I MERAVIGLIOSI VIAGGI ASTRALI DI ROBERT MONROE


Questo post conferma a pieno titolo, gentili Lettori, quello da me pubblicato QUI (e del quale consiglio di cliccare tutti i link), che ha suscitato il vostro vivo interesse,dimostrando sempre più come la coscienza collettiva si stia risvegliando a quella parte della vita che, in special modo in Occidente, è rimasta quasi totalmente sconosciuta..

Ho letto tanti anni fa il libro di Monroe e sebbene l’abbia riscontrato molto “tecnico”, penso che a molti di voi non dispiaccia la sua rigorosità scevra da impulsi emotivi ed eccessivamente mistici.

D’altronde è stato un ingegnere, e questo suo aspetto razionale, a mio parere, diventa più accattivante per tutti coloro che ancora insistono a voler rimanere “coi piedi per terra” fornendo loro una maggiore garanzia al “nuovo” che avanza.


Le Esperienze fuori dal Corpo (OBE): Primi resoconti

Nella primavera del 1958, Robert Monroe incominciò ad avere i primi “sintomi”inspiegabili relativi a quei fenomeni di scorporazione, che da quel momento in poi non lo avrebbero abbandonato più.

Di notte, mentre si stava addormentando, o anche di giorno, magari durante un sonnellino pomeridiano, percepiva delle forti vibrazioni in tutto il corpo.

Non si trattava di brividi o tremolii fisici, bensì di una sorta di corrente elettrica che lentamente pervadeva il suo corpo, non facendolo dormire e pilotandolo verso quelle stravaganti esperienze, di uscita della coscienza al di fuori del corpo fisico.

Malgrado ciò, fin dalle sue prime esperienze – in inglese Out of Body Experiences o OBE – egli mantenne un atteggiamento equilibrato e razionale. La sua prima naturale reazione fu infatti quella di chiedersi, se per caso, fosse malato o stesse avendo delle allucinazioni.

Ma chi era Robert Monroe? Era un imprenditore di successo, un ingegnere, il quale improvvisamente iniziò a percepire strane sensazioni durante la fase dell’addormentamento e a fare ancor più strani sogni, così vividi da sembrare reali, ad avere visioni impossibili da spiegare.

Si rivolse inizialmente a vari medici specialisti, senza però riuscire mai ad avere risposte esaurienti riguardo al suo ”disturbo”. Quando furono escluse malattie di tipo fisico, incominciò a sottoporsi ad esami di tipo psichiatrico, senza tuttavia riscontrare, anche in questo caso, alcun segno di malattia.

Ovviamente non mancarono le facili diagnosi… ”hai lavorato troppo” e di conseguenza le facili soluzioni, del tipo “riposati”, o “dimagrisci” ecc. Tutte risposte che nel complesso rappresentavano solo una incapacità di affrontare il dilemma, da parte di chi lo esaminava.

Ma lui non si arrese ed iniziò un percorso basato su indagini personali, approdando ad un tipo di studio scientifico di questi fenomeni, sicuramente da reputarsi rigoroso,poiché basato su centinaia di prove ed esperimenti, realizzati anche con l’aiuto di studiosi e scienziati riconosciuti tali.

Il campo di studio, tuttavia, era del tutto nuovo in quegli anni in Occidente e necessitava perciò di metodologie di indagine particolari.




Ciò che va specificato è che allora, le OBE e tutti i fenomeni annessi, erano ancora considerati come stramberie o tutt’al più fatti soggettivi, fantasie di mistici, visioni o altro.

Nel suo libro “I miei Viaggi fuori dal Corpo“, Monroe descrive fedelmente decine di esperienze da lui vissute: dai primi episodi del 1958 alle prove successive, andando avanti fino al 1964.

In esso hanno molto peso le riflessioni personali, le impressioni riportate dopo ogni “uscita” ed anche la descrizione dei metodi approntati per realizzare alcuni test, spesso effettuati, come già ribadito, con la supervisione di medici interessati al fenomeno.

Queste verifiche, avevano lo scopo di ottenere prove oggettive riguardo alla veridicità delle sperimentazioni, ossia dimostrare come non si trattasse di semplici sogni, ma di veri e propri spostamenti della coscienza al di fuori del corpo fisico.

I Meravigliosi Viaggi astrali di Robert Monroe

Egli ha descritto nei suoi libri centinaia di meravigliose escursioni astrali, viaggi della coscienza in un altro mondo, immensamente più vasto di quello in cui viviamo, un mondo infinito.

Ogni singola sua esperienza durava da pochi secondi a molte ore, poteva essere il frutto di uno sforzo volontario, oppure un episodio spontaneo.

La realtà di un piano non fisico in altre dimensioni sembra impossibile, tuttaviaanche uno scettico ammetterà che almeno con l’immaginazione tutto possa esistere e potrà allora prefigurarsi cosa sia un luogo dove ogni angolo è contemporaneamente un piccolo pensiero ed un immenso universo, dove il tempo risulta inesistente, perché ogni attimo può essere eterno.





Il Mondo Astrale e il Corpo omonimo

Intorno ai quarant’anni, Robert Monroe incominciò a sperimentare stati di coscienza straordinari che più tardi lo avrebbero portato a cambiare completamente i propri concetti sulla scienza e su Dio, a considerare con un’ottica assolutamente diversa la vita e la natura dell’uomo.

Ricercando e studiando ogni traccia di questa fenomenologia nella storia e nella letteratura dell’uomo, scoprì come fossero sempre esistiti riferimenti più o meno espliciti ai viaggi astrali e al corpo omonimo nelle culture di popoli diversi.

Per arrivare a comprendere queste sue esperienze, mantenne sin dalle prime volte,un atteggiamento rigoroso, distaccato e perfino scettico.

Cercò l’aiuto di alcuni studiosi dalla mentalità aperta, con i quali poter intraprendere un percorso di studio per tali fenomeni, mettendo a punto metodologie adeguate allo scopo.

Tuttavia, per lui fu grande la solitudine di fronte alla comunità scientifica ufficiale,che ovviamente snobbava apertamente questi fenomeni e il tentativo di indagarli.

Monroe non cercava pseudo-scienziati che abbracciassero a priori tesi fantasiose o che fossero disposti ad avallare le farneticazioni di un visionario.

Egli desiderava ricavare un resoconto scientifico, serio e inoppugnabile, che dimostrasse, senza ombra di dubbio, la veridicità di questi particolari stati di coscienza. Si sottopose quindi, in prima persona, ad indagini ed esami differenti per arrivare a quel risultato.

L’Energia vibrazionale e la Proiezione astrale

Egli cominciò, così, a vivere le sue meravigliose esperienze nel mondo astrale.

Nella fase di rilassamento poco prima di addormentarsi, entrava spontaneamente in uno stato che definiva “vibrazionale” perché il suo corpo fisico veniva pervaso da una potente vibrazione energetica, un’onda che risuonava da una parte all’altra di esso con forza crescente, fino a quando la sua coscienza riusciva a proiettarsi al di fuori.

A questo punto lui, o meglio il suo Io, non si trovava più nel suo organismo, – che restava tuttavia disteso a dormire, come fosse quello di un’altra persona, – ma all’esterno, come sospeso.

Volava, fluttuava, sospinto ora dalla faticosa volontà del pensiero, ora da inconsce paure o emozioni.

Monroe chiamò il veicolo dei suoi spostamenti secondo corpo, il corpo astrale descritto da sempre in molte culture, religioni e filosofie di pensiero. Un corpo invisibile, che come la magia più impensabile, vola e si teletrasporta da un luogo all’altro, in un istante.



La Mano sotto il Pavimento

Una volta, a notte inoltrata, Monroe fece uno strano sogno ad occhi aperti. Era sdraiato sul suo letto senza riuscire a prendere sonno. Di nuovo comparvero con forza le solite vibrazioni che ormai da mesi lo disturbavano.

Sua moglie dormiva al suo fianco, e fuori dalla finestra vedeva il paesaggio illuminato dalla luna. Si sentiva perfettamente cosciente. Con il braccio che penzolava parzialmente fuori dal letto, provò ad “allungare la mano” fino a toccare le coperte sulla sponda del letto.

Poi successe l’impossibile: spinse leggermente le dita contro le coperte, e dopo un iniziale senso di resistenza, queste attraversarono la stoffa e il legno del letto,arrivando a toccare il pavimento.

Spinto dalla curiosità, provò a distendere ulteriormente il braccio e, con sua meraviglia, sentì che la mano attraversava anche il pavimento, avvertendone persino la consistenza ruvida; la allungò ancora ed ebbe la sensazione che l’intero braccio stesse attraversando ora, anche il pavimento del piano terra, raggiungendo così lo scantinato.

Lì si fermò in una pozza d’acqua, avendo la chiara sensazione di muovere le dita proprio nell’acqua. Ad un tratto, preso dal timore di non riuscire più a recuperare il braccio, lo ritrasse repentinamente, e le vibrazioni si affievolirono all’istante.

Si alzò sbalordito, accendendo la luce per controllarsi la mano e vedere se, per caso, fosse bagnata, ma non notò nulla di anomalo, la mano era perfettamente asciutta e nella stanza tutto era al proprio posto. Era proprio come se avesse sognato ad occhi aperti, ma il sogno sembrava realtà. Una realtà impossibile!

Eccitato ed incuriosito da quanto accaduto, il mattino dopo si ripropose di fare un buco nel pavimento del piano terra, per vedere se effettivamente nello scantinato sottostante, esistesse veramente una pozza d’acqua.

In questo modo avrebbe trovato una prova oggettiva, comprovante che quanto vissuto non fosse stato un sogno. Tuttavia poi, il buon senso gli suggerì di soprassedere ad utilizzare un sistema di indagine tanto distruttivo e dispendioso.

Si ripropose invece di ripetere l’esperimento in un’altra occasione, cercando le prove dell’oggettività del fenomeno con sistemi più pratici ed economici.

Questo è uno dei primi episodi descritti da Monroe, nel suo libro ”I miei Viaggi fuori dal Corpo”. Fu proprio in seguito a questi primi avvenimenti, che decise di intraprendere una vera e propria indagine scientifica, relativa a questi fatti.

In principio dovette superare la paure, i timori per la propria salute e lo stuporecontinuo. Tuttavia, col ripetersi delle esperienze, acquisì maggiore dimestichezza e controllo, fino a diventare uno sperimentatore di se stesso.

Fu proprio grazie a questo atteggiamento rigoroso che il lavoro di Monroe suscitò nel tempo un certo interesse, anche tra quegli scettici che inizialmente non lo presero in considerazione.


Una notte, come accadeva ormai da tempo, egli fu colto dall’ormai ricorrente “disturbo”, delle vibrazioni simili a corrente elettrica, che gli percorrevano il fisico per intero.

Quella volta però si manifestarono in modo un pochino diverso, inizialmente solo in prossimità della testa, per poi diffondersi, pian piano, anche al resto del corpo.

Non sapendo cosa fare per eliminarle, pensò di distrarsi pensando al suo hobby preferito, l’aliante, e mentre aspettava che le vibrazioni se ne andassero, si propose di andare l’indomani a fare un volo.

Subito dopo, ebbe la sensazione che qualcosa stesse premendo contro la sua spalla,qualcosa di piatto e spazioso. Allungò la mano per sentire cosa fosse e capì che si trattava di una parete liscia.

Tendendo il braccio ancor di più, sentì che era molto estesa. Credette di essere caduto dal letto e gli sembrò che si trattasse del pavimento. Allora si sforzò di aprire gli occhi per poter vedere qualcosa nel buio, ma si rese conto che esso non aveva mobili appoggiati.

Pensò quindi di toccare un muro della stanza, ma stranamente non c’erano finestre, né quadri appesi. Eppure, quella strana superficie liscia gli era familiare, sebbene da quella prospettiva non la riconoscesse.

Rimase sbigottito quando finalmente capì di quale parete si trattasse: era il soffitto!Stava fluttuando nella sua stanza da letto, muovendosi dolcemente e rimbalzando contro di esso.

Si girò allora nell’aria e guardando verso il basso, vide il letto, sopra il quale giacevano distesi sua moglie e un’altra persona, entrambi addormentati. Che strano e spiacevole sogno stava facendo: stava sognando qualcuno a letto con la propria moglie!

Allora guardò meglio e vide che quel qualcuno che dormiva non era un estraneo, ma lui stesso! Questa visione lo sconvolse enormemente: ebbe infatti la sensazione di essere morto!

I sogni, per loro natura, contengono quasi sempre eventi improbabili e scenari indicibili, proprio perché sono una proiezione di pensieri e logiche inconsce. È quindi molto frequente che abbiano uno svolgimento apparentemente disordinato e incontrollato.





Il sogno visto dalla parte della veglia, dove la razionalità e il buon senso forzano prepotentemente le parole a rimanere sui binari del comprensibile, è un’avventura difficile da raccontare.

Per farlo è quasi sempre necessario descrivere situazioni impossibili e luoghi inverosimili, o veri a metà, e persone conosciute da sempre ma di cui non si conosce né il nome, né la sembianza. Per questo motivo qualsiasi stramberia, anche la più grande, non dovrebbe sconvolgere a lungo, se è stata solo sognata.

La vera stranezza di quei “sogni” tanto vividi vissuti da Monroe, consisteva invece nel fatto che sogni non erano. Sembravano tanto verosimili, perché erano reali.

Una volta però accettata la possibilità di poter uscire dal corpo fisico in piena consapevolezza e di poter volare liberi nello spazio e nel tempo, allora quei magici voli possono essere spiegati semplicemente come brevi passeggiate in giro per il mondo astrale e assumere a lungo andare, per chi li vive, addirittura una connotazione di normalità.

Questo è esattamente ciò che successe, esperienza dopo esperienza, a Robert Monroe, per il quale i viaggi astrali diventarono una sorta di routine.

Emozioni e Volontà

Basandosi su quanto osservato nei suoi numerosissimi viaggi fuori dal corpo, egliafferma che nel mondo astrale sembrano esistere vere e proprie leggi fisiche,analoghe a quelle che dominano il piano di terza dimensione.

In particolare, egli parla di una sorta di legge d’attrazione, secondo cui Esseri simili si attraggono tra loro. Nel mondo astrale, e non solo in verità, due individui sono conformi quando hanno emozioni e pensieri analoghi.

Ciò vuol dire che la forza che attrae è di natura “emotiva” e per fare un’analogia simpatica, si potrebbe dire che, come nel mondo fisico due masse si attirano tra loro grazie alla forza di gravità, così nel mondo astrale due entità si attraggono grazie alla “forza dell’emotività”.

A questo riguardo, Monroe riporta parecchie situazioni vissute a livello astrale, dove a causa di desideri o paure inconsce, egli si vedeva involontariamente teletrasportato in posti ignoti, in mezzo a persone sconosciute.

Basta immaginare un luogo dove le distanze non esistono, o comunque possono esser percorse in un attimo; dove gli Esseri che lo popolano possono incontrarsi o scontrarsi senza quasi averne coscienza, come risultato di affinità recondite, paure o desideri morbosi di cui ignorano, essi stessi, l’esistenza.

Potrebbe sembrare un autentico inferno dantesco, dove il dannato è incessantemente sospinto dai propri istinti a commettere sui suoi consimili lo stesso oltraggio che altri commisero su di lui.

In tutti i resoconti delle OBE di Monroe, si riscontra tuttavia l’esistenza di un altro fattore che contrasta i desideri e le paure: è la forza di volontà, che su quel piano si oppone agli istinti e alle paure, alle emozioni e ai desideri, così come succede abitualmente anche nel mondo fisico.

Nella vita quotidiana, il buon intento è continuamente disturbato da impulsi che meccanicamente conducono i pensieri su strade già percorse, verso mete già esplorate e scenari talvolta illusori della mente.

Entrano in gioco, cioè, molteplici cause come educazione, abitudini, esperienze personali, ambiente, credenze religiose ecc. La sinergia di tutti questi elementi,spinge l’individuo di volta in volta, in direzioni diverse e talvolta agli antipodi.

La stessa cosa succede nel mondo astrale, dove però si aggiungono altri aspetti come la mancanza di inibizioni e della pura razionalità.

Quindi, se il mondo astrale è il luogo dove ognuno può essere soltanto se stesso,vale a dire nient’altro che l’insieme dei propri pensieri e delle proprie emozioni senza possibilità di imposture e maschere, allora lì diventa manifesto ciò che sulla terra è invece più astratto e occultabile.

La psiche o l’Anima dell’uomo, comunque la si voglia chiamare, nel mondo astrale è energia concreta, le cui espressioni sono chiaramente visibili.

Tutte le OBE riportate da Monroe, parlano del suo sforzo di concentrazione per recarsi in un dato luogo o da qualcuno in particolare, e di come sia facile perdere l’orientamento e scivolare verso zone ignote.

Infatti, sono molti i casi in cui egli non raggiunge la meta prefissa, trovandosi di conseguenza in situazioni impreviste, davanti a persone sconosciute o non consapevoli, che interagiscono con lui in modo inaspettato e non sempre amichevole.

La dimensione descritta da Monroe, non è quindi solo una meravigliosa esposizione fantastica ed esaltante, ma è costituita anche da quegli aspetti duri, e potenzialmente spaventosi, che spesso caratterizzano la “realtà fisica”.

Relazione, adattamento e cura di Sebirblu.it
Fonte: fisicaquantistica.it
http://madreterra.myblog.it/2015/03/04/i-meravigliosi-viaggi-astrali-robert-monroe/
http://altrarealta.blogspot.it/

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