costretti a dire alla massa, perché molti lo sapevano già, che l’Italia rischia di perdere tra i 40 e i 60 miliardi di €uro. In pratica, mentre ci raccontavano che dovevamo fare i sacrifici se no saremmo falliti, Monti e i suoi soci di PD e PDL consegnavano nelle mani della Troika valanghe di miliardi, che gli euro-burocrati hanno scommesso come al casinò senza apparente successo. E poi un TG ci ha raccontato che l’Europa ci avrebbe dato 1,2 miliardi per fare investimenti, e Renzi gongola come gli orchestrali sul Titanic per aver ricevuto quelle briciole rispetto a quanto abbiamo versato.

Non è vero che “se fallisce l’Euro fallisce l’Europa”, come dichiarato dalla Merkel. Se si certifica la morte di una moneta già in coma che ha già contagiato le economie sane, non fallisce un continente virtuoso ma al massimo sparisce la vergognosa Commissione Europea, che è il braccio politico di quel mostro a tre teste composto anche da BCE (Banca Centrale Europea) e FMI (Fondo Monetario Internazionale). Se questo avverrà si potrà tornare all’Europa dei popoli, nemica della speculazione finanziaria ma amica di chi investe per creare posti di lavoro.

Ci hanno preso e continuano a prenderci per i fondelli. SVEGLIA !!!

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"Il vero rischio per Berlino è che la Grecia dimostri che ci sia vita fuori dall'euro"

Paul Krugman, Nobel per l'economia

DIPENDENZA ? QUESTIONE DI GABBIE

La più probabile causa della dipendenza è stata scoperta - e non è ciò che credete

Sono ormai passati cent'anni da quando le droghe sono state proibite per la prima volta - e nel corso di questo lungo secolo di guerra alla droga, i nostri insegnanti e i governi ci hanno raccontato una storia sulla dipendenza. Una storia tanto radicata nelle nostre menti che la diamo per assodata. Pare ovvia. Sembra palesemente vera. Lo credevo anch'io, fino a quando tre anni e mezzo fa non mi sono imbarcato in un viaggio di 30mila miglia per lavorare al mio nuovo libro, Chasing The Scream: The First And Last Days of the War on Drugs, alla scoperta di ciò che c'è veramente dietro alla guerra alla droga. Ciò che ho imparato lungo la mia strada è che quasi tutto ciò che c'è stato raccontato sulla dipendenza è sbagliato - e che di storia ne esiste un'altra, molto diversa, che aspetta ancora d'esser raccontata, se solo saremo disposti ad ascoltarla.

Se faremo nostra questa nuova storia ci toccherà cambiare non solo la guerra alla droga. Dovremo cambiare noi stessi.

Ciò che ho imparato l'ho appreso da un mucchio di persone straordinariamente diverse che ho incontrato lungo i miei viaggi. Dagli amici ancora vivi di Billie Holiday, da cui ho scoperto che il fondatore della guerra alla droga l'aveva perseguitata, contribuendo alla sua morte. Da un dottore ebreo portato di nascosto via dal ghetto di Budapest quand'era piccolo, per poi scoprire da adulto i segreti della dipendenza. Da un trafficante transessuale di crack a Brooklyn, concepito quando la madre, dipendente dal crack, fu stuprata dal padre, un agente della polizia di New York. Da un uomo che è stato relegato in fondo a un pozzo per due anni da una dittatura dedita alla tortura, per poi riemergerne e finire un giorno col venire eletto presidente dell'Uruguay, segnando così gli ultimi giorni della guerra alla droga.

Avevo un motivo piuttosto personale per andare alla ricerca di tutte queste risposte. Uno dei miei primi ricordi da piccolo è stato quella di provare a svegliare un mio parente, senza riuscirci. Da allora mi sono rigirato in testa uno dei misteri essenziali della dipendenza - cos'è che fa sì che ci sia gente che diventa tanto ossessionata da una droga, o da un determinato comportamento, da non riuscire più a fermarsi? Come si può fare per aiutare quella gente a tornare da noi? Crescendo, un altro dei miei parenti più stretti sviluppò una dipendenza da cocaina, e io iniziai un rapporto con una persona dipendente dall'eroina. In un certo senso la dipendenza per me era di casa.

Se tempo fa mi aveste chiesto quale fosse l'origine della dipendenza dalla droga, vi avrei guardato come degli idioti, e vi avrei detto: "Beh, la droga, no?". Non era difficile da capire. Ero convinto di averlo esperito in prima persona. Siamo tutti in grado di spiegarlo. Supponiamo che voi e me, insieme ai prossimi venti passanti, stabilissimo di somministrarci per venti giorni di fila una droga veramente potente. Siccome queste droghe sono dotate di forti ganci chimici, se il ventunesimo giorno poi smettessimo, i nostri corpi finirebbero per bramare quella sostanza. Una bramosia feroce. Saremmo dunque diventati dipendenti da essa. Ecco che cosa significa 'dipendenza'.

La teoria è stata in parte codificata grazie agli esperimenti compiuti sui topi - entrati nella psiche collettiva americana negli anni '80 grazie a una nota campagna pubblicitaria di Partnership for a Drug-Free America. Potreste ricordarla. L'esperimento è piuttosto semplice. Mettete un topo in gabbia, da solo, con due bottiglie d'acqua. Una contiene solo acqua. L'altra anche eroina o cocaina. Quasi ogni singola volta in cui l'esperimento viene ripetuto, il topo finirà ossessionato dall'acqua drogata, e tornerà a chiederne ancora fino al momento in cui morirà.

La pubblicità lo spiegava così: "C'è solo una droga in grado d'indurre tanta dipendenza, e nove topi di laboratorio su dieci ne faranno uso. Ancora. E ancora. Fino alla morte. Si chiama cocaina. E a voi può fare lo stesso".

Tuttavia negli anni '70 un docente di psicologia a Vancouver di nome Bruce Alexandernotò qualcosa di strano in questo esperimento. Il topo viene messo in una gabbia da solo. Non ha altro da fare che somministrarsi la droga. Che succederebbe allora, si chiese, se lo impostassimo diversamente? Così il professor Alexander costruì un 'parco topi'. Una gabbia di lusso all'interno della quale i topi avrebbero avuto a disposizione delle palline colorate, il miglior cibo per roditori, delle gallerie nelle quali zampettare e tanti amici: tutto ciò a cui un topo metropolitano avrebbe potuto aspirare. Che cosa sarebbe accaduto in quel caso, si chiedeva Alexander?

Nel 'parco topi' tutti ovviamente finivano per assaggiare l'acqua di entrambe le bottiglie, non sapendo che cosa ci fosse dentro. Ma ciò che successe in seguito fu sorprendente.

Ai topi che facevano una bella vita l'acqua drogata non piaceva. Perlopiù la evitavano, consumandone meno di un quarto rispetto ai topi isolati. Nessuno di loro morì. E mentre tutti i topi tenuti soli e infelici ne facevano uso pesante, ciò non accadeva ad alcuno di quelli immersi in un ambiente felice.

All'inizio pensai che si trattasse soltanto di una stranezza dei topi, finchè non scoprii che - nello stesso periodo dell'esperimento del 'parco topi' - c'era stato il suo equivalente umano. Si chiamava guerra in Vietnam. La rivista Time scriveva che fra i soldati americani l'uso di eroina era "comune quanto quello della gomma da masticare", e che ce n'erano delle prove concrete: stando a una ricerca pubblicata negli Archives of General Psychiatry circa il 20 per cento dei soldati americani in quel Paese erano diventati dipendenti dall'eroina. In tanti se ne sentirono comprensibilmente terrorizzati; convinti che alla fine della guerra in patria sarebbe rientrato un enorme numero di tossicodipendenti.

La verità è che circa il 95 per cento dei soldati che avevano sviluppato quella dipendenza - stando alla medesima ricerca - in seguito semplicemente non si drogarono più. In pochi furono costretti alla riabilitazione. Il fatto è che erano passati da una gabbia terrificante a una piacevole, per cui smisero di anelare alla droga.

Il professor Alexander ritiene che questa scoperta contesti in modo profondo sia il punto di vista destrorso, per cui la dipendenza non è che una questione 'immorale' generata dagli eccessi dell'edonismo festaiolo, sia quello liberal per cui la dipendenza è quel male che attecchisce all'interno di un cervello alterato dalle sostanze chimiche. Anzi, argomenta, la dipendenza è una forma d'adattamento. Non sei tu. È la tua gabbia.

Dopo la prima fase del 'parco topi' il professor Alexander portò avanti il test. Tornò a ripetere gli esperimenti originari, quelli in cui i topi venivano lasciati da soli e facevano compulsivamente uso della droga. Lasciò che ne facessero uso per cinquantasette giorni - una quantità di tempo sufficiente ad agganciarli. Poi li portò fuori dall'isolamento, collocandoli all'interno del 'parco topi'. Voleva capire se, una volta sviluppata una dipendenza, il cervello risultasse talmente alterato da non potersi più riprendere. Se le droghe in effetti s'impossessavano di te. Ciò che accadde risultò - ancora una volta - stupefacente. I topi mostravano qualche problema d'astinenza, ma smettevano presto di farne uso intensivo, tornando a vivere una vita normale. La gabbia buona li aveva salvati (i riferimenti precisi a tutte le ricerche a cui faccio riferimento sono nel libro).

Quando per la prima volta incappai in tutto questo rimasi perplesso. Che senso aveva? Questa nuova teoria criticava in maniera talmente radicale ciò che ci era stato detto che sembrava non potesse esser vera. Ma più scienziati intervistavo, più consultavo le loro ricerche, più scoprivo cose che non sembravano aver alcun senso - a meno che non si prendesse in considerazione questo nuovo approccio.

Ecco l'esempio di un esperimento che si sta conducendo, e che un giorno potrebbe riguardarvi direttamente. Se oggi v'investissero e subiste una frattura al bacino, vi verrebbe probabilmente somministrata la diamorfina, nome medico dell'eroina. Nell'ospedale in cui vi troverete ci sarà tanta altra gente a cui viene somministrata l'eroina per lunghi periodi, per attenuarne il dolore. L'eroina che vi darà il medico sarà molto più pura e potente di quella adoperata dai tossici per strada, costretti a comprarla da spacciatori che la tagliano. Ragion per cui, se la vecchia teoria della dipendenza fosse valida - sono le droghe a causarla, perché fanno sì che il tuo corpo ne senta il bisogno - la conseguenza sarebbe ovvia. Un mucchio di gente dovrebbe lasciare l'ospedale per finire alla ricerca di una dose per strada, assecondando la dipendenza che avrebbero sviluppato.

Ma ecco la cosa strana: questo praticamente non succede mai. Come il medico canadese Gabor Mate mi ha spiegato per la prima volta, coloro che ne fanno uso medico poi semplicemente smettono, pur essendo stata loro somministrata per mesi. La medesima droga, fruita per la medesima quantità di tempo, trasforma chi ne fa uso per strada in tossici disperati, lasciando immutati i pazienti d'ospedale.

Se siete ancora convinti - come anch'io un tempo - che la dipendenza sia causata dai ganci chimici, la cosa non avrà alcun senso. Ma se credete alla teoria di Bruce Alexander, tutto torna. Il tossico per strada è un po' come i topi della prima gabbia, isolato, solo, con un'unica fonte di consolazione a portata di mano. Il paziente d'ospedale è come il topo della seconda gabbia. Si prepara a tornare a casa, a una vita in cui sarà circondato dalla gente che ama. La droga è la stessa, l'ambiente però è diverso.

Questo ci fornisce un'intuizione che va ben oltre il bisogno di comprendere i tossicodipendenti. Il professor Peter Cohen sostiene che gli esseri umani abbiano una profonda necessità di formare legami ed entrare in contatto gli uni con gli altri. È così che ci gratifichiamo. Se non siamo in grado di entrare in contatto con gli altri, entreremo in contatto con qualsiasi altra cosa - il suono di una roulette che gira, o l'ago di una siringa. Lui è convinto che dovremmo smettere del tutto di parlare di 'dipendenza', e chiamarla piuttosto 'legame'. Un eroinomane si lega all'eroina perché non è stato in grado di legare in modo altrettanto forte con nient'altro.

Ragion per cui il contrario della dipendenza non è la sobrietà. Ma il contatto umano.

Quando ho saputo tutto questo, ho scoperto di aver cominciato a convincermene, ma non sono comunque riuscito a liberarmi da un dubbio assillante. Tutti questi scienziati sono forse convinti che i ganci chimici non facciano alcuna differenza? Così me l'hanno spiegato - puoi diventare dipendente dal gioco d'azzardo, e nessuno penserà mai che t'inietti un mazzo di carte in vena. Per cui potrai avere il massimo della dipendenza, e nessun gancio chimico. Ho partecipato a un incontro dei giocatori d'azzardo anonimi di Las Vegas (col permesso di tutti i partecipanti, che sapevano di essere osservati) e mi sembravano chiaramente dipendenti, tanto quanto qualsiasi altro cocainomane o eroinomane io abbia mai incontrato. Eppure di ganci chimici sul tavolo da gioco non ce ne sono.

Di certo, però, ribattevo, le sostanze chimiche lo dovranno svolgere un qualche ruolo. Salta fuori che esiste un esperimento in grado di rispondere in termini molto precisi a questa domanda. L'ho scoperto leggendo il libro The Cult of Pharmacology, di Richard DeGrandpre.

Tutti concordano sul fatto che il fumo della sigaretta sia uno dei più grandi generatori di dipendenza. I ganci chimici del tabacco derivano da una droga al suo interno chiamata nicotina. Quando nei primi anni '90 sono stati sviluppati i cerotti alla nicotina ci fu un grande ottimismo - i fumatori di sigaretta avrebbero potuto godersi tutti gli amati ganci chimici senza le sporche (e letali) controindicazioni del fumo. Sarebbero stati liberi.

Ma la Direzione generale della sanità ha scoperto che appena il 17,7 per cento dei fumatori di sigarette sono in grado di mettere adoperando i cerotti alla nicotina. Ora, non è proprio roba da nulla. Se le sostanze chimiche rappresentano il 17,7 per cento della dipendenza, come si è dimostrato, si parla comunque di milioni di vite rovinate in tutto il mondo. Ciò che però si scopre, ancora una volta, è che la storia che ci è stata insegnata sui ganci chimici come Causa della Dipendenza, per quanto vera, non è che un frammento all'interno di un mosaico più vasto.

Le implicazioni per l'ormai centenaria guerra alla droga sono notevoli. Quest'enorme crociata - che come ho avuto modo di osservare uccide gente dai centri commerciali messicani alle strade di Liverpool - si fonda sulla convinzione che sia necessario eliminare fisicamente una vasta quantità di sostanze chimiche perchè s'impossessano dei cervelli della gente e ne causano la dipendenza. Ma se non sono le droghe a portare alla dipendenza - se anzi a causarla è quel senso di scollegamento dagli altri - tutto questo non ha alcun senso.

Ironicamente la guerra alla droga non fa che alimentare i macro fattori che portano alla dipendenza. Ad esempio mi sono recato in una prigione in Arizona - 'Tent City' - dove per punirli per l'uso di droga i detenuti vengono costretti per settimane e settimane all'interno di minuscole celle d'isolamento in pietra (le chiamano 'il Buco'). Cioè quanto di più vicino si possa arrivare a ricreare per gli uomini le gabbie che garantivano la dipendenza letale dei topi. E quando poi quei detenuti ne fuoriescono, la fedina penale impedirà loro di essere assunti - garantendone per sempre l'isolamento. L'ho visto accadere in diversi casi a persone che ho incontrato in giro per il mondo.

Esiste un'alternativa. Si può costruire un sistema concepito per aiutare i tossicomani a rientrare in contatto col mondo - lasciandosi la dipendenza alle spalle.

Non è teoria. Succede davvero. L'ho visto coi miei occhi. Quasi quindici anni fa il Portogallo aveva una delle situazioni peggiori di tutta Europa quanto a diffusione degli stupefacenti, con l'1 per cento della popolazione dipendente da eroina. Avevano provato con la guerra alla droga, e il problema non faceva che peggiorare. Così decisero di fare qualcosa di drasticamente diverso. Stabilirono di depenalizzare tutti gli stupefacenti, rinvestendo il denaro che prima spendevano per arresto e detenzione del tossicomane, e adoperandolo invece per rimetterlo in comunicazione - coi propri sentimenti e con la società più ampia. Il passo determinante è quello di assicurargli un'abitazione stabile e un posto di lavoro sociale così da offrirgli uno scopo nella vita, e una ragione per alzarsi dal letto. Li osservavo mentre venivano aiutati all'interno di ambulatori ricchi di calore umano e accoglienti, per imparare a tornare in contatto coi propri sentimenti, dopo anni di trauma e di silenzioso stordimento dovuto alle droghe.

Uno degli esempi di cui sono venuto a conoscenza è un gruppo di tossicodipendenti a cui è stato offerto un prestito per mettere in piedi una piccola azienda di traslochi. D'un tratto erano diventati un gruppo, legarono tutti fra loro, e con la società, e si fecero responsabili della cura dell'altro.

I primi risultati stanno arrivando. Una ricerca indipendente del British Journal of Criminology ha scoperto che dal momento della sua totale depenalizzazione le dipendenze sono crollate, e l'uso di stupefacenti da iniezione è diminuito del 50 per cento. Lasciatemelo ripetere: l'uso di stupefacenti da iniezione è diminuito del 50 per cento. Il risultato della depenalizzazione è stato un successo talmente chiaro che in pochi in Portogallo aspirano a tornare al vecchio sistema. Il primo oppositore della depenalizzazione, nel 2000, era stato Joao Figueira, il più importante poliziotto antidroga del Paese. All'epoca lanciava quel genere di avvertimenti che ci si aspetterebbe dal Daily Mail o da Fox News. Ma quando poi ci siamo incontrati a Lisbona, mi ha spiegato come le sue previsioni non si siano avverate, e come oggi lui speri che tutto il mondo segua l'esempio del Portogallo.

Tutto ciò non riguarda solo i tossicodipendenti a cui voglio bene. Riguarda tutti noi, perché ci costringe a pensare a noi stessi in maniera diversa. Gli esseri umani sono animali sociali. Abbiamo bisogno legare, di entrare in contatto e di amare. La frase più saggia del ventesimo secolo appartiene a E.M. Forster: "Mettetevi in contatto". Ma noi abbiamo creato un ambiente e una cultura che ci isolano da ogni forma di connessione, o che ce ne offrono solo la parodia generata da internet. La crescita delle dipendenze è il sintomo di un male profondo del modo in cui viviamo - volgendo costantemente lo sguardo all'ennesimo gadget luccicante da acquistare, piuttosto che agli esseri umani intorno a noi.

Lo scrittore George Monbiot l'ha chiamata "l'epoca della solitudine". Abbiamo creato società umane all'interno delle quali isolarsi da ogni legame è più facile che mai prima d'ora. Bruce Alexander - l'ideatore del 'parco topi' - mi ha spiegato come per troppo tempo non abbiamo fatto altro che parlare della riabilitazione dell'individuo dalla dipendenza. Ciò di cui abbiamo bisogno di parlare oggi è la riabilitazione sociale - un modo per riabilitare noi tutti, insieme, dal male dell'isolamento che ci sta avvolgendo come una spessa coltre di nebbia.

Ma queste nuove scoperte non rappresentano esclusivamente una sfida politica. Non sono solo le nostre menti che c'impongono di cambiare. Ma i nostri cuori.

Amare un tossicodipendente è davvero dura. Quando guardavo alle persone dipendenti a cui volevo bene, una volta avevo sempre la tentazione di seguire i consigli di reality show come Intervention - intimando a chi aveva una dipendenza di mettersi in riga, o allontanandolo. Il messaggio era che un tossicodipendente che non è in grado di smettere dovrebbe essere rifiutato. È la logica della guerra alla droga, interiorizzata nel privato. E invece, come ho avuto modo di capire, ciò non fa che peggiorare la loro condizione - e potresti finire per perdere del tutto la persona. Quando sono tornato a casa ero determinato a tenermi stretto più che mai le persone dipendenti che facevano parte della mia vita - facendo loro capire che il mio amore per loro è incondizionato, cioè indipendente dal fatto che smettano o che non ci riescano.

Quando sono tornato dal mio lungo viaggio ho guardato in faccia il mio ex-ragazzo, in crisi d'astinenza, che tremava sul letto degli ospiti, e ho pensato a lui in maniera diversa. Da un secolo intoniamo canti di guerra contro i tossicodipendenti. Asciugandogli la fronte mi è venuto in mente che forse quello che avremmo dovuto fare in tutto questo tempo sarebbe stato cantargli delle canzoni d'amore.

Questo blog è stato pubblicato originariamente su Huffington Post United States ed è stato tradotto dall'inglese all'italiano da Stefano Pitrelli.

Ad ognuno la sua gabbia e ad ognuno la sua dipendenza...

Antar Raja


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lunedì 29 giugno 2015

Gli ipocriti del parlamento: la giornata nazionale per le vittime dell' immigrazione




Gli ipocriti del parlamento: "Vi vantate in televisione di aver istituito la giornata nazionale per le vittime dell' immigrazione ma mangiate con le cooperative per gli immigrati. Siete tutti responsabili di questa oscena propaganda e oscena ipocrisia.
Vi scaldate perché non siete abituati a cittadini liberi che vi dicono le cose in faccia"

(Alessandro Di Battista)

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domenica 28 giugno 2015

10 falsita' comunemente assunte come sacrosante verita'


1) La vita e' una lotta (chi sta sopra e chi sotta...)
2) La vita e' una competizione (chi vince e chi perde)
3) Chi sbaglia paga
4) Il tempo e' tiranno
5) Quel che conta e' il denaro (conta chi "conta" moneta)
6) L'erba del vicino e' sempre piu' verde
7) Ogni cosa ha un limite
8) Mangia solo cio' che ti piace
9) Meglio un giorno da leone...
10) La vita e' tremendamente seria, c'e' niente da ridere

sabato 27 giugno 2015

POVERI DEMENTI CHE SIAMO. VINCE ALLAH, SONO 11 ANNI CHE L’HO SCRITTO.


Telegramma segreto da Ambasciata USA in Baghdad a Dipartimento di Stato in Washington D.C., anno 1958. Scrive l’Ambasciatore americano al suo governo: “Gli arabi ci dicono ‘Non crediate che coi vostri soldi ci convincerete a dimenticare e a perdonarvi”.

Era il 1958. 1958. 1958. 1958. 1958. 1958. 1958. 1958. 1958.

Ho scritto il libro più autorevole che sia mai stato pubblicato in Italia sulle ragioni odierne dell’odio islamico contro di noi. Ho parlato col n. 3 di Al Qaeda e con altri Jihadisti. Credete che oggi un cane mi chieda qualcosa? Lasciamo stare...

Ok. La sostanza è che noi dementi occidentali non capiamo mai un cazzo, mai. Seguite queste 3 affermazioni da me raccolte da leaders della Jihad in Medioriente, e se avete un neurone che ancora sbadiglia vivo capirete che… ABBIAMO PERSO. VINCE ALLAH.

1) “Voi avete le atomiche e le portaerei. Noi abbiamo Dio. Secondo voi chi vince?”

2) “Voi calcolate il tempo di una guerra in termini di anni. Noi in termini di eternità. Non ci fermeremo mai più.”

3) “Voi avete paura di morire, i vostri soldati si drogano al fronte per il terrore. Noi no. I nostri corpi sono riprodotti all’infinito, per uccidervi all’infinito uccidendosi.”


Lasciate perdere le puzzonate dei 2 mila scemi ‘autorevoli’ che stano scrivendo di tutto e di più sulla nuova offensiva dell’ISIS (dal fatto che sono comandati dalla setta Vampirya di IsraelRothschildCasaleggio, a quelli che scoprono l’acqua calda, e cioè che le banche turche gli riciclano i $). Considerate le 3 frasi sopra.

E’ la dimenticata storia dei Vietcong. Un soldato americano con le budella di fuori nella giungla era un dramma lì, per i Choppers che dovevano recuperarlo, per il Comando Generale, e a casa in USA. Mezzo milione di Vietcong con le budella di fuori non smuovevano un capello ad Hanoi. Come cazzo la vinci una guerra contro gente così? E aggiungeteci che gli islamici oggi sono ovunque, colpiranno ovunque ed in eterno, in eterno, in eterno, in eterno.

Abbiamo perso. Good luck. PB

(Oddio, una soluzione ci sarebbe: USA bastona Israele libera i palestinesi, piano Marshall occidentale per arricchire gli Stati musulmani/islamici con lavoro, risorse, case, pensioni, sanità, diritti per centinaia di milioni di gente in stracci, e, di nuovo, Israele a cuccia bastonato. E tutto finisce. Mai sentito uno svizzero recitare i 3 punti di cui sopra? Ma proponetelo a Washington... hahahhha!)

Grecia: referendum 5 luglio 2015


Grecia: ci sarà un referendum sull'accordo con i creditori. È questa la notizia della notte, per il momento riportata solo da fonti greche, Bloomberg e Financial Times. Tsipras ha già fissato la data: il 5 luglio 2015.

Il primo ministro greco lo ha annunciato in televisione. La mossa è stata spiegata da Tsipras dicendo che i creditori, che hanno presentato le loro condizioni per la negoziazione del debito, stanno cercando di umiliare la Grecia. Dunque i greci devono eventualmente ratificare (o bocciare) l'accordo con un «responso democratico».

Se la cancelliera Angela Merkel aveva definito «molto generosa» la proroga di cinque mesi offerta alla Grecia, per Tsipras è come «un ultimatum, un ricatto». E in ogni caso, la proposta che è arrivata dai creditori non include la riduzione del debito che invece il governo greco sta cercando.

La ragione del contendere sta proprio in cifre, tempistiche e richieste. I creditori propongono di estendere il programma di aiuti alla Grecia fino a novembre 2015, sbloccando 15,5 miliardi di euro, in cambio di un impegno per un taglio delle pensioni e tasse più alte. Tsipras, a questo punto, si è opposto.

Le prime avvisaglie che qualcosa non stesse andando per il verso giusto si erano avute in giornata, quando Varoufakis aveva ribadito la volontà della Grecia di rimanere nell'Eurozona, ma non ad ogni costo.

La parola passa dunque ai cittadini. Ma cosa succede adesso? Davvero difficile a dirsi. Anche perché il referendum sarà sì sull'accordo, ma di fatto sarà come chiedere alla Grecia: «Volete o no stare nell'Euro?».

E qui l'affare si complica, perché l'80% dei greci, secondo sondaggi vari, è contro l'austerità... ma l'80% dei greci vuole che la Grecia rimanga nell'euro. Dunque?
http://www.polisblog.it/post/353300/grecia-referendum-5-luglio-2015-accordo-creditori-euro-grexit

L'economista italiano, del resto, ha già più volte ribadito la sua posizione (con dovizia di dati a suffragio) secondo la quale non esiste euro senza austerità. E non esiste nemmeno democrazia nell'euro.Alberto Bagnai

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Alexis Tsipras ha deciso di indire un referendum sulle proposte delle istituzioni (così il premier ellenico vuole che venga chiamata la vecchia Troika) alla Grecia in cambio di nuovi prestiti per 15,5 miliardi di euro che le consentano di evitare la bancarotta per altri cinque mesi, poi si vedrà. Se tutto andrà bene, ovvero non ci sarà un colpo di Stato, il referendum si terrà domenica 5 luglio.

Tsipras non dovrebbe fare la fine di George Papandreou, che il 31 ottobre 2011 propose un’analoga consultazione popolare e pochi giorni dopo fu costretto a dimettersi in seguito a una rivolta interna al suo partito, il Pasok, guidata dall’allora ministro delle FinanzeEvangelos Venizelos. Syriza non è il Pasok: Tsipras avrebbe rischiato una rivolta interna se avesse accettato il diktat della Troika. La proposta di referendum verrà invece approvata con entusiasmo da tutti i suoi parlamentari.

Da come erano andate le lunghe, estenuanti trattative un epilogo del genere sembrava da escludere. Il premier greco sembrava infattipronto a firmare la resa incondizionata alla Troika. Già la sola accettazione di un avanzo primario si sarebbe tradotta in unproseguimento dell’austerità (e quindi della recessione), rendendo necessari nuovi tagli alla spesa pubblica o un aumento dellapressione fiscale oppure ancora entrambe le cose. Alla fine Tsipras aveva lasciato pochi paletti, sembrava giusto per salvare l’onore e fare trangugiare ai greci il rinnegamento del novanta per cento del programma elettorale.

Non tagliamo le pensioni, aveva detto il premier, e non aumentiamo l’Iva nelle isole più degradate. Allo stesso tempo, aveva però fatto partire, proprio venerdì 26, un piano di aiuti umanitari per 300 mila famiglie greche in gravi difficoltà per fornire loro energia elettrica gratuita, buoni pasto e sussidi per pagare l’affitto. Costo dell’operazione: 200 milioni di euro. Un provvedimento che laTroika ha accolto come una vera e propria provocazione. Niente da fare, la Troika ha voluto la capitolazione totale. Poco importa se la gran parte delle pensioni dei greci si aggirino intorno ai 600 euro al mese, poco importa se spesso con questi soldi i nonni debbano mantenere i figli disoccupati e i nipotini che vanno ancora a scuola. E delle isole messe peggio economicamente, bene, l’aumento dell’Iva può servire a spingere gli abitanti ad abbandonarle, così i privati dell’Europa nel Nord potranno costruirci un bel resort senza poveracci che gironzolino lì intorno.

“Le proposte dell’Eurogruppo chiaramente violano i trattati europei e il diritto base al lavoro, all’eguaglianza e alla dignità dimostrano il proposito che alcuni dei partner e delle istituzioni non vogliono un accordo fattibile per tutte le parti, ma la possibilità di umiliare un intero popolo”, ha detto Tsipras nel discorso televisivo notturno in cui ha annunciato il referendum. La vittoria del no è quasi sicura. D’altronde non si capisce perché i greci dovrebbero votare a favore dell’austerità e della recessione eterna. E’ vero, fino a pochi giorni fa la maggioranza di loro voleva ancora restare nell’euro. E anche Syriza aveva vinto le elezionipromettendo la fine dell’austerità ma anche di rimanere nell’euro. Ma adesso è chiaro a tutti che la vittoria nel No porterà inevitabilmente al ritorno alla dracma. E una volta fuori dall’euro, ad Atene saranno graditi tutti gli aiuti in arrivo da qualunque parti essi vengano, anche e soprattutto dalla Russia. Così la Troika avrà compiuto un capolavoro: costringere il governo Tsipras, che aveva l’obiettivo di mantenere la Grecia nell’euro a indire un referendum che porrà invece le premesse per il ritorno alla dracma, mettendo così fine al tabù dell’irreversibilità dell’euro, che poi è il primo passo verso la fine della moneta unica.

Come se non bastasse, in un momento in cui gli Usa vogliono fare scoppiare di nuovo la Guerra Fredda, la Troika avrà regalato un nuovo alleato alla Russia, con la prospettiva che il Mediterraneo orientale finisca saldamente nelle mani di Vladimir Putin. E tutto questo perché la Troika ha voluto fino all’ultimo portare via qualche euro dalle tasche dei pensionati greci.

Un capolavoro di stupidità senza pari nella storia.

Eriprando Sforza
http://scenarieconomici.it/grecia-il-riscatto-del-referendum-e-la-fine-della-troika-eriprando-sforza/

I SUFITI LA MISTICA DELL'ISLAM

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Dobbiamo cominciare a distinguere fra gli islamici intanto ci sono le due correnti principali: gli Sciiti (principalmente in Iran) e i Sunniti.
Fra i Sunniti ci sono i Salafiti (i radicali sponsorizzati dall'Arabia Saudita e dagli USA) ma anche molti altri movimenti come ad esempio i Sufiti che rappresentano la parte più pacifica e mistica, molto simili ai Francescani.

venerdì 26 giugno 2015

la nostra Gallina dalle Uova d’Oro doveva essere del tutto distrutta. E lo fecero



la nostra Gallina dalle Uova d’Oro doveva essere del tutto distrutta. E lo fecero” .....

di Paolo Barnard

. Le elite si armarono dunque di una serie di idee sofisticate.

Questa è l’idea con cui agirono:



CI SARA’ UN’EUROPA UNITA GOVERNATA DA FUNZIONARI NON ELETTI E CONTROLLATI DA UNA RETE DI LOBBY FINANZIARIE E INDUSTRIALI. QUESTI FUNZIONARI NON ELETTI EMETTERANNO LEGGI CON POTERE SOVRANAZIONALE IN MODO DA SOTTRARRE IL POTERE REALE AI PARLAMENTI NAZIONALI. QUESTA NUOVA EUROPA SARA’ DOTATA DI UNA UNIONE MONETARIA TOTALMENTE FUORI DAL CONTROLLO DEI GOVERNI SOVRANI E PRIVA DI UN’AUTORITA’ ECONOMICA CENTRALE,.

. Questa truffa fu ‘venduta’ agli elettori europei come un passo verso un futuro economico più brillante e un’Europa più civile.

Nella UE la creazione dei trattati di Maastricht e di Lisbona- ratificati in legge nazionale da tutti gli Stati- ne ha di fatto abolito la sovranità legislativa.

. L’Europa vive oggi l’assurdo paradosso di avere una Commissione Europea potentissima che governa tutti con le sue direttive sovranazionali ma che nessun europeo elegge; e un parlamento europeo che è invece eletto dai cittadini ma che non può proporre le leggi (sic). I parlamenti nazionali sono di fatto evirati poiché i Trattati stabiliscono specificamente la supremazia delle leggi UE sia sulle leggi nazionali che sulle Costituzioni.

Un’analisi di quei Trattati dimostra senza dubbio che l’intero edificio fu creato per il beneficio delle elite finanziarie e grandi industriali, senza alcun capitolo sociale o sistema di ridistribuzione della ricchezza. La sovranità monetaria è distrutta dai Trattati, in accordo con le intenzioni originarie delle elite di impedire agli Stati di operare la Spesa a Deficit Positiva a favore dei cittadini. Nella UE ciò è stato ottenuto con l’introduzione dell’Euro, che è una moneta non sovrana emessa da 17 banche centrali e che deve essere presa in prestito da tutti i 17 governi dell’Eurozona. In prestito da chi? Dai mercati di capitali privati che direttamente acquisiscono l’Euro alla sua emissione. Ciò limita le prerogative economiche degli Stati quasi totalmente, con le conseguenze catastrofiche che oggi stiamo subendo (maggiori dettagli nel saggio). E’ qui che i potentissimi tecnocrati del Vecchio Continente giocarono un ruolo fondamentale nel tutelare gli interessi delle elite.

I più noti fra loro sono stati: i francesi Jean Monnet, Robert Schuman, Francois Perroux, Jacques Attali, Jacques Delors, Francois Mitterand, Valery Giscard D’Estaing, Jean Claude Trichet; gli italiani Giuliano Amato, Romano Prodi, Mario Draghi, Carlo A. Ciampi, Carlo Scognamiglio, Mario Monti, Tommaso Padoa-Schioppa, Marco Buti; in Germania Helmut Schmidt, Otmar Issing, Theo Weigel, Helmut Kohl; l’olandese Wim Duisenberg e in Lussemburgo Jean Juncker. In conclusione possiamo vedere chiaramente che c’è un singolo elemento comune a tutte queste idee e dogmi economici: limitare le politiche economiche degli Stati al fine di impedirgli di operare la Spesa a Deficit Positiva a favore del settore non governativo dei lavoratori, delle piccole e medie imprese e dei cittadini in generale. In altre parole; uccidere la Gallina dalle Uova d’Oro che l’intera società civile avrebbe potuto possedere.


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Allucinante confessione di Giuliano Amato

Allucinante confessione di Giuliano Amato, deposta come se si trattasse di una marachella qualunque e non della vita di milioni di persone: sapevano, li avevano avvisati, avevano previsto tutto ma andarono avanti lo stesso! Portarono questo paese nell’euro pur consapevoli che difficilmente avrebbe funzionato. Ma non è una lezione di storia, non è il racconto della decadenza del Sacro Romano Impero. E’ qualcosa che sta succedendo adesso, qui. Andrebbe raccontato con ben altro sentimento di contrizione, non con questa nonchalance. Hanno giocato. Hanno perso, ma il debito di morte dobbiamo pagarlo noi. Siamo alla follia! Ecco le sue allucinanti parole:

“Noi abbiamo fatto una moneta senza stato. Noi abbiamo avuto la faustiana pretesa di riuscire a gestire una moneta senza metterla sotto l’ombrello di un potere caratterizzato da quei mezzi e da quei modi che sono propri dello Stato e che avevano sempre fatto ritenere che fossero le ragioni della forza, e poi della credibilità che ciascuna moneta ha..

Eravamo pazzi? Qualche esperimento nella storia c’era stato di monete senza Stato, di monete comuni, di unioni monetarie, ma per la verità non erano stati molto fortunati. Perché noi, quando ci siamo dotati di una moneta unica, abbiamo pensato che potevamo riuscirci in termini di Unione, e non facendo lo Stato europeo? Avevamo già costruito un mercato economico comune fortemente integrato. Più o meno avevamo un assetto istituzionale che non era quello di uno Stato ma certo era qualcosa di molto più robusto di quello che usualmente c’è a questo mondo: la comunità europea, l’Unione Europea, col suo Parlamento, la sua Commissione, i suoi Consigli. Abbiamo anche previsto di avere una banca centrale.
Però, sapete com’è, abbiamo deciso che trasferire a livello europeo quei poteri di sovranità economica che sono legati alla moneta era troppo più di quanto ciascuno degli stati membri fosse disposto a fare. E allora ci siamo convinti, e abbiamo cercato di convincere il mondo, che sarebbe bastato coordinare le nostre politiche nazionali per avere quella zona, quella convergenza economica, quegli equilibri economici-fiscali interni all’Unione Europea che servono a dare forza reale alla moneta.
Non tutti ci hanno creduto. Molti economisti, specie americani, ci hanno detto allora:

Guardate che non ci riuscirete! Non vi funzionerà! Se vi succede qualche problema che magari investe uno solo dei vostri paesi, non avrete gli strumenti centrali che per esempio noi negli Stati Uniti abbiamo, che può intervenire il governo centrale, riequilibrare con la finanza nazionale le difficoltà delle finanze locali. La vostra banca centrale, se non è la banca centrale di uno Stato, non può assolvere alla stessa funzione cui assolve la banca centrale di uno Stato, che quando lo Stato lo decide diventa il pagatore senza limiti di ultima istanza.

In realtà noi non abbiamo voluto credere a questi argomenti. Abbiamo avuto fiducia nella nostra capacità di autocoordinarci e abbiamo addirittura stabilito dei vincoli nei nostri trattati che impedissero di aiutare chi era in difficoltà. E abbiamo previsto che l’Unione Europea non assuma la responsabilità degli impegni degli Stati; che la Banca Centrale non possa comprare direttamente i titoli pubblici dei singoli Stati; che non ci possano essere facilitazioni creditizie o finanziarie per i singoli Stati. Insomma: moneta unica dell’Eurozona, ma ciascuno deve essere in grado di provvedere a se stesso.


Era davvero difficile che funzionasse, e ne abbiamo visto tutti i problemi.”

http://www.nuovoilluminismo.com/2015/06/video-allucinante-confessioni-di-amato-euro.html


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LO STATO ITALIANO COME UN ADDESTRATORE DI CANI. SENZA L’OSSO


La nostra storia parla di un addestratore di cani. Oggi voglio raccontarvi una storia,

Egli ha 10 cani, e li vuole addestrare a cercare ossa nel bosco.
Li fa correre, saltare, annusare le ossa.
Fa in modo che diventino bravissimi.
Poi, finito l’addestramento, nasconde nel bosco 9 ossa, e libera i cani.
Dopo un pò, i cani tornano, tutti con un osso, tranne uno!
“Questo cane non è adatto”, pensa l’addestratore.
“Perché dovrei continuare a dargli da mangiare, e ad addestrarlo se non è capace a trovare ossa?”, si chiede.
La soluzione è semplice.
BANG! Colpo di fucile in testa. Morto.
Quel cane non era produttivo e andava abbattuto.


L’addestratore riprende la preparazione, e i suoi 9 cani diventano ancora più bravi a trovare ossa.
Finita la seconda fase della preparazione, nasconde nel bosco 8 ossa, e libera i cani.
Ed anche questa volta un cane torna senza osso!
“Anche questo cane non è granché” pensa l’addestratore. “Anche lui è solo un peso.”
BANG! Fucilata in testa, le cervella volano per aria fumanti.
Il cane giace morto, a terra, con il cervello spappolato.
Quel cane non era produttivo e andava abbattuto.

L’addestratore ricomincia l’addestramento con gli 8 cani rimasti, e poi nasconde 7 ossa nel bosco…
Ora, se hai un un minimo di intelligenza, penserai: “è ovvio che ci sarà sempre qualche cane che torna senza osso. Perché l’addestratore sta facendo questo?“
Ed anche i cani, se solo parlassero, potrebbero fare questa sacrosanta domanda all’addestratore.
Ma i cani purtroppo non parlano, al limite abbaiano e guaiscono.
Sotto vedete il grafico della spesa pubblica dello Stato Italiano, dal 1992 al 2013, confrontato con Spagna, Germania e Francia.
Ogni volta che il saldo è positivo lo stato tassa più di quel che spende (austerità): si tolgono ossa dalla nostra economia.
Ogni volta che il saldo è negativo lo stato spende per i cittadini più di quel che li tassa (deficit pubblico): si aggiungono ossa alla nostra economia.
Come vedete, il nostro Stato si sta comportando da più di vent’anni come questo stupido addestratore.
Ed i cani continuano a non parlare.
Essi continuano imperterriti ad andare nel bosco, ogni volta, senza fare storie, pur sapendo che se tornano senza osso sono morti.
E se la politica dell’addestratore rimane questa, le uniche domande che avranno senso saranno:
chi sarà il prossimo cane improduttivo?
chi sarà il prossimo cane da abbattere?
Sappi che se non ti svegli, se non inizi a pretendere un vero cambiamento, il prossimo cane senza lavoro potresti essere TU!

COMMENTI SULLA DITTATURA FINANZIARIA E POLITICA ODIERNA.


Sulla distruzione del potere degli Stati di spendere per l’Interesse Pubblico, da parte del sistema euro che consegna questo potere alle banche, dalla BCE in giù:

“Penso che le banche siano, per la nostra libertà, più pericolose di un esercito… se la gente permette alle banche private di controllare l’emissione di moneta, prima con inflazione e poi con deflazione, le banche e le corporations che cresceranno attorno alle grandi banche priveranno la gente delle proprie cose, finché i loro figli si troveranno a dormire sotto i ponti”

Sulla sproporzionata tassazione impostaci dal Pareggio di Bilancio in Costituzione e che finanzia la nostra distruzione sociale, ordine della Troika europea e che nessun italiano ha mai votato. E sulla giusta reazione contro la tirannia della Troika:

“Obbligare la gente a finanziare con le proprie tasse la propaganda di idee che non sono nel loro interesse, è criminale e tirannico… L’albero della libertà va rinfrescato di tanto in tanto col sangue dei patrioti e dei tiranni”

Sulla devastazione di redditi e pensioni, sotto false pretese di salvezza nazionale, per arricchire un nugolo di speculatori e ‘rentiers’:

“La felicità di un popolo esiste se esso riesce ad impedire al governo di distruggere il lavoro della gente con la falsa scusa di tutelarli… Infatti la democrazia muore quando si ruba a chi lavora per dare a chi non fa nulla”

Autore di queste parole è Thomas Jefferson, 1743-1826.

Ok, abbiamo fatto passi avanti. 

giovedì 25 giugno 2015

GRECIA: SIRI, DALL' ACCORDO NESSUNA CRESCITA, MEGLIO USCIRE DA EURO


Roma, 23 giu. (AdnKronos) - Un accordo europeo sulla Grecia non porterà alcuna crescita al paese e non allevierà le sofferenze della popolazione: sarebbe stato meglio uscire dall'euro. E' l'opinione trachant espressa all'Adnkronos dal guru economico di Matteo Salvini, Armando Siri, sui negoziati sul dossier ellenico. "Questa intesa non porterà nessuna crescita del pil in Grecia, solo una minore ansia sui mercati", ha detto Siri, che è per altro anche l'ideologo italiano della flat tax. "Non bisogna scongiurare il default perché uno stato sovrano non va in default in quanto può decidere di non ripagare i creditori visto che ha la podestà che lo lega ai cittadini, ma bisognava scongiurare la sofferenza della popolazione", osserva Siri. Per il responsabile economico di Salvini la ricetta per il rilancio della Grecia passava per l'abbandono dell'euro. "Atene, così come aveva detto Tsipras - sottolinea Siri - avrebbe dovuto uscire dalla moneta unica, tornare alla dracma, svalutarla al 40%, lentamente recuperare le risorse e poi fare un piano di lungo termine per restituire il denaro ai creditori". E questo perché, incalza, "non si può spremere un limone senza succo". "L'euro - attacca l'economista - è stato costruito sulla base delle esigenze tedesche e non dei cittadini. quindi dobbiamo decidere qual è il compito della politica: se è il bene dei cittadini, e dunque uscire dall'euro, o quello dei mercati, ma prima o poi - conclude - i due interessi si scontrano". (Cim/AdnKronos) 23-GIU-15 18:14 NNNN
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mercoledì 24 giugno 2015

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PERCHE’ BISOGNA GUARIRE I TRAUMI DEL PASSATO
Forse non tutti sanno che ogni volta che si parla di una ferita o di un trauma vissuto, questo si riattiva a livello fisico, emozionale e spirituale. Appena se ne parla, o si pensa ad un vecchio problema, questo viene vissuto come se fosse qualcosa di attuale. Questo avviene poiché il nostro subconscio non conosce la differenza tra l’esperienza attuale e la memoria del passato. Per questa ragione, se il trauma o l’evento negativo non è stato davvero superato, viene rivissuto come se stesse capitando ancora nel presente
http://www.generazionebio.com/notizie/3656-guarire-traumi-passato.html


CROP CIRCLE: UN ENORME PIANETA NEL DISEGNO DEL PITTOGRAMMA DI RAVENNA. SI TRATTA DI NIBIRU?
Finalmente siamo riusciti a trovare le spettacolari immagini del bellissimo Crop Circle che ha fatto la sua comparsa in un campo di frumento vicino Cervia, Ravenna.
http://www.segnidalcielo.it/crop-circle-un-enorme-pianeta-nel-disegno-del-pittogramma-di-ravenna-si-tratta-di-nibiru/

DICHIARAZIONI SHOCK del figlio del noto Prof.Di Bella,Giuseppe Di Bella fa notare come truffarono il padre:farmaci scaduti e dosi sballate per boicottarlo!
http://jedasupport.altervista.org/blog/attualita/sanita/giuseppe-di-bella-metodo-padre-truffa/

PROBLEMA GRECIA
Dunque, fra non molto saranno in scadenza 27 miliardi del mio debito, allora voi prestatemene altrettanti e io vi pago le rate in scadenza. Ah! Dimenticavo! Non deve essere un finanziamento a breve termine, altrimenti fra poco siamo ancora punto e a capo, diciamo che la scadenza del nuovo prestito sia … fra 30 anni! Ah, ancora una cosa! Naturalmente venitemi incontro con un tasso di interesse sopportabile, beh … diciamo … l’1,5%.”http://www.finanzainchiaro.it/il-problema-grecia-spiegato-in-maniera-chiara-e-comprensibile.html

ZONA COMFORT
Avrete forse già sentito parlare del concetto di zona di comfort. Questa viene definita come una condizione nella quale una persona agisce in uno stato per così dire neutro, senza ansia, utilizzando un numero limitato di comportamenti per garantire un livello costante di prestazioni, di solito senza un senso di rischio.http://faregruppo.blogspot.it/2015/06/come-uscire-dalla-propria-zona-di.html



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PERCHE’ FUGGIRE DALLE CITTA': Il paradosso del progresso una lenta agonia.

Quale vantaggio esiste nell’aver lasciato l’era rurale ed essere entrati nell’era industriale senza averla ancora superata evolvendo?

All’inizio dell’era industriale e conseguente cosiddetto boom economico che in italia è sopraggiunto relativamente tardi, i nostri nonni vivevano in realtà cosiddette: RURALI.

Realtà di comuni rurali che erano praticamente autonome sotto tutti i punti di vista della sopravvivenza, realtà abbandonate successivamente alla grande guerra perchè distrutte dalla leva obbligatoria e quindi dalle braccia che sostenevano il lavoro di tali realtà. Successivamente alla guerra dunque l’unica opportunità per chi era rimasto a popolare i villaggi rurali senza più risorse umane e conoscenze, fù quella di andare a popolare le future grandi città e dare il via alla costruzione di una classe operaia con la promessa di un nuovo e idilliaco benessere e che avrebbe mantenuto le grandi industrie. Promessa che venne per molti mantenuta e realizzata con la possibilità di acquistare case e beni che prima nessuno poteva permettersi, a discapito di una indipendenza personale e un benessere di vita che non richiedeva la sottomissione in cambio di denaro. In pratica l’operaio svolgendo la sua mansione poteva avere il denaro necessario a usufruire di beni e comodità che prima se voleva, doveva e poteva procurarsi da solo nella condizione rurale senza pagare nessuno..

Ecco la fregatura, questa apparente condizione di benessere e promessa di lusso ha dato tutti alla testa al punto da rinunciare ad una vita sana, sobria ma felice. Questo preludio avvia il processo definitivo di sgretolamento dell’indipendenza umana individuale ma sopratutto collettiva. Oggi della promessa del progresso e della crescita economica è presente solo più uno spettro e in quelle che chiamano “grandi metropoli” e che io chiamo “bare di cemento” al benessere si sta ormai velocemente sostituendo un malessere diffuso dovuto alla penuria di opportunità e risorse economiche, che dissuadono dall’entusiasmo creativo.

Possiamo riempirci le mani di tecnologia portatile per distrarci dal non avere tempo per le relazioni e per la condivisione, per garantirci una casa che un tempo veniva costruita da tutti i membri del comune rurale, e del bestiame perchè ora qualunque bestia va registrata e controllata periodicamente, al punto che il “vecchio margaro” “Manu” che abita nell’ultima borgata della collina della piccola valle dove mi sono trasferito ha dovuto vendere tutte le mucche dalle quali ricavava il formaggio. La cosa più grave è che non trasferirà a nessuno le sue conoscenze riguardo la sua antica professione, e una dopo l’altra andando perdute le conoscenze i futuri abitanti dei luoghi limitrofi saranno costretti a recarsi al supermercato per comprare formaggi che non avranno gusto, che proverranno da bestie stipate in capannoni e non vedranno mai i pascoli per tutta la loro vita. Quella del formaggio è una tradizione culturale che non può essere appresa a scuola, è una tradizione che in quanto tale può essere solo tramandata con tutti i “trucchi” e le peculiarità delle zone di appartenenza. Un tempo queste conoscenze venivano tramandate da padre a figlio e cosi via, per qualunque tradizione di mestiere.

Cosi perdendo tradizioni simili noi tutti saremo sempre meno indipendenti e sempre più dipendenti di un sistema che non sostiene ma affossa.

L’indipendenza alimentare è uno dei miei obbiettivi principali e bisogna partire proprio da questo punto per cominciare ad associarsi individualmente o in gruppi al concetto di “www.decrescitafelice.it” ed è possibile sperimentando in base alle proprie possibilità la fattoria biologica e la coltivazione naturale, dal momento che persino il più innocente pomodoro è vittima di sofisticazioni industriali.

Un altro punto fondamentale deve essere “l’indipendenza energetica” e far fronte a tecnologie alternative migliori del fotovoltaico portando gradualmente in un luogo che possa ospitarle tecnologie o meglio tecniche basilari per produrre autonomamente elettricità e riscaldamento.

Nel primo caso è di fondamentale importanza stanziarsi nei pressi di un corso d’acqua importante dove incanalare l’energia cinetica della caduta e installare piccole turbine idroelettriche, ad esempio, ma le possibilità sono diverse sta tutto nel ricercare le diverse alternative già presenti e reperibili tramite il web.

Nel secondo caso, medesima cosa, esistono metodi di ottimizzazione per il riscaldamento dove viene sfruttata la legna al massimo delle sue potenzialità vedi la famosa “rocket stove” alla quale si può applicare un semplice meccanismo termodinamico in grado di scaldare anche l’acqua e utilizzarla per lavarsi nei mesi invernali.

Indipendenza idrica: non è necessario essere agganciati all’acquedotto per avere acqua corrente in casa spesso nelle colline l’acqua veniva incanalata e stoccata in cisterne come nella casa dove abito, e successivamente per mandarla in tutta la casa è possibile usare una antica semplice ma efficace tecnologia che sfrutta la compressione dell’aria all’interno di un serbatoio per inviare il getto nelle tubature, vedi: “pompa ad ariete idraulico” e “turbina di tesla” in grado di ottimizzare di nuovo l’energia cinetica dell’acqua.

Tutto questo è fondamentale per abbandonare stili di vita auto incatenanti che svuotano tasche e voglia di vivere a favore di coloro che senza tanti scrupoli sottraggono il tempo e il valore umano al fine di arricchirsi sulle spalle dei cittadini. Schiavitù che tutto sommato ci siamo auto-provocati abbandonando gli stili di vita dei nostri avi e accettando le condizioni.

Potrebbero anche sembrare le turbe di un paranoico esaurito, ma non accorgersi di non sapere fare tante cose senza bisogno dell’industria significa che l’essenza e l’indipendenza dell’essere umano è a grave rischio. Proprio perchè molti non se ne rendono conto, e dimentichi di queste conoscenze ci si affida ad una omologazione che spazza via quel che è genuino, sobrio, e semplice per fare spazio all’artificio, costruito e penoso che porta lentamente al declino delle più vive peculiarità umane.

E’ chiaro che non si tratta di tornare a vivere come i primate, l’importante è riconoscere che questo status non è perpetuabile in eterno ed agire di conseguenza nel proprio piccolo per ripararsi da un sistema che un pezzo alla volta sta versando in un collasso indotto ed evidentemente irresponsabile.

Queste sono le principali perplessità che mi hanno convinto a cercare una alternativa e quantomeno a cominciare con quello che per molti magari può essere un grande passo ma ricco di vantaggi vedi il mio primo articolo: https://econeoruralismo.wordpress.com/2014/12/20/fuga-dalla-citta-economizzare-e-cambiare-la-qualita-della-propria-vita/

E poco alla volta mi misuro con le opportunità e le problematiche di questa scelta. Ma auspico come infatti sta avvenendo ad un sempre più veloce abbandono delle città per iniziative personali e collettive a favore del ripopolamento di luoghi un tempo abbandonati.

https://econeoruralismo.wordpress.com

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Che fine hanno fatto gli eroi?

Tu muori ogni giorno, ogni ora e ogni minuto, quando vorresti gridare con tutto il fiato che hai in gola "No!" e invece timidamente, con la testa bassa rispondi "Si...".

Tu muori ogni giorno che lasci vincere le tue paure e i tuoi stupidi sensi di colpa.

Tu muori ogni giorno quando suona la sveglia e ti appresti a correre per eseguire un lavoro che non ti piace e non lo senti nel cuore, muori perché sai che infondo quella non è la tua strada, ma una strada qualunque, che ti permette di sopravvivere certo, ma non di realizzare quello che senti dentro.


Tu muori in ogni istante in cui pensi al futuro e ti dimentichi di vivere nel presente.

Tu pensi di morire una sola volta nella vita e invece muori centinaia, migliaia di volte in questa vita.

Pensi che rispondendo sempre "Si", ti sarà concessa grazia? Che avrai un lavoro stabile? La pensione assicurata? No, ti sbagli di grosso, proprio perché siamo masse di pecore ignoranti, codarde e obbedienti, ogni giorno il potere continua a toglierci qualcosa in più.

Credi di costruire il tuo futuro accettando lavori di merda, malpagati e con turni snervanti?
No, perché cosi facendo vedranno che sei cosi disperato da accettare QUALSIASI COSA e allora ti sfrutteranno ancora di più, via gli straordinari, via le ferie, via la dignità, via tutto, e cosi nel lavoro e cosi nella vita.

Perché non solo di lavoro sto parlando...

Che fine hanno fatto gli eroi? Quegli esseri umani vissuti con uno scopo?
Noi uomini moderni che scopo abbiamo in questa vita? Siamo solo pedine nelle mani dei più forti, e cosa facciamo? Invece di farci valere, di opporre perlomeno resistenza, ci inginocchiamo di fronte a loro.


Quanta pena devono provare di fronte a noi i padroni del mondo, vedendoci sconfitti senza aver mai combattuto.
Ogni epoca ha avuto i suoi eroi, personaggi che sono passati alla storia i cui nomi vibrano nell'eternità, noi per cosa verremo ricordati nel futuro?

E tu, per cosa vorresti essere ricordato?

Daniele Reale

Fonte Ross ottantasei FB

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Kusturica ha ricordato agli Stati Uniti ...

Kusturica ha ricordato agli Stati Uniti che non sono stati loro a liberare l'Europa dal nazismo

Il regista e musicista Yugoslavo Emir Kusturica, si è indignato per le parole rivolte da Hillary Clinton contro il Presidente russo Vladimir Putin, quando lo ha paragonato a Hitler. Secondo Kusturica, che considera molto grave questa dichiarazione, le parole della Clinton equivalgono a dire che la scimmia proviene dall'uomo.


"Dare del nazista a Putin accusandolo di avere invaso l'Ucraina e allo stesso tempo essere i creatori delle guerre in Iraq, Kosovo, Afghanistan, Libia, Ossezia - non è una cosa da poco" - ha scritto Kusturica sul quotidiano serbo Blic.
Il regista ha anche ricordato che le azioni di Putin sono dirette solo a proteggere la popolazione russa dai "Banderisti", gli eredi dei nazisti ucraini ed "esecutori della seconda rivoluzione ucraina".

Kusturica ha anche ricordato che la Russia ha sconfitto il nazismo, pagando un enorme tributo con i suoi oltre 20 milioni di morti.. "Quelli che vengono accusati di nazismo, hanno perso 20 milioni di persone per combattere contro Hitler. Poi succede che gli eredi di coloro che hanno sconfitto il nazismo, vengono chiamati Hitler, per alleviare dal senso di colpa quelli che sono i veri nazisti. La verità non è piacevole, ma quello a cui stiamo assistendo potrà portare alla formulazione della tesi che la scimmia proviene dall'uomo. Per come stanno le cose adesso, non è impossibile che questo accada".

http://russian.rt.com/…/201…/Kusturica-napomnil-SSHA-chto-ne

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martedì 23 giugno 2015

LA VIOLENZA RELIGIOSA SUI BAMBINI: "LA PRIMA COMUNIONE"

LA VIOLENZA RELIGIOSA SUI BAMBINI: "LA PRIMA COMUNIONE" - L'INIZIAZIONE AL CANNIBALISMO E AL MACABRO (2)

La “Prima Comunione”: bambini stuprati mentalmente, derubati della loro innocenza, costretti a credere di cibarsi del sangue e della carne di un uomo (immaginario), irreggimentati e vestiti come crociati.


La cosiddetta “eucarestia” raggiunge vette inimmaginabili di follia: un vero e proprio rito cannibalesco; un caso eclatante, seppur immaginario, di antropofagia cadaverico-funeraria; una sindrome psicotico-allucinatoria di massa, dove le persone sono realmente convinte di mangiare il corpo e di bere il sangue di un cadavere di duemila anni fa! Se nel caso della religiosità “ordinaria” come crocifissione, santi trafitti, ecc., siamo nella morbosità sado-masochista qui siamo di fronte al delirio macabro-orripilante.


E cosa dire dei genitori che per convinzione o per quieto vivere spingono o permettono ai loro figli di essere mentalmente stuprati tramite l’iniziazione al rito dell’eucaristia, con l’indottrinamento prima (catechismo) e con la cosiddetta “Prima Comunione” poi? Se nel caso delle venerazioni di immagini cruente e sanguinarie si potrebbe invocare la privazione della patria potestà, in questo caso il minimo sarebbe l’arresto per violenza e sevizie mentali su minori.

Oltretutto si tratta - insieme al battesimo, alla cresima, al matrimonio, al Natale ed alla Pasqua - di uno dei fenomeni più squallidi di business economico-religioso e piccolo-borghese, dove divino, infanzia, denaro, cibo, edonismo, compravendita, festa, esibizionismo, conformismo e individualismo, diventano un blocco indistinto in cui il bambino viene avviato alla sua prima “istruttiva” esperienza mercantilistica, di mercimonio e di commercio dei (dis)valori e di adesione a ripugnanti bugie collettive.

Scrive Sam Harris: “E’ difficile immaginare una serie di credenze folli più di quelle che sono alla base di molte delle nostre tradizioni religiose. Considerate una delle pietre angolari della fede cattolica: ‘Mediante la consacrazione si opera la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Sotto le specie consacrate del pane e del vino, Cristo stesso, vivente e glorioso, è presente in maniera viva, reale e sostanziale, il suo Corpo e Sangue con la sua anima e divinità’.

Gesù Cristo, che, come è noto, è nato da una vergine [sic!], l'ha fatta in barba alla morte ed è asceso al cielo in carne e ossa [sic!sic!], adesso può essere mangiato sotto forma di ostia. Poche parole in latino pronunciate sul vostro vino preferito e potete anche bere il suo sangue [sic!sic!sic!]. Si può mettere in dubbio che chiunque sostenesse in modo autonomo queste credenze sarebbe preso per matto? O meglio, c'è qualche dubbio sul fatto che sia effettivamente matto?”.

http://uaacs.blogspot.it/2015/03/la-violenza-religiosa-sui-bambini-la.html?spref=fb
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LA STORIA DEL RE FOLLE

Questa storia è tratta dal libro di Paulo Coelho, pubblicato nel 1999 ed intitolato: “Veronika decide di morire 
“Un potente stregone, con l’intento di distruggere un regno, versò una pozione magica nel pozzo dove bevevano tutti i sudditi. Chiunque avesse toccato quell’acqua, sarebbe diventato matto.
Il mattino seguente l’intera popolazione andò al pozzo per bere. Tutti impazzirono, tranne il re, che possedeva un pozzo privato per sé e per la famiglia, al quale lo stregone non era riuscito ad arrivare. Preoccupato, il sovrano tentò di esercitare la propria autorità sulla popolazione, promulgando una serie di leggi per la sicurezza e la salute pubblica. I poliziotti e gli ispettori, che avevano bevuto l’acqua avvelenata, trovarono assurde le decisioni reali e decisero di non rispettarle.
Quando gli abitanti del regno appresero il testo del decreto, si convinsero che il sovrano fosse impazzito, e che pertanto ordinasse cose prive di senso. Urlando si recarono al castello chiedendo l’abdicazione. Disperato, il re si dichiarò pronto a lasciare il trono, ma la regina glielo impedì, suggerendogli: – Andiamo alla fonte, e beviamo quell’acqua. In tal modo saremo uguali a loro – . E così fecero: il re e la regina bevvero l’acqua della follia e presero immediatamente a dire cose prive di senso. Nel frattempo, i sudditi si pentirono: adesso che il re dimostrava tanta saggezza, perché non consentirgli di continuare a governare?



Cosa ha da insegnare una storia come questa? molti di noi ci si possono 

ritrovare,quante volte nella vita comune ti ritrovi a fare una scelta come quella del Re e della Regina e bevi l'acqua avvelenata per essere come gli altri? per non essere considerato la pecora nera ,per non essere criticato, accusato,
per non avere fastidi

Gli altri anche se sono la maggioranza non hanno necessariamente ragione.

la verita' non sta mai nella maggioranza, segui il gregge e diventerai una pecora, io consiglio di seguire se' stessi, siamo esseri unici e irripetibili e i nostri sogni ci possono portare a raggiungere il nostro destino che è la gioia suprema

Se bevi alla fonte dell'acqua avvelenata, se ti adegui, se segui le informazioni che ti giungono dalle Tv e dai giornali avveleni la tua mente diventi come tutti gli altri uniformata alla massa di menti folli Guidate da menti folli verso obiettivi folli, non credere che in te c'è qualcosa di sbagliato,solo perchè non sei come gli altri, questo è quello che vogliono farti credere, la massa non accetta il diverso, ma non per questo tu ti devi adeguare alla massa, sii te stesso è il solo modo di crescere di evolvere.

Bevi alla sorgente pura  che c'è dentro di te, rifiuta l'acqua avvelenata e segui la tua strada,abbi fiducia e arriverai al tuo destino, non c'è altro modo a volte 
il sentiero è arduo altre volte facile da percorrere, ma non cè altro modo il sentiero è tuo e solo tuo, non si puo' seguire la strada di altri...questo è cio' che credo

Antar Raja





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Buon Ritorno... a casa

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Conversazione tra un razzista e un non so

Conversazione tra un razzista e un non so che si incontrano per caso alla stazione di Ventimiglia in uno di questi giorni.

Razzista: Io sono un razzista
Non so: Io invece non so, anzi no.
Razzista: Chi entra nel mio Paese deve essere identificato
Non so: Perché sei un razzista. Io accoglierei tutti. Sono tutti esseri umani
Razzista: E chi paga 1050 euro al mese cadauno? Mia madre prende la metà, la pensione minima, dopo aver lavorato e pagato tasse dirette e indirette per 30 anni.
Non so: Ne fai una questione di soldi, ma quanto abbiamo rubato noi a questi popoli? Li abbiamo depredati delle loro risorse come potenze coloniali e ancora oggi. Non si possono mischiare diritti umani e denaro. A chi ti chiede aiuto devi tendere la mano.
Razzista: L'Africa ha 1,1 miliardi di persone, in Italia non ci starebbero neppure se messe in piedi una contro l'altra. L'Italia è già oggi una delle Nazioni con la più alta densità di popolazione del mondo. Chi dovrebbe decidere chi può rimanere visto che non possiamo accogliere tutti?
Non so: Basta identificare i profughi che hanno diritto di asilo dai clandestini che sono molti di più.
Razzista: In Italia per il riconoscimento ci vuole più di un anno contro il limite di un mese posto come regola a livello internazionale, nel frattempo il clandestino rimane in assoluta libertà senza identità. Si preoccupano dell'Isis quando potremmo avere decine di affiliati all'Isis al giorno in più dovuti agli sbarchi di cui nessuno sa nulla. Nessuno controlla.
Non so: E allora cosa dovremmo fare? Lasciarli morire in mare? Sei disumano.
Razzista: Bisogna avere una vera organizzazione di accoglienza, non lasciarli prostituire, in particolare i minorenni come succede alla stazione Termini, o consegnarli alle mafie che li usano come schiavi o lasciarli senza strutture igieniche a bivaccare nei parchi e nelle stazioni. O appollaiati sugli scogli come quelli davanti a noi?
-Indicando dei clandestini con una misera protezione di plastica argentea sugli scogli da qualche giorno davanti al mare di Ventimiglia -
Non so: Per accogliere in modo degno queste persone dobbiamo avere strutture che funzionano e dare loro la possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro. E' elementare.
Razzista: Le strutture sono nelle mani delle mafie e dei partiti come è avvenuto a Roma con Mafia Capitale e per inserirli nel mondo del lavoro ci vogliono due requisiti: una professionalità e la conoscenza della lingua italiane. A me sembra che di solito chi entra in Italia non possieda nessuno di questi due requisiti. E soprattutto in Italia il lavoro non c'è, le giovani generazioni di italiani dopo il diploma o la laurea emigrano all'estero.
Non so: Oltre a razzista sei anche nazionalista. Perché uno dovrebbe essere costretto a parlare la nostra lingua? Forse tu parli lo swahili?
Razzista: E' un discorso di integrazione. Se non comunicano non possono relazionarsi. Si creano delle isole sociali, dei ghetti. Per chi entra in Italia senza conoscere l'italiano e vuole ottenere la residenza deve essere obbligatorio l'insegnamento della nostra lingua con un esame finale.
Non so: Si incomincia così e poi si trasformano le culture in una sola, la nostra. Un uomo a una dimensione.
Razzista: Vorrei aggiungere che prima di entrare in Italia, e non dopo, per ognuna di queste persone dovrebbe essere prevista una visita medica accurata per verificare se sono portatori di malattie e, in questo caso, curarli, sia per loro che per evitare che malattie scomparse da decenni ricompaiano, come la scabbia, la malaria o la tbc.
Non so: - allontanandosi gesticolando - Razzista. fascista, nazista, negriero, egoista, bastardo, figlio di puttana, pezzo di m...a
Razzista: Ma cosa ho detto di così irragionevole?

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