GRECIA: IL POPOLO IN PIAZZA PER SOSTENERE IL GOVERNO NEL BRACCIO DI FERRO CON L’EUROPA DEI TIRANNI.

GRECIA: IL POPOLO IN PIAZZA PER SOSTENERE IL GOVERNO NEL BRACCIO DI FERRO CON L’EUROPA DEI TIRANNI. TSIPRAS PRONTO PER IL RITORNO ALLA DRACMA

finirà con il sangue l unione europea

Manifestazione in serata ad Atene, davanti al parlamento, a sostegno della posizione del governo greco di fronte ai creditori.

Per Syriza, il raduno è un messaggio contro i ricatti e la paura.


“”Neanche un passo indietro” e “Demoliamo l’austerità”, le parole d’ordine dell’iniziativa, cui hanno partecipato almeno 7000 persone, secondo la polizia. Tra la folla anche i ministri del lavoro e dell’Interno greci e rappresentanti delle sinistre di vari paesi.

Manifestazioni sono state organizzate anche in altre città greche e straniere.

Intanto il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker e il premier greco Alexis Tsipras si sono parlati al telefono e si sarebbero accordati per tenere un nuovo incontro. Domani l’attesa riunione dell’Eurogruppo a Lussemburgo, dalla quale però – secondo il ministro delle Finanze greco Varoufakis – non uscirà un accordo.


L’ala dura di Syriza ha pronto il piano per il ritorno alla Dracma
L’ala dura di Syriza, il partito del premier greco Tsipras, sta preparando un piano per il default e il ritorno alla Dracma in caso i negoziati con i creditori falliscano. Lo riporta Rt.com. Si tratterebbe, secondo l’emittente russa, di un piano di default sul debito simile a quello adottato durante la crisi del 2008 dall’Islanda, insieme alla nazionalizzazione del sistema bancario greco. Una parte di Syriza considera inutili i negoziati con i creditori e ha intenzione di istituire una banca centrale sovrana che sia la base di un nuovo sistema finanziario. Secondo il Telegraph è possibile adottare una doppia moneta, ma violerebbe i termini dell’appartenenza all’Eurozona, che prevedono il ritorno alla vecchia valuta greca, la dracma.

Il modello islandese

Gli autori del piano di default hanno preso come modello lo scenario a cui abbiamo assistito in Islanda, al culmine della crisi del 2008: Reykjavík ha nazionalizzato le tre maggiori banche, dichiarato default, vietato il trasferimento di capitali all’estero e svalutato la moneta. Dopodiché l’economia del paese nordico ha fatto passi da gigante e le misure adottate dal governo hanno ricevuto l’approvazione del Fondo Monetario Internazionale. L’Islanda aveva però ricevuto l’aiuto dell’FMI e dei paesi scandinavi, mentre l’UE si sta rifiutando di fornire ulteriori crediti ad Atene, a meno che non metta in atto nuove politiche d’austerità. Se il governo Tsipras dovesse accettare i termini imposti dalla Troika di creditori (Commissione europea, Banca Centrale europea e Fondo monetario internazionale) verrebbe meno alle promesse fatte ai propri elettori. Il premier greco ha però affermato che non verrà a compromessi su taglio delle pensioni o aumento delle tasse.



FONTE

http://www.tzetze.it/redazione/2015/06/i_greci_scendono_in_piazza_contro_i_creditori/

http://altrarealta.blogspot.it/



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