IL DISUMANESIMO
Dall'alto della sua mediocrità, del suo riciclarsi nel tempo, zeppola non ha mai tradito se stesso, né tantomeno i suoi padroni. In prima linea se conveniva altrimenti anche no. Il silenzio. Un mio vecchio insegnante di chitarra, che la sapeva lunga, mi ripeteva sempre una verità amara: “Sai quanti artisti non vedranno mai la luce della ribalta? Quanti, pur pieni di talento, tengono nei cassetti spartiti e canzoni che non saranno mai ascoltate?” Quello che arriva in radio, in TV, o nelle playlist delle piattaforme non è frutto di una selezione onesta. È solo la punta dell’iceberg. Sotto, un oceano di voci soffocate, di penne ignorate, di melodie mai nate per il grande pubblico. La differenza non è il talento. È il “gancio”, la spinta, la mano giusta che ti tira su. O, più banalmente, il culo di essere sponsorizzati da chi comanda. Per questo non sorprende se Zeppola– e con lui una schiera di colleghi – non abbia mai avuto nulla di davvero profondo da dire. Non oggi, non dal ...