mercoledì 4 marzo 2015

IL GUERRIERO E LA RETE UMANA


Le ricerche sul cervello durante la meditazione dimostrano ormai inequivocabilmente che gli esseri umani sono collegati fra di loro, anche se non ne sono consapevoli. Quando un gruppo di persone meditano le loro onde cerebrali si sincronizzano e i tracciati dell’elettroencefalogramma lo evidenziano con chiarezza.
A me interessa sottolineare la grande portata di questo fenomeno che indica la potenza del nostro pensiero e delle nostre intenzioni.
La qualità della nostra mente acquista una vera importanza nel lavoro di trasformazione interiore. Cosa si agita dentro di noi… c’è rabbia, paura, tristezza, invidia, rancore oppure gioia, fiducia, letizia, serenità, accoglienza, compassione?
Nel Buddhismo autentico la qualità della mente-cuore è il fulcro della pratica.
Negli anni Settanta si parlava dell’effetto Maharishi: un meditante su cento è capace di modificare in chiave di armonia l’habitat sociale.

Il collegamento tra gli individui avviene anche ad altri livelli. Per esempio, se noi sediamo accanto a una persona che è in uno stato di agitazione, di paura o d’ira, sentiamo un disagio, un nervosismo, che spesso non sappiamo identificare.
Anche alcuni luoghi producono effetti analoghi.
I nostri corpi non terminano con la pelle, ma i confini di ognuno si estendono molto più lontano: si chiama corpo energetico, eterico, bioplasmatico, aura, ecc. Siamo davvero trasmittenti-riceventi molto sofisticate.
Dobbiamo tenerne sempre conto..

Ecco perché la pratica della presenza è fondamentale per ogni Guerriero. Bisogna essere presenti per testimoniare dei nostri pensieri ed emozioni e per ascoltare le sensazioni-percezioni che ci giungono da fuori.
Le emozioni e le intenzioni quindi giungono agli altri, soprattutto se c’è un legame di coppia o di altro tipo. Se una persona ci è antipatica, anche se le sorridiamo, ci attiriamo la sua risposta conflittuale. Questo accade anche a distanza.
Pensate a ciò che accade ai nostri figli, a causa di questo meccanismo, quando le nostre parole non corrispondono al nostro sentire!

Pensate a cosa si forma se cento o mille o diecimila persone soffrono, oppure sono esaltate da un leader. L’energia di una folla è potentissima. Si crea un campo emozionale e di pensiero che ha un’azione forte. Queste formazioni mentali-emotive sono chiamate egregore.
Si formano anche nei luoghi sacri, meta di pellegrinaggi, o nei mattatoi e nei luoghi di torture. Infestano luoghi o li rendono luminosi.
Dedichiamo quindi più tempo a osservare i nostri pensieri e le nostre emozioni.

Roberto Maria Sassone
http://www.visionealchemica.com/il-guerriero-e-la-rete-umana/
http://altrarealta.blogspot.it/