domenica 3 luglio 2022

SULLA FIGURA DI PUTIN E IL SUO RUOLO PER LA RUSSIA E OLTRE LA RUSSIA


Putin fin dall'inizio ha dovuto fare i conti con una nutrita quinta colonna filoatlantica che gli ha legato le mani soprattutto per quello che riguarda le scelte in materia di politiche monetarie e macroeconomiche. Ciò nonostante nel 2017 è riuscito nell'impresa di nazionalizzare la Banca Centrale che fino ad allora era stata nelle mani dei Rothchild. Nel 2003 ha fatto si che gli asset strategici, che gli oligarchi collusi con l'Occidente avevano arraffato per poco o niente, tornassero allo Stato mettendo quei loschi figuri in galera. Ha ricostruito di nascosto l'esercito, ridato una rinnovata spinta all'industria degli armamenti in modo da garantire la sicurezza della nazione e tenerla al riparo dagli artigli degli anglosassoni e della NATO, e ha ricostruito un paese messo in ginocchio dalle ricette liberiste dettate dalle università americane al tempo di Eltsin. Con lui la Russia è diventata uno dei maggiori fornitori al mondo di materie prime, compreso il grano. L'intera industria estrattiva ha acquisito una vitalità inimmaginabile diventando il maggiore fornitore al mondo di gas. Tale gas viene portato all'estero con gasdotti che attraversano i mari e intere regioni del continente. Certamente si è dovuto muovere con circospezione avendo contro un occidente angloamericano che governa l'intero quadro internazionale con la potenza militare e con quella valutaria del dollaro.
Un Occidente in grado di condizionare le scelte strategie di tutti i paesi del mondo. Quando però si sono aperti gli spazi utili a ridare forza alla sovranità della nazione russa ha sempre agito tempestivamente con scelte fulminee come quando ha deciso la nazionalizzazione delle industrie straniere che stanno lasciando il paese in seguito alle sanzioni per lintervento in Ucraina. Allo scopo di garantire la tenuta della nazione si è costruito una rete di alleanze e ha acquistato la fiducia dei paesi sottomessi all'imperialismo occidentale grazie alla lealtà e al pragmatismo che lo distingue. È così che si è fatto interprete insieme ad altri della necessità della costruzione di un diverso ordine mondiale che abbia come base delle relazioni i principi del rispetto della sovranità di ognuno e la non ingerenza negli affari interni; del rispetto degli altrui interessi, delle altrui culture e tradizioni e la collaborazione in uno sviluppo equo nell'interesse di tutti. In poche parole si è fatto, insieme ad altri, promotore di una nuova civiltà che possa essere sostenibile per le persone, per i popoli e per il pianeta.

S Penzone

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