LA CHIESA CHE TORTURA [DUE MILLENNI DI SEVIZIE ECCLESIASTICHE]

La letteratura storica,giuridica e anche filosofico-politica sul tema della tortura è quanto mai vasta, mancava però un opera che trattasse con rigore bibliografico l'uso e l'abuso che di questa barbara pratica ne ha fatto la chiesa cattolica. Si parte dalle basi scritturali,Bibbia e opere dei padri della chiesa, per passare ai decreti conciliari medievali e alle direttive papali su questa materia. I concreti casi di torture e punizioni corporali inflitte da ecclesiastici e loro stretti fautori sicuramente documentati e ammessi anche in testi di fonte cattolica sono centinaia, tanto che si possono catalogare i metodi usati per seviziare le disgraziate vittime e conteggiarne il numero in circa 90 tipi.

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Nel testo sono elencati in ordine alfabetico da ACCECAMENTO MONOLATERALE A SCELTA DELLA VITTIMA per finire con VERSAMENTO DI SEGO ARDENTE SUL VENTRE.
Le sevizie sono suddivise anche in base al tipo di vittime: ovviamente quelle principali sono gli eretici seguiti a ruota dagli ebrei e dalle persone accusate di stregoneria. Rilevanti sono le notizie riportate a proposito di crudeltà contro pagani,islamici e persone non religiose o anticlericali. Anche i patrioti risorgimentali subirono orrendi trattamenti specialmente nel Regno di Napoli,da sempre il più benedetto dai papi , dove si rifugiò Pio IX, in fuga da Roma travestito da semplice prete nel 1849.
Le sevizie contro persone accusate di peccati sessuali si rivolsero in primo luogo contro le adultere, per esempio il concilio di Nablus in Palestina nel 1120 ordinò contro di esse il taglio del naso.Nel secolo VI l'imperatore Giustiniano ordinò il taglio dei genitali contro gli omosessuali.Papa Gregorio XIII ordinò di frustare pubblicamente alcune cortigiane romane colte in carrozza,cosa proibitissima.Nel 1664 a Venezia furono torturate alcune monache del convento di Sant'Anna colte a violare il voto di castità.Papa Alessandro VI puniva personalmente la sua concubina Vannozza dei Cattanei con una sferza a più corde terminante con piccoli pesi di piombo.
L'enorme potere politico,economico e sociale di cui il clero ha spesso goduto in vari paesi europei ha provocato frequenti ribellioni e scontri con poteri civili motivati non da ragioni religiose: in tali occasioni la chiesa ha impiegato anche metodi efferati. Per esempio Bonifacio,duca di Toscana, fu flagellato davanti all'altare di una chiesa a causa di certi suoi abusi patrimoniali ai danni del clero. A Padova nel 1258,il Legato pontificio e arcivescovo di Ravenna,monsignor Fontanesi,è pesantemente coinvolto nelle sevizie inferte a 27 prigionieri di guerra ghibellini che furono quasi tutti accecati,
Nel testo sono ben documentate una serie di maltrattamenti inferti in scuole e collegi religiosi cattolici anche in epoche recenti: battitura con bastoni,canne,verghe,manganelli,bacchette,discipline,nerbi,cinghie,righelli,scudisci,docce gelate,ingestione forzata di urine e vomiti,inginocchiamento protratto su granaglie,sulla ghiaia o con un peso in mano ecc.. Comunque è chiaro che si preferiva spaventare l'alunno con terribili descrizioni di supplizi infernali piuttosto che percuoterlo.
Nel capitolo VII sono raccolti numerosi casi di sevizie fra preti,frati,monaci,seminaristi e novizi. La regola di San Paconio prevedeva per il monaco ribelle e ammonito tre volte, la bastonatura davanti all'ingresso del monastero. Nel 998 l'antipapa Giovanni Filagato fu mutilato di mani,naso,labbra,lingua e orecchie per mano dei fautori del legittimo papa Gregorio V. Le torture relative al famoso caso della “monaca di Monza” furono comminate per ordine del vicario della curia arcivescovile di Milano che dispose la moderata tortura dello schiacciadita di ferro.
Inoltre nello Stato della chiesa la tortura fu sempre applicata legalmente fino alla sua soppressione nel 1870.ed anzi addirittura c'era fino al 1831 uno spiazzetto in via del Corso in cui era collocato pubblicamente uno strumento di tortura
per il sollevamento ,appesi ad una corda, delle vittime. Un sonetto del Belli intitolato “LO SPIAZZETTO DE LA CORDA AL CORZO” ci ricorda questo misfatto clericale.
Molti concili e vescovi decretarono spaventose sevizie per i criminali comuni: il concilio nazionale di Castiglia del 1129 ordina di cavare gli occhi ai falsari, nel secolo XVI l'arcivescovo di Milano G.Arcimboldi ordina di flagellare coloro che tentavano di introdurre lettere nei monasteri di clausura.
In conclusione il tanto decantato umanesimo cristiano esce sminuito da questo testo che,con la sua imponente bibliografia di circa 500 testi, documenta la vera natura violenta del cattolicesimo romano.
Perfino il Beccaria fu subito scomunicato e il suo libro vietato per aver osato criticare la tortura: si salvò solo perché stampò il suo libro nella Repubblica di Venezia con la falsa indicazione che era stato edito in Germania e falsificando perfino il suo nome attribuendo l'opera ad un inesistente abate.
ALESSANDRO FEDELI

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