Ci chiamano “no-vax”, ma voi sapete chi siamo?
Ci chiamano “no-vax”, ma voi sapete chi siamo?
Siamo persone che hanno visto la società mutata e stravolta in seguito a indegne e continue manipolazioni delle menti. Per cui si è preteso fosse la realtà a doversi adeguare alla narrazione.
Siamo persone che hanno ascoltato l’OMS, Anthony Fauci e altri scientisti in TV dire tutto e il contrario di tutto, per poi riaffermare tutto e smentire nuovamente tutto, più volte.
Siamo persone che, dai canali dell’informazione indipendente, hanno ascoltato i resoconti forniti anche da illustri medici, scienziati, virologi e Premi Nobel, spesso censurati.
Siamo persone che hanno visto quei Premi Nobel censurati offrire ipotesi e raccomandazioni che poi hanno trovato riscontro nella realtà (come la raccomandazione, rivolta alla comunità scientifica, di non vaccinare durante un’epidemia, per non creare le varianti; esortazione, prima derubricata come priva di fondamento, e poi verificatasi corretta).
Siamo persone che hanno sentito voci istituzionali esortare la popolazione tutta ad affidarsi ciecamente a medicamenti che, per loro stessa ammissione, “funzionicchiano“.
Siamo persone che sono state derise per aver dubitato che il virus fosse stato tutta colpa del pipistrello, per poi sentirsi rispondere “è ovvio che possa essere un virus nato in provetta!”, solo quando è stata sdoganata, da parte delle autorità, la possibilità dell’origine in laboratorio.
Siamo persone che sono state accusate di complottismo, anche solo per aver posto dei dubbi sull’esito di una neonata terapia, nonostante questo esito sia stato candidamente definito da fonti ufficiali di Stato “sperimentale“.
Siamo persone che hanno visto scoraggiare le autopsie, quando queste avrebbero fornito informazioni preziose per salvare la vita a persone che non ce l’hanno fatta.
Siamo persone che hanno sentito dire quanto fosse indispensabile mantenere la catena del freddo per mantenere le fiale alla temperatura di meno 80 gradi e hanno poi visto open day, che si sono svolti con le medesime fiale, somministrate al caldo in spiaggia.
Siamo persone che hanno visto (e vedono) i bugiardini allungarsi alla voce “controindicazioni” e hanno visto le indicazioni per la somministrazione dei medicamenti cambiare più volte, contraddicendosi pericolosamente.
Siamo persone che hanno perso fiducia nelle indicazioni fornite da quelle istituzioni che hanno mentito diverse volte, senza fornire scuse, senza subire conseguenze.
Siamo anche persone che hanno curricula da scienziati e ricercatori, che leggono e capiscono l’analisi dei dati e i risultati delle pubblicazioni, che molto spesso concludono che i benefici non superano neanche di un millesimo i rischi.
Siamo persone che hanno contatti con Ippocrateorg.org e con i medici di “Terapia domiciliare C-19”, dai quali hanno appreso che esistono cure efficaci, con risultati ottimi già convalidati da studi pubblicati.
Siamo persone che hanno visto confermare un laureato in scienze politiche come Ministro della Salute durante un dichiarato stato di emergenza sanitaria, che ha pensato di rivolgersi al Consiglio di Stato per ripristinare un protocollo di cura scellerato, conosciuto come “paracetamolo e vigile attesa“.
Siamo persone che non hanno sentito, da televisione e stampa, parlare di prevenzione, di rinforzo naturale del sistema immunitario, di campagne contro fumo e alcol, mentre continuano a sentire che l’obiettivo di tutto è preservare la nostra salute, prima di ogni altra cosa.
Siamo persone che hanno ammirato le scoperte, mai prese in seria considerazione (vedi il video “Covid: le cure proibite” di Massimo Mazzucco), di molti scienziati ed elogiato in particolare l’idea della plasmaferesi, i cui risultati ottenuti dal dott. Giuseppe De Donno, avrebbero dovuto portarlo alla gloria piuttoso che al “suicidio”.
Siamo persone che si confrontano quotidianamente con opinioni diverse dalle loro e basate su ragionamenti che risultano spesso contraddittori, privi di collegamenti logici e di riscontri con la realtà, i quali finiscono con il confermare la percezione di comprensibile sfiducia e incongruenza.
Siamo persone che hanno visto amici e parenti correre a vaccinarsi al grido di “lo faccio per proteggere gli altri!” e che ora si ritrovano a sostenere a fatica un “almeno non finisco in ospedale” (un po’ ottimistico, guardando il caso Israele, tra gli altri). Questo pur sapendo che, alla loro età, nel loro stato di salute e avvalendosi delle cure domiciliari, avrebbero comunque avuto la medesima garanzia di non finire in ospedale (evitando inoltre anche i rischi delle eventuali reazioni avverse).
Siamo persone che non si spiegano come un’influenza che raggiungeva a stento un tasso di mortalità del 0,05%, e che colpisce gravemente persone di età media di 82 anni e con almeno 2 patologie gravi pregresse, possa aver causato tutto questo interventismo, mai visto neanche per combattere ben più gravi piaghe del Paese.
Siamo persone che da subito hanno capito che, quando ci dicevano che ne saremmo usciti unicamente facendoci iniettare una dose di siero, ci stavano mentendo, sapendo di mentire. Così come hanno capito che ci stavano mentendo dicendoci che ne saremmo usciti con una seconda dose e, capiscono già ora, che ci stanno ancora mentono dicendoci che ne servirà solo un’altra, la terza dose.
Siamo persone che si interrogano seriamente su come si possano rilasciare dichiarazioni corali, da parte di organi istituzionali di tutto il mondo, secondo cui saremmo entrati nell’era delle pandemie, senza fornire soddisfacenti motivazioni a sostegno di una simile “preveggenza”.
Siamo persone che ancora restano sgomente nell’apprendere che è stato istituito, per i sanitari, un obbligo al vaccino per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2, da adempiere tramite un “invito a sottoporsi al vaccino anti-COVID-19“. Anche questo sarebbe stato imposto al grido di “lo devono fare per proteggere i loro pazienti!”, dimenticando di considerare che anche il vaccinato può essere contagioso e che accade che la carica virale di un vaccinato sia esattamente la stessa di un non vaccinato.
Siamo persone che si chiedono il perché degli scudi penali e civili previsti per medici vaccinatori, in aggiunta a dei compensi da capogiro che però non sono previsti, allo stesso tempo, per quei medici che curano i pazienti a casa.
Siamo persone che hanno letto i consensi disinformati che vengono fatti firmare alle persone che si assumono, loro sì, tutte le responsabilità da cui i medici e lo Stato sono, rispettivamente, scudati ed esonerati, per non parlare dell’impunità concessa alle case farmaceutiche.
Siamo persone che non hanno visto prendere alcun provvedimento mirato ad adeguare il nostro Sistema Sanitario alla situazione. Mentre hanno visto prendere provvedimenti spropositati, che hanno mandato il PIL a gambe all’aria, riducendo tantissimi cittadini in condizioni di vulnerabilità psicofisica.
Siamo persone che hanno appreso che, dal Recovery fund, sono stati stanziati decine di miliardi, per esempio, per pari opportunità e digitalizzazione, ma solo spiccioli per la Sanità.
Siamo persone che trovano ingiusto vedere specifiche categorie di lavoratori pesantemente penalizzate da provvedimenti ingiustificati, presi da uno Stato che fa pagare ai cittadini lo scotto delle proprie azioni, continuandosi a nascondere dietro al CTS (che nell’emergenza più totale non annoverava tra i propri membri neanche un virologo) e alla “cabina di regia” (che non si sa bene a che titolo emetta le proprie disposizioni).
Siamo persone che, sebbene si sappia che la presenza nel sangue di anticorpi IGg rappresenti contemporaneamente, sia la migliore garanzia di immunizzazione da un virus, sia una sensata misura di efficacia di un vaccino, sia una misura di salvaguardia da morte causata dal cosiddetto fenomeno ADE (Antibody-Dependent Enhancement), assistono alla diramazione continua di direttive che ne scoraggiano il rilevamento tramite test sierologico.
Siamo persone che non riescono a trovare una logica nel Green Pass. Tutto farebbe pensare che sia una mera scelta politica, ideata per ricattare la popolazione. Infatti, considerando che i “vaccinati” contagiano, che il test sierologico non è contemplato, che la guarigione è quasi impossibile da comprovare così come non è pensabile affrontare la spesa (e i danni fisici) per eseguire continui tamponi, Il Green Pass rimane per lo più una licenza a contagiare concessa ai “vaccinati”.
Siamo persone che si rifiutano di pensare “mi fido e mi affido a chi mi mente e mi ricatta, per essere libero!” perché sanno che questa non è affatto libertà, né costituzionale né spirituale.
Siamo persone che sanno di non poter avere voce e di non essere rappresentate, che vengono giornalmente attaccate per venire screditate, tramite tentativi di ridicolizzazione e snobismo becero.
Siamo persone che, continuando a sostenere le proprie idee e a manifestare il proprio dissenso, hanno solo da perdere in questa società. Sanno, d’altro canto, che hanno molto da guadagnare come esseri umani, al di là del proprio ruolo sociale.
Siamo persone per cui i principi di integrità della persona e di inviolabilità del corpo umano sono valori imprescindibili, per rispettare i quali non può esistere la “modica quantità” di compromesso a cui cedere.
Siamo persone che si rifiutano di far combaciare tasselli che non combaciano, di interpolare ragionamenti lacunosi o di credere ad argomentazioni prive di riscontri reali.
Siamo persone che credono che questa storia della “pandemia” e dei “no-vax cattivi” presto o tardi finirà, ma che non sarà rimosso questo schema di società controllata, divisiva, in cui ci stanno incastrando e che permetterà al potere di avere sempre più controllo su di noi, tutti.
Siamo persone che credono che, grazie all’ampio consenso che si sta dando a tutto questo, verranno raccontate loro ulteriori bugie, per giustificare ulteriori lesioni dei nostri diritti e della nostra libertà.
Saremo comunque noi che, di fronte alla prossima mistificazione della realtà, rifiuteremo di agire secondo dogmi e ricatti. Dissentiremo finché non vedremo limpidezza dove ora stagna il torbido.
Saremo ancora noi che resisteremo alle imposizioni e agli indottrinamenti della propaganda e che manifesteremo denunciando ogni meccanismo di assoggettamento, divisione, menzogna e odio.
Saremo noi che ci batteremo per pretendere equità, a prescindere da chi subirà ingiustizia, a prescindere da chi decideranno, volta per volta, di rendere un privilegiato o un discriminato dalla società.
Noi non sapevamo di essere i cosiddetti “no-vax”.
Ringraziamo chi ci ha affibbiato questo appellativo perché, da quando abbiamo capito che i “no-vax” eravamo proprio noi, ci siamo resi conto di essere coloro che condividono da sempre tutti questi valori, principi e vedute e anche molto di più, senza saperlo e senza conoscerci. È così che abbiamo avuto la possibilità di conoscerci, di confrontarci e di unirci. E soprattutto di contarci.
A proposito, qualcuno ci ha contato?
Autore: Nicoletta Signoretti
Siamo persone che hanno visto la società mutata e stravolta in seguito a indegne e continue manipolazioni delle menti. Per cui si è preteso fosse la realtà a doversi adeguare alla narrazione.
Siamo persone che hanno ascoltato l’OMS, Anthony Fauci e altri scientisti in TV dire tutto e il contrario di tutto, per poi riaffermare tutto e smentire nuovamente tutto, più volte.
Siamo persone che, dai canali dell’informazione indipendente, hanno ascoltato i resoconti forniti anche da illustri medici, scienziati, virologi e Premi Nobel, spesso censurati.
Siamo persone che hanno visto quei Premi Nobel censurati offrire ipotesi e raccomandazioni che poi hanno trovato riscontro nella realtà (come la raccomandazione, rivolta alla comunità scientifica, di non vaccinare durante un’epidemia, per non creare le varianti; esortazione, prima derubricata come priva di fondamento, e poi verificatasi corretta).
Siamo persone che hanno sentito voci istituzionali esortare la popolazione tutta ad affidarsi ciecamente a medicamenti che, per loro stessa ammissione, “funzionicchiano“.
Siamo persone che sono state derise per aver dubitato che il virus fosse stato tutta colpa del pipistrello, per poi sentirsi rispondere “è ovvio che possa essere un virus nato in provetta!”, solo quando è stata sdoganata, da parte delle autorità, la possibilità dell’origine in laboratorio.
Siamo persone che sono state accusate di complottismo, anche solo per aver posto dei dubbi sull’esito di una neonata terapia, nonostante questo esito sia stato candidamente definito da fonti ufficiali di Stato “sperimentale“.
Siamo persone che hanno visto scoraggiare le autopsie, quando queste avrebbero fornito informazioni preziose per salvare la vita a persone che non ce l’hanno fatta.
Siamo persone che hanno sentito dire quanto fosse indispensabile mantenere la catena del freddo per mantenere le fiale alla temperatura di meno 80 gradi e hanno poi visto open day, che si sono svolti con le medesime fiale, somministrate al caldo in spiaggia.
Siamo persone che hanno visto (e vedono) i bugiardini allungarsi alla voce “controindicazioni” e hanno visto le indicazioni per la somministrazione dei medicamenti cambiare più volte, contraddicendosi pericolosamente.
Siamo persone che hanno perso fiducia nelle indicazioni fornite da quelle istituzioni che hanno mentito diverse volte, senza fornire scuse, senza subire conseguenze.
Siamo anche persone che hanno curricula da scienziati e ricercatori, che leggono e capiscono l’analisi dei dati e i risultati delle pubblicazioni, che molto spesso concludono che i benefici non superano neanche di un millesimo i rischi.
Siamo persone che hanno contatti con Ippocrateorg.org e con i medici di “Terapia domiciliare C-19”, dai quali hanno appreso che esistono cure efficaci, con risultati ottimi già convalidati da studi pubblicati.
Siamo persone che hanno visto confermare un laureato in scienze politiche come Ministro della Salute durante un dichiarato stato di emergenza sanitaria, che ha pensato di rivolgersi al Consiglio di Stato per ripristinare un protocollo di cura scellerato, conosciuto come “paracetamolo e vigile attesa“.
Siamo persone che non hanno sentito, da televisione e stampa, parlare di prevenzione, di rinforzo naturale del sistema immunitario, di campagne contro fumo e alcol, mentre continuano a sentire che l’obiettivo di tutto è preservare la nostra salute, prima di ogni altra cosa.
Siamo persone che hanno ammirato le scoperte, mai prese in seria considerazione (vedi il video “Covid: le cure proibite” di Massimo Mazzucco), di molti scienziati ed elogiato in particolare l’idea della plasmaferesi, i cui risultati ottenuti dal dott. Giuseppe De Donno, avrebbero dovuto portarlo alla gloria piuttoso che al “suicidio”.
Siamo persone che si confrontano quotidianamente con opinioni diverse dalle loro e basate su ragionamenti che risultano spesso contraddittori, privi di collegamenti logici e di riscontri con la realtà, i quali finiscono con il confermare la percezione di comprensibile sfiducia e incongruenza.
Siamo persone che hanno visto amici e parenti correre a vaccinarsi al grido di “lo faccio per proteggere gli altri!” e che ora si ritrovano a sostenere a fatica un “almeno non finisco in ospedale” (un po’ ottimistico, guardando il caso Israele, tra gli altri). Questo pur sapendo che, alla loro età, nel loro stato di salute e avvalendosi delle cure domiciliari, avrebbero comunque avuto la medesima garanzia di non finire in ospedale (evitando inoltre anche i rischi delle eventuali reazioni avverse).
Siamo persone che non si spiegano come un’influenza che raggiungeva a stento un tasso di mortalità del 0,05%, e che colpisce gravemente persone di età media di 82 anni e con almeno 2 patologie gravi pregresse, possa aver causato tutto questo interventismo, mai visto neanche per combattere ben più gravi piaghe del Paese.
Siamo persone che da subito hanno capito che, quando ci dicevano che ne saremmo usciti unicamente facendoci iniettare una dose di siero, ci stavano mentendo, sapendo di mentire. Così come hanno capito che ci stavano mentendo dicendoci che ne saremmo usciti con una seconda dose e, capiscono già ora, che ci stanno ancora mentono dicendoci che ne servirà solo un’altra, la terza dose.
Siamo persone che si interrogano seriamente su come si possano rilasciare dichiarazioni corali, da parte di organi istituzionali di tutto il mondo, secondo cui saremmo entrati nell’era delle pandemie, senza fornire soddisfacenti motivazioni a sostegno di una simile “preveggenza”.
Siamo persone che ancora restano sgomente nell’apprendere che è stato istituito, per i sanitari, un obbligo al vaccino per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2, da adempiere tramite un “invito a sottoporsi al vaccino anti-COVID-19“. Anche questo sarebbe stato imposto al grido di “lo devono fare per proteggere i loro pazienti!”, dimenticando di considerare che anche il vaccinato può essere contagioso e che accade che la carica virale di un vaccinato sia esattamente la stessa di un non vaccinato.
Siamo persone che si chiedono il perché degli scudi penali e civili previsti per medici vaccinatori, in aggiunta a dei compensi da capogiro che però non sono previsti, allo stesso tempo, per quei medici che curano i pazienti a casa.
Siamo persone che hanno letto i consensi disinformati che vengono fatti firmare alle persone che si assumono, loro sì, tutte le responsabilità da cui i medici e lo Stato sono, rispettivamente, scudati ed esonerati, per non parlare dell’impunità concessa alle case farmaceutiche.
Siamo persone che non hanno visto prendere alcun provvedimento mirato ad adeguare il nostro Sistema Sanitario alla situazione. Mentre hanno visto prendere provvedimenti spropositati, che hanno mandato il PIL a gambe all’aria, riducendo tantissimi cittadini in condizioni di vulnerabilità psicofisica.
Siamo persone che hanno appreso che, dal Recovery fund, sono stati stanziati decine di miliardi, per esempio, per pari opportunità e digitalizzazione, ma solo spiccioli per la Sanità.
Siamo persone che trovano ingiusto vedere specifiche categorie di lavoratori pesantemente penalizzate da provvedimenti ingiustificati, presi da uno Stato che fa pagare ai cittadini lo scotto delle proprie azioni, continuandosi a nascondere dietro al CTS (che nell’emergenza più totale non annoverava tra i propri membri neanche un virologo) e alla “cabina di regia” (che non si sa bene a che titolo emetta le proprie disposizioni).
Siamo persone che, sebbene si sappia che la presenza nel sangue di anticorpi IGg rappresenti contemporaneamente, sia la migliore garanzia di immunizzazione da un virus, sia una sensata misura di efficacia di un vaccino, sia una misura di salvaguardia da morte causata dal cosiddetto fenomeno ADE (Antibody-Dependent Enhancement), assistono alla diramazione continua di direttive che ne scoraggiano il rilevamento tramite test sierologico.
Siamo persone che non riescono a trovare una logica nel Green Pass. Tutto farebbe pensare che sia una mera scelta politica, ideata per ricattare la popolazione. Infatti, considerando che i “vaccinati” contagiano, che il test sierologico non è contemplato, che la guarigione è quasi impossibile da comprovare così come non è pensabile affrontare la spesa (e i danni fisici) per eseguire continui tamponi, Il Green Pass rimane per lo più una licenza a contagiare concessa ai “vaccinati”.
Siamo persone che si rifiutano di pensare “mi fido e mi affido a chi mi mente e mi ricatta, per essere libero!” perché sanno che questa non è affatto libertà, né costituzionale né spirituale.
Siamo persone che sanno di non poter avere voce e di non essere rappresentate, che vengono giornalmente attaccate per venire screditate, tramite tentativi di ridicolizzazione e snobismo becero.
Siamo persone che, continuando a sostenere le proprie idee e a manifestare il proprio dissenso, hanno solo da perdere in questa società. Sanno, d’altro canto, che hanno molto da guadagnare come esseri umani, al di là del proprio ruolo sociale.
Siamo persone per cui i principi di integrità della persona e di inviolabilità del corpo umano sono valori imprescindibili, per rispettare i quali non può esistere la “modica quantità” di compromesso a cui cedere.
Siamo persone che si rifiutano di far combaciare tasselli che non combaciano, di interpolare ragionamenti lacunosi o di credere ad argomentazioni prive di riscontri reali.
Siamo persone che credono che questa storia della “pandemia” e dei “no-vax cattivi” presto o tardi finirà, ma che non sarà rimosso questo schema di società controllata, divisiva, in cui ci stanno incastrando e che permetterà al potere di avere sempre più controllo su di noi, tutti.
Siamo persone che credono che, grazie all’ampio consenso che si sta dando a tutto questo, verranno raccontate loro ulteriori bugie, per giustificare ulteriori lesioni dei nostri diritti e della nostra libertà.
Saremo comunque noi che, di fronte alla prossima mistificazione della realtà, rifiuteremo di agire secondo dogmi e ricatti. Dissentiremo finché non vedremo limpidezza dove ora stagna il torbido.
Saremo ancora noi che resisteremo alle imposizioni e agli indottrinamenti della propaganda e che manifesteremo denunciando ogni meccanismo di assoggettamento, divisione, menzogna e odio.
Saremo noi che ci batteremo per pretendere equità, a prescindere da chi subirà ingiustizia, a prescindere da chi decideranno, volta per volta, di rendere un privilegiato o un discriminato dalla società.
Noi non sapevamo di essere i cosiddetti “no-vax”.
Ringraziamo chi ci ha affibbiato questo appellativo perché, da quando abbiamo capito che i “no-vax” eravamo proprio noi, ci siamo resi conto di essere coloro che condividono da sempre tutti questi valori, principi e vedute e anche molto di più, senza saperlo e senza conoscerci. È così che abbiamo avuto la possibilità di conoscerci, di confrontarci e di unirci. E soprattutto di contarci.
A proposito, qualcuno ci ha contato?
Autore: Nicoletta Signoretti
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