Tu lavora, paga e produci.
Per potersi definire davvero ribelli, dobbiamo ridisegnare la prospettiva da cui osserviamo noi stessi e la casualità apparente degli eventi che ci accadono. Se ci limitiamo solo a considerare la quotidianità e i suoi compiti ordinari a cui adempiamo, perdiamo il significato profondo della nostra vita. Tre quarti della gente vive la sua vita impegnata a risolvere i rebus personali che gli si paventato davanti. La loro attenzione è focalizzata lì, e ciò non è un caso. Impegnare una persona tutto il giorno, farlo lavorare, preoccuparla, ma sostanzialmente farla assorbire da pensieri di insicurezza prosciugherà la sua energia, e questo è funzionale a chi ha scritto le regole di questa società. Una mente occupata, impaurita e sempre di corsa, troverà riposo e soddisfazione nei modelli che il sistema stesso gli metterà a disposizione: svago, cibo, sonno, il resto sarà tutto delegato. Tu lavora, paga e produci. Così abbiamo disimparato a provvedere a noi stessi. La casa te la costruiamo noi.