LA MULTA O IL MANGANELLO?
LA MULTA O IL MANGANELLO?
Quando le persone si assembrano per protestare, molte fra di loro vengono multate. Di recente è successo a Torino, ma è già successo in passato sia a Torino che in altre città. Come ho fatto notare in un commento su Twitter, stiamo parlando della repressione del dissenso attraverso le multe. Serve a scoraggiare altro dissenso. Chi vorrebbe protestare non lo fa più, perché pensa: «Hai visto che succede a chi vuole protestare in questo periodo? Possiamo solo aspettare che passi la pandemia!»
Sappiate che la repressione attraverso le multe è peggio... molto peggio delle manganellate della polizia. Quelle poi passano, mentre le multe colpiscono te e la tua famiglia in maniera pesante, soprattutto in un periodo in cui molti lavorano poco o niente (e ovviamente sono proprio questi che protestano di più).
La polizia che si scontra con dei manifestanti, con tanto di lacrimogeni, manganellate, feriti... sembra proprio brutto da vedere ed è davvero una cattiva pubblicità per il governo di una nazione occidentale. Sembra un governo repressivo in maniera violenta. Invece il dissenso può essere vietato in maniera sopraffina, chirurgica... e ancora più efficace: colpire il cittadino nei suoi risparmi. Mentre stai manifestando, alcuni agenti, sia in divisa che in borghese, semplicemente si avvicinano e ti chiedono i documenti... ed è fatta.
Ricordo i tempi del Liceo. Qualche manganellata ogni tanto ti lasciava un bel livido nero sul braccio o sulla schiena, faceva male ma poi passava. Ma non sarei mai potuto tornare a casa dai miei genitori e dire loro che avevo preso 400 mila lire di multa! E un operaio padre di famiglia che fosse tornato a casa con una multa di 400 mila lire, cosa avrebbe raccontato alla moglie?
LORO sono geniali e lo diventano sempre di più, per cui in futuro potrebbero agire in maniera ancora differente: al momento, se mentre manifesti ti rifiuti di esibire i documenti agli agenti, potrebbero ancora nascere degli antipatici tafferugli in piazza, ma in futuro polizia ed esercito, pur essendo sempre presenti, rivestiranno più che altro una funzione contenitiva. I droni opereranno il riconoscimento facciale, ti multeranno e ti faranno il prelievo del denaro direttamente dal conto corrente; in alcuni casi verranno poi degli agenti, ma più tardi, a casa, lontano dalle telecamere, a prelevarti. Manifestare con la mascherina non è un vantaggio, come sento dire ogni tanto (lo era forse negli anni ’70 e ’80), perché i droni potranno identificarti anche solo dagli occhi e da altri tratti somatici.
Ci sarebbe un modo per non rischiare la multa: utilizzare il metodo “studente debosciato”, ossia manifestare stando sempre distanziati, con le mascherine e, soprattutto, non spostarsi da un comune all’altro con lo scopo di aderire a una manifestazione (a Torino ne sono stati multati 20 perché non sarebbero nemmeno dovuti entrare in città). Il punto è che – avendo assistito, da piccolo, a manifestazioni dove si lanciavano molotov incendiarie e si veniva trascinati sanguinanti dentro i cellulari della polizia – se oggi dovessi vedere qualcuno manifestare attenendosi a dalle regole dettate dallo stesso governo contro cui si sta manifestando (?!?!?)... andrei io stesso a menarli con un ferro da stiro, non con un manganello, perché magari in questa vita il loro risveglio deve passare da un potente schoc fisico!
Ma, ripeto, la multa fa molta più paura dello scontro diretto con le forze dell’ordine. Hanno trovato il deterrente ideale.
Osservate il volto della ragazza in primo piano nell’immagine che ho pubblicato. Mi ricordo che ero un ragazzino (8-9, massimo 10 anni) quando ho assistito (ma, ovviamente, non partecipato) alla mia prima manifestazione con scontri di piazza. Vi assicuro che uno sguardo implorante come quello che si legge negli occhi di questa ragazza, in quella manifestazione non lo aveva nessuno.
Come ho scritto in un altro post, quando sei schiavo di un sistema, il pacifismo non è un valore, ma un disturbo mentale. Lo slogan è antico e resta sempre lo stesso: “A chi la libertà la chiede, si risponde a sputi in faccia!”
Detto questo, continuo a ribadire – almeno per voi che leggete questi post – che l’unico modo per diventare davvero liberi è LIBERARSI DENTRO, soprattutto in questo periodo storico. Non affidate la vostra serenità interiore alle decisioni di un governo.
Il vostro Scarasaggio
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IO SONO IL PADRONE DELLA MIA ANIMA
di Salvatore Brizzi
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