martedì 30 gennaio 2024

Tu lavora, paga e produci.

Per potersi definire davvero ribelli, dobbiamo ridisegnare la prospettiva da cui osserviamo noi stessi e la casualità apparente degli eventi che ci accadono.
Se ci limitiamo solo a considerare la quotidianità e i suoi compiti ordinari a cui adempiamo, perdiamo il significato profondo della nostra vita.
Tre quarti della gente vive la sua vita impegnata a risolvere i rebus personali che gli si paventato davanti. La loro attenzione è focalizzata lì, e ciò non è un caso.
Impegnare una persona tutto il giorno, farlo lavorare, preoccuparla, ma sostanzialmente farla assorbire da pensieri di insicurezza prosciugherà la sua energia, e questo è funzionale a chi ha scritto le regole di questa società.
Una mente occupata, impaurita e sempre di corsa, troverà riposo e soddisfazione nei modelli che il sistema stesso gli metterà a disposizione: svago, cibo, sonno, il resto sarà tutto delegato.
Tu lavora, paga e produci. Così abbiamo disimparato a provvedere a noi stessi.
La casa te la costruiamo noi.
Il cibo te lo facciamo trovare pronto nei centri commerciali.
Il tavolo, la sedia o il divano, te lo costruiamo noi.
Noi costruiamo l'auto che guidi, garantiamo la scuola i in cui studi, emanismo leghi e regole per tuo bene.
Sempre noi decidiamo di cisa ti ammalerai, e con cosa ti curerai.
Tu? Devi solo obbedire e fidarti.
Loro sanno cos'è meglio per te.
Ti vogliono bene, non hai visto come si sono preoccupati per la tua salute?
ù
A Ruben


Perché non riesco a mettere in pratica quello che ho imparato




«Brizzi, ma come mai io ho capito tutto riguardo il non giudizio, riguardo il fatto che ognuno di noi è a un livello di coscienza diverso, perciò è normale che qualcuno voglia fare beneficenza e qualcuno voglia rubare. Ho capito che ognuno di noi ha la sua strada e anziché giudicare gli altri dovremmo pensare solo a espandere la nostra coscienza e realizzare la nostra missione. Ma come mai, nonostante abbia capito tutto questo... ogni mattina mi arrabbio con mio figlio, e poi mi arrabbio col collega, e poi con il traffico? Cos’è che non ho capito?»



La risposta a questa domanda è la lezione “La gestione dei corpi” del Corso di Risveglio della Coscienza. Tutti gli istruttori sono tenuti a farla, perché altrimenti non si comprende un meccanismo molto importante. Questa è una sintesi di quella lezione.








Le persone credono che il lavoro sia finito quando hanno capito qualcosa, mentre il lavoro COMINCIA dopo che hanno capito come funzionano le leggi di questo mondo. L’informazione che hanno acquisito sul piano intellettuale – e con la quale evidentemente sono d’accordo – deve poi passare ai corpi, in particolare a quello emotivo, che è il campo dove si combatte la battaglia più dura con la meccanicità dell’apparato psicofisico.

IO E I MIEI CORPI SIAMO ENTITÀ DIFFERENTI, CON SCOPI DIFFERENTI.


Tu non vuoi giudicare, perché hai capito che più giudichi più stai male, ma alla fine non puoi fare a meno di giudicare ugualmente. Tu vuoi fare la brava e inondare il mondo di pace, ma alla prima occasione ti incazzi come una bestia con la collega o con il personaggio politico di turno o con l’arbitro cornuto. Questa tua incapacità ti fa arrabbiare ancora di più. E ti fa sentire frustrata.



Questo significa anche che se oggi ammazzi qualcuno, perché sei preso dal tuo disagio emotivo, poi dopo qualche anno di galera cominci a pensare: «Ma cavolo, come ho fatto a compiere quell’atto? Oggi non lo farei mai». Se è avvenuta una reale trasformazione interiore, cioè SE L’INFORMAZIONE È PASSATA ANCHE NEL CORPO EMOTIVO, allora non lo farai davvero più. Ma se non è avvenuto questo passaggio, quando ti ritroverai in una condizione simile lo rifarai ancora. Ciò che vale per un omicidio, vale anche per il drogarsi o per il rispondere male alla propria madre.



La situazione non risiede nell’afferrare i corpi per il collo e tentare di strozzarli finché non si arrendono e dicono: «Okay, okay, ho capito!»



LA SOLUZIONE È SEMPRE VERTICALE: IDENTIFICARCI CON L’ANIMA.

PER IDENTIFICARCI CON L’ANIMA, DOBBIAMO RICORDARCI DI OSSERVARE LE MILLE ESPRESSIONI DELLA MACCHINA BIOLOGICA.

UNA VOLTA RAGGIUNTO UN CERTO GRADO DI DISTACCO DALLE ESPRESSIONI DELLA MACCHINA... LA MACCHINA SI SVEGLIA E INIZIA A COLLABORARE CON L’ANIMA.

A QUESTO PUNTO IL VOLERE DELL’ANIMA E QUELLO DELLA MACCHINA COINCIDONO.



Il fatto che il corpo emotivo non obbedisca subito, fa parte di una situazione giusta e normale. Ai corpi occorre che voi lavoriate sulla PRESENZA a lungo e con determinazione, IN MANIERA COSTANTE E PROLUNGATA, come si fa quando si devono imparare le tabelline a scuola: più vi impegnate, prima il corpo mentale le impara. Se trascurate di esercitarvi ogni giorno, in quinta elementare non saprete ancora recitare le tabelline a memoria.



Se vi dimenticate chi siete, se vi dimenticate che non siete il vostro corpo mentale e quello emotivo, in un periodo storico veloce e caotico come questo, siete fottuti.

Salvatore Brizzi

ANTIPATOGENO

Questo programma è stato creato in base alle ultimissime ricerche che riguardano l'azione delle frequenze, svolte nella clinica del dr. Anthony Holand. Il Dr. Anthony Holand per molti anni aveva condotto delle ricerche cercando di trovare una frequenza che possa uccidere le cellule cancerose.
Avete sentito dei casi quando i cantanti d'opera spaccavano i bicchieri di vetro con la sola forza della loro voce? Alla base di questo fenomeno fisico c'è la risonanza: la frequenza della voce coincide con la frequenza del vetro, e il vetro si rompe.
E se proviamo a fare lo stesso con i germi patogeni? Anche i germi patogeni hanno delle frequenze di risonanza a cui reagiscono. Per anni il dr. Holand provò migliaia di frequenze, ma tutto era invano finché non fece coincidere due suoni, per caso: la frequenza portante e la sua undicesima armonica. Ogni frequenza possiede delle armoniche, pari e dispari. L'undicesima armonica è dispari e si ottiene moltiplicando la frequenza portante per 11 (per es. se la frequenza portante è 200 Hz, la sua undicesima armonica sarà 2200 Hz).
Le prove dell'azione comune delle due frequenze si mostrarono stupefacenti: questa copia era capace di uccidere non solo i germi “normali” come la candida, ma persino le cellule tumorali.
Questo sembra fantascienza, ma esistono già delle ricerche documentate: la combinazione della frequenza portante e della sua 11° armonica deprime gli organismi patogeni.
Abbiamo deciso di creare un programma basato sulle ricerche del dr. Holand, adoperando la frequenza portante 48 Hz + la sua undicesima armonica, 528 Hz. La loro sovrapposizione agisce in maniera letale sulle cellule patogene.

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Budapest blocca i nuovi aiuti all'Ucraina

L'UE intende sabotare l'economia ungherese se Budapest blocca i nuovi aiuti all'Ucraina durante il vertice di questa settimana. Bruxelles ha delineato una strategia per colpire i punti deboli dell'economia ungherese, far crollare la sua valuta e la fiducia degli investitori nel tentativo di danneggiare "l'occupazione e la crescita" se Budapest si rifiuterà di togliere il veto agli aiuti a Kiev.
Viktor Orbán ha promesso di bloccare l'uso del bilancio dell'UE per fornire aiuti finanziari all'Ucraina per €50 miliardi.
Se non farà marcia indietro, gli altri leader dell'UE interromperanno in modo permanente tutti i finanziamenti dell'UE a Budapest con l'intenzione di spaventare i mercati, si legge nel documento riservato. La natura totalitaria dell'UE è ormai innegabile. Il consenso è stato sostituito da coercizione, intimidazione e minacce - vale a dire mezzi illegali per ottenere i risultati voluti.
Laura Ruggeri



«Risonatore cristallino» è un innovativo programma sviluppato dall'Advanced Mind Institute. Alla sua base c'è la frequenza di risonanza del cristallo di rocca 2675 Hz. Per ottenere l'effetto del dr. Holand, a questa frequenza è stata aggiunta la sua undicesima armonica (243.45 Hz). Nel corso delle sue ricerche il dr. Holand aveva scoperto l'effetto dell'unione di queste due frequenze sulle cellule patologiche: insieme combattono qualsiasi agente patogeno, cellule cancerogene comprese, e senza danneggiare in alcun modo la salute dell'organismo.
Alla base del principio d'azione dell'11° armonica c'è l'effetto di risonanza. Abbiamo visto che i cantanti d'opera possono, con la sola forza della voce, spaccare dei bicchieri di vetro. Anche l'effetto dell' 11° armonica si basa sullo stesso principio, ma al posto del bicchiere ci saranno le cellule patologiche.
Non NON affermiamo che questo programma possa combattere il cancro (non abbiamo a disposizione materiali che confermano o smentiscono questa tesi), ma in base alle ricerche da noi svolte ci siamo convinti che programma agisce negativamente sui virus, parassiti, funghi. A parte questo, la frequenza 2675 è adoperata da alcuni guaritori per la pulizia dell'aura umana. In internet si trovano dei diapason sintonizzati su questa frequenza, in grado di pulire l'aura e il corpo eterico. Anche in questo programma è usata la stessa frequenza dei diapason noti ai guaritori di tutto il mondo.
In questo programma sono stati altresì inseriti: un ritmo speciale della frequenza theta – 6.8 Hz - che secondo il dott. Rife, stimola le difese dell'organismo, e le frequenze del ritmo cardiaco mirate al rafforzamento del sistema cardio-circolatorio.
Il programma svolgerà un'azione positiva in caso di:
• sistema immunitario debole
• presenza di germi patogeni
• presenza di parassiti
• disfunzioni del sistema cardio-corcolatorio
• e inoltre, il programma rafforzerà in generale il vostro organismo.
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martedì 23 gennaio 2024

COCA COLA consigliata per la pulizia dei tubi..

LA CINA VIETA LA COCA-COLA PER IL CONSUMO UMANO E L'HA CLASSIFICATA COME MATERIALE DI PULIZIA*
In Cina, la Coca-Cola sarà venduta come detergente per le acque reflue e la Coca-Cola non alcolica prodotta dalla società americana Coca-Colla Company secondo la decisione del Comitato Centrale cinese per lo sviluppo economico. Quality Food verrà trasferito nella categoria dei sanificanti consigliati per la pulizia dei tubi..
La ragione di questa rigorosa decisione è la ricerca scientifica sulla composizione della bevanda e sui suoi effetti sulla salute umana. Più di 500 prigionieri provenienti dalle prigioni cinesi sono stati selezionati per esperimenti e ricerche. Bevevano Coca Cola tre volte al giorno per sei mesi. L'esperimento ha portato a 75 morti e 150 infezioni. Altri sono stati disabili e altri soffrivano di esacerbazione delle malattie croniche e sono stati esposti a danni alla salute in vari gradi di gravità...
Sulla base di questi dati, l'Autorità è giunta a conclusioni sulla minaccia alla vita e alla salute delle persone che le bevande analcoliche rappresentano, che hanno portato alla decisione di richiamare immediatamente la Coca-Cola da tutti i negozi alimentari in Cina :flag_cn:...
Osservate le proprietà positive del fluido contemporaneamente. Specialmente negli impianti idrici e fognari come mezzo efficace per pulire fognature e tubature sanitarie nei bagni, nelle cucine...
In Turchia, per la prima volta al mondo, è stata avviata una causa contro l'azienda americana Coca-Cola in merito alla composizione di una bevanda che può causare leucemia polmonare, fegato, tiroide...
La Corte Suprema dell'India vieta la distribuzione di bevande Coca-Cola a causa dei rischi per la salute...
La Lettonia ha vietato la distribuzione di Coca-Cola e Pepsi nelle scuole elementari, e
in *Inghilterra* e *Ucraina* hanno vietato il consumo nelle scuole...
*:no_entry: Fatti sulla Coca-Cola*:
È considerato buono per rimuovere la ruggine, cosiddetto. sassi, da bollitore e vasca da bagno, a causa del contenuto di acido ortofosforoso...
In *alcuni paesi asiatici* gli agricoltori usano la Coca-Cola per uccidere insetti e altri perché costa meno delle sostanze chimiche e fa lo stesso effetto...
★ 8.000 mila bicchieri di coca cola si consumano ogni secondo del mondo...
Tutto quanto sopra non è solo per la Coca Cola ma tutte le altre bevande analcoliche sono pericolose come la Pepsi e altre bevande di ogni genere...
Bisogna ricordare che le aziende manifatturiere si preoccupano solo dei profitti, non solo della salute umana per scopi commerciali. E quando si tratta di prendersi cura della propria salute, è solo nelle vostre mani, quindi dovreste astenervi dal berlo e consigliare ai vostri cari di non berlo... Infatti, la bevanda è gustosa perché contiene acidi, zuccheri e prodotti chimici. , ma allo stesso tempo è pericoloso e mortale, causa cancro, osteoporosi e perdita prematura della memoria....
Ottimo detersivo per rimuovere le macchie.

domenica 21 gennaio 2024

Il Guru della Felicità sadguru

Gestisce un impero di milioni di dollari, ovviamente, per questo frequenta Davos. Qui in foto sta semplicemente con i suoi pari, con la sua classe sociale di appartenenza. Fa parte di questa elite, ed è bene saperlo, senza nascondersi dietro un dito. Lui non lo nasconde affatto, bisogna prenderne atto e dargli merito di non mentire su questo punto.
Non è un santo, non fa miracoli, guadagna molto bene, ha moltissimi centri sparsi in tutto il mondo dove ci sono milioni di volontari che lavorano per lui (16 milioni, secondo un recente articolo de l'Unità). Basta che tu paghi e lui ti spiega come fare ad essere felice. A un sacco di gente sta bene così. Non vogliono sapere chi è chi e chi fa cosa e perché, gli basta trovare il proprio benessere. Del resto è tutto a norma di legge.
Per esperienza diretta, personale, so che se solo provi a fare una minima critica con i suoi fedeli, acciderbole, ti si scagliano contro con i denti canini molto affilati. Questo mi fa sospettare che il dolore, il male, qui sia solo abilmente ignorato, o rimosso, ma che sia pronto ad esplodere dai recessi più nascosti dell'anima, tutt'altro che risolto. Questo "insegnare a sognare di essere felici" è la cosa più diffusa nel vasto ambiente della spiritualità del presente.
Insomma, io vedo la solita vecchia storia, la ricerca di un "salvataggio" nel più classico degli schemi religiosi. Il dolore fa fare qualunque cosa a molti. Ripeto, è tutto legittimo e va benissimo che vada così. Per me la spiritualità è altro, ma ognuno ha bisogno di percorrere la sua strada, di fare ciò che è alla sua portata, di capire le cose dal proprio punto di vista.
Tantissimi auguri a chi si affida a questa classe dominante del mondo. Io non lo farei neppure se mi venisse imposto come obbligo. Se si mettono nelle mani di questi affascinanti, abilissimi squali sorridenti, gli serve davvero una gigantesca mole di fortuna.


giovedì 18 gennaio 2024

Cronache pestilenziali

“Quando la peste bubbonica colpì Ginevra nel 1530, tutto era già pronto. Fu persino aperto un intero ospedale per gli appestati. Con medici, paramedici e infermieri. I commercianti contribuivano, il magistrato dava sovvenzioni ogni mese. I pazienti davano sempre soldi, e se uno di loro moriva da solo, tutti i beni andavano all’ospedale.
Ma poi è successo un disastro: la peste andava spegnendosi, mentre le sovvenzioni dipendevano dal numero di pazienti.
Non esisteva questione di giusto e sbagliato per il personale dell’ospedale di Ginevra nel 1530.
Se la peste produce soldi, allora la peste è buona. E poi i medici si sono organizzati. All’inizio si limitavano ad avvelenare i pazienti per alzare le statistiche sulla mortalità, ma si sono presto resi conto che le statistiche non dovevano essere solo sulla mortalità, ma sulla mortalità da peste.
Così cominciarono a tagliare i foruncoli dai corpi dei morti, asciugarli, macinarli in un mortaio e darli agli altri pazienti come medicina. Poi iniziarono a spargere la polvere sugli indumenti, fazzoletti e giarrettiere. Ma in qualche modo la peste continuava a diminuire. A quanto pare, i bubboni essiccati non funzionavano bene.
I medici andarono in città e di notte spargevano la polvere bubbonica sulle maniglie delle porte, selezionando quelle case dove potevano poi trarre profitto. Come scrisse un testimone oculare di questi eventi, “questo rimase nascosto per qualche tempo, ma il diavolo è più preoccupato di aumentare il numero dei peccati che di nasconderli.”
In breve, uno dei medici divenne così impudente e pigro che decise di non vagare per la città di notte, ma semplicemente gettò un fascio di polvere nella folla durante il giorno. Il fetore saliva al cielo e una delle ragazze, che per un caso fortunato era uscita da poco da quell’ospedale, scoprì cosa fosse quell’odore. Il medico fu legato e messo nelle buone mani degli ‘artigiani’ competenti.
Hanno cercato di ottenere più informazioni possibili da lui. Comunque, l’esecuzione è durata diversi giorni.
Gli ingegnosi ippocrati venivano legati a dei pali su dei carri e portati in giro per la città. Ad ogni incrocio i carnefici usavano pinze arroventate per strappare loro pezzi di carne. Venivano poi portati sulla pubblica piazza, decapitati e squartati e i pezzi venivano portati in tutti i quartieri di Ginevra. L’unica eccezione fu il figlio del direttore dell’ospedale, che non prese parte al processo ma spifferò che sapeva come fare le pozioni e come preparare la polvere senza paura di contaminazione. Fu semplicemente decapitato ‘per impedire la diffusione del male’”.
François Bonivard, Cronache di Ginevra, secondo volume, pagine 395 – 402 –



Auroville

Auroville, fondata da Mere seguendo gli insegnamenti Aurobindo Mere . Vi allego uno scritto sul "sogno" che l'ha portata a realizzare Auroville e il Matrimandir, per chi non ne conoscesse la storia:
"Dovrebbe esserci da qualche parte sulla terra un luogo che nessuna nazione possa rivendicare come proprio, dove tutti gli esseri umani di buona volontà che nutrono un’aspirazione sincera possano vivere
liberamente come cittadini del mondo obbedienti ad un'unica autorità, quella della verità suprema; un luogo di pace, concordia e armonia dove tutti gli istinti combattivi dell'uomo sarebbero usati esclusivamente per vincere le cause delle sue sofferenze e miserie, o superare le sue debolezze e la sua ignoranza, per trionfare sui suoi limiti e incapacità; un luogo dove i bisogni dello spirito e la preoccupazione del progresso prendano il sopravvento sulla soddisfazione dei desideri e delle passioni, sulla ricerca del piacere e del godimento materiale.
In questo luogo i bambini potranno crescere e svilupparsi integralmente senza perdere il contatto con le loro anime; l’istruzione verrebbe impartita non per superare esami o ottenere certificati e incarichi, ma per arricchire le facoltà esistenti e crearne di nuove.
In questo luogo, titoli e posizioni sarebbero sostituiti da opportunità di servizio e organizzazione; i bisogni fisici di ciascuno sarebbero ugualmente soddisfatti e pure quelli intellettuali! La superiorità morale e spirituale si esprimerebbe nell’organizzazione generale non con un aumento dei piaceri e delle forze della vita, ma con un aumento dei doveri e delle responsabilità. La bellezza in tutte le sue forme artistiche, pittura, scultura, musica, letteratura, sarebbe ugualmente accessibile a tutti; ci sarebbe la capacità di condividere la gioia che portano limitato solo dalle capacità di ciascuno e non dalla posizione sociale e finanziaria.
Perché in questo luogo ideale il denaro non sarebbe più il signore sovrano; Il valore individuale avrebbe un’importanza molto maggiore di quella della ricchezza materiale e della posizione sociale.
Lì il lavoro non sarebbe un modo per guadagnarsi da vivere, ma un modo per esprimersi e sviluppare le proprie capacità e possibilità, essendo al servizio della comunità nel suo insieme, la quale, da parte sua, provvederebbe alla sussistenza e alla sfera di vita di ciascuno. Sarebbe insomma un luogo dove i rapporti umani, che normalmente si basano quasi esclusivamente sulla competizione e sul conflitto, sarebbero sostituiti da rapporti di emulazione nel far bene, di collaborazione e di vera fratellanza.
Mère - Auroville



domenica 14 gennaio 2024

LETTERA AGLI IPOCRITI D’EUROPA


Un tempo credevo che i filosofi fossero i custodi della coerenza etica e della decenza intellettuale. Forse mi sbagliavo, dato che questa tradizione sembra cancellata nell’attuale panorama culturale d’Europa.
Nei media come nel mondo accademico il conformismo e la complicità con la violenza hanno preso il posto del coraggio intellettuale. Qualche settimana fa un importante filosofo tedesco di nome Habermas pubblicò un testo pieno di comprensione per Israele proprio nel momento in cui Israele lanciava una campagna di sterminio di massa che molte persone considerano un genocidio.
In quel testo l’importante filosofo, e alcuni suoi colleghi scrivevano che “assimilare lo spargimento di sangue a Gaza a un genocidio va oltre i limiti di un dibattito accettabile”, ma tralasciavano di spiegare per quale ragione Israele può incarcerare milioni di persone, invadere e distruggere le case di milioni di palestinesi, uccidere diecimila bambini in un paio di mesi, ma non ci è concesso denunciare tutto questo come genocidio.
Israele colpisce indiscriminatamente i palestinesi che sono intrappolati nell’infernale prigione di Gaza, ma i filosofi, soprattutto in Germania, non posso chiamarlo genocidio.
Perché?
Quando gli intellettuali tedeschi pronunciarono le parole: Nie Wieder, io intesi (forse ingenuamente) che questo significasse: mai più pulizia etnica, mai più deportazione di massa, mai più discriminazione razziale, mai più campi di sterminio, mai più Nazismo.
Ma adesso, dopo avere letto le parole dell’importante filosofo e della elite politica europea, e dopo avere ascoltato il silenzio della grande maggioranza dei giornalisti, degli accademici e degli artisti, capisco che quelle due parole avevano un significato differente. Capisco che da un punto di vista tedesco quelle due parole: Nie Wieder, vanno interpretate così: dopo avere ucciso sei milioni di ebrei, due milioni di Rom, trecentomila comunisti e venti milioni di sovietici, i tedeschi promettono che difenderanno Israele in ogni caso, perché i sionisti non sono più nemici della razza superiore, e gli riconosciamo il privilegio di cui noi abbiamo goduto da cinquecento anni: il privilegio dei colonizzatori, degli sfruttatori, degli sterminatori.
Israele è stata cooptata nel nostro Club suprematista, per cui ha acquisito il diritto di fare quello che noi abbiamo fatto ai popoli indigeni del Nord e del Sud America, agli aborigeni d’Australia eccetera eccetera.
Noi, razza bianca, abbiamo deciso che il nostro nuovo alleato può costruire un campo di sterminio sulla costa del Mar Mediterraneo orientale: chiamiamolo Auschwitz on the beach.
I giovani marciano nelle città di mezzo mondo contro l’occupazione israeliana e contro la pulizia etnica. Buona parte della comunità ebraica d’Europa e degli Stati Uniti si rivolta contro il massacro, ma gli ipocriti li accusano di anti-semitismo.
Ma gli intellettuali europei sono così silenziosi che sono giunto alla conclusione che la categoria è estinta, e sarà sostituita dalla Corporazione deli Ipocriti.
In Francia e in Germania le autorità politiche sembrano non intenzionate a impedire che qualcuno dica la verità su quel che sta succedendo a Gaza e in Cisgiordania: le voci dissidenti sono emarginate, i libri sono tolti dagli scaffali, e certe parole o frasi sono messe fuori legge, quando si tratta di settantacinque anni di violenza israeliana, quando si tratta deI massacri che gli Ubermenschen compiono ogni giorno sugli Untermenschen.
Per proteggere la nostra perfetta democrazia Le autorità tedesche si comportano come ai tempi della STASI.
Per proteggere la nostra perfetta democrazia si uccidono sistematicamente bambini palestinesi. Adesso quei bambini muoiono di fame, di sete, di freddo, di malattia e ovviamente di bombe.
Un tempo credevo che la ragione e i diritti umani dovessero intendersi come valori universali, ma adesso capisco che per gli ipocriti europei “universali” significa: bianchi.
L’ipocrisia ha nutrito l’onda di razzismo e l’aggressività che montano in tutti i paesi europei.
Gli intellettuali silenziosi d’Europa sono complici degli assassini e responsabili dell’ondata di fascismo che sta prevalendo dovunque nel continente.
Horkheimer e Adorno scrissero nel 1941 queste parole:
“Il concetto di Illuminismo… contiene i germi di una regressione che oggi si sta sviluppando in ogni luogo. Ma se l’Illuminismo non contiene la coscienza di questo momento regressivo, sta firmando la sua condanna a morte. Se lasciamo che la riflessione sulla distruttività del progresso ai nemici del progresso, il pensiero, accecato dal pragmatismo, perderemo la capacità di pensiero.”
Queste parole si possono ripetere oggi, dal momento che chiudiamo gli occhi alla realtà di migliaia di persone che annegano ogni giorno nel Mediterraneo, e alla realtà dell’Olocausto inflitto al popolo palestinese.
FRANCO BERARDI BIFO





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LA GUERRA DEI CONTADINI


È curioso.
Esattamente 500 anni fa, nel 1524, i contadini tedeschi sono insorti contro i “signori” feudali.
La plebe contro i patrizi.
Marx non era nato, ma la lotta di classe era già in atto.
Thomas Müntzer, pastore protestante e uno dei leader delle proteste, scriveva:
«I signori e i prìncipi sono l'origine di ogni usura, d'ogni ladrocinio e rapina; essi si appropriano di tutte le creature: dei pesci dell'acqua, degli uccelli dell'aria, degli alberi della terra (Isaia 5, . E poi fanno divulgare tra i poveri il comandamento di Dio: "Non rubare". Ma questo non vale per loro. Riducono in miseria tutti gli uomini, pelano e scorticano contadini e artigiani e ogni essere vivente (Michea, 3, 2–4) [Lutero] dice che non ci dovrebbe essere ribellione, perché Dio ha dato la spada all’autorità, ma il potere della spada appartiene alla comunità intera. Nel buon tempo antico il popolo assisteva quando si rendeva giustizia, per impedire che le autorità pervertissero la giustizia, ma ora esse l’hanno pervertita. Devono essere gettate giù dai loro seggi. Gli uccelli si vanno radunando per divorarne i cadaveri.»
Le proteste sfociarono in una guerra sanguinosa che portò a centomila morti e alla formulazione dei 12 articoli del manifesto di Memmingen, antesignano della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, con una serie di rivendicazioni da parte dei contadini tra cui la liberazione dalla servitù della gleba (art.3), diminuzione delle corvé (art.6), revisione di canoni, servizi al signore locale in libertà e dietro pagamento in denaro (art.7).
Precisamente 500 anni dopo (1524-2024), i contadini tedeschi sono tornati nelle strade e nelle piazze.
Nel 2023 si erano già attivati olandesi, belgi, polacchi, ungheresi, slovacchi. Oggi il livello della protesta si è alzato.
Lunedì 15 gennaio gli agricoltori invaderanno Berlino in massa.
Evidentemente più di qualcuno si è reso conto che “questa transizione ecologica sa di transazione economica”.
Fa balla’ l’oeucc…
Roccocantautore


Il nostro essere esiste prima di nascere

Nella nostra società la morte è sentita come un tabù: non se ne parla, quasi portasse sfortuna.
Per gli antichi Egizi questa vita era funzionale a una vita successiva.
Nel momento della morte, diverse persone si ritrovano in una dimensione parallela dove non sanno come muoversi, non essendosi mai preparate a questo passaggio.
La morte non esiste così come non esiste la nascita, nel senso che sono delle porte attraverso cui passiamo.
Il nostro essere esiste prima di nascere. Il veicolo fisico e la personalità sono gli strumenti per attraversare la dimensione materiale.
Anche nell'aldilà esiste una vita dove continuiamo a lavorare e a instaurare rapporti, ma avviene su piani più sottili e luminosi. Essendo questa una dimensione di luce e di amore, scegliamo di scendere nella dimensione terrestre per sperimentare la dualità e in questo poter crescere.
L'anima si sceglie il percorso di vita che affronterà sul pianeta. Sceglie i genitori in base alla sua necessità di crescita e così fa lo stesso con l'ambiente. Non sempre si sceglie situazioni facili, anzi più ha voglia di crescere e più si mette in situazioni di prova, dove imparare a perdonare e ad amare.
L'anima discende nella materia, rivestendosi dei vari corpi, e perde memoria di cosa era prima di nascere. Il velo dell'oblio è necessario perché sarebbe troppo difficile vivere in Terra ricordando la vita degli altri mondi, e sarebbe altrettanto difficile mettersi alla prova veramente.
L'anima sceglie non solo come nascere ma anche come andarsene. La decisione in genere avviene qualche mese prima.
I primi tre giorni dopo la morte siamo ancora presenti nella dimensione materiale, siamo vicino al nostro corpo fisico e cerchiamo di consolare i nostri cari.
Dopo tre giorni ci spogliamo del corpo eterico, questo è connesso al corpo fisico ed è il motivo per cui i primi tre giorni dopo la morte il corpo del defunto non andrebbe toccato.
Passati tre giorni, entriamo nel mondo astrale, ma questo mondo risponde molto facilmente alle nostre emozioni e alle nostre credenze, materializzandole.
Gli ultimi istanti prima della morte sono molto importanti perché le emozioni e lo stato d'essere in cui ci troviamo sono quelle che caratterizzeranno i passaggi nei mondi successivi.
Chi è molto attaccato alla materia non riesce ad andare nei mondi superiori. Sono i casi in cui le anime rimangono attaccate alle cose materiali e possono verificarsi infestazioni di spiriti nelle case.
Alcuni rimangono come in un limbo, dovuto al fatto che sono trattenute dalle persone che le amano e le chiamano a sé. È importante lasciar andare le persone che abbiamo amato.
Dopo che abbiamo superato la fase astrale e ci siamo spogliati del livello emotivo, ci muoviamo verso il livello mentale, dove con l'assistenza di altri esseri possiamo rianalizzare la nostra esistenza.
Il livello successivo è un livello buddhico, dove ritroviamo la nostra vera identità e il nostro vero sé.
da: Stazione Celeste


sabato 6 gennaio 2024

FUTURO SINTETICO

Dopo averci abituato ad indossare capi di pessima qualità realizzati con materiali sintetici o da riciclo intortandocela con la moda e con il design, ecco pronto il prossimo passaggio: convincerci a mangiare cibo sintetico.
Ci stanno portando per mano, passetto dopo passetto, verso un futuro fatto di vestiti sintetici, cibo sintetico, sentimenti sintetici, piaceri sintetici.
L'unico aspetto reale in questo delirio collettivo, è la massiccia campagna di persuasione occulta che sta convincendo gli opulenti, annoiati e nevrotici occidentali a demolire dalle fondamenta la loro architettura socio-culturale.
Sarà una vita sintetica ma sicuramente molto "green", fidatevi del buon fattore Bill Gates, lui ci tiene al suo allevamento zootecnico.
A questo punto mancano soltanto le foto sui profili Instagram di Fedez e della Ferragni.
Ecco perché, spiega il co-fondatore di Microsoft, è urgente cambiare le nostre abitudini a tavola, "passando ad esempio al consumo di manzo sintetico e a prodotti alternativi a base vegetale".
I Paesi ricchi dovrebbero mangiare carne sintetica al 100 per cento. Ci si può abituare alla differenza di gusto, senza contare che, nel tempo, verrà resa ancora più appetitosa“. Mangiare carne sintetica al posto di quella “vera”. È l’invito lanciato da Bill Gates nella sua ultima intervista alla rivista MIT Technology Review, in cui si dice seriamente preoccupato per il futuro del nostro pianeta, sempre più minacciato dai cambiamenti climatici ai quali contribuiscono proprio gli allevamenti intensivi per la filiera alimentare. Ecco perché, spiega il co-fondatore di Microsoft, è urgente cambiare le nostre abitudini a tavola, “passando ad esempio al consumo di manzo sintetico e a prodotti alternativi a base vegetale. Le mucche allevate per la carne bovina contribuiscono fortemente alle emissioni di gas metano. La cui quantità nell’atmosfera, tra il 2000 e il 2017, è cresciuta a dismisura arrivando a eguagliare i livelli dell’industria dei combustibili fossili”.
“Non credo — continua Gates — che gli 80 Paesi più poveri al mondo potranno mai mangiare carne coltivata, le cui tecniche di produzione sono piuttosto costose. Proprio per questo mi appello alle Nazioni politicamente e tecnologicamente più avanzate, in grado quindi di sostenerne i costi. Una strategia, questa, che consentirebbe di ridurre in maniera drastica l’inquinamento ambientale. Per dare un’idea, a ogni chilo di carne di maiale o di pollame corrisponde una quantità di anidride carbonica che varia da 3,2 a 4,6 chilogrammi, mentre per la produzione di manzo l’anidride carbonica generata sfiora i 60 chilogrammi. Con un aumento del riscaldamento globale fino a quattro gradi Celsius entro la fine del secolo”. Un disastro per la Terra: se così fosse – conclude Bill Gates – ci sarebbe un incremento del rischio di catastrofi naturali, carestie e migrazioni di massa.

Il fatto quotidiano



martedì 2 gennaio 2024

E INTANTO IL TEMPO SE NE VA...


Dunque ricapitoliamo. I numeri degli sbarchi sono impietosi: nel 2023 sono arrivati 155.754 migranti, il 50% in più del 2022. La Meloni ha vinto le elezioni anche parlando della lotta all'immigrazione. Se a Palazzo Chigi ci fosse stato un altro Presidente lei si sarebbe incatenata al porto di Lampedusa. Ora tace. Tace su tutto. Sulla strage di bambini palestinesi, sul fallimento del blocco occidentale in Ucraina, sul numero dei migranti arrivati. In più nei prossimi mesi ci saranno aumenti tremendi. Milioni di italiani hanno prosciugato i propri risparmi. Questi non lo capiscono. Preferiscono continuare a mandare armi, obbedire a Biden, fare gli agnellini a Bruxelles (vedi trattativa sul Patto di Stabilità). Aumenteranno le bollette, le assicurazioni auto, i pedaggi autostradali. E la Meloni zitta. La questione morale è un pianto, basti pensare al caso Verdini. Denis Verdini - padre di Tommaso Verdini (appena arrestato) e di Francesca Verdini (compagna del ministro delle infrastrutture e trasporti Matteo Salvini) – è agli arresti domiciliari (i potenti la galera fino alla fine non se la fanno mai) perché pluricondannato. Verdini Denis è stato condannato in via definitiva a 5 anni 6 mesi per bancarotta fraudolenta nel fallimento della Società Toscana di Edizioni, la società che pubblicava il Giornale della Toscana, e 6 anni e 6 mesi per per il crac del Credito fiorentino. Ciononostante Denis Verdini continua a far parte di un “sistema” che si occupa di appalti pubblici tra l'altro di Anas (Azienda Nazionale Autonoma delle Strade), una società che dipende dal Ministero delle infrastrutture e trasporti il cui attuale ministro è Matteo Salvini. In quale paese al mondo avviene una roba del genere? Vogliamo parlare della questione sicurezza? Le città italiane, oggi, dopo oltre un anno di governo Meloni, sono davvero più sicure? Anche sul tema sicurezza la Meloni ha vinto le elezioni. Non è cambiato nulla, anzi, in molte realtà la situazione, (anche in virtù della crisi economica e sociale che molti italiani stanno vivendo) è peggiorata. Però abbiamo appena saputo una cosa che ci fa sentire tutti più al sicuro. Un parlamentare di Fratelli d'Italia, tale Emanuele Pozzolo, è andato alla festa di capodanno organizzata da Francesca Delmastro, sindaca di Rosazza e sorella del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, armato! Pozzolo ha tenuto a precisare “la mia pistola è detenuta regolarmente” (beh, ora siamo tutti sereni eh) e che non è stato lui a sparare. Il colpo che ha ferito - fortunatamente in modo non grave - il genero di uno degli agenti di scorta del sottosegretario, è partito accidentalmente anche se non abbiamo ancora capito come. Ad ogni modo questo è tutto dal governo Meloni. Buon anno!
Alessandro di Battista


La blockchain del controllo.


Il Green Pass entra in vigore il primo luglio, ed è una creazione europea: il Parlamento Ue lo approva e viene presentato come una “facilitazione” per i viaggi tra Paesi all’interno della Ue, perché elimina quarantene e tamponi. Tutti gli Stati europei lo abilitano: alcuni lasciano i cittadini liberi di scaricarlo, altri (per ora Francia, Irlanda, Austria, Olanda, Portogallo, Grecia, Romania, Danimarca, Croazia) lo legano all’accesso a ristoranti, cinema, musei ecc. Tra il 22 luglio e il 16 settembre il governo Draghi approva una serie di decreti legge – convertiti in legge dal Parlamento con una rapidità che raramente si è vista – che lo rende obbligatorio prima per ristoranti al chiuso, cinema, musei ecc., poi per treni a lunga percorrenza e università, infine per i luoghi di lavoro, pubblici e privati.
Il Green Pass si basa su una tecnologia blockchain a crittografia asimmetrica, ossia a doppia chiave, pubblica e privata (14). Senza entrare in eccessivi tecnicismi, permette di collegare determinate ‘condizioni’ a un individuo, il quale, scaricando il Pass, apre la propria identità digitale sulla relativa piattaforma di rete europea (la DGCG, Digital Green Certificate Gateway, anche detta Gateway, gestita direttamente dalla Commissione Ue: permette l’interoperabilità delle reti nazionali Digital Green Certificate-DGC) (15). Oggi la ‘condizione’ implementata è sanitaria: la vaccinazione o il tampone negativo o la guarigione dal Covid-19 abilitano il soggetto a entrare in determinati luoghi, ottenendo il via libera all’accesso dal software VerificaC19 che controlla il QR code del Pass. Le ‘condizioni’, lo abbiamo visto, sono state decise da governo e Parlamento italiani per via legislativa, e allo stesso modo possono mutare. L’eccezionalità del Green Pass è infatti la sua caratteristica tecnica che lo rende uno strumento dinamico, il cui utilizzo potrà estendersi e arricchirsi nelle forme più diverse: potrà abilitare il soggetto in base a condotte di comportamento (oggi la vaccinazione, domani pagamenti…) o a status (residenza, occupazione, dichiarazione dei redditi, fedina penale… qualsiasi cosa).
Non solo. La struttura a blockchain permette una raccolta dei dati (potenzialmente infinita) che non è aggregata: la blockchain individualizza i dati, legandoli all’identità digitale creata, e come tali li conserva. Il Green Pass quindi sta attuando una schedatura di massa. Nella migliore delle ipotesi sta testando la funzionalità dell’infrastruttura – che potrebbe essere la base del futuro euro digitale – nella peggiore sta già creando le identità digitali dei cittadini e implementando il database di una piattaforma che potrà essere utilizzata per gli usi più diversi. Al Green Pass si affianca infatti un cambiamento legislativo sull’utilizzo dei dati.
Con il decreto legge n. 139 dell’8 ottobre, il governo ha messo mano alla legge 196/2003 sulla privacy: con l’articolo 9, il nuovo decreto stabilisce che “il trattamento dei dati personali da parte di un’amministrazione pubblica […] nonché da parte di una società a controllo pubblico statale […] è sempre consentito se necessario per l’adempimento di un compito svolto nel pubblico interesse o per l’esercizio di pubblici poteri a essa attribuiti. La finalità del trattamento, se non espressamente prevista da una norma di legge o, nei casi previsti dalla legge, di regolamento, è indicata dall’amministrazione, dalla società a controllo pubblico in coerenza al compito svolto o al potere esercitato”. Viene inoltre abrogato l’articolo 2 quinquesdecies del codice della Privacy, che consentiva al Garante di intervenire preventivamente sull’attività della pubblica amministrazione imponendo “misure e accorgimenti a garanzia” dei dati dell’interessato se il trattamento dei dati presentava “rischi elevati”, anche se svolto “per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico”. In altre parole, ora qualsiasi ente pubblico o società a controllo statale potrà decidere autonomamente (“la finalità del trattamento è indicata dall’amministrazione stessa”) di utilizzare tutti i dati personali del cittadino per qualsiasi obiettivo (la vaghezza della dicitura “pubblico interesse”); per di più eludendo il controllo preventivo del Garante della Privacy.
L’accoppiata Gateway/modifica legislativa mette le basi per una nuova realtà. L’incrocio dei dati è infatti sempre stato il principale problema dell’amministrazione pubblica: lo Stato già detiene molte informazioni personali del cittadino, ma su database separati. Il Digital Green Certificate nazionale è la piattaforma nella quale poter trasferire, e poi via via aggiornare, tutti i dati dei cittadini (catasto, motorizzazione, Agenzia Entrate, fascicolo sanitario, dati giudiziari… per non parlare delle informazioni in mano alle diverse società partecipate dallo Stato), collegandoli alle loro identità digitali; il Gateway europeo permetterà l’interoperabilità tra le reti nazionali; la blockchain consentirà l’emissione di Pass ‘condizionati’.
Anche la conservazione dei dati diventa potenzialmente infinita. A oggi, il Green Pass e i dati di contatto forniti (telefono e/o email), così come le informazioni che hanno generato il Pass (vaccino, tampone o guarigione) sono conservate fino alla scadenza del Pass stesso, dopodiché “vengono cancellate”; queste ultime, tuttavia, possono essere conservate nel caso “siano utilizzate per altri trattamenti, disciplinati da apposite disposizioni normative, che prevedono un tempo di conservazione più ampio” (16).
Si aggiunge infine la questione del tracciamento. Oggi la app VerificaC19 lavora offline: la legge raccomanda di connettersi al Gateway almeno una volta nell’arco di 24 ore e aggiornare, in locale, i codici dei Green Pass esistenti. Non potrebbe fare diversamente, la rete non reggerebbe. Ma è facile ipotizzare che quando sarà attivo il 5G il tracciamento diventerà possibile, accanto alla creazione di nuovi Pass, nuove ‘condizionalità’ e nuove app di verifica che lavoreranno online.
Il costante controllo della nostra vita operato da Google, Facebook, Microsoft ecc. a fini economici è divenuto ‘usuale’ e difficilmente aggirabile; anche l’utilizzo dei dati raccolti da Big Tech per obiettivi politici è qualcosa con cui abbiamo già fatto i conti (vedi Cambridge Analytica); ma il controllo da parte dello Stato è un’altra cosa. Non si tratta di scomodare il Grande Fratello di Orwell – anche perché sarebbe piuttosto il “mondo nuovo” di Huxley, vista la remissività con cui il Green Pass è stato accettato dalla popolazione – ma di essere consapevoli che il campo di potere politico è sempre, in potenza, quello dominante: perché detiene il monopolio della violenza e perché emette le leggi, ossia stabilisce cosa è legale e cosa non lo è; a quale condotta corrisponde un reato e quindi una pena, detentiva o meno. Con Gateway, blockchain e Green Pass lo Stato potrà operare un controllo capillare e individualizzato su ogni cittadino, preventivo o a posteriori, e attuare discriminazioni (come già ha fatto). Senza nemmeno la necessità dello smartphone, perché il QR code può essere verificato anche su carta.
Risultava curioso, infatti, il nome scelto per il lasciapassare: Green Pass. Certo oggi tutto si inscrive nella narrazione green perché ciò che è green è cool, ma ora è evidente che non si tratta solo di marketing: il Pass è qui per restare. Il suo nome non poteva richiamare un evento specifico, per di più drammatico, come una pandemia.
È questa la Rivoluzione Tech? La nuova società digitalizzata che ci attende? Non si dovrebbe mai dimenticare che la privacy non è la nostra dimensione privata ma la relazione di potere tra individuo, Stato e mercato.
Corpi docili.
In termini di pratiche di potere, dove si inscrive il Green Pass?
“La disciplina fabbrica degli individui”, “fabbrica corpi sottomessi ed esercitati, corpi ‘docili’. La disciplina aumenta le forze del corpo (in termini economici di utilità) e diminuisce queste stesse forze (in termini politici di obbedienza)”. E ancora: “Il potere disciplinare è un potere che, in luogo di sottrarre e prevalere, ha come funzione principale quella di ‘addestrare’ o, piuttosto, di addestrare per meglio prelevare e sottrarre di più. Non incatena le forze per ridurle, esso cerca di legarle facendo in modo, nell’insieme, di moltiplicarle e utilizzarle”; “non è un potere trionfante, che partendo dal proprio eccesso può affidarsi alla propria sovrapotenza; è un potere modesto, sospettoso, che funziona sui binari di un’economia calcolata, ma permanente”. Sono parole di Michel Foucault, tratte da Sorvegliare e punire (17). Non si può non andare al pensatore francese se si vuole ragionare sulle pratiche di potere. Sono diversi i punti di riflessione che il testo apre, nel momento in cui lo si rilegge immersi nella realtà del Green Pass. Proviamo a toccarli.
Primo punto: correggere.
La disciplina, riflette Foucault, produce corpi pronti a eseguire le prestazioni richieste; mentre la legge vieta o impone e i meccanismi di sicurezza gestiscono una realtà, la disciplina prescrive. Essa include la punizione (la sanzione per chi rifiuta il Green Pass, che da pecuniaria arriva fino alla sospensione dal lavoro senza stipendio) ma il suo obiettivo non è punire, bensì correggere: “Il castigo disciplinare ha la funzione di ridurre gli scarti. Deve dunque essere essenzialmente correttivo”; “la punizione, nella disciplina, non è che un elemento di un sistema duplice: gratificazione-sanzione. Ed è questo sistema a divenire operante nel processo di addestramento e di correzione”. Dopo mesi di lockdown e assenza di socialità, il potere ‘gratifica’ il cittadino con la ‘libertà’: non si impone (legge) con una obbligatorietà vaccinale ma prescrive un comportamento. Tutto tranne un altro lockdown è ciò che probabilmente ognuno di noi si è sentito dire da almeno un amico; Il Green Pass è libertà è stato lo slogan politico servilmente riportato dai grandi media.
Una ‘libertà’ – va da sé, o non si porrebbe la necessità del secondo elemento, la correzione – accessibile solo al buon cittadino, colui che è pronto a eseguire la prestazione richiesta: la vaccinazione. Qualsiasi tipo di potere sa che non potrà mai aspirare a imporsi sulla totalità dei cittadini, e infatti la disciplina riduce gli scarti, non li elimina. Chi invoca la persuasione per convincere i no-vax – non operando in malafede alcuna distinzione tra no-vax e no-pass – finge di non sapere che il potere ha storicamente sempre accettato che una parte della popolazione si sottragga al suo dominio, finendo ai margini della società, nei bassifondi di un ‘mondo altro’ – piccola criminalità, sottoproletariato, poveri, stranieri irregolari… Ciò che conta è la dimensione: questa alterità esclusa deve essere quantitativamente minima per non divenire un problema di difficile gestione. La prima sanzione ha colpito la socialità – il Green Pass di agosto – la seconda ha alzato l’asticella all’università, la terza al luogo di lavoro: aumento progressivamente la sanzione per ottenere più correzione e ridurre gli scarti.
Secondo punto: normalizzare.
“L’arte di punire, nel regime del potere disciplinare,” scrive Foucault, “non tende né all’espiazione e neppure esattamente alla repressione, ma pone in opera cinque operazioni ben distinte: […] paragona, differenzia, gerarchizza, omogeneizza, esclude. In una parola, normalizza. […] Appare, attraverso le discipline, il potere della Norma”. Poco importa se la ‘norma’ creata è del tutto illogica, ciò che conta è che sia percepita dalla popolazione come normale. Ed è la lenta progressione della disciplina a farla percepire come tale, il lento spostamento dei punti di riferimento, l’abitudine che si acquisisce alla nuova realtà, dimenticando quella precedente: la costante mancanza di coerenza nella gestione dell’epidemia è divenuta normale, i vaccini che decadono dopo sei mesi sono normali, offrire il proprio smartphone a uno scanner per entrare in un ristorante, al cinema, al lavoro è normale.
Terzo punto: dividere.
Creata la ‘norma’,la disciplina riproduce, costantemente, “la divisione tra normale e anormale”, e quel che rientra in quest’ultima categoria – creata dalla società stessa – è, ovviamente, ciò che la società mette ai margini ed esclude. È un processo talmente evidente che pochi esempi sono sufficienti: “Propongo una colletta per pagare ai no-vax gli abbonamenti Netflix per quando dal 5 agosto saranno agli arresti domiciliari chiusi in casa come dei sorci” (Roberto Burioni, 23 luglio); “È sbagliato considerare l’attacco no-vax come un attacco perseguibile a querela: oggi è un attacco contro lo Stato e come tale dovrebbe essere perseguito” (Matteo Bassetti, 25 luglio); “Criminali no-vax” (Libero, 31 agosto, titolo di prima pagina); “Escludiamo chi non si vaccina dalla vita civile” (Mattia Feltri, Il Domani, 5 settembre).
Quarto punto: sorvegliare.
“[Il potere disciplinare] si organizza come potere multiplo, automatico e anonimo; poiché se è vero che la sorveglianza riposa su degli individui, il suo funzionamento è quello di una rete di relazioni dall’alto al basso, ma, anche, fino a un certo punto, dal basso all’alto e collateralmente. […] La disciplina fa ‘funzionare’ un potere relazionale che si sostiene sui suoi propri meccanismi e che, allo splendore delle manifestazioni, sostituisce il gioco ininterrotto di sguardi calcolati. Grazie alle tecniche di sorveglianza, la ‘fisica’ del potere, la presa sul corpo, si effettuano tutto un gioco di spazi, di linee, di schermi, di fasci, di gradi, e senza ricorrere, almeno in linea di principio, all’eccesso, alla forza, alla violenza. Potere che è in apparenza tanto meno ‘corporale’ quanto più è sapientemente ‘fisico’”. Spazi (luoghi in cui si può accedere solo con il Green Pass), sorveglianza verticale (Gateway e blockchain) e collaterale (il cameriere, il controllore sul treno, il bigliettaio del cinema, l’impiegato adibito al lavoro, a cui bisogna esibire il Pass): una rete di sguardi che quotidianamente controllano. Potere fisico non solo perché si impone sul corpo, ma perché il corpo è il primo ‘oggetto’ che viene investito dalla disciplina del lasciapassare: deve essere sottoposto a un trattamento sanitario (vaccino) o a un esame diagnostico (tampone).
Quinto punto: utilizzare.
“La disciplina è il procedimento tecnico unitario per mezzo del quale la forza del corpo viene, con la minima spesa, ridotta come forza ‘politica’ e massimalizzata come forza utile”. Abbiamo già visto, nel corso della prima ondata, quali sono stati i punti di crisi dell’epidemia, quelli che hanno mosso le decisioni politiche; sappiamo tutti, tolto il velo dell’ipocrisia pelosa ai discorsi ufficiali e alle lacrime da studio televisivo, che per la classe dirigente politica ed economica di questo Paese il problema non è mai stato la morte di migliaia di anziani in pensione, ma il blocco dell’economia e gli ospedali pieni, la pressione di Confindustria da una parte e il conflitto sociale che ne poteva scaturire, dall’altra. Il Green Pass riesce a massimalizzare l’utilità di tutti i corpi: quelli dei cittadini attivi producono e consumano, vanno a lavorare e al ristorante; quelli degli anziani/’fragili’ fanno pressione affinché il resto della popolazione si disciplini: non ti importa che io possa morire? L’umano sentimento della solidarietà viene trasformato in strumento utile alle pratiche disciplinari e in annullamento del pensiero critico.
Tirando le somme, il Green Pass ha corretto, normalizzato, diviso, sorvegliato e utilizzato i cittadini, disciplinandoli. È, a oggi, l’ultimo atto di una serie di pratiche politiche (18) che hanno creato una popolazione docile perché impaurita, prima shockata e poi normalizzata in una nuova abitudine, che si affida al ‘sovrano’ per la sua salvezza, convinta che la propria vita dipenda da un trattamento sanitario a cui è disposta a sottoporsi annualmente, e da un lasciapassare politico che lo attesti e che le garantisca l’accesso a luoghi nei quali possa interagire solo con persone altrettanto verificate e controllate. Una popolazione che ora si sente corroborata dal calo del numero dei contagi e delle ospedalizzazioni (ma attendiamo la stagione fredda per vedere quel che accade, viste le caratteristiche degli attuali vaccini), e non si domanda se la stessa situazione sarebbe stata raggiunta anche vaccinando solo le categorie a rischio e lasciando la libera scelta: perché eliminando la malattia grave tra anziani e ‘fragili’ gli ospedali sarebbero comunque stati vuoti; perché dopo 19 mesi di pandemia, l’immunità naturale dei milioni di asintomatici avrebbe comunque rallentato la circolazione del virus, garantendo anche la diffusione di una immunità di durata. Non si chiede, insomma, se senza il ricatto e la discriminazione del Green Pass non si troverebbe ora nella stessa situazione di salute pubblica, ma in una società molto diversa: dove le persone, e non lo Stato, possono ancora decidere del rapporto rischi/benefici di un trattamento sanitario sul proprio corpo.
Non ci sono risposte. Come sopra già evidenziato, la situazione è nebulosa e illogica. Ma ciò che lascia sconcertati è che non ci siano – e non ci siano state – domande.
Discriminazione.
Al 22 luglio, data del primo decreto Green Pass, il 47,6% dei cittadini si erano volontariamente già vaccinati, e arrivavano al 62,4% se aggiungiamo al conteggio l’inoculazione delle prime dosi: quella italiana non si poteva certo definire una popolazione che fuggisse il vaccino. Al 20 luglio erano già stati volontariamente scaricati 36 milioni di Green Pass (19); al 29 luglio, pochi giorni dopo il decreto, erano diventati 41,3 milioni (20). Sorprende che milioni di persone non abbiano battuto ciglio sulla discriminazione che il Pass già operava, accettando supinamente che in alcuni luoghi dove prima tutti i cittadini potevano avere accesso con misurazione della temperatura, mascherina e distanziamento, dal 6 agosto potessero entrare, sempre con misurazione della temperatura, mascherina e distanziamento, solo coloro che avevano acconsentito a un trattamento sanitario o a un esame diagnostico. Poco importa se ristoranti al chiuso, cinema, teatri ecc. non si configurano come diritti o bisogni fondamentali: il principio non cambia. La discriminazione non è qualcosa di quantificabile: è o non è.
Difficile dire se questa arrendevolezza abbia consentito a governo e Parlamento di alzare l’asticella del ricatto al lavoro; sicuramente l’ha facilitato. Incontrando resistenze, forse il potere politico avrebbe abbandonato l’idea (come precedentemente accaduto per la app Immuni) e l’obbligo non sarebbe stato esteso. Il ‘se fosse’ è sempre un gioco inutile perché il filo del tempo non si può riavvolgere, ma nel momento in cui lo si utilizza per un’analisi costruttiva non è affatto una sterile speculazione. L’apertura di un conflitto sociale inizia sempre con una scelta individuale: scioperare, andare in piazza, rifiutarsi, sono innanzitutto scelte – e responsabilità – personali, che solo dopo si trasformano in collettive. Chi lotta sa che l’impotenza e la frustrazione sono sentimenti diffusi, perché nella complessità politica ed economica di oggi è difficile che l’apertura di un conflitto con il potere porti a un cambiamento sociale nel breve termine. Ma il Green Pass, come prima la app Immuni, offriva questa possibilità. Quella di dire NO, di rifiutarsi di avallare con il proprio comportamento – scaricare e utilizzare il Pass – una pratica discriminatoria. Era una scelta politica che, ricordiamo, aveva nulla a che fare con l’insindacabile decisione di vaccinarsi, e non richiedeva certo un gran sacrificio: non andare al ristorante, a teatro, al cinema…
Molti cittadini, in numero maggiore rispetto a quelli che stanno riempiendo le piazze contro il Pass, ora si dichiarano contrari alla sua applicazione al lavoro; eppure, in una incoerenza che sembra non riguardarli, continuano ad avallare la discriminazione utilizzando il lasciapassare per riempire locali serali e ristoranti; non hanno modificato la loro condotta dopo il 16 settembre, quando il governo ha esteso l’obbligo al lavoro a partire dal 15 ottobre e l’asticella della discriminazione si è alzata. Lasciare vuoti ristoranti, cinema, teatri ecc. può diventare un’arma economica di pressione sul potere politico, oltre a rappresentare un atto di protesta collettiva e di coerenza personale.
Non si può né sperare né attendere una chiamata strutturata e organizzata, da sinistra, per questo conflitto: salvo poche realtà o singoli individui, la sinistra movimentista che si riempie continuamente la bocca della parola ‘discriminazione’, dichiarando di volerla combattere, si è appiattita sulle posizioni governative spedendo il cervello in vacanza. Sta, dunque, a ciascuno di noi. Scegliere