venerdì 4 gennaio 2013

IPAZIA DI ALESSANDRIA: MARTIRE PAGANA


Il 30 aprile del 311 Galerio, a nome anche di Costantino e di Licinio, emanò l'editto di Nicomedia. Galerio decretò la fine degli editti di Diocleziano, riconobbe ai cristiani libertà di culto e di riunione, restituì alle chiese i beni non ancora alienati dopo la confisca, ordinò la ricostruzione delle chiese. Il cristianesimo divenne ufficialmente religio licita.
Con Teodosio il cristianesimo divenne religione di stato e, nel 392, la religione romana venne proibita, pena la morte.
In ottant'anni i cristiani riuscirono ad impadronirsi del vertice dell'Impero Romano e si trasformarono in accaniti persecutori dei fedeli di quella religione i cui valori avevano dato vita alla grandezza di Roma e dell'Impero.
Nel 410, appena 18 anni dopo la proibizione della religione romana, Alarico e i visigoti mettevano a sacco Roma.
Pochi decenni ancora e l'Impero sarebbe giunto alla fine.
All'inizio del V secolo i fedeli dell'antica religione non avevano più né templi, né clero, né statue, né riti. Rimaneva loro lo spazio della scienza e della filosofia.
Alessandria era stata, fin dal tempo dei Tolomei, un grande centro culturale. Basti ricordare che vi avevano studiato e insegnato Eratostene, Archimede, Euclide, Tolomeo, Plotino.
Ipazia aveva tutte le caratteristiche per essere odiata dai cristiani: donna, pagana, scienziata di grande fama e guida della scuola filosofica neoplatonica di Alessandria.
Nel 415 i cristiani di Alessandria, forse mossi dal proprio vescovo Cirillo, l'aggredirono, la tormentarono crudelmente, la trascinarono per le vie della città, la fecero a pezzi ed infine la bruciarono.
Scrisse Giovanni, vescovo cristiano di Nikiu: "E tutte le persone circondarono il patriarca Cirillo e lo chiamarono 'il nuovo Teofilo' perché aveva distrutto gli ultimi resti dell'idolatria nella città". (Nel 391 il vescovo Teofilo aveva guidato personalmente i cristiani all'assalto del tempio di Serapide cui era seguito l'incendio della Biblioteca di Alessandria).

Località: Egitto - Alessandria
Epoca: 415 d.C.

Ipazia di Alessandria
Ipazia (370-415) visse al tempo dell'imperatore d'Oriente Arcadio (377-408) e di suo figlio Teodosio II (401-450).
Secondo il Suda, enciclopedia bizantina del X secolo, era figlia di Teone, geometra e filosofo, ultimo direttore del Museo di Alessandria.
Ipazia fu nota per il suo sapere nel campo della matematica, dell'astronomia e della filosofia platonica.
Fu a capo della scuola neoplatonica di Alessandria.
Tra i suoi allievi ebbe Synesius di Cirene che intorno al 410 divenne vescovo cristiano di Tolemaide (odierna Tolmeita, o Tulmaythah in Libia).
Ipazia era pagana.
Opere di Ipazia
Tra le opere di Ipazia si annoverano:
  • Un Commentario sull'Arithmetica di Diofanto di Alessandria
  • Un Commentario sulle Coniche di Apollonio di Perga
Inoltre Ipazia provvide a curare l'edizione di un'opera di suo padre: il Commentario sull'Almagesto di Tolomeo.
L'ambiente di Alessandria
Con il terzo editto del 391 dell'imperatore Teodosio la persecuzione anti-pagana s'intensificò e molti cristiani si sentirono autorizzati ad iniziare la distruzione degli edifici pagani.
Ad Alessandria il vescovo Teofilo avviò una sistematica campagna di distruzione dei templi.
Il tempio di Serapide, divinità greco-egizia che riuniva in sè Zeus ed Osiride, venne assediato dai cristiani. Il vescovo Teofilo ed il prefetto Evagrio, insieme con gli uomini della guarnigione militare, iniziarono l'opera di demolizione. Il vescovo Teofilo volle dare il buon esempio dando il primo colpo contro la colossale statua del dio Serapide.
Durante l'operazione di repressione religiosa la famosa biblioteca di Alessandria fu incendiata dai cristiani.
Nel 412 Cirillo prese il posto dello zio, il vescovo Teofilo, e divenne patriarca di Alessandria.
Il prefetto di Alessandria Oreste ebbe dei contrasti con Cirillo e fu amico di Ipazia.
Il martirio di Ipazia
Nella primavera del 415 una banda di monaci cristiani catturò Ipazia per strada, la colpì e trascinò il suo corpo fino in una chiesa dove la sua carne venne fatta a pezzi con tegole acute e i suoi resti bruciati.
Alcuni dicono che il vescovo Cirillo fu responsabile di questo atto oltraggioso.
Imperatore era il minorenne Teodosio II, reggente era sua sorella Pulcheria.
Cirillo (375-444) venne fatto santo e nel 1882 fu dichiarato dottore della chiesa cattolica.
La fuga da Alessandria
Dopo l'assassinio di Ipazia i suoi allievi abbandonarono la città. Alessandria perse definitivamente il suo ruolo di centro culturale.

fonte http://www.maat.it/livello2/ipazia.htm

vedi anche http://www.youtube.com/watch?v=0nVu1MCgrg8






il film su http://www.youtube.com/user/goldgloeckchen67/videos?query=agor%C3%A0