il piano del M5S: come tornare alla lira, punto per punto
E se tornassimo alla lira? Dopo il fragoroso no con cui la Grecia ha risposto al referendum - che le chiedeva se avesse intenzione di accettare o meno la proposta di Commissione europea, Fmi e Bce -, per gli ellenici si prospetta più vivida che mai la possibilità di un ritorno alla moneta nazionale, la dracma. Ma anche in Italia sono in molti a sognare il ritorno alla cara vecchia lira: una nostalgia dettata dall'esasperazione per una situazione economica sempre più in crisi. E poi, è risaputo, l'Italia ha un debito pubblico talmente elevato che nel possibile sgretolarsi dell'Unione europea e di tutti i suoi buoni propositi, potrebbe essere con la Spagna tra i primi a seguire a ruota la rovina della Grecia. Quindi perchè non giocare d'anticipo e tornare alla lira quando si ha ancora qualche cartuccia in canna?
Proposta grillina - Messi da parte catastrofismi di sorta, il ritorno alla moneta nazionale porterebbe a una situazione economica meno drammatica di quanto si potrebbe immaginare. La ricetta di uscita dall'euro - oltre che da un sempre barricadero Matteo Salvini, che la mette in cima alle priorità della sua Lega Nord - è fornita dal Movimento 5 stelle, che tramite una delle sue menti economiche, Laura Castelli,mette in luce punto per punto, nero su bianco, gli scenari e le conseguenze di un'uscita dalla moneta unica..
I preliminari - Secondo il documento redatto dalla Castelli, tutti i Paesi dell'Unione dovrebbero tornare alla propria moneta nazionale, e laBanca centrale europea potrebbe vigilare sulle fluttuazioni dei tassi di cambio fra le varie valute, per non incorrere in pericolose svalutazioni. La prima tappa per poterlo fare però sarebbe un referendum, per consentire alla sovranità popolare di decidere del proprio destino. Unreferendum stile Grecia insomma, in cui però la domanda sia: volete uscire dall'euro? Con un bel "sì" in pole position sulla scheda. Anche perché il sistema di un paese alla lunga risulta viziato se lo stesso non ha la possibilità di decidere della propria moneta, sostengono grillini, leghisti e molti altri con loro.
Le conseguenze - Quali sarebbero gli effetti immediati di un'uscita dall'euro? Si teme senza dubbio un'inflazione mostruosa, con una lira che varrebbe pochissimo e un euro prevaricante. Ma questa paura, secondo la Castelli, sarebbe infondata. Anzi: un po' di inflazione potrebbe rivelarsi una boccata di ossigeno per l'Italia che soffre di deflazionecronica, una condizione per cui i prezzi diminuiscono per una debolezza complessiva della domanda di beni e servizi: le aziende non riescono a piazzare le merci a certi prezzi, e per sopravvivere li abbassano, infilandosi in una spirale negativa. Infondato, secondo la pentastellata, anche il timore di un aumento del peso dei mutui: rimarrebbero stabili perché sarebbero convertiti in lire il giorno stesso dell'uscita dall'euro. Un altro effetto temuto è l'aumento dello spread e quindi degli interessi sul debito. Sbagliato, perché la Banca d'Italia applicherebbe un calmiere sui tassi di interesse, e nel caso il debito aumentasse troppo, la Banca stessa potrebbe decidere di acquistarlo.
Senza euro... - La terza grande incognita riguarda l'attività delsecondario: se un'azienda guadagna in lire ma paga eventuali importazioni in euro (importazioni necessarie alla produzione della merce commercializzata), andrebbe in perdita. Sbagliato anche questo, perché quando il cambio va a corrispondere le esigenze di un Paese allineandovisi, l'economia riparte. La svalutazione della moneta nazionale costituirebbe infatti un vantaggio per le aziende estere, che potrebberoinvestire nel paese a un prezzo inferiore che in altre nazioni. Questofarebbe ripartire l'economia con il turbo. Tutto avrebbe come prova della sua effettiva validità il fatto che Paesi facenti parte dell'Unione europea ma che hanno conservato la moneta nazionale come ad esempio la Danimarca o il Regno Unito hanno un'economia più florida e hanno retto meglio alla crisi finanziaria mondiale. Sarebbe un tuffo nel vuoto se fatto subito. Oppure l'Italia potrebbe stare a guardare come va a finire in Grecia, e decidere di conseguenza. Ma allora potrebbe essere troppo tardi.
http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11809007/Addio-euro--il-piano-del.html
http://altrarealta.blogspot.it/
Domando
RispondiEliminaNon sarebbe possibile
adottare la proposta
di un ritorno alla LIRA
e contemporaneamente,
quella di un ‘r i t o r n o’ al … SIMEC
o meglio a un suo 'equi-valente' ,
che si potrebbe chiamare ” EUROLIRA ” (!?)
-scegliere un nome equivale a scegliere la propria identità,
inoltre la moneta ha bisogno di un nome familiare … che ispiri fiducia-
al fine di RIUSCIRE CONCRETAMENTE
a liberare il popolo italiano dall'usurocrazia e tirannia dell'euro
con il r a d d o p p i a r e i s o l d i in tasca agli italiani ?
......
per innescare la circolazione
occorrerebbe istituire
una "borsa" ad hoc su scala nazionale
e “borsini” locali
dando immediatamente alla EUROLIRA un cambio con la LIRA
cambiando le LIRE con EUROLIRE : alla pari.
...
Il cittadino
( nell'esperimento storicamente attuato con successo a Guardiagrele-Chieti)
si recava al borsino e
versando Lire 10.000 gli venivano dati 10.000 Simec.
Quando spendeva i 10.000 Simec nei negozi convenzionati
valevano il doppio,
cioè
acquistava beni per un valore di 20.000 Lire.
In quel momento nasceva nel mercato
un valore pari a 10.000 Lire (5.000 Simec)
esenti da debito verso qualsiasi entità : banca o stato che fosse.
Era un valore nuovo che nasceva nel mercato
grazie alla convenzione alla quale aderivano tutti
cittadini e commercianti
(anche i commercianti sono a loro volta consumatori).
Rimaneva il problema dei commercianti che acquistando le merci in Lire
non potevano più rifornirsi.
A questo si pose rimedio consentendo ai commercianti
di cambiare una certa percentuale di SIMEC da loro posseduti in Lire,
presso il borsino ad un cambio doppio
cioè per lo stesso valore per il quale lo avevano accettato.
Versando 50.000 SIMEC ottenevano 100.000 Lire.
E' naturale che il borsino non poteva contemporaneamente cambiare
tutti i SIMEC posseduti dai commercianti al doppio del loro valore,
come subito una nutrita schiera di economisti improvvisati
e da strapazzo si misero a starnazzare.
Il valore mancante, per così dire, non mancava per niente
ma era nei SIMEC in circolazione. ...